AURORA
Novembre-Dicembre 2012

Contenuto Di Questo Numero

  1. Il Dono Di Dio
  2. Il Futuro D’Israele E Del Mondo
  3. IL SUPREMO DISEGNO DEL CREATORE: Lo Spirito Santo Di Dio

Il Dono Di Dio

“POICHÉ DIO HA tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” Gesù fu il più grande dono concesso da Dio agli uomini. L’Apostolo Paolo, a tale riguardo scrisse: ‘Ringraziato sia Iddio del Suo dono ineffabile.’ (2 Corinti 9:15) Il termine Greco, dal quale è tradotto ‘ineffabile’ significa ‘indescrivibile,’ incapace di essere adeguatamente espresso: ed in effetti, a Gesù si addice magnificamente la qualificazione data dall’Apostolo quale dono di Dio, concesso agli uomini! Per quanto abbiamo avuto il privilegio di apprendere molti dettagli concernente la personalità di Gesù. Fino a quando saremo da questa parte del ‘velo’ non potremo conoscere interamente quel che Gesù rappresenta per la Chiesa e per il mondo.

La nascita di Gesù, in realtà, costituì un mezzo per conseguire un fine. Il diletto Figlio di Dio fu fatto carne, divenendo uomo, allo scopo di sacrificare la sua vita terrena, per la vita del mondo, secondo il desiderio di Dio. Ciò nonostante, il dono “ineffabile” di Dio non risiedè, nè risiede nell’averci mandato il bambino Gesù, nelle notevoli miracolose circostanze, ma nell’averci inviato ‘l’uomo, Cristo Gesù, il quale diede sè stesso, quale prezzo di riscatto per tutti.’ (1 Tim. 2:3-6) Tale concetto è reso ancor più incisive dall’apostolo Giovanni (3:16), scrivendo: ‘Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Figlio Unigenito, affinchè chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.’

IL DONO DELLA VITA

Gesù, donatoci da Dio, era, come è, il dono della vita che Iddio concedeva al mondo. Infatti, è per Lui, e per il sacrificio della Sua vita a favore del mondo, che l’intera umanità avrà l’opportunità di credere, obbedire e vivere eternamente. (Giovanni 6:51) Grazie a Gesù, il mondo avrà l’occasione di poter recuperare la vita perfetta ed eterna, sulla terra. Ed a color che, lungo il corso di questa Era, avranno seguito le orme di Gesù, e stato promesso “gloria, onore e l’immortalità.”—Romani 2:7

I discepoli di Gesù, durante quest’era Evangelica, sono in pace con Dio: cioè per il merito del sacrificio di Gesù Cristo, sono liberati dalla condanna adamica, e non son più degli estranei a Dio a causa della detta condanna. Gesù, intanto c’istruisce ed incoraggia, nel corso che abbiamo intrapreso, seguendo le sue orme.

Il dono di Gesù era l’espressione dell’amore di Dio e la Bibbia ci esorta ad essere simili al nostro Maestro, e per questo, dobbiamo apprendere in che modo possiamo e dobbiamo riuscire a somigliarli. Profeticamente Egli ci è presentato come una “persona incantevole.” (Cantico 5:16) Nel libro dei Proverbi, nella sua esistenza preumana, Gesù personifica la saggezza, Egli si esprime in questi termini, parlando del Padre celeste: ‘io ero presso di Lui come un artefice, ero del continuo esuberante di gioia, mi rallegravo in ogni tempo, nel Suo cospetto.’—Prov. 8:30

Gesù era lieto di eseguire scrupolosamente la volontà del Padre Suo e troviamo un esempio, che si rapporta al particolare carattere di Gesù, allorchè all’età di 12 anni, alla madre [assai preoccupata a causa del suo allonatanamento dalla famiglia, la quale partiva da Gerusalemme, per rientrare a Nazaret] che lo rimproverava per essere andato al Tempio (dove lo trovò) Egli disse: “perchè mi cercavate? Non sapevate ch’io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio? (Luca 2:49) Inoltre, la devota attitudine Sua verso il Padre celeste è mirabilmente espressa nella preghiera del Salmo 40:8, che dice: ‘Dio mio, io prendo piacere a fare la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore.’

OBBEDIENZA CRISTIANA

Ci adoperiamo noi d’ubbidire, al pari di Gesù, al Padre celeste? Vi sono aspetti, nel compimento del Volere divino ben difficili da essere osservati, ma dobbiamo ricordarci che Gesù andò incontro a sofferenze, e vituperi, fino alla morte, senza lamentarsi e, se vogliamo rassomigliare a Lui, dobbiamo agire come Lui, e dimostrando, così, come apprezziamo “il dono ineffabile” concessoci da Dio.

Gesù fu anche di una modestia esemplare. Per la concessione del Potere divino, Egli compì dei grandi miracoli e mai se ne inorgoglì minimamente. Lontano da ogni vanto o esibizionismo, pose il massimo rilievo davanti ai discepoli, che il Padre era maggiore di lui, dicendo loro: “io non posso far nulla da me stesso.” (Giov. 14:28 e 5:30) Egli ‘abbassò sè stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte sulla croce.”—Filippesi 2:5-8

Esortava, poi, i suoi discepoli ad imparar da Lui, dicendo loro: “perchè io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poichè il mio giogo è dolce ed il mio carico è leggiero.” (Matteo 11:29) Questa ammirevole specie di carattere del Maestro è meravigliosamente messa in luce dall’apostolo Pietro (1, 2:23) che scrisse: ‘Egli, oltraggiato, non rendeva gli oltraggio; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di Colui che giudica giustamente.’ Infatti, se Gesù non fosse stato dolce per natura, non avrebbe potuto sopportare le dure esperienze, a cui lo sottoposero i suoi nemici e detrattori.

GESÙ COMPASSIONEVOLE

Allor’quando Gesù si rese conto delle condizioni miserevoli in cui si trovava il popolo d’Israele, ne fu molto addolorato. Egli guarì numerosi ammalati e riportò alla vita alcuni morti, affinchè potessero comprendere il Potere di Dio e la maniera per cui avrebbero potuto ottenere la Sua benevolenza, servendolo. Egli rilevò che “le folle erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore” e ne ebbe tanta compassione. (Matteo 9:36) Non dimentichiamo, poi, quanta pena provò per la morte del suo amico Lazzaro: sulla sua tomba, al cospetto del dolore delle sorelle Gesù pianse, prima di richiamarlo alla vita.—Giov. 11:35

Gesù fu anche assai zelante nello svolgimento del Suo ministero. Lo zelo per la casa del Padre suo lo divorava. (Salmo 69:10) A tal proposito l’apostolo, Giovanni 9:4, riportò queste parole: “Bisogna ch’io compia le opere di Colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare.” E ancora, (4:34): il mio cibo è di fare la volontà di Colui che mi ha mandato e di compiere l’Opera Sua.” Alla fine del Suo ministero, Gesù, rivolgendosi, in preghiera, Padre celeste, gli disse: ‘Io ti ho glorifacto su la terra, avendo compiuta l’opera che tu m’hai data a fare. Ed, ora, o Padre, glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di te, avanti che il mondo fosse.” (Giov. 17:4) Mentre che Egli compiva l’opera che il Padre gli aveva data a fare, Egli predicò sia singolarmente [come alla donna, presso il pozzo di Giacobbe], che alle moltitudini, con lo stesso amore e zelo di ogni volta.

L’MORE FEDELE

L’amor di Gesù verso il Padre celeste; per tutti i fratelli e per il mondo, in generale, fu-ed è—sincere e di una natura che nessuno potrà mai smentire. Nei riguardi dell’amore per i suoi fratelli, le Scritture ci tramandano questa chiara asserzione, in Giovanni 13:1: “avendo amato i Suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” Ora, è incontestabile che ‘il dono ineffabile” dell’amore di Dio, pervenne all’apice, allor’quando diede sè stesso per la salvezza dell’ intera umanità, fino a votarsi alla morte su la croce. Perciò, nel considerare il comportamento di Gesù, risalta fulgidamente quale meraviglioso dono dell’amore Dio abbia costituito, tanto per la Chiesa, che per il mondo.

Apprezziamo, quindi, “l’ineffabile dono” concessoci da Dio, sempre più, con l’adoperarci instancabilmente di rassomigliar Gli, mediante la più devota ubbidienza, la nostra completa dedizione, nella più salda fedeltà alla Sua Parola, ogni volta che c’imbatteremo nella tentazione. E sia sempre il nostro comportamento permeato di umiltà, nella sottomissione alla volontà del Padre celeste e raccomandandoci a Gesù, diamo sempre tutto di noi, Fino alla morte. Così potremo divenir degni d’essere associati a Lui, ben presto, nell’erogare all’umanità le benedizioni promesse dal Padre celeste.

Il verace Cristiano non largisce i suoi doni solo in alcune ricorrenze annuali, ma dà continuamente sè stesso e quanto dispone, affinchè altri possano godere delle benedizioni che vengono dall’Alto, affinchè l’Eterno sia continuamente glorificato. Quando perverremo a comprendere l’alto significato, nonchè alla fine, racchiusi nella nascita simile a Gesù, discerneremo, anche, l’intima connessione che essa ha con il Divin Piano. E’ la riconoscenza verso l’Eterno, che ci ha resi atti a discernere le grandi Verità, racchiuse nel Suo Piano, per le eternità future.

Or, nell’approssimarci al 2013, determiniamo nella nostra mente e nel nostro cuore, tutti, che ci dedicheremo, con rinnovato ardore, lungo il corso di questo nuovo anno, a perfezionare, secondo il Volere di Dio, le nostre vite consacrate a LUI.



CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Settembre-Ottobre

Il Futuro d’Israele e Del Mondo

FRA TUTTE LE PROMESSE di Dio agl’Israeliti, quella espressa ad Abrahamo e, cioè “che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette nella sua progenie,” è fondamentale. (Genesi 12:3; 22:15-18) Il Nuovo Testamento presenta Gesù quale ‘progenie’ di benedizioni. Paolo scrisse ai Galati 3:16 che ‘le promesse fatte ad Abrahamo ed alla sua progenie non dice ‘alle progenie,’ come se si trattasse di molte; ma, come parlando d’una sola, dice ‘e alla tua progenie, ‘che è Cristo.’

Il Nuovo Testamento spiega che Gesù, dopo aver provveduto, con la sua morte, alla redenzione del mondo, non solo fu risuscitato, ma fu, anche, innalzato al piano di vita divino-molto più in alto di quello umano ed angelico—al pari del Sommo Creatore, e perciò invisibile ad ogni occhio umano.—Col. 1:15; 1 Tim. 1:17

L’apostolo Paolo, scrivendo ai discepoli (Galati 3:27-29), di Gesù, disse: “Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo, non v’è, quindi, né Giudeo, né Greco, né schiavo, né libero, né maschio, né femmina, poiché voi tutti siete uno in Christo Gesù. E, se siete di Cristo, siete, dunque, progenie D’Abrahamo: eredi, secondo la promessa.”

Ciò sta a significare che i veri seguaci delle orme di Gesù Cristo saranno premiati, ottenendo il privilegio di partecipare al suo Regno spirituale ed erogare le benedizioni a tutte le famiglie della terra, secondo la promessa che Iddio fece ad Abrahamo. Ancora l’apostolo Paolo, agli Ebrei 3:16, spiega che dobbiamo considerare Gesù quale il Sommo Sacerdote della nostra fede che è fedele a COLUI che lo ha costituito, come lo fu Mosè, in tutta la casa di Dio, come servitore. Ma Cristo lo è come Figlio, sopra la Sua casa. Ora, la Sua casa siamo noi e, se riterremo ferma, fino alla fine, la nostra franchezza ed il vanto della nostra speranza, saremo partecipi della “chiamata celeste:” cioè gl’invisibili governatori della ‘casa di Dio.’

Ancora agli Ebrei, nel capitolo 11, Paolo attira l’attenzione sui gruppi dei fedeli seguaci, gli Antichi Dignitari, dei quali enumera gli alti esempi di fede, i quali gli resero degni di una “migliore risurrezzione,” ma non ottennero la promessa, avendo Iddio in vista qualcosa di meglio, ond’essi non giungessero alla perfezione senza di noi.” (vs. 40) Così, mentre i fedeli antichi Dignitari, diedero prova d’assoluta fedeltà, rendendosi degni di servire nel Regno Messianico, dovranno attendere, tuttavia, nel soggiorno della morte, fini a quando sarà effettuato il completamento di detta “PROGENIE” per essere risuscitati alla vita perfetta ed iniziare la loro opera quali ‘Principi su tutta la terra.’

La “progenie” terrestre, per la massima parte, è composta dai discendenti naturali di Abrahamo, mentre quella Spirituale sarà formata da entrambi: Israeliti e Gentili. Infatti, questa magnifica opportunità, dapprima, fu concessa esclusivamente al popolo Israelita, e solo dopo che la rigettarono fu estesa ai Gentili.

La principale qualificazione, richiesta per coloro che devono espletare i loro compiti e le varie attribuzioni, nel servizio del Regno Messianico, risiede nella massima “devozione” del loro cuore, verso il Signore: cioè una lealtà ai principi divini di giustizia, per i quali furono propensi a sacrificare anche la loro vita, quando fu necessario. Fu questa la caratteristica di tutti gli Antichi Dignitari, nonché di Gesù e di tutti i Suoi fedeli seguaci.

INSTAURANDO IL REGNO

La Bibbia ci diviene chiara e comprensibile solo se fondiamo e crediamo nelle sue promesse, concernenti la risurrezione dei morti. Se la nostra fede riesce a trovare e stabilire una salda base su queste promesse, e quindi, crede fermamente nel loro adempimento, allora la Bibbia diviene un messaggio di persistente speranza e conforto, specialmente nei riguardi delle profezie, che preannunciano la instaurazione del Regno Messianico e la sua opera restauratrice.

Affichè il Regno di Dio divenisse una realtà, fu necessario che Gesù risuscitasse dai morti, avendolo Iddio designato quale supremo Governatore d’esso; dipoi, al suo ritorno come ci è rivelato nel Nuovo Testamento, saranno risuscitati dalla morte coloro che appartengono alla classe Spirituale, poiché dovranno condividere il Regno con Lui. In ogni generazione, dai giorni di Gesù, ad ora, alcuni uomini hanno provata la loro fedeltà a tale alto onore. Di costoro l’apostolo Giovanni scrive: “Beato e santo è Colui che partecipa alla prima risurrezione…essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui mille anni.”—Apo 20:6

Allora, come già abbiamo rilevato, gli Antichi Dignitari, che dovranno essere i rappresentanti terrestri del Cristo divino, saranno risuscitati dai morti ad una “risurrezione migliore” [com’è illustrato in Ebrei 11:35]. Di essi Gesù disse: (parlando della diaspora degli Ebrei) ‘Che molti sarebbero venuti dal Levante e da Ponente, e sederanno a tavola con Abrahamo, Isacco a Giacobbe, nel Regno dei cieli.’—Matteo 8:11

IL REGNO NELLE SUE FUNZIONI

Così sarà coordinato il Regno del Messia di cui EGLI sarà il Governatore e Re. I viventi della generazione Israelita [radunati nella terra promessa], allor’quando andrà in atto questo benedetto intervento divino, saranno i primi a ricevere l’opportunità delle benedizioni che verranno erogate, nel corso del Millennio. E tutti coloro che osserveranno le Leggi del nuovo Governo ne godranno gli effetti restauratori.

Una profezia, che inquadra gli eventi di quei giorni, la leggiamo in Zaccaria 8:13-17. Ci dice: “E avverrà che, come siete stati una maledizione fra la Nazioni, così, o casa di Giuda e casa d’Israele, io vi salverò, e sarete una benedizione. Non temete! Le vostre mani siano forti! Poiché così parla l’Eterno degli eserciti: Come io pensai di farvi del male allor’quando i vostri padri mi provocarono ad ira, dice l’Eterno degli eserciti, e non mi pentii, così, di nuovo ho pensato in questi giorni [del Regno Messianico] di far del bene a Gerusalemme ed alla casa di Giuda: non temete! Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia alle vostre porte, secondo verità e per la pace, nessuno macchini, in cuor suo, alcun male contro al suo prossimo, e non amate il falso giuramento, perché tutte queste cose io le odio.”

Questi sono i principi di giustizia a cui gli Israeliti dovranno attenersi, per meritare e ricevere le benedizioni Messianiche, nonché il privilegio d’erogarle a tutte le famiglie della terra.

ALLA IMMAGINE DI DIO

Un’altra preziosa promessa che diverrà realtà, nel Regno Messianico, ci è enunciata da Geremia 31:31-34: “Ecco, dice l’Eterno, i giorni vengono che io farò un nuovo Patto con la casa d’Israele e la casa di Giuda; non come il Patto che ho stabilito con i loro padri, i giorni che li presi per mano per trarli fuori del paese d’Egitto; patto che essi violarono, benché io fossi il loro Signore, dice l’Eterno; ma questo è il Patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni, dice l’Eterno: io porrò la mia Legge nell’interno del loro cuore, e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. E non insegneranno ‘conoscete l’Eterno,’ poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno: perché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.”

Davvero, è interessante la promessa di Dio d’infondere la Sua Legge nei cuori di tutti i componenti del Suo popolo, poiché ci prospetta, così, la condizione cui perverrà l’uomo, cioè alla immagine di Dio, come fu creato Adamo! L’Opera che svolgeranno gli Agenti del Regno Messianico, consisterà, quindi, nel restaurare l’uomo alla perfezione originale all’ immagine di Dio.

Quando l’uomo fu creato ebbe anche il dominio su la terra e quanto essa conteneva. (Genesi 1:27-28) Tale dominio dovrà essere restaurato. Gesù ci prospettò tale futura condizione con una parabola, prefigurante tutte le genti radunate dinanzi a Lui. Egli separerà le une dalle altre, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra, dicendo loro: “Venite, voi benedetti del Padre mio: ereditate il Regno che vi è stato promesso sin dalla fondazione del mondo.” (Matt. 25:34) Meditando con discernimento il senso della parabola, nella pecora identifichiamo la qualificazione del carattere richiesto [devoto, umile ed altruistico] per ereditare il dominio originale; mentre, nei capri [scontrosi, prepotenti ed egoisti] reperiamo il rigetto dei principi dell’Amore divino. Sotto l’ordinamento del Governo Messianico, l’Amore costituirà la base su cui poggeranno tutte le norme di legge e regolamenti divini, per esso sarà bandito l’egoismo e l’intera umanità lo riconoscerà ed accetterà la regola di vita, enunciata all’Israele da Mosè in questi termini: ‘Tu amerai l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze…e non ti vendicherai, né serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso.’—Deut. 6:5; Lev. 19:18

Con l’indirizzo ed i sentimenti d’amore, di rettitudine e di giustizia, a guida dei popoli, redenti dal peccato e restaurati alla vita perfetta, la terra costituirà la vera sede paradisiaca che Iddio donò all’uomo fin dalla sua creazione! “E avverrà che ogni anima che non avrà ascoltato il Profeta [suscitato da Dio: Gesù Cristo, nostro Salvatore] sarà del tutto distrutta di fra il popolo” (Atti 3:22): poiché la morte resterà quale pena personale per il peccatore volontario, in quel Regno non esisterà più nulla e nessuno che possa disturbare la gioia della razza umana restaurata.

Per quanto, molte fra le meravigliose promesse, che saranno realizzate, nel corso del Regno Messianico, furono espresse primariamente agl’Israeliti, la Bibbia ci assicura che ne usufruiranno anche i popoli di tutte le Nazioni, poiché Israele costituì il prototipo del mondo. Gl’Israeliti, ritornati in Palestina, avranno, per primi, l’opportunità di gioire delle benedizioni divine, ma, anche il resto dell’umanità è incluso nella erogazione della misericordia e dell’infinito amore di Dio.

RESTAURAZIONE DI TUTTE LE COSE

Tutti i Profeti di Dio esposero eloquentemente, nelle loro predizioni, le ricche benedizioni che il Regno Messianico avrebbero erogate sia agli Ebrei che ai Gentili. Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Pietro descrisse il periodo, nel corso del quale queste profezie diverranno realtà, definendolo “tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali [egli precisa] Iddio parlò per bocca dei Suoi Santi Profeti che sono stati sin dal principio.”—Atti 3:20-21

Allorché Pietro espresse il significato della testimonianza profetica, concernente le benedizioni del Regno Messianico, indirizzandosi agli Ebrei presenti, disse loro: “Voi siete i figliuoli dei Profeti e del Patto che Iddio fece con i vostri Padri, dicendo: ‘nella tua progenie tutte le Nazioni della terra saranno benedette.”—Atti 3:25

In tal modo, Pietro spiegò che le promesse di Dio ad Abrahamo, per cui tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette per lui e per mezzo della sua progenie, avrebbe avuto l’adempimento mediante la restaurazione di tutte le cose. Noi sappiamo che Dio confermò ad Abrahamo tale promessa giurando sul proprio Nome e l’apostolo Pietro lo testimoniò, ricordando che tutti i Santi Profeti di Dio ne parlarono fin dal principio.

Restaurazione significa riottenere delle condizioni originali di vita, pensieri ed azioni di cui fu dotato l’uomo da Dio, quando lo creò alla Sua immagine e somiglianza. I nostri progenitori, a causa della loro trasgressione alle Leggi divine, perdettero il sommo privilegio concesso loro dal Creatore ed i loro figli nacquero imperfetti e destinati a soffrire e morire. Il peccato e la morte regnarono, e regnano ancora, sulla intera terra, affliggendone i popoli.

Il profeta Daniele, parlando di questo lungo periodo di sofferenze e dolori lo descrisse quale “una notte di pianto,” ma profetizzò la lieta nuova che “alla mattina viene il giubilo.” (Salmo 30:5) E la mattina sarà quella che seguirà alla radiosa aurora, in cui rispunterà il giorno nel quale il peccato e la morte saranno sopressi per sempre.

Un altro profeta di Dio, Isaia, parlando “dei tempi della restaurazione,” disse che nessun abitante dirà più ‘io sono ammalato,; che gli occhi dei ciechi s’apriranno…e gli uomini si costruiranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.’—Isaia 33:24; 35:5; 65:21,22

In verità, il futuro d’Israele e del mondo non potrebbe avere delle prospettive più gloriose di quelle che ci sono state predette, mediante le profezie ispirate dalla Parola di Dio: “Che mai torna a vuoto, senza compiere quello che EGLI vuole.” (Isaia 55:11) Certo! La terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell’Eterno, come le acque coprono il fondo del mare.” (Habacuc 2:14) Non vi saranno più guerre nè rumori di guerra. La stabilità e sicurezza economica e culturale, in tutte le migliori forme, previdenziali e provvidenziali, ispirate dall’amore e dalla giustizia di Dio, sono simbolizzate e cesellate in questi versetti di Michea 4:1-4, di cui riportiamo il più eloquente: ‘…tutti sederanno ciascuno sotto la sua vigna e sotto il suo fico, senza che alcuno li spaventi; poiché la bocca dell’Eterno degli eserciti ha parlato.’

A questo; tutte le menti equilibrate e pure delle persone, d’ogni tempo e d’ogni luogo, hanno aspirato ed aspirano! Ora, finalmente, lo potranno ottenere e lo otterranno solo per l’amorevole intervento del Creatore, il vero Iddio del cielo e della terra, che erogherà a tutti e dappertutto, le Sue ricche benedizioni, tramite le Agenzie del Regno Messianico, retto e guidato da Gesù Cristo, nella restaurata pace e concordia con l’ETERNO e fra tutti gli uomini. Pace e concordia derivanti dalle giuste Leggi, emanate nel Suo Regno che tutti rispetteranno e osserveranno, come previde e predisse, magnificamente Davide in questi versetti del Salmo 85:7-13, di cui vi riportiamo i più significativi: “La benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate. La verità germoglierà dalla terra, e la giustizia riguarda il cielo. Anche l’Eterno largirà ogni bene, e la nostra terra produrrà il suo frutto. La giustizia camminerà dinanzi a lui, e seguirà le via dei suoi passi.”



IL SUPREMO DISEGNO DEL CREATORE

Lo Spirito Santo Di Dio

NEL PORRE IN rilievo le meravigliose Opere creative, quali ci sono rivelate dalle testimonianze Scritturali, abbiamo esaminato, anche, i disegni ed i propositi del Sommo Iddio, nella Creazione dell’uomo. Ed è risultato che egli, pur avendo trasgredito le Leggi divine, incorrendo nella condanna alla morte, non è stato abbandonato dal Padre celeste, dato che, nella Sua infinita bontà, gli ha concesso di essere restaurato, per sempre, nelle condizioni della perfetta vita che gli aveva date in origine, su la terra: qualora si pentirà ed osserverà, in pieno, le Sue Leggi. Inoltre, abbiamo acquisito la sicurezza che l’Eterno predispose nel Suo Piano di Salvezza di sicurezza che l’Eterno predispose nel Suo Piano di Salvezza di risuscitare Gesù dai morti, innalzarlo, poi, supremamente alla natura divina e, quindi, avrebbe estesa, ai fedeli seguaci del Suo Figliuolo la stessa gloria e la coeredità al Regno Messianico, onde collaborassero con Lui alla restaurazione di tutta l’umanità, alla vita perfetta su la terra.

Abbiamo riconosciuto, pure, che per adempiere di un così supremo Disegno, occorre esercitare un immenso potere, [inconcepibile per la mente umana]. E’questo Potere che la Bibbia indica e denomina: lo “Spirito Santo di Dio.” Esso è citato centinaia di volte, in passaggi e riferimenti Scritturali, concernenti il Piano divino, nel Nuovo Testamento, quasi sempre, designato quale ‘Spirito Santo.’ Intanto, spesso, a causa d’erronee interpretazioni, incomprensioni linguistiche, o concezioni contrarie, tramandateci dagli evi oscuri, questo Spirito Santo è considerato una persona.

Nel Vecchio Testamento “Spirito” è stato tradotto dal termine ebraico “ruwach,” che Strong, ed altri eminenti linguisti, definiscono ‘vento,’ ‘soffio,’ ‘fiato’ e, più appropriatamente, ‘alito.’ Nel Nuovo Testamento, il termine ‘Spirito’ è tradotto dal greco PNEUMA, che secondo gli stessi linguisti ed altri esprime ‘soffio, respiro fiato’ [che letteralmente, sarebbe la corrente d’aria vitale che s’immette nei polmoni d’ogni essere vivente.] Noi però, puntualizziamo che lo Spirito Santo di Dio non è soltanto una corrente, od un soffio d’aria! I linguaggi antichi, sia ebraico che greco ed altri, a quei tempi, non s’erano ancora arricchiti di vocaboli specifici per ogni designazione ed individuazione d’uso comune ed eccezionale, perciò, nell’esprimere dei concetti e dettagli concernenti le supreme opere divine, cercavano di esprimersi alla ben meglio, usando termini approssimativi, nelle composizioni di ogni frase. Perciò, in riferimento, al soggetto trattato, tali termini assumevano il significato voluto. Così, sia il termine ebraico ruwach, che il greco ‘pneuma,’ esprimenti entrambi, in origine, l’invisibile potere del vento, furono adoperati per indicare l’invisibile ed ineguagliabile, Potere di Dio.

Parlando in un senso molto vasto, lo Spirito di Dio rappresenta, ed è, l’invisibile Potere Suo, per cui, Egli realizza tutti i Suoi propositi e disegni. È per la Sua Onnipotenza e per la Sua Volontà [a cui nulla e nessuno può opporsi] che i Suoi benevoli disegni e propositi, a favore dell’umanità, divengono luminose e reali provvidenze, e benefiche benedizioni! Jèhovah, infatti, dichiara: “Io l’ho detto e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e l’eseguirò.” (Isaia 46:11) Egli asserisce, anche, ‘così è della mia Parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a vuoto senza aver compiuto quello che Io voglio, e portato a buon fine ciò, per cui l’ho mandata.”—Isaia 55:11

IL SOMMO POTERE CREATIVO

Lo Spirito, o Potere di Dio, è manifestato in tutta la Sua Creazione. Fu lo Spirito di Dio che trasformò e plasmò questo pianeta da una massa informe, vuota e tenebrosa, nell’attuale mirifico pianeta terra. Lo Spirito fu usato per dare vita, e, porre in luce esseri viventi d’innumerevoli specie, varietà e bellezza, nel campo vegetale, minerale, universale. In questa grandiosa Opera di trasformazione della massa caotica, fu lo Spirito di Dio che stabilì i limiti agli Oceani con un semplice, perrentorio ordine: “fin quì tu verrai, e non oltre; quì si fermerà l’orgoglio dei tuoi flutti.”—Giobbe 38:11

Fu il Volere e Potere di Dio che fece sorgere e crescere le erbe della terra, quando il Suo Spirito ordinò: ”Produca la terra delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto, avente in sé la propria semenza.” E fu lo Spirito Suo ad ordinare ‘producano le acque in abbondanza animali viventi’. . ; indi, ‘produca la terra animali viventi, secondo la loro specie…’ e, infine fu il Potere di Dio che operò la Creazione dell’uomo.—Gen. 1:2, 20; 1:24; 1:27

Fu, sempre, lo Spirito di Dio ad instaurare e dirigere il processo, noto a Lui solo, dell’abilitazione ed assistenza nella riproduzione di ogni essere umano, animale e, tutte le specie vegetali, sulla terra. Salomone, l’uomo più sapiente di quei tempi, scrisse: “Come tu non conosci la via del vento, né come si formano le ossa, nel seno della donna incinta, così non conosci l’opera di Dio.” (Eccles. 11:5) Egli volle porre in rilievo che nessuna sapienza umana era [come non è ancora] in grado d’intendere il modo in cui ha operato ed opera lo Spirito di Dio, in tutto e dappertutto.

Né gli scienziati, né noi, siamo pervenuti a concepire in che modo opera il Potere divino, possiamo solo ammirarlo e paragonare la sua invisibilità al vento. Un’altra delle mirifiche manifestazioni del Potere divino [o Spirito Santo] è la gravitazione. Giobbe, 26:7, nel meravigliarsi delle Opere divine, esclama: “… Egli sospende la terra sul nulla.” Eppure, la terra, nell’infinito Universo di Dio, può paragonarsi, rispetto ad altri pianeti, una macchiolina! Fra gl’innumerevoli corpi celesti che si reggono, nell’immensità dello spazio, per la “legge di gravitazione.”

Consideriamo la grandiosità del Potere di Dio, estrinsecato nella infinita ed indefinibile energia del sole, erogata in maniera che la luce ed il calore siano nella giusta misura stabilita dall’Eterno, utile e giovevole all’esistenza e sussistenza di quanto dimora, cresce e vive su la terra. A quanto si afferma, apprendiamo che il sole, in pochi secondi, spande su la terra tanta energia quanto quella che gli uomini avrebbero potuto utilizzare, dai tempi della creazione, ad oggi, come energia motrice, utile per gli attrezzi ed arnesi di lavoro. È ovvio che, anche, l’energia fisica dell’uomo trae origine dal Potere divino. Infatti, l’uomo non potrebbe produrre la propria energia senza utilizzare gli elementi creati da Dio.

L’uomo, ora, ha scoperto la sconvolgente energia che è racchiusa it un atomo. Provatevi a calcolare la quantità d’atomi contenuti nella immensità dell’Universo creato da Dio. Sarebbe umanamente impossibile persino alle recenti macchine calcolatrici elettroniche, effettuare tale operazione su di un tratto di qualche centinaio di metri quadrati! La mente umana non può sondare i misteri profondi della Creazione ed i reconditi disegni di Dio, in ogni minimo particolare. Può solo, pensandovi, rilevare un pò più realisticamente l’Onnipotenza divina.

Ciò nonostante, siamo convinti che, per l’illimitato Poter Suo Iddio può [come ha potuto e potrà] compiere le più straordinarie Opere che le mente umana, oltre a non poter concepire, non potrà arrivare a conoscere senza la Sua approvazione.

IL POTERE, NEL DONARE LA VITA

Lo Spirito di Dio ha in sé il Potere di donare la vita. Nella Genesi 6:17, il termine ebraico ‘ruwack è tradotto “alito,” cioè, ‘l’alito vitale’ che l’Eterno soffiò nelle narici di Adamo, appena creato, perchè divenisse ‘un’anima vivente.’ (Genesi 4:7) Questo stesso alito vitale fu lo ‘Spirito di Dio che aleggiava sulla superficie delle acque’ (Gen. 1:2) ad infondervi e diffondervi la vita. Infatti, Giobbe (12:9,10) chiede: ‘Chi non sa, fra tutte le creature, che la mano dell’Eterno [lo Spirito Suo] ha fatto ogni cosa…e che Egli è lo spirito di ogni essere umano?’ E l’apostolo Paolo, nel suo discorso all’areopago di Atene, confermò lapidariamente la concezione espressa da Giobbe ed in tanti passaggi Scritturali, con questa mirifica espressione: ‘Difatti, in Lui (Iddio) viviamo, ci muoviamo e siamo!—Atti 17:28

Lo Spirito di Dio ha il Potere vitale anche nel campo della vita inanimata. Infatti, un poeta credente afferma che solo Iddio può formare un albero! E, su tale affermazione, che è una costatazione, si prospetta in ogni mente che, senza il sommo Potere, o Spirito di Dio, non esisterebbero alberi, né fiori, frutti e quanto vive e cresce su la terra. Gli scienziati possono indicare gli elementi che formano un filo d’erba o una foglia d’un qualsiasi, o pianta, ma non sono in grado di formarli e dare loro la vita. Nel discorso succitato di Paolo, al versetto 27, si dice, fra l’altro, che ovunque giriamo il nostro sguardo, ed in ogni nostra azione, aspirazione, soddisfazione. Iddio si manifesta a noi.

Paolo, cercando d’illustrare le attività Cristiane, nel proclamare l’Evangelo, le paragonò a quelle che si esplicano nel seminare, però, precisò che solo a Dio è riservato il “far crescere.” (I Cor. 3:7) Di conseguenza, sarebbe ben vano il lavoro dell’uomo se non gli seguisse l’Opera del Potere di Dio [lo Spirito Suo], nel far crescere. Molti, nel contemplare lo sboccio del seme, dalla terra, volgono un grato pensiero a Dio, ma, ancora tanti, per ignoranza, o miscredenza loro inculcata, danno tale merito alla natura. Ma nulla nasce, cresce e vive fortuitamente. Dal Principio, ora, e sempre, ogni cosa creata è, e sarà per l’Opera dello Spirito Santo di Dio.

LO SPIRITO DI DIO IN OGNI LUOGO

Alcuni, parlando dell’Onnipotenza divina, erroneamente, presumendo che Iddio è presente, in ogni tempo e luogo, di persona. Ma non è così. Iddio è Spirito, ed ha un Potere universale, ed al suo controllo non può sottrarsi nessuno. Davide, nel Salmo 139:6-10, a proposito, dice: “Una tale conoscenza è troppo meravigliosa, per me, tanto alta, che io non posso arrivarci. Dove me ne andrò, lontano dal Tuo Spirito? E dove fuggirò, dal Tuo cospetto? Se salgo in cielo, tu vi sei; se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, ecco sei qui. Se prendo le ali dell’alba e vo a dimorare all’estremità del mare, anche qui mi condurrà la tua mano e la tua destra mi afferrerà.” Davide esprime la Sua fiducia che, perfino nel soggiorno dei morti [il preteso inferno, ebraico scheòl] è presente lo Spirito di Dio. Quanto sarebbe strano il concetto del Salmista se la tomba dovesse essere un luogo di eterno tormento! Ma, per coloro che, come noi, si attengono agli’insegnamenti Scritturali, è ben noto l’inesistenza dell’inferno e discernono che Davide, in forma nettamente profetica, ha voluto esprimere la sua fede in Dio, e nelle Sue promesse, riferendosi al Suo Spirito che aleggerà nel soggiorno del morti, quando, tutti saranno risuscitati, ad una vita perfetta. Del resto, ciò ci è stato confermato dalla risurrezione dai morti di Gesù, operata dallo Spirito Santo di Dio: il quale non permise che “l’anima [l’essere] di Gesù Cristo restasse in potere della morte [tomba-scheòl].—Salmo 16:10; Atti 2:27, 28, 32; Efesi 1:19-20

I PENSIERI DI DIO

Iddio ha messo in atto il Suo Potere in tutti i compimenti dei Suoi propositi, mediante, la trasmissione dei Suoi Voleri nelle menti di coloro che Egli ha chiamati al Suo servizio, per lo svolgimento dei Suoi piani, particolarmente nel corso di quest’ èra Evangelica. Tutti noi siamo consapevoli del sommo potere che hanno i Suoi pensieri, nei nostri cuori e nelle nostre menti, poiché è per essi che siamo immunizzati dalle influenze contrarie alla nostra fede.

Coloro che desiderassero sapere come Iddio trasfonde i Suoi pensieri nella mente dei fedeli che hanno dedicata la loro vita al Suo servizio, sappiano che ciò avviene mediante la Sua Parola, scritta fin dal “principio” dai Suoi Profeti, Dignitari e Patriarchi. Essi scrissero e parlarono, da parte di Dio, perché sospinti dal Suo Spirito.” (II Pietro 1:21) L’Opera ispirata dallo Spirito Santo, nelle menti dei Profeti che scrissero il Vecchio Testamento, fu miracolosa perché essi stessi non compresero del tutto quello che scrissero. Pietro, nella sua prima Epistola 1:12, spiega: ‘E fu loro rivelato [ai Profeti] che, non per sé stessi, ma per voi amministravano quelle cose che ora vi sono state annunciate, da coloro che vi hanno evangelizzato, per mezzo dello Spirito Santo, mandato dal cielo: nelle quali cose, gli angeli desiderano guardare dentro.’

Noi non siamo in grado di comprendere in quale maniera Iddio diede modo ai profeti di esprimere i Suoi pensieri, con le proprie parole. La Bibbia, però, ci afferma che le Scritture del Vecchio Testamento sono il prodotto, o l’Opera, dello Spirito Santo, che tramandano i pensieri di Dio ai componenti del Suo popolo, onde li leggessero, capissero e meditassero. Intanto, nessuno può comprendere il significato di alcuni pensieri, fuori del tempo in cui Iddio ha stabilito che dovrà essere palesato. E, anche allora, ciò avverrà in modo miracoloso che si presenterà alle nostre menti quale un altro compito espletato dallo Spirito Santo.

La miracolosa rivelazione del significato dei messaggi espressi nel Vecchio Testamento, iniziò nei riguardi di Gesù. Indubbiamente, durante l’adolescenza di Gesù, Maria, sua madre, dovette parlargli della sua nascita miracolosa, avvenuta per opera dello Spirito Santo. Tale notizia, di certo, avviò la mente di Gesù a discernere che era venuto alla luce, sulla terra, in tale modo, per compiere una missione speciale. Di conseguenza, fu ansioso di conoscere le particolarità circa i compiti che avrebbe dovuto adempiere. Infatti, fu per tale ansia che, all’età di 12 anni [allontanatosi dai genitori e dai parenti che, in comitiva si erano recati a Gerusalemme e tornavano a Nazaret] dopo tre giorni di ricerche, a Gerusalemme, lo trovarono nel Tempio, “seduto in mezzo ai dottori ad ascoltarli e far loro delle domande.” Probabilmente, dovette apprendere da loro che, secondo la Legge, non avrebbe potuto entrare al servizio sacerdotale prima di aver compiuto 30 anni, (Luca 2:42-49); (Numeri 4:23) e perciò acconsentì di ritornare a Nazaret e vi restò fino a quando giunse il suo tempo.

E fu a trent’anni che si recò da Giovanni Battista, mentre questi era sulla riva del Giordano, a battezzare quelli che glielo chiedevano. Anche Lui gli chiese d’essere battezzare e lo ottenne dopo aver insistito: poiché Giovanni gli disse “sono io che ho bisogno d’essere battezzato da te.” Non appena fu battezzato, mentre usciva dalle acque, avvenne un miracoloso evento. Mentre Gesù stava pregando, ‘s’apri il cielo e lo Spirito Santo scese su Lui in forma corporea, di una colomba, e dal cielo si udì una voce: ‘Tu sei il mio diletto Figliuolo; in te mi sono compiaciuto.’ (Luca 3:32) Attualmente, come già abbiamo messo in risalto, lo Spirito Santo è il sommo Potere di Dio. La presenza di tale potere, manifestato in una colomba, discesa sul Maestro, servì a dimostrare visibilmente a Giovanni Battista, con quale alto compiacimento, Iddio seguiva l’Opera di Gesù, onde questi testimoniasse, a tutti, il magnifico evento.

IL CIELO SI APRİ

Anche Matteo 3:13, attesta che, allor’quando lo Spirito Santo scese su Gesù, “i cieli si aprirono.” Questa fu una funzione dello Spirito Santo diversa da ogni altra, accaduta fino ad allora. Lo Spirito Santo aveva manifestata la Sua Opera lungo il corso dell’intera creazione dell’Universo, dando vita a tutti gli esseri viventi, ed aveva abilitato i Profeti ad imprimere nelle loro menti messaggi divini, perchè ne avessero beneficio i componenti del Suo popolo, negli ultimi giorni. Indi, lo stesso Spirito rivelò miracolosamente a Gesù il significato di quanto Dio aveva espresso agli antichi Dignitari ed ai Profeti, che, per secoli, era restato incomprensibile, perfino agli Angeli.

Da ciò, possiamo rilevare l’estendersi del Potere divino, nel comunicare i Suoi pensieri, rendendoli comprensibili alle menti di coloro che Egli intendeva predisporre, al proprio tempo, ad agire in rispondenza ed osservanza dei Suoi disegni. Ma non impose a nessuno i Suoi pensieri. Neanche a Gesù, perché fu Lui, volontariamente, ad esprimere il desiderio di conoscere la Volontà del Padre celeste, onde compierla. Questa attitudine di Gesù fu descritta, in una profezia che si riferisce a Lui. Viene esprime in questi termini: “Eccomi, vengo! Sta scritto di me nel rotolo del Libro. Dio mio, io prendo piacere a fare la Tua volontà e la Tua Legge è nel mio cuore.”—Salmo 40:7, 8

Il “rotolo del libro,” cui si fa riferimento, è il Vecchio Testamento. In esso, si sono espressioni, indicazioni e riferimenti della Volontà del Padre, nei riguardi del Figlio [in attesa di conoscerla]. E fu per questo che ‘si aprirono i cieli”: cioè gli fu rivelato il significato di quanto era stato scritto su l’Opera che Egli avrebbe dovuto compiere. Probabilmente, già prima di tale evento, la mente perfetta di Gesù dovette intuire il significato di alcuni passaggi scritturali che lo concernevano.

Lo Spirito Santo, intanto, gli rivelò il significato preciso, nei suoi dettagli, circa la missione che avrebbe dovuto compiere, sulla terra, nonché, in generale, il contenuto dell’intero Piano di Dio. I riferimenti Scritturali ci dicono che Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto, dove restò quaranta giorni. La miracolosa rivelazione della Verità che lo Spirito Santo gli aveva comunicata, sembra che dovette essere tanto completa ed importante da indurlo ad isolarsi dalla comunità, per un periodo di tempo, per aver tutta la possibilità di adattarsi, secondo la luminosa Verità, da cui era stato pervaso tutto il Suo Essere, chiarendogli quanto era stato indicato nel Vecchio Testamento, per il compimento della Volontà del Padre, cui doveva e voleva attenersi.

IL MINISTERO DI GESÙ

Durante l’intero corso del Suo Ministerio, Gesù lo svolse, illustrandone, i vari aspetti della Verità che gli era state rivelata. Mentre, in effetti, non scrisse i suoi insegnamenti, le Sue meraviglose Parole, d’amore e di vita, furono riportate dai Suoi fedeli seguaci, verbalmente e negli scritti, onde avessero potuto essere di valido aiuto per l’istruzione di tutto il popolo di Dio, lungo tutto il corso dell’era Evangelica. Per l’assoluta conformità ai pensieri ed alla volontà di Dio [quali gli furono communicati dallo Spirito Santo], Gesù fu preparato ad essere il grande Re di tutta la terra. Ed è mezzo dell’ubbidienza ai predetti pensieri, che i seguaci di Gesù vengono preparati ad essere i suoi associati, nella futura Opera da compiere nel Regno—la gloriosa Opera delle benedizioni promesse da Dio a tutte le famiglie della terra.

Dalle parole e dalle Opere di Gesù, ci è venuto e ci viene rivelato il significato delle Scritture, contenute nel Vecchio Testamento che costituiscono la Parola di Dio, tramandataci a mezzo dei Suoi ispirati Dignitari e Profeti. Quando leggiamo gl’insegnamenti impartiti da Gesù, comprendiamo che essi ci rivelano la Volontà di Dio. Infatti, allorché Gesù ci disse [e dice] che dobbiamo amare i nostri nemici, significa che tale è anche la volontà del Padre celeste. Infatti, la Legge divina s’impernia sull’amore ed agisce per esso. E noi che viviamo ed operiamo in vista e preparazione d’associarci a Gesù, nel Suo Regno, per erogare le benedizioni a tutta l’umanità, dobbiamo renderci conto che, nella massa delle persone, molti sono i nemici di Dio e del Suo popolo, per cui dobbiamo togliere dai nostri cuori ogni risentimento, adoperandoci a trattarli con amore, affinchè riescano a riconoscere d’avere sbagliato e si ravvedano e rendano degni delle benedizioni che saranno loro portate.

LA VERITÀ TENUTA NASCOSTA

Dobbiamo comprendere, però, che la volontà di Dio non ci fu rivelata integralmente da Gesù, per mezzo dei Suoi insegnamenti ed esempi, nè Egli espresse tutte le meravigliose Verità, rivelategli dallo Spirito Santo. Infatti, lo fece rilevare ai Suoi discepoli, dicendo loro: “Molte cose, ancora, ho da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sarà venuto lui, lo Spirito della Verità, egli vi guiderà in tutta la Verità, perchè non vi parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire.” (Giov. 16:12, 13) La mente dei discepoli non era ancora preparata a discernere e comprendere tutte le meravigliose Verità che erano state rivelate a Gesù, e molto, di quanto Egli espresse loro, non lo compresero, né rammentarono delle lezioni poco chiare ch’Egli aveva loro impartite.

In Giovanni 14:26, è riportato questa promessa che Gesù espresse loro, in questi termini: “Queste cose vi ho detto stando ancora con voi; ma verrà il ‘Consolatore,’ lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che io vi ho detto.” Quale meravigliosa promessa! Vuol dire, che, per quanto vi fossero molte Verità che Gesù non aveva ancora potuto presentar loro, più tardi, le avrebbero avute rivelate, per mezzo di una luce che avrebbero ricevuto dal Potere tramite lo Spirito Santo. E nulla sarebbe più mancato loro di sapere, per essere in grado di conoscere quanto era indispensabile per comunicare e divulgare la Rivelazione divina.

Alla Pentecoste, tal promessa fu mantenuta. In quel giorno fu dimostrato l’immenso Potere concesso da Dio al Suo Figlio, per cui l’apostolo Pietro disse: “Egli [Gesù] essendo stato esaltato [innalzato] alla destra di Dio, avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete ed udite.” (Atti 2:33) Lo Spirito Santo fu sparso [diffuso]: ora, ciò sta a dimostrare che la manifestazione (dello Spirito) non proviene da una terza persona [come erroneamente alcuni pretendono], la quale non poteva essere cosparsa, o cospargersi, ma dal Potere divino [lo Spirito Santo della Verità] che scese sui discepoli alla Pentecoste, secondo la promessa di Gesù.

Mentre tutti i discepoli, che attendevano a Gerusalemme la discesa dello Spirito Santo, usufruirono largamente, gli Apostoli ottennero una visibile manifestazione dello Spirito poiché delle lingue di fuoco splendettero su di loro, designandoli alle folle. Perciò, da allora, essi furono in grado d’insegnare, oralmente, e con delle Epistole che resero chiara la “visione” che diede loro questo Potere, e, a tutto il popolo di Dio. Il Padre celeste, dunque, in generale, non rivela direttamente, né miracolosamente, la Verità al Suo popolo, in quanto essa fu già rivelata. Egli li aiuta a comprenderla.

IL CONSOLATORE

Nel promettere agli Apostoli che avrebbe mandato loro lo Spirito Santo, Gesù lo indicò quale “Consolatore” e, in effetti, glielo dimostrò! Quando Egli fu distaccato da loro e trascinato alla crocifissione, i loro cuori restarono addolorati e profondamente turbati. In effetti, il loro turbamento derivava dall’inattesa ed insospettata delusione delle loro speranze, riposte in Gesù [il Messia che Dio aveva loro promesso di trarre dalla progenie di Davide per stabilirlo quale Gran Re, l’Instauratore d’un Regno che si sarebbe esteso su tutta la terra], che non immaginavano mai veder perseguitato, insultato, arrestato, persino, messo a morte, su la croce! Regno che si sarebbe esteso su tutta la terra], non immaginavano mai, di veder perseguitato, insultato, arrestato, persino, messo a morte, sulla croce! E la loro delusione fu anche più cruda perché credevano che, associati a Lui, avrebbero regnato con Lui subito.

Con la morte di Gesù, le loro speranze svanirono tristemente. Compresero, poi, nei loro cuori, allor’-quando lo Spirito Santo “cosparso su loro, li illuminò e li rese edotti che il Regno del Messia sarebbe stato più efficiente e glorioso di quanto essi non si erano raffigurati: poiché si resero conto, individuandone la ragione Scritturale, che la morte di Gesù era necessaria, al fine di redimere il mondo, dal peccato e dalla morte. Conobbero, anche, che il Padre celeste, oltre a risuscitare Gesù, dalla morte, lo aveva innalzato al di sopra della limitata comprensione delle loro menti. Perciò, si resero conto della via che avrebbero dovuto seguire, per conformarsi al carattere e comportamento di Gesù, e dedicarono interamente la loro vita a testimoniare di Lui, fino alla morte, sicuri che, a suo tempo, avrebbero condiviso la gloria del Suo Regno e della Sua alta posizione, sul trono di Dio. In ciò consistette, il conforto apportato loro, dallo Spirito Santo, secondo la promessa del Maestro.

EVENTI FUTURI

Gesù disse ai discepoli che, quando lo Spirito Santo della Verità sarebbe stato cosparso su loro, avrebbe annunciato “le cose a venire.” (Giov. 16:13) Un adempimento di questa predizione è rilevabile nel discorso tenuto da Pietro, subito dopo la Pentecoste. Questo discorso fu ispirato da un miracolo che egli fu in grado di effettuare a mezzo del Potere concessogli da Gesù. Fu il miracolo della istantanea guarigione che egli diede allo zoppo, fino dalla nascita, quando fuori del tempio costui gli chiese l’elemosina e Pietro, al posto di questa, gli diede la guarigione: dicendogli: ‘argento ed oro non ne ho; ma quello che ho te lo do: nel nome di Cristo, il Nazareno, cammina!’ Nello stesso discorso (Atti 3:21), Pietro spiegò che Gesù sarebbe ritornato e vi sarebbero stati ‘dei tempi di restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei Suoi santi Profeti che sono stati sin dal principio.’ Si noti, che Pietro espresse questo glorioso evento futuro, dopo che fu sparso su lui, gli Apostoli ed i discepoli, lo Spirito Santo della Verità.

Lo spargimento dello Spirito Santo, alla Pentecoste, completò la miracolosa rivelazione della Verità divina, data a Gesù, in riva al Giordano. Così, mediante i Suoi insegnamenti e quelli degli Apostoli [compreso Paolo, che, più tardi, prese il posto di Giuda], la rivelazione della volontà divina, per i seguaci del Maestro, fu completa ed ora c’è tramandata dalla ispirata Parola di Dio. Nessuna altra miracolosa rivelazione è necessaria. Paolo, infatti, pose in risalto questo, scrivendo a Timoteo (II 3:16, 17), in questi termini: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio ed è utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, ad educare alla giustizia affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni opera buona.”

Tutta la Scrittura, quindi, è d’ispirazione divina: il Vecchio ed in Nuovo Testamento. In essi sono stati registrati i pensieri di Dio, da Lui designati a costituire il Suo Potere nelle vite di coloro che, durante la presente èra, si dedicheranno appieno a diffondere la Sua Parola ed i Suoi Disegni. In questo Piano è manifestato il modo in cui Dio opera, nella mente di coloro che si offrono per essere Coeredi nel Regno di Gesù.



Associazione Studenti Biblici Aurora