AURORA
Settembre-Ottobre 2010

Contenuto Di Questo Numero

  1. Crisi Nel Medio Oriente
  2. Dio E La Ragione
  3. L’Evangelo Di Cristo Gesu Nel Vecchio Testamento
  4. Meditazioni Il Meraviglioso Universo
  5. Risurrezione Ed Esaltazione (continuazione dell’articolo Luglio-Agosto)
  6. Riflettendo


Crisi Nel Medio Oriente

GIORNO DOPO GIORNO aumenta la crisi nel Medio Oriente e Israele e sempre nel centro della crisi. Nel Passato la maggioranza delle nazioni del mondo hanno ammirato il progresso che Israele ha compiuto s’in da quando divenne nazione fra tutte le nazioni del mondo. La maggioranza di loro hanno riconosciuto la nascita dello Stato d’Israele, ma per la maggioranza delle nazioni arabe la soluzione del problema non e risolto, loro dicono ch “il territorio palestinese e territorio arabo e pertanto lo Stato d’Israele deve cessare di esistere.”

Recentamente nel mare Mediterranio e vicino alla costa della Gaza le forze navali Israeliani hanno intercettato una nave Irlandese che procedeva verso la Gaza Palestinese, Secondo un portavoce Israeliano la nave era carica di atrezzi bellici per la costruzione di (missile) (tipo siluro) e una volta completati e dati nelle mani dei Hamas (nemici d’Israele) questi non avrebbero esitato di lanciarli contro le città di Tel Eviv e Gerusalemme.

Il governo Egiziano ha severamente accusato il Governo Iraeliano per aver fermato la nave che procedeva verso la costa della Gaza, dicendo che la nave era carica di prodotti elimentari e medicinali per il popolo Palestinesi alla quale aveva un urgente bisogno.

Non vi e alcun dubbio, il pericoloso odio che prevale fra gl’Israeliti e Palestinesi e da parte araba chiaramente indicato: “l’annientamento totale d’Israele .” Ma anche Israele fa conoscere chiaramente i motivi per il quale e pronto a combattere: difendere la sua sopravvivenza quale nazione e quale Stato di diritto su quella terra. Questa sopravvivenza, quindi è affidata in primo luogo alle forze armate Israeliani. Oltre a ciò, Israele confida nel diritto internazionale proveniente dal fatto d’essere uno degli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Alcuni paesi del Medio Oriente che coltivano l’odio nei loro cuori contro gli Ebrei, non si rendono conto che questo popolo per molti secoli sono stati poveri e raminghi per il mondo, fatti oggetto di crudeli persecuzioni, adesso avrebbero pur diritto ad un pò di pace e diritto ad una patria. Nello stesso tempo vi sono milioni di Palestinesi che vivono ancora in accampamenti e nella squallida miseria. Noi come Cristiani simpatizziamo anche per il popolo Palestinese, e l’unica speranza per risolvere il problema degli Ebrei e Palestinesi e il Regno di Cristo Gesù che per molti secoli e stato sempre nella bocca e nel cuore dei veri Cristiani. In armonia con gl’insegnamenti delle Sacre Scritture solo l’inter-vento di Dio nelle faccende del mondo può stabilire la pace e la sicurezza, indipendentamente dalla nazionalità, razza e colore della pelle, riproponendo agli uomini e stesso, con tutte le benedizioni di salvezza connesse all’accettazione e ubidienza alla sua volontà e le regole che saranno stabiliti nel Suo regno. Il momento del rapimento della sposa di Cristo si approssima, per questo motivo non dobbiamo attenderci che Israele simboleggiato nel FICO dia dei frutti al Signore prima che la Chiesa sia chiamata nel cielo, poichè così si legge nel libro dei Cantici 2:13: “Il fico mette fuori i suoi fichi acerbi, e le viti in fiori diffondano una soave fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni.” Dove il fico e Israele, i ficucci sono i fiori del fico e l’amica e la Chiesa, che, quale Sposa di Cristo viene chiamata nel cielo.

In armonia con le Sacre Scritture, Israele si ha stabilito nella terra dei loro antenati, prima per opera di Dio e poi vi sono colà andati di loro iniziativa, e come ben sappiamo non sono stati mai benvenuti in qualunque paese che sono andati per abitare. Chiunque abbia un pò di conoscenza biblica della storia d’Israele saprà bene che nel passato, ogni qualvolta Israele intraprendeva iniziative che non avevano la approvazione di Dio, erano destinati al completo fallimento. Ma, sicome non si trova in alcun luogo della Scrittura che Iddio metterebbe di nuovo la mano per la terza volta a raccogliere gli Esuli d’Israele, vuol dire che non vi sarà una terza dispersione, e quindi Israele rimarrà saldamente in Palestina e adesso Israele.

Era ed e impossibile che Israele si converta a Cristo nella (Dispersione), quando propio dai popoli dai quali avrebbe dovuto ricevere buona ospitalità ed assistenza perchè fregiantosi del nome di Cristo, ha ricevuto invece persecuzioni e morte? Solo alcuni di quel popolo possono discernere la differenza che passa tra i rigenerati e non rigenerati spiritualmente, superando così lo scoglio di si tremendo scandalo. I popoli così detti cristiani hanno odiato invece di amare come possono quindi pretendere che si produca una tale conversion?

Inoltre, tante mani si sono allungate, e si allungano, verso l’Israelita per invitarlo a diventare membro della propia chiesa, ognuno vantando la propia comunità come unica depositaria di tutta la verità. Noi crediamo che non sarà nella diaspora che Israele si convertirà, ma nella loro terra, e questo avverrà solo e quando il Messia stesso si rivelerà al popolo d’Israele, come Giuseppe, il Vice Re d’Egitto, si revelò ai suoi fratelli che lo avevano venduto.

In base alle promesse di Dio, Egli non abandonerà i figlioli di’Israeli come nazione, dispersi o raccolti che siano, come è vero che non cambiera mai le leggi che regolano i movimenti degli astri del firmamento.—Ger. 31:35-36

In Parte Contribuito G. Buccheri



Dio E La Ragione

PARTE 1

NELLA STORIA DEL mondo, non è mai esistita un’epoca quale la nostra, che esige da tutti gli uomini del ragionamenti calmi, assennati e schivi di ogni pregiudizo. La più matura esperienza non può apportarci una speranza, quando non si provvede a metterla in luce con un chiaro ragionamento.

Il mondo oggi sembra trovarsi in immerso delle onde di un mare tempestoso, se vogliamo usare la similitudine atta a darci un’idea delle passioni umane, turbinanti nelle coscienze. Gesù aveva già annunziata l’epoca in cui questi avvenimenti si sarebbero svolti e vi sarebbe stata “distretta” tra le nazioni e perlessità negli uomini pervasi dalla paura nell’attesa delle cose che sopraggiungeranno nel mondo.

Esiste una via di scampo?

Questa è la domanda che sorge dal cuore ed agita lo spirito di tutti gli uomini del mondo intero. Possiamo noi edificare le nostre speranze basandole su fondamenti che ci porterebbero verso tempi migliori?

LA BIBBIA—UN FONDAMENTO SICURO

In quest’ora di distretta mondiale, molti ecclesiastici raccomandano la religione quale unica consolazione alle sofferenze degli uomini. Ma, se è riconosciuto che la religione può additarci una via da seguire per farci uscire dal mare agitato dell’incertezza ed avviarci verso il porto di riposo e sicurezza, in quale religione potremo confidare?

A nostro avviso, l’uomo si trova nell’assoluta impossibilità di escogitare un mezzo per uscire da questa situazione caotica che lo rende perplesso e solo la Bibbia può darci un valido e sicuro aiuto. Perciò ispirandoci ad essa andremo esaminando il soggetto. Tuttavia, dobbiamo attirare l’attenzione del lettore sulla necessità di un rigoroso discernimento fra gl’insegnamenti puri della Bibbia e le dottrine piene di confusione della teologia tradizionale, che si presenta mascherata sotto una sembianza di Cristianesimo.

E’ inutile immaginare che si possa progredire nella ricerca d’un fondamento ragionevole, se non si discernono e rigettano le superstizioni generalmente ammesse e si applicano i principi puri della verità biblica. Solo essi sono atti ad indicarci la risoluzione degli odierni problemi dei quali andremo discutendo.

Se è vero, come tutti i cristiani affermano, che la Bibbia costituisce in sè il solo fondamento della verità e della logica, scandagliamo ciò che essa insegna in realtà.

Nella nostra ricerca della verità, non vorremmo si tendesse a credere che pretendiamo porci contro l’una o l’altra credenza antica, che cerchiamo di togliere al lettore questa credenza, oppure distruggere la sua fede sulla verità eterna che gli insegna la Bibbia.

Più le nostre supposizioni vuote di senso saranno rimpiazzate da verità sicure e ragionevoli, più la nostra fede guadagnerà in convinzioni consolanti senza degenerare interpretando illogiche crudeltà. Solo così la Bibbia ci apparirà in molti passi più comprensibile. Oggi è indispensabile ribadire le idee concernenti la nostra credenza sul fondamento saldo della ragione e della verità, poichè circolano innumerevoli affermazioni confuse e contrarie alla ragione.

I partigiani della dottrina dell’evoluzione affermano che noi abbiamo usufruito di un costante progresso, dopo l’inizio della nostra civilizzazione. Vantanosi di conquiste prodigiose, riferentisi al tempo d’oggi lo definiscono quale “secolo d’intelligenza.” Intanto, il nostro mondo così altamente civilizzato cozza attualmente contro un ostacolo innegabile, costituito dall’abisso di una totale distruzione. Poichè, malgrado il nostro gran sapere, non siamo capaci di mantenere le regole della nostra supposta cultura alla quale pretendiamo di essere arrivati.

Noi non possiamo nascondere all’opinione pubblica questo impressionante stato di cose. Serii uomini di Stato ammettono con franchezza la necessità d’impiegare i mezzi più drastici consentiti dalle società onde selvare la civiltà in pericolo. Personalità rappresentative, appartenenti a diverse tendenze religiose, si fanno promotori di segnalarci che il mondo precipita fatalmente verso una spaventosa voragine, costituita dal rivolgimento più profondo, mortifero e distruttivo che mai la storia dell’umanità abbia registrato, se gli uomini s’intestardiranno nel rifiutarsi di tornare a Dio!

LA VERA SOLUZIONE

La diversità d’opinione di coloro che sono riuniti in Gesù Cristo, comporta forse l’inutilità di cercare assieme una risposta nelle Bibbia a tutti questi dilemma ossessionanti che si impongono al nostro spirito?

Noi lo escludiamo a priore.

Dobbiamo, forse, pervenire alla conclusione che il grande ed intelligente Creatore d’innumerevoli bilioni di corpi celesti, rotanti continuamente nelle loro orbite con tanta matematica esattezza, si sia potuto sbagliare in una maniera così poco plausibile, nel disegno di popolare il nostro piccolo pianeta di creature senzienti e non permetter loro di vivere nelle condizioni d’un benessere ininterrotto apportatore di pace e felicita?

Giammai la nostra ragione potrà ammettere tale assurdità.

Gesù, quando era ancora su questa terra, suggeriva ai suoi discepoli il saggio consiglio sul modo per ottenere una esistenza migliore imparando a pregae; (il Tuo regno venga, la Tua volontà sia fatta in terra come in cielo.) I sinceri cristiani hanno pronunziata questa preghiera, durante numerosi secoli, fino ai nostri giorni, attendendo fiduciosi ch’essa fosse accolta dall’Altissimo.

Questa preghiera messianica è chiarissima in quanto ad espressione, ma un tal regno sarà mai instaurato su questa terra pervasa e corrotta dal peccato? Il Signore potrà accoggliere questa preghiera introducendo su questo pianeta un nuovo ordine sociale, fondato su una vera giustizia ed un’amore assoluto? E, ammettendo tale esaudimento, riscontriamo in qualche passo delle Scritture un indizio che questo regno benedetto sia prossimo? Quali saranno le leggi che regoleranno la vita sociale nel mondo se quella preghierra dovesse essere esaudita?

Queste domande che ci rivolgiamo sono essenziali e richiedono risposte ragionevoli, atte a permetterci una soddisfacente conclusione sul vitale soggetto che andiamo trattando con quella imparzialità proveniente dalla fede. Perciò non esitiamo un attimo ad asserire che l’unica soluzione dei problemi inerenti al soggetto è quella divina.

PARTE II
IL CREATORE E LA SUA CREAZIONE

Partiamo dal presupposto che la maggioranza dei nostri lettori nutrono nel suo intimo la fede nella esistenza di un Creatore intelligente o, almeno, sia incline a nutrirla, qualora sia essa basata su fondamenti concreti della ragione. A tal proposito è utile far rilevare che eminenti scienziati del giorno d’oggi gradualmente vanno convincendosi dell’esistenza di una itelligenza Divina. Alcuni fra questi, hanno lealmente ammesso a dei loro colleghi la citata convinzione perciò, a suffragare la nostra costatazione, riportiamo un brano stralciato da una intervista effettuata dal Prof. Alberto Wiggam, scrittore scientifico, al Dr. Michael I. Pupin, presidente dell’Unione Americana per l’incremento della scienza:

“Dovunque la scienza ha esplorato l’universo, si è dovuto riconoscere la manifestazione di leggi che agiscono in perfetta armonia. Tali leggi le definisco ‘Intelligenza Divina.’ Noi non possiamo sottrarci alla conclusione che esiste un principio dominante ogni cosa e che abbia in sè ogni definizione e direzione atta a trasportarci dal caos al cosmos, verso l’ordine e la luce.

“Noi ci troviamo in presenza della seguente alternativa: o credere che l’Universo, che ci troviamo ad ammirare in tutte le sue manifestazioni d’ordine, bellezza e grandiosità impareggiabili, abbia origine semplicemente dal caso; oppure ammettere che tragga il suo essere dalla volontà e sapienza di un Creatore cosciente ed intelligente. Personalmente io protendo a credere alla legge che agisce in armonia e che proviene dall’intelligenza divina.

“Mi si chiede il perchè di questa mia convinzione? Vi rispondo: Essa scaturisce dalla logica ed è l’unica accettabile, perchè comprensibile, plausibile e risponente alle mie investivazioni.

“La teoria che esseri intelligenti come noi, o le leggi che regolano il movimento dell stelle, sieno risultanze del caso, non può sembrarmi assolutamente ammissibile. E per quale ragione lo dovrei avvalorare tale assurda teoria se, giornalmente, osservo l’evidenza, la manifestazione di un essere o una potenza intelligente?

“Se osserviamo le stelle, ognuna d’esse in moto nella sua orbita; o un seme germogliare fino a divenire, secondo un definito piano, pianta, arbusto o albero; oppure bambino nello sviluppo fino a che perviene ad acquistare una individualità, possiamo noi ancora concepire che tutto ciò costituisca il risultato di casi fortuiti? Ebbene, no, io non lo posso.

“Perchè dovrei negare che una intelligenza direttrice sovrasta tutti i miracoli del mondo? Per me, quale scienziato, non o bisogno di conferme supplementari. Sono trascorsi già piu di tremila anni da che queste cose erano rivelate chiaramente ai profeti. I più ignoranti selvaggi al pari dei saggi profeti, sono stati sempre d’accordo sulla esistenza di un Essere intelligente, che non può più essere negato e sovrasta tutto e tutti.

Nulla di ciò che la scienza ha scoperto contradisce quanto esposto. In effetti, più la scienza penetra nelle leggi dell’universo, più noi siamo guidati verso la credenza di una intelligente Divinità.”

Anche il prof. D. Max Planck, scienziato di fama mondiale, in un suo discorso sulla religione e la scienza naturale diceva:

“Ora che conosciamo le esigenze della religione e della scienza in rapporto ai problemi della vita, esamineremo se conviene, e fino a che misura, armonizzarle.

“E’ implicito che tale esame si riferisce a quelle contingenze sorgenti in campi ove la religione e la scienza naturale s’incontrano per le loro investigazioni, poichè esistono campi in cui esse non hanno nulla in comune: come, ad esempio, i problemi d’etica sono estranei alla investigazione della scienza naturale, così la misurazione dei planeti dell’universo non presenta interesse per la religione.

“Invece la religione e la scienza naturale s’incon-trano nello espletamento delle investigazioni sull’esistenza di un essere che, con suprema potenza, governa il mondo. Qui il risultato del lavoro d’ognuna, pur non essendo uguale, non è in aperta contraddizione. Anzi si assomiglia in quanto, sinteticamente esposto, esso ammette l’esistenza di un ordine mondiale ragionante indipendente dall’uomo e, nel convenire che l’Essere dirigente tale ordine mondiale non è mai riconoscibile per diretta individuazione, a designarlo, la religione impiega i suoi simboli particolari mentre la scienza naturale adopera scandagli positivi. Così nulla e’impedisce d’identificare le due riconosciute potenze misteriose, rappresentate da una parte dal Dio della religione, dell’alra dalla legge della natura. E dobbiamo convenire che ambedue sono identiche.

“Se, dunque, la religione e la scienza naturale, per manifestare la loro fede in questa potenza soprannaturale, sentono il bisogno di riferirsi a Dio, ne deduciamo che per una è al principio e per l’altra alla fine di ogni pensiero. L’uomo, infine, impiega la scienza naturale per la conoscenza e la religione per l’azione.

“Ripeto che, per quanto si voglia sottilizzare sul rapporto fra religione e scienza naturale, non si trova alcuna aperta contraddizione e, anzi, su punti decisivi si riscontra un accordo completo.

“Tanto la religione quanto la scienza naturale hanno ingaggiato una larga lotta contro lo scetticismo, il dommatismo, la miscredenza e la superstizione e la parole d’ordine d’ogni tempo e dell’avvenire è: Andiamo verso Dio!”




L’Evangelo Di Cristo Gesù Nel Vecchio Testamento

UNA DELLE RAGIONI principale perchè fra molti cristiani nominali il Vecchio Testamento e poco letto e meno studiato e non riconosciuto d’uguale importanza al Nuovo Testamento, è per ragione della prevalente credenza ch’esso non contiene nelle sue pagine l’Evangelo di Cristo. Questo è un errore. Vero che in esso non troviamo il nome di Cristo, nettanpoco la parola (Evangelo). Ma facendo uno studio accurato, specialmente con l’aiuto del Nuovo Testamento, rivela non solo l’Evangelo di Cristo, ma altresì una chiara descrizione profetica della nascita, ministerio, morte, risurrezione ed esaltazione del nostro Redentore.

Molti considerano il Vecchio Testamento una raccolta di fatti storici, di leggi date ad Israele e Mosè, di cantici e preghiere e di profezie la cui maggior parte son di già adempiute. Tale opinione ha fatto mettere da parte come secondaria importanza più di due terzi delle Sacre Scritture, togliendo così il fondamento su cui furono basate le parole di Gesù e gli scritti degli Apostoli, liminando così la conoscenza dei fondamentali propositi divini.

Che l’Evangelo fù predicato ad Abrahamo medesimo, e dichiarato dall’Apostolo Paolo nel libro dei Galai 3:8 dove leggesi: “E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia (Tutte le nazioni saranno benedetti in te.) Questa affermazione Scritturale rivela che la Restaurazione di tutte le cose nel Regno di Cristo, è una della dottrina fondamentale della Bibbia. (Fatti 3:21) Gesù medesimo disse; ‘Abrahamo, vostro padre, giubilò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò.’—Giovanni 8:56

Oltre ad Abrahamo, l’Evangelo fù predicato agli Israeliti. “Infatti a noi come pure a loro è stata annunziata la buona novella, ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l’avevano udita.” (Ebrei 4:2) Con queste parole l’Apostolo mette gl’Israeliti i primi, come coloro che furono evangelizati primieramente, e i gentili dopo di loro, e se la predicazione dell’Evangelo di Cristo non portò frutto in loro, ciò avvenne a cagione della loro infedeltà.

Che Cristo medesimo autorizzò lo sudio del Vecchio Testamento e scritto nel libro di Giovanni 5:39. “Voi investigate le Scritture, perchè pensate di aver per mezzo di esse vita eterna: ed esse sono quelle che testimoniano di me.” Ma si domandi: di quali Scritture Gesù intendeva parlare? Certamente non del Nuovo Testamento, perchè neggpure una parola ne era ancora stata scritta. Era il Vecchio Testamento a cui i Giudei studiavano come la loro guida alla vita eterna; e benchè essi non vollero accettare Gesù. Egli disse che questi medesimi libri per cui loro nutrivano una profonda stima e rispetto, testimoniavano di Lui. Come conseguenza, se il Vecchio Testamento ci addita a Cristo, esse e degno del nostro Studio.

E interessanta notare che Mose medesimo preferì il vituperio di Cristo ai tesori d’Egitto. (Ebrei 11:23-26) E che lui insieme ai figlioli d’Israele furono battezzati nella nuvola e nel mare mangiarono il medesimo cibo spirituale, e brevvero della medesima bevanda spirituale “Tutti furono battezzati per Mosè nella nuvola e nel mare, e tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perchè bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva: or quella roccia era Cristo.”—I Corinti 10:2-4

Nel Capitolo 8 nel libro dei Fatti leggiamo la storia di Filippo e dell’eunuco Etiopo. In quella interessante occasione l’Eunuco era andato a Gerusalemme per adorare (probabilmente nel Tempio). Durante il ritorno nel suo paese seduto nel suo carro leggeva il libro del Profeta Isaia. Alla domanda di Filippo ch’era stato appositivamente mandato da un Angelo del Signore se lui comprendeva quello che leggeva, egli rispose: “E come potrei io intendere se non qualcuno mi guidi? Così avendo invitato l’Apostolo, costui si sedette sul carro, e avendo aperto la bocca, gli presentò il messaggio dell’Evangelo.

Nonostante la chiarezza con cui noi vediamo Cristo riferito nelle Scritture del Vecchio Testamento, i Giudei si rifutarono d’accettarlo come il loro Messia. Vi è un proverbio che dice: “Il Nuovo Testamento fù nascosto nel Vecchio, e il Vecchio Testamento e rivelato nel Nuovo.” Coll’investigare e studiare ambedue Testamenti noi possiamo essere illuminati sul Divino Piano di Salvezza, poichè senza del Vecchio Testamento, il diritto di Cristo all’ufficio di Messia non potrebbe essere confermato.

Il Nuovo Testamento ci dà solo la storia della sua vita e la sostanza dei Suoi insegnamenti, rivelandolo un personaggio puro e santo, ma se il Vecchio Testamento non avesse innanzi tempo predetto quel che il Messia sarebbe stato ed avrebbe fatto non vi sarebbe stata una regola di cui decidere se il Personaggio che visse in quel tempo era lui. Di fatti notiamo negli Evangeli e nelle Epistole come frequentamente gli Apostoli citano le Scitture profetiche del Vecchio Testamento come corferma ai detti e alle opere di Gesù. Quindi è importante che noi esaminiamo e studiamo tutti i libri della Sacra Scrittura Altrimente noi facciamo come i Giudei, perchè facendo questo potremmo perdere di vista alcuni dei più inportanti punti che sono nel Nuovo Testamento. Lo studio d’ambedue il Vecchio e il Nuovo Testamento e d’estrema importanza per il Cristiano e specialmente per noi che ci chiamamo “Studenti Biblici.” Tale studio e enfatizzato dall’Apostolo Paolo alla quale scrivendo la sua lettera al discepolo Timoteo gli disse: “Tu però persevera nelle cose che hai imparato e nelle quali sei stato confermato, sapendo da chi le hai imparate, e che sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che e in Cristo Gesù.”—2 Timoteo 3:14-15

Gesù medesimo, in risposta al suggerimento di Satana che usasse la Sua podesta per cambiare le pietre in pane per cibar se stesso, basò la sua risposta sulle scritture del Veccio Testamento dicendo: stà scritto: “L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio.” (Matteo 4:4; Deuteronomio 8:3) Queste parole scritti nel Nuovo Testamento e nel Vecchio Testamento ci fanno notare la necessità di cibarci giornalmente della parola di Dio; sia del Nuovo Testamento come ancora del Vecchio Testamento. In vista di tutte queste cose, ci conviene accettare senza riserva alcuna la dichiarazione apostolica: “Tutta la scrittura e divinamente ispirata e utile a insegnare, convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinchè l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera.”—2 Timoteo 3:16-17

Contribuito. G.B.



Meditazioni - Il Meraviglioso Universo

“Quando considero i tuoi cieli, che sono opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte. Che cos e l’uomo, perchè te ne ricordi, e il figlio dell’uomo, perchè lo visiti? Eppure tu lo hai fatto di poco inferiore a Dio, e lo hai coronato di gloria e di onore.”
—Psalmo 8:3,4

QUANDO NOI MIRIAMO le stelle nella notte ci e dato ad interdere ch’esse sono praticalmente tutti giganteschi e di grande luce, ma sono così lontano che al nostro occhio sembrano essere dei piccoli punti di luce. Ve ne sono milioni d’esse che girano in un ben determinato orbite e in perfetto ritmo intorno ad un grandioso centro dove probibilmente abita l’Onnipo- tente Iddio. Noi afferriamo un barlume della loro velocità, quando apprendiamo che il pianeta su cui abitiamo, muoversi alla media di qualche dodici milia al minuto secondo, o qualche 43,000 milia all’ora. Tale velocità confonde la nostra immaginazione, poichè essa almeno 250 volte più veloce d’un aeroplano.

Vi sono qualche nove pianeti, di cui le terra ne à uno, che girano intorno al sole. E benchè gli altri pianeti non sono ancora abitati, noi siamo indotti a meditare concernente il loro uso futuro. Dipendiamo dal Signore per una risposta. Nel frattempo Egli desidera che noi apprendiamo la vita eterna. Allora saremo preparati ad apprezzare pienamente, le cose meravigliose che Dio ha riserbato per coloro che l’amano e si sono conformati al Suo glorioso carattere. Questo desiderio e stato squisitamente espresso nelle parole di Davide nel Salmo 17:15, “Quanto a me, per la giustizia vedrò la tu faccia; mi sazierò della tua presenza quando mi risveglierò.”

Contribuito: F.L. Londra Inghilterra


CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Luglio-Agosto

Risurrezione Ed Esaltazione

INFATTI, POCO DOPO, i due discepoli, che percorrevano la strada per raggiungere Emmaus, ebbero la stessa esperienza, quando Gesù [in sembianze d’un viandante], accostatosi ad essi, si pose a camminare con loro. Essi, poi, arrivati a casa loro, lo invitarono a restare presso di loro la notte. E, mentre erano a tavola, lo riconobbero dal modo in cui benedì il pane e, spezzandolo, lo porse loro e, d’un tratto, “sparì dinanzi a loro.”—Luca 4:13-21

L’INCREDULITÀ DI TOMMASO

Soltanto Tommaso dubitò, perché, agli altri Apostoli che gli communicavano d’aver avuto contatto con Gesù risorto, disse: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e, se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò.” Otto giorni dopo, mentre i discepoli erano di nuovo riuniti, ed era con loro anche Tommaso, ‘venne Gesù, a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: ‘Pace a voi, indi, rivoltosi, a Tommaso, lo invitò ad esaminare le sue mani e toccare le ferite, nelle sue costole. Tommaso subito riconobbe che Gesù era veramente risuscitato dalla morte.

Or, come apprese Gesù l’incredulità di Tommaso, se non era presente quando costui la espresse agli altri Apostoli? E quando apparve a Maria, nelle sembianze d’un ortolano, ella non riscontrò i segni lasciati dai chiodi che gli trafissero le mani ed i piedi e lo riconobbe solo dalla voce. Anche i discelopi, diretti ad Emmaus, lo credettero unostraniero di passaggio, allorché Egli s’accostò, s’accompagnò e discorse a lungo con loro. L’apostolo Giovanni (20:30) fa rilevare che Gesù “in presenza dei discepoli, fece molti altri miracoli, oltre quelli elencati in occasioni che si presentarono necessarie. Certo, non si presentò con le sembianze del tempo che era nel corpo umano, né queste appartenevano all’ortolano o ad un straniero, viandante verso Emmaus. Egli volle porre in risalto, provandolo, in diverse maniere, luoghi e testimmonianze, la Sua risurrezione, nonché l’ottenimento “di ogni potestà, concessogli dal Padre Suo.

NATO DI NUOVO

Durante il Suo ministerio, terreno, Gesù spiegò a Nicodemo, uno fra i Capi dei Giudei, [membro del Sinedrio], (Giov. 3:3), “che, se uno non nascerà di nuovo, non potrà vedere il Regno di Dio.” Gesù si riferiva, in questo caso, alla posizione di governatore nel Regno di Dio: non a coloro che saranno benedetti quali sudditi del Suo Regno. Nicodemo chiese: ‘Come può un uomo nascere, quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere? (vs. 4) Gesù, allora, gli spiegò che si riferiva ad un generamento, nello Spirito, dicendogli: ‘quel che è nato dalla carne, è carne e quel che è nato dallo Spirito, è spirito.’—v. 6

Gesù venne nel mondo quale un essere di carne. Egli “fu fatto carne [nel seno di Maria] per soffrire, poi, la morte.” Nicodemo, Egli parlò della nascita dallo Spirito [che comporta un cambiamento radicale, nel comportarsi ed agire, quali NUOVE CREATURE, generate da Esso], perciò gli disse, ancora (v.8) ‘il vento soffia dove, vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né d’onde viene, né dove va; così e i chiunque è nato dallo Spirito.” Il vento è invisible e potente ed è percepibile nelle varie manifestazioni benefiche che estrinseca: rinfrescare l’aria, asciugare la terra dalla pioggia, dar energia alle vele delle barche, ecc.; ma si manifesta anche in forma deleteria e distruttiva, quando scatena uragani su la terra e tempeste negli Oceani.

Gesù, citando l’immagine del vento, volle insegnare che chi è generato dallo Spirito, pur non avendo in lui dei segni visibili all’occhio umani, ha in sé una potente energia. Come la possedeva. Lui, che, nato dallo Spirito, era in grado di trovarsi fra i Suoi discepoli, senza che se ne accorgessero, salvo a suo piacimento; comparire nella maniera che reputava adatta; scomparire quando voleva [come avvenne, allorché, dopo aver benedetto il pane, svanì dinanzi agli occhi dei discepoli d’Emmaus assisi a cena con Lui].

L’apostolo Pietro (I:3:18), pone in chiaro questo concetto affermando che “anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, Egli, giusto, per gl’ingiusti … essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato, quanto allo Spirito. “Infatti, Gesù, morto su la croce, nella carne, fu vivificato nello Spirito, cioè, risuscitò, generato dallo Spirito, al più alto livello della vita spirituale—quella divina. Innalzato a tale posizione privilegiata, Egli ricevette “ogni potestà,” da esercitare ‘in cielo e su la terra.’

I SUOI ALTI APPELLATIVI

L’apostolo Giovanni (I, 4:14), scrive: “Il Padre ha mandato il Figliuolo, per essere il Salvatore del mondo.” Questa epressione racchiude in sé il vasto e specifico scopo e compito di liberare il mondo dalla schiavitù della morte e del peccato. In una delle profezie, concernente la nascita di Gesù, diversi appellativi, stanno ad indicare i vasti compiti che Egli dovrà espletare, oltre a sacrificare la Sua vita terrena, per la redenzione del genere umano. In Isaia 9:5-6, leggiamo: ‘Un fanciullo ci è nato, un Figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà su le sue spalle; sarà chiamato. Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre dell’eternità, Principe della pace, per dare, incremento all’impero ed una pace senza fine, al trono di Davide ed al Suo Regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo, mediante il diritto e la giustizia.”

L’AMMIRABILE CONSIGLIERE

Come abbiamo rilevato, Gesù è indicato, anche, quale “Ammirabile Consigliere.” Infatti, chi potrebbe mai superarlo, nel consigliare le genti per condursi in modo da meritare l’amore del Padre celeste? In Isaia, ancora, al capitolo 11º, leggiamo, circa Gesù: ‘Lo Spirito dell’Eterno riposerà su Lui, Spirito di consiglio; Spirito di sapienza ed intelligenza; Spirito di consiglio e di forza; Spirito di conoscenza e di timore [riverenza] dell’Eterno. Respirerà come profumo il timore dell’Eterno, non giudicherà dall’apparenza, non darà sentenze, stando al sentito dire …vrs. 2-3

Le menti più saggi del mondo si meraviglieranno della sapienza di cui è dotato Gesù, nonché dello spendore ètico e morale dei Suoi insegnamenti. Quali saggi e profondi consigli sono espressi nel Suo Sermone sul Monte. Quanta saggezza è manifestata negli scontri verbali con i suoi nemici, o nel rispondere alle domande rivoltegli dai Suoi amici!

Allorché i Capi sacerdoti ed i Farisei mandarono delle guardie per catturare Gesù, e queste tornarono senza condurglielo, chiesero perché non l’avevano preso. Esse risposero: “Nessun uomo parlò mai come quest’uomo!”—Giov. 7:46

Gesù ebbe in pieno le preclari qualità di saggezza, percezione, gentilezza e comprendimento che gli furono moltiplicate, allorché il Padre gli concesse “ogni potestà in cielo e su la terra.” Perciò, Egli sarà, di fatto, l’Ammirabile Consigliere, per tutti gli esseri umani, che si sottoporranno alla Sua Autorità, nel Regno Messianico, ed apprenderanno ad aver fede in Lui.

“DIO POTENTE”

Isaia profetizzò che Gesù sarebbe stato chiamato, anche, Dio potente. Il termine ebraico, tradotto Dio, adoperato in questa locuzione designativa, vuol dire semplicemente ‘potente’ e, nella Bibbia, ricorre sovente per indicare delle deità, oltre a dei principi del cielo e della terra.

Che Gesù sia un Dio, forte [potente] ce lo attestano varie citazioni Scritturali, concernenti la Sua alta posizione, allorquando, risuscitato dalla morte, s’assise sul Trono della Maestà dei cieli, alla Sua destra. Anche durante la Sua esistenza preumana, quale Logos, o rappresentante di Jéhovah, fu un Dio potente. Dipoi, fu, ed è, nella posizione che godeva presso il Padre Suo, prima che “fosse fatto carne.” In verità, l’appellativo ‘Dio potente’ gli si addice in pieno!

Gesù disse (Giov. 5:23), che era [com’è] desiderio del Padre “che tutti onorassero il Figliuolo, come onorano il Pade. Ed agli Ebrei, (1:6), l’Apostolo, nel far rilevare a quale alta posizione il Padre celeste aveva elevato Gesù, cita che EGLI ordinò a tutti i Suoi Angeli d’adorare il Suo Figliuolo e, dipoi, dice del Figliuolo: “Il tuo trono, o Dio [potente] è nei secoli dei secoli e lo scettro di rettitudine è lo scettro del tuo Regno, perciò DIO I’IDDIO tuo [Jéhovah] ha unto te d’olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.”—Ebrei 1:8-9

IL PADRE DELL’ETERNITA

Nella profezia, concernente la nascitia di Gesù (Isaia 9:5-6), fra gli altri appellativi, onorifici, indicanti l’entità del potere, cui in Padre lo eleverà, gli è conferito quello di “Padre dell’eternità.” Il significato letterale del termine ‘padre’ è quello di ‘colui che genera un figliuolo,’ ma, in questo caso, il Profeta vuole indicarlo quale donatore della vita, che Egli erogherà a tutte le genti del mondo, nel corso del Suo Regno Millenario. ‘L’ora viene—Gesù disse:’ che l’ora viene che i morti udiranno la voce del l’ora viene che i morti udranno la voce del. Figliuolo di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno. (Giovanni 5:25) Indi, soggiunge: ‘non vi meravigliate di ciò, perché l’ora viene, in cui tutti quelli che sono nei sepolcri, udranno la Sua voce e verranno fuori.”—Giov. 5:28-29

In Isaia 53:8-10, c’è confermato che, per quanto “dall’oppressione dal giudizio fu portato via … strappato dalla terra dei viventi … ed all’Eterno placque fiaccarlo con i patimenti,” tuttavia, ‘dopo aver dato la vita, in sacrificio per la colpa, Egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni e l’Opera dell’Eterno prospererà nelle Sue mani.” Così, Gesù, non solo sarà il donatore di vita, ma darà anche vita eterna a tutti coloro che, a quel tempo, dimostreranno, volenterosamente, di attenersi alle leggi del Regno di Cristo. In ciò, quindi, consisterà il Suo divenire ‘Padre dell’ Eternità.

Quale mirifico e prodigioso evento. La vita, preziosa, per ogni essere umano, durante questo secolo, ha usufruito d’allungare il suo corso di varii anni e, mediante i ritrovati della scienza medica, dà a sperare che andrà sempre più allungandosi. In generale, è sempre una allettevole speranza il vivere—se non oltrepassare—i cento anni, rispetto alla media dei 50 ai 60 anni della durata ordinaria della vita umana, del secolo scorso. Ma la provvisione divina supera di gran lunga la mèta raggiunta dalla scienza umana, poichè, a mezza di Cristo “il Padre dell’Eternità,” fra breve si otterrà i vivere per sempre. Appunto per effettuare tale prodigio, Gesù offrì la Sua vita umana, per la vita del mondo. Ed ora, altamente elevato alla natura divina, il Padre dell’Eternità opererà affinché sia instaurato il Suo Regno, onde erogare la vita eterna a tutti coloro, per i quali Egli morì su la croce.

PRINCIPE DELLA PACE

Fra tutti i titoli onorifici, con i quali la Bibbia designa ed esalta Gesù, “Principe della Pace” (Isaia 9:6), forse, è quello più conosciutto e preferito dalle masse dei credenti. L’Angelo [che annunziò la nascita di Gesù ai pastori di Bethleem ‘che di notte facevano la guardia al loro gregge’ non pronunciò, specificamente, tale titolo, ma disse: ‘la moltitudine celeste’ [cioè uno stuolo d’Angeli] a coro, lodando l’Eterno Iddio, invocò ‘la pace in terra’: istituendo, così una speranza per l’umanità che, d’allora è restata sempre vivi nei cuori di tutti.

Ordinariamente, noi concepiamo la pace quale contrapposizione della guerra, ma, come diremo più oltre, il significato d’essa è ben più vasto. Facciamo rilevare, prima che, con l’instaurazione del Regno di Cristo, le guerre saranno completamente abolite, come del resto, fu profetizzato in Michea 4:3, in questi termini: “… delle loro spade fabbricheranno vòmeri, delle loro lance, roncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra.” Indi, rammemoriamo che Gesù, qual ‘Principe della Pace,’ oltre ad abolire le guerre ed istruire i popoli a trasformare tutti i congegni e gli aggeggi bellici, in strumenti di lavoro [onde annullare ogni minima velleità di guerra], procurerà che gli uomini riacquistino la pace di Dio, che i nostri progenitori perdettero, trasgredendo la Legge divina, al punto dimeritare la morte. Fu d’allora che l’egoismo generò perennemente il peccato, nel cuore degli uomini, creando dissidii, odi, amarezze, in ogni ceto e, sopratutto, nelle alte sfere e fra i condottieri delle Nazioni, nella contesa d’onori e supremazie: fonti dirette delle guerre che, ancora oggi, come per il passato, affliggono l’umanità.

In base alle passate ed alle attuali nefandezze, radicate nel consorzio umano, la maggior parte degli uomini è stata ed è in continua ribellione alle Leggi divine di Amore e Giustizia. Quando Iddio mandò il Suo diletto Figliuolo su la terra, onde divenisse il Redentore e Salvatore del mondo, espresse la Sua buona volontà e l’evidenza dei Suoi benevoli propositi di restaurare una pacifica relazione con l’erranta e decadente razza umana.

Ai Romani, 5:1, Paolo adopera l’espressione “Pace di Dio,” per inquadrare la beata relazione che esiste fra Dio e coloro che, ora, per fede, accettan Cristo e divengono Suoi discepoli.

Ben pochi son coloro che, durante questa. Era, sono riusciti a distaccarsi dalle loro tenebrose superstizioni, retaggio degli Evi oscuri e, per fede, hanno ottenuto di porsi nella beata relazione della “Pace con Dio.” Delle confusioni e contraddizioni nel concepire Iddio el il Suo mirifico Piano di Salvezza, hanno costituito un intralicio insormontabile alla maggior parte dei popoli, vietando [anche ai più desiosi ricercatori della Verità] di ottenere la ‘Pace con Dio.’

Or, ciò non vuol dire che il Piano di Salvezza di Dio, mediante l’Opera di Cristo, sia fallito; no! Indica, invece, che non è giunto il tempo stabilito in cui le menti di tutte le genti potranno essere illuminate. Vi si perverrà alla instaurazione del Regno Millenario di Cristo: tempo, in cui “la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare dalle acque che lo coprono.” (Isaia 11:9) Allora, ‘il velo,’ steso dall’ignoranza e dalle superstizione, per offuscare la luce che emana la Parola di Dio, scomparirà e tutti, nel comprendere e discernere, alfine, il Suo Piano amorevole, per l’eterna felicità delle creature umane, si sottoporranno alle Leggi divine, ubbidendo a Gesù Cristo, unico Mediatorre, atto a stabilire la Pace fra gli uomini ed il Padre celeste.Ecco, come l’apostolo Paolo c’illumina al riguardo: ‘V’ è un sol Dio ed anche un sol Mediatore, fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù, uomo, il quale diede sè stesso, qual prezzo di riscatto per tutti; fatto che doveva essere attestato a suo tempo.’—I Tim. 2:3-6

Mediatore è colui che intercede a favor di coloro che debbono, o vogliono, addivenire ad un accordo, o stendere un patto, o contratto. Tale è il compito che si è assunto Gesù, nella esplicazione della Sua missione. E, Qual “Principe della Pace” possiede tutti i requisti per ristabilirla fra Dio e gli uomini. Niuno, però, deve supporre che fu necessaria l’Opera redentiva di Cristo per calmare lo spirito di vendetta di Dio, perché fu LUI che provvide Gesù onde divenisse il Salvatore e Mediatore delle creature umane. Perciò, l’apostolo Paolo riferendosi al Padre celeste, esclama: ‘Dio il nostro Salvatore.’ Infatti, EGLI è l’Autore del grande Piano di Salvezza; mentre Gesù è Colui che esplicherà l’Opera del compimento d’esso, il Redentore ed il Liberatore dell’umana famiglia, dal peccato e dalla morte.

In verità, Gesù e il Salvatore unico e sommo, che, nel sacrificare la Sua vita terrena, per la vita del mondo, aprì la via che condurrà alla riconciliazione dei popoli, col Padre celeste. Essa si effettuerà, nel corso dei mille anni del Suo Regno in cui, Egli, “Re dei re, e Signore dei signori” libererà dalla morte coloro, per i quali diede la Sua vita terrena, erogando ad essi la luce che emana dalla Parola di Dio, onde ne usufruiscono e godino della Grazia divina, attenendosi alle Leggi del Suo Regno, per poter vivere per sempre. Gesù, nella privilegiata posizione, in cui è stato elevato dal Padre, avrà, ovviamente, dei collaboratori, atti a svolger la grande Opera della restaurazione e della riconciliazione. Ma di ciò parleremo nei seguenti capitoli.




Riflettendo

L’APOSTOLO HA DENOMINATO il popolo di Dio come “Una generazione eletta”!—Pietro 2:9

Un popolo acquistato per Dio, affinchè proclamono la Sua mirablile luce. Questa nuova generazione ebbe inizio con Guesù e gli Apostoli. Infatti Gesù disse a Nicodemo “se uno non e nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio”.—Giov. 3:3.

Nel versetto 5 Gesù aggiunge “che se uno non e nato d’acqua e di Spirito non puo entrare nel Regno di Dio.” L’Apostolo Paolo scrisse: “Se dunque uno è in Cristo, egli e una nuova creature”. La Nuova Creazione è definita come “Una generazione eletta che Iddio si è acquistato per un proposito speciale.”



Associazione Studenti Biblici Aurora