AURORA
Settembre-Ottobre 2006

Contenuto Di Questo Numero

  1. Un Mondo Che Trema
  2. Vita E Dottrina In Cristo - Riposo In Cristo (Continuazione Dell Articolo— Luglio-Agosto)
  3. Vita E Dottrina In Cristo - La Luce Del Mondo
  4. Vita E Dottrina In Cristo - Riscatto Propiziazione E Offerta Per Il Peccato

Un Mondo Che Trema
Bombardamenti senza sosta a Beirut del Libano contro gli integralisti sciiti.

LO SCORSO LUGLIO Aerei israeliani hanno bombardato parte della città di Beirut e il quartire degli integralisti sciiti Hezbollah, con l’obiettivo di eliminare il capo dei militanti sciiti, Hassan Nasrallah. Secondo alcuni riviste, un bilancio completo delle vittime dei borbandamenti non era con fermato, ma in tre giorni le vittime erano intorno a 400 morti. Ma e difficile immaginare che lo scenario più tranquillo di Sidone fù colpito come anche scenari noti dei Vangeli furono sotto al fuoco delle artiglierie di Hezbollah. (Nel mirino i luoghi sacri della pesca miracolosa). I tre Nugoli di razzi Katysha che precipitarono sopra Tiberiale Israele, hanno svegliato da un lungo sonno la città biblica, luogo di pellegrinaggi. E dalle acque tempestose del suo lago fanno riaffiorare la contesa fra gli inconciliabili nemici della regione. Questa zona fù anche il luogo della predicazione evengelica di Gesù. Su queste sponde, a due millenni di distanza, e naufragata la pace fra Siria e Israele. Furono per primi i Vangeli, anzi l’Apostolo Giovanni figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo, a dare al lago in cui egli gettava le reti da pescatore l’appellativo di mare, forse per l’immensità di quel che stava per testimoniare. Attorno a Tiberiale (nata in onore a Tiberio) si affastellano memorie delle rovine di Magdala. I pescatori che tott’ora incrociano al lago, tirano le reti come Simone Pietro, Tommaso detto Didimo e Natanaele di Cana di Gelilea quella notte in cui non presero nulla, ma quando era già l’alba Gesù spuntato sulla riva, disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. E trovarono centocinquantatre pesci (la pesca miracolosa). Lungo il mare il Signore si metteva più volte a insegnare. Una volta in mezzo al lago, soggetto da sempre ai fenomeni delle tempeste improvvise, Giovanni non si speventò tanto per il furore dei venti quanto per il provilo del maestro che camminava sulle acque, finchè: dice il Vangelo lui lo rassenerò: “Sono lo.” E ancora, sull’alta montagna che doveva essere erbosa, le folle assorbirono il discorso delle otto Beatitudine. Sul monte Rabbi moltiplicò i pani, a tal punto che “ne restarono’ nonostante la moltitudine. “dodici ceste”

Pare che Gesù evitasse Tiberiade. Su questa città, riottose alla conversione, cui inviava i discepoli “come agnelli fra lupi” scagliò un’invettiva che a rievocarla adesso capovolge il presente:” Guai a te Corazin! Guai a te, Betsaida! Perchè, se i miracoli compiuti fra voi fosscro stati fatti nelle città di Tiro e Sidone, i loro abitanti si sarebbero pentiti da tempo. Tiro e Sidone receveranno una punizione meno dura della vostra.”

Cent’anni dopo la sua crocifissione, a Tiberiade si stabilirono i Giudei espulsi da Gerusalemme dopo la rivolta di Bar Koziba, il legendario eroe dell’ultima ribellione ebrea contro Roma imperiale. Poi diventa un centro intellettuale e religioso, una delle quattro città sante del mondo ebraico, luogo di sepoltura di venerati rabbini. Da questa quiete ora si resveglia Tiberiade sotto i razzi di Hezbollah. Quasi a ricordare che qui corrono, invisibili, le linee della guerra: la demarcazione fra Israele e Siria, tracciata prima dall’armistizio del 1949, poi dal comflitto del 1967. L’ombra delle alture del Golan ricorda silenziosa l’annessione uniterale dell’altopiano siriano opera da Israele nel 1981. Così il lago delle Beatitudini si trasfigura e nel linguaggio delle armi come nella realtà dei fatti, diventa il nodo della irrisolta contesa: una riserva d’acqua da cui Israele trae un terzo delle propie forniture, al cui controllo non intende rinunciare.

In virtù della rivelazione profetica che ci è data dalla parola di Dio, e gli eventi pericolosi del Medio Oriente possiamo testimoniare di trovarci vicino al tempo della fine di questo mondo. La parola “mondo” nelle Scritture, non si riferisce alla terra in senso letterale, ma ad un ordine sociale, al quale l’Apostolo Paolo allude anche con l’espressione: “Il presente malvazio secolo (mondo) Galati 1:4. Gesù ci rivela che Satana è il “principe di questo mondo.” (Gio vanni 14:30) Gesù predisse la pericolosa tribolazione del tempo presente, aggiungento che se quei giorni non fossero abbreviati nessuno scamperebbe. (Matteo 24:22) E significativo il fatto che la medesima affermazione ha assunto oggi, vale a dire che dopo due mila anni dalla sua promulgazione la realtà e evidente. Infatti uomini politici e scienziati di tutto il mondo, apertamente hanno dichiarato il pericolo che incombe sul genere umano, a causa delle armi nucleari. In quest’occasione, essi hanno dimenticato di aver affermato che col progresso scientifico, la civiltà ed il progresso si sarebbe propagato in tutto il mondo, che non ci sarebbero stati più conflitti, ne guerre e che avevano definito “profeti di distruzione” coloro che attenendosi alla parola di Dio avevano proclamato la verità. Soltanto al nostro tempo, la veracità della Bibbia ha trovato la più solenne conferma. Essa predisse la grande tribolazione del nostro tempo ed il pericolo mortale che incombe sull’- intera umanità. Ma Gesù predisse che se questi giorni non fossero abbreviati, nessuno scamperebbe, ma a cagione degli eletti essi sono abbreviati.—Matteo 24:22

Il proposito divino, nel permettere questa grande tribolazione stà nell’intento di distruggere i regni corrotti di questo mondo che sono anacronistici e contrastanti. Nel Salmo 2:8-9 leggiamo questa profezia relativa al tempo della seconda venuta di Gesù: “Chiedemi, io ti darò le nazioni per tua eredità . . . tu le fiaccherai con uno scettro di ferro tu le spezzerai come un vaso di vasellaio.”

COME LE DOGLIE

L’apostolo Paolo nella profezia riguardante il tempo della venuta di Gesu, definisce tale tempo “il giorno del Signore”. Giorno in cui l’Eterno interverrà nelle faccende umane per stabilire il suo Regno, da lungo tempo promesso. L’Apostolo descrive tale (giorno) di distruzione con le seguenti parole: “il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando infatti diranno: pace e sicurezza, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro.”

Questa profezia conferma quanto abbiamo esposto e cioè che il mondo non attende nettanpoco e al corrente del giorno della grande “tribolazione” che si scatenerà nel mondo, ma ignorantamente crede che, dalla conoscenza tecnologica e dal progresso scientifico d’oggi, possiamo attenderci “pace e sicurezza”. Queste aspettativi sono come un sogno che giammai si materializzera e alla quale si avviano verso la distruzione di un sistema sociale influenzato dall’avversario (satana il principe di questo monto).

L’apostolo Paolo raffigura tale distruzione alle doglie del parto di una donna, le quali, come si sa, sono formate di spasimi intercalate da brevi sollievi. La prima e la seconda guerra mondiale e le grani crisi economiche sociale che le seguirono, costituiscono altrettanti spasimi, o doglie. Il mondo teme il sopraggiungere del prossimo spasimo, nella previsione della sua alta potenzialità distruttiva, ma il popolo consacrato del Signore non ha alcun timore, perchè il Padre Celeste ed il nostro caro e glorificato Cristo Gesù, sono pienamente in controllo della situazione mondiale, e a tempo debito, ed in armonia con il Suo piano, Gesù, interverrà direttamente negli, affari umani, fermando per sempre la pazzia distruggitrici dell’uomo. Allora avverrà che le nazioni, umiliate e confuse, per la loro follia, si rivolgeranno al Signore, per ricevere da Lui aiuto, sapienza e salvezza.

Il riconoscimento da parte del mondo della potenza e sapienza divina costituirà il requisito necessario per ottenere la pace e la vita. Allora il Signore dirà alle Nazioni “Fermatevi e riconosceti che io sono Dio, lo sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra.” (Salmo 46:10) Quando Iddio sarà glorificato sulla terra, per mezzo del Regno di Cristo, allora pioveranno sul popolo quelle ricche benedizioni di pace, di gioia e di vita, che i profeti hanno descritto eloquentamente, nei libri del Vecchio e del Nuovo Testamento. Allora, potremo essere certi che la presenza di Micael avrà resa affettiva la nostra letizia, anche se, a prima vista, il mondo sarà afflitto da innumerevoli dolori.

L’Apostolo Pietro ci descrisse tale tempo con queste mirabili parole: Ravvedetevi dunque e converititevi, affinchè i vostri peccati siano cancellati, e perchè vengono dei tempi di rifrigerio dalla presenza del Signore ed egli mani Gesù Cristo che e stato predicato prima a voi, che il cielo deve ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato per bocca di tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo.—Atti 3:19-21

I DILEMMI DELL’EBRAISMO

L’ebraismo e un patrimonio storico culturale e complesso. Non si può cancellare la sua esistenza perchè si fonda su una tradizione biblica che nasce da un popolo. Si consalida grazie a testi sacri lungamente studiati, analizzati, intrepretati e basati su testi biblici. E un sistema di valori, e una esistenza che non si può distrugere, e un sistema di legami. E una fedeltà è una lealtà. Gli ebrei non esistono come individui tipologici, esistono ebrei nella storia biblica, una società che non ha mai perso la sua identità. Ovunque esistono gruppi, sottogruppi, modalità di integrazione, di distinzione, di intergenerazione, la loro storia è una storia complessa, inquadrata in una specifica trasmissione culturale della quale sono identificabili le radici remote e le caratteristiche presenti, sia fatti di scelte individuali e collettive, di atti formali, di azioni infomali, di conflittualità e di solidarietà.

Per l’imsieme di questi fattori in forma certamente non esaustiva, appare necessario optare tra l’idea di una società multicultarale nella quale ogni cultura definisca se stessa indipendente dalle altre stabilendo gerarchie tra religioni dominanti e fedi tollerante—e l’idea di una società intercultarale, in cui le culture dialoghino tra pari. Questa seconda opzione implica l’iposeti di una società in cui ogni cultura non si definisca in forma autoreferenziale ma possa ricoscersi come parte di uno stato. Gli ebrei sono chiamati e decidere tra queste alternative, o mantenere la identità dei loro antenati. Infatti fù il mantenimento della loro identità che milioni dei loro antenati furono perseguitati, e uccisi nei campi di concentramento durante il periedo della seconda guerra mondiale.

Nel corso del lungo processo cha da i primi editti sulla tolleranza ha portato alle costituzioni liberali. Dando pieni diritti di cittadinanza agli ebrei. Si sono consumate, in Occidente, numerose tragedie, tra le quali la catastrophe della Shoah. L’esodo, negli ultimi decenni della quasi totalità degli ebrei dei Paesi Arabie, più di recente la fine dei vincoli all’emigrazione dai paesi Socialisti ha contribuito al ridisegno della geografia e della demografia dell’ebrasino mondiale.

La nascita dello stato d’Israele e stata decisiva nel caratterizzare tale nuova cannotazione, in ragione non solo della distribuzione, delle popolazioni, ma quale fattore imprescindibile di rinascita culturale. Tale processo non ha tuttavia, consentito, data la persistenza di inaccie nei confronti degli ebrei e di Israele, il superamento di una contraddizione quella di essere cittadini a pieno titolo e, nel frattempo, soggetti sulla difenziva nei diversi luoghi di vita e di residenza, dalle scuole e alle uniersità, dalle sedi di dibattito, ai contesti politici in cui si sviluppa il confronto con altri.

Ne consegue un tremendo dilemma: affermare che le condizioni di convivenza sociale fra diversi e impossibile e che sia bene per gli ebrei rispondere ad attacco con attacco, a critica con critica, ricercando come alleati solo coloro che, qui e ora mostrano palesamente la loro amicizia e la loro solidarietà. Oppure sostenere che la demograzia è un processo, il confronto, uno strumento, lo scambio di una modalità di crescita. Interloquire con tutte le componenti di una società data. Fare della discriminazione subita una “risorsa, per promuovere la crescita di quei diritti di cittadinanza che, in Italia sono sanciti dalla Costituzione repubblicana. La scelta è tra un ebraismo che vive al di fuori della storia complssiva della società civile; o un ebraismo che si collochi nella storia quale soggetto straordinariamente importante nel contribuire all’individuazione della forme di una democrazia capace di accogliere, come oggi deve saper fare, uomini e donne di altri continenti, religioni e tradizioni. Ciò significa anche confrontarsi con la laicita dello stato. Ma cosa vuol dire, per una comunità che affonda le propie radici in una tradizione religiosa, porsi il problema della laicità? La laicità non si esaurisce esclusivamente nella separazione fondamentale di poteri fra Stato e Chiesa. Esige risposte a questione ancora aperte: come regolare tale distinzione in relazione all’evoluzione storica delle idee? Come consiredare la mutevole compassione sociale e demografica di un paese? Come non ignorare sensibilità di persone e gruppi diversi nella valutazione delle scelte connesse con il futuro?

La riflessione in ambito ebraico, va sviluppata in relazione sia all’interno sia all’esterno. Non si può essere laici rispetto alle altri confessioni e integralisti nell’ambito della propia. Laicità, per gli ebrei, vuol dire sostenere, vivere e raccontare la storia di una comunità per presentarla in forma aperta tutti. Porri così in evidenza non eventi isolati, a se stanti ma coloro che ne sono stati protagonisti in un sistema di connessioni e rapporti. L’ebraismo, assumendo la mediazione interculturale come riferiemento su cui fondare la propia azione, potrà affermare il carattere assoluto dei propi riferimenti di fede-che solo nella discussione rabinica potranno evolvere ed essere in grado di pertecipare tenendo conto di una molteplicità di fonti di valore, alla costruzione, in Italia e in Europa di una società di diversi con pari diritti.



VITA E DOTTRINA IN CRISTO
(Continuazione Dell Articolo - Luglio-Agosto)

Riposo In Cristo

IL NOSTRO CARICO, in tal caso, diverrà cosi gravoso da impedirci non solo di camminare, ma addirittura di restare in piè, ed in tale situazione la provvidenza divina agirà contro di noi. Al contrario le prove che scaturiscono da una completa sottomissione alla volontà del Signore diventano leggere anche se gravi e dure.

Tornando a Paolo, vediamo come egli si guardò bene dal guidare sè stesso, ma come cercò sempre di collocarsi umilmente sotto la direzione di Dio. Qualche volta, questa via che egli fedelmente segui, lo condusse alle catene ed alla prigione, altre volte alle battiture ed alla lapidazione, altre volte ancora al pericolo di morte, sul mare ed in terra. Molto spesso si sobbarcò a rudi e penosi lavori, ma egli accettava ogni cosa e sopportava ogni cosa, proprio come se questo giogo fosse dolce ed il carico leggero. Così potè sempre goderè di quella pace, di quel riposo e di quella gioia che, scaturenti dal suo cuore, lenivano le sue sofferenze e lo accompagnarono sino a quando, con il martirio, la sua vita terrene giunse al termine.

IL RIPOSO DELLE SPIRITO

Numerosi filgiuoli di Dio possono, come Paolo, testimoniare di aver gustato un riposo benedetto anche nella povertà, nelle malattie, nelle persecuzioni. Il profeta, Isaia, scrisse queste parole: “A colui ch’è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perchè in te confida.” (Isaia 26:3) Niuno può conoscere questo benedetto riposo prima di gioire in esso e niuno può gioirne se non prende su di sè il giogo del Maestro e non ascolta i suoi ammaestramenti.

Noi siamo nel mondo ma non del mondo, portiamo il giogo di Cristo e vogliamo seguire la Sua via: in ciò realizziamo il nostro riposo, puro e durevole che raggiungerà la pienezza quando ricercato con uno spirito di dolcezza e di calma. Gesù stesso gioi della pace e del riposo di cuore e di spirito perchè si consacrò per intero alla volontà del Padre, con mansuetudine ed umiltà. Coltiviamo anche noi, dunque, le grazie della dolcezza e della sottomissione paziente al volere di Dio, manifestando altresi la nostra piena confidanza nel Suo amore ed Egli ci darà modo di realizzare l’esperienza di quelle cose che sono più adatte per noi. Certamente la nostra carne opporrà delle resistenze, ma noi, in quanto nuove creature, sapremo affrontare queste resistenze con la forza dello spirito e della fede e sentiremo la nostra gioia nel Signore aumentare giono per giorno.

LA BUONA PREDISPOSIZIONE

Difficilmente, però, troveremo il riposo che cerchiamo se l’ombra del nostro egoismo offuscherà Il sentiero della nostra consacrazione. Il segreto del vero riposo consiste in quella buona redisposizione all’amore che ci consentirà di portare il giogo con Cristo.”L’amore sopporta ogni cosa” scriveva Paolo. (I Coriniti 13:7) Se l’amore ci spinge ad offrirì la nostra vita al servizio del Signore, cosi come l’offrì Gesù al Padre, noi entreremo in possesso della forza necessaria per considerare le prove che si abbatteranno su noi come avvenimenti riguardanti unicamente la nostra esistenza carnale. Ciò dipende dall’- aver acquistato quella coscienza di nuove creature in Cristo e di rivolgere ogni nostra attenzione e cura particolari solo agli interessi spirituali.

Molte di queste prove dipendono dal fatto di aver perduto qualche cosa: salute, reputazione, amici, danaro o altro che la carne considera importante e prezioso. Ma la nostra consacrazione esige di innalzarci al di sopra di queste cose e ci impone di camminare con fedeltà, come autentici cooperatori di Cristo, lieti di portare il Suo giogo. Noi dovremmo considerare la perdita di quella cose, preziose agli occhi del mondo, come (una leggera afflizione) e pensare, invece, alle meravigliose gioe e benedizioni che ci saranno riservate.

In realtà, considerando ragionevolmente le cose, si può agevolmente percepire quanto il giogo di Cristo sia (dolce) ed il suo carico (leggero). Non v’è nulla di più prezioso all’infuori di seguire il Cristo e porsi al suo servizio. Ma anche dopo aver preso su di noi il suo giogo e rimessa in Lui la nostra volontà non otterremo gioia e riposo se non Gli saremo sottomessi con umiltà, confortati in ciò dal pensiero che lo stretto e malagevole sentiero sul quale ci siamo incamminati, e che Egli per primo tracciò, è l’unica via che conduce ad un riposo eterno, al di là del velo.



VITA E DOTTRINA IN CRISTO

La Luce Del Mondo

DURANTE L’ETÀ dell’Evangelo, la luce della gloria di Dio si è manifestatà in diversi e svariati modi. Allorchè Gesù diceva: (Voi siete la luce del mondo), egli indicava ai suoi discepoli il periodo durante il quale Dio manifestò miracolosamente la sua potenza per proteggere e benedire il suo popolo eletto e punir i suoi nemici: ciò durò poco tempo. Un po’ dopo, il popolo tipico di Dio intese queste parole fatidiche: (La vostra casa vi sarà lasciata deserta.) La luce di Dio, d’allora, doveva splendere in altro modo.

In questa nuova fase, Gesù diviene il Capo, il capitano. Egli stesso si definisce: “Io sono la luce del mondo.” (Giov. 8:12) Ma Gesù sapeva che egli non doveva restare nel mondo e i suoi rappresentanti sarebbero stati degli ambasciatori ai quali era devoluto il compito di continuare l’opera che a lui era stata affidata. Nell’Apocalisse—20:4—è detto che essi (sarebbero stati decoliati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio); e ciò significa che essi sarebbero stati martorizzati ed avrebbero dato la loro vita al servizio di Gesù e della parola di Dio.

Durante l’età dell’Evangelo, la fede condusse alla morte col sacrificio, e la promessa c’incoraggia a (essere fedeli fino alla morte) onde ottenere (la corona della vita.)—Apocalisse 2:10

All’inizio dell’epoca in cui vivevano gli Apostoli, Dio dimostrò, per mezzo dei miracoli, la sua gloria. Gesù guarì degli ammalati e risuscitò dei morti; gli Apostoli fecero lo stesso, ma, purtuttavia, morirono. Per coloro che furono testimoni di ciò non vi è alcuna evidenza che Dio abbia controllato o preso cura delle loro vite. In verità Gesù risuscitò dai morti, ma pochi lo credettero, a parte i discepoli.

Alla Pentecoste, i discepoli ricevettero lo Spirito Santo, ma i nemici loro rifiutarono di credere in ciò che essi dicevano e sentivano quale risultati del controllo divino sul corso e le evenienze della loro vita. Al contrario, essi accusarono i discepoli d’esser degli illuminati.

Allorchè gli Apostoli s’addormentarono nel sonno della morte, tutte le miracolose dimostrazioni di perfezione ed amore divino cessarono e, dopo, il popolo del Signore è stato indirizzato durante tutta l’età evangelica, a marciare interamente per le fede e nella fede.

I membri di questo popolo sono stati i testimoni di Gesù, non perchè il favore divino si è manifestato in maniera visibile per loro, ma perché essi hanno fedelmente proclamato (l’Evangelo di Cristo) che, come l’afferma Paolo, è (potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente.)—Rom. 1:16

Gesù ordinò loro d’esser suoi testimoni sul mondo intero, predicando l’Evangelo. (Matteo 28:19; Atti 1:8) Nelle epoche trascorse, Dio rivelava la sua gloria al suo popolo in una maniera miracolosa poichè. Egli si occupava del suo popolo e questi erano suo testimone.

Nell’età dell’Evangelo i testimoni di Gesù proclamano il meraviglioso piano della salvezza del mondo, per la quale Gesù fu inviato sulla terra.

Nel proclamare questo Evangelo essi non parlano solamente del miracolo e della resurrezione di Gesù, ma anche del miracolo della resurrezione di coloro che vivranno e regneranno con Lui.

Dippiù, un vero messaggero dell’Evangelo deve annunziare il grande miracolo futuro, che consisterà nel risveglio di tutti i morti quali acquisteranno una vita perfetta, in rispetto all’essere umano, sempre che essi obbediranno alle giuste leggi del regno instaurato da Dio.

Per annunziare questi eventi, i testimoni di Gesù sono corroborati dalla conoscenza dell’ausilio miracoloso che Dio diede per il passato ai suoi eletti. Essi sanno che l’Iddio liberatore d’Israele dall’Egitto facendogli traversare con sicurezza il mar Rosso ed il Giordano onde conquistare il paese di Canaan; l’Iddio che inviò l’angelo sterminatore dell’armata assira in una notte; l’Iddio liberatore dei tre ebrei dalla fornace ardente è all’altezza di compiere tutte le sue promesse atte a liberare l’intera umanità dal’peccato e dalla morte.

Solo un ridotto numero di questi testimoni ha visto Gesù, gli altri credono alla testimonianza di coloro che affermano la sua resurrezione dai morti. Essi credono anche e proclamano la testimonianza di Paolo, che alla sua resurrezione dai morti Gesù fu elevato (alla destra di Dio nei luoghi celesti, al disopra di ogni principato e autorità e podestà e signoria, e d’ogni altro nome che si nomina, non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire.) (Efesi 1:18-23) Essi accettano ancora e predicano un’altra testimonianza di Paolo, dichiarando che alla fine (ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra si pieghi e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre.)—Filippesi 2:10-11

Questi testimoni di Gesù sono felici di occupare tale incarico di ambasciatore delle disposizioni di Geova, poichè essi sono pronti all’ordine divino di onorare il Figlio come onorano il Padre. In effetti, essi comprendono che (non possono onorare il Padre se non onorano il Figlio.)—Giov. 5:23

Essi sanno che onorare e venerare Gesù, risuscitato e glorificato ed essere suoi testimoni non toglie nulla alla gloria di Dio poichè hanno appreso che la potenza del Padre ha elevato il Figlio all’alta posizione che Egli occupa alla sua destra.

Perciò questi (testimoni di Gesù e della Parola di Dio) inviano a Dio un cantico di lodi ringraziamento dell’amore che Egli ha loro dimostrato: nell’inviar Gesù quale redentore e Salvatore del mondo; nel dispensar la giustizia divina che, pur non potendo scolpare il trasgressore, gli permette di lavare i suoi peccati col sangue del Redentore e ringraziarlo ancora che, col concorso della sua potenza, valorizza e rende infallibile ogni parte del suo glorioso piano.

Essi non gridano in giro: lodiamo Dio! No, ma celebrano ed onorano Geova nel propagare il suo piano d’amore di cui è al centro il Redentore. Essi gioiscono che lo Spirito di Dio li abbia autorizzati ad essere testimoni di Gesù ed a prospettare ciò che il piano divino prevede per coloro che sono invitati ad essere coeredi di Gesù, nella fase spirituale del suo Regno. E gioiscono ancora di poter proclamare la gloriosa speranza della ristorazione per tutta l’uma nità, durante il regno millenario di Cristo.

LA CONVERSIONE DEL MONDO NON APPARTIENE ALL’ETÀ EVANGELICA

Questa gloriosa testimonianza, data durante quest’ epoca dai testimoni di Gesù non ha convertito il mondo più di quanto lo convertirà attualmente giacchè Dio non lo aveva previsto nel suo piano. La volontà di Dio era tesa verso il fine che questa testimonianza s’impossessasse sviluppandosi, anche di coloro che man mano si aggiungerebbero alla classe dei testimoni mostrandosi degni di vivere e regnar con Cristo.

Così altri hanno inteso l’appello e in una certa misura, sono stati benedetti: e fruiranno anche delle benedizioni durante il regno che verrà sul mondo durante il millennio.

Milioni di persone hanno inteso il messaggio senza prestarci attenzione, ma anche a questi è servito quale testimonianza.

Gesù dice. “Questo Vangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo onde ne sia reso testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.” (Matteo 24:14) Egli paragonava i suoi testimoni a fiaccole splendenti nell’oscurità. Noi sappiamo che una fiaccola non propaga molto lontano nell’oscurità la sua luce, per cui ne beneficiano solo coloro che vi sono più dappresso: così, la luce dell’Evangelo, che i testimoni di Gesù emanano, costituisce una guida ed una grande benedizione per coloro che, fedeli e devoti, si accostano ed essa ed al Signore che ella rappresenta; ma il mondo esteriore non percepisce altro, all’infuori di un debole chiarore.

Qualcuno ha detto che la luce dell’Evangelo emanata e propagata dai testimoni di Gesù è paragonabile ad un faro situato nell’oceano: che non splende per illuminarlo, ma per guidare i nocchieri. Infatti, la verità non ha illuminato il mondo durante l’età dell’- Evangelo pur essendo la sola luce che splen desse, però è stata grandiosa per il popolo del Signore in quanto gli ha permesso di imboccare (lo stesso cammino) che conduce alla (gloria, l’onore e l’immortalità).

COME IL SOLE

I testimoni di Gesù dovevano dunque predicare l’Evangelo fino alla fine, ed anche alla fine dell’età. La parabola del grano e della zizzania è stata giustamente promulgata fine dell’età.

In questa parabola, i testimoni di Gesù sono definiti (Figli del Regno): quando la mietitura sarà completamente terminata, questi, (i giusti, risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro) Matteo 14:43 e, di riscontro, Gesù, (il sole della giustizia), s’innalzerà con (la guarigione sotto le sue ali) per illuminare e benedire tutta l’umanità.—Malachia 4:2

I testimoni di Gesù costituirono la chiesa trionfante, essi diverranno una parte di questo (sole di giustizia) e, con Gesù, essi propagheranno la conoscenza della gloria di Dio che riempirà tutta la terra, (come il fondo del mare dalle acque che lo ricoprono.)— Isaia 11:9; 40:5

Noi rileviamo che, allorquando Gesù diceva a quel gruppo di discepoli presenti al suo sermone sulla montagna: (Voi siete la luce del mondo), Egli voleva significare che essi dovevano essere più che una luce (nel) mondo. Ora, il modo limitato col quale essi hanno sparso tale luce non è attribuibile a mancanza di zelo o entusiasmo da parte loro, ma alla loro debolezza umana.

Oltre a ciò, come dice Gesù, le tenebre di questo mondo odiano la luce; così coloro che si sono assuefatti a vivere nelle tenebre rifuggono la luce, anche se veggono. E ciò è conseguenza del predominio di Satana, l’iddio di questo mondo, che ha offuscato gli spiriti di coloro che non credono, come ci dice Paolo nella seconda epistola ai Corinzi al versetto 4 del 4. capitolo (per gl’increduli, dei quali l’Iddio di questo secolo ha accecato le menti affinchè la luce dell’- Evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro.)

Ma quando si alzerà il (Sole della Giustizia) e che (i figli del Regno) brilleranno con Lui, Satana sarà legato onde non (seduca più le nazioni.)—Apoc. 20:1,3

Allorchè (il principe delle tenebre) non potrà più offuscare lo splendore di questo gloriso (Sole), ciascuno avrà l’occasione di conoscere Geova, il vero Dio e di vivere col suo prediletto figlio, che mori pel mondo e tutti conosceranno questa grande verità che è: “Gesù Cristo, uomo, il quale diede sè stesso qual prezzo di riscatto per tutti.”—I Timoteo 2:6

I mille anni del regno di Cristo saranno necessari per illuminare il mondo, la generazione vivente avrà mutate le labbra che diverranno (pure) come ci parla Sofonia al cap. 3 versetto 8, 9. E ciò immediatamente dopo che (il fuoco della gelosia di Dio) avrà consumata la terra simboleggiata nella (epoca d’angoscia quale non se ne ebbe mai da quando esistono nazioni.)—Daniele 12:1

Molti di coloro che traverseranno questo (fuoco) ignoreranno totalmente chi è il vero Dio: onde sorge la necessità di presentare loro il puro messaggio della verità, che loro consenti l’occasione di conoscere e servire Dio di (comune accordo.) Ciò al principio giacchè, in seguito, verrà la risurrezione di tutti coloro che sono nei sepolcri che ben sappiamo essere numerosi. A misura che ciascuna generazione di morti intenderà la voce del Signore la quale la chiamerà onde esca dalla tomba, bisognerà illuminarla. Così, malgrado che (il Sole della Giustizia) brillerà durante tutto il millennio, i cuori e gli spiriti saranno completamente liberati dalle trace del peccato e della morte, solamente verso la fine.

Il profeta Zaccaria ci traccia una meravigliosa illustrazione su questi eventi. Egli ci parla dei mille anni del Regno di Cristo—questi mille anni durante i quali il (sole della giustizia)—brillerà come d’un (giorno) e dice: (sarà un giorno unico, conosciuto dall’Eterno, non sarà né giorno né notte, ma in sulla sera vi sarà luce.)—Zacc. 14:7

Al versetto 8 il profeta aggiunge: (e in quel giorno avverrà che delle acque vive usciranno da Gerusalemme) verso 9: “E, l’Eterno sarà il re di tutta la terra. In quel giorno l’Eterno sarà l’unico e unico sarà il suo nome.” Poichè Dio ama il popolo d’Israele ed ha promesso ai suoi antenati la salvezza. Egli lo farà ritornare alla Terra Promessa. Perciò questo popolo sarà il primo a ricevere le acque vivificanti del Regno per quanto il fiume bagnerà rapidamente tutte le nazioni.

Nell’Apocalisse al cap. 22 versetto 1, 2 troviamo la descrizione di questo fiume: “Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che procedeva dal trono di Dio e dall’agnello. In mezzo alla piazza della città e d’ambo i lati del fiume stava l’albero della vita che dà dodici raccolti e porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni.” Allora lo spirito e la Sposa diranno: “Vieni. E chi ode dica: Vieni. E chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.” (Apocalisse 22:17) Così, questa meravigliosa esposizione simbolica ci dà un’immagine dell’- opera futura degli attuali testimoni di Gesù.

Ora, il nostro messaggio a tutti coloro che credono veramente, consiste nell’invito di caricarsi la loro croce e seguire Gesù fino alla morte.

Quando, per mezzo loro, la luce del piano di Dio sarà rivelata a tutta l’umanità, l’invito (vieni . . . e prendi in dono dell’acqua della vita) si realizzerà.

Quale onore per i santi di Dio d’essere porta-fiaccole e testimoni di Gesù, gioiosi nella prospettiva ancor più grande che essi avranno, nel brillare come il sole nel Regno del Padre loro onde permettere a tutta l’umanità di conoscere così bene il Signore che nessun avrà bisogno di dire al suo prossimo: “Conoscete l’Eterno, poichè tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno.”—Geremia 31:31,34



VITA E DOTTRINA IN CRISTO

Riscatto, Propiziazione E Offerta Per Il Peccato

È STATO AFFERMATO, e con ragione, che molto malintesi derivano dalla impossibilità di esprimere efficacemente i nostri pensieri a causa delle imperfezioni del linguaggio. Secondo alcuni, delle parole scritte possono avere un senso esattamente contrario a quello che avrebbero se fossero espressi a voce. Tutti noi, ormai, siamo al corrente della differenza di significato del versetto che segue, determinata dal semplice spostamento di una virgola: “Io ti dico in verità oggi, sarai meco in paradiso.”—Luca 23:43

Forse dovevano esistere delle difficoltà nel modo di esprimersi fra i fratelli al tempo dell’apostolo Paolo, quando s’incontravano nelle stesse radunanze dei cristiani greci, latini, armeni, arabi, persi ed egiziani. Perciò egli disse loro: “Ora, fratelli, io vi esorto, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare, e a non aver divisioni fra voi, ma a star perfettamente uniti in una medesima mente e in un medesimo sentire.” (I Corinti 1:10) Tale avvertimento non fu rivolto a tutto il popolo di Corinto, ma solo ai (fratelli). E noi possiamo aggiungere che, oggi, fra i Cristiani non esiste un più grande sofisma di quello contenuto nell’- espressione: “Noi, abbiamo il diritto di credere ciò che ci piace.” No! Quali Cristiani siamo stati riscattati con un gran prezzo, col sangue prezioso di Gesù. E mai potremmo pronunziare questa frase a Lui.”—I Corinti 6:20; 7:23; I Pietro 1:19

La nostra consacrazione comporta l’accettare e riconoscere per vera (ciascuna parola, che esce dalla bocca dell’Eterno) (Matteo 5:4), e (prestare il nostro orecchio alla sapienza, inclinando il cuore all’in telligenza.)— Proverbi 2:2

La voce di Dio, sul monte della trasfigurazione disse: “Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo.” (Matteo 17:5) Perciò, seguendo le sue orme, dobbiamo attenerci ad applicare i suoi insegnamenti e quelli che il Padre nostro ci ha fatto trasmettere dai profeti e dagli apostoli.

Ora, ecco l’origine delle difficoltà che s’incontrano sull’uso abituale della lingua di cui ci serviamo. Tali difficoltà sono comuni a tutte le lingue. Non è trascorso molto tempo dachè uno scrittore ed oratore di lingua inglese, intellettualmente ben dotato, pur essendo il più grande esegeta della Bibbia, dei nostri tempi, molto spesso fu mal compreso: laddove, ad altri, è stato di grande aiuto nel rendere chiari i più oscuri passaggi Scritturali.

Ora, se malgrado la sua chiarezza di stile e l’ecce zionale dono d’espressione, egli non pervenne ad essere compreso da tutti, noi non dovremmo sorprenderci se dai nostri scritti fossero tratte delle idee o convincimenti non corrispondenti a quelli elaborati dalle nostre menti.

Nel linguaggio cristiano, alcuni termini, quali ad esempio: riscatto, propiziazione, sacrificio, etc. a volte sono adoperati sostituendosi alternativamente. Per molti credenti, il significato dei predetti è uguale, nè crediamo utile analizzarlo: in quanto, pur non essendo fra loro sinonimi, si riferiscono sempre alla morte di nostro Signore.

IL RISCATTO

Per facilitare la comprensione di questi concetti è utile riportarci al giardino d’Eden. Dio creò l’uomo e gli diede una compagna. Ambedue costituirono una sola carne. Iddio chiamò l’uomo (Adamo) e l’uomo chiamò (Eva) la donna. Così ebbe origine l’unità dei nostri primogenitori.

In seguito alle tentazioni cui fu soggetta questa coppia, per quanto la disobbedienza partisse dalla donna, la penalità divina fu pronunziata a causa della trasgressione di Adamo. Perciò per il peccato dell’uomo, allora perfetto, la morte entrò nel mondo e di esso costituì il salario, senza speranza di liberazione, a meno che un altro uomo perfetto non lo avesse sostituito pagando per lui la penalità.

Ma (non v’è alcun giusto, neppure uno) perciò Dio, nel suo infinito amore, fece per l’uomo decaduto ciò che questi non era in condizioni di fare. (Rom. 3:10) Egli inviò il suo unico Figliuolo, in una carne simile a quella del peccato (Adamo) onde morisse per tutta l’umanità, affinchè chiunque avesse creduto in Lui, non sarebbe perito, ma al contrario, avrebbe avuta la vita eterna.

Dopo la trasgressione di Adamo, fino alla nascita di Gesù non vi fu più un essere perfetto sulla terra e Gesù, nel possederne le meravigliose caratteristiche, costituì il prezzo corrispondente per Adamo, quale era prima che peccasse.

La missione di Gesù alla sua prima venuta, che risale a quasi duemila anni or sono, consisteva nel morire quale prezzo corrispondente: onde la vita d’un uomo perfetto permettesse alla giustizia di cancellare la trasgressione nella quale Adamo, uomo perfetto, cadendo, era stato punito.

Alla croce del Calvario, (egli diede la sua anima alla morte) ed ivi perfezionò il suo battesimo, rendendo la sua vita umana nelle mani del Padre suo.

Paolo dice: “. . . Cristo Gesù uomo il quale diede sé stesso qual prezzo di riscatto per tutti; fatto che doveva essere attestato a suo tempo.” (Timoteo 2:5,6) Il termine riscatto corrisponde perfettamente al significato che ai nostri giorni diamo alla taglia messa da un rapitore che detiene un ostaggio, bimbo, donna o uomo ch’esso sia.

Le Scritture, parlando di Gesù dicono: “Tu non hai voluto nè sacrificio nè offerta, ma tu m’hai preparato un corpo” per le sofferenze della morte. L’equivalente del riscatto fu preparato e, all’età di trent’anni, l’uomo perfetto, Gesù, offrendosi egli stesso in sacrificio, che ebbe inizio al Giordano e finì sul Calvario, lo presentò quale prezzo corrispondente.

Gesù non potè consegnare questo prezzo nelle mani della giustizia al Calvario, perchè era morto, ma, al terzo giorno, Dio mediante la sua potenza, risuscitò Gesù Cristo dalla morte. (Atti 10:40) Egli fu (messo a morte quanto alla carne, ma vivificato in quanto allo Spirito)

Gesù non desiderò nè riprese la sua natura umana, per quanto egli riapparve come in carne durante i quaranta giorni seguenti.

In seguito, salendo al Padre, dopo il sacrificio complete, Gesù rappresentò, alla Sua presenza, la personificazione della giustizia. Egli presentò il sacrificio compiuto al Padre lasciandolo nelle sue mani quale garanzia per un’opera futura. Del Messia è stato detto profeticamente: “Chiedimi ed io ti darò le nazioni per tua eredità.” Perciò, prima di lasciare la camera alta a Gerusalemme per recarsi al Getsemani, egli disse a suo Padre: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu m’hai dato perchè son tuoi.” (Giov. 17:9) Al tempo opportuno, egli domanderà per i pagani (Gentili) e tutti quei della progenies d’Adamo ascolteranno la voce del Figlio dell’uomo.

Un dizionario inglese spiega che il termine riscatto, quale verbo, ha il significato di: (pagare ad un prezzo stabilito onde liberare ciò che un altro detiene.) Pagare, quindi, sta a garantire il prezzo richiesto. In termini tecnici noi potremo dire che il riscatto non ancora è stato consegnato o pagato, ma esiste quale garanzia fino al momento in cui coloro che Iddio attira a Gesù durante quest’èra, siano selezionati, formati e cambiati alla natura divina.

Nell’economia divina risulta d’esser stato stabilito che Gesù sia assistito nella grande opera di restaurazione alla vita dei milioni e milioni di morti. Ora, tal posizione di coeredità con Cristo non può essere accordata alla leggiera, poichè, per esserne degni, occorre dimostrare una ferma resistenza ad ogni specie di pene, sofferenze e onte: quali ebbe a patire il nostro Maestro. E ciò per costituire con Lui la cauzione che riscatterà il peccato d’Adamo propagatosi sulla sua progenie e, come su essa si prolungò la maledizione, così si estenderà la benedizione che risulterà dal prezzo corrispondente pagato alla giustizia divina.

Gesù fu un (uomo di dolore e abituato alle sofferenze.) Egli visse una vita di sacrificio. Figlio di Dio, erede di ogni cosa, non ebbe ove poggiare il capo. Egli, per il quale è stato creato tutto l’universo, egli, il più onorato dal Padre Celeste, fu oltraggiato, percosso e messo a morte ignominiosamente da vili peccatori. Perchè? Per desiderio di Dio il quale volle che suo Figlio si rendesse degno dell’eccelso imperio al quale era destinato.

Paolo ci dà un altra ragione della crudele crocifissione di Gesù il quale “ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poichè sta scritto: maledetto chiunque è appeso al legno.” (Galati 3:13) Gli Ebrei, avendo tentato di vivere secondo le esigenze della legge perfetta di Dio, si trovarono sotto una ulteriore condanna allorchè fallirono. Così Gesù nacque per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinchè noi ricevessimo l’adozione di figliuoli.

LA PROPIZIAZIONE

Durante tre anni e mezzo il messaggio era limitato a Israele ed ai proseliti del Giudaismo, indi fu dato ai Gentili affinchè potessero ereditare le gloriose promesse. Ma i Gentili non erano nemici di Dio?

Prima di essere accettati a Dio avrebbero dovuto beneficiare della (propiziazione) poichè tutto il genere umano è succube della condanna adamica. Il prezzo del riscatto nelle mani della giustizia è ugualmente una garanzia per la loro propiziazione che conduce alla riconciliazione.

Qual’è il significato del termine (propiziazione?)

Può definirsi il prodotto d’una favorevole decisione, l’azione che produce la conciliazione avvenuta fra l’offensore e l’offeso. E la base di tale propiziazione fu saldata per mezzo dellla croce. Poichè il peccato che alienò all’uomo il avore divino fu commesso sulla terra, dobbiamo ragionevolmente dedurre che il giudizio che lo concerne sia devoluto all’Autorità che risiede nei luoghi celesti e la consegna del prezzo di riscatto sul (propiziatorio) antitipico costituisce la base della riconciliazione.

Gesù, nel deporre il prezzo corrispondente, garantì una opportunità ad ogni membro della progenie di Adamo, poichè esso è sufficiente al riscatto di tuti. Così Dio essendo giusto nel fissure la penalità della morte per gli uomini, giustifica coloro che credono in Gesù. Poichè noi altri credenti ci troviamo ancora nelle spoglie della carne decaduta, ricorriamo al nostro Maestro, quale nostro difensore che ci rappresenta al cospetto del Padre. Egli non esige altro mediatore e, per beneficiare di una riconciliazione completa, dobbiamo essere in armonia con Lui.

A ragione, quindi, possiamo affermare di Gesù: (ch’Egli costituisce (in questi tempi) la propiziazione dei nostri peccati (della Chiesa); e, non solo dei nostri, ma, (al tempo stabilito) dei peccati del mondo intero.) Allorquando il prezzo del riscatto sarà reso operante sul peccato d’Adamo, costituirà l’oggetto della riconciliazione fra Dio e gli uomini e, quindi, diverrà propiziazione per il mondo intero.

L’OFFERTA PER IL PECCATO

Il peccato allontanò l’uomo da Dio e la propiziazione sarebbe stata resa possibile solo mediante un’offerta per il peccato. In tal senso, la consegna del giusto prezzo del riscatto costituì tale offerta. Ma, prima di addentrarci in questo concetto, se consideriamo la locuzione (offerta per il peccato) rileveremo ch’essa è una offerta per la redenzione delle trasgressioni commesse. La presentazione del sacrificio di Gesù al Padre era illustrata, nei servizi del Tabernacolo, dalla prima aspersione del propiziatorio. Tale aspersione avveniva dapprima con il sangue di un toro e poi con quella di un capro per l’Eterno, sacrificato per la seconda aspersione nel luogo Santissimo. E, solo dopo, il Sommo Sacerdote usciva per benedire il popolo.

Il luogo Santissimo rapppresentava il cielo, il trono di Dio, la Sua dimora. Poichè la presentazione del sacrificio completo deve essere offerta a Jéhovah, a causa della trasgressione del peccato, essa, dunque, deve essere rivolta al cielo. Come per il riscatto, tutte le parti dell’offerta per il peccato sono preparate sulla terra, ma il resto della presentazione si svolge in cielo.

Dalla 2. epistola ai Corinti 5:19-21, alcuni opinano che nell’anno 33 A.C. Iddio riconciliò completamente il mondo con sè, mentre molte persone oneste ritengono che Dio non condanni più il peccato, essendosi Gesù attribuito ogni colpa. Infatti leggiamo: (. . . in quanto che Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini i loro falli ed ha posto in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto essere peccato per noi, affinchè noi diventassimo giustizia di Dio in lu.) La struttura di questa frase potrebbe far intendere che fummo noi a non conoscere il peccato. Invece in questo passaggio dovrebbe essere espresso il concetto in tali termini: “Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto divenire offerta del peccato per noi affinchè diventassimo giustizia di Dio in lui.”

Solo coloro che son venuti a Dio per mezzo di Cristo possono rivolgersi a Lui. Per quanto l’opera di riconciliazione del mondo intero ebbe inizio al Calvario, il beneficio si è ristretto, durante i duemila anni che seguirono, ad (un piccolo gregge.) Se noi accettiamo la (parola di riconciliazione) ed il perdono per i nostri peccati e ci presentiamo noi stessi interamente consacrati per la fede, avremo la pace con Dio e non saremo più degli (stranieri.)

Paolo ci esorta ad (offrire i nostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio.) (Romani 12:1) Perchè questo? Forse il sacrificio di Cristo non era sufficiente per espiare tutti i nostri peccati?

Forse gli ebrei opinavano che il sacrificio d’un toro, ben grasso, fosse sufficiente, senza aggiungervi quello del capro, che non può essere paragonato al toro. In realtà in questo particolare era nascosto un mistero da epoche e generazioni lontane, per quento simboleggiato nel tabernacolo: il Cristo doveva essere composto di molti fratelli che, come Gesù, dovevano procedere nella via del sacrificio. Questi fratelli divengono membra del suo copro ed il loro sacrificio completa il suo. Al tempo stabilito il corpo intero sarà presentato al Padre allorquando, terminato tal sacrificio, sarà reso accettevole a Dio per il merito della morte del Salvatore.

Quando si effettuerà la seconda aspersione del (propiziatorio) i discepoli di Gesù saranno con lui, ma ogni merito sarà suo. Il sangue del capro non fu accettato se non quando era già stato sacrificato il toro ed asperso col suo sangue il (propiziatorio). Il sangue del capro costituì una ripetizione della funzione svoltasi con l’offerta del sangue del toro.

E’, dunque, unicamente come membra del corpo di Cristo, e non per merito nostro, che ci è concesso d’es sere valutati, nel sacrificio offerto a favore della trasgressione, quali semplici coefficienti. E Paolo, nell’- epistola ai Colossessi 1:24 così ribadisce tale concetto: “ . . . e quel che manca alle affizioni di Cristo, io compio nella mia carne a prò del corpo di lui che e la chiesa.” Il sacrificio di Gesù compì ciò che nessuno fù in grado di compiere. In effetti non essendo alcun membro della progenie Adamica in grado di dare a Dio il prezzo di riscatto per l’umanità, Egli inviò il propio Figlio.

Allorchè il prezzo corrispondente sarà pagato interamente, la giustizia sarà soddisfatta e chiunque potrà bere l’acqua della vita, attenendosi alle leggi divine.

La (Riconciliazione) intesa nel senso della parola, deve effettuarsi interamente fra Dio e l’uomo. La Bibbia c’illustra i mezzi atti a raggiungerla e tra essi ci indica quello della (via santa), ma, per seguirla, occorre volontà e tenacità. Senza sforzarsi sinceramente nell’adempire i voleri divini, la salvezza e la ristorazione alla vita perfetta non si potranno ottenere.

Allorchè la riconciliazione sarà completata, Gesù rimetterà il Regno al Padre. Jéhovah prenderà cura diretta delle sue creature e, così, Cristo, nostro Signore e Re, avrà compiuto l’opera concernente il grandioso piano divino ed il mondo intero si troverà sulla soglia dell’èra nuova di gloria per la quale, fin d’ora innalziamo ringraziamenti e lodi all’Onni potente Dio d’amore.



Associazione Studenti Biblici Aurora