AURORA
Settembre-Ottobre 2011

Contenuto Di Questo Numero

  1. La Visione Di Daniele 12:4
  2. Suggerimenti ed Esortazioni
  3. I Passeri Ed Il Canarino
  4. Gioioso Servizio
  5. Gli Elementi Divampati Sio Dissolveranno
  6. Il Canale Della Riconciliazione
  7. Doni Dello Stesso Spirito Lo Stesso Signore Lo Stesso Dio
  8. Il Mistero Di Dio

La Visione Di Daniele 12:4

TU DANIELE TIENE nascoste queste Parole fino al tempo della fine molti Andranno avanti e indietro e la Conoscenza aumentera.

Tutti sanno che sotto l’inpulso della stampa nello ultimo secolo s’è verificato un aumento di conoscenza più che in tutti i secoli precedenti. La televisione, la luce elettrica, il telefono, il gas, le locomative a vapore ed elettriche, le ferrovie elettriche le varie macchine, il sistema copiutar e altri scoperte per fino abili andare e camminare sulla Luna. Tutti gli altri miglioramenti dei nostri giorni totalmente sconosciuti cento anni fà. La Bibbia ci predice la futura gloria della terra quando il Regno del Signore sarà stabilito, tutta la terra sarà un Paradiso di Dio, in armonia con il Piano di Dio, quello che vediaamo con i nostri occhi oggi, sono piccole cose in paragone a quello che avverrà nel Regno del Signore.

Se sinceramente esaminiamo gli eventi del tempo presente, ci troviamo nel tempo alla quale il profeta Daniele aveva profetizzato cioe “quell’andare attorno” con cui la profezia si riferisce, cioè: il periedo designato per il tempo della fine. Il tempo che segnerà il graduale tramonto dell’età presente, per cedere all’alba la nuova. Età sotto l’amminastrazione di Gesù e la sua Chiesa. L’Apostolo Pietro nella sua seconda lettera 3:13 scrisse: ‘ma noi, secondo la sua promessa aspettiamo nuovi cieli e nuova terra nei quali abita la giustizia.’

Nella ricerce per la felicità e sicurtà, la famiglia umana ha riconosciuto che questa meta non si può ragggiungere se non vi è un regno o governo che può amministrare la legge giustamente ed imparzialmente. Questo Regno deve essere forte, altrimente non può proteggere i sudditi dai nemici interni ed esterni. Dal giorno che Adamo fù espulso dal Giardino d’Eden, l’umanà famiglia ha provato molte forme di governi con varii risultati, non e necessario fare una completa esaminazione dei diversi regni, le loro leggi e una valutazione dei loro risultati ottenuti. Basta dire che quasi in tutta la storia umana non vi è stato mai un solo governo che ha potuto soddisfare i desideri del cuore umano.

Nel libro dell’Esodo 20:9, leggiamo: “Lavorerai 6 giorni e in essi farai ogni tuo lavoro.” Questi giorni non sono giorni di 24 ore, ma giorni di mille anni 2 Pietro 3:8. I sei giorni di lavoro seguiti da un giorno di risposo sono una figura o simbolo d’una realtà molto più grande, una settimana di millenni. Sei millenni di lavoro seguiti da un millennio di riposo, un giorno in cui l’uomo si riposerà da ogni opera sua. Questo gran giorno vien chiamato: ‘Il Regno di Dio’ Secondo la cronologia Biblica i sei giorni di lavoro sono quasi finiti. L’Alba del Nuovo Giorno già apparisce sull’orizonte.

Niuno può negare che l’uomo ha lavorato con grande sudore per procurarsi una semplice esistenza su questa terra. (Gen. 3:19) Il suo tempo e stato impiegato quasi il cento per cento in questa grande lotta, ma con l’avvicinarsi del settimo millennio, il lavoro servile va diminuendo rapidamente. Le invenzioni degli ultimi cento anni hanno così diminuito il lavoro che oggi, dove queste invenzioni sono utilizzati, l’uomo come anche la donna hanno molto tempo livero, e con l’ozio, si accrescono i vizi; e i vizi digradono l’uomo moralmente e fisicalmente. Questo e un vero cancro nel sistema sociale.

Si vede che Iddio, nella sua sapienza ha dato all’uomo l’opportunita di provare ogni forma di governo: fra la quale centinaia e centinaia di governi hanno governato con negativi successi. Ma l’uomo e costretto ad ammettere la sua Incapacità di procurarsi quella felicità che egli tanto ardentamente desiderava. L’estramità dell’uomo sarà l’opportunità di Dio. Nella lotta per migliorare se stasso, l’uomo e andato da male in peggio, e se non fosse per l’intervento Divino, egli finirebbe col distruggere se stesso. Antivedendo questo episodio, Gesù disse; “Vi sarà una tribolazione cosi grande, quali non vi fù mai dal principio del mondo fino ad ora, ne mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, niuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati.”—Matt. 24:21-22

Gesù insegno i suoi discepoli a pregara in questa maniera: “Il tuo Regno venga, la tua volontà sia fatta in terra come in cielo.” L’Apostolo Pietro illuminato dalla potennza dello spirito santo scrisse: ‘Secondo la promessa di Esso, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra ove la giustizia abita.’ No vi è alcun dubbio quel giorno sarà un giorno glorioso, quando Cristo e la Sua chiesa (i membri del Suo corpo) regnerà con amore e potenza. Sarà un giorno glorioso per la gemente creazione e si adempisci la profezia del Re Davide che scrisse: ‘Si rallegrano i cieli e gioisca la terra e dicano fra le nazioni: L’Eterno regna. Rumoreggia il mare e tutto ciò che è in esso. Allora tutti gli alberi della foresta manderanno grida di gioia davanti all’Eterno, perchè egli viene a giudicare la terra.’ Sarà in quel tempo che per la prima volta la terra avrà un Regno giusto ed imparziale per tutti gli abitanti della terra, includendo ancora tutti i morti che saranno risvegliati dal sonno della morte.




Suggerimenti Ed Esortazioni

“Non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete appross-imarsi il giorno.”
—Ebrei 10:25

LE SACRE SCRITTURE chia-ramente indicano che i primi discepoli di Gesù, coloro che accettarono l’Evangelo di Cristo com’era presentato dagli Apostoli al principio dell’Era Evangelica, avevano l’usanza di adunarsi insieme a regolari intervalli e studiare la Parola di Dio, in modo ch’essi potessero essere ben fondati e radicati nelle dottrine delle Sacre Scritture, ed osortarsi a vicenda, e oltre ad esortarsi a vicenda a mettere in pratica i principi delle dottrine nella loro vita giornaliera. In questo modo essi erano mutualmente aiutati ed edificati a “crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Cristo Gesù.”—2 Pietro 3:18

In quei giorni primitivi dell’Era Cristiana, non v’erano delle ricche spaziosi chiese o cattredali dove i discepoli potessero adunarsi. Infatti, la “Chiesa” non era un edificio, ma era un gruppo di consacrati credenti, separati dal mondo per essere associati con Gesù Cristo come suoi ambasciatori sulla terra. Cosi la chiesa di Roma era un gruppo di fratelli e sorelle che abitavano in quella città, i quali si adunavano insieme per mutuo incoraggiamento ed edificazione nella santa fede. In quel tempo le adunanza del popolo del Signore si facevono nelle case dei credenti o in altri locali adatti e di frequente in luoghi segreti all’aria aperta. E logico concludere che il Signore aveva toccato il cuore di questi veri cristiani come fece con Lidia ai tempi dell’Apostolo Paolo e per questo motivo la località delle riunioni non doveva essere un grande edeficio, ma era il loro desiderio di unirsi insieme per edificarsi gli uni con gli altri.

Non v’era separazione fra clero e laici come e oggi nelle chiese nominale. Tutti erano riconosciuti fratelli in Cristo Gesù, ed egli era il Capo, il loro Maestro. (Matteo 23:8) Vero che alcuni di loro avevano le qualificazioni e quindi servivano come pastori ed evengelisti, ma costoro non erano riconosciuti come il clero, e non formavano una classe appartata e in qualche modo superiori o differenti dagli altri fratelli. I dodici Apostoli (Paolo aveva preso il posto di Giuda) erani i maestri ispirati, e la loro posizione nella chiesa era dovuta a diretta ordinazione di Dio, ma neppure costoro signoreggiavano sui loro fratelli, anzi erano umile, zelanti e pronti a sacrificare se stessi per l’intera chiesa. L’Apostolo Paolo, per esempio, preferiva guadagnarsi il pane con le sue mani nel mentre amministrava ai bisogni spirituali della chiesa, piuttosto che gravare i fratelli per i suo bisogni materiali.

Per quanto e possibile notare dalle Scritture, la forma di servizio in quelle primitive adunanze di fratelli era variabile a secondo le circostanza. Se uno degli Apostoli, o qualche altro fratello d’abilità, era presente, allora si dava un discorso. In un’occasione l’Apostolo Paolo predicò quasi un’intera notte. (Fatti 20:7) Per sormentare la barriera delle diverse lingue, ad alcuni dei primi credenti fu dato il dono di parlare in altri linguaggi, rendendo così possibile per loro di dare una testimonianza a tutti i presenti, i quali altrimente avrebbero compreso ben poco di quello che si diceva.

L’Apostolo dice che i fratelli della cittadina di Berea studiavano e investigavano le Scritture tutti i giorni per accertarsi che quelle cose la quali erano ad essi insegnate corrispondevano a verità. (Fatti 17:10-11) Senza dubbio la gran parte dello studio Biblico era fatto quand’erano riuniti insieme nelle loro adunanza, sia nelle loro case come anche all’aperto.

Le Sacre Scritture in quei tempi, non potevano ottenersi in grande quantità, e nella medesima forma come l’abbiamo oggi. Copie di manoscritti erano tutto quello che la chiesa primitiva possedeva, e il numero d’essi era molto limitato, cosicchè non tutti avevano una Bibbia, com’e il caso di oggi. Se un gruppo di fratelli possedeva in quel tempo una copia dei libri del vecchio Testamento era qualcosa realmente speciale, e i manoscritti del Nuovo Testamento erano più scarsi ancora. Infatti, fù, molti anni dopo la Pentecoste che i libri del Nuovo Testamento furono scritti. Le lettere scritti dagli apostoli e mandati a mano ai gruppi locali di credenti erano letti e poi mandati ad altri gruppi. Quando tutte queste cose sono prese in considerazione, possiamo facilmente comprendere perchè era essenziale per quei primitivi Cristiani di adunarsi allo scopo di studiare ed esortarsi a vicenda e all’amore fraterno e alle buone opere.—Ebrei 10:24

Oggi, alla chiusura dell’era cristiana, vi sono di nuovo dei metodi per lo studio delle Sacre Scritture, come lo erano fra i primitivi discepoli, ma con il vantaggio della Bibbia completa ed di altri stampati per aiutarli a comprenderla. Lo studio genuino della Bibbia non e popolare oggi nelle grandi organizzazioni denominazionali religiose, cosicchè i sinceri e zelanti ricercatori di verità trovano necessario adunarsi insieme indipendentamente da esse, ed insieme investigare le Sacre Scritture, e le ricche benedizioni di Dio scendono copiose su queste adunanze. Oggi abbiamo i vantaggi della stampa che ci aiutano a comprendere le Sacre Scritture, inoltre abbiamo un bellissimo libro intitolato. Il Divino Piano dell’Età che sarà di aiuto a comprendere alcuni punti simbolici della Bibbia, che sarà mandato gratis a chi unque lo richiede. Oltre allo sudio della Bibbia si fanno pure servizi di predicazione e coloro che sono qualificati nei gruppi possono fare prediche e discorsi sul piano di Dio e sulla vita Cristiana, basati ed in armonia alle Sacre Scritture. In molti casi, gruppi di fratelli stanno trovando di molto beneficio il mutuo scambio di predicatori. Questo scambio oltre ad essere di stimolo spirituale, permette ai vari membri di varie ecclesie di conoscersi a vicenda, e discutere le cose importanti in relazione all’imminente Regno del Signore, inoltre cimentare i vincoli d’amore fraterno che legano tutti i credenti e ne fanno d’essi un sol corpo mistico: Il Corpo di Cristo Gesù.

Una delle più grandi gioia e bisogni del cristiano, e di adunarsi con gli altri della stessa fede per il mutuo incoraggiamento e studio della parola di Dio. L’apostolo Paolo ci ammonisce di non essere pigri o negligenti di questo privilegio, di non abbandonare la nostra comune adunanza. “Di molta importanza per noi in questa fine dell’eta, e l’altro ammonimento di Paolo e: e tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.” Quì egli si riferisce al giorno del Regno di Cristo. Vi è ogni buona ragione oggi per credere che quel giorno e vicinissimo.

Tutt’intorno a noi le istituzioni del mondo stanno crollando, gli eventi del medio oriente dal punto di vista umano sono spaventovoli. Gli sforzi degli uomini sono in misero fallimento ogni dove. L’unica soluzione per tutti i complicati problemi del mondo d’oggi e lo stabilimento del Regno di Cristo. Com’è importante quindi, che impariamo tutto quanto e possibile intorno a questo Regno e la nostra relazione ad esso. La speranza d’ogni vero cristiano e di vivere e regnare con Cristo nel suo regno di pace e di giustizia. L’adempimento di quella speranza dipende dalla nostra lealtà al divin volere come trovasi nelle Scritture. Dobbiamo quindi, secondo il suggerimento apostolico: “studiare di presentare noi stessi approvati a Dio.”

L’epoca che viviamo e un’epoca meravigliosa, ma e altresi un ‘epoca difficile. Uomini e donne d’ogni dove stanno perdendo la fede in Dio e nella sua Parola. Ogni giorno si notano scandali infra i sistemi religiosi specialmente nel cattolicismo. L’ignoranza su di quel che la Bibbia insegna e la cagione di questa perdita di fede. Il mondo di oggi è un mondo pericoloso e per questo motivo e indispensabile che noi ci manteniamo saldi nel fondamento della verità che per la grazie del Signore ci fù rivelata. Non abbandonare le riunioni con la fratellanza per studiare insieme il messaggio della verità.




I Passeri Ed Il Canarino

VIENE RACCONTATO CHE un signore affezzionato agli uccelli possedeva un bel Canarino. Un suo amico volendo provare se il Canarino avrebbe potuto imparare i suoi Passeri a cantare col mettere il Canarino in loro compagnia. Cosi prese in prestito il Canarino e lo mise nella gabbia assieme con i suoi Passeri. Ma ahime! Cosa successe invece di imparare i Passeri a cantare, il povero Canarino si sentì così timido in mezzo ai strani uccelli, che lui stesso cessò del tutto di cantare e in breve tempo non fece altro che frinquellare come i Passeri.

Il padrone allora riprese il Canarino che non cantava più, e lo mise in compagnia di unaltro Canarino che cantava bene, e questo ebbe il desiderato effetto. L’uccellino riaquisto le vecchie melodie note cantando piu bene che mai. Si domandi: Quale e il significato di questo breve racconto? Alcuni Cristiani fanno come il Canarino associandosi con strana compagnia, in una atmosfera mondana, e per conseguenza l’influenza del mondo non solo li allontana dalla loro intimità con il Signore, ma ancora con la fratellanza, e dimenticandosi a cantare le note di lode al Signore.

Come Cristiani consacrati, noi viviamo in terra straniera, aspettando quel glorioso Regno del Signore, e nel frattempo, e nel mentre ancora che viviamo in questa terra, la nostra associazione con quelli della fede in Cristo Gesù e indispensabile.




Gioioso Servizio

DOMANDA: Sarò io’ perduto’ se non andrò di casa in casa per distribuire letteratura religiosa?

RISPOSTA: La salvezza ci viene dall’Alto. La otteniamo in premio, per la nostra ferma tenacia nella fede. Infatti, a tal proposito, l’apostolo Paolo, agli Efesini 2:8, ci dice; è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.”

Tuttavia, la tenacia nella fede, per cui otteniamo d’essere salvati, costituisce una convalida della salvezza, concessa da Gesù, nel dare la sua vita per tutti.

Giacomo 2:20, poi, ci avverte che “la fede, senza le opere, non ha valore.” Le opere, che vengono eseguite da una giustificante fede, costituiscono un’assoluta dedicazione—o consacrazione—di sé stesso, al servizio di Dio, che i credenti osservano, attenendosi alla Sua volontà. Difatti, è in osservanza del Volere di Dio che essi calcano le orme, tracciate da Gesù, lungo il cammino verso il sacrificio di sé stesso, su la croce.

Luca 1:8, descrive in questi termini. Gesù, propagatore e propugnatore del Vangelo: “Egli andava attorno, di città in citta e di villaggio in villaggio, predicando ed annunziando la buona novella del Regno.” Or, fu per la sua salda fede, nel Piano del Padre celeste, che Egli andò predicando la buona novella. E fu questa Sua predicazione—contraria agl’interessi mondani degli Scribi, dei Farisei—che lo condusse alla morte.

La fedeltà al nostro voto di consacrazione dovrà dirigere la nostra vita, mirando a rendere testimonianza della Verità, nell’annunziare tenacemente il prossimo Regno di Dio, al pari di Gesù.

Ciò non obbliga rigorosamente d’andare di porta in porta giacché, nel tempo in cui viviamo, abbiamo numerosi altri mezzi ed opportunità per distribuire la letteratura, fra i quali le trasmissioni radiofoniche, televisive e publicitarie. Or, dato che questi mezzi non sono alla portata di tutte le nostre diramazioni, principalmente, perché tali mezzi sono monopoli di quegli Stati asserviti alle Chiese nominali, sopratutto in Europa, troviamo consigliabile che la nostra letteratura, illustrante il messaggio sulla prossima instaurazione del Regno di Dio, su la terra, venga diffusa da fratelli della nostra fede.

Di conseguenza, coloro che si trovano nelle condizioni fisiche e spirituali, atte a svolgere tale servizio particolare, nel tempo libero che dispongono, possono dedicarvisi con gioia, perché, di certo, saranno benedetti riccamente dal Padre celeste. Essi potranno chiederci quel quantitativo di letteratura che, a lor parere, potrebbero diffondere nel tempo che dispongono, e noi la invieremo loro gratuitamente.

Per ulteriori informazioni e richieste rivolgetevi ai saguenti indirizzi: AURORA, Via Ignazio Paterno N.2 92100 Agrigento

Aurora. Flora Cap-Via Livenza N 32. Giorgo Al Monticano 31040 Treviso

La testimonianza personale, effettuata nell’ adempier il servizio della distribuzione di letterature, può essere più attiva quando vien svolta nella cerchia delle conoscenze; nel corso della giornata festiva; in visite domiciliari; nel corso di viaggi nel tram, nei treni, nei pulman; nelle sale d’attesa delle linee ferroviarie.

La nostra esperienza ci permette di suggerirvi d’offrire alle persone che avvicinate, principalmente, degli opuscoli, dato che sono di più facile comprensione e trattano varii soggetti scritturali, con i quali potranno formarsi un’erudizione biblica idonea a comprendere il contenuto dei volumi più densi di dottrina, e, quindi l’intero Piano dell’età, dal quale conosceranno i disegni di Dio a prò dell’intera umanità.

Quel che conta, al cospetto del Signore, risiede nell’espletare tale lavoro con puro spirito di sacrificio, non desistendo dallo studio della Parola di Dio onde aumentare la propria conoscenza ed “essere trasformati, mediante il rinnovamento della mente.”—Rom. 12:2




Gli Elementi Divampati Si Dissolveranno
—2 Pietro 3:10

IL MEDIO ORIENTE E L’AFRICA DEL NORTH SONO IN FIAMME; DIVAMPANTE RIVOLUZIONI SI SONO SCATENATI IN QUELLE ZONE


OGGI E VIRTUALMENTE ammesso da molti uomini di stato nel mondo, e praticalmente sollecitato da quasi tutti i religionisti, che l’unica speranza di salvare quel che e restato della nostrta civiltà è un grande risveglio religioso, nutrito ed allevato unitamente da tutti i gruppi Cattolici, Protestanti e Giudei. E altresi ammesso che senza un accordo e unificazione uno stato anarchico ingolferà tutto il mondo distrugendo religioni e la libertà civile di tutti i popoli. Quali sono le probibilita delle grandi organizzazioni religiosi nel mondo di poter lavorare insieme e formare un difensivo baluardo per evitare uno stato pericolosissimo anarchico?

E da tenere in mente che il Vaticano l’anno scorso aveva mandato un imminente vescovo in Ingliterra per lo scopo, se era possibile di unire le chiese protestanti Inglese con il Vaticano. Il suo progetto sarebbe che tutte le altre chiese ritornassero nel grembo della chiesa cattolica Romana, e così farne del mondo, un mondo cattolico Romano, non v’e alcun dubbio che la chiesa cattolica non collaborerà di tutto cuore con i protestanti su niuna altra base all’infuori di questa.

Mentre la situazione internazionale va sempre peggiorando e le nazioni ciechi e impauriti non sono al corrente che la battaglia finale di quel giorno dell’Iddio onnipotente si stà approssimando. (Apoc. 16:14) Sembra che, come ai giorni di Noè, la predicazione del vegnente giudizio di Dio sulle nazioni non stia sortendo alcun effetto sulle menti e sui cuori degli uomini, affinchè siano indotti al pentimento. Come profetizzò il Signore nostro Gesù Cristo, il tempo un cui viviamo e molto simile a quello precedente al Diluvio e gli uomini dimenticando l’Eterno Iddio e la salvezza in Gesù, si immergono nei piaceri, nella dissoluzione, mentre l’immoralità e la corruzione regnano ovunque sovrane.—Mat. 24:36-39

La presente situazione mondiale ci fà ricordare l’empio convito di Belsatsar, il Re di Babilonia. Questo Re, insieme ai mille dignitari del suo Regno stava banchettando e bevendo vino usava i vasi d’oro e di argento trafugati da Nabucadnesar nel Tempio di Gerusalemme in pregio all’Iddio d’Israele. Il Re e gl’invitati erano convinti che nessuna cosa al mondo avrebbe potuto interrompere quella notte di piaceri e immolarità quando, ad un tratto, una mano misteriosa scrisse sù una parete un messaggio incompressibile che poteva essere interpretato solo da un uomo che aveva lo spirito di Dio. Quell’uomo era Daniele, che così tradusse le parole misteriosi; ecco le parole: “MENE” che significava ‘Dio ha fatto il conto del tuo Regno e ha posto fine ‘TEKEL’ Tu sei stato pesato con la bilancia, e sei stato trovato mancante ‘PERES’ il tuo Regno e diviso, e dato ai Medi e ai Persiani.’—Daniele 5:26-28

Anche oggi quel messaggio e attuale e può essere indirizzato a tutti i grandi del mondo, a tutti coloro che reggono le sorti della nazioni, a tutti coloro che credono di avere nelle loro mani il destino dell’umanità. Per Belsatsar ed i grandi uomini del suo regno quella serata di gala fù cambiata in una cerneficina e nessuno scampò, nemmeno il Re in persona, perchè provocarono l’ira di Dio e non diedero luogo al ravvedimento. Ciò può essere di ammonimento per la nostra società, che segue la via del suicidio collettivo.

IL GIORDANO

La fede dei figlioli di Dio nel Regno Messianico, immutata ed invisibile da oltre diciannove secoli, non teme qualsiese evento umano, anche se è di portata mondiale, non teme; non teme i giganti che le stanno di fronte. Alcuni sono della stessa natura di quelle che il giganti Goliath e l’esercito Filisteo formulavano nei riguardi del popolo d’Israele cadranno davanti al giudizio divino quando il loro peccato sarà giunto al colmo. Gli uomini di tutto il mondo, specialmente quelli che hanno riposto la propia fiducia negli armamenti di guerra, devono imparare che l’Iddio d’Israele è il vero Rettore delle nazioni. Propio come disse Davide davanti al gigante Goliath, che affrontò ed uccise. Tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele.—I Samuele 17:46

Fra il deserto e la Terra Promessa scorreva il fiume Giordano che Israele doveva attraversare, il suo passaggio ed il compito assegnato ai sacerdoti nell’operazione, sono di grande ammonizioni per noi. In tempo di pericolo il compito più arduo spettava appunto ai sacerdoti e non all’esercito di combattimento, come sarebbe stato logico dal punto di vista umano. Seguendo le istruzioni divini i sacerdoti andarono avanti con l’Arca del Patto sulle spalle, fermandosi nel mezzo del fiume fino a quando tutte le schiere d’Israele non fossero passate all’altra sfonda, e se le acque fossero fluite in modo tumultuoso e vorticoso sarebbe stato loro impossibile salvarsi.

I sacerdoti non erano soli, essi erano i portatori dell’Arca del Patto con la quale l’Eterno Iddio manifestava la sua presenza tra il popolo eletto. La loro vocazione e la loro missione costituiva una garanzia della protezione Divina e, mentre i loro piedi si immergevano nelle acque dal fiume, la loro fede, messa alla prova, costituiva una dimostrazione per tutto il popolo. Entrati nel pericolo i primi ne sarebbero usciti per ultimo; ecco lo spirito di sacrificio di ogni autentico servitore dell’Iddio vivente che, nel tempo del pericolo, sarà in prima fila, rischierà più degli altri.

Come i portatori dell’Arca del Patto, fermi in mezzo al Giordano, anche i seguaci di Gesù del nostro tempo sono protetti da Dio nell’adempimento della loro vocazione. Sfidando tutte le contraddizioni e le deprorevole della Babele simbolica che si può dire che è il mondo del nostro tempo. Come fedele servitori e nostro il privilegio a predicare il Messaggio della Verità e del Regno di Cristo Gesù con la speranza che il Signore toccherà i loro cuori e liberarli dalle fitte tenebre in cui sono avviluppati. Il Profeta Isaia nel capitolo 62:1 ha saputo bene descrivere la salvezza in relazione al Piano di Dio: “Per amor di Sion io non tacerò, e per amore di Gerusalemme io non mi darò riposo finchè la sua giustizia non spunti come l’aurora. E la sua salvezza come una fiaccola ardente.” Noi che siamo stati illuminati dal messaggio della verità non possiamo ne dobbiamo tacere, ma con zelo ed amore dobbiamo predicare il buono annunzio di una grande allegrezza. L’instaurazione Di un nuovo mondo, i nuovi cieli e la nuova terra nei quali abiterà la pace, la giustizia e l’amore Con Gesù nostro salvatore e nostro condottiere, facciamo nostra l’esortazione che l’Eterno Dio rivolse a Giosuè. ‘Sii forte e coraggioso; non aver paura e non sgomentarti, perchè l’Eterno, il tuo Dio, e con te dovunque tu vada.’—Giosue 1:9

Contribuito G.B.



Il Canale Della Riconciliazione

“Lo Spirito Santo non era ancora stato dato.”
—Giovanni 7:39

NESSUNA manifestazione dello Spirito di Dio prima del primo avvento del Signore Gesù fu simile a quelle che abbe luogo sopra Lui: Dal tempo del suo battesimo fino alla crocifissione, e sopra la sua chiesa dalla Pentecoste sino ad oggi, e fino alla fine dell’Eta Evangelica al completamento del suo corpo nella prima risurrezione. In armonia a questo leggiamo; “Lo spirito Santo non era ancora dato.” L’operazione dello spirito Santo durante quest era del Vangelo e del tutto differente dell’operazione nelle età precedenti; e questa differenza e espressa nelle parole: Spirito d’adottazione—spirito di figliolanza—spirito di santità,” e altre simile espressioni.

Come altrove abbiamo notato, dopo la caduta di Adamo nessuno fra la sua posterità fù accettato come figliolo. Il più alto titolo fu dato al padre dei fedeli, fù quello d’Amico. Abrahamo fu chiamato “Amico di Dio.” Ma come l’apostolo Giovanni spiega, quando la Parola (Logos fu fatta carne e si presentò al suo popolo d’Israel, a quanti lo ricevettero) allora e dopo diede loro ragione e privilegio di divenire figli di Dio.—Giov. 1:12-13; 3:3-8

Lo Spirito Santo in questo senso della parola e garantito soltanto alla casa di figlioli, e la casa dei figlioli ara sconosciuta sino a che l’amato figlio di Dio (Gesù) si manifestò in carne e divenne il Redentore del mondo concedendo a coloro che l’accettano l’opportunità di ricevere l’adottazione come figli.—Gal. 3:5, Efesi 1:5

Questa adozione secondo come l’Apostolo ci informa, primieramente era l’eredità d’Israele, ma siccome non vi fù un sufficiente numero d’Israeliti pronti a completare il predestinato numero dei figli adottivi, Iddio dopo avere accettato il rimanente d’Israele, “Ha visitato i Gentili, per trarre daquesti un popolo nel Suo nome.” Per essere figlioli di Dio E coeredi con Cristo. Questo fù preconosciuto e predetto da Dio mediante i profeti.—Rom. 9:4, 29-33; Fatti 15:14

La manifestazione di questa Divina potenza durante quest’era del Vangelo differisce dalle altre manifestazioni nelle età precedenti a questa. L’Apostolo Pietro ci assicura che quantunque gli antichi dignitari furono altamente onorati da Dio e mossi nel suo spirito, proferirono e scrissero cose che loro stessi non compresero. Iddio li usò come servitori facendo loro scrivere cose che al propio tempo sarebbero state rivelate alla casa dei figli, e noi mediante l’operazione dello Spirito Santo o Santa potenza di Dio.

Nel passato, cioè nelle età prima del Vangelo, l’operazione dello Spirito era automatic; a noi invece e spiegatorio esponendoci il Piano Divino mediante gli Apostoli, rendendoci abili a comprendere con tutti i Santi la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità della Divina Sapienza come e esemplata nel Divino Piano e nella sua rivelazione. Infatti dal linguaggio dell’Apostolo e evidente che persino agli angeli non fù permesso di comprendere il significato delle comunicazioni che loro stessi portavano. Notiamo le parole dell’apostolo che disse: “Della quale salute cercarono investigarono i profeti che profetizzarono della grazia che è pervenuta a voi.”

Investigando quando, e in qual tempo lo spirito di Cristo che era in loro testimoniando inanzi le sofferenze che avverreboro a Cristo, e la gloria che poi seguirebbe, la loro fede divenne più forte. Dopo il giorno della Pentecoste quando gli Apostoli erano riuniti e lo Spirito Santo si manifestò su di loro, hanno pienamente afferrato il motivo per la quale Gesù doveva morire per riscattare l’intera umanità dalla condizione di morte a una nuova vita.




Doni Dello Stesso Spirito Lo Stesso Signore Lo Stesso Dio

L’APOSTOLO PAOLO NELLA sua lettera scritta Al Corinzi 1, 12:4-11 ha bene espresso la diversità dei doni spirituali. “Or vi sono diversità di doni, ma non vi e che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Or a ciascuno e data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. A uno infatti e data, per mezzo dello spirito, parola di sapienza e parola di conoscenza. Ad altri diversità di lingue. Ora tutte queste cose le opera quell’uno e medesimo spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.”

Qui sono enumerati alcuni dei doni che furono dati alla Chiesa dallo Spirito Santo, ma bisogna fare attenzione a distinguere fra lo spirito stesso e questi doni o manifestazioni che ricevette la Chiesa primitiva. Non bisogna concludere come se differenti spiriti operassero nei differenti membri della Chiesa, a motivo dei differenti doni: come non bisogna credere un differente Signore e Maestro diede questi doni. Questi doni debbono essere identificati e riconosciuti come una Santa influenza sparsa del rappresentante (Gesù) del Supremo Iddio Geova; e da esse intese come differenze d’amministrazione o d’operazioni.

Vero e che non tutti questi doni sono svaniti o cessati, nemmeno quelli che sono cessati provano che il Signore e meno potente oggi di quanto lo sia stato nel passato; e nemmeno le sua cessazione prova che il popolo del Signore oggi sia meno degno di questi doni di quanto lo furono i primi cristiani del passato. Al contrario, questi indicano una manifestazione diversa significando che al popolo del Signore non e più necessario usare il primitivo metodo d’istruzione come prova che sono stati accettati dal Signore.

Oggi, invece di ricevere questi doni miracolosamente, l’operazione dello spirito Santo sembra sia sopra i consacrati, in parte in proporzioni al zelo che hanno per messaggio della verità. E perciò notiamo che, in connessione a questo e anche nelle altre epistole, l’Apostolo esorta la chiesa di cercare e sviluppare i doni spirituali, abilita nel servizio del Signore del Suo popolo e della verità.

Questi doni sviluppati personalmente, devono essere più altamente stimati da quelli ricevuti miracolosamente, e per questo l’apostolo dice: “Ora voi cercate ardentamente i doni maggiore; e vi mostrerò una via ancora più alta.” L’Apostolo indica che le lingue erano per segno solo per gl’increduli. Questo dono il quale era grandamente stimato da alcuni dei Corinti, egli dichiara essere il minimo dei doni spirituali, meno adatto per lo sviluppo spirituale della Chiesa, il quale era usato in quei tempi principalmente in connessione, col mondo non generato. Questo dono, come anche altri della stessa categoria, presto cessarono non appena la chiesa fù stabilita.

Al contrario, “i frutti dello spirito” devono essere incoraggiati ed essere coltivati di più, acciocchè possono rendere il pieno frutto d’amore verso Iddio e verso gli uni e gli altri, ed anche verso il mondo in generale. Questi doni alla quale l’Apostolo fà cenno sono: “Amore—gioia—pace—lentezza all’ira. Benignità—bonta—fede—mansuetudine e continenza.” (Gal. 5:22) La parola frutto come si nota ha doppio significato, cioè ch’esso e un dono, ma di sviluppo naturale, fino alla maturità e risultato di attività spiriuale. Così anche coi doni spirituali. ‘Ogni dono perfetto viene dal Padre, sono doni ricevuti gradualmente, ispirati dalle promesse del Padre e dalle istruzioni del nostro Signore Gesù, mediante gli Apostoli e i Profeti. Questi doni vengono sviluppati in noi in proporzione che veniamo in armonia ed ubbidienza di pensiero, parole ed opere con lo spirito del Padre, dal quale siamo generati, e dal quale, se ubbidienti, veniamo sviluppati maggiormente nei frutti di Santità, o frutti dello Spirito Santo, alla somiglianza o disposizione dell’amato Figlio di Dio, nostro Signore e Redentore.

In questo modo, sotto l’amministrazione dello Spirito Santo di Verità, i fedeli sono in processo di preparazione per nascere dallo spirito nella prima risurrezione come essere spirituali, poichè a questo scopo essi sono stati rigenerati nel momento della loro consacrazione al Signore. Perciò, da tutto quanto è stato notato, è molto evidente che lo stesso spirito del Padre (Geova) – il quale ha operato nella creazione del mondo, e che nel passato in differenti modi ha operato sopra i suoi servitori, come anche durante quest’era del Vangelo opera per lo svipuppo della Chiesa. Nel futuro durante l’età del Millennio, lo stesso spirito Santo di Geova opererà a mezzo di Gesù Cristo e la Sua Chiesa glorificata nel portare il mondo dell’umanità in armonia con i principii di giustizia, e con il Re dei Re e Signore dei Signori.

Niente in connessione con questo lavoro, rende necessario in nessuna maniera un’altro Dio. Tutto al contrario, il fatto che e lo stesso Dio operante sotto varie circostanze e condizioni per il compimento dei suoi propositi, e garanzia assoluta che ciò che Egli ha progettato lo porterà a compimento come Egli stesso dichiara: “Così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca, essa non ritornerà a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l’ho mandato.”—Isaia 55:11




Il Mistero Di Dio

MENTRE L’UMANITÀ ERA sotto la disciplina del male ed era incapace di comprenderne la necessità, Iddio le annunziò ripetutamente la sua risoluzione di ristaurarla e di benedirla mandandole un liberatore. Ma durante lo spazio di quaranta secoli il velo del mistero nascose la persona di quel liberatore e non fù che dopo la risurrezione di Cristo, al principio dell’eta del Vangelo che quel velo fù strappato. Guardando indietro, all’epoca in cui i nostri primi genitori perdettero la vita e furono esclusi dalla felicità del Paradiso, noi vediamo Adamo ed Eva sotto la giusta pena del peccato, pensierosi e senz’altro raggio di speranza che quello contenuta nella promessa oscura che la progenie della donna triterebbe il capo del serpente.

Spiegata dagli eventi susseguenti, quella parola del Signore e per noi bastantamente chiara, ma per quelli che l’udirono pei primi altro non era che un certo bagliore. E lunghi secoli trascorsero senza che aumentasse il suo splendore. Circa due mila anni più tardi, il Signore rivolse ad Abramo la sua chiamata promettendogli che tutte le famiglie della terra sarebbero benedette nella sua progenie. Iddio non aveva adunque rinunciato ai suoi disegni d’altra volta, e stava per realizzarli! Il tempo trascorse; Abraamo e Sara invecchiano senza avere figliuoli. Il patriarca suppone esser necessario che’egli aiuti il Signore nell’adempimento della promessa. Ecco la nascita d’Israele. Ma Abramo ha preso abbaglio; conciossiacchè il figliuolo della promessa sia Isaacco che nascè al tempo prestabilito. Colui che deve governare e benedire le nazioni sembra essere venuto. Niente affatto; gli anni si succedono e nulla avviene. Isaacco e Giacobbe suo erede, muoiono come se Iddio fosse venuto meno ai suoi impegni. La fede d’un piccol numero tiene ferma tuttavia la promessa appoggiata da Dio medesimo. “Il patto firmato con Abramo” fu confermato con ‘giuramento’ fatto dal Signore a Isacco … e confermato a Giacobbe e a Israele (popolo) ‘per statuto e per patto eterno.’—I Cron 16:16-17

Alla morte di Giacobbe, quando i suoi discendenti furono chiamati per la prima volta le dodici tribù d’Israele, e riconosciuti da Dio come “popolo eletto” (Gen. 49:28; Deut 26:5) si potè credere che l’attesa di quella nazione—come progenie di Abramo—riguardante il possesso di Canaan, il regno e la benedizione del mondo si avvicinasse alla sua realizzazione; essendo chè gl’Israeliti, mercè il favore di cui godevano in Egitto, fossero già una potente nazione. Ma ogni speranza sembrò dileguarsi e la promessa divina parve dimenticata durante il lungo periodo di schiavitù che segui.

Invero le promesse del Signore erano avvolte in un velo misterioso e le sue vie sembravano incomprensibili. Nondimeno, al tempo stabilito, apparve Mosè, il grande liberatore, per mano del quale Iddio libererà gl’Israeliti dalla servitù d’Egitto, facendo prodigi in loro favore. Prima di entrare in Canaan quel grande liberatore muore, ma egli lascia quest’oracolo del Signore: “Il Signore Iddio tuo ti susciterà un Profeta come me, dal mezzo di te, dai tuoi fratelli; esso ascolta.” (Deut 18:15; Fatti 3:22) Quella dichiarazione dà un nuovo dilucidamento riguardo al piano di Dio; essa mostra che non solo la nazione nel suo insieme deve essere in qualche misura associata coll’opera futura di regnare e benedire, ma che dal seno di essa deve unscire l’eletto che li condurrà alla vittoria per mezzo del quale si compirebbe la promessa. E Giosuè, in seguito, il cui nome significa liberatore o salvatore, che diviene il conduttore, e sotto alla sua direzione Israele trionfa e conquista infatti il paese promesso dal patto. Questa volta, per certo, tutto dà a credere che il vero conduttore è venuto, e che la promessa sta per compiersi interamente.

Ma Giosuè muore; Israele, come popolo, non cresce più fino ai regni di Davide e di Salomone. Egli raggiunse allora l’apogeo della sua potenza; ma tosto comincia il suo declino, invece di vedere la promessa compiuta, Israele perde le sue conquiste e diventa tributario delle nazioni vicine. I credenti nullameno tengono ferma la promessa e aspettano il grande liberatore di cui Mosè, Giosuè, Davide e Salomone non erano che dei tipi.

Ai tempi in cui nacque Gesù, ognuno in Israele viveva nell’attesa del Messia, del futuro re d’Israele, e, per Israele, re del mondo. Ma attenendosi di preferenza ai tipi e alle profezie che loro parlavan della gloria, della grandezza e potenza del loro futuro re, la maggior parte degli Israeliti dimenticava altri oracoli ed altri tipi annunzianti un’opera di sofferenza e di morte, un riscatto dato pei peccatori, rendendo possibilie il ritorno della benedizione. Tale era il senso della Pasqua, instituita prima dell’uscita di Egitto, quello dell’oblazione di animali in occasione della conclusione del patto mosaico (Eb. 1:11-20, X:8-18), quello dei scrifizi di espiazione presentati ogni anno del sacerdozio. Così ancora non ponevan mente ai profeti che avevano anticipatamente testimoniato delle sofferenze di Cristo e della gloria di cui dovevano essere seguite. (I Piet 1:11) In consequenza Israele non lo riconobbe, e non conobbe punto il tempo della sua visitazione. (Luca 14:44) I primi discepoli stessi furono dolorosamente scandalezzati dalla morte di Gesù; essi si dicevano con tristezza: “noi speravamo ch’egli fosse colui che avesse a riscattare Israele.” (Luca 24:21) La loro fiducia in lui aveva creduto. Essi non avevano compresso che la morte del loro Capo, adempimento parziale del testamento della promessa, era una ratificazione del nuovo patto sotto al quale le benedizioni dovevano avvenire. Le loro speranze ripresero vita, però allorchè seppero che Gesù era uscito dalla tomba (I Piet. 1:3), e allorchè il loro Maestro fu sul punto di lasciarli, allora si fu, sulla realizzazione di ciò che essi aspettavano da sì lungo tempo—ma che era stato differito così spesso—che essi l’interrogarono: “Signore, sarà egli in questo tempo, che tu restituirai il regno ad Israele?” La risposta del Salvatore prova che le loro speranze si sarebbero realizzate, sebbene dovessero restare nell’ignoranza circa il momento del loro compimento. ‘Egli non stà a voi di sapere i tempi, e le stagioni, le quali il Padre ha messe nella sua propria podesta.’—Fatti 1:6-7

La domanda che si fanno i discepoli di Gesù dopo la sua ascensione deve essere la seguente: che ne è ormai del piano di Dio? A che punto stano i suoi progetti? Gli, insegnamenti del Signore riguardo al Regno erano stati dati, infatti, sotto forma di parabole e di discorsi più o meno oscuri, ed egli aveva detto: “Io ho ancora cose assai a dirvi, ma voi non le potete ora portare;” ‘ma, quando colui sarà venuto, cioè lo spirito di verità, egli vi guiderà in ogni veita’ ‘egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutte le cose che vi ho dette.’ (Giov. 16:12-13; 14:26) Essi non potevano dunque comprendere prima di aver ricevuto il dono della Pentecoste. Anche dopo l’invio dello Spirito Santo essi non pervennero che lentamente ad una concezione piena e chiara dell’opera che stava per compiersi e della sua relazione col Patto primitivo. (Fatti 11:9; Gal. II:2, 12, 14 Pare che essi siano stati gli oratori di Dio anche prima di avere pienamente compreso la portata delle loro espressioni e che le loro parole ispirate andassero al di là della loro intelligenza.

Vedete a questo riguardo il discorso di Giacomo in Gerusalemme. “Simone ‘ha narrato come Iddio ha primieramente visitati i Gentili, donde voleva trarre un popolo (una sposa) nel suo nome. Ed a questo si accordano le parole dei profeti, siccome egli è scritto: dopo queste cose (dopo che questo popolo sarà scelto fra i pagani) io edificherò di nuovo il tabernacolo di Davide che è caduto (il regno terrestre) e ristorerò le sue ruine, e lo ridirizzerò.”—Fatti 15:14, 16

(Continua Nel Prossimo Numero)



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