AURORA
Novembre-Dicembre 2013

Contenuto Di Questo Numero

  1. Conoscenza Che Edifica (continuazione dell’articolo Settembre-Ottobre)
  2. Preparazione per la Liberazione
  3. L’inizio Della Pasqua
  4. Inizio Della Libertà
  5. L’inizio Del Tabernacolo
  6. Annunciata La Nascita Di Gesù
  7. Inno Di Lode Di Maria
  8. Zaccaria Profetizza A Suo Figlio, Giovanni
  9. Gesù È Nato
  10. Gesù È Presentato Al Tempio

CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Settembre-Ottobre

Conoscenza Che Edifica

PER QUESTO MOTIVO, mentre Paolo sapeva che non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato mangiare carne che era stato offerto agli idoli, ma se si deve ferire il fratello, egli non volle mangiare carne per tutto il tempo in cui si fermò da loro. (Vs. 13) Paolo indica che la sua “conoscenza” su questo punto ha superato quella del suoi fratelli più deboli. Tuttavia, se egli ha permesso a questa conoscenza di guidarlo nel suo rapporto con loro, non doveva essere orgoglioso di aver capito la situazione meglio di loro, ciò significherebbe che la sua conoscenza lo aveva ingannato, lo rendeva orgoglioso. Egli doveva essere guidato dall’amore, l’amore che edifica.

CONOSCENZA ESSENZIALE DEL PIANO

La conoscenza del Piano di Dio per la redenzione e il recupero del mondo dal peccato e dalla morte è essenziale per noi come creature nuove e ci rende pronti al governo con Gesù nel suo Regno. Per questo motivo, siamo corretti dall’Apostolo Pietro per far crescere nella grazia e nella conoscenza. Egli scrisse: “Voi dunque, carissimi, conoscendo già queste cose, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza portati via dall’errore degli empi. Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo.”—2 Piet. 3:17,18

Anche Pietro scrisse: “poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati alla gloria e virtù, per cui ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina.” (2 Piet. 1:3,4 ) Qui l’apostolo spiega che Dio è potenza divina, ed ha fornito tutte le cose che sono necessarie alla vita e alla pietà, e che attraverso queste disposizioni “la conoscenza di colui che ci ha chiamati alla gloria e virtù.”

Gran parte di questa “conoscenza” ci giunge oggi attraverso la Sue “preziose e grandissime promesse.” E’ l’ispirazione di queste promesse che ci prepara a ricevere la natura divina. Queste promesse sono contenute nella Parola di Dio, e dunque più studiamo la Sua Parola, di conseguenza, aumentiamo la nostra conoscenza delle promesse di Dio, più ricca sarà la nostra vita come nuove creature in Cristo Gesù.

LA CONOSCENZA DELLA PROFEZIA

Non solo è indispensabile avere una conoscenza di Dio, delle Sue grandi e preziose promesse che ci assicurano la natura divina e di governare con Cristo nel suo Regno, ma è altrettanto importante avere almeno una conoscenza generale della profezia biblica riguardante i tempi in cui viviamo. Abbiamo bisogno di sapere, ad esempio, che era presente nel Piano di Dio terminare il presente sistema di cose con un “tempo di angoscia, come non c’era mai stato da quando esistono le nazioni.” (Dan. 12:1) Se lo avessimo saputo non saremmo certamente perplessi per quanto è accaduto e sta accadendo in tutto il mondo in questo momento.

Non possiamo conoscere l’esatto significato di ogni simbolo che la Bibbia impiega per la spiegazione della “grande tribolazione” che è ora sulla terra. Si può anche avere differenze di pensiero sul significato di alcuni particolari di tali simboli. Tuttavia, è innegabile la semplice verità che il mondo presente, o sociale, è giunto al termine, e che nel mondo nuovo di Dio, il Regno messianico, le promesse di Dio di benedire tutte le famiglie della terra saranno soddisfatte.

Questa conoscenza è importante per la nostra crescita nella grazia. Nella seconda epistola di Pietro, al capitolo tre, parla della fine del mondo presente, paragonandolo, per alcuni aspetti alla fine del “mondo di allora” al momento del diluvio. (vs. 6) Utilizza i simboli del fuoco e rumore per descrivere il passaggio del presente ordine sociale. (vs. 10) E’ un’applicazione pratica di questa importante verità profetica. Egli dice: “Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia.”—vs. 11

NON UNA CONOSCENZA ACCADEMICA

Le profezie della Bibbia non sono state date per fornire noi con la conoscenza che è puramente accademica. Essa è destinata ad essere una fonte di orientamento e di forza nella nostra vita come nuove creature. Pietro ammonisce per quanto riguarda la nostra posizione durante il tempo in cui viviamo ora, ed è una buona illustrazione su questo punto. La sua lezione è che, poiché sappiamo che il mondo attuale scomparirà, si dovrebbe fare qualcosa al riguardo, non qualcosa per salvare il mondo, ma per prepararci a una posizione nel Regno messianico, che seguirà.

Se si conosce il significato dei tempi in cui viviamo, non dovremmo, come seguaci di Cristo, essere insensibili di fronte a tale conoscenza, ma sforzarci più intensamente come mai nella nostra vita in conformità alla volontà di Dio. “Come non dovreste voi avere”, dice Pietro. Non abbiamo dubbi per il “modello di persone” che il Signore vuole da noi, per questo Pietro ci illustra, al primo capitolo di questa stessa epistola.

Dopo aver spiegato che è attraverso le preziose e grandissime promesse di Dio che siamo fatti partecipi della natura divina, Pietro continua, “per questa stessa ragione usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l’autocontrollo; all’ autocontrollo la pazienza; alla pazienza pietà; alla pietà l’affetto fraterno e all’affetto fraterno l’amore.” (vss. 5-7 Togliamo tutti diligentemente alla radice, ogni egoismo dalla nostra mente e dal cuore, e cerchiamo di essere governati dal principi di giustizia, daremo ascolto all’ammonizione di Pietro, “come non dov-reste voi avere”. Questo è il tipo di persona che il Signore senza dubbio cercherà dopo.

NON CADREMO MAI

Dovremmo cercare di essere il “tipo di persona” indicato da Pietro, perché è un tipo giusto che ci deve essere, e perché è la volontà del Signore. Se camminiamo fedelmente, questo sarà il risultato. Citiamo: “Se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato di essere stato purificato dai suoi antichi peccati. Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai.”—2 Piet. 1:8–10

Quando Pietro dice che “inciamperete mai,” egli non insegna una teoria errata.

“Grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio.” Il suo significato è chiaro. Se facciamo buon uso della conoscenza del Signore, che Egli ha fornito attraverso la sua Parola, conformandoci alle condizioni a cui è subordinata la promessa, saremo guidati e protetti da Lui, e non cadremo dalla nostra posizione di favore con lui. Se, tuttavia, non siamo così fedeli al Signore, non vi è certezza nella sua Parola che riusciremo.

“Se queste cose si trovano in abbondanza”—non è sufficiente fare un timido sforzo di vivere fino alle condizioni a cui siano subordinate la promesse di Dio. Occorre “abbondare” nei nostri sforzi. Se lo faremo, non dovrà essere “al minimo” né marginale in modo infruttuoso nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo.” La conoscenza fornita dal Signore mediante la sua Parola è destinata a dare i suoi frutti nella vita in Cristo, producendo quei frutti di giustizia; frutti di attività nel servizio del Signore; di annunciare la Buona Notizia del Regno; i frutti della nostra preoccupazione per i fratelli e la gioia nella nostra vita per loro.

“Colui che in queste cose è cieco e miope non vede da lontano”, non ha una visione spirituale. Non discerne chiaramente la volontà del Signore, le cose gloriose che Ha promesso e che sono viste da coloro che guardano con gli occhi della fede. Quindi hanno perso il loro potere di trasformare la vita. Quelli così afflitti, spiega Pietro inoltre, hanno dimenticato che sono stati rimossi dai loro vecchi peccati. In altre parole, essi hanno perso il contatto con la Verità sul loro rapporto con Dio, attraverso l’eliminazione del peccato di Adamo, attraverso Cristo. Qual è la causa? Si tratta semplicemente di non fare un buon zelante uso della conoscenza della Verità che il Padre Celeste per grazia diede loro.

E’ NECESSARIA LA DILIGENZA

Siamo incoraggiati a fare un diligente uso della verità, e di essere continuamente consapevoli della nostra posizione davanti a Dio per grazia. Pietro continua: “Così vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel Regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.” (2 Piet. 1:11) “Se queste cose si trovano in abbondanza,” e se si “cerca di rendere sicura la nostra vocazione ed elezione”, ha scritto Pietro, ci viene assicurato l’ ingresso nel Regno. Se non abbondiamo, e se non riusciamo a dare con diligenza, non vi sarà data alcuna garanzia di ingresso nel Regno dei cieli.

Pietro parla di rendere sicura la nostra chiamata ed elezione. La nostra è una “chiamata”, la “Celeste Vocazione.” (Fil. 3:14; Eb. 3:1) E’ una vocazione di coeredità con Gesù nel suo Regno millenario, dove vivremo e regneremo con Cristo per la benedizione di tutte le famiglie della terra ripristinandoli dalla morte alla vita, in ultima analisi alla perfezione della vita umana di vivere sulla terra per sempre. È una grande gioia capire che siamo chiamati a tutto questo! La nostra conoscenza di queste caratteristiche del Piano di Dio si rivela nella sua Parola. La stessa Parola rivela anche che, se questa chiamata, questo invito, è quello di diventare significativi e validi con noi come individui, dobbiamo farlo con la nostra fedeltà.

Non vi è alcun dubbio della fedeltà di Dio per noi. Egli mantiene sempre le Sue promesse, e possiamo rimettere in Lui la nostra piena fiducia. Tuttavia, c’è anche la nostra parte della disposizione, è che dobbiamo fedeltà a Dio e a tutte le condizioni che ha messo per sue promesse. “Se farete queste cose”, dice Pietro. Anche Paolo ha scritto, “Se figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui, possiamo essere anche con lui glorificati.” — Rom. 8:17

IL NOSTRO PATTO DI SACRIFICIO

Come è bello avere la conoscenza del grande patto di Dio! Nella sua alleanza con Abramo, Dio promette di benedire tutte le famiglie della terra. Anche in questo caso questa conoscenza ci è data per un particolare scopo. Paolo ha spiegato che quando Dio fece la promessa ad Abramo, il “seme” a cui si riferiva era Cristo. (Gal. 3:16) Per questo, ha aggiunto, “Come molti di voi sono stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. . . . E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.”—Gal. 3:27, 29

Possiamo avere la certezza che, insieme a Gesù, ci sono gli eredi della promessa fatta ad Abramo e che, come Gesù, noi siamo parte del “seme” di Abramo, questo è davvero magnifico! Ringraziamo Dio per questa conoscenza e le garanzie che ci dà. Tuttavia, la realizzazione della speranza di essere generati dallo spirito dipende dal nostro essere “battezzati in Cristo”, e come Paolo spiega, coloro che sono battezzati in Cristo Gesù, furono battezzati nella sua morte. Egli dice: “non sapete voi che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? Dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.”—Rom. 6:3, 4

Essere sepolti per mezzo del battesimo nella morte di Gesù significa una vita di sacrificio. Si intende la rinuncia di sé, e sepoltura della nostra volontà alla sua volontà e alla volontà del Padre celeste. Non si tratta di una cosa chiara, che coinvolge la negazione di sé, e la possibilità di prendere la nostra croce e seguire il Maestro nella morte di sacrificio. Questa è la condizione in cui possiamo condividere con Gesù l’onore e la gioia di essere discendenza di Abramo. Questo è il seme che darà salute e durata di vita a tutti coloro che, durante il Regno millenario di Cristo, accetteranno la disposizione della grazia divina in Cristo, e le leggi del Regno messianico. Paolo scrive in seguito in questa stessa epistola concernente il nostro sacrificio, “Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio, che è il vostro ragionevole servizio.”—Rom. 12:1

CONDIVISIONE DEL SACRIFICIO PER IL PECCATO

Quanto benedetta è la conoscenza, che si è rivelata attraverso la Parola di Dio, che i fedeli seguaci di Cristo hanno il privilegio di condividere i “meglio sacrifici” di questo Vangelo. Questi sono i sacrifici offerti per il peccato. Gesù ha riscattato Adamo e tutta la sua progenie ricomprandoli dalla morte. Il lavoro sacrificale dell’antitipico sacerdozio, tuttavia, non era finito al Calvario, ma richiede tutta l’età del Vangelo era il “Giorno dell’Espiazione.” Come Paolo spiega, abbiamo il privilegio di riempire quel che manca ancora alle afflizioni di Cristo—il Cristo, capo e corpo.—Col. 1:24

Questo aspetto del Piano di Dio è portato alla nostra attenzione nel 13° capitolo della Lettera agli Ebrei, versetti 1-16, dove l’apostolo prende un’illustrazione dal tipo dei sacrifici nel Tabernacolo. La tipica giornata di espiazione (Lev. 16) due degli animali erano offerti in sacrificio per il peccato, un giovenco e una capra. Il grasso di questi animali veniva bruciato sull’altare in rame della corte intorno al tabernacolo. (vs. 25) Carboni ardenti venivano presi dall’altare davanti al sacerdote e portati nelle tende, e spruzzati di incenso. L’ incenso bruciando permeata di fumo il Santissimo—“al di là dal velo.” (vss. 12,13) Il sangue degli animali veniva introdotto nel Santo dei Santi e spruzzato davanti al propiziatorio. (vss. 14,15 ) Infine, le carcasse degli animali venivano prese e bruciate al di fuori dell’accampa-mento di Israele.—vs. 27

Questo è il tipico servizio su cui Paolo si basa su per la lezione del 13° capitolo della Lettera agli Ebrei. Ci dice che, nell’antitipo, Gesù offrì in sacrificio la sua vita umana, come è illustrato dalla combustione della carcassa del giovenco fuori del campo, e ci ammonisce ad unirsi a lui in questo sacrificio, soffrire e morire con lui.—Eb. 13:10 – 13

Tutto ciò potrebbe sembrare complicato, e ci si potrebbe chiedere quale valore abbia questa conoscenza per noi oggi. Prima, però, Paolo termini la sua lezione - fa un applicazione pratica e comprensibile per tutti, che ogni figlio di Dio può capire. Egli scrive: “dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Ma non scordatevi di fare della beneficenza : perchè con Dio si compiace di tali sacrifici.” (vss. 15,16) Noi non possiamo cogliere ogni dettaglio dagli altri simbolismi biblici di bruciare animali e bruciare incenso, ma possiamo capire che cosa significa esprimere la nostra lode, a fare del bene, e di comunicare. Questa è la lezione pratica per noi caratterizzata da questi sacrifici del Tabernacolo.

In Galati 6:7-10, Paolo si allarga su il pensiero di fare il bene. “Non v’ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina quello pure raccoglierà. Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina per lo spirito. dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo. Come dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede”.

Da ciò risulta chiaro che fare del bene a tutti, in particolare alla famiglia della fede, è la vera espressione di ciò che significa seminare lo Spirito. Questo, come abbiamo visto, è il nostro sacrificio. Letteralmente, può semplicemente dire che condividiamo le sofferenze di Cristo, e che volontariamente, e con risoluzione, attivamente e quotidianamente ci sacrificheremo, in questo modo fedelmente fino alla morte.

Noi abbiamo fiducia che queste poche illustrazioni ci aiuteranno ad apprezzare il valore reale di conoscere il meraviglioso disegno di Dio e della nostra parte al Suo Piano. È da questa consapevolezza che siamo guidati nella via della giustizia, per la Sua Parola che è una Lampada ai nostri piedi e luce al nostro cammino. (Salmo 119:105) Attraverso la fedeltà alla dottrina della Parola si deve imparare a conoscere Dio e il suo Figlio più pienamente. Sappiamo che dovremo divenire più simili a Loro. Veramente quindi, la conoscenza è importante, ma è inutilizzabile per chi non la usa correttamente.



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 3 Novembre

Preparazione per la Liberazione

Il versetto chiave è: “Va’ e raduna gli anziani d’Israele insieme, e di loro: “L’Eterno, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe mi è apparso, dicendo: “IO vi ho certamente visitato e ho visto quello che vi fanno in Egitto: e ho detto: vi farò uscire dall’afflizione d’Egitto, alla … terra in cui scorre latte e miele.”
—Esodo 3:16,17

QUESTA LEZIONE INIZIA con alcune esperienze uniche di Mosè registrate nel libro dell’Esodo. Nel secondo capitolo, vengono forniti i dettagli riguardanti la sua nascita, la figlia del Faraone lo accettò come suo figlio, il suo essere allevato fino all’età adulta nella corte reale, il suo osservare le sofferenze del suo popolo, e la sua esperienza nel veder percuotere uno dei suoi fratelli, da parte di un Egiziano. Mosè uccise questo oppressore, e quando il Faraone seppe quello che aveva fatto, voleva la sua vita. Mosè fuggì e, si stabilì nel paese di Madian.

Lì sposò una delle figlie di Ietro e cominciò a allevare la propria famiglia.

Molti anni dopo, Mosè vide un roveto che bruciava senza consumarsi. Come egli si avvicinava ad osservare questo fenomeno, il Signore gli parlò dal roveto e gli diede istruzioni circa il patto che era stato fatto con Abramo e la sua discendenza. Mosè apprese che Dio, attraverso di lui, avrebbe ottenuto la liberazione degli ebrei dalle mani dei loro oppressori, e per farli entrare in una terra dove potessero trovare sicurezza e benedizioni.—Esodo. 3:3-10

Mosè era diffidente nei confronti della propria capacità di assolvere a questo compito. Tuttavia, Dio gli assicurò il successo di questa impresa, e che questo, si sarebbe ottenuto non attraverso la sapienza e la potenza di Mosè, ma piuttosto attraverso la mano della divina provvidenza. Ancora esitante ad intraprendere questa missione, Mosè previde che i suoi fratelli non avrebbero creduto che egli fosse l’agente incaricato di portare a compimento ciò che sembrava essere una impresa disperata nel condurli fuori dall’Egitto. Chiese che cosa avrebbe dovuto dire se gli fosse stato chiesto con quale autorità egli presumeva di essere stato scelto per essere il loro leader. In risposta, Mosè fu informato di ciò che dovesse dire al popolo: “IO SONO” –l’auto-esistente, con riferimento al Signore che è senza inizio o fine l’aveva mandato.—vss. 11-14

Il nostro versetto chiave, ribadisce la missione data a Mosè di tornare in Egitto e informare gli anziani di Israele sulla promessa della liberazione dalla schiavitù, per andare in un paese dove scorre latte e miele.

Fedeli Cristiani che hanno fiducia nelle promesse di Dio allo stesso modo hanno una prospettiva di essere liberati da tutti i nemici che attualmente li assalgono. Dobbiamo sempre avere piena fiducia nel nostro Salvatore che ci ha portato a questa vittoria. Se si ascolta la Parola di conforto che ci da il Padre, oltre a quelle contenute nelle esortazioni apostoliche. “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.”—Rom. 8:38,39



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 10 Novembre

L’inizio Della Pasqua

Il versetto chiave è: “Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del SIGNORE. Per le vostre generazioni; lo celebrerete come un rito perenne.”
—Esodo 12:14

DIECI PIAGHE VENNERO SOPRA gli Egiziani prima che la nazione di Israele fosse liberata dalla schiavitù. Prima dell’ulti-ma piaga, Dio diede istruzioni dettagliate per Mosè e Aronne, i figli d’Israele, primogeniti maschi sarebbero stati protetti dal massacro.

Il decimo giorno del primo mese, un agnello, doveva essere scelto da ciascuna famiglia, e il quattordicesimo giorno alla sera, ogni famiglia ebraica doveva uccidere il loro agnello e spargere il sangue sui due stipiti e architravi della loro casa. In questo modo l’angelo distruttore sarebbe passato al di sopra delle loro dimore, e tutti i primogeniti che vivevano in essa verrebbero stati risparmiati.—Esodo. 12:3-7,12

Quando Giacobbe e la sua famiglia giunsero in Egitto molti anni prima, attraverso la saggezza di Giuseppe,essi continuarono la loro normale vita lavorativa come mandriani piuttosto che avere posizioni di rilievo nella corte reale.

Inoltre, egli disse, “ogni buon pastore è un abominio per gli Egiziani.” (Gen. 46:34) Forse questo atteggiamento prevalse perché i figli d’Israele uccisero e mangiarono i loro greggi mentre gli Egiziani adoravano queste creature, e li adoravano come dei.—Matteo Poole, commento della Bibbia, vol. 1, pag. 103

Se gli Egiziani consideravano gli animali sacri, al tempo dell’esodo, gli Ebrei dovettero mostrare coraggio a macellare degli agnelli che gli Egiziani veneravano. Applicando il sangue agli stipiti e architravi, i figli d’Israele avrebbero dato prova della loro fede nella potenza di Dio. “Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue passerò oltre e non piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.”—Esodo 12:13.

La nostra chiave del versetto indica che, a seguito della liberazione di Israele dei primogeniti, migliaia di anni prima in Egitto, e la successiva liberazione di tutta la nazione, gli ebrei sparsi per il mondo commemorano questo evento perennemente come un memoriale.

Il Nuovo Testamento indica che la Pasqua, così come le altre caratteristiche della Legge dell’Alleanza, sono state progettate per fare sì che i figli d’Israele accettassero Cristo come l’Agnello di Dio, il vero agnello pasquale, immolato per loro conto per togliere il peccato.—Giovanni 1:29; I Cor. 5:7,8; Gal. 3:24

I credenti nell’età del Vangelo, (la Chiesa) sono “passati” dalla condanna nella morte di Adamo. Paolo scrive: “ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e riempire quel che manca ancora alle afflizioni di Cristo nella mia carne per il suo corpo, che è la chiesa” (Col. 1:24) Quale magnifica occasione è stata fornita per la chiesa, (prefigurata dai primogeniti)—di avere esperienza del peccato e con Cristo benedire tutte le famiglie della terra del Regno di Dio, non appena Esso sarà instaurato sulla terra!



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 17 Novembre

Inizio Della Libertà

Il versetto chiave è: “Così il Signore in quel giorno salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla rivadel mare.”
—Esodo 14:21-30

UNA VOLTA CHE I FIGLI d’Israele furono liberati dalla schiavitù degli egiziani, devono aver pensato di essere sulla strada verso la libertà, ben oltre il Faraone. Presto forse sarebbero stati nel deserto proseguendo il loro viaggio in modo sicuro. Tuttavia Dio, ha orientato Mosè nel farli ritornare sui propri passi da dove egli era venuto, dall’ accampamento vicino Pi-achirot. Dopo aver seguito queste istruzioni, si trovavano in una situazione molto difficile, in base ai ragionamenti umani, perché erano circondati da montagne su entrambi i lati con un mare di fronte a loro. Inoltre, per una certa distanza dalla parte posteriore il Faraone e il suo esercito si avvicinava per raggiungerli. Mosè ha assicurato ai figli di Israele che il Padre celeste aveva la situazione sotto controllo. Così, egli ha risposto che avrebbero visto la salvezza di Dio, che in definitiva sarebbe all’origine della loro libertà e avrebbero visto la distruzione dei loro nemici.—Esodo 14:1-14

Dio ha poi dato informazioni a Mosè della fase successiva per adottate e realizzare questa liberazione. “Il SIGNORE disse a Mosè: “. . . Parla ai figli d’Israele di andare avanti, ma tu alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo, affinché i figli d’Israele possano passare in mezzo al mare all’asciutto. Quanto a me, io indurirò il cuore degli Egiziani, ed essi t’inseguiranno. e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Allora gli Egiziani sapranno che io sono l’Eterno, quando trarrò gloria dal Faraone, dai suoi carri e dai suoi cavalieri.”—vss. 15-18

Il perseguire degli egiziani li portò ad essere neutralizzati dal divino intervento, la “colonna di nuvola” servì come barriera tra l’accampamento dell’esercito del Faraone e i figli d’Israele. Dopo che Mosè stese la mano, Dio causò un vento sulle acque del Mar Rosso, e i figli d’Israele furono in grado di attraversare il passaggio in sicurezza all’altro lato. Quando gli Egiziani tentarono di superare attraverso lo stesso corridoio, con il Faraone e i suoi eserciti, “Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri e tutto l’esercito del Faraone che erano entrati nel mare dietro a loro; e non ne scampò neppure uno di loro.”—vss. 19-28

Il nostro versetto chiave afferma la fedeltà di Dio per Israele, che li liberò dai suoi nemici, e ciò deve ispirare fiducia in tutti i credenti che ogni promessa contenuta nella sua Parola sicuramente si avverrà.

Nel considerare le esperienze di Israele, Paolo scrive: “Ora tutte queste cose avvennero loro, come esempio, e sono scritte per ammonimento nostro, che ci troviamo alla fine dell’età.” (I Cor. 10:11) Se, come cristiani, abbiamo l’esperienza di difficoltà e cominceremo a protestare o mostrare dubbi sulla preoccupazione del Padre per il nostro benessere spirituale, dobbiamo pregare sulla questione, per provare le preziose promesse nella Bibbia ci ha assicurano che non saremo mai abbandonati, e raccontare con gratitudine i molti modi in cui abbiamo sostenuto e vinto nel passato. Sicuramente, l’Eterno ci donerà tutte le cose necessarie, se si resta fedeli e ubbidienti a Lui. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”—Rom. 8:31,32



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 24 Novembre

L’inizio Del Tabernacolo

Il versetto chiave è: “La nuvola dell’Eterno stava sul Tabernacolo di giorno e di notte su di esso stava un fuoco, davanti agli occhi di tutta la casa d’Israele, per tutto il loro viaggio.”
—Esodo 40:16-30,34,38

LA LEZIONE FINALE nell’Esodo tratta della costruzione di Israele e della sua dimora. Dio comandò che doveva essere impostato il primo giorno dell’anno, che era di circa dodici mesi dopo che figli d’Israele erano partiti dal paese d’Egitto. Ha anche informato Mosè della erezione di un Tabernacolo mobile che doveva essere costruito.—Esodo. 40:1-8

Inoltre, sono state date istruzioni per l’unzione di Aronne e i suoi figli per servire come collegamento con il tabernacolo. In queste istruzioni sono stati forniti i dettagli per l’inaugurazione del sacerdozio. —vss. 14-16; Lev. 8:1-9,24

Come un servo fedele di Dio, Mosè insegnava i comandamenti che egli aveva ricevuto esattamente come gli era stato comandato. Le Scritture ci informano che il visibile Tabernacolo era associato con Israele, come centro di culto, (esempio delle realtà celesti) che si riferiscono al Vangelo durate l’età della Chiesa come pure per tutta la famiglia umana in futuro.—Esodo. 40:18-33; Eb. 9:23-27; Riv. 21:1-5

Dio manifestò la sua approvazione del Tabernacolo, attraverso una nube che scendeva sul Tabernacolo, e la sua gloria riempì il Tabernacolo nel popolo riunito. Questa nuvola era per accompagnare i figli d’Israele per tutto il tempo del loro viaggio. Essi dovevano muoversi solo quando si muoveva la nuvola, e ovunque essa si fermava, dovevano rimanere lì, fino a quando si spostava di nuovo.—Esodo. 40:34-37

Il nostro versetto Chiave sottolinea la costante provvidenza di Dio per i figli d’Israele. Essi si rendevano conto che la Sua presenza divina si manifestava con questa nuvola durante il giorno, così come da una colonna di fuoco che dava loro luce di notte.

Mosè era un importante funzionario nominato da Dio per servire come leader in Israele, quando hanno cercato di raggiungere una terra promessa. Faremmo bene a riflettere sul nostro privilegio come credenti in Cristo per progredire verso una celeste Canaan, con la prospettiva di contribuire a benedire la famiglia umana quando il Regno di Dio sarà stabilito sulla terra.

“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il Sommo Sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo, che è fedele a colui che lo ha nominato, come anche Mosè fu fedele in tutta la sua casa. Per questo l’uomo è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosé, quanto come colui che ha costruito la casa.

Ora ogni casa è costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio. E Mosé fu fedele in tutta la sua casa, come un servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette; ma Cristo, come un figlio per la propria casa e la sua casa siamo noi, se abbiamo la franchezza e il vanto della speranza ferma fino alla fine.”—Ebrei. 3:1-6

Possiamo essere grati a Dio, l’obbedienza a questi insegnamenti delle Scritture fanno parte del nostro processo di trasformazione. Come possiamo continuare a completare il nostro pellegrinaggio nella carne, lasciando che il nostro epitaffio rifletta che abbiamo ascoltato il suo consiglio e siamo stati “facitori della parola e non uditori soltanto.” —Giacomo 1:22



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 1 Dicembre

Annunciata La Nascita Di Gesù

Il versetto chiave è: “Ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio e lo chiamerai GESÙ.”
—Luca 1:26-40

L’ANNUNCIO DELL’ANGELO Gabriele a Maria, si presenta con una notevole eccezionalità. Non c’è da stupirsi se la risposta di Maria fu di umiltà e incredulità. Perché Dio benedice lei tra tutte le donne d’Israele? Maria avrebbe compreso meglio alla fine la grandezza della sua disponibilità per la nascita del Messia promesso, ma al momento di tale dichiarazione le tante profezie relative a questa lunga attesa di questa nascita sono state senza dubbio oscure per lei. Luca dichiara che le persone in quel momento erano in attesa della venuta del “Cristo” (Luca 3:15), che avrebbe portato Israele alla ribalta nel mondo. Il profeta Daniele aveva descritto la modalità di questa attesa Dan. 9:24 (24 ore su 24), e quindi la prima tappa sarebbe stata la sua nascita. Sulla base di questa aspettativa, tutte le nuove madri ebree potevano chiedersi nei loro cuori se il loro bambino potesse essere quello promesso.

L’umiltà e l’amore del suo carattere pesarono senza alcun dubbio sulla scelta, la scelta di allevare questo miracoloso bambino, ma ha anche adempiuto una profezia. Il profeta Isaia descrive ciò che molti potrebbero considerare una strana esigenza per la madre del Messia promesso: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele.” (Isa. 7:14) Questa profezia, secondo la testimonianza di Luca dice che Maria era ancora “una vergine fidanzata a un uomo di nome Giuseppe” sarebbe ancora un altra prova che Gesù era il Figlio di Dio.—Luca 1:27

Isaia ha parlato anche del futuro effetto questa nascita avrebbe sul mondo dell’umanità. “Per noi un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. sulle sue spalle, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della Pace. L’aumento del suo governo,

La pace non avrà mai fine, sul trono di Davide e sul regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e nella giustizia da ora e per sempre. Il farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti.”—Isaia. 9:6, 7

Il futuro governo del Regno di Dio sarà sulle spalle di questa stirpe di Maria, il Figlio di Dio, il glorificato Gesù. Sederà sul trono di Davide e sarà portatore di benedizione per il mondo secondo la promessa fatta ad Abramo. Ciò è ripetuto molte volte in Israele da i profeti. Il suo Regno sarà giusto e durerà per sempre. Il profeta Michea descrive il mondo che desidererà questo Regno stabilito: “Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell’Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e affluiranno i popoli. Verranno molte nazioni e diranno: “Venite, saliamo al monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri”. poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.”—Michea. 4:1, 2

In questa bella immagine il Regno di Dio promesso sulla terra, possiamo vedere il pieno impatto della importanza della profezia annunciata alla nascita di Gesù. Il mondo deve ancora capire queste entusiastiche parole di tanti profeti ebrei. A tempo debito, tuttavia, l’apprezza-mento di tutti i dettagli che circondano la nascita di Gesù saranno riconosciuti da tutti gli uomini.



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 8 Dicembre

Inno Di Lode Di Maria

Il versetto chiave è: “Maria disse: ‘L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore.’”
—Luca 1:46-57

L’ESEMPIO DI MARIA DI fedeltà e obbedienza a Dio ci parlano ad alta voce del suo carattere. Le Scritture ci indicano che entrambe, Maria e Giuseppe erano devoti, come dimostrano i loro viaggi annuali a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. (Luca 2:41) Il fatto che Maria è stata scelta da Dio per essere la madre di Gesù secondo la carne testimonia anche la sua nobiltà di carattere e la purezza del cuore. Per andare oltre, e affermare, come alcuni hanno fatto, che Maria fu miracolosamente concepita e non nata dal peccato, non è supportato dalla Bibbia ed è scritturalmente erroneo.

Il nostro versetto chiave mostra un cuore pieno di amore in piena armonia con Dio, ed è importante vedere come Maria è divenuta una donna così fedele. L’angelo Gabriele rassicurò in tre modi la mente inquieta di Maria: primo, Gabriele ricorda le molte profezie relative alla promessa nascita di Gesù. Esperta nelle Scritture, Maria probabilmente ha ricordato le parole di Isaia 7:14: “Il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.

Gabriele disse ha Maria, che lo Spirito Santo, la potenza di Dio, avrebbe realizzato questo miracolo. Egli ha detto, “la potenza dell’Altissimo ti adombrerà.” (Luca 1:35). Ha forse portato alla mente Esodo 40:34-38, il tabernacolo nel deserto con i pilastri di una nube e fuoco? Secondo: per un Israelita, come Maria, è stato confortante credere che Dio avrebbe sospeso sopra la sua protezione come un’aquila sopra il suo nido con le ali spiegate, aiutandola. Tenuto conto dei numerosi miracoli operati da Dio che aveva svolto a favore del suo popolo, senza dubbio lenì la mente di Maria mentre era inquieta in questo momento di necessità.

Terzo, Gabriele disse a Maria che sua cugina Elisabetta aspettava anche lei un figlio. Elisabetta era sterile, ma concepì “nella sua vecchiaia.” (Luca 1:36) Questo miracolo è stato sufficiente a convincere Maria che Dio era infatti in grado di eseguire ciò che voleva, come Gabriele dichiarò: “nulla è impossibile con Dio.” (vs. 37) Maria potrebbe anche aver ricordato le parole del profeta Isaia che confermavano le parole di Gabriele: “Così sarà la mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ci per cui l’ho mandata.”—Isaia. 55:11

Dopo aver sentito queste rassicurazioni e le prove da l’angelo Gabriele, Maria pose l’intera questione nelle mani del Signore con queste belle parole: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola.” (Luca 1:38) Questo amore e totale accettazione della volontà di Dio ricorda quella che Anna ha espresso in merito alla nascita miracolosa del figlio, Samuele, dicendo: “Allora Anna pregò e disse: “Il mio cuore esulta nell’Eterno, la mia forza è innalzata nell’Eterno; la mia bocca contro i miei nemici, perché mi rallegro della tua salvezza. Non c’è santo come il SIGNORE: non c’è nessuno all’infuori di te, né è la rocca come il nostro Dio.” — I Sam. 2:1,2

Cerchiamo di essere fedeli come Maria, conoscendo le profezie concernenti la chiamata della Chiesa, e ricordando la nuova nascita di Dio, Egli ci chiama, come Suoi figli. Ricordiamo che Dio può compiere in noi ciò che egli vuole, lo sviluppo di una sposa per suo Figlio, Gesù Cristo.



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 15 Dicembre

Zaccaria Profetizza A Suo Figlio, Giovanni

Il versetto chiave è: “Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché tu andrai davanti alla faccia del Signore a preparare le sue vie, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza, la remissione dei loro peccati.”
—Luca 1:57,58,67-79

GESÙ HA AFFERMATO, IN Luca 7:28, “Tra i nati di donna, non vi è alcun profeta più grande di Giovanni il Battista.” Trent’ -anni prima, il padre Giovanni, Zaccaria, aveva profetizzato circa suo figlio con le parole ispirate.

Zaccaria era un sacerdote di Israele e le Scritture affermano che lui e sua moglie, Elisabetta, “erano entrambi giusti davanti a Dio.” (Luca 1:6) leggiamo anche su di loro che “non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.” (vs. 7) Comunque, questo giusto fu appositamente scelto da Dio per avere un figlio che poteva essere utilizzato al servizio del Signore. Zaccaria, tuttavia, mise in dubbio la notizia fornita dall’angelo Gabriele. (Vs. 18) e come conseguenza di questo dubbio, Zaccaria perse la parola e per un tempo diventò muto. (vss. 19,20) Così rimase fino a che il loro figlio nacque e poi Zaccaria riacquistò la parola.—vss. 59-64 59-64 59-64 59-64 59-64

Zaccaria immediatamente con la sua voce appena riconquistata profetizzò come suo figlio sarebbe stato usato da Dio per servire a favore di Israele e infine all’intera famiglia umana. La profezia inizia con parole di lode a Dio: “Benedetto sia l’Eterno, il Dio di Israele.” (Luca 1:68) Queste parole sono simili alle parole di apertura nel modello preghiera che Gesù ha dato ai suoi discepoli quando ci hanno chiesto come dovevano pregare, come Gesù ha insegnato ai suoi discepoli: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” (Luca 11:1,2) la somiglianza di queste due Scritture deve imprimere nella nostra mente che le preghiere dovrebbero iniziare sempre alla lode e riverenza al nostro Padre Celeste. Le sue vie sono più alte le nostre vie, e il suo amore più grande del nostro amore. Questo dovrebbe essere ricordato ogni volta che ci avviciniamo a Dio nella preghiera.

Pietro ci dice che i profeti del Vecchio Testamento hanno parlato come se fossero mossi dallo Spirito Santo. (2 Piet. 1:21) Dato che i profeti spesso hanno parlato come se i loro messaggi fossero stati già adempiuti, così Zaccaria ha dichiarato che Dio “ci ha suscitato una potente salvezza nella casa di Davide suo servo.” (Luca 1:69) Giovanni nacque sei mesi prima di Gesù, ne consegue che la nascita di Gesù come uomo aveva già avuto luogo al momento di queste parole. Così la profezia era già iniziata, ma non erano stati ancora completati. Zaccaria ha ricordato al suo popolo israelita che Dio aveva fatto un patto con loro per proteggerli dai loro nemici, nonché di fornire misericordia nei momenti di necessità, aveva portato loro prima dell’arrivo del “corno di salvezza,” o Messia, per cui erano stati in attesa, e Giovanni sarebbe stato utilizzato per annunciare tale arrivo. “Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché tu andrai davanti alla faccia del Signore a preparare le sue vie, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza, nel perdono dei loro peccati, grazie alle viscere di misericordia del nostro Dio, per cui l’aurora dall’alto ci visiterà, per illuminare quelli che giacevano nelle tenebre e nell’ombra della morte, per Guida i nostri passi sulla via della pace.”—vss. 76-79



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 22 Dicembre

Gesù È Nato

Il versetto chiave è: “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.”
—Luca 2:1-17

LA STORIA DELLA NASCITA di Gesù è senza dubbio uno dei più riconoscibili della Bibbia. Durante questo periodo di tempo ogni anno, il mondo riconosce la nascita del suo Redentore, con scene della natività, biglietti di auguri e regali. Tuttavia l’impatto di tale nascita non è stata completamente compresa dall’uomo. Il tempo della nascita non è corretto, ed è stato commercializzato per il mercato dei profitti. Ciò nonostante, molte persone sono un po’ più gentili, un po’ più pazienti, un po’ più gioiosi in questo momento dell’anno. Siamo tutti invitati a ricordare il “motivo per questa ricorrenza.” Per noi, il Natale dovrebbe essere anche una occasione speciale per gioire del dono del Figlio di Dio come prezzo di riscatto per Adamo e la razza umana (Giovanni 3, 16.17), e un tempo per essere un testimone di Dio nel senso di questo grande evento.

Profeti avevano preannunciato questa nascita che avrebbe prodotto un grande Uomo che avrebbe portato per sempre un giusto governo, e che questo sarebbe nato a Betlemme, la città di Davide. (Isa. 9:6,7 ; Mic. 5:2) All’epoca romana, il governo decretò che ogni persona doveva ritornare alla loro città di origine per essere censita. Questo fece sì che Maria e Giuseppe dovettero tornare a Betlemme, perchè entrambi erano della stirpe di Davide. (Luca 2:1-3) come rassicurante. Dio potè utilizzare anche l’Impero Romano per adempiere tramite Giuseppe e Maria e far nascere nel luogo esatto dove le Scritture aveva dichiaravano che il Messia sarebbe nato: Betlemme, che significa “casa del pane”. Come è ben collegato al nostro Salvatore! Durante il suo ministero, Gesù dirà ai suoi discepoli: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”—il pane, che porterà a tutti la vita nel Regno. —Giovanni 6:51

Quando Gesù è nato, ci dicono i pastori, erano nei campi circostanti che pascevano le loro pecore. (Luca 2:8) A questi piccoli, umili uomini l’angelo del Signore annunciò la nascita di Cristo, dicendo: “non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore.” (vss. 10,11) E’ vero che, nel corso di questa età il Signore ha tranquillamente chiamato le persone umile e basse del mondo, invece di nobili, ad essere suoi figli. (I Cor. 1:26-29) Questa è un’indicazione del carattere che Dio richiede di coloro che compongono la Sposa di Cristo.

Si nota in particolare il messaggio di speranza di un angelo del Signore: “Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo.” Il Vangelo di Cristo, proclamato significa letteralmente “buona notizia o novella.” Tutte le profezie e i messaggi della Bibbia testimoniano di questa “buona notizia” del Creatore. Non c’è nulla di negativo o triste circa il disegno di Dio, o di pauroso, solo portare la “grande gioia . . . A tutte le genti” per mezzo di una restaurazione di tutte le cose perdute da Adamo, la vita perfetta, il dominio sulla terra, e la comunione con Dio. L’inclusione della parola “tutti” ribadisce la dottrina della risurrezione dei morti, perché nessuno può essere beato e restaurato a meno che non sia “reso vivo.”—I Cor. 15:21.22

Dopo la dichiarazione di una buona notizia che era stato annunciata, “subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.” (Luca 2, 13.14) Che grande scena deve essere stata! Gesù, salvatore del mondo, era nato!



STUDENTI BIBLICI—Lezione del 29 Dicembre

Gesù È Presentato Al Tempio

Il versetto chiave è: “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che tu hai preparato davanti a tutti gli uomini.”
—Luca 2:25-38

MARIA E GIUSEPPE ERANO devoti servitori di Dio, in conformità con le istruzioni della legge, hanno presentato il loro figlio, Gesù, a Gerusalemme per offrirlo al Signore, per offrire un sacrificio quaranta giorni dopo la nascita. (Lev. 12:1-4) E’ stato qui che si incontrarono con un uomo di nome Simeone, le cui parole sono al centro dell’odierna lezione.

Di quest’uomo, Luca dice: “Ecco, vi era a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele; e lo Spirito Santo era su di lui. E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Egli dunque, mosso dallo Spirito, venne nel tempio; e quando i genitori vi portavano il bambino Gesù, per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Signore, lascia che il tuo servo muoia Vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che tu hai preparato davanti a tutti i popoli.”—Luca 2:25-31

Si potrebbe ben chiedere come quest’uomo poteva percepire l’arrivo del “Cristo del Signore” che si presenta come un bambino, mentre tanti altri non potevano percepire e comprendere lui come il Cristo, quando, come uomo predicò il Vangelo e fece tanti miracoli. Rispondiamo con le parole di Pietro: “nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d’uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo.” (2 Piet. 1:21) Attraverso la luce dello Spirito Santo di Dio, Simeone ebbe il privilegio di discernere la “luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”, e riconobbe questo in Gesù anche se era solo un bambino. (Luca 2:32) Gesù fu riconosciuto anche “come il “Cristo del Signore”, ed è stato ribadito più tardi lo stesso giorno dalla profetessa di nome Anna, che aveva prestato servizio nel tempio, parlando con parole simili “a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.”—vs. 38

Il racconto di Simeone e Anna fornisce una lezione importante per noi. Mentre Gesù si è presentato al mondo, ma solo quelli i cui occhi di comprensione sono stati aperti dallo Spirito Santo, possono percepire che egli sia veramente. Paolo ci dice: “Occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, le cose che Dio ha preparato per quelli che lo amano”. Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio.” (I Cor. 2:9,10 ) Gesù stesso ha dichiarato che ora non è il tempo per il mondo in generale per comprendere i misteri, perché i loro cuori non sono ancora disposti per ricevere tale conoscenza.—Matt. 13:10-15

Attraverso la luce di Dio e dello Spirito Santo, sappiamo che il mondo non è da escludere per eventuali benedizioni future che Egli, ha promesso a tutti, ma che ora non è il momento affinchè queste benedizioni siano elargite a loro. Piuttosto, ora è un momento speciale dove Dio ha riservato il suo disegno di radunare una famiglia tra i popoli del mondo ad essere la Sposa di Cristo nei prossimi anni. Per coloro che cercano di essere di questa classe, ora è il momento di pensare alle parole di Simeone ed Anna, e di pensare a come individualmente, dovranno essere presentati a Dio, santi e graditi, che è il vostro ragionevole servizio.—Rom. 12:1



Associazione Studenti Biblici Aurora