AURORA
Settembre-Ottobre 2012

Contenuto Di Questo Numero

  1. Figlio Dell’Altissimo
  2. STUDIO BIBLICO: Il Piano Di Dio Per La Vita Futura
  3. Il Futuro D’Israele E Del Mondo

Figlio Dell’Altissimo

“Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.” —Luca 1:32
Ciò avvenne come aveva detto l’angelo Gabriele nel dare l’annuncio della sua nascita a Maria.

QUESTO PRIMOGENITO FIglio di Maria, ebbe una vita preumana molto tempo prima che venisse alla luce nel grembo di Maria. Nelle Sacre Scritture Egli è identificato come la “Parola” o il ‘Logos’ dal greco. Come leggiamo in Giovanni 1:1 ‘Nel principo era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.’

Questa Scritture viene additata da coloro che credono alla Trinità quale sostegno di questa falsa dottrina, trascurando il fatto che anche Gesù nella Sua esistenza preumana, essendo la seconda creatura dell’universo per gloria e importanza; “fosse anch’Egli un Dio,” ma non certo il Padre, altrimenti Paolo non avrebbe potuto scrivere di Lui in questi termin: ‘Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore, tra Dio e gli uomini: Gesù Cristo UOMO, il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nel tempi stabiliti.” (I Timoteo 2:5-6) Egli stesso non pretese mai di essere il Padre.

DA CHI FU UNTO IL NOSTRO SIGNORE; E CON CHE COSA?

Nella Scrittura profetica di Michea 5:2 troviamo la seguente dichiarazione: “Ma tu o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me Colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni.” Questo avvenimento accadde sotto il regno di Cesare Augusto imperatore del’Impero Romano. Mentre i suoi genitori terreni erano andati per farsi registrare nel censimento ordinato dall’imperatore, “ella partori il suo figlio, il primogenito, e lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché nell’alloggio non vi era un posto per loro nell’albergo.” (Luca 2:7) Alla Sua nascita un glorioso annuncio angelico testimoniò al pastori che di notte facevano la guardia ai loro greggi. “Non abbiate timore, poichè ecco, io vi dichiaro una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché vi è nato oggi un Salvatore che è Cristo il Signore.’ Improvvisamente si affiancò all’angelo una moltitudine di creature celesti che lodavano Dio dicendo: ‘Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace agli uomini di buona volontà.’”—Luca 2:8-20

Questo figlio di Dio fattosi uomo non divenne l’Unto il Signore, nè il giorno della Sua nascita, nè dopo otto giorni, quando fu circonciso secondo la legge di Mosè. Dovette aspettare l’età di trent’anni quando si presentò a Giovanni il Battista per essere da lui immerso nelle acque del fiume Giordano. Ma notate bene non chiese a Giovanni di ungerlo con l’olio per divenire Re delle dodici tribù d’Israele. Il racoconto del Vangelo di Luca 3:21-23 ci narra: “Or quando tutto il popolo era battezzato, fu battezzato anche Gesù e, mentre Egli pregava, il cielo si apri e lo Spirito Santo in forma corporea simile a una colomba scese su di Lui, e dal cielo venne una voce: ‘Tu sei il mio figlio, il diletto; io ti ho approvato.’” (Luca 3:21-23) Giovanni stesso ne rese testimonianza ai suoi discepoli dicendo: ‘Nemmeno io lo conoscevo, ma Colui che mi ha mandato a battezzare in acqua mi disse: ‘Chiunque sia Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito questi è Colui che battezza nello Spirito santo.’ Ed io l’ho visto ed ho reso testimonianza che questi è il figlio di Dio.’—Giovanni 1:33-34

Quaranta giorni dopo questo avvenimento “Andrea fratello di Simon Pietro era uno dei due che aveva udito questo da Giovanni e avevano seguito Gesù ebbe da dire: ‘Abbiamo tovato il Messia che, tradotto, vuol dire: ‘Il Cristo.’ Poco tempo dopo questo avvenimento anche Natanaele, dopo avere ascoltato Gesù, ebbe da dire: ‘Rabbi, tu sei il figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele.’ Natanaele confermò che Gesù era l’Unto il Messia il Cristo.—Giovanni 1:35-49

Gesù non aveva ereditato il peccato da Adamo, egli era un perfetto figlio di Dio, puro ed immacolato; non doveva pentirsi di nessun peccato. Come mai si fece immergere nel fiume Giordano da Giovanni “in pentimento ed in perdono dei peccati?” Egli doveva adempiere la profezia del Salmo 40:6-8 ‘Tu non prendi piacere né in sacrificio né in offerta; mi hai forato le orecchie: Tu non hai chiesto né olocausto né sacrificio per il peccato. ‘Allora ho detto: ‘Ecco io vengo nel rotolo del libro sta scritto di me. Dio mio, io prendo piacere nel fare la Tua volontà,’ e la tua legge è dentro il mio cuore.’ (Ebrei 10:5-10) Il Signore imparò attraverso le Scritture quale era la volontà di Dio per Lui. E LA FECE.

Come capiamo che questa era la volontà di Dio per Lui Attraverso le parole dell’evangelista Matteo leggiamo: “Questo è il mio figlio; il diletto che io ho approvato.” (3:17) Qui nostro Signore ebbe la conferma che stava camminando in modo da essere approvato dal Padre. Ciò gli diede forza e conforto; che una volta avvenuta la missione per la quale era stato mandato; doveva depositare la sua attuale vita terrena, per essere di nuovo cambiato in una creatura spirituale, della stessa natura di Suo Padre e guadagnare, quella giusta ricompensa a Lui dovuta. Per questo parlando con Nicodemo disse che nessuno “a meno che non nasca di nuovo, può vedere il Regno di Dio.” Non ti meravigliare perché ti ho detto: “Dovete nascere di nuovo.” (Giovanni 3:3-7) Per questo di Gesù si parla come di: “Chiunque è nato da Dio non pecca, e il maligno non lo tocca.” (I Giovanni 5:18) Quando lo Spirito Santo scese al battesimo su di Lui, Egli fu generato di nuovo, unto e scelto dal Padre per divenire il Messia d’Israele. Doveva essere un Messia spirituale, poichè il suo regno non era di questo mondo, ma un regno celeste abbisognava di un Re spirituale, che niente avesse a che fare con i regni materiali e umani di questo mondo. Quando Gesù, dopo aver deposto volontariamente la Sua vita, come ‘riscatto in cambio di molti’ ascese ai cieli; avrebbe guadagnato il trono ‘di Davide Suo padre’ sarebbe stato esaltato in cielo per ‘Regnare sulla casa di Giacobbe per sempre.’—Luca 1:32-33

In Israele si aspettava il Messia, una donna Samaritana disse a Gesù: “Io so che viene il Messia e che si chiama Cristo: Quando questi sarà arrivato, ci dichiarerà ogni cosa apertamente.” Gesù rispondendole ammise: ‘Sono io che ti parlo.’ (Giovanni 4:25-26) Egli era divenuto il Messia o l’Unto del Signore, non tramite una unzione umana come avveniva per i sacredoti in Israele, ma direttamente da Dio. Con questo testimonia anche l’apostolo Pietro in Atti 10:38: ‘Dio lo unse con Spirito Santo e potenza, ed egli andò per il paese facendo il bene e sanando tutti quelli che erano oppressi dal Diavolo.’ Questa unizione divina permise al Figlio di Dio, di combattere contro il Demonio e resistergli. ‘Or Gesù pieno di Spirito Santo, tornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, essendo tentato dal Diavolo:’ (Luca 4:1-2) ‘Immediatamente lo Spirito lo spinse ad andare nel deserto.’ (Marco 1:12) Egli guidato sempre dallo Spirito, tornò in Galilea; la sua fama si sparse in tutta la regione, e da là andò a Nazaret, dove era cresciuto, e come era suo solito andò nella Sinagoga in giorno di Sabato e si alzò per leggere dal rotolo del profeta Isaia il passo dove sta scritto:’ Lo spirito del Signore è sopra di me; perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli dal cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, per predicare l’anno accettevole al Signore.’—Isaia 61:1-2; Luca 4:14-21

Da li in avanti il Signore spiegava al popolo che lo ascoltava come avesse per loro una Buona Notizia, e si fece affiancare da dodici uomini da Lui precedentemente scelti proprio per questa opera di ministero. Li addestrò e conferi loro quella autorità potenza sempre attraverso lo Spirito datogli dal Padre, e dopo di loro aggiunse altri settanta uomini con il preciso scopo di evangelizzare.—Luca 9:1-2; Luca 10:1-9

Tutto questo avvenne come Lui stesso ci conferma, solo e soltanto in virtù del potere dello Spirito Santo.—Matteo 12:28

Margherita Leporatti


CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Luglio-Agosto

STUDIO BIBLICO - IL LIBRO DEI LIBRI

Il Piano Di Dio Per La Vita Futura

IL LIBRO DI ISAIA

La promessa del riscalto…Il governo del mondo…Le benedizioni “degli ultimi giorni”…Essi costruiranno delle case e pianeranno delle vigne.

Isaia fu uno dei “santi profeti” di Dio. La massima parte del libro che porta il suo nome è di carattere profetico; esso contiene un pò di storia e delle preziosissime assicurazioni sulle cure che Dio ha per il suo popolo.

Al capitolo 26 versetto 3 e 4 leggiamo: “Alla mente che ripos in tetu conservi una pace perfetta perche confida in te “Confidate nell’Eterno per sempre, perche l’Eterno, si l’Terno e la roccia eterna.”

Il Libro presenta alcune profezie sulle calamità che afflissero la nazione d’Israele onde punirla dei suoi peccati.

Al capitolo Uno verso 4 e scritto: “Guai, nazione peccatrice, popolo di iniquita, razza di malfattori figli che operano perversamente! Hanno abandonato l’Eterno, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono sviati e voltati indietro.”

In un linguaggio colorito, pien di espressione Isaia annunzia la rovina della nazione (1:7 e 8): “Il vostro paese è desolato, le vostre città son consumate dal fuoco, di vostri campi li divorano degli stranieri, sotto agli occhi vostri; tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari. E la figliuola di Sion è rimasta come un frascato su una vigna, come una capanna in un campo di cocomeri, come un città assediata.”

Ma il Libro d’Isaia non è che una profezia delle punizioni che l’Eterno ben presto avrebbe riversato sulla nazione d’Israele.

Tali profezie cominciarono a compiersi allorchè la nazione fu condotta in prigionia nell Babilonia 606 anni a.C., e, fra esse, troviamo quelle dei principali avvenimenti che porranno in rilievo l’opera del divin piano del riscatto e della ristorazione di tutto il genere umano, il cui compimento si svolge in tempi futuri e lontano di migliada d’anni dall’epoca di Isaia.

Il capitolo 53 predice la morte di Gesù quale redentore dell’uomo, avvenimento primordiale nell’opera del divin piano di slavezza. Per riscattare dalla morte il genere umano decaduto, era necessario che Gesù prendesse il posto del peccatore, morendo.

Dal versetto 3 all’ 11 del detto capitolo le sofferenze e la morte del Redentore:

“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire…nondimeno erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori di cui s’era caricato e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio ed umiliato!…gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empii, ma, nella ua morte, egli è stato col ricco, perchè non aveva commesso violenze ne v’era stato fronde nella sua bocca. Ma diaque all’Eterno di fiaccarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per la colpa, egli vedrà una progenie, prolungherà i Suoi giorni e l’opera dell’Eterno prospererà nelle sue mani; Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima sua e se ne sarà saziato …”

In questa esposizione rileviamo che l’Eterno ha per fine come aveva promesso ad Abrahamo, di “benedire tutte le famiglie della terra.”—Genesi 12:3 e 22:18

E’ grazie alla morte di Gesù quale Redentore che le benedizioni promesse potranno venire sul mondo durante il regno millenario di Cristo.

Come l’aveva predetto il profeta al versetto 18 Gesù “dall’oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi riflettè che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del popolo?”

Al capitolo 9, versetto 5-6, Isaia ci rivela che, onde l’opera di Geova prospera fra le mani di Cristo, è necessario stabilire un regno o governo per dispensare le benedizioni preparate dalla sua morte. Ed in proposito attira la nostra attenzione una profezia sulla nascita di Gesù: “Poichè un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della pace, per date incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo Regno per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell’Eterno degli Eserciti.”

Nel capitolo 2 versetti 2 e 4 del profeta Isaia ci prospetta una profezia del governo dell’Eterno in cui il principe della pace sarà Cristo Gesù: “Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell’- Eterno sarà stabilito incima ai monti, e si ergerà al disopra dei colli, e ad esso afflueranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: Velite saliamo al monte dell’Eterno alla casa del Dio di Giacobbe; Egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri. Poichè da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell’Eterno.”

Egli farà giustizia fra le nazioni e sgriderà molti popoli forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più la guerra.”

In questa profezia del Regno di Cristo troviamo un linguaggio simbolico alla quale possiamo nella nostra mente immagginare gli avvenimenti di pace che evverrano sotto l’amministrazione di Cristo Gesù. La montagna dell’Eterno per gli Israeliti significa il Regno dell’Eterno.

Isaia ci dice che “negli ultimi giorni” questa ‘montagna’ si ergerà sulla vetta dei monti e al disopra dei ‘colli.’ Ciò vuol significare che il Regno di Cristo dominerà ed eserciterà il suo controllo su tutte le nazioni della terra. Il mondo riconoscerà subito questa autorità e ‘tutte le nazioni vi affluiranno.’ Allora, secondo quanto ci dice il profeta, si svolgerà che le nazioni trasformeranno le loro armi in utensili di pace nè s’interesseranno più di guerre. Così, il più grande obiettivo della nascita di Cristo si realizzerà, poichè allora Gesù sarì veramente il ‘Principe della Pace.”

Gli, ultimi giorni ai quali si riferisce Isaia non son quelli del genere umano, ma del regno del peccato e della morte.

Nel seguito del nostro studio biblico riscontreremo numerose profezie che c’indicano d’essere pervenuti al principio dell’epoca degli “ultimi giorni” durante la quale si manifesterà in gran potenza e gloria, il Regno di Cristo che ridarà la pace, la salute e la vita a tutto il genere umano.

Al capitolo 25, Isaia ci da, per immagini, un’idea della future benedizioni che apporterà agli uomini il Regno di Cristo denominao ancora “montagna.” Dal versetto 6 al 9 ci dice: ‘L’Eterno degni eserciti preparerà su questo monte a tutti i popoli un convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi succulenti, pieni di midollo, di vini vecchi ben chiariti…’

Per darci l’idea chiara di ciò che costituirà tal festino aggiunge: “Annienterà per sempre la morte; il Signore, l’Eterno asciugherà le lagrime da ogni viso, torrà via su tutta la terra l’onta del suo popolo, perchè l’Eterno ha parlato. In quel giorno si dirà: Ecco questo è il nostro Dio: in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati. Questo è l’Eterno in cui abbiamo sperato; esultiamo rallegriamoci per la Sua salvezza!”

Il capitolo 45 ci da la sicurezza che il genere umano non disparirà e lo rileviamo al versetto 18: “Poichè così parla l’Eterno che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perchè rimanesse deserta, ma l’ha formata perchè fosse abitata: Io sono l’Eterno e non ve n’è alcun altro.” Ciò concorda perfettamente con l’ordine emanato da Dio ai nostri progenitori di moltiplicarsi, riempire la terra ed assoggettarsela. Isaia insiste sul fatto che, malgrado la caduta dell’uomo nel peccato e la morte, Dio vuole che si compii lo stesso il disegno da lui tracciato, originariamente, per la creazione del genere umano onde non risulti vano l’aver creata la terra.

Oltre questa assicurazione che il genere umano continuerà a vivere sulla terra, rileviamo dalla profezia la segnalazione degli sforzi vani escogitati dalle attua i nazioni per risolvere i loro problemi senza l’aiuto di Dio, ma di quello d’altri “dii” indidividuabili nella potenza militare, dell’oro o di divinità pagane. Rileviamo pure che non saranno salvi ‘prendendo consiglio uni on gli altri’ ma rivolgendosi a Lui. E lo leggiamo al capitolo 45 versetti 20 a 23:” Adunatevi, venite, accostatevi tutti assieme, voi che siete scampati dalle nazioni! Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un Dio che non può salvare. Annunziatelo, fateli apprezzare, prendano pure consiglio assieme! Chi ha annunziato queste cose fin dai tempi antichi e l’ha predette da lungo tempo? Non sono forse io, l’Eterno? E non v’è altro Dio fuori di me, un Dio giusto, e non v’è Salvatore fuori di me. Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte, le estremità della terra! Poiche io sono Dio e non ve n’è alcun altro. Per me stesso io l’ho giurato; è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia e non sarà revocata: ogni ginocchio si pregherà davanti a me ogni lingua mi presterà giuramento.”

Il capitolo 35 costituisce una altra assicurazione sul disegno di Dio nella volontà esternata di salvare l’umanità dalle conseguenze del peccato. Benchè l’Eterno parli al suo popolo disperso nel mondo attuale, pervaso di terrore, Egli lo esorta di propagare un messaggio di conforto a coloro che ascolteranno e dichiara al versetto 4: “Dite a quelli che hanno il cuore macchiato: Siate forti, non temete.” Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi.”

Questa salvezza promessa al mondo si stabilirà, sulle rovine delle istituzioni fondate sull’errore e sull’egoismo umano, con la instaurazione del regno millenario, atto a salvare il mondo, non solo dalla paura e dalla guerra, ma dalla malattia e dalla morte come il profeta ci rivile al versetto 5 e 6.




Il Futuro D’Israele E Del Mondo

ORMAÌ È DIVENUTO ben evidente che l’uomo sta vivendo in un mondo che va trasformandosi in una stupefacente e rapida maniera. Virtualmente, quasi tutte le potenze e le dinastie regnanti per diritto d’ereditarietà, esistenti prima del 1914, sono state spodestate da altre forme di governi e, prevalentemente, da prima dittature comuniste, quasi la metà elle popolazioni del mondo: dopo lo sfaccelo della prima guerra mondiale, fu pervaso da un periodo di subbugli, determinante una condizione di deterioramento e di desintegrazione, il quale non fu totale perché altre nazioni andarono sorgendo e costituendosi.

Fra queste, sorse la nazione d’Israele. Per esattezza storica, riteniamo utile far rilevare che per Israele fu una rinascita, poiché questo popolo, sin dai tempi più remoti delle formazioni di comunità che, poi, divennero Stati, divenne una Nazione a sé stante, col proprio governo. Difatti, l’antica nazione Israelita si distinse per i privilegi di cui godé, superiori a quelli di qualsiasi altro popolo di quei tempi, poiché il suo governo funzionò sotto la guida divina. Infatti, la Bibbia ci riporta che i Re d’Israele “sedevano sul trono dell’Eterno, come re.”—I Cronache 29:23

L’ultimo re d’Israele fu Sedekia (Ezechiele 21:25-27) e fu spodestato dal re babillonese. Nebucadnestar, che fece condurre tutta la popolazione superstite degli Israeliti in captività a Babilonia. Tale captività durò settant’anni. Cioè sinquando i Medo-Persiani, assoggettarono l’impero Babilonico, al loro, e Ciro decretò la liberazione degl’Israeliti. Ma, mentre permise che ritornassero in Palestina, non concesse loro d’instaurare un proprio libero governo.

Da quel tempo, in poi, Israele continuò ad essere assoggettato da quelle Nazioni che detenevano il controllo su la Palestina. Poi, nel periodo degli anni 69-73 A.C., l’Imperatore Romano, Tito, assediò Gerusalemme, sino a che la distrusse: per cui gl’Israeliti che non furono trucidati andarono disperdendosi un pò da per tutto nel mondo, ove restarono, sino ai nostri tempi, Gli stessi Israeliti definirono questo lungo tempo quale “il periodo dellà dispersione.”

LA DISPERSIONE FU PREDETTA

Mosè, il legislatore ‘Israele, predisse la dispersione del suo popolo, fra le Nazioni, nonchè il suo ritorno nella propria terra, precisamente, secondo l’adempimento che abbiamo costatato ai nostri giorni. Tale predizione è reperibile nella Bibbia (Deut. 29:24 e 30:1-6) e, nell’ultima parte, dice: “…l’Eterno, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano posseduto e tu lo possederai ed Egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. L’Eterno, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore ed il cuore della tua progenie, affinché tu lo ami, con tutte il tuo cuore e con tutta l’anima tua, e così tu viva!”

Mosè predisse anche la durata del periodo di tempo in cui Israele sarebbe stato privo della propria indipendenza e disperso per il mondo. Or, come abbiamo già rilevato, Israele, essendo una nazione retta [allora] da un governo divino, fu soggetta a severe misure disciplinari, per non aver osservate le Leggi divine. Infatti, Mosè, riferendosi alle punizioni in cui sarebbero incorsi, infrangendo i Comandamenti di Dio [che enumera nal capitolo 26 del Levitco], dice: “se, nemmeno dopo questo, vorrete dare ascolto, io [l’Eterno] vi castigherò sette volte dippiù, per i vostri peccati.”—Lev. 26:18

Questa precisazione, nell’avvertirli che li avrebbe puniti “sette volte più, è ripetuta 4 volte e gli studiosi delle profezie bibliche deducono da ciò una data determinante. Infatti, le Scritture indicano che un tempo simbolico è costituito di 360 anni, che moltiplicato per 7, dà un totale di 2.520 anni. La chiave biblica, per far comprendere questo metodo di calcolo, ci riporta ad Ezechiele 4:4-6. Or, poiché Mosè ci fa notare che il riferimento profetico stabilisce un tempo determinato, dobbiamo dedurre che la punizione, logicamente, abbia un principio ed una fine. E, siccome Israele perdette la sua indipendenza nazionale nel 606 B.C., tale data costituirà il principio del tempo della punizione.

Quindi, il periodo di 2.520 anni, iniziando dal 606 A.C., termina al 1914 della nostra èra, epoca in cui deflagrò la prima guerra mondiale. Da quel conflitto, scaturì la estromissione dei Turchi, dalla città di Gerusalemme e dalla Palestina, effettuata dalle truppe del generale Allenby. All’esodo dei Turchi, seguì la famosa dichiarazione di Balfour, per la quale fu concesso agl’Israeliti di ritornare nella terra dei loro avi: ed in cui già vissero per Volere di Dio, come già abbiamo detto, sino al rovescio del re Sedekia, avvenuto nel 606 avanti Cristo. Indi, come esporremo, una catena di eventi che sono andati succedendosi, condurrà gl’Israeliti al riacquisto della loro indipendenza nazionale.

TEMPI DEI GENTILI

Il pieno significato della liberazione Israelitica s’individua chiaramente nella predizione espressa da Gesù, riconosciuto quale eminente Maestro e Profeta anche da molti Ebrei, profondi studiosi delle Scriture. Infatti, allorchè i discepali di Gesù Cristo gli chiesero “quale sarebbe stato il segno del tempo in cui sarebbero avvenute queste cose, inclusa la fine dei tempi dei Gentili,” Egli rispose: … Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, sinquando i tempi dei Gentili siano compiuti.” (Luca 21:7 e 24) Al tempo in cui fu espressa questa profezia, la nazione Giudaica [simbolicamente rappresentata da “Gerusalemme”] era calpestata dai Gentili e Gesù indicò che lo sarebbero stata ancora sino a quando ‘i tempi dei Gentili’ sarebbero compiuti.

In coincidenza allo spodestamento dell’ultimo Re d’Israele, nel 606 A.C., il profeta Daniele, nell’interpretare un sogno profetico che il Signore aveva trasfuso nella mente del re di Babilonia, Nebucadnestar, predisse il succedersi delle dominazioni di quattro potenze mondiali del tempo e cioè : Babilonia, l’Impero Medo-Persiano, quello Greco ed il Romano. Le ripartizioni del vasto Impero Romano, in Stati e Staterelli dell’Europa, esistenti prima del 1914, nel sogno, furono prefigurati dalle dita dei piedi della statua misti di ferro ed argilla [ad indicare l’instabile e precaria esistenza che tali Stati avrebbero avuta].—Daniele 2:31-45

Al re Nebucadnestsar, Daniel espose il significato del sogno, in questi termini: “Tu, o re, sei il re dei re al quale l’Iddio dei cieli ha dato l’impero, la potenza, la forza, la gloria.” (Dan. 2:37) Or, quanto asserì il Profeta, inspirato da Dio, non stava a significare che Nebucadnetsar sedeva sul trono del Signore, come vi erano stati insediati, nel passato, i Re d’Israele. Voleva significare, invece, che, da quel tempo, e con la Babilonia. Iddio avrebbe permesso, temporaneamente, l’instaurazione dei governi retti dai Gentili, senza interferire al loro estendimento di dominio su tutti i popoli, compreso il Suo Israele.

Tale concessione, però, avrebbe avuta—come ebbe—una limitata continuità e Daniele ne stabilì la durata sino ai giorni in cui l’impero Romano si sarebbe frazionato in diversi reami come prefiguravano le dita dei piedi della statua. Or, “al tempo di questi re” di cui all’immagine prefigurata nel vs. 44, ‘l’IDDIO del cielo farà sorgere un Regno che non sarà mai distruto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; ma spezzerà ed annienterà tutti quei regni, e sussisterà in perpetuo.’ Questo REGNO che sarà instaurato è quello del MESSIA, da lungo tempo promesso da Dio e anziosamente atteso dal suo popolo.

E chiaro che il periodo denominato “tempo dei Gentili,” da Gesù, si trova in perfetta sincronizzazione con il periodo della punizione inflitta ad Israele dall’Eterno ed indicataci con la locuzione ‘sette volte dippiù.’ Infatti, come già detto, i tempi dei Gentili pervennero alla fine profetizzata, al 1914. La prima guerra mondiale del 1914 pose in evidenza la fine dei tempi dei Gentili e il principio del disfacimento e spezzamento cui andò incontro il vecchio impero Romano e l’inizio della acquisizione per Israele, d’una sovranità nazionale.

La nazione d’Israele, oggi, è pervenuta ad avere una completa libertà ed un proprio governo. È divenuta una nazione, fra le nazioni del mondo, e, pur avendo delle difficoltà da superare e dei problemi complicati da risolvere [del resto, al pari di quasi tutte le altre nazioni], può godere una completa libertà di pensieri e d’azioni e d’avvalersi del prestigio e dell’aiuto concessili, per diritto, in quanto membro delle Nazioni Unite. Infine, è da rilevarsi che gl’incidenti bellici, in cui è incorsa in questi ultimi giorni.

E da notare che gl’incidenti bellici del passoto a quelli che avverrano negli ultimi giorni rappresentano i residui finali della punizione preconizzata a Mosè, con la locuzione “Sette volte dippiù.” Molti importanti eventi, per i quali il popolo Israelite sarà provato e temprato, lungo il periodo in cui dovrà lottare per matenere la libertà e sopravvivenza nella terra promessa, corrispondono a delle profezie bibliche. E, una fra le più sintomatiche, inquadra il loro raduno e la loro riabilitazione nel ridivenire “Popolo di Dio.”

E la promessa dell’Eterno di “trarre Giuda e Gerusalemme dalla captivita.” E, in quel giorno (Egli promette, anche; ‘radunerò tutte le Nazioni e le farò scendere nella valle di Giosafat e là eseguirò il mio giudzio su di loro, per Israele, mio popolo e mia eredità, che hanno disperso fra le nazioni, dividendosi quindi il mio paese.’—Gioele 3:1-2

Dal versetto 9 al 14 dello stesso capitolo è predetto un raduno delle nazioni gentili “nella Valle di Giosafat” la valle ove l’Eterno giudica. In tal raduno, le Nazioni sono esortate, in termini simbolici, a prepararsi alla guerra ‘fabbricando spade con i loro vomeri e lance dalle loro roncole.’

Il popolo Israeliano al presente vive nell’incertezza non sapendo da un giorno all’altro quando il mondo Arabo lancierà un attacco mortale contro di loro. In base alle diverse informazioni mondiali L’Iran e in processo di sviluppare bombe nucleari (benchè smentisce questa informazione) e sapendo l’odio che prevale nel mondo Arabo contro Israele. L “Iran non esiterà a lanciare una bomba contro Israele. Unaltro problema che di recente venne alla luce nel Madio Oriente. I dirigenti Palestinesi hanno affermato che quando la Palestiana diverrà conosciuta delle nazioni mondiali come Nazione, la città di Gerusalemme diverrà la loro Capitale. Noi come Cristiani non intendiamo favorire una nazione contro un’altra. La nostra missione e di promulgare il messaggio della verità in armonia con gl’insegnamernti delle Sacre Scritture, comunque di una cosa siamo sicuri, che l’uomo nonostante le sue buoni intenzioni non può solvere il problema del Medio Oriente il profeta Geremia nel capitolo 30 apprendiamo che l’Eterno entra in lite con le nazioni, “in giudizio con ogni carne; gli empi li da in balia della spade.” E ciò, affinche si realizzi completamente quanto l’Eterno promise ad Abrahamo.—Genesi 13:14-15

“GRIDA DI TERRORE, NON DI PACE”

Molte altre profezie c’indicano che, lungo il corso di tempo in cui sarebbe andato effettuandosi il raduno, numerose traversie, sofferenze e timore avrebbero intralciato i loro piani. Il Profeta Geremia scrisse in riguardo (30:3-7): “Ecco, i giorni vengono, quando io ritrarrò dalla captività il mio popolo Israele e Giuda…e li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri ed essi lo possederanno…Così parla l’Eterno: noi udiamo un grido di terrror, di spavento, e non di pace. Ahimè, perchè quel giorno è grande e non ve ne fu mai altro di simile; è un tempo di distretta per Giacobbe, ma, tuttavia, egli ne sarà salvato.”

Il significato di questa profezia è chiaro. Essa pone in evidenza che, anche durante il corso del tempo in cui questo popolo andrà instaurandosi su la propria terra, sarà in ansia e sotto il terrore, prima di pervenire ad una condizione di completa pace. E, infatti, lo andiamo costatando in questi giorni!

Al tempo in cui fu promulgata la dichiarazione di Balfour, i cuori degli Ebrei esultarono per la gran gioia, e gioirono anche, allorquando le loro sorti furono affidate all’Organizzazione della Nazioni Unite, che attribuì loro parte dei territorii Palestinesi ai discendenti d’Abrahamo, sia a quelli d’Ismaele [gli Arabi], che a quelli d’Isacco, Israele. Poi, nel maggio del 1948, susseguì la prolamzione di Ben Gourion e la rinascita d’Israele a Nazione indipendente.

Ma quanto lungo tempo era trascorso che questo popolo ramingo, in Austria, in Italia, in Polonia, in Germania [ed in numero esiguo un pò dapertutto] fu sotto alle più dure persecuzioni, torture, spoliazioni e decimazioni d’un’ atrocità mai prima registrata nel mondo! Questo periodo ebbe inizio alla seconda guerra mondiale ed assunse forme ossessive nel corso della famigerata conflagrazione. Milioni di Ebrei furono trucidati e molte migliaia di superstiti restarono senza dimora nè beni, sballottati per il mondo come delle bestie.

Frattanto, a causa dell’opposizione Araba, le porte d’entrata in Palestina furono precluse assai più di prima a questo popolo che aveva tanto bisogno d’una dimora e d’un pò di conforto. Fu, quindi, in questo periodo culminante delle pene del popolo Israelita che ravvisiamo “le grida di terrore e di spavento e non di pace” profetizzate.

Un’altra profezia che attesta, in generale, le stesse insuali evenienze e circostanze, concernenti l’esodo degli Ebrei, dice: “Perciò, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che non si dirà più l’Eterno è vivente. Egli che trasse i figuiuoli d’Israele fuori del paese d’Egitto, ma: ‘l’ETERNO è vivente, EGLI che ha tratto i figliuoli d’Israele fuori del paese del Settentrione e di tutti gli altri paesi nei quali Egli il aveva cacciati; “e io li ricondurrò nel loro paese che avevo data ai loro padri.”—Geremia 15:14-16

È ben evidente che questa profezia preannunzia il vivo interessamento del Signore di far ritornare gl’Israeliti nella loro terra, porgendo loro le migliori occasioni ed il Suo valido aiuto, onde tale ritorno s’effettuasse nelle condizioni e nel tempo da Lui prestabiliti. La profezia parla di “pescatori” che Dio avrebbe mandati per ‘pescarli.’ Infatti quest’Opera [rappresentata, in simobolo, dal pescaggio] fu compiuta dall’Organizzazione Sionistica, fondata dal defunto Teodoro Herzl, nel 1896. Come i pescatori usano gli ami per attirare i pesci, così la precitata Organizzazione, magnificò ed illustrò, agli Ebrei, sparsi in tutte le parti del mondo, quali e quanti vantaggi avrebbero ottenuti, raggiungendo [domorandovi] la Palestina, terra dei loro padri.

Per quanto non furono molti gli Ebrei che si convinsero a raggiungere la terra promessa, in seguito alle esortazioni di Herzl, l’opera di quest’appassionato propugnatore del ritorno dei suoi confratelli nella loro terra, infuse nei cuori degl’Israeliti una venerazione per il suo nome che vollero ricordare ai posteri con la costruzione di un’alta scalinata, innalzata presso la tomba di Herzl, a Gerusalemme, l’ascesa simbolica verso la mèta, che si prefissero di raggiungere gl’Israeliti, d’instaurare e restaurare la loro Nazione. L’opera di Herzl, quindi, non fu vana.

La profezia di Geremia, concernente il proposito divino di trarre fuori dai paesi dove aveva cacciati i figliuoli d’Israele, dopo aver parlato del “pescaggio,” dice: ‘e, poi, manderò un gran numero di cacciatori a dar loro la caccia, sopra ogni monte, sopra ogni collina e nelle fessure delle rocce.’ (cap. 16:16) Da ciò, risulta evidente la volontà del Signore di costringerli a ritonare nella loro terra. E c’induce a pensare che tale costrizione culminò nella persecuzione spietata di Hitler, in seguito alla quale, molti dei superstiti Ebrei, residenti in Europa, furono spinti a raggiungere la loro terra per ottenere un pò di pace e tranquillità. Ancora un’altra profezia sta a convalidare i propositi divini concernenti il ritorno del Suo popolo in Palestina. La trascrivamo: “Com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, con mano forte, con braccio disteso, con scatenamento di furore, io regnerò su voi! E vi trarrò fuori di fra i popoli, e vi raccoglierò dai paesi dove siete stati dispersi, con mano forte, con braccio distesso, con scatenamento di furore, e vi condurrò nel deserto dei popoli, e quivi verrò in giudizio con voi, faccia a faccia, come venni in giudizio con i vostri padri, nel deserto del paese d’Egitto, così verrò in giudizio con voi, dice il Signore, l’Eterno; e vi farò passare sotto la verga, e vi riporrò nei vincoli del Patto.”—Ezechiele 20:33-37

Certo, è prevalso un continuo “furore” negli sforzi degl’Israeliti, tendenti a raggiungere la loro terra, staccandosi dalle loro precarie dimore. Tuttavia, pur avendo raggiunta la loro terra, buona parte d’essi, si trovano ancora nel ‘deserto dei popoli.’ L’incertezza di questo caotico tempo della storia umana e, quindi, non ancora hanno trovato la tanto attesa e desiderata pace e sicurtà.

“SOTTRATTO ALLA SPADA”

Nel 38 capitolo d’Ezechiele, una profezia delinea la condizioni cui perverrà l’Israele, in un prossimo futuro, e lo indica quale “paese sottratto alla spada…nazione raccolta fra molti popoli…” Oggi, come Nazione, fra tutte le Nazioni del mondo, ha raggiunta l’attuale posizione, mediante la più ferrea volontà ed un lavoro indefesso, riuscendo a crearsi una forza militare che le permette di far fronte impavidamente alle aggressioni dei suoi nemici.

Indubbiamente, la provvidenza divina opererà onde cessi quest’instabilità ed irrequietezza in cui vivono gl’Israeliti, causa delle aggressioni che i loro nemici non desistono dal perpretare. La profezia d’Ezechiele fa menzione d’una armata proveniente dal Nord, cui dà il nome di “GOG” del paese di ‘MAGOG,’ la quale attaccherà Israele per distruggerlo. Ma Iddio interverrà definitivamente per liberare il Suo popolo da questi ultimi potenti nemici. Questo mirabile intervento sarà eminentemente fruttuoso poiché, oltre alla ‘casa d’Israele,’ molte altre Nazioni conosceranno l’Eterno, che avrà sparso il Suo Spirito su la casa d’Israele.’—Ezechiele 38:2, 14-23

La protezione e la difesa definitiva che eplicherà l’Eterno, a favore del suo Popolo, dimostrerà agl’Israeliti che il loro ritorno nella terra promessa fu compiuto dalla provvidenza divina. Infatti, il Signore preannunziò: “Farò conoscere il mio Nome santo in mezzo al mio popolo e non lascerò profanare più il mio Nome santo.” (Ezechiele 39:7) Ovviamente, in ossequio a tale proposito divino, gl’Israeliti s’atterranno a seguire le direttive del loro Dio, nei loro affari mondani. Ed il mondo, in generale, rileverà che fu, è sarà Iddio a liberare il Suo popolo, mentre il Messia, spiritualmente, diggià li governa.

IL NUOVO RE

Allorquando Sedekia, ultimo Re d’Israele, fu spodestato, il Signore, per bocca del Suo Profeta, parlò in questi termini: “La tiara ti sarà tolta, il diadema sarà levato; tutto sarà mutato: ciò che è in basso sarà innalzato; ciò ch’è in alto sarà abbassato. Ruina! Ruina! Ruina! Questo farò di lei; anch’essa non sarà più, sinché non venga Colui a cui appartiene il giudizio ed al quale lo rimetterò.” (Ezechiele 21:31-32) Colui al quale appartiene il giudizio [cioè la tiara ed il diadema] è il Messia d’Israele, l’UNO che s’assiderà sul trono di Davide, dopo lo sposetamento di Sedekia.

Isaia predisse la nascita del Messia ed il Suo innalzamento a governare su Israele e sul mondo. Infatti, scrisse: “Un fanciullo ci è nato, un figliuoli ci è stato dato e l’imperio riposerà su le sue spalle; sarà chiamato Consiglire ammirabile, Dio potente, Padre dell’eternità, Principe della pace, per dare incremento all’impero ed una pace senza fine al trono di Davide, ed al Suo Regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo, mediante il diritto e la giustizia, da ora, ed in perpetuo: questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti.”—Isaia 9:5-6

Profetizzando circa l’Opera che avrebbe svolta il Messia, Isaia scrive, ancora: “Ecco, un re regnerà, secondo giustizia, ed i principi governeranno con equità. … Allora l’equità abiterà nel deserto e la giustizia avrà la sua dimora nel frutteto. Il frutto della giustizia sarà la pace, e l’effetto della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in un soggiorno di pace, in dimore sicure, in quièti luoghi di riposo.”—Isaia 32:1, 16-18

TUTTO ISRAELE

L’umano comprendimento può notare che le presenti benedizioni di cui usufruisce Israele, siano solo parte di quelle profetizzate del tempo in cui il Messia instaurerà il Suo governo, oppure a quei che nasceranno d’allora in poi, ciò non corrisponderebbe alle promesse di Dio, poiché Egli promise all’Israele di tutte le generazioni, incluse le migliaia e migliaia di nai, vissuti e morti nel corso della dispersione [fra i quali Teodoro Herzl e tutti i suoi proseliti], oltre alla restaurazione d’Israele e della terra promessa, il risveglio di tutti i dormienti nel soggiorno della morte.

Molti Israeliti, profondamente devoti a Dio, nel corso della loro vita, sperarono nelle promesse divine che avrebbero godute al tempo della restaurazione di tutte le cose. Molti morirono in captività, altri per le persecuzioni, nelle guerre e nei campi di sterminio. “Il muro del pianto” di Gerusalemme sta a ricordare le inaudite ed indescrivibili persecuzioni, nonché le atrocità patite dalla grande maggioranza degli Ebrei, che ora giacciono nel soggiorno dei morti, senza aver avuto, molti fra loro, nemmeno una sepoltura.

Grande parte degl’Israeliti, anche prima della dispersione, ebbe poche gioie nella vita, poiché i periodi di pace e prosperità furono di gran lunga assai più brevi di quelli in cui furono oppressi, negli esòdi, dalle oppressioni, dalle guerre e dalle persecuzioni. Ciò stante, in definitiva, potremo affermare che, sinora, pochi privilegiati hanno usufruito delle benedizioni lor promesse da Dio. I morti, poi, non hanno avuto nemmeno l’opportu-nità di costatare alcune evidenze dell’adempimento iniziale delle promesse divine.

Mosè, alla generazione dei suoi giorni, disse: “L’Eterno, il tuo Dio, ti susciterà un profeta come me, in mezzo a te, d’infra i tuoi fratelli; a quello darete ascolto. (Deut 18:15) Anche questa promessa [concernente il veniente Messia, fu rivolta ad una generazione remota, alla quale ne son seguite tante altre, andate l’una dopo l’altra, nel soggiorno della morte resterebbe, come le altre, senza valore, se tutti gl’Israeliti non dovessero essere risuscitati dalla morte. Ma molte profezie promettono tale risurrezione, per cui ve ne citiamo qualcuna, fra le principali. Mosè, rivolgendosi all’Eterno, disse: “Tu fai ritornare i mortali in polvere e dici: ‘ritornate, o figliuoli degli uomini.” (Salmo 30:3) Al profeta Daniele 12:2-13, l’Eterno disse: ‘Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni! Ma tu avviati verso la fine, tu ti riposerai, e poi sorgerai per ricevere la tua parte d’eredità, alla fine dei giorni.’ In Ezechiele 16:55 ed in Geremia 31:15-17, è promessa, indistintamente a tutti gl’Israeliti la restaurazione alla vita.

In riferimento al tempo del Messia, il Profeta Isaia 29:22-24, scrisse: “Così dice l’Eterno alla casa di Giacobbe, l’Eterno che riscattò Abrahamo: Giacobbe non avrà più da vergognarsi, e la sua faccia non impallidirà più. Poiché, quando i suoi figliuoli vedranno, in mezzo a loro l’opera delle mie mani, santificheranno il mio nome, santificheranno il santo di Giacobbe e temeranno grandemente l’Iddio d’Israele; i traviati di spirito impareranno la saggezza, ed i mormoratori accetteranno l’istruzione.”

Al pari i tutti i membri della decandente e moriente razza umana il volto di Giacobbe si smagrì ed impallidì per le malattie e l’età avanzata, prima di morire. Ma, secondo la profezia d’Isaia, Egli sarà restaurato alla vita perfetta e vedrà i suoi “filiuoli” di tutte le generazioni che si sono susseguite, sino al tempo della prossimà risurrezione. Allora, il suo volto non sarà più smagrito né ‘pallido’ poiché, in quel tempo, la salute rifiorirà per tutti; la vita sarà perfetta e regnerà la sicurtà, la pace, la giustizia e l’amore per tutti e dapertutto, Israeliti e Gentili.

I FUTURI PRINCIPI D’ISRAELE

In una profezia d‘Isaia 32:1, circa il Messia, che abbiamo già citata, il profeta disse: Ecco, un re regnerà secondo giustizia ed i principi governeranno con equità. Il Salmista profetizzò che i “Padre d’Israele saranno costituiti principi su tutta la terra”, Salmo 45:16 ed Isaia 1:26, dice ancora che l’Eterno ‘ristabilirà i giudici com’erano anticamente, i consiglieri, com’erano al principio.’

In queste ultime profezie citate, sono ricordati i diversi modi e le savariate maniere in cui Iddio governò. Prima, sotto la direzione di Mosè, vi furono degli assistenti, “i consiglieri.” Poi, vi fu un periodo di 450 anni, in cui il governo era retto ed amministrato dai Giudici. Indi, seguì il periodo dei Re. Davide stabili il suo governo a Gerusalemme che fu considerata la capitale d’Israele. Nel governo Messianico, i Consiglieri ed i Giudici rappresenterano, contemporaneamente, il RE [cioé il Messia], e, sin dal principio, considereranno Israele quale ‘città della rettitudine, la città fedele.’

Coloro che serviranno quali “principi” d’Israele, rappresentanti il Messia, saranno gli Anchi fedeli d’ogni generazione [Patriarchi, Profeti e Sacerdoti], i quali provarono d’essere degni di coprire tale carica ed espletare il delicato mandato, lor conferito, Ragionevolmente, costoro, cioè i ‘padri,’ saranno i giusti ed eletti dirigenti, eminentemente qualificai a rappresentare il Messia; come, ad esempio, il grande legislatore Mosè [che diede la propria vita per il popolo; Daniele che, captivo presso la Corte del re Nebucadnetsar, a Babilionia, pervenne, per il Volere di Dio, a prosperare sotto il regno di Dario e di Ciro.—Daniele 6:28

Senza parlar di tutti gli altri, riportiamo questo messaggio finale che l’Eterno rivolse a Daniele: “…tu avviati verso la fine; tu ti riposerai [nel soggiorno della morte] e, poi, sorgerai per ricevere la tua parte d’eredità, alla fine dei giorni.” (Dan. 12:13) Questa fine dei giorni’ sarà alla fine della persecuzione, cui è stato soggetto il popolo di Dio. Allora, alla risurrezione, Daniele [al pari di tutti gli altri fedeli deveti indicati dall’apostolo Paolo agli Ebrei, capitolo 11] sarà restaurato alla vita perfetta e, indubbiamente, sarà principe d’Israele, nel Regno Messianico.

Quanto abbiamo affermato è anche espresso nel Salmo 47:8-9, in questi termini: “Iddio regna su le Nazioni; Iddio siede sul trono della Sua Santità. I principi dei popoli s’adunano assieme per essere il popolo dell’Iddio d’Abrahamo; perché a Dio appartengono i potenti della terra; Egli è sommamente elevato.”

Inoltre, circa lo “scudo,” o protezione, del popolo Israelita, durante il Regno Messianico, Isaia 11:9, scrive: “Non si farà né male né guasto su tutto il mio Monte Santo, poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare, dalle acque che lo coprono.” Al principio del capitolo, il Profeta dice: ‘Poi un ramo uscirà dal tronco di Isai [cioè, Iesse, il padre di Davide] ed un rampollo [il Messia] spunterà dalle sue radici … in quel giorno, verso la radice d’Isai [il Messia], issata come un vessillo dei popoli, si volgeranno premurose le Nazioni, ed il luogo del suo riposo sarà glorioso. In quel giorno, il Signore stenderà una seconda volta la mano, per riscattare il residuo del Suo popolo, rimasto in Assiria ed in Egitto, a Patros ed in Etiopia, ad Elam a Scinear, nonché ad Hamath e nelle Isole del mare. Egli alzerà un vessillo, fra le Nazioni, raccoglierà gli esuli d’Israele e radumerà i dispersi di Giuda, dai quattro canti della terra.”—Isaia 11:10-12

A Quanto pare, gl’Israeliti, raccoltisi nella terra promessa, sinora, sono solo una parte del quantitativo che, eventualmente, il Signore restaurerà in Palestina. Infatti, le Scritture rivelano che il governo del Messia durerà mille anni e, durante questo periodo, come abbiamo già enunciato varie volte, tutti coloro che giacciono prigionieri della morte [Israeliti e Gentili] saranno restaurati alla vita. Quale portentoso avvenire è riserbato, in un prossimo futuro, ad Israele ed al mondo, allorquando tutte le mirifiche promesse di Dio si effettueranno al completo!

IL NUOVO TESTAMENTO, CONFERMA DEL VECCHIO

Per i seguaci di Gesù, il Nuovo Testamento, conferma, chiarisce e spiega il Vecchio Testamento [Thora degl’Israeliti]. Il Nuovo Testamento presenta Gesù quale il Messia promesso: Colui che avrebbe dovuto assidersi sul trono di Davide. (Luca 1:31-33) Pur morendo, per redimere l’umanità, Gesù fu risvegliato dai morti dal sommo Potere di Dio, che volle confermare, così, la nostra fede nella promessa che EGLI restaurerà tutti i morti alla vita.—Atti 17:31

(Continua Nel Prossimo Numero)



Associazione Studenti Biblici Aurora