AURORA
Novembre-Dicembre 2011

Contenuto Di Questo Numero

  1. La Natività Di Gesù
  2. La Primogenitura
  3. I Tempi Moderni Alla Luce Della Profezia “Nel Tempo Della Fine”
  4. Convenzione Italiana
  5. Il Mistero Di Dio (continuazione dell’articolo Settembre-Ottobre)
  6. La Scala Di Giacobbe

La Natività Di Gesù

“Or in quella medesima contrada v’eran de’ pastori chè stavano ne’ campi e facean di notte la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentó ad essi e la gloria del Signores risplendè intorno a loro, e temettero di gran timore. E l’angelo disse loro: Non temete, perchè ecco. vi reco; il buon annunzio di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà: Oggi, nella citta di Davide, vè nato un salvatore, che è Cristo, il Signore.”
—Luca 2:8-11

IL MONDO CRISTIANO medita, nella ricorrenza del Natale, la venuta del Figlio di Dio nel mondo; lo fa in vari modi, alcuni del quali sono discutibili se non criticabili. Pur non seccettando la data del 25 dicembre come quella della venuta di Gesù nel mondo (ed il consenso su ciò che è pressoché generale), cogliamo anche noi l’opportunità per meditare sul più grande evento della storia dell’umanità di tutti i tempi, perché segna il diretto intervento di Dio nelle vicende umane.

Si dice che le Scritture Sacre non prescrivono la celebrazione di un giorno fisso per ricordare la venuta di Gesù nel mondo, così come fa, invece per la sua morte e risurrezione; questa affermazione non è priva di una certa logica; tuttavia, due dei tre evangeli sinottici, e precisamente Matteo e Luca, mettono in paticolare evidenza questo glorioso evento con il quale l’Eterno Iddio visitava il suo popolo. (Luca 7:16) Israele, è vero, non riconobbe quella visitazione (Luca 19:44), ma, alla luce di diciannove secoli di testimonianza cristiana, ciò dev’essere visto come premessa di uno sviluppo ben più grandioso del piano di Dio per la salvezza del mondo.

La portata universale di tale evento viene messa in evidenza dal sacerdote Simeone, con queste ispirate parole: “Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; poiché gli occhi miei han veduto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per esser luce da illuminare le genti, e gloria del suo popolo Israele.” (Luca 2:29-32) Salvezza per tutti i popoli, dunque, e per Israele anche un titolo di gloria; è questa l’essenza del messaggio evangelico. Gesù era infatti Israelita, della progenie di Davide, secondo la carne, Figliuolo di Dio quanto allo spirito. E sarà in Gerusalemme ed in Israele che rifulgerà tutta la gloria di Dio, durante i mille anni del regno messianco; questa verità era stata sepolta nelle, considdette età oscure in cui si annunziava un messaggio distorto, mutilato nelle sue verità essenziali, un messaggio che trasferiva l’intera umanità nell’inferno di fuoco, e quindi nei tormenti eterni, o in un purgatorio, eccetto pochi privilegiati ai quali era riservato il paradiso. E la terra? Essa sarebbe stata distrutta e consumata con il ritorno di Cristo, presentato in veste di un terribile vendicatore!

Queste ed altre assurdità vengono ora spazzate via dalla crescente luce della parola di Dio, la quale, per mezzo dei profeti, annunzia il messaggio della restaurazione di tutte le cose. “Ma avverrà, negli ultimi tempi, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sopra la sommità de’ monte, e s’innalzerà al disopra delle colline, e i popoli affluiranno ad esso. Verranno delle nazioni in gran numero e diranno: Venite, saliamo al monte dell’Eterno e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli c’insegnerà le sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno. Egli sarà giudice fra molti popoli, e sederà come arbitro fra nazioni potenti e lontane.

Delle loro spade fabbricheranno vòmeri, delle loro lance, ròncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la guerra. Sederanno ciascuno sotto la sua vigna e sotto il suo fico, senza che alcuno li spaventi; poiché la bocca dell’Eterno degli eserciti ha parlato.”—Michea 4:1-4

La venuta di Gesù nel mondo era stata profetizzata da Isaia con queste parole: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Emmanuele.” (Isaia 7:14) Che la missione di questo fanciullo sarebbe stata una missione salvifica si poteva rilevare agevolmente da queste parole dello stesso profeta, in cui l’Emmanuele (Dio con noi) viene presentato come il). ‘Braccio dell’Eterno,’ lo sprezzato che si carica addosso i peccati di tutta l’umanità: ‘E, nondimeno, erano le nostre malattie ch’egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s’era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigone. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguivamo la sua propria via; e l’Eterno ha fatto cader su lui l’iniquità di noi tutti.’—Isaia 53:4-7

Queste parole dell’apostolo Pietro sintetizzano in modo meraviglioso la redenzione operata da Cristo Gesù: “…Non con cose corrutibili, con argento e con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo, con-l’agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi.”—I Pietro 1:18-20

Isaia profetizza non solo la missione dolorosa e salvifica di Cristo, ma anche quella gloriosa, messianica cui il Fanciullino prodigioso è destinato: “Poiché un pargolo è nato per noi, ci è stato donato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità; ed è chiamato per nome: consigliere ammirabile, Dio potente, padre perpetuo, principe della pace. Grande sarà il suo impero in una pace infinita sul trono di David e sul regno, che egli consoliderà e rafforzerà con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.—Isaia 9:5-6 (Versione Garofalo)

Questo secondo aspetto, che avrà inizio con il ritorno di Cristo e con la risurrezione di tutti i santi che dormano ed il rapimento di quelli viventi, non viene messo adeguatamente in luce dalla cristianità; insistere sulla salvezza operata da Gesù con il sacrificio di se stesso, è bene; anzi bisogna non solo insistervi, ma ricordarlo in tutti i momenti della nostra esistenza. Relegare tra le più leggende, come sembra avvenga, il secondo Avvento di Cristo e l’instaurazione del suo Regno, significa venir meno alla precisa missione affidata da Gesù alla sua chiesa, la quale si qualifica appunto per questo messaggio che annunzia al mondo. (Matt. 24:14) Accettato con tutto il cuore, esso capovolge un po’ l’esistenza dei veri seguaci di Gesù, modifica le loro abitudini, il loro modo di pensare, la loro testimonianza, sia indivuale che colletiva. Con il secondo Avvento di Cristo, la redenzione diverrà operante e ciò significherà la realizzazione delle promesse di Dio; oggi questo messaggio costituisce la ragion d’essere della Chiesa di Dio, che vive in uno spirito di continua attesa.

Due sono i messaggi gloriosi del Nuovo Testamento, intuiti anche dai profeti dell’Antico, in virtù di quello “spirito di Cristo, che era in loro” (I Pietro 1:11): il primo ed il secondo Avvento. Soffermarsi sull’uno e sottacere l’altro, o quasi, significa tradire la propria vocazione. O, guardate, non è che non si parla di Cristo, oggi; ma è un Cristo pubblicizzato, reclamizzato, mercificato, propagandato dalle varie correnti religiose, o politico-religiose, ognuna della quali presenta un Cristo ora conservatore, ora rivoluzionario. In realtà Cristo non è il fondatore di una ideologia politica e nemmeno di una religione, nel senso tradizionale della parole: Cristo è il redentore del mondo, il messia di tutta l’umanità, il restauratore di tutte le cose. Egli chiama ad essere suoi discepoli coloro i quali dovranno essere associati con Lui in quella universale opera di ricostruzione, che avrà inizio con la instaurazione del mondo avvenire, dei ‘nuovi cieli e della nuova terra.’

Ricordare nel clima natalizio queste verità significa anche capire meglio il mistero della venuta di Gesù nel mondo, il mistero della redenzione, che è solo una prima fase del piano o proponimento di Dio per la restaurazione e riconciliazione di tutte le cose. (II Cor. 5:18-21; Efesini 3:9-11) Al grande annunzio della venuta del redentore nel mondo, deve dunque seguire l’altro non meno grandioso del suo ritorno: Gesù è venuto; Gesù ritornerà; è venuto con il corpo dell’umiliazione, della dofferenza, della morte; ritornerà adorno di potenza e gran gloria per raccogliere i suoi eletti dai quattro canti della terra e per instaurare il Regno Messianico. Questi due annunzi non possono e non devono essere disgiunti, perché sono inseparabili.

Questa grave lacuna esiste nel messaggio che la cristianità annunzia per il semplice fatto che le grosse confessioni di fede cristiana, quando sentono parlare di profezie della Bibbia, provano una specie di allergia, un senso di repulsione. Questa lacuna noi desideriamo colmare annunziando il piano di Dio nella sua intierezza; i tempi sono maturi perché l’annunzio del prossimo ritorno in gloria del Signor nostro Gesù Cristo risuoni in tutto il mondo e chiami a raccolta tutte le persone di buona volontà.

L’ultimo messaggio con il quale l’Eterno Iddio chiude la Parola rivelata, è perció parte essenziale della nostra opera di testimonianza; esso dice: “E lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni, E chi ode dica: Vieni. E chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita… Colui che attesta queste cose, dice: Sì, vengo presto! Amen! Vieni, Signor Gesù! La grazia del Signore Gesù sia con tutti.”—Apocalisse 22:17-21

M. C.



La Primogenitura

“Egli ci ha riscossi della potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo, nel quale abbiamo la rendenzione dei peccati; il quale è l’ummagine dell’invisible Iddio, il primogentio d’-ogui creatura; poichè in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra;…e tutte le cose sussistono in lui, Ed egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa; egli che è il principio, il primogenito dei morti, onde in ogni cosa abbia il primato.”
—Coloss. 1:13-18

VI SONO SENZA DUBBIO delle analogie tra la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto e la liberazione dei membri del corpo di Cristo, alla fine dell’età presente. Infatti, Israele venne liberato con il rovesciamento della decima piaga che provocò la morte di tutti primogeniti del paese d’Egitto, degli uomini come degli animali. La Chiesa di Gesù Cristo verrà altresi liberata dalla schiavitù della morte ed i membri viventi di essa rapiti con il versamento sulla terra della settima coppa, la quale, preceduta dal primo, dal secondo e dal terzo guaio, sarà la decima calamità mondiale in ordine di tempo.—Esodo 12:29-39; Apocalisse 9:11 e 11:14

La Rivelazione inserisce, infatti, questa significativa esortazione tra la sesta e la settima coppa: “Ecco, io vengo come un ladro; beato colui che veglia e serba le sue vesti onde non cammini ignudo e non si veggano le sue vergogne. (Apocalisse 16:15) Ciò pone con matematica certezza i due massimi eventi che sono alla base della fede di ogni cristiano, il ritorno di Cristo e l’assunzione in gloria di tutti i santi, morti e viventi, ancora al futuro.

I primogeniti dei figliuoli d’Israele non vennero colpiti dalla decima piaga in virtù di un segno particolare: il sague dell’agnello strisciato sull’architrave e sul due stipi della porta di casa di ciascuna famiglia d’Israele. I membri del glorioso corpo di Cristo, costituenti “La chiesa dei primogenti” (Ebrei 12:23), verranno liberato dalla grande distretta finale, dal gran giorno dell’ira di Dio (Apocal. 6:17; 11:18-19) in virtù del sangue di Cristo, l’Agnello di Dio.—I Pietro 1:18-20; Giov. 1:29

I PRIMOGENTI IN ISRAELE

In ricordanza della liberazione dalla decima piaga dell’Egitto, ogni primogenito d’Israele, degli uomini come degli animali, doveva essere consacrato a Dio. (Esodo 13:1-2; Numeri 8:17) Tale consacrazione avveniva nel modo seguente; per la tribù di Levi i primogeniti dovevano essere destinati al sacerdozio (Numeri 3:12-13), mentre i primogenti delle altre tribù (non avviati al sacerdozio) dovevano essere riscattati con il versamento di cinque sieli d’argento all’età di un mese, importo che veniva versato al tesoro del santuario (Numeri 18:16). Per gli animali mondi il primogenito doveva essere offerto in sacrificio all’

Eterno, mentre per queli immondi (asino, cavallo, cammello) il primogenito doveva essere riscatto con un agnello o un capretto, oppure doveva essere abbattuto (senza essere dunque offerto).—Esodo 13:13; Numeri 18:15

Quali erano i privilegi del primogeniti? In linea di massima, salvo cioè i casi di indegnità, essi erano i custodi delle tradizioni di famiglia ed alla morte del padre esercitavano la patria potestà, avevano diritto alla parte doppia dei beni paterni: una parte come legitima ed una parte come eredità (questa seconda parte era uguale per tutti). Praticamente, se un padre aveva sei figli, la proprietà veniva divisa in sette parti due delle quali al primogenito. Questa disposizione valeva anche per il caso in cui il primogenito fosse figlio di una concubina (Deuteronomio 21:15-17), perché nel primogenito si manifestava la forza e l’energia vitale del genitore ed era perciò “eminente in dignità e forza.”—Genesi 49:3

Questo principio non valeva in ogni esso per i beni spirituali, che ognuno doveva coltivare individualemente. La linea genealogica, il retaggio familiare e le promese divine non sempre passarono infatti attraverso i primoteniti e ció è molto significativo in quanto esclude una elezione irrevocabile da parte di Dio, ma una predestinazione basata sulla preconoscenza. (Romani 8:29-30) Le benedizioni di Dio passano perciò attraverso Seth e non per Caino (Genesi 4:1-25); Isacco viene preferito ad Ismaele (Genesis 16:16); Efraim a Manasse (Genesi 25:25-26) Giacobbe ad Esau, che vendette la propria primogenitura per un piatto di lenticchie (Genesi 25:28-34; Ebrei 12:16); Giuda e Ruben (Genesis 49:3,9); Davide il settimogenito di Isaia, Eliab (I Cron 2:13-15). Il primogenito di Davide era Ammon, ma venne eletto Salomone, il decimogenito. (I Cron 3:1-5) Costui, comunque, terminò la sua vita nell’idolatria e nell’impurità, per cui l’evangelista Luca fa passare la genealogia da Adamo fino a Gesù attraverso Natan, il nonogenito di Davide.—Luca 3:31

IL PRIMOGENITO GESÙ

L’Apostolo Paolo attribuisce a Gesù due primati: uno nella creazione ed uno nella risurrezione; Gesù è “il primogneito dei morti.” In ogni cosa Gesù ha il primato!

Consideriamo la prima primogenitura. La funzione che il primogenito aveva in Israele nell’ambito della propria famiglia, il ‘Signore Gesù ce l’ha nella universale famiglia di Dio di ogni ordine e grado, perché “egli è avanti ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui” ed anche ‘per mezzo di lui.’ Gesù, infatti è il primogenito rispetto a tutte le creature celesti, ma rispetto a Dio Egli e l’Unigenito ‘ poiché in lui tutte le cose furono create: quelle celesti e quelle terrene, le visibili e le invisibili, siano troni o dominazioni, principati o potestà: tutto é stato creato per mezzo di lui.’ (Colessei 1:16-versione Garofalo)

Ma tutti i diritti relativi a tale primogeniura vengono esercitati da Gesù in senso assoluto, dopo la sua risurrezione dai morti. Allora Egli è stato sovranamente innalzato alla destra del Padre “nel luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e d’ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire. Ogni cosa gli è stata posta sotto i piedi.—Efesini 1:22 cfr. con Filippesi 2:8-11.

Gesù primogenito della famiglia di Dio, “principio della creazione di Dio” (Apocalisse 3:14), è anche primogenito dei morti, ‘primizia di coloro che dormono’ (I Cor. 15:20) e quindi principio della ‘nuova creazione’ (Matt. 19:28); la sua risurrezione è infatti garanzia della risurrezione di tutti i morti e della restaurazione di tutte le cose, le quali perverranno infine alla ‘libertà della gloria dei figli di Dio.’ (Atti 3:21; Romani 8:21) Allora ogni cosa sarà sottoposta all’Iddio unico, compreso il Figliuolo.—I Cor. 15:28

I PRIMOGENITI

Tuttavia l’apostolo ricorda che il Signore Gesù è anche “il capo del corpo, cioè della Chiesa.” (Colossesi 1:18) Questa affermazione, così ricca di significato, presenta il Cristo come un tutto unico, capo e corpo, ossìa Gesù e la sua Chiesa: ‘Or voi siete il corpo di Cristo,’ scrive Paolo ai Corinzi (prima epistola 12:27). E poiché questa unicità è perfetta sotto ogni punto di vista, se il capo è primogenito i membri del corpo partecipano alla stessa primogenitura; perciò la Chiesa di Gesù Cristo è ‘Chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli’ (Ebrei 12:22-23) per il semplice fatto che Gesù è ‘il primogenito tra molti fra-telli.’(Romani 8:29) Primogenito Lui, primogenti anche noi; si tratta senza alcun dubbio della medesima primogenitura che dà diritto di partecipazione alla stressa eredità, alla parte doppia dei beni del Padre, a quel’ sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria’ cui allude l’apostolo.—II Cor. 4:17

Abbiamo parlato di diritto e non vorremmo che ciò fosse ritenuto una pretesa assurda, che la parola fosse considerata troppo grossa. No! L’apostolo prediletto di Gesù dice che a tutti coloro che hanno ricevuto Cristo Gesù come personale salvatore viene concesso “il diritto di diventar figliuoli di Dio” (Giov. 1:12) e quindi partecipi alla ‘ricchezza della gloria della sua eredità nel santi.’—Efesini 1:18

I membri del corpo di Cristo, collettivamente considerati, sono “primizie a Dio ed all’Agnello’ (Apoc. 14:4), ‘primizie delle sue creature.’ (Giacomo 1:18) Sono primizie in quanto partecipano alla prima risurrezione (Apoc. 20:6); sono altresì primizie della nuova creazione.—Matteo 19:28

Ed ecco la conclusione che possiamo trarre da questo meraviglioso insegnamento della parola di Dio: la benedizione tutta particolare per i primogeniti in Gesù Cristo non esclude, ma presuppone anche la benedizione dell’intera famiglia umana. La promessa che l’Eterno Iddio fece ad Abramo era che tutte le nazioni della terra sarebbero state benedette nella sua progenie. (Genesi 22:18) Il primogenito Cristo Gesù ed i primogenti membri del suo corpo, costituiscono appunto tale progenie.—Galati 3:16, 26-29

Sarà questa la realtà operante dei nuovi cieli e della nuova terra, dell’atteso regno messianico, ormai prossimo ad essere instaurato sotto tutti i cieli!

METODIO


I TEMPI MODERNI ALLA LUCE DELLA PROFEZIA

“Nel Tempo Della Fine”

IL PROFETA DANIELE, nel capitolo 12, verso 4, profetizzò che nel tempo della fine “molti andranno atterno, e la conoscenza sarà accresciuta.” Nessuno puo negare che tutte le meravigliose convenienze moderne per risparmiare lavoro, macchinari, rapidi mezzi di trasporto e l’opportunità per quasi chiunque di andare a scuola ed ottenere un’educazione normale o superiore, oggi sono godute appositamente perchè, secondo la profezia, viviamo ‘nel tempo della fne.’ Tutte queste cose non sono venute gradualmente attraverso i secoli, come alcuni erroneamente suppongono, ma sono frutto degli ultimi 150 anni.’

Attraverso tutte le età dai tempi preistorici infino a 150 anni fa, poco progresso era stato fatto. Infatti, il mondo era appena emerso del più oscuro periodo nella Storia, quell’incubo che oggi chiamiamo “Medio Eve” o “Eta Oscure,” quando cominciò il ‘tempo della fine.’ Ed è stato dal principio del 19simo secolo che è venuto tale meraviglioso accrescimento di conoscenza. In verità, le parole del Signore, per mezzo del profeta Daniele, stanno avendo un meraviglioso adempimento!

Molti ancora sono ostacolati ad un corretto intendimento della Bibbia dalle erronee idee che ebbero origine nelle Età Oscure. Una di queste false idee è che l’espressione profetica “il tempo della fine” significa la fine dell’umanità e la distruzione del nostro – pianeta: la Terra. ‘Il tempo della fine’ per molti significa il principio de ‘l’eternita,’ e a cagione di alcune false nozioni teclogiche che si svilupparono durante le Età Oscure, la parola ‘eternita’ per molte persone ha un significato terrorizzante.

La verità, però è che il profetico “tempo della fine” è un periodo trasitorio fra un ordine sociale o ‘mondo’ sul quale Satana ha regnato, e un nuovo ordine sociale o nuovo ‘mondo’ sul quale Gesù sarà il Rettore Supremo. L’ordine di cose che verrà a fine con la fine del ‘tempo della fine,’ dall’Apostolo Paolo è chiamato ‘il presente mondo malvagio.’ (Gal. 1:4) Il nuovo mondo, il quale dall’Apostolo Pietro è chiamato ‘nuovi cieli e nuova terra, nei, quali giustizia abita’ (2 Pietro 3:13) sarà il Regno di Cristo. Al presente noi ci troviamo vicino alla fine del ‘tempo della fine” e per conseguenza l’Aurora del Millennio stà per spuntare, percio, ‘. …riguardate ad alto e alzate le vostre teste; perciocchè la vostra rendenzione è vicina; e quando vedrete avvenir queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino.’—Luca 21:18, 31




Convenzione Italiana

IL GIORNO 3 E 4 SETTEMBRE 2011 si è tenuta una conferenze della Chiese Millenarista Studenti Biblici nella città di Pescara Italia. Un atmosfero di amore Cristiano ha coronato le due giornate e tutti i convenuti per aver parecipato alla conferenza sono stati immensamente benedetti.

Abbiamo avuto il privilegio di aver con noi tre fratelli proveniente dagli Stati Uniti, Francia e della Russia; tutti tre conoscenti della lingua Italiana e così abili a partecipare ai vari servizi.

Il Fratello Franco Modica di Pescara è stato il moderatore durante il primo giorno della conferenza dando un caloroso benvenuto all’assemblea, indicando che lo scopo principale della conferenza fù quello di onorare e glorificare il nome del nostro Padre Celeste e di Cristo Gesù nostro Salvatote.

La prima sessione della conferenza riguardava le testimonianze e preghiere alla quale hanno partecipato fratelli e sorelle. Tutti hanno espresso lo spirito di gratitudine al Signore per la rivelazione della verità e più che ogn’altro lo spirito di gratitudine verso il nostro amato Cristo Gesù alla quale mediante il Suo sacrificio al Monte Calvario si ottenne la salvezza, non soltanto per i credenti ma ancora per tutto il mondo al propio tempo.—Giov. 3:16

Il primo intervento e stato fatto dal fratello Panucci il quale il punto saliente del tempo presente sono gli eventi sullo stato d’Israele. Come ben sappiamo Israele e circondato dal mondo Arabo che vuole o tardi o presto distrugere questo popolo, non considerando che in base alle Sacre Scritture fù la mano potente di Dio che li fece ritornare nella terra dei loro antenati, e la stessa mano potente di Dio li preteggerà. É bene ricordare che Iddio non ha rigettato il suo popolo perchè: i doni e la vocazione di Dio sono senze pentimento.—Romani 11:29

Il secondo discorso è stato esposto dal fratello Emilio Croati che ha chiamato la nostra attenzione sul fatto che il Cristiano deve sempre far risplendere la sua luce e la conoscenza ricevuta del Signore. E ancora il nostro privilegio divulgare il messaggio della verità alla quale noi abbiamo ricevuto dalla potenza del Signore. Il fratello Modica (moderatore) dopo un cantico e la preghoera ha chiuso la giornata ringraziando tutti i partecipanti al programma della gironata esortandoci di rimanere fermi sul fondamento della verità che per la grazia del Signore ci fù rivelata, poichè il tempo è breve, e non sappiamo quanto durerà ed e il nostro privilege di promulare il messaggio della verità.

Il giorno successivo si è aperto con cantici e preghiera e il moderatore di nuovo he espresso lodi e ringraziamenti al Signore per l’amore in Cristo Gesù che ci lega realmente in un vincolo d’Amore. Il primo discorso fu presentato dal fratello Alex Lawisky che ha esposto le sue sofferenze e persecuzioni a causa della sua religione e credenza negli insegnamenti della Bibbia da parte del regime comunista, ma seppure prigioniero in cella non ha dubitato della sua fede, ma anzi l’ha rafforzata. E intervenuto ancora il fratello Panucci. Basandosi sul capitolo quattro deli Efesi, l’Apostolo Paolo, in questo capitolo ha stabilito la base fondamentale della vita Cristiana cioe “Ve un unico Signore, un’unoca fede, un unico battesimo.” Sappiamo che la chiamata ed elezione dei santi del Signore, per il mondo e un mistero. Questi eletti (veri consacrati Cristiani) costituiscono la Chiesa dell’Iddio vivente ed insieme con il loro maestro Cristo Gesù spanderanno le benedizioni su tutti i popoli della terra nel Regno Messianico.

Il discorso successivo e stato presentato dal fratello Rocco Danzi basandosi sul capitolo 23-26 di Levitico dove il popolo d’Israele ha rimpiazzato il Tabernacolo nel deserto, le cui ombre prefiguravano gli aventi che avrabbero avuto luogo durante l’età del vangelo. L’Apostolo Paolo nella lettera agli Ebrei 8:5 scrisse: i quali servono di esempio ed ombra della cose celesti, come fù detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire il Tabernacolo.

Il fratello Giuseppe D’Anna ha parlato sul battesimo del Cristiano alla quale al principio (quando un vero cristiano ha deciso di dedicare la sua vita al Signore) non è affattto un punto d’arrivo, ma bensi il punto di partenza del cristiano. Ad una nuova nascita. Tali argomenti tratti dalle scritture, e da uno studio fatto da lui sul battesimo, trattandolo da tutti i punti di vista. Una copia di questo soggetto si può ottenere scrivendo a lui direttamente.

Dopo un breve intervallo una breve testimonianza fù presentata dalla cara sorella Maria Di Costanza. Realmente la sua presentazione fu basata sulla vita del Cristiano in questi giorni pericolosissimi che si notano in tutto il mondo, e per il fatto che anche noi che viviamo in questo mondo è importante, infatti indispensabile che noi ci manteniamo fermi sulla base (il fondamento della verità e vicini al Signore la fratellanza.

Un’interessante discorso fu presentato dalla sorella Stefania Celenza, la sua presentazione fu basata sull’Ebraismo, indicandoci che L’Ebraismo è una religione “monoteistica” e viene classificata come religione Abramitica. Le religioni abramitche sono le tre religioni monoteiste: Ebraismo-Cristianesimo e Islamismo perchè rivendicano Abramo come parte della loro storia. Quando Dio dice ad Abramo di seguire il suo comandamento con le parole “Lech Lecha” ossia vattene dalla tua terra” nasce la prima religione ‘monoteista chiamata religione ebraica.’ In base agli eventi pericolosi del Medio Oriente, La sorella concluse i suoi commenti indicando che ‘Se non si riuscirà a fermare il terrorismo di Hamas, il conto alla rovescia per il prossimo round di ostilita è gia cominciato.

Un breve discorso fu presentato dal fratello Davide Modica il cui soggetto fù basato sull’esortazione bene espresso nell’Evangelo di Giovanni 4:24. Egli sottolineava l’importanza di essere veri adoratori di Dio, e impiegare tutte le nostre forze per la santificazione. Ebrei 12 ed assolvere a un comandamento che ci ha dato il Signore; Questo è il comandamento che vi amate gli uni e gli altri come io ho amato voi Giovanni 15:12

Un’interessante discorso in merito agli aventi mondiali che stanno devastanto parte del globo terrestre fu presentato dall sorella Aurora Celenza dove disse: “Che tutti gli elementi disastrosi che sono accaduti nel 2011…ma più che eventi sono segni che precedono il ritorno del Signore, Il primo evento dell’anno e stato il violente terremoto del Giappone seguito poi da uno Tsunami che ha provocato cira 70.000 morti, molti feriti e senza tetto. Abbiamo assistito ad una desolante tragedia con gravissimi danni alla centrale atomica, con tutte le conseguenti immaginabili.

Nel mese di Fabbraio abbiamo assistito alla rivolta di quasi tutto il mondo arabo come la Tunsia – L’Egitto – la Libia ed altri, significhi una democratizzazione del mondo Islamico. Colpisce il fatto che ci sia una richiesta da parte di questi popoli di più democrazia e sopratutto meno corruzionee. Un altro evento o meglio segno e stato il gran parlare della pedofilia nella Chiese Ufficale. Il problema reale a tenuto quasi sempre nascosto ma quest’anno e divenuto più evidente e portato alla luce. Questo Papa ne ha parlato più volte apertamente e prendendo anche qualche provvedimento. Un altro evento molto disastroso e stata la grande siccità in Africa, come l’Etiopia-Somalia-Sudan-Kenia. In questi paesi sono morti milioni di persone di cui molti bambini. Questa è la più grande tragedia mondiale dopo la seconda guerra mondiale che ha fatto più di 60.000.000 di morti. La Bibbia indica che al tempo della fine; “Ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi, ma tutto questo non sarà che il principio di dolori. Ma nonostante questo quadro doloroso alla quale la povera umanità sta attraversando, il giorno non e lontano alla quale il glorioso Regno del Signore, stabilirà il Suo meraviglioso Regno di pace e di giustizia, Allora si adempiranno le parole del profeta Isaia quando ispirato dal Signore scrisse queste parole: ‘Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi. Allora lo zoppo saltera come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perchè sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine.’—Isaia 35:5-6

La conferenza si ha chiuso con un cantico e una preghiera alla quale il caro fratello Francesco Modica he ringraziato tutti della fratellanza per la loro partecipazione alla festa spirituale con la speranza di partecipare di nuovo nell’anno prossimo.

Lucia Gnali


CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Settembre-Ottobre

Il Mistero Di Dio

LA CONVERSIONE DEL primo dei Gentili per mezzo di Pietro, la predicazione del Vangelo ai pagani in generale per opera di Paolo, fecero comprendere a Giacomo che durante questa età i piani della Providenza riservavano ai pagani e ai Giudei credenti un ugual privilegio. Consultando in seguito le profezie, Giacomo le trovò conformi a ciò che succedeva, ed egli vi lesse che al termine del periodo del Vangelo le promesse fatte ad Israele secondo la carne, si compirebbero. Il gran mistero nascosto per tanto tempo, cominciò a poco ad essere compreso da un piccolo numero, di Santi, gli “amici” particolari di Dio.

Paolo dichiara (Col. 1:27) che “quel mistero occulto da secoli ed età ma che Iddio ha rivelato ai suoi santi è.

“CRISTO IN VOI, SPERANZA DI GLORIA.”

Eccolo il gran mistero di Dio, nascosto durante le età anteriori, nascosto ancora oggigiorno a tutti, tranne ad una classe speciale: ai santi, ai credenti consacrati. Ma che cosa significano queste parole; “Cristo in voi?”

Gesù è stato unto di spirito (Atti X:38), e così lo conosciamo come il Cristo—l’unto—Cristo infatti, significa unto. L’apostolo Giovanni dice che l’unzione che noi (i credenti consacrati) abbiamo ricevuta da lui dimora in noi. (I Giov. II:27) Così i santi dell’età evangelica sono unti, come re e sacerdoti al cospetto di Dio (2 Cor. 1:21; I Piet. II:9); con Gesù, il loro Capo e Signore, essi costituiscono l’unto di Geova, il Cristo.

Se Giovanni dichiara che siamo unti, Paolo, d’accordo con lui, ci assicura che il mistero tenuto è occulto per secoli ed età, ora rivelato ai santi, che il Cristo (l’unto) “non è un sol membro ma molti.” Nel modo stesso che il corpo è uno e ch’egli ha molte membra, e che tutte le membra del corpo, quantunque molte, non sono che un solo corpo; cosi pure è di Cristo (I Cor. XII:12, 28), Gesù è unto per essere il capo (letteralmente la testa) o il signore della Chiesa, che è il corpo di esso (la sua sposa secondo un’altra immagine: Ef. V:25-30); insieme essi costituiscono la ‘progenie promessa,’ il grande Liberatore: ‘Ora se siete di Cristo, siete adunque progenie d’Abraamo, ed eredi secondo la promessa.’—Gal. 3:29

L’apostolo pone la Chiesa in guardia contro ogni pensiero presuntuoso dicendo di Gesù: Iddio “gli ha posta ogni cosa sotto ai piedi e lo ha dato per capo sopra ogni cosa alla Chiesa.”—Ef. 1:22; Col. 1:18

Ma togliendo la sua similitudine dal corpo umano, egli mostra nulla di meno quanto è intima e gloriosa la nostra relazione col Signore. Gesù stesso non disse altrimenti in questa dichiarazione: “Io sono la vite, voi siete i tralci.” (Giov. 15:5) La nostra unione con Gesù, come membra di Cristo—del gregge consacrato—vien rappresentata benissimo dall’immagine di una piramide.

La parte superiore (pietra angolare) forma da sola una piramide perfetta. Altre pietre possono esservi aggiunte per disotto, e se continuano le linee caratteristiche della pietra del vertice, la massa intiera formerà una piramide perfetta. Ecco ammirabilmente illustrata la nostra posizione di membri della “progenie” di Cristo. Uniti a lui, conformi a Colui che è capo, la testa, -pietre vive – noi siamo perfetti; separati da lui non siamo nulla.

Gesù solo perfetto, è stato “sovranamente innalzato; conscrati a lui, egli ci forma e foggia alla sua somiglianza affinchè noi possiamo entrate nella struttura dell’edifizio, nella casa del Signore. In una costruzione ordinaria non vi è pietra principale d’angolo; nel nostro edificio essa vi è. E, la pietra angolare del vertice, poich’egli è detto nelle Scritture: “Ecco, io pongo in Sion la pietra del capò cantone, eletta, preziosa; e chi crederà in essa non sarà punto svergognato. Ancora voi, come pietre vive siete edificati, per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici (1) accettevoli a Dio per Gesù Cristo.” (I Pietro 2:4-6) Noi abbiamo questa fiducia che tosto l’unione tra Gesù, il capo, e la Chiesa ch’è il corpo d’esso sarà completa. Ma perciò, o diletti! Conviene che, sotto la direzione del Sommo Maestro scultore, noi cerchiamo escere tagliati e foggiati come materiali che gli adopera, conviene che per divenire conformi a quel modello, noi lasciamo il suo spirito trasformare recidere, levigare in noi tutto ciò che gli piacerà.Guardiamoci d’inceppare i suoi piani, di opporre la nostra alla sua volontà. Siamo umili, come piccoli fanciulli – “Adorni d’umanità; perciocchè Iddio resiste ai superbi e da grazia agli umili.” Umiliamoci adunque sotto la potente mano di Dio, acciocchè egli v’innalzi quando sarà il tempo (I Pietro 5:5-6), come egli ha innalzato il nostro precursore e Capo.—Filipp 2:8-9

(1) Il manuscritto sinatico, riconosciuto come la copia più antica, più cinpleta e l’una delle più corrette, omette la parola “spiritual’ dopo ‘sacrifizi.’

Quello è veramente un messaggio meraviglioso. Quando consultiamo le Scritture riguardo al nostro grande e divino appello, udiamo i profeti gareggiare d’eloquenza per annunziarci la grazia inestimabile che ci è stata fatta; poi, le parabole e i discorsi oscuri insino ad oggi c’illuminano e proiettano la loro luce sulla via stretta che il gregge consacrato deve seguire, correndo verso il premio ormai visible davanti a lui. E tale mistero a cui nessuno aveva pensato prima dell’effusione dello Spirito: che Iddio aveva decretato di mandare un Liberatore che ci unirebbe in lui, quindi un Liberatore composto di molte membra. E, quella è la vocazione celeste (la chiamata superiore), privilegio rivolto a tutti i credenti consacrati dall’era del Vangelo. Gesù non si provò a spiegare quel punto ai suoi discepoli infino a tanto che li vide ancora allo stato di uomini inconsci; egli aspettavia che la Pentecoste ne avesse fatto degli unti, degli uomini generati alla natura novella. Paolo dichiara che solo “delle creature nuove” possono ora apprezzare e comprendere quella divina chiamata. Noi ‘predichiamo, dice egli, in misterio la sapienza (il piano) occulta di Dio, la quale Iddio ha, innanzi i secoli determinata a nostra gloria, la quale niuno dei principi (capi) di questo secolo ha conosciuta…ma siccome egli è scritto: ‘Le cose che occhio non ha vedute e orecchio non ha udite, e non sono salite in cuore d’uomo, son quelle che Iddio ha preparate a quelli che l’amano – ma Iddio le ha rivelate a noi per lo suo spirito.’’—I Cor. 2:6-14

Nell’Epistola ai Galati, il medesimo apostolo svela il misterio tutto intiero mostrando come si compirà il patto concluso con Abrahamo. Egli mostra come la legge data ad Israele non abbia annullato il patto primitivo (Gal. 3:15-18), che la progenie di Abrahamo che deve benedire tutte le nazioni è Cristo Gesù (vs. 16). Poi egli dà ad intendere che il Cristo rachiude in sè tutti color che sono unti dello spirito. “Conciosacchè voi tutti, che siete stati battezzati in Cristo, abbiate vestito Cristo…Perciocchè voi tutti siete uno in Cristo Gesù…ora, se siete di Cristo, siete adunque progenie d’Abrahamo, ed eredi secondo la promessa” fatta a quest-ultimo (vss. 27,29). Proseguendo il suo pensiero l’autore mostra (Gal. 6), che Abrahamo fù un tipo di Geova. Sarà un tipo del patto e della promessa e Isacco un tipo del Cristo (testa e corpo); egli aggiunge in seguito: “Or, noi fratelli, nella maniera d’Isacco, siamo figliuoli della promessa. (sers. 28) Così il piano di Dio rimase velato sotto ai tipi e le figure finchè l’età del Vangelo cominciò a svolgere il Cristo.

Quel segreto tenuto era necessario, altrimenti il mistero non sarebbe stato tale per tanto tempo. Il far conoscere prima del anzi tempo le intenzioni di Dio al mondo sarebbe stato un fornirgli il mezzo di opporsi su loro adempimento. Se gli uomini avessero conosciuto intieramente il piano d’amore, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria, né la Chiesa ch’è il corpo d’esso. (I Cor. 2:8) La morte di Cristo, prezzo della redenzione del mondo, non avrebbe avuto luogo, la prova della fede della Chiesa, chiamata a partecipare alle sofferenze di Cristo, non sarebbe stata fatta, perocchè “il mondo non ci conosca” (come coeredi di Cristo) per le ragioni stesse che l’impedirono di conoscere Cristo medesimo.—I Giov. 3:1

Se il piano di Dio, e il Cristo in cui prese corpo, sono pel mondo un gran mistero, la vita o la marcia singolare di quel “piccolo gregge” di coloro che sono in Cristo fra di essi pure un ‘popolo particolare.’ Tit. 2:14) Che un uomo come Gesù di Nazaret abbia consacrate le sue facoltà straordinarie, non già alla politica, al dirito, al commercio o a fondare una religione popolare, ma invece all’adempimento d’un compito vano ed insignificante agli occhi del mondo, ecco ciò che non hanno compreso i suoi contemporanei. Agli occhi loro egli perdeva inutilmente tempo e fatica, e perciò dicevano: ‘Egli ha il demonio, ed è fuori di se perchè lo ascoltate.’ (Giov. 10:20) Essi non potevano maggiormente comprendere la sua vita nè afferrare la sua dottrina. Così pure la condotta degli Apostoli e dei loro compagni parve un enigme inesplicabile quand’essi abbandonarono il lavoro al quale erano vocati e sacrificarono i loro interessi terreni per predicare la remissione dei peccati nel nome di Gesù croficisso e sprezzato. ‘Tu farnetichi; il tuo gran sapere ti mette fuor di senno!’ Diceva Festo all’Apostolo delle genti che aveva rinunziato ai destini più gloriosi secondo il mondo per annunziare Cristo e per procacciare, attraverso le più dure privazioni, una corona invisibile, preparata per tutti i veri discepoli. Tutti color che, all’- esempio del grande Apostolo, seguono le orme del Maestro, sono considerati come pazzi a cagione di Cristo.

Ma il piano di Dio non resterà sempre un mistero nascosto. L’avvicinarsi del Millennio reca agli uomini la piena luce di Dio. La terra sarà ripiena della conoscenza del Signore. Il sole di Giustizia che deve alzarsi, spandendo salute nei suoi raggi, dissipando le tenebre dell’ignoranza è il Cristo nella gloria del suo regno millenario, non già il capo solo, ma altresì le membra del suo corpo, dappoichè egli è scritto che “se pure soffriamo con lui, acciocchè con lui siamo glorificati” e ‘quando Cristo che è la vita vostra, apparità, allora ancora voi apparirete con lui in gloria.’ – ‘Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del padre loro.’—Rom. 8:17; 2 Tim. 2:11-12; Col. 2:4; Mat 13:43

Le promesse alle quali crediamo e le speranze che ci son divenire care coll’accettare “il pensiero di Cristo” sono pura immaginazione nell’opinione di tutti salvo di quelli che sono generati ad un nuovo spirito; esse sembrano troppo improbaliti per essere accettate, o per essere prese come regola di condotta. Nell’età che viene, quando Iddio ‘spanderà il suo spirito sopra ogni carne,’ come egli lo ha sparso durante l’età pesente sopra i ‘suoi servitori e sulle sue serve,’ tutti comprenderanno allora veramente le promese e le apprezzeranno: essi si rallegreranno dell’ubidienza e dell’innalzamento della Chiesa. – ‘Rallegriamoci e giubiliamo, e diamo a lui la gloria, perciocchè son giunte le nozze dell’Agnello, e la sua moglie s’è apparecchiata.’ (Apoc. 19:7) Gli uomini si rallegreranno della glorificazione della Chiesa, per mezzo della quale fiume di benedizioni scorreranno su di essi; e mentre apprederanno che ‘le maggiori e più preziose promess’ eredate dall’Unto (il Cristo, testa e corpo), non sono per essi, ma che esse furono compiute in noi, essi saranno benedetti per la lezione appresa dalla Chiesa: e mentre correranno alle benedizioni che saranno loro presentate, essi profitteranno dell’esempio della Chiesa e glorificheranno Iddio a causa di esse. Ma quella conoscenza non sveglierà nel loro cuore gelosia veruna, perchè sotto al nuovo ordine di cose, la loro chiamata alla natura umana perfetta sembrerà loro più individuabile che non una trasformazione della natura.

Allora il “Mistero” sarà compiuto; poichè gli uomini vedranno che era lo spirito di Dio in Cristo, e lo spirito di Cristo in noi. Allora essi vedranno che non eravamo pazzi, nè insensati: ma che avevamo scelta la parte migliore, allorchè correvamo per ottenere la ricchezza, l’onore e la corona, invisibili per essi, ma però eterni.

In quanto a ciò che riguarda il tempo, il mistero di Dio si compirà al suono della settima tromba (simbolica). (Apoc. 10:7) Ciò si applica al mistero nel due sensi in cui viene adoperato; il mistero o i tratti segreti del piano di Dio saranno rivelati e pienamente conosciuti allora, come pure il “Mistero di Dio,: la Chiesa, che è l’essenza di quel piano. I due saranno compiuti allora. Il piano segreto, nascoto, avrà scelta la pienezza, il numero completo del membri del corpo di Cristo; conseguentementa il Corpo di Cristo sarà compliuto, e il piano cesserà di essere un misterio perchè motivo alcuno esisterà più per la perpetuazione del suo segreto. La grandezza del mistero tenuto si a lungo segreto e nescosto sotto promesse, tipi, immagini. l’incomparabile grazia riservata per coloro che sono messi a parte, per color che sono chiamati all’associazione di quel mistero (Ef. 3:9) ci obbliga a riconoscere che l’opera che succederà al suo compimento, per il quale Geova ha conservata l’umanità durante sei mila anni nell’attesa e nella speranza, deve essere un’opera grandiosa, prodigiosa, degna di preparativi così stupefacenti. Quali e quante benedizioni non possiamo noi aspettare pel mondo, allorchè il velo del mistero sarà rimosso, e che le ondate di benedizioni scenderanno? Egli è dietro a quel momento che ‘il mondo creato geme insieme e travaglia aspettando la manifestazione dei figlioli di Dio ‘la progenie promessa nella quale tutti saranno benedetti.”—Romani 8:19-22




La Scala Di Giacobbe

“Or Giacobbe partì da Beer-Sceba e se n’andò verso Charan. Capitò in un certo luogo e vi passò la notte perchè il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, la pose come suo capezzale, e si coricò quivi. E sognò; ed ecco una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco gli angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala. E l’Eterno stava al disopra d’essa, e gli disse: ‘lo sono l’Eterno, l’Iddio d’Abrahamo tuo padre e l’Iddio d’Isacco; la terra sulla quale tu stai coricato, la darò a te ed alla tua progenie; e la tua progenie sarà come la polvere della terra, e tu ti estenderai ad occidente e ad oriente, a settentrione, e a mezzodì; e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua progenie.”—Genesi 28:10-14

QUALE E QUANTA importanza aveva per i figliuoli d’Israele, specie per i primogeniti, la paterna benedizione! V’era una benedizione dell’uomo nei riguardi dell’Eterno, che si esprimeva con parole di lode (Genesi 24:27); v’era la benedizione sacerdotale, racchiusa in questa formula semplice e meravigliosa: “L’Eterno ti benedica e ti guardi; l’Eterno faccia risplendere il suo volto su te e ti sia propizio! L’Eterno volga verso di te il suo volto, e ti dia la pace!” (Numeri 6:24-46); v’era, infine, la benedizione di uomini in favore di altri uomini. Anche in quest’ultimo caso non si trattava di una benedizione data in prima persona, ma di una invocazione fatta a Dio perché elargisse le sue benedizioni. Il padre di famiglia non diceva: ‘Io ti benedico,’ ma ‘Yahweh ti benedica…’ Il figliuolo ricercava la paterna benedizione non perché fidava sulla potenza della parola, della formula in sé e per sé, com’é stato ipotizzato, ma in virtù della promessa fatta da Dio ad Abrahamo. Ed a questa benedizione si ricollegò Isacco quando, rivolto a Giacobbe, che si disponeva a partire verso Charan, nella piana di Paddan-Aram in Mesopotamia, pronunziava queste parole: ‘Ti benedica El-Shaddai (ossia, Iddio onnipotente), ti renda fecondo e ti moltiplichi, così che tu divenga una raccolta di popoli. E dia la benedizione di Abramo a te ed alla tua discendenza con te, affinché tu possieda la terra nella quale hai soggiornato come forestiero e che Dio ha dato ad Abrahamo.’—Genesi 28:3-4

La promessa fatta dall’Eterno ad Abramo (Genesi 22:16-18, riconfermata ad Isacco (Genesi 26:4), ed a Giacobbe (Genesi 28:13-14), non era a senso unico, non era limitata al solo Israele, ma estesa a tutte le famiglie (nazioni) della terra; per cui Abramo sarebbe stato il il padre di una moltitudine di nazioni, ossia, Abrahamo.—Genesi 12:3; 17:3-8

Senza alcun dubbio, il popolo d’Israele è al centro di questa profezia, che è una delle più notevoli della Bibbia, perché esso, storicamente, è progenie di Abrahamo e quindi erede della promessa.

(Continua Nel Prossimo Numero)



Associazione Studenti Biblici Aurora