AURORA
Novembre-Dicembre 2016

Contenuto Di Questo Numero

  1. “E La Parola Si È Fatta Carne”
  2. Dio Promette Un Salvatore
  3. L’affermazione Della Promessa
  4. Dio Ha Promesso A Zaccaria Un Figlio
  5. La Promessa Di Un Salvatore, È Nata Da Dio

SOGGETTI PIU’INTERESSANTI DELL’AURORA

“E La Parola Si È Fatta Carne”

“E la parola si è fatta carne e ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria, dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.”
—Giovanni 1:14

NEL NOSTRO VERSETTO DI apertura, l’espressione “Parola” è una traduzione dal Greco—logos. Una nota di Wilson nella Diaglott in questo versetto spiega il significato di loghi come è applicata ai costumi del mondo antico. Parafrasando la nota in calce: negli antichi regni, un ufficiale era designato dal re di essere la sua “parola” o il suo portavoce. L’ufficiale stava sui gradini adiacenti al trono, separati dal re da una finestra con una grata. La finestra era coperta con un drappo di seta, ma aveva una apertura attraverso la quale il re avrebbe dato comandi al funzionario. L’ufficiale avrebbe, a sua volta, comunicato i comandi del re agli ufficiali, ai giudici e assistenti, se necessario. In tal modo, secondo l’interpretazione greca, questo ufficiale era considerato il logo del re. (Il suo portavoce.)

Utilizzando questa parola greca come un titolo dato a Gesù, Giovanni si riferisce a Lui come la Parola o Logos, durante la Sua preesistenza umana, in cui ha vissuto come un essere spirituale nel Regno celeste. Paolo afferma che Gesù, come i Logos preumani, era il “primogenito di tutta la creazione,” ed è stato usato da Dio per creare “tutte le cose nei cieli e sulla terra,” e “tutti, per mezzo di lui e per lui, sono stati creati.” (Col. 1:15,16) Allo stesso modo, in Apocalisse 3:14, il Logos viene indicato come “il principio della creazione di Dio.”

La nostra Scrittura afferma che il Logos, è il più alto di tutti gli esseri spirituali creati, ma umiliò se stesso e «si è fatto carne». Cioè, per la potenza di Dio, ha subito un cambiamento di natura da uno spirito in quello di un essere umano. Gesù fu “nato da donna”, di una natura “inferiore agli angeli,” e venne ad abitare sulla terra come uomo perfetto. (Gal. 4:4; Eb. 2:9). In questa forma umana perfetta, Egli volentieri “ha dato se stesso in riscatto per tutti, per essere testimoniato a tempo debito.” (I Timoteo 2:6.) Paolo, citando il meraviglioso esempio di Gesù in umiltà, dichiarò: “Essendo ricco, si è fatto povero, affinché voi diventaste ricchi attraverso la sua povertà” (2 Cor. 8:9). Paolo disse anche per quanto riguarda Gesù: “il quale essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso prendendo la forma di un servo, divenendo simile agli uomini; e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce.”—Fil. 2:5-7

UN MIRACOLO

La vita terrena di Gesù non ebbe inizio con la consueta modalità del concepimento umano. Egli non aveva un terreno padre biologico. Invece, il Suo Padre celeste prese il principio vitale precedentemente trovato nel Logos e, per miracolo, impiantò l’embrione di un essere umano nel grembo di Maria. Per annunciare questo, “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine, promessa sposa di un uomo di nome Giuseppe, ... E il nome della vergine si chiamava Maria. E l’angelo, entrato da lei, le disse: “Salve o grandemente favorita, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne.”—Luca 1:26-28

Quando Maria vide Gabriele e sentì il suo messaggio, lei era “molto turbata, e cominciò a domandarsi, cosa potesse significare un tale saluto” (versetto 29 Traduzione Nuova Diodati). L’angelo la rassicurò, dicendo: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.” (Versetti 30,31) In seguito viene detto che l’annuncio a Maria da parte di Gabriele riguardante la nascita di Gesù era stato fatto “prima che fosse concepito nel grembo.” (Luca 2:21) Così abbiamo la conferma di questo grande miracolo di Dio.

IL TEMPO DI DIO

Il tempo della nascita di Gesù è stato un anno favorevole, e senza dubbio benedetto da Dio. Precedentemente a questo evento, il re dell Impero greco aveva portata la lingua greca ad essere parlata in gran parte del mondo. Così un linguaggio comune fu utilizzato per trasmettere e registrare un evento così importante. Inoltre, è stato anche un momento di relativa pace, perché l’impero romano aveva conquistato gran parte del mondo. Perciò, è stato un momento più favorevole per l’inizio del Vangelo, centrato su Gesù. Molte altre lezioni preziose si trovano nelle Scritture in materia di provvidenze che circondano la nascita di Gesù.

“Ora in quei giorni, fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto, che si compisse il censimento di tutto l’impero. . . . E tutti andarono a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Ora anche uscì Giuseppe da Nazaret, della Galilea, per recarsi in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide.” (Luca 2:1-4) Attraverso la provvidenza di Dio, perciò al momento giusto in tempo, l’imperatore romano emise un decreto per quanto riguardava la tassazione del suo impero in tutto il mondo. Tale decreto richiese che ogni maschio tornasse alla città del suo lignaggio familiare che, per Giuseppe, era Betlemme. In questo modo provvidenziale, Giuseppe e Maria furono indotti ad andare nella città che aveva profetizzato Michea. “Ma tu, o Betlemme Efrata, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni.”—Michea 5:2

Maria, giunta al termine della gravidanza era pronta a dare alla luce Gesù, in qualsiasi momento, e affrontò il viaggio quasi 70 miglia con Giuseppe da Nazareth a Betlemme. Possiamo bene immaginare la difficoltà e il disagio che deve avere avuto durante questo viaggio. Ma arrivati a Betlemme, Giuseppe e Maria “non c’era posto per loro nella albergo.” Lei “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia.” (Luca 2: 7) La parola “mangiatoia” si riferisce ad una mangiatoia per gli animali. Pochi bambini nella storia di Israele erano probabilmente mai nati in tale umile luogo.

Notiamo, tuttavia, non vi è alcuna traccia della minima denuncia o insoddisfazione da parte di Giuseppe e Maria per questa disagevole condizione. Ci viene in mente la lezione di Gesù che in seguito ha dato ai Suoi seguaci di “non essere troppo ansiosi” delle cose per la vita presente, perché il nostro “PADRE CELESTE HA UN PIANO” e sa che avete bisogno di queste cose. Anziché Gesù disse: “di cercare prima il Regno e farne lo scopo principale.”—Matteo 6:25-33

UMILI PASTORI

Dio annunciò il grande evento della nascita di Gesù come essere umano tramite i Suoi potenti angeli. Anche se la sapienza mondana avrebbe fatto altrimenti, gli angeli sono stati inviati a umili pastori che erano nei loro campi, a guardare al loro gregge di notte. In quel tempo, era fondamentale che, i pastori rimanessero con le loro greggi durante la notte a guardia dei ladri e degli animali selvatici in un umile, ma importante compito, questo è un insegnamento per noi dell’importanza che Dio pone su questa qualità del carattere, come ci viene detto: “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”—Giacomo 4:6.

I pastori in genere non hanno molta istruzione formale. Tuttavia, essi sono noti per essere un gruppo di persone che motivano e pensato profondamente, avendo molte ore per riflettere e discutere uno con l’altro dei vari soggetti. Mentre guardavano le greggi Dio trasformò i loro pensieri ponendo nella loro mente le parole del pastore Davide, verso di Lui, “L’anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra giubilanti. Mi ricordo di te sul mio letto, penso a te nelle veglie della notte.” (Salmo 63:5-6) Chi alza gli occhi verso il cielo stellato, sicuramente avrebbe gli stessi sentimenti del salmista quando disse: “I cieli narrano la gloria di Dio; e il firmamento annunzia delle sue mani.”—Salmo 19:1

È stato a questo gruppo di umili pastori che Dio mandò il primo messaggio riguardante Colui che fu generato e fatto carne. Nel racconto si legge: “ora in quella stessa regione c’erano dei pastori che dimoravano all’aperto, nei campi, e di notte facevano la guardia ai loro greggi. Ed ecco, un angelo del Signore si presentò, e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo gli disse: Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà.” (Luca 2: 8-10) L’espressione “buona novella” deriva da una parola greca che in altre parti del Nuovo Testamento è stata tradotta con la parola familiare “per annunciare una buona notizia” “Vangelo.” L’angelo del Signore spiegò ciò che queste buone novelle sono state, dicendo: “Per voi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo, il Signore.”—Versetto 11

Proseguendo l’angelo disse ai pastori: “E questo vi servirà di segno: segno a voi; voi troverete un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia.” (versetto 12) Questa informazione fu necessaria on solo per identificare che quel bambino di Betlemme fosse il Salvatore, ma anche per guidare i pensieri e l’attenzione dei pastori sulle circostanze umili che caratterizzarono la nascita di Gesù. “Ad un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra sugli uomini in cui si posa il suo favore” (versetti 13,14). Non abbiamo ancora visto la pace in tutta la terra, né la buona volontà verso tutti gli uomini. Al momento continuiamo a vedere le guerre, la violenza, l’ingiustizia, la malattia, il dolore e la morte. Questo è a motivo del lavoro di selezione per completare il corpo di Cristo, che continua ancora, come ci viene detto: “Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la manifestazione dei figli di Dio.” (Romani 8:19) Una volta che il lavoro sarà finito, le parole pronunciate dalle schiere celesti saranno soddisfatte.

Dopo che gli angeli hanno lasciato i pastori, dissero: “Andiamo fino a Betlemme, per vedere ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono quindi in fretta, e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, che giaceva in una mangiatoia. Dopo averlo visto, divulgarono quanto era stato loro detto di quel bambino. E tutti coloro che udirono, si meravigliarono delle cose raccontate loro dai pastori. “Tornando alle loro greggi, i pastori glorificarono e lodarono Dio” per tutte le cose che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.” —Luca 2:15-18,20

GENITORI ESEMPLARI

“Maria custodiva tutte queste parole, meditandole in cuor suo.” (Luca 2:19, Nuova Diodati) Maria e Giuseppe si erano dedicati ad essere genitori di Gesù, vegliando su di Lui in un modo che sarebbe piaciuto a Dio. In ubbidienza alla Legge data a Israele, Giuseppe e Maria circoncisero Gesù l’ottavo giorno. (Levitico 12:1-3; Luca 2,21) “Trentatré giorni dopo,” quando i giorni della loro purificazione secondo la Legge di Mosè furono compiuti, hanno effettuato l’acquisto a Gerusalemme, di un paio di tortore o di giovani colombi per presentarli al Signore, (come sta scritto nella Legge del Signore, ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;) offrendoli in sacrificio come parlava la Legge del Signore.—Luca. 2:22-24

Sotto la Legge ebraica, si dovevano portre (Levitico 12:6) un “agnello di un anno come olocausto, e un giovane piccione o una tortora come sacrificio espiatorio.” Tuttavia, la Legge anche stabiliva che “se i suoi mezzi non sono sufficienti per un agnello, poi prenderà due tortore o due giovani colombi; quello per l’olocausto, e l’altro per il sacrificio espiatorio e il sacerdote farà l’espiazione per lei, ed ella sarà pura.” (versetto 8, versione riveduta) Con questo comprendiamo che Giusseppe e Maria dovevano essere poveri, perché non viene fatta menzione nel racconto Luca di un agnello, ma di due tortore o colombi.

SAGGI PROVENIENTI DA ORIENTE

Secondo il Vangelo di Matteo: “Ora, dopo che Gesù era nato a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco dei magi dall’oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo.” (Mt. 2:1,2) Notiamo che la Bibbia non stabilisce da nessuna parte quanti uomini saggi fossero venuti, anche se in genere si ritiene fossero stati tre, dato che questo è il numero dei regali che hanno portato. —versetto 11

Cercando il Re dei Giudei, i saggi, naturalmente, andarono per prima al palazzo di Erode, il governatore romano sulla regione della Giudea, per chiedere. “All’udire ciò il re Erode fu turbato e con lui tutta Gerusalemme.” (versetto 3) Erode probabilmente si sentiva minacciato per quanto riguardava la propria posizione di sovrano. Altri a Gerusalemme erano anche turbati, forse riferendosi a coloro che avrebbero potuto guadagnare alcuni vantaggi a causa della posizione di Erode come sovrano.

Erode “e radunato tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo,” chiese a loro se sapessero dove Cristo sarebbe nato. Avendo familiarità con le profezie riguardanti il Messia, i sommi sacerdoti e gli scribi immediatamente risposero: “a Betlemme di Giudea.” Erode chiamò i saggi privatamente e chiese loro da quanto esattamente era apparsa la stella, poi li inviò a Betlemme, dicendo: “Andate e informatevi accuratamente del bambino; e quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo”. Questo fu un inganno da parte di Erode, perché voleva sapere esattamente dov’era il bambino Gesù per ucciderlo, e quindi proteggere così proprio dominio.—versetti 4-8

Dopo i saggi andarono dal re Erode, “la stella che avevano visto in Oriente, andava davanti a loro, finché giunta sul luogo dove era il bambino sì fermò”, e “Si rallegrarono, di grandissima gioia.” Entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre, e prostratisi, lo adorarono. Poi aperti i loro tesori, gli offrirono doni; oro, incenso e mirra. Quindi divinamente furono avvertiti in sogno di non tornare da Erode, ma per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.”—versetti 9-12

Giuseppe e Maria erano senza dubbio sorpresi dei doni generosi ricevuti da questi sconosciuti venuti da una terra lontana. Comunque questi regali preziosi furono dati proprio al momento giusto. Il valore di questi costosi doni potrebbe probabilmente essere stato utilizzato da questa povera famiglia a far fronte alle spese durante il viaggio in Egitto, che avrebbe presto dovuto fare.

Ognuno di questi doni aveva anche un significato simbolico. L’oro, un metallo relativamente raro e considerato prezioso nel corso della storia, è stato un regalo perfetto per un futuro Re mandato da Dio. L’oro viene utilizzato in tutte le Scritture come rappresentazione della natura divina e la gloria associata con Dio e dei Suoi attributi di carattere; la saggezza, la giustizia, l’amore e la potenza.

Incenso deriva da una parola ebraica che significa “essere bianco.” Questa essenza è tratta dalla linfa di un particolare albero trovato in alcune parti d’Arabia. Amaro al gusto, produce un odore aromatico se bruciato. L’incenso era uno degli ingredienti profumati sbriciolati sopra l’altare d’oro nel Santo del Tabernacolo. Fu anche messo in cima ai pani dell’offerta che parimenti risiedevano nello stesso comparto. (Es. 30:34-38; Lev. 24:7) Poiché questa essenza fu ampiamente utilizzata nella disposizione del Tabernacolo, questo dono sembra indicare il tempo di servizio sacerdotale di Gesù.

La mirra è una resina aromatica ottenuta dalla linfa di un albero originario del deserto arabo e in parte dell’Africa. Come l’incenso, è amaro al gusto. Nei tempi antichi è stato utilizzato in trattamenti di bellezza e pulizia. Per esempio, prima che una donna potesse vedere il re Assuero, doveva completare vari trattamenti, alcuni dei quali erano fatti con “olio di mirra.”(Ester. 2,12) La mirra è stato anche uno degli ingredienti (Es 30:23-25) “dell’olio santo.” La mirra ben raffigurava in anticipo la vita amara di sofferenza per Colui che sarebbe stato “uomo dei dolori che ben conosce il dolore.”(Isaia 53:3) In effetti, fu proprio in questa sofferenza che si è sviluppato in Gesù la bellezza spirituale e la purezza del suo carattere.

PUNTO DI VISTA DI UN UOMO SAGGIO

I presepi hanno rappresentato la visita dei saggi che andarono in Betlemme, o poco tempo dopo, la notte della nascita di Gesù. Tuttavia, numerosi riferimenti scritturali indicano che i saggi probabilmente siano stati prima a Nazareth, e che la loro visita è stata dopo un certo periodo di tempo dalla Sua nascita. Se i saggi avessero visitato Gesù a Betlemme, poco dopo la Sua nascita, Giuseppe e Maria avrebbero dovuto aspettare quasi nove settimane, come minimo, prima di fuggire in Egitto. Questo è a causa dei requisiti della Legge, citati in precedenza, della circoncisione di Gesù ‘l’ottavo giorno, seguito poi da altri trentatré giorni per completare la purificazione di Maria. Dopo questo, il racconto di Luca dice, sono andati a Gerusalemme ad offrire un sacrificio in accordo con la Legge. (Lev.12:6; Luca 2:21-24) Tuttavia, il racconto di Matteo afferma che Giuseppe non ha aspettato a fuggire in Egitto, ma partirono durante la notte, subito dopo la partenza dei saggi. Infatti si legge: “Quando furono partiti, un angelo del Signore apparve a Giuseppe in un sogno, dicendo: alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire. Egli dunque destatori, prese il bambino e sua madre di notte e si rifugiò in Egitto.” —Matt. 2:13,14

Se i saggi avevano portato in dono, oro, incenso e mirra al tempo della nascita di Gesù a Betlemme, Giuseppe e Maria avrebbero avuto i mezzi per acquistare e portare un agnello in olocausto quarantuno giorni dopo. Sicuramente, conoscendo il significato della nascita miracolosa di Gesù, non avrebbero trattenuto di utilizzare i doni ricevuti dai saggi per comprare un agnello, ed adempiere così i requisiti della Legge. Tuttavia, poiché i saggi non li visitarono fino a dopo l’adempimento di tali obblighi, Giuseppe e Maria non avevano i mezzi con cui offrire un agnello.

Matteo 2:8, citato in precedenza, in un primo momento sembra contraddire questi pensieri, dicendo che Erode ha inviato i saggi “a Betlemme,” dicendo loro di cercare lì Gesù. Non c›è nulla in questo versetto, tuttavia, il che indica che Gesù era ancora lì, o che i saggi erano andati lì. In realtà, il racconto dice successivamente che la stella “è andata prima di loro,” e li ha guidati fino al luogo “dove era il bambino” (versetto 9) Se Gesù fosse stato a Betlemme, non ci sarebbe stato probabilmente il bisogno della guida della stella, Betlemme si trovava sul percorso di viaggio principale che porta a sud di Gerusalemme, ed è solo un paio di miglia di distanza. Tuttavia, Nazaret si trovava novanta miglia a nord, e i saggi avrebbero sicuramente avuto bisogno della guida della stella per trovare Gesù. Così, anche se Erode può aver pensato che Gesù era ancora a Betlemme, ha incaricato i saggi di andare lì e riferire, ma l’intera questione fu annullata in caso contrario da Dio.

Alcuni ulteriori punti devono essere considerati per quanto riguarda il luogo e l’orario della visita degli uomini saggi. Matteo 2:11 afferma che entrati “nella casa” quando hanno presentato i loro doni a Gesù. In Luca 2:7, il racconto descrive la notte della nascita di Gesù, “fu fasciato e posato . . . in una mangiatoia; perché non c’era posto per loro nell’albergo,” cioè, Giuseppe e Maria non erano in una casa al momento della nascita di Gesù. Inoltre, la notte della nascita di Gesù, ai pastori era stato detto che avrebbero trovato “bambino.” [Grecho: brephos, un—bambino appena nato] avvolto in fasce (Lc. 2,12) Al contrario, i saggi venuti a vedere “il bambino” [greca: paidion, un bambino nato da un po’]. Questa parola greca è usata sei volte nel contesto di Matteo 2 relativo alla visita dei saggi. (versetti 8,9,11,13,14) Infine, quando Erode si rese conto che era stato “deriso dai saggi”, emise un comando che: “Tutti i bambini che erano in Betlemme, . . . da due anni in giù” dovevano essere uccisi.” (Matt. 2:16) Qui prendiamo atto che il comando era che tutti i bambini fino ai due anni di età, non solo ragazzi appena nati, dovevano essere uccisi.

Tali dettagliate e minuziose descrizioni, come sono citate nei paragrafi precedenti, possono sembrare eccessive alla nostra comprensione, riguardo le modalità di Dio del dono del Suo Figlio diletto. Tuttavia, esse servono come testimonianza del nostro Padre celeste e la cura provvidenziale su quelli con i quali ha a che fare, e usare nello svolgimento dei Suoi scopi eterni, per il bene eterno dell’uomo. Non dobbiamo mai perdere di vista la Sua saggezza infallibile e di previdenza.

“I SUOI NON L’HANNO RICEVUTO”

Durante il primo avvento di Gesù ‘molto pochi lo riconobbero come il figlio di Dio. “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a tutti quelli che credono nel suo nome.” (Giovanni 1:11,12) La parola “Believe”è tradotto da una parola greca che non significa semplicemente una convinzione mentale o intellettuale, ma ha un significato molto più profondo, di avere fede, di affidarsi, per agire.

Coloro che hanno fiducia e si impegnano pienamente a seguire le orme del Signore avendo la certezza che anche se subì “la sofferenza della morte,” ora è “coronato di gloria e di onore,” così che assaggiato “la morte per tutti.” (Eb. 2:9) Nel prossimo Regno di giustizia, l’umanità vedrà e realizzerà che hanno un Re saggio, giusto, potente, amorevole e misericordioso—“un Salvatore, che è il Cristo Signore.”



STUDI BIBLICI INTERNAZIONALI—Lezione Uno

Dio Promette Un Salvatore

Versetto chiave: “Ed ecco, tu concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù”—Luca 1:31

Scritture selezionata: Luca 1:26-38

SECOLI MOLTI PRIMA DEGLI eventi descritti nella lezione di oggi, Isaia predisse la dichiarazione di Dio che una vergine avrebbe concepito e partorito un figlio che sarebbe stato chiamato Emmanuele. Ulteriori dettagli riguardanti questa nascita miracolosa del Messia di Israele, così come il Suo ruolo espansivo nel portare la pace, la giustizia e la vita di tutti i membri disposti e ubbidienti della famiglia umana durante il Suo secondo avvento, furono registrati nel tempo.—Isaia 7:14; 9:6,7

L’adempimento iniziale della profezia di Isaia si verificò quando l’angelo Gabriele apparve a Maria, una vergine di Nazareth, che era stata promessa sposa ad un uomo di nome Giuseppe. Gabriele proclamò che Maria era stata fortemente favorita da Dio.—Luca 1:26-30

Nel nostro versetto chiave, Gabriele informa Maria che avrebbe concepito e partorito un figlio che sarebbe stato chiamato Gesù. Gabriele poi fornì ulteriori informazioni a Maria riguardo a questo evento miracoloso. “Questi sarà grande, e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio darà a lui il trono di Davide suo padre: ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno; e il suo Regno non avrà fine”—versetti 32,33

Dal momento che lei era vergine, Maria, era perplessa su come avrebbe potuto avere un figlio. Gabriele la informò che avrebbe concepito per la potenza dello Spirito Santo. Egli ha inoltre dichiarò che la sua parente, Elisabetta aveva concepito un figlio, “nella sua vecchiaia,” ed era attualmente a sei mesi nella sua gravidanza.—versetti 34-36

Con grande gioia nel suo cuore, Maria acconsentì con fede alla disposizione divina, che sarebbe stata lo strumento che avrebbe partorito il Figlio di Dio venuto sulla terra in forma umana in modo da fornire un riscatto per Adamo e la razza morente del genere umano a causa del peccato. Questa dimostrazione di fede di Maria nella capacità di Dio di compiere ciò che si propone di fare dovrebbe ispirarci a meditare su questa porzione della Scrittura. “Per Dio nulla è impossibile.”—versetti 37,38

A seguito della nascita del nostro Signore, ministero, morte e risurrezione, i fedeli seguaci di Cristo durante questa Età del Vangelo hanno ricevuto un invito a partecipare al ministero della riconciliazione. (2 Cor. 5:18,19) Questo lavoro sarà per lo scopo di assistere i membri disposti della razza umana caduta a riguadagnare il favore di Dio e raggiungere la vita eterna sulla terra.

Pietro indica che, come il corpo di Cristo, abbiamo ricevuto “preziose e grandissime promesse.” Se afferriamo e applichiamo l’importanza di queste promesse, il risultato supererà qualsiasi cosa la mente umana può afferrare. Anche se la natura divina è stata offerta a coloro che fanno questo, se non fosse per l’amore di Dio e magnifica generosità, nessuno tra di noi, in quanto esseri caduti impantanati nella fossa del peccato, potrebbe intraprendere una tale prospettiva di futuro esaltante.— 2 Pietro 1:2-4

La speranza di aiutare Cristo a sradicare il peccato durante il Regno di giustizia ci dovrebbe incoraggiare ad esercitare la fede in ubbidienza alla Parola del Padre celeste, che tutti i Suoi scopi saranno adempiuti.



STUDI BIBLICI INTERNAZIONALI—Lezione Due

L’affermazione Della Promessa

Versetto chiave: “Allora Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore. E il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore.”
—Luca 1:46,47

Scritture selezionata: Luca 1:39-56

DOPO AVER APPRESO CHE la sua parente Elisabetta era incinta, Maria viaggiò una distanza considerevole dalla sua casa per farle visita. Elisabetta salutò l’arrivo di Maria con calore, ed il saluto avvenne anche dal futuro nascituro, Giovanni Battista, che “le sussultò nel grembo.”—Luca 1:39-41

Sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, Elisabetta riconobbe il privilegio unico di Maria di essere la madre di Colui che sarebbe diventato il Salvatore di Israele e tutta la famiglia umana. Ha detto a Maria, “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. E dove è questo a me, che la madre del mio Signore venga a me? Poiché, ecco, non appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino sussultò nel mio grembo di gioia. E beata colei che ha creduto: perché le cose dette da parte del Signore avranno adempimento.”—versetti 42-45

Il nostro verssetto chiave riflette il riconoscimento di Maria di essere la destinataria di tale favore indicibile. Si sottolinea inoltre la volontà di rendere la gratitudine a Dio per conferire tale onore su di lei, e la grande gioia che ha portato al suo spirito.

Il cantico di lode di Maria, registrato nei versetti successivi, esalta quanto Dio aveva fatto per lei e che Lui è il suo Salvatore. Lei riconosce la Sua misericordia, notando il Suo potere di disperdere i superbi nei pensieri dei loro cuori, rovesciando i potenti dai loro troni, innalzando gli umili. Infine, Maria dà voce alla fedeltà di Dio verso Israele come ricorda le promesse fatte ad Abramo e alla sua progenie.—versetti 48-55

Dopo un soggiorno con Elisabetta per circa tre mesi, Maria tornò a casa sua a Nazaret. (versetto 56) Al suo ritorno, molto probabilmente è diventata oggetto di scherno e calunnia perché lei era incinta ma non era sposata. Tuttavia, l’inclinazione del temperamento giusto e dolce di Maria furono indubbiamente fattori che resero facile la scelta del Suo Dio per diventare la madre del Suo Figlio Gesù. Qualunque sia la difficoltà che possa aver dovuto superare agli occhi dei critici circa la sua situazione, la fiducia nelle promesse di Dio era sufficiente per lei per avere successo nella sua speciale vocazione.

Come membri del corpo di Cristo, dovremmo emulare l’esempio della fedeltà di Maria. Come lei, dobbiamo renderci conto che, poiché siamo sotto la cura peculiare di Dio, la Sua compassione e la supervisione dei nostri affari sono sempre presenti, Lui è più degno della nostra lode. (Sal. 63:3) Egli è anche un Dio di conforto. Possiamo, quindi, contare sulla promessa che nulla potrà mai separarci dal suo amore.—2 Cor. 1:3,4; Rom. 8:35,38,39

In ultima analisi, la lode sarà anche parte integrante della famiglia umana. Nel Regno, si renderanno conto della portata di quello che il Padre celeste ha fatto per loro attraverso il magnifico sacrificio di Gesù. L’umanità saprà anche riconoscere la parte che i membri del corpo di Cristo giocheranno nel contribuire a portare il loro cuore in armonia con Dio durante quel glorioso Regno millenario. Siamo fedeli!



STUDI BIBLICI INTERNAZIONALI—Lezione Tre

Dio Ha Promesso A Zaccaria Un Figlio

Versetto chiave: “Ma l’angelo gli disse: Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; e tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio e tu gli porrai nome Giovanni. E tu avrai gioia e letizia; e molti si rallegreranno della sua nascita.”—Luca 1:5-23

Scritture selezionata: Luca 1:5-23

LUCA INIZIA QUESTO RACCONTO menzionando Zaccaria, sacerdote di Israele, e di sua moglie Elisabetta, che sarebbero diventati i genitori di Giovanni il Battista. In questo momento non avevano figli ed erano entrambi ben avanti negli anni. In un’occasione, mentre esercitava le sue funzioni sacerdotali nel tempio, un angelo del Signore apparve a Zaccaria, che nel vederlo fu preso da turbamento e paura.— Luca 1:5-12

Il nostro versetto chiave rivela che la missione dell’angelo, era di informare Zaccaria che le sue preghiere erano state ascoltate e che Elisabetta avrebbe avuto un figlio. Doveva essere chiamato Giovanni, e la sua nascita avrebbe portato a loro e a molti altri, grande gioia.

L’angelo continuò a parlare per quanto riguardava il loro futuro figlio e la sua missione: “Lui sarà grande nel cospetto del Signore, non berrà vino né bevande inebrianti; ed egli sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre. Convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio. E andrà avanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli ei ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto.”—versetti 15-17

L’impossibilità apparente che questa promessa si adempisse; poiché sia la moglie che lui erano anziani, questa era la causa dello scetticismo di Zaccaria. L’angelo, che si è identificato come Gabriele, lo ha informato che a causa di mancanza di fede non sarebbe stato in grado di parlare di nuovo fino a quando il bambino non fosse nato.—versetti 18-22

Dopo che Elisabetta diede alla luce il figlio, che fu circonciso l’ottavo giorno, Zaccaria ha indicato che bambino si dovrebbe chiamare Giovanni. Zaccaria fu, dopo ciò subito in grado di parlare di nuovo. Liberato dalla sua incredulità, e pieno di Spirito Santo attraverso la Sua parola profetica, Zaccaria ha lodato Dio, riconoscendo che avrebbe visto sorgere un “corno di salvezza” il Messia che avrebbe portato la liberazione di Israele da tutti i suoi nemici, così come fornire la salvezza e la remissione dei peccati. Come il suo predecessore, Giovanni ebbe il privilegio di annunciare la presenza di Cristo, quando iniziò il suo ministero terreno.—versetti 57-79

Nelle nostre esperienze come seguaci di Cristo, dei dubbi occasionali possono insinuarsi nella nostra mente circa di promesse di Dio. In questi momenti dovremmo cercare di avvicinarci di più al Signore pregando per una maggiore fede. Dopo aver fatto questo, abbiamo bisogno di esercitare noi stessi nei modi che sono graditi a Dio, è attraverso la comunione, lo studio e l’attento esame dei nostri pensieri, che noi possiamo dimostrare di essere accettabili.

La vera fede implica una convinzione delle cose che Dio ha rivelato di Se stesso e poi ci fanno agire in accordo con quelle credenze. La fedeltà dei santi dell’Antico Testamento, come quelli registrati in Ebrei 11 ci dovrebbe ispirare ad agire in conformità con le nostre convinzioni. Dobbiamo tenere a mente che quelli che in ultima analisi, saranno uniti nel contribuire a benedire tutte le famiglie della terra con il nostro esaltato Re dei re, sono “chiamati, eletti e fedeli.”—Riv. 17:14



STUDI BIBLICI INTERNAZIONALI—Lezione quattro

La Promessa Di Un Salvatore, È Nata Da Dio

Versetto chiave: “Per oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.”
—Luca 2:11

Scritture selezionata: Luca 2:8-20

L’INDICAZIONE INIZIALE che la nascita di Gesù era imminente non fu data ai leader religiosi dell’epoca, ma piuttosto ad umili pastori, che erano nel campo, guardando alle loro greggi. La voce afferma: “Ed ecco, un l’angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo disse loro: Non temete, perché vi annunzio una grande gioia, che tutto il popolo avrà.”—Luca 2:8-10

Il nostro versetto chiave indica la notizia spettacolare e gioiosa della nascita del Messia a Betlemme, la “città di Davide.” L’angelo inoltre informò i pastori che il Salvatore sarebbe stato trovato avvolto in fasce, e giacere in una mangiatoia. Un coro angelico poi proruppe nel canto, lodando e dando grande gloria a Dio per la Sua misericordia e la promessa di pace e buona volontà a tutta l’umanità. Questo, ovviamente, era una profezia che deve ancora essere soddisfatta, ma dovrebbe suscitare nel cuore di ogni credente che desidera il Regno di Dio, durante il quale verranno realizzate queste e molte altre gloriose promesse.—versetti 12-14

I pastori che si recarono a Betlemme trovarono Maria e Giuseppe con il bambino Gesù, che giaceva in una mangiatoia. In considerazione di tutto ciò che avevano sentito cantare dalle schiere celesti, e poi vedere il bambino nato, i pastori furono ispirati a dichiarare nel modo più ampio possibile questo meraviglioso evento. “Dopo averlo visto, divulgarono quanto era stato loro detto a proposito di quel bambino.”— versetti 15-19

Verso la fine del Suo ministero, trentatré anni e mezzo anni più tardi, Gesù Cristo fu completamente consumato nel fare la volontà di Dio e diede prova tangibile di essere stato inviato a Israele dal Suo Padre celeste. Sebbene respinto dai capi religiosi, il Maestro fu ben accolto dalla gente comune, che lo ascoltava con piacere. Egli guarì gli ammalati, cacciò i demoni, alimentò le moltitudini—in un’occasione 5.000 persone, e in un altro caso il numero delle persone era 4.000.—Matteo 15:38; Luca 9:14

Tuttavia, nonostante tutta questa meravigliosa testimonianza, sapendo che il momento della Sua partenza terrena era vicino, il nostro Signore cominciò a dimostrare che i vari miracoli che operava erano un mezzo per un fine. Stava cercando coloro che avevano il desiderio di seguirlo ad ogni costo con la prospettiva di essere associati con Lui nel Regno celeste di Dio.—Matteo 16:24; 19:21

Sono stati richiesti requisiti potenti che il Signore ha previsto per il discepolato. In ultima analisi solo un santo residuo era disposto ad accettare il Maestro e seguire una vita di sacrificio portando la Sua croce, in cambio del privilegio di regnare con Lui, e benedire il genere umano. Il nostro Signore è stato fedele fino alla morte nel porre la propria vita a favore della famiglia umana, ma anche esponendo dal Suo esempio l’oggetto e le modalità della testimonianza al Regno che potremmo avere il privilegio di emulare.

Come potenziali membri del Suo corpo, i credenti consacrati sono stati invitati a seguire le orme di Cristo, testimoniando la Verità nel condurre una vita di sacrificio. I pastori gioirono all’annuncio della nascita del Salvatore più di duemila anni fa. Cerchiamo con zelo di proclamare il Regno che presto sarà stabilito da Dio, anche in questa terra, come l’unico rimedio che porterà beneficio a tutte le famiglie della terra.



Associazione Studenti Biblici Aurora