AURORA
Settembre-Ottobre 2005

Contenuto Di Questo Numero

  1. Il Giorno Del Giudizio
  2. L’Evangelo Per Tutti
  3. A Sion, Il Monte Santo, Gioia Di Tutta La Terra
  4. La Creazione

Il Giorno Del Giudizio

“Iddio ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo che Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti avendolo risuscitato dai morti.”
—Atti 17:31

IL VENIENTE GIORNO DEL Giudizio, secondo l’opinione di molti, dovrebbe essere un giorno di 24 ore, nel quale tutti, giusti e malvagi, dov ranno presentarsi innanzi alla Corte del Gran Giudice, Gesù Cristo, onde ognuno possa ascol tare la propria eterna senten za. Sempre secondo la conce zione di costoro, il giusto sar ebbe inviato nei cieli ed il mal vagio in un luogo di eterni tormenti.

Tale concezione fa parte delle tradizioni pervenuteci dagli èvi oscuri. Il giorno del giudizio, quale c’è descritto nella Bibbia, risulta essere un periodo di mille anni, durante il quale, generalmente, l’umanità sarà messa in prova, onde dimostrare quelli che saran degni di vivere, o no, una vita perfetta su la terra.

La necessità del futuro giorno di giudizio trae origine da quando—i nostri progenitori—oltre sei mila anni, or sono, messi alla prova, nel giardino dell’Eden, per la loro disubbidienza, incorsero nel la condanna di morte e furono scacciati dall’Eden. La condanna fu estesa ai loro figliuoli, e, perciò Adamo e la sua discendenza divennero una razza moriente. Ciò stante, Paolo scrisse: “Siccome per mezzo d’un solo uomo, il peccato è entrato nel mon do, e, per mezzo del peccato, v’è entrata la morte, che è passata su tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato.”—Rom. 5:12

Alla Sua Prima Venuta su la terra, Gesù spiegò che il “Padre Suo non l’aveva mandato nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo fosse salvato per mezzo di Lui.” (Giov. 3:17) Su lo stesso soggetto, Paolo precisa: “Come, dunque, per un sol [Adamo] fallo la condanna si é estesa a tutti gli uomini, così, con un solo [Gesù] atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita s’è estesa a tutti gli uomini. Poichè, siccome per la disubbidienza di un solo uomo, molti sono stati costituiti peccatori, così, anche, per l’ubbidienza d’un solo i molti saranno costituiti giusti.”—Rom. 5:18,19

La vita provveduta, mezzo del sacrificio redentivo di Cristo, non è concessa a chiunque, ma s’ottiene solo sulla base della rettitudine e dell’ubbidienza alle Leggi di Dio. Nel tempo presente la base consiste nella fede, e coloro i quali la nutrono in tutta la sua interezza e seguono le orne di Gesù Cristo, sino alla morte, al par di Gesù, avranno la vita eterna e regneranno con Lui. Pochi, invero, sono stati color che hanno avuto la forza e la tenacità volenterosa di calcare le orme di Gesù, sino alla morte, In primo luogo, una estesa maggioranza di gente non ha avuta l’opportunità di conoscere i Disegni divini e l’Opera svolta da Cristo a favore dell’umanità, certo che coloro che morirono avanti il Primo Avvento di Cristo, non potettero avere l’opportunità di credere in Lui come nemmeno i milioni d’individui del mondo pagano, dopo il Primo Avento, hanno avuto l’oppor tunità di conoscere Cristo ed accettarlo qual provvisione dell’amore divino, ottenibile mediante la Sua Opera redentrice.

L’IRA DI DIO MANIFESTATA

L’Apostolo scrisse: “I’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia …” (Rom. 1:18) Ciò non significa che Iddio è vendicativo. Invece, è un riferimento alla condanna di morte che dovette ema nare contro i nostri progenitori trasgressori del la Sua Legge: condanna che si estese ed è andata manifestandosi sui loro figliuoli e su tutta la razza umana.

Questa sentenza di morte, in effetti è stata ed è costatabile. Ne riscontriamo l’opera instancabile nei numerosi cimiteri, sparsi nei villaggi e nelle città, in tutto il mondo, al pari degli ospedali, delle cliniche, dei manicomi e di tutto il personale adibito per combatterla [per quanto, invano] e per rendere meno atroce le sofferenze di chi n’è colpito ed il dolore dei superstiti. La Bibbia parla di questa morte come l’evidenza dell’ira di Dio, ma ci dice, anche, che questa ira è momentanea, come ce lo esprime il Salmista in questi termini: “La sera alberga da noi il pianto; ma la mattina viene il giubilo.”— Salmo 30:5

Questa mattina di giubilo, predetta dal Salmista, è da raffigurarsela nel prossimo giorno Millernario. Sarà un nuovo “giorno” di sfolgorante illuminamento, lungo il cui corso, tutti potranno avere la piena opportunità di conoscere l’infinita bontà del Signore. Allora le genti di tutto il mondo saranno messi alla prova, onde sia determinato, sotto le favorevoli condizioni, che vigeranno in quel “giorno,” coloro che saranno degni, o no, di ricevere la provvisione della vita eterna, che Gesù ottenne per tutti, qual loro Redentore, col convertirsi e credere in Lui ed osservare le Leggi del Suo Regno.

IMPARERANNO LA GIUSTIZIA

Il profeta Isaia, 26:9, ci rammenta che quando i giudizii di Dio saranno diffusi e compiuti su la terra, gli abitanti impareranno la giustizia. Certo, per istruire le genti è indispensabile che abbiano una piena opportunità di conoscere il Signore e la Sua volontà neì riguardi del loro comportamento e dei loro doveri per meritare le Sue benedizioni. Nel giorno del futuro giudicio, i popoli non saranno giudicati nello stato d’ignoranza, ma su la base d’assoluto intendimento circa la provvisione della Grazia divina, lor concessa, per messo di Cristo.

All’infuori di Cristo, non v’ è salvezza alcuna. E tutti devono conoscerlo, per credere in Lui. Paolo scrisse: “Chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato. Come, dunque, invocheranno Colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in Colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non v’è chi predichi?” (Rom. 10:13,14) Il proponimento principale del giorno del Giudizio, vèrte, appunto, ad illuminare il mondo su la Verità, onde tutti possino conoscerla, credervi ed attenervisi.

Il Salmista ci dà un chiaro concetto dell’annunzio che sarà dato nel “giorno del Giudizio,” dicendo: “Dite fra le nazioni: l’Eterno regna; il mondo, quindi, sarà stabile e non sarà smosso … Egli giudicherà i popoli, con rettitudine” … Ecco, un’altra affermazione del procedimento in cui le genti saranno giudicate su la base della Verità che sarà loro presentata onde apprendere che la provvisione della vita eterna l’hanno ottenuta tramite Gesù Cristo che diede sé stesso, per il riscatto di loro tutti.

A mezzo di un altro Profeta, il Signore dice: “Allora [nel giorno del Giudizio) io muterò in labbra pure le labbra dei popoli affinché tutti invochino il nome dell’Eterno, per servirlo di pari consen ti mento.” (Sofonia 3:6) Il testo or citato indica nettamente che l’illuminamento sarà perfetto e perverrà ad istruire tutti a credere, ubbidire ed adorare il Signore, perché non vi sarà più niuno a sviarli nè esisteranno credi insulsi, idoli e superstizioni ad intralciarli nel conoscere il vero Dio ed amarlo e servirlo, per meritare le Sue benedizioni.

LA TESTIMONIANZA DI GESÙ

Gesù disse: “Io son venuto come luce, nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre. E, se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto per giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.” (Giov. 12:46- 48) Le locuzioni “ultimo giorno” e “ultimi giorni” sono adoperate nella Bibbia, soventemente, per indicare il tempo in cui Gesù regnerà; allorquando saranno risvegliati i morti dalle tombe [soggiorno dei morti]; e quando il mondo, in generale, otterrà l’opportunità di credere, ubbidire e vivere per sempre. (I Tim. 2:4) E, cioè nel periodo di mille anni.

In questo “ultimo giorno” la Parola di Gesù, i suoi insegnamenti, costituiranno la base su la quale potrà fondarsi il giusto giudicio di tutti gli uomini, secondo il volere di Dio che vuole, “siano salvati tutti gli uomini e vengano alla conoscenza della Verità.”

I LIBRI APERTI

Nell’Apocalisse 20:12, Giovanni nella sua visione ci prospetta il giorno del “Giudizio finale,” scrivendo: “E vidi i morti, grandi e piccolo, che stavano ritti avanti al trono ed i libri furono aperti; ed un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro.” Or, tale visione, non vuol dire, nel suo simbolo, che i bilioni di morti, risuscitati, dovrebbero sfilare dinanzi al trono, per essere giudicati, ma che saranno in attesa d’essere giudicati, dalle autorità [il trono] di quel tempo secondo i propri meriti, o demeriti, come avviene, nel mondo, ove si attende l’istruzzione del processo che concerne un qualsiasi trasgressore delle Leggi.

Allorquando i nostri progenitori trasgredirono le Leggi di Dio, perdettero la privilegiata posizione che avevano presso Dio. E, senza il Suo favore era loro impossibile di continuare a vivere. Così, la loro vita si scorciò, fu piena di malanni e s’instaurò la morte, per loro, estendendosi ai figli. Ma Dio, nel Suo infinito amore, provvide loro la redenzione, a mezzo di Cristo e stabilì che, durante il veniente Giorno del Giudizio, sarebbero stati risvegliati tutti, dal sonno della morte, onde essere giudicati. E, a mezzo di Cristo, allora, riotterranno la posizione di favore dinanzi a Dio, come assicura l’apostolo Giovanni con la simbolica espressione “staranno ritti davanti al Trono.” Allora la condanna originale che ha funzionato durante tutti i secoli, sarà annullata.

E, nella nuova posizione favorevole, saranno giudicati, su quanto contiene il libro [e compiuto, allora]. Essi opinano che quel libro conterrà degli abbebiti o dei meriti, nei riguardi d’ogni persona da giudicare: ma non è così! Il Signore sa bene che, basandosi sui trascorsi della vita passata di tutti i “morti, piccoli e grande” niuno potrebbe, essere trovato degno di vivere in eterno. I libri contengono la Verità, per la quale i popoli [apprendendola ed osservandone i dettami] potranno essere giudicati degni di vivere la vita, in eterno.

Questa è la Verità, circa l’Opera redentiva per ottener la vita: osservare le Leggi divine, viverle ed essere giudicati degni di meritarla in eterno. La Verità consiste, anche di pervenire ad aver le “labbra pure,” come Iddio vuole che l’abbiano tutti, in quel tempo. Consiste, pure, nel tener presente l’ avvertimento di Gesù, dato in questi termini: “chi mi respinge, e non accetta le mie Parole, ha chi lo giudica; la Parola che ho annunziata, è quella che lo giudicherà, nell’ultimo giorno.” (Giov. 12:48) Allora, non esisteranno più altre forme di religiosità, “poiché la terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell’- Eterno, come le acque coprono il fondo del mare.”

La principale causa del tenebrore odierno, e delle superstizioni che attecchiscono nel mondo, trae origine dalla nefasta influenza di Satana, padre della mensogna. Ma egli sarà legato per mille anni, onde non possa più sedurre alcuno. (Apoc 20:1,2) In definitiva, mediante la sfolgorante luce della Verità, tutti i popoli discerneranno che, solo accettando Cristo, qual loro Redentore e Salvatore, ed osservando le Leggi del Regno Messianico, potranno vivere in eterno.

IL LIBRO DELLA VITA

Il pensiero di ottenere la vita, nel giorno del giudizio è simboleggiato in Apocalisse 20:12, dal “libro della vita,” in cui sarebbero scritti i nomi di tutti coloro che son considerati degni d’ottenerla. Altri libri furono aperti, nel contempo della conoscenza e su quanto dovrebbe esser conosciuto in quel tempo. In altri termini, il pensiero chiaro che si trae dal linguaggio simbolico del testo è che, in rispondenza del grado d’illuminamento su la Verità e sui doveri e compiti, rendendosene edotti e rispettandoli, avranno vita. Quindi, per le loro opere e comportamento saranno ritenuti degni, e saranno scritti nel “Libro della vita” ed avviati a vivere in eterno.

Questo è “il libro” della vita umana, nel quale, durante il periodo di prova, tutti coloro che proveranno d’esser degni d’aver il lor nome iscrittovi, vivranno su la terra quali perfetti esseri umani, uguale alle perfette condizione in cui era stato Adamo, nel Giardino dell’Eden, prima della sua trasgressione. In Apocc. 21:14, leggiamo l’apice dei beneficii cui si perverrà, in quel futuro “giorno”: “la morte non vi sarà più; nè ci saran più cordoglio, nè grido nè dolore, poichè le cose di prima sono passate.”

I GIUDICI ASSOCIATI

Il veniente giorno del giudizio non avrà il compito di stabilire quali sono, o no, i Cristiani, poiché, a tal tempo, i fedeli seguaci di Gesù avran diggià oltrepassato il lor periodo di giudizio ed han provato d’essere degni di “gloria, onore ed immortalità. (Rom. 2:7) Costoro saranno associati, nell ’Opera di giudicare l’umanità. Di essi Paolo scrisse: “Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E, se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime?”—I Cor. 6:2 Questi santi cui si rivolgeva Paolo si siederanno sul trono di gloria, con Gesù allorquando tutte le nazioni saranno giudicate da Lui, come rileviamo dalla parabola delle pecore e dei Capri, im Matteo 25:31-46.

In questa parabola, coloro che si qualificheranno meritevoli delle vita eterna su la terra, nel futuro giorno del giudizio, sono delle pecore che saranno alla destra del Re—Gesù—e dai capri che saranno alla sua sinistra. A quelli della destra, le pecore, per l’amorevole interessamento dimostrato, verso i loro simili, dirà: venite, voi, i Benedetti del Padre mio; ereditate il Regno che vi è stato preparato, sin dalla fondazione del mondo.” Ai Capri, invece, per il loro passato, improntato all’egoismo ed alla malià, dirà: “andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno [distruzione di fra il popolo]: in quanto la parabola, in costoro ravvisa gl’incorreggibili peccatori volontari, cioè quegl’esseri che non avranno ascolta il Profeta—Gesù Cristo.—Atti 3:23

Coloro che si atterranno allo Spirito dei “libri” aperti, manifesteranno lo Spirito d’Amore e di buona volontà ed avranno l’approvazione del Re [Gesù], come abbiamo precitato. Molti interpretano erroneamente la lococuzione “il fuoco eterno,” cui saran destinati i ‘capri,’ ravvisando in esso, una tortura eterna. Ma ciò non è esatto, poiché il ‘salario del peccato è la morte,’ mentre la ricompensa per la classe delle “pecore” consiste nell’ “ereditare il Regno,” quel Regno, o dominio della terra, che fu dato da Dio, ai nostri progenitori, allorché lo estese, sin dalla loro creazione, anche su quanto esisteva, cresceva e viveva in tutto il Creato, come c’è attestato nella Genesi 1:26, ove leggiamo: “… abbia [l’uomo] domino sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano su la terra.” Fu questo il Regno dato all’uomo “sin dal principio,” che esso perdette in seguito alla sua disubbidienza. E questo sarà riconcesso, restaurato, per i buoni e gli ubbidienti, alla chiusura del giudizio finale: del “giorno di mille anni.

NON ANCORA E IL GIORNO

Davide, rivolgendosi all’Eterno, scrive in questi termini dell’uomo: “tu l’hai fatto signoreggiare sulle opere delle tue mani”; e Paolo, commentando questa citazione, aggiunge: “Col sottoporgli [Iddio a Gesù] tutte le cose, Egli non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto. Ma, al presente, non vediamo ancora che tutte le cose, gli siano sottoposte; ben vediamo però Colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e d’onore, a motivo della morte che ha patito, onde, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.” (Salmo 8:6; Ebrei 2:8,9) Così, Paolo spiega che la morte di Gesù valse a provvedere la restaurazione della vita e della terra, dominio dell’uomo.

Ed è Gesù stesso che, nella Sua parabola, predice il tempo in cui sarà restaurato il perduto dominio dell’uomo, cioè, alla fine del Giorno del Giudizio mondiale, allorquando Egli dirà a coloro i quali hanno dato prova della loro degnità e dell’amore per la giustiziza, “venite, benedetti del Padre mio, ereditate il Regno, che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo.” Or, quando questo mirifico evento del Piano di Dio sarà compiuto, niuno potrà più dire con l’apostolo Paolo che “non vediamo ancora che tutte le cose le siano sottoposte [all’uomo],” poiché, a quel tempo, tutti conosceranno che il Supremo Disegno del Creatore è stato compiuto a mezzo di Cristo.

IL BENE ED IL MALE

Il peccato dei nostri progenitori consistette nel mangiare il frutto dell’albero “della conoscenza del bene e del male.” (Gen. 2:9) Il fatto che Dio piantò quest’ albero insieme con gli altri, nel giardino dell’Eden, suggerisce l’idea che Egli desiderava far intendere e discernere alle Sue perfette creature umane il bene ed il male. E l’aver permesso che mangiassero di quel frutto presenta l’aver voluto provare la loro ubbidienza e indica che Egli preconosceva di poterla ottenare solo dopo una lunga esperienza.

Iddio avvertì Adamo che la disubbidienza gli sarebbe costata le perdita della vita. (Gen. 2:17) Egli sapeva che la Sua creazione umana avrebbe dovuto passare l’esperienza sia del bene, che del male, in seguito alla disubbidienza. Questa dura esperienza è durata oltre seimila anni, lungo il cui corso il mondo è stato ripieno da dolori, sofferenze, malattie e morte. Certo tutti hanno sperimentata la conoscenza deleteria del male e le terribili conseguenze, risultanti dalla trasgressione originale commessa nell’Eden, mangiando del frutto dell’- albero della conoscenza del bene e del male.

Però, durante tutto questo tempo, l’umanità ha avuta una piccola opportunità d’apprendere la maniera di praticare il bene e conoscerne i beneficii ch’esso apporta. Invece, alcuni popoli, in diverse epoche, hanno sperimentato e, forse, anche, dei momenti più o meno lunghi, di gioia; ma, generalmente, alla decaduta e morente razza umana non è stato concesso tregua dal soffrire e gemere lungo il breve corso della vita, sotto il peso del peccato e della morte. L’uomo è andato aumentando queste sofferenze sotto l’impulso dell’egoismo che è andato degenerando in tutte le più inusitate forme d’efferratezza, dai giorni dell’Eden sino ai nostri tempi.

Ma con l’instaurazione del Regno di Cristo, su la terra, mediante le Sue Leggi di Giustizia, il male sarà eliminato, ed i morti ritorneranno per esser restaurati all’originale vita perfetta. Allora, per la prima volta, universalmente, l’umanità sperimenterà, in tutti i suoi effetti, “il bene,” e sarà reso edotto, singolarmente, ogni individuo, della convenienza assoluta di sceglier il bene, per vivere, sfuggendo il male che conduce alla perdizione ed alla morte.

In ciò consistette il proposito divino, nel permettere il male. Iddio non voleva che le Sue creature fossero dei burattini che avessero dovuto ubbidirlo come degli autòmi, senza discernimento, tenenze ed aspirazioni proprie. Egli volle che l’ubbidissero e servissero su loro scelta o desiderio e che costatassero, nelle loro esperienze, quale sarebbe stata la migliore via da seguire.

E questo volenteroso desiderio di servire il Creatore sarà manifestato dalla restaurata razza umana, alla fine del giudizio del Giorno Millenario. Allor, le genti del mondo intero conosceranno il Signore e discerneranno quale portentoso vantaggio potranno ottenere, nel porsi in perfetta armonia con Lui. E ciò perchè saranno istruiti del Suo profondo ed infinito amore che Egli ha fatto rifulgere su tutti provvedendo loro la Redenzione e la Salvezza, per mezzo di Cristo. E, al pari dei riscattati che torneranno, verranno a Sion con canti di gioia ed un’allegrezza eterna coronerà il loro capo, otterranno gioia e letizia ed il dolore ed il gemito fuggiranno.”—Isa. 35:10

INSTAURANDO IL REGNO

La Bibbia ci diviene chiara e comprensibile solo se fondiamo e crediamo nelle sue promesse, concernenti la risurrezione dei morti, Se la nostra fede riesce a trovare e stabilire una salda base su queste promesse, e, quindi, crede fermamente nella loro effettuazione, allora la Bibbia diviene un messaggio di persistente speranza e comforto, specialmente nei riguardi delle profezie, preannunzianti la instaurazione del Regno Messianico e la sua opera restauratrice.

Onde il Regno di Dio divenisse una realtà, fu necessario che Gesù risuscitasse dai morti, avendolo Iddio designato quale supreme Governatore d’esso; dipoi, al suo ritorno come ci è rivelato nel Nuovo Testamento, saranno risuscitati dalla morte coloro che appartengono alla classe Spirituale, poiché dovranno condividere il Regno con Lui. Or, in ogni generazione, dai giorni di Gesù, ad ora, alcuni fedeli hanno provata la loro degnità a tale alto onore. Di costoro l’apostolo Giovanni scrive: “Beato e santo è Colui che partecipa alla prima risurrezione … essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui mille anni.”—Apo 20:6

Allora, come già abbiamo rilevato, gli Antichi Dignitarii, che dovranno essere i rappresentanti terrestri del Cristo divino, saranno risuscitati dai morti alla “migliore risurrezione” [come c’è illustrato agli Ebrei 11:35]. D’essi Gesù disse “Che molti sarebbero venuti dal Levante e da Ponente, per assedersi a tavola con Abrahamo, Isacco a Giacobbe, nel Regno dei cieli.”—Matt. 8:11

IL REGNO NELLE SUE FUNZIONI

Così sarà coordinato il Regno del Messia di cui EGLI sarà il Governatore e Re. I viventi della generazione Israelita [radunati nella terra promessa], allorquando andrà in atto questo mirifico intervento divino, saranno i primi a ricevere l’opportunità delle benedizioni che verranno erogate, nel corso del Millennio. E tutti coloro che osserveranno le Leggi del nuovo Governo ne godranno gli effetti restauratori.

Una profezia, che inquadra gli eventi di quei giorni, la reperiamo in Zaccaria 8:13-17. Ci dice: “E avverrà che, come siete stati una maledizione fra le Nazioni, così, o casa di Giuda e casa d’Israele, io vi salverò, e sarete una benedizione. Non temete! Le vostre mani siano forti! Poiché così parla l’Eterno degli eserciti: Come io pensai di farvi del male allorquando i vostri padri mi provocarono ad ira, dice l’Eterno degli eserciti, e non mi pentii, così, di nuovo ho pensato in questi giorni [del Regno Messianico] di far del bene a Gerusalemme ed alla casa di Giuda: non temete! Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia alle vostre porte, secondo verità e per la pace, nessuno macchini, in cuor suo, alcun male contro al suo prossimo, e non amate il falso giuramento, perché tutte queste cose io le odio.”

Questi sono i principii di giustizia cui gli Israeliti dovranno attenersi, per meritare e ricevere le benedizioni Messianiche, nonché il privilegio d’erogarle a tutte le famiglie della terra.

ALLA IMMAGINE DI DIO

Un’ altra preziosa promessa che diverrà realtà, nel Regno Messianico, ci è enunciate da Geremia 31:31-34: “Ecco, dice l’Eterno, i giorni vengono che io farò un nuovo Patto con la casa d’Israele e la casa di Giuda; non come il Patto che fermai con i loro padri, i giorni che li presi per mano per trarli fuori del paese d’Egitto; patto che essi violarono, benché io fossi il loro Signore, dice l’Eterno; ma questo è il Patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni, dice l’Eterno: io porrò la mia Legge nell’interno del loro cuore, e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. E non insegneranno ‘conoscete l’Eterno,’ poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno: perché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.”

Davvero, è interessante la promessa di Dio d’infondere la Sua Legge nei cuori di tutti i componenti del Suo popolo, poiché ci prospetta, così, la condizione cui perverrà l’uomo, cioè alla imagine di Dio, qual fu creato Adamo! L’Opera che svolgeranno gli Agenti del Regno Messianico, consisterà, quindi, nel restaurare l’uomo alla perfezione originale alla imagine di Dio.

Quando l’uomo fu creato ebbe anche il dominio su la terra e quanto essa conteneva. (Gen. 1:27,28) Tal dominio sarà anch’esso restaurato. Gesù ci prospettò tale future condizione con una parabola, prefigurante tutte le genti radunate dinanzi a Lui. Egli separerà le une dalle altre, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra, dicendo loro: “Venite, voi, benedetti del Padre mio: ereditate il Regno che vi è stato promesso sin dalla fondazione del mondo.” (Matt. 25:34) Meditando con discernimento il senso della parabola, nella pecora identifichiamo la qualificazione del carattere richiesto [devoto, umile ed altruistico] per ereditare il dominio originale; mentre, nei capri [scontrosi, prepotenti ed egoisti] reperiamo il rigetto dei principii dell’Amore divino. Sotto l’ordinamento del Governo Messianico, l’Amore costituirà la base su cui poggeranno tutte le norme di legge e regolamenti divini, per esso sarà bandito l’egoismo e l’intera umanità lo riconoscerà ed accetterà la regola di vita, enunciate all’Israele da Mosè (in questi termini: “Tu amerai l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze … e non ti vendicherai, né serberai rancore contro i figliuoli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso.”—Deut. 6:5; Lev. 19:18

Con l’indirizzo ed i sentimenti d’amore, di rettiduine e di giustizia, a guida dei popoli, redenti dal peccato e restaurati alla vita perfetta, la terra costituirà la vera sede paradisiaca che Iddio donò all’uomo sin dalla sua creazione! E avverrà che ogni anima che non avrà ascoltato il Profeta [autorizzato da Dio: Gesù Cristo, nostro Salvatore] sarà del tutto distrutta di fra il popolo.” (Atti 3:22) : poiché la morte resterà quale pena personale per il peccatore volontario, onde in quel Regno non esisti più nulla e niuno che possa disturbare la gioia della razza umana restaurata.

Per quanto, molte fra le meravigliose promesse, che saranno realizzate, nel corso del Regno Messianico, furono espresse primieramente agl’Isrraeliti, la Bibbia ci assicura che ne usufruiranno anche i popoli di tutte le Nazioni, poiché Israele costituì il prototipo del mondo. Gl’Israeliti, ritornati in Palestina, avranno, per primi, l’opportunità di gioire delle benedizioni divine, ma, anche il resto dell’- umanità è incluso nella erogazione della misericordia e dell’infinito amore di Dio.

RESTAURAZIONE DI TUTTE LE COSE

Tutti i Profeti di Dio esposero eloquentemente, nelle loro predizioni, le ricche benedizioni che le Agenzie del Regno Messianico avrebbero erogate sia agli Ebrei che ai Gentili. Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Pietro descrisse il periodo, nel cui corso queste profezie diverrano realtà, definendolo “tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali [egli precisa] Iddio parlò per bocca dei Suoi Santi Profeti che sono stati sin dal principio.”—Atti 3:20,21

Allorché Pietro ha espresso il significato della testimonianza profetica, concernente le benedizioni del regno Messianico, indirizzandosi agli Ebrei presenti, disse loro: “Voi siete i figliuoli dei Profeti e del Patto che Iddio fece con i vostri Padri, dicendo: ‘nella tua progenie tutte le Nazioni della terra saranno benedette.”—Atti 3:25

In tal modo, Pietro spiegò che le promesse di Dio ad Abrahamo, per cui tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette per lui e per mezzo della sua progenie, avrebbe avuto l’adempimento mediante la restaurazione di tutte le cose. Noi sappiamo che Dio confermò ad Abrahamo tale promessa giurado sul proprio Nome Così mentre i fedeli antichi Dignitarii diedero prova d’assoluta fedeltà, rendendosi degni di servire nel Regno Messianico, dovranno attendere, tuttavia, nel soggiorno della morte, sinquando sarà affettuato il completamento di detta PROGENIE per essere risuscitati alla vita perfetta ed iniziare la loro opera quali Principi su tutta la terra.

La progenie terrestre, per la massima parte, e composta dai discendenti naturali di Abrahamo, mentre quella Spirituale sarà composta da entrambi: Israeliti e Gentili. Infatti, questa mirifica opportunità, dapprima, fù concessa esclusivasmente al popolo Israelita, e solo dopo che la rigettarono fù estesa ai Gentili.

La principale qualificazione, richiesta per coloro che devono espletare i loro compiti e le varie attribuzioni, nel servizio Messianico, risiede nella massima devozione del loro cuore, verso il Signore: cioè una lealtà ai principii divini di giustizia, per i quali furono propensi a sacrificare anche la loro vita, quando fu necessario. Fù questa la caratteristica di tutti gli Antichi Dignitarii, nonchè di Gesù e di tutti i Suoi fedeli seguaci.




L’Evangelo Per Tutti

Versetti Ricordevoli: Non c’è quì né Gudeo, nè Greco; non c’è nè shiavo, né libero; non viè né maschio, né femmina, poiché tutti voi siete uno, in Cristo.”
—Galati 3:28

Galati 3:7-14; 26-29

QUESTO STUDIO “EVANGELO per tutti” esporrà i dati Scritturali, attestanti che il Signore non intese limitare ad una sola nazione, né a molte il Messagio Evangelico. Difatti, sappiamo benissimo che Egli instruì precisamente i suoi discepoli ad andare dapertutto, nel mondo, a propagare l’Evangelo, non per convertire il mondo intero, nel corso di questa Era, ma per giungere a formare il numero di casa, in casa e, trattine uomini e donne, li metteva in prigions.” (Atti 8:3) Ma tale persecuzione, tuttavia, costituì una larga testimonianza dell’Evangelo.

ATTI 11:1-8

Le Scritture ci trammandano che, dopo quel triste scompiglio, la provvidenza divina operò più profondamente il consolidamento e l’estensione del ministerio dell’Evangelizzazione. E, dai sopracitati versetti, rileviamo che “Pietro, ai fratelli che lo rampognavano, per essere entrato in casa di uomini incirconcisi e mangiato alla loro tavola” ebbero questa risposta da lui: “… Io ero nella città di Ioppe, in preghiera e, in un’estasi ebbi una visione; una certa cosa, simile ad un lenzuolo, scendeva giù, dal cielo, e veniva sino a me … Ed udii, anche, una voce che mi diceva: ‘Pietro, levati, ammazza e mangia. Ed io dissi, in niun modo, Signore, perché nulla d’immmondo o di contaminato, mi è entrato in bocca … ma, una voce, per la seconda volta, mi rispose, dal cielo: le cose, che Iddio ha purificate, non farle tu immonde … Ed ecco che, in quell’- istante, tre uomini, mandatimi da Cesarea, si presentarono alla casa dove eravamo. E lo Spirito mi disse che andassi con loro, senza farmene scrupolo. Or, anche i sei fratelli [che son quì] vennero meco, in casa di quell’uomo, il quale ci raccontò come aveva veduto l’Angelo, che si era presentato in casa sua, e gli aveva ditto: ‘manda a Ioppe e fai chiamare Simone, per cui sarai salvato tu e tutta la famiglia tua.”

Fornito di questa autorizzazione divina, connessa ed avvalorata dalla visione avuta, Pietro fu entusiasta di proclamare l’Evangelo al Centurione dei Gentili ed a tutta la sua casa. E, indubbiamente, nell’esporglielo, fu—come sempre—guidato dai sentimenti espressi nel versetto ricordevole: “Noi non possiamo [né vogliamo] astenerci dal parlare delle cose che abbiamo vedute ed udite.”

“E, come aveva cominciato a parlare [alla piccola famiglia del Centurione Cornelio], lo Spirito Santo scese su loro, come scese [in riferimento alla Pentecoste] su noi e sugli Giudei.” Pietro rammentò, anche, la dichiarazione del Signore che diceva: “Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo.”

Quì, Pietro indica che egli non agì né parlò lasciandosi guidare da commozione, o esprimendò sentimenti suoi, ma quelli della PAROLA di DIO, dettatagli dallo Spirito Santo: onde fosse avvalorata la Volontà di Dio, nell’indirizzare Pietro ai Gentili. E, così, per chiarire definitavamente, ai suoi accusatori l’insolita ed inaspettata propagazione dell’ Evan gelo, ai Gentili, disse loro: “… se, dunque, Iddio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, che abbiamo creduto in Gesù Cristo, nostro Signore, chi ero io, da potermi opporre a DIO? Essi, allora, udite queste cose, si acquietarono e glorificarono Iddio, dicendo: ‘Iddio, dunque, ha dato il ravvedimento anche ai Gentili, affinché abbiamo vita.”




A Sion, Il Monte Santo, Gioia Di Tutta La Terra

IL PROFETA ISAIA 14:32 ci ricorda che “Il Signore fondò Sion ed in essa trovano rifugio i poveri del Suo popolo, siano Israeliti, che Cristiani. Ancora lui, invita i servi di Dio, i fedeli seguaci di Gesù, di cui già ha parlato al 49° cap., i quali compongono SION—la Nuova Gerusalemme—“a risvegliarsi, rivestirsi della loro forza … per annunziare, quali messaggeri di buone novelle, la pace … la salvezza e che Iddio regna.” (vs. 7) Quivi, il Profeta, parlando dei messaggeri della redenzione eterna, “sospira che, presto, vengano gli Apostoli, a propagare la pace ed il Regno di Dio su la terra.” (Rom. 10:15-17) Isaia incita, ancora (62:10) i seguaci del Messia, al par di Lui, servitori del Signore, “a passar per le porte, preparare il popolo, acconciare le strade, togliendone le pietre [gl’intralci], alzare la bandiera dinanzi ai popoli.”

I servitori svegli del Signore, attenendosi alle raccomandazioni di Gesù (Luca 21:36) ed alla profezia di Daniele, circa i “Purificati, gli affinati” [quali devono esser, di certo, divenuti] risponderanno all’appello, per il futuro; onde la testimonianza in Italia sia ancor più gloriosa di quella del passato. Tale testimonianza, oggi più d’ieri, consiste nella massima divulgazione al pubblico della letteratura Scritturale, mediante la quale propaghiamo ed illustriamo la PAROLA di DIO.

Questa letteratura perverrà ad indicare ai lettori il modo di vivere sotto lo stendardo del Regno di pace, equità e giustizia che, fra poco, verrà instaurato su la terra, dal Re dei re e Signore dei Signori. Gesù Cristo, Redentore e Salvatore del mondo. Gesù nostro Signore al presente sta raccoglicndo c preparando i Suoi fedeli componenti del Suo corpo (la sua Chiesa), onde on essi, al completo, instauri il Suo Regno.

Abbiamo, ancora, alcuni che chieggono [al pari di quel gli altri del tempo degli Apostoli]: “Dov è la promessa della Sua Venuata? A costoro, come rispose l’apostolo Pietero 2:1:16, diremo: “Non è con l’andare dietro a favole, artificiosamente composte, che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore, Gesù Cristo, ma perchè [oltre ad essere] testimoni fideli della Sua Maestà,” seguiamo attentamente gli adempimenti delle profezie, che ci furono prestabiliti, per discernere i segni, indicantici “il Giorno del Signore.” Ed essi sono i seguenti: “gli uomini verranno meno, per la paurosa aspettazione di quel che sarà per delle bombe nucleari];” le contestazioni, le rivoluzioni e le guerre, che vanno sconcertando il mondo (Matteo 24:7), per ottenere i diritti, contrastati dalla prepotenza e dall’- egoismo dei più forti; Israele divenuto nazione libera ed indipendente, giacchè “non è più calpestata dai Gentili” (Luca 21:24) e, infine, “al tempo della fine, molti saranno purificati, imbiancati, affinati [cioè messi alla prova ma solo i savii discernerammo i segni della presenza di Cristo].—Daniele 12:10

Anche noi siamo lieti, come lo fu l’Apostolo, nel dire ai fratelli: “voi, che non siete nelle tenebre, ma figliuoli di luce e del GIORNO [cioè del Regno],” non c’è bisogno d’avvisarvi, perchè non siate presi alla sprovvista, poichè avendo rivestiti la corazza della fede e dell’ammore e preso per elmo la speranza della salvezza (I Tess. 5:5-10), siete svegli. E toglierete le pietre dalle strade [gl’intralci procurati dalle false dottrine e teorie che s’evitano, istruendosi con la letteratura, chiarificatrice della PAROLA di DIO], onde “non inciampar giammai, poichè così sarà largamente provveduta l’entrata nel Regno Eterno del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.”—2 Pietro 1:11

Su queste basi Scritturali, noi ci prefiggiamo di rendere il 2005 ricco di benedizioni, per il popolo Italano, nell’offrire una larga testimonianza, cui partecipino, oltre i nostri fratelli, quei lettori che desidereranno gli stessi privilege, concessici dal Padre Celeste, per i meriti del nostro divin Salvatore e Maestro.

I mesi dell’autunno sono designate per effettuare della visite in villaggi e città, vicine alle residenze di coloro che già cooperano e di color che vorranno cooperare, alla distribuzione del messaggio divino.

Una quantità di trattatini, sarranno inviati, franchi di costo e di porto a coloro che ce li chiederanno, per distribuirli gratis al pubblico. SCRIVETE, quindi, ad “AURORA Via Dei Boroni 2 Agrigento 92100.

Quei fratelli, o lettori, che volessero dedicarsi al colportaggio della letteratura ci scrivano. Praticheremo dei prezzi speciali a chi ci farà richiesta. Speriamo che ogni fratello, o lettore, che disponga d’un pò di tempo, lo voglia dedicare ad una forma di proclamazione che preferirà, da solo, o in gruppo con altri volenterosi. Per qualsiasi delucidazione scriveteci all’indirizzo che vi abbiamo indicato.

Saluti nell’amor del nostro divin Maestr.




La Creazione

“Nel principio, Iddio creò i cieli e la terra.”
—Genesi 1:1

RIFERENDOCI ALL’ATTUALE celere accrescimento della conoscenza, in tutti i campi dello scribile umano, desideriamo porre in rilievo la stupefacente complessità dei progressi che gli sienziati hanno ottenuto e vanno ottenendo, ininterrottamente, nello scorcio di questo secolo, nel sondaggio e nella scoperta degli innumerevoli misteri dell’universo. Molti, fra costoro, spontaneamente, hanno riconosciuto e riconoscono che deve assolutamente presiedere un intelligente e Supremo Creatore, per poter coordinare in tanta perfetta armonia, quanto esiste e sussiste nell’universo. Il profeta Davide rilevò ed indicò mirabilmente questa verità, scrivendo: “I cieli raccontano la gloria di Dio ed il firmamento annunzia l’Opera delle Sue mani. Un giorno sgorga parole all’altro, una notte comunica conoscernza all’altra …”—Salmo 19:1,2

Riconosciuta l’indiscutibilità dell’insegnamento Scritturale, attestante che “Dio, nel principo, creò i cieli e la terra,” in ogni mente, libera da offuscamenti, affiora questa interrogazione; ‘quando ebbe inizio il principio’? La Babbia non ce lo dice, poiché il ‘precitato principio,’ di cui al nostro testo, non stabilisce un lasso di tempo indicante l’inizio e la fine. Tale precisazione non è necessaria per la saldezza della nostra fede, ma è di una vitale importanza, correlativamente, ai numerosi calcoli che hanno ef fettuati gli scienziatti, nelle investigazioni determinanti l’inizio della creazione.

Un indice del remoto passato, in cui ebbe inizio il principio della vita dell’universo possismo reperirlo calcolando la velocità della luce, risultante a 186.000 miglia, ogni secondo. La luna è il corpo celeste più vicino alla terra, per cui la sua luce vi giunge in un secondo ed quarto. La luce, emanate dal sole, impiega 8 minuti per giungere su la terra; ma, per giungerci la luce dell’astro più vicino alla terra occorrono 4 anni.

Con l’ausilio del telescopio installato a Palomar [California] si è riuscito a fotografare degli astri tanto distanti dalla terra, da richiedere duemila milioni d’anni per giungere la loro luce su la terra. Or, per essere pervenuti a fotografare tali asri, è logico che han dovuto trascorrere i precitati duemila milioni d’anni. Da ciò, gli scienziati deducono che la creazione è ancora più lontana di quanto lo sono quegli astri, che si è riuscito a fotografare.

Il dato di fatto, attestante che dei corpi celesti furono creati duemila milioni d’anni or sono, non prova che la terra sia tanto vecchia. Gli scienziati hanno eseguito calcoli su calcoli per stabilire che la sua età s’aggira sui 28 ai 300 milioni d’anni. Il sole, secondo sir James Jeans, avrebbe l’età di 7 milioni d’anni. Or, noi non siamo in grado di stabilire la misura approssimativa di tali calcoli che vanno assai oltre alle nostre facoltà intellettive, al pari della immensa Opera creativa di Dio, che miriamo ammiriamo, ma non siamo in grado di comprendere come possa esistere e sussistere, poiché la Bibbia, a tal proposito ci dice solo: “Avanti che i monti fossero nati e Tu avessi formato la terra e il mondo … ab eterno, in eterno, tu sei Dio.”—Salmo 90:2

La terra, nella immensità dell’universo di Dio, è un pianeta che, nelle Scritture, c’è indicato con la locuzione “cieli e la terra.” Prima che si adoperassero i potenti telescopii, si supponeva che la nostra Glassia [o via Lattea] fosse l’unica estensione dell’- universo, mentre, da un bel pò di tempo, gli scienziati sono riusciti ad individuare, per mezzo dei telescopii miloni di Galassie ed ognuna d’esse, pare che sia della stessa grandezza di quella a cui fa parte la terra. Ma ciò che troviamo stupefacente sta nell’- apprendere che questa Glassia, racchiude dieci bilioni di stelle. Alcuni scienziati hanno calcolato che il numero totale delle Glassie, sinora reperito dai telescopii, sarebbe, d’un milione di milioni. Infatti, uno dei Profeti dell’Eterno Iddio scrisse che “non si può contare l’esercito del cielo, nè misurare la rena del mare …”—Geremia 33:22

LA MERAVIGLIOSA CASA PER L’UOMO

Il profeta (Isaia 45:18) ci assicura che “I’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilità e non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata.” Di ciò, è ovvio dover desumere che Dio creò la terra, proponendosi d’adibirla quale dimora delle Sue creature e, principalmente, l’uomo, al quale ne avrebbe concesso anche il dominio, come rileviamo dalla Genesi.

Difatti, l’Eterno Iddio, nel creare i nostri progenitori, disse loro: “Crescete e moltiplicatevi, e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni animale che si muove su la terra.” (Gen. 1:28) Intanto, l’uomo per meritarsi tale retaggio, doveva attenersi alle leggi divine, con la massima lealtà. Invece, Adamo le infranse ed incorse nella pena prestabilita della morte. Però tale violazione non comportò uno sviamento del proposito divino, nell’aver creata la terra quale dimora dell’uomo. Difatti la Bibbia ci rivela che Dio, a mezzo di Cristo, concesse alla decaduta razza umana la redenzione, onde un’altra opportunità gli permettesse di rendersi degna di vivere nella meravigliosa dimora da Lui concessale. Quindi, al tempo che Egli ha stabilito per “la restaurazione di tutte le cose, l’uomo potrà riacquistare la perfezione originale e sarà immune dal peccato, per l’esperienza acquisita nella disubbidienza alla Legge del Creatore. L’apprendimento di qualche particolare concernente l’immensa Opera della creazione, oltre a renderci edotti della infinita sapienza ed onnipotenza estrinsecata, nel compierla, rafforza al massimo punto la nostra fede in Dio e nei Suoi amorevoli propositi di restaurare a nuova e perfetta vita tutta l’umanità. E la Sua Parola [la Bibbia] convalida esaurientemente questa nostra suprema speranza, in molte confermazioni Sritturali, fra le quali questa dell’apostolo Paolo, che trascriviamo: “… come tutti muoiono in Adamo, così, anche in Cristo saranno tutti vivificati …”—I Corinzi 15:21,22

Il grande progetto di restaurare alla vita perfetta i morti ed i morienti della decaduta razza umana è descritto nella Bibbia col termine ‘risurrezione.’ L’apos tolo Pietro adopera quella di ‘restaurazione’ [cioè, reintegrazione alle condizioni perfette concesse da Dio all’uomo, nel crearlo alla Sua imagine e somiglianza]. Egli spiega, anche, che “dei tempi della restaurazione di tutte le cose, Iddio ne parlò per bocca dei Suoi santi profeti che sono stati sin dal peincipio.” (Atti 3:19-21) Come gli eventi essenziali, concernenti l’opera della Creazione dell’uomo e, poi, la sua caduta, sono descritti nel primo capitolo della Bibbia, così c’è rivelato [sempre in essa] il Piano del Creatore per restaurare, sia la terra, che coloro ai quali la diede in dominio.

Ciò stante, la nostra fede nella Bibbia [che è la Parola di Dio] accresce smisuratamente, riconoscendo il sommo privilegio da Lui concessoci, nel rivelarci, oltre ai Suoi propositi, nei nostri riguardi, nel tempo e nella maniera che li ha stabiliti, delle caratteristiche essenziali, concernenti la terra. Vi diamo un esempio. Non è tanto lontano il tempo in cui si credeva che la terra fosse piana ed oggi c’è ancora qualche retrograde che lo crede. Le genti, e persino delle persone altolcate, sostennero per lungo tempo tale erronea veduta, sin quando dovettero riconoscere che ere rotonda. Intanto, oltre 3.000 anni or sono, l’ispirato profeta Isaia asseriva questa verità [acclarata poi, dalla scienza, dopo lunghi studii, dimostrazioni e discussioni], dicendo: “EGLI [Iddio] è colui che sta assiso sul GLOBO della terra.”—Isaia 40:22

Gl’indiani, in tempi, remoti, raffiguravano la terra situata sul dorso d’un elefante, che poggiava i piedi sul dorso d’una tartaruga! Tale immagine, forse, voleva significare [nella instabilità rappresentata dall’elefante, reggente tal peso, poggiante i piedi su d’una tartaruga!] che la terra si reggeva nel vuoto per miracolo. Anche i Greci avevano la stessa opinione, nel raffigurare la terra, retta su le spalle di un loro idolo, Atlante. La Bibbia, che è la Parola di Dio, per mezzo del profeta Giobbe, fu in grado di proclamare la verità, a tal proposito, 3.000 anni prima che i sapienti del mondo pervenissero a scoprirla. Infatti, Giobbe, parlando del sommo Potere di Dio, disse: “EGLI distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nula.”—Giobbe 26:7

È interessante conoscere la vastità della terra, rispetto agli altri corpi celesti. Essa, secondo i calcoli scientifici, ha una zona di 267.000 miglia cubiche e, di conseguenza, il suo tonnellaggio perviene ad una cifra che non potendola stabilire, con una certa approssimazione, ci esimiamo di riportarla, dato che tale materia va oltre le nostre facoltà intellettive [del resto tali dati interessano agli scienziati specializzati nella cosmologia e nella recente planetologia comparata]. Noi possiamo solo affermare, per intima convinzione scientifica acquisita, che la terra, rispetto ad altri corpi celesti, quali il sole, Giove e Saturno è ben piccola. L’enciclopedia moderna di Sir James Jeans [dal titolo ‘D’ondè il mondo e come’], comunica, alla pagina 14, che fuori della nostra orbita, esiste un corpo celeste, Andromeda, che dista 800.000 anni luce dai noi, ed è d’una così grande vastità da poter contenere, nella sua arèa, un numero imprecisabile di SOLI; mentre il Sole potrebbe contenere un milione e trecentomila globi terrestri ed il pianeta Saturn 900.

LA FONDAZIONE DELLA TERRA

Il Creatore chiese a (Giobbe 38:4-6): “Dove eri tu quando io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. Chi ne fissò le dimensioni? Giacché tu lo sai! O chi tirò sovr’essa la corda da misurare? Su che furono poggiate le fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare?” Alla luce delle investigazioni e risultanze geologiche, ormai costituenti dati di fatto, a queste domande, ora, si potrebbe rispondere enunciando le caratterstiche definitive circa la composizione della massa del globo terracqueo, il cui nucleo centrale—propulsore di vita, come un cuore—è composto di nikel e ferro incandescente.

Questo “elemento fondamentale” della terra, in un certo modo, può essere paragonato al caposaldo, o pietra angolare d’una piramide, ma, con la differenza, ch’è situato al centro. Così l’intero peso della terra fa pressione, in senso discendente, sul suo nucleo centrale. Nella ‘Creazione della terra [Enciclopedia di Scienza Moderna], pp. 192, 193, il Prof. J. W. Gregory menziona sette massicce fondamenta che reggono il peso della terra, le quali—a suo dire—sono dislocate: una nel Nord e una nel Sud America; una in Asia; una in Africa; una in Australia, e due in Europa.

Mentre per gli Oceani, che devono sopportare enormi pesi, Iddio ha provveduto a coprire i fondi con massicci strati di basalato, per i continenti, l’Eterno provvedè delle fondamenta assai più salde. Perciò, l’ispirato Salmista scrisse che “Egli [Iddio] ha fondata la terra sulle sue basi [ed essa] non sarà, smossa mai, in perpetuo.”—Salmo 104:5

MISURAZIONI

Iddio rivolse quest’altra domanda a Giobbe, cioè: “Chi ne fissò le dimensioni [della terra], che tu sappia? E chi distese sovr’essa la corda [per misurarla]?” (Giobbe 38:5) Qualsiasi architetto, che s’accinge a tracciare un piano, per la costruzione d’un fabbricato, ne traccia il disegno, su carta millimetrata, degli interni e degli esterni, in ogni minimo particolare. Or, le misurazioni, da lui eseguite, costituiscono, per l’esecutore materiale della costruzione, la base essenziale, sia nel senso d’agibilità e durabilità che dell’estetica e, di conseguenza, tenendo presente che le precitate misurazioni sono fondate su regole matematiche, deve attenersi scrupolosamente ad esse, nel corso della esecuzione del lavoro.

Questi furono gli alti Disegni del Creatore, non certo fissati nella maniera umana, perché il Potere, il Volere e l’Intelligenza del Grande Architetto dell’Universo non possono essere paragonati a quelli dell’uomo. Il diametro della terra, approssimativamente, è di 8.000 miglia. Tale misurazione ridonta utile per rendersi conto, come già abbiamo enunciato, della sua vastità, rispetto agli altri corpi celesti.

Generalmente, gli scienziati opinano che gli oceani andarono formandosi, su la terra, mediante il vapore acqueo ch’essa andò sprigionando, man mano che la sua massa incandescente andava raffreddandosi. Ciò stante, il diametro della terra servì a determinare il quantitativo delle acque prodotte dalla evaporazione. Or, mentre la luna, essendo più piccola, emanò dei vapori in una quantità così minima, che man mano andarono prosciugandosi e, quindi è priva d’acque; in Giove e Saturno avvenne il contrario, poiché questi due grandi Pianeti, nel raffreddare le loro enormi masse incandescenti, sprigionarono una tale quantità di vapore da allagare le propie superficie, formando, perciò, in alcuni punti, dei vasti ed alti ghiacciai. Da quanto abbiamo esposto, possiamo dedurre che il grande Architetto dell’Universo, avendo stabilito che la terra doveva essere abitata dall’uomo, ne determinò la vastità sufficiente per la sua dimora e per la susistenza sua e della restante creaszione, concessagli in dominio. Certo, il grande Architetto sapeva bene quello che intendeva creare.—Continua Nel Prossimo Numero



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