AURORA
Marzo-Aprile 2008

Contenuto Di Questo Numero

  1. Le Promesse Di Dio
  2. Il Grande Viaggio A Canaan
  3. La Liberazione Promessa

Le Promesse Di Dio

LE INNUMERVOLE PROMESSE di Dio costituiscono la più vivida sorgente di benedizioni, per ogni fedele cristiano. Niuno fra coloro i cui piedi hanno calcato fedelmente le orme del maestro, perderà l’occasione per ringraziare Iddio per tutte le Sue promesse, in cui tutti fondanto la loro speranza – e per l’aiuto da Lui ricevuto, in ogni tempo d’afflizione. “La mia grazia ti basti”…e la promessa sulla quale ogni buon Cristiano fonda il propio comportamento e tutte le sue speranze. E, nella assoluta ceretezza” che tutte le cose cooperano al bene di colore che amano Iddio ognuno resti saldo nella completa fede delle benedizioni che Egli ci erogherà in avvenire.

L’Apostolo Pietro, nella sua seconda Epistola 1:4, ci dice che, “mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati, mercè la propia gloria e virtù, per la quale ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse, oltre a renderci partecipi della natura divina, dopo essere fugiti dalla corruzione, che è nel mondo, per la via della comcupiscienza.” Nella nostra essenza di veraci Cristiani, siamo stati in grado di reperire, nelle promesse di Dio, una parte ben sostanziosa del nostro patrimonio spirituale, mediante il quale abbiamo acquisito un’oasi di pace, in mezzo agli uragani, che vanno sconvolgendo il mondo. Per tal privilegio, mentre gran parte delle genti permancono in un pauroso allarme, nell’osservare i turbinosi eventi mondiali, noi la consideriamo secondo le beate promesse divini, contenenti delle speranze, non solo per noi, ma, anche, per tutta la povera umanità pervasa dal terrore.

Le promesse divine indicano anche, un’eredità eterna, per i Cristiani. Infatti, in Apocalisse 2:10 leggiamo: “Non temere ciò che dovrai soffrire, si fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.” Ancora in Apocalisse 20:6 leggiamo: “Beato e Santo e colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha podestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui mille anni.” Per quanto queste promesse sono meravigliose, noi non ci fermeremo a discutere ed illustrare le. Prima Risurrezione, attendoci a parlare di quelle che susseguiranno. Ne intendiamo parlare circa il privilegio che sarà concoesso al “piccolo gregge” nel concedergli di regnare con Cristo mille anni, poichè ora, desideriamo in quale maniera quei mille anni del Regno di Cristo transformeranno la vostra e la nostra famiglia, cioè tutta le famiglia della terra.

Una delle promesse promesse che Iddio espresse agli uomini, la reperiamo nelle Genesi 12:3. In essa dice che in Abrahamo, saranno Benedetti tutte le famiglie della terra. Sarebbe strano pensare perchè a quel tempo, Abrahamo non prese in risalto, nella sua mente, che tutte le famiglie della terra sarebbero benedette nella sua progenie, ma non e strano, invece per noi, di porre in risalto tale promessa. Come Cristiani e studiosi delle Sacre Scritture, noi ci rallegriamo nella sicurezza che la promessa pronunziata da Dio al suo fedele Patriarca, agli albori della storia del mondo, avrà il suo adempimento. Alcuni pensano che Dio ritarda l’adempimento delle Sue promesse, perchè sono trascorsi secoli e secoli, senza che tutte le famiglie della terra siano sate benmedette, anzi, a quanto hanno appreso dalla storia, sono state edotte che i loro avi vissero tempo di grandi dìstretta, turbolenze guerre e macelli, che si andarono ripetendosi di tante epoche successive. Di poi hanno appreso, e constatato anche ai loro tempi che bilioni su bilioni di denaro, i governi del mondo spendono per armamenti micidiali per incondere i campi di battaglia di sangue e di cadaveri, al sol fine di soddisfare i bestiali istinti dell’egoismo e dell’oppressione i quali hanno costituito e costituiranno la folle mania omicida degli uomini che detengono il potere su le Nazioni. Hanno visto scorrere fiume arrossati dal sengue dei propi simili, trucidati, mentre il letto del fiume che dovrebbe canalizzare le benedizione per tutte ke famiglie della terra resta arido.

Anche noi siamo a conoscenza di questi errori che hanno torturato l’umanità, ma non perdiamo la nostra fede in Dio, perchè sappiamo che le sue promesse non tarderanno ad essere mantenuti da Lui, al tempo in cui ha prestabilito che siano erogate le Sue benedizioni. Noi abbiamo tale sicurezza, perchè nel corso della nostra vita Cristiana, abbiamo implorato in momenti di estremo bisogno, la Sua grazia ed Egli cè l’ha concessa. Perciò, desideriamo confortare coloro che sono sfiduciati, nell’assicurarli che la promessa dell’Eterno l’Iddio di Abrahamo sarà adempiuta con la stessa definitività di altre promesse espressi, che ha di già adempite.. Infatti, l’Apostolo Paolo scrisse agli Ebrei 6:13-14: Quando Iddio infatti fece la promessa ad Abrahamo, siccome non poteva giurare per nessuno magiore, guirò per se stesso. Dicendo: “Certo ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente.” In alri termini, volendo l’Eterno Iddio imprimere nella sua mente la certezza che Egli avrebbe adempiuta la promessa, guiro su la propia integrità che, a suo tempo, avrebbe benedetto tutte le famiglie della terra. La stessa promessa Egli la ripete ad Isacco figliolo di Abrahamo, e piu tardi. A Giacobbe, figliolo di Isacco. Vi riportiamo i testi i delle due Scritture, certi che rivelano la differenza fra esse, a la solennità delle promesse fatte a loro. Nella Genesi 26:1-4 Leggiamo: “E ci fù una carestia nel paese oltre la precedente carestia che c’èra stata ai tempi di Abrahamo. Poi Isacco andò da Abimelek, re dei Filistei a Gherar. Allora l’Eterno gli apparve e gli disse:” Non scendere in Egitto rimane nel paese che io ti dirò. Soggiorna in questo paese e io sarò con te ti benedirò, “perchè io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi, e manterrò il giuramento che feci ad Abrahamo tuo padre.” Ancora nella Genesi 28:13-14: “Ed ecco Iddio disse a Giacobbe:” Io sono l’Eterno il Dio di Abrahamo tuo padre e l’Iddio di tuo padre Isacco, la terra sulla quale tu sei coricato, la darò a te e alla tua discendenza. E la tua discendenza sarà come la polvere della terra, e tu ti estenderai a ovest e a est, a nord e a sud, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza.”

Come certamente avete rilevato, ad Isacco fù promesso che la sua progenie sarebbe stata moltiplicata come (le stelle del cielo) mentre a Giacobbe fù promesso che la sua progenie sarebbe stata aumentata come la polvere della terra. Avrete notato, anche, che, in ambedue le promesse, sia a Isaccoo o Giacobbe, furono assicurati che, tutte le famiglie della terra sarebbero stete benedette dalla loro progenie. Or bisogna tener in mente questi due espetti della parola di Dio, nel proseguimento di questo studio. Intanto vi trasciviamo quest’altro passaggio della Genesi 22:15-18: “L’Angelo dell’Eterno chiamò dal cielo Abrahamo una seconda volta e disse: Io giuro per me stesso, dice l’Eterno poichè tu ha fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, lunico tuo figlio, io certo ti benedirò grandamente e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che e sul lido del mare, e la tua discendenza possederà la porta dei suo nemici.” Possiamo notare un interessante significato e la differenza in cui fu espressa ad Abrahamo e ad Isacco, e poi a Giacobbe. Noi crediamo che la differenza stà a indicare e provare che il Regno di Dio consisterà in due pari (la celeste e la terrestre, difatti tale designazione si rivela da molti passaggi Scritturali e ne citeremo alcuni. Nel libro degli Atti Apostolici 15:14-18 leggiamo: “Simone ha raccontato come per la prima volta Dio ha visitato i gentili per sceglieri da quelli un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti come e scritto: … Dopo queste cose, io ritornerò e riedificherò il tabernacolo di Davide che e caduto restaurero le sue rovine e lo rimetterò in piedi. Affinchè il resto degli uomini e su tutte le genti su cui e invocato il mio nome cerchino il Signore che fa tutte queste cose. A Dio sono note tutte le cose.” Mediante l’Apostolo Paolo, il Signore ci delinia quanto fu promesso ad Abrahamo, e con Isacco e Giacobbe, eredi della promessa stessa. Ebrei 8:10. Nel senso simbolico Isacco prefigura la fase spirituale del Regno di Dio, composta da Gesù come capo, e la Chiesa (I centoquarantamila Apocaliss 14:3) suo corpo, per cui la promessa ad Isacco fù d’ordine celeste. Mentre Giacobbe, invece rappresenta la progenie terrestre, cioè coloro che saranno benedetti, su questa terra, con la vita e la felicità, invocate a Dio, nel corso di duemila anni, con la preghiera: “Venga il tuo Regno, e sia fatta la Tua volontà anche in terra come e fatta in cielo.”

Investigando più a fondo la parola di Dio, onde la verità possa risplendere in tutto il suo fulgore. Ai Galati 3:16, l’Apostolo Paolo c’indica che le benedizioni potranno essere erogate ai Gentili, solo tramite Cristo, poichè la promessa fù espressa a una progenie alla tua progenie cioè d’Abrahamo. Per fede, quando Abrahamo fù provato offerse Isacco il suo figliolo. Da quanto esposto, si rivela che Cristo fù l’antitipo di Isacco e, perciò gli fù promesso che la sua progenie sarebe stata come le stelle del cielo. Or perchè la nostra gioia possa essere completa, occorre puntualizzare che la progenie non era solo composta, infatti l’Apostolo continuando la sua chiarificazione, ai Galati 3:26-29 dice: “Perchè voi tutti sieti figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù. Poiché voi tutti che sieti stati battezzati in Cristo Gesù, ni sieti rivestiti di Cristo Non C’è ne Giudeo ne Greco, non c’e ne schiavo ne libero, non c’e ne maschio no femmina, poichè tutti sieti uno in Cristo, ora se siete in Cristo, siete dunque progenie d’Abrahamo ed eredi secondo la promessa.”

Mediante l’Apostolo Paolo, Il Signore ci delinea quanto fu promesso ad Abrahamo, e con lui a Isacco e poi a Giacobbe eredi della promessa stessa. (Ebrei 8:10) Isacco prefigura la fase spirituale del Regno, composta da Gesù, quale corpo, e la Chiesa suo Corpo, per cui la promessa ad Isacco fù d’ordine celeste. Mentre Giacobbe invece, rappresenta la progenie terrestre, cioè quelli che saranno benedetti su questa terra, con la vita e la felicità, invocate a Dio. Nel corso di duemila anni, con la preghiera: venga il Tuo Regno, e sia fatta la Tua volontà anche in terra, com’e fatta in cielo. Investichiamo piu a fondo la parola Dio, onde la verità possa risplendere in tutto il suo fulgore. Nell’Epistola dei Galati 3:16, l’Apostolo Paolo c’indica che le benedizioni potranno essere erogate ai Gentili, solo tramite Cristo, poichè la promessa fù espressa ad una progenie (allal progenie di Abrahamo). Da quanto esposto, si rivela che Cristo fù l’antitipico di Isacco e, perciò gli fù promesso che la sua progenie sarebbe stata come le stelle del cielo. Or perchè la nostra gioia possa essere completa, occorre puntualizzare che la progenie non era composta solo da Gesù. Infatti l’Apostolo continando la sua chiarificazione ai Galati 2:26-29 dice: perchè voi tutti sieti figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù. Poichè voi tutti che sieti stati battezzati in Cristo, vi sieti rivestiti di Cristo.

Ancora l’Apostolo Paolo, scrivendo ai Romani 9:7 – ribadisce questo concetto basiliare, facendo rilevare. “Non perchè sono progenie di Abrahamo sono tutti figli. Ma in Isacco ti sarà nominata una progenie. Cioè, non i figliolo della carne solo figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie.” Dal giorno dalla Penecosta, sino ai nostri tempi, molti hanno risposto alla chiamata che Dio ha rivolto a coloro che accettassero di staccarsi dal mondo e le loro influenze. E, secondo tale chiamata, hanno consacrato la loro vita al Signore, tenendo anche conto dell’invito rivolto loro dal divin Maestro, espresso in questi termini: Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” (Matt. 16:24) Quindi, essendosi consacrati a Dio, si sono adoperati con tutte le loro energie a vivere una vita di completa devozione A LUI. Costoro sono i componenti della Chiesa di Dio, la classe identificata come le “stelle del cielo” la progenie spirituale di cui l’Apostolo scrisse; “Se sieti di Cristo, siete, dunque progenie d’Abrahamo ed eredi secondo la promessa.”—Galati 3:29

Ma si chiede. Perchè queste promesse, espresseci da tanto lungo tempo, onde tutte le famiglie della terra avessero potuto beneficare ancora non si sono materializzati? Noi rispondiamo, la ragione risiede nell’intendimento divino di erogare le benedizioni allorquando la progenie di Abrahamo sarà completata, essa lo sarà solo, allorquando la chiesa di Dio avrà giunto la completezza prestabilita. E ciò avverrà quando la progenie spirituale sarà risuscitata alla Prima Risurrezione per vivere e regnare con Cristo, lungo tutto il corso del Regno Millenario.

Nel libro dei Romani 12:26 l’Apostolo Paolo, nel proclamarci che il “Liberatore verrà da Sion ed allontanerà da Giacobbe l’empietà, vuol riferirsi all’Israele naturale, che comporrà la progenie, che sarà numerosa come la polvere della terra, i suoi componenti canteranno l’inno di vittoria, riportato nell’Apocalisse. (15:3-4) “Il cantico di Mose, servitore di Dio ed il cantico dell’Agnello, dicendo: grandi e meravigliose sono le Tue opere, o Signore Iddio Onnipotente, giuste e veraci sono le Tue vie o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore e non glorificherà il Tuo Nome? Poichè tu solo sei Santo, certo tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perchè i tuo giudizi sono stati manifestati.” Allora non solo Israele naturale sara benedetto, ma, anche, tutte la nazioni.

Forse, alcuni cercheranno di conoscere perchè dei passaggi Scritturali parlano di premii terrestri. Questi potranno essere assegnati all’instaurazione del Regno di Dio sulla terra, che si suddividerà in due fasi: la spirituale e la naturale, per cui i premii saranno aggiudicati ad ogni classe, secondo i merito del propio stato. Perciò Gesù accomiatandosi ai suoi discepoli, prima di ascendere al cielo, si rivolse a loro (quali componenti la classe spirituale) e disse: “Nalla casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto, io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò prepaato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinchè dove sono io siate anche voi.” (Giovanni 14:2-3) L’Apocalisse 2:16, reperiamo quest’altra promessa spirituale, nello incitamento ad essere “fedeli sino alla morte, per ottenere la corona della vita.” Mentre nel libro del profeta Isaia 65:21-22 individuamo le promesse terrestri leggendo: “Costruiranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno più perchè unaltro vi abiti, non pianteranno più perchè unaltro mangi, poichè i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi, e i miei eletti godranno a lungo dell’opera delle miei mani.”

Il profeta Michea 4:3-4 descrive gli eventi meravigliosi che si materializzeranno nel glorioso Regno di Cristo, le nazioni: “Con le loro spade fabricheranno vomeri, con le loro lance fabricheranno falci, una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non saranno più addestrate per la guerra. Siederanno ciascuno sotto la propia vite e sotto il propio fico. Siederanno ciascuno sotto la propia vite e sotto il propio fico, e più nessuno le spaventerà, perchè la bocca dell’Eterno degli eserciti ha parlato.” Nel libro dei Galati 3:8, troviamo questa importante descrizione: “E la Scrittura prevedento che Iddio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: Tutte le nazioni saranno benedetti in te.” Questo testo biblico e veramente rimarchevole, perchè c’indica precisamente in che consiste l’Evangelo, cioè, che tutte le famiglie della terra saranno benedette. A questo punto, ognuno potrebbe chiedere a se stesso: credo io nelle promesse di Dio? Credo io nel messaggio dell’Evangelo? Se la risposta e positiva allora non vi dovrebbe essere alcun dubbio nel credere che sotto l’amministrazione di Cristo Gesù, tutte le nazioni della terra saranno benedette. Molte persone – a quanto ci risulta – credono che la maggioranza dei popoli andranno in un luogo in cui saranno sottoposti a dei tormenti eterni e di ogni specie, fra cui anche il fuoco e lo zolfo, mentre con chiarezza Iddio preannunziò ad Abrahamo: in te saranno benedetti tutte le famiglie della terra. “Di certo ci si dirà che, le teorie del fuoco e del tormento eterno non hanno più credebilità, e se questo è vero, noi siamo lieti che la luce della. Verità ha reso plendore la Parola di Dio, liberando molta gente dall’errata credenza, che la Sacra Bibbia potesse contenere delle assurdità sconcordanti con l’infinita bontà ed il perfetto equilibrio del Suo infinito amore verso tutta la Sua Creazione.

Tuttovia con sommo stupore ed afflizione, a volte rileviamo l’esistenza d’alcuni che credono ancora ad una dottrina promossa negli scuri evi del più nefasto oscurantismo. In questi giorni, in cui la luce della. Verità ha propagato molte chiare conoscenze, in tutti i campi dello shibile umano, dovrebbe essere ragionevole, per una grande maggioranza delle genti, di credere nel Vangelo che Iddio predicò, dapprima, ad Abrahamo; l’Evangelo dei nostri proavi cui l’Eterno annunziava che avrebbe benedetto tutte le famiglie della terra e dimostrava, poi, di “amare tanto il mondo, da dare ad essso il Suo unigenito figliolo, affinchè chiunche crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.”—Giovanni 3:16

In armonia con quanto abbiamo concisamente esposto del Piano Divino, vi trascriviamo questo brano di un discorso che l’Apostolo Pietro tenne al popolo Israelita in un loro tempio. (Atti 3:19-21) Egli disse loro: “Ravvedetevi e convertitevi, affinchè i vostri peccati sieno cancellati, e perchè vengono dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore, ed egli mandi Gesù Cristo che è stato predicato prima a voi, che il cielo deve ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Iddio ha parlato per bocca a tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo.” Oltre a questo inccitante e convincente invito dell’Apostolo Pietro, anche l’Apostolo Paolo nel ribadire gli stessi concetti, scrivendo ai Romani dice.” Io non mi vergogno dell’Evangelo di Cristo, perchè esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.

Da quì risalta, con chiara evidenza, l’armonia esistente nell’espressione di Dio ad Abrahamo, dei suoi profeti, nel vecchio Testamento, e degli Apostoli nel Nuovo Testamento, circa l’Evangelo che doveva essere propagato in tutto il mondo, sino ai tempi in cui sarebe tornato Cristo Gesù, per instaurare il Suo Regno e “restaurare tutte le cose.” Ritornando al discorso di Pietro, rileviamo che i sacerdoti Israeliani, il direttore del. Tempio ed I Sadducei non avrebero voluto che si ammaestrasse ed annunziasse al popolo la risurrezione dei morti in Gesù, perciò oltre a porre le mani addosso su. Pietro e gli altri li gettarono in prigione. Or Pietro come si può ben rilevare non aveva fatto alcun cenno circa la risurrezione dei morti e, di conseguenza la loro accusa non aveva un fondamento diretto, ma traeva origine dalla loro assoluta avversione alla dottrina concernente la risurrezione dei morti, per ciò, avendo Pietro annunziato che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette in Abrahamo, ravvisarono, in questa proclamazione, l’implicità asserzione della risurrezione di “tutte le famiglie della terra.”

Anche oggi molte persone non credono ne vogliono sentire parlare delle veniente benedizioni, perchè propugnano la dottrina di punizioni e tormenti per i peccatori. Ma noi non ci arresteremo di predicare e propugnare la dottrina fondamentale ed essenziale della nostra santa fede: (il messaggio dell’Evangelo) rivelato da Dio and Abrahamo, dall’Apostolo Pietro agli Ebrei ed ai Sadducei; dall’Apostolo Paolo – con molto chiarezza e riferimenti Scritturali, perchè, altrimente, in che si costituirebbe la nostra fede? Infatti l’Apostolo Paolo nella sua prima epistola ai Corinti con una stringente logica, mette nella giusta luce e posizione fondamentale, la dottrina della risurrezione, esclamando: “Ora, se si predica che Cristo e risuscitato dai morti, come mai alcuni di voi dicono che non c’e la risurrezione dei morti? Se dunque non c’e la risurrezione dei morti, neppure Cristo e risuscitato. Se Cristo non e risuscitato, e dunque vana la nostra predicazione ed e vana anche la vostra fede. Inoltre noi ci troveremo di essere falsi testimoni di Dio, perchè abbiamo testimoniato di Dio, che Egli ha risuscitato Cristo, mentre non l’avrebbe risuscitato, se veramente i morti non risuscitano. Se infatti i morti non risuscitano neppure Cristo e risuscitato, me se Cristo non è stato risuscitato, vana e la vostra fede, voi sieti ancora nei vostri peccati, e anche quelli che dormono in Cristo sono perduti. Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.”—I Corinti 15:12-19

Dopo quasta stringente disquisizione, solo degli squilibrati avrebbero potuto – e potrebero proclmarsi ancora Cristiani senza riconoscere l’assoluta essenzialità della risurrezione, base fondamentale della ffettuazione dei proponimenti di Dio, a favore delle Sue creature e dell’intera Creazione Sua. Noi, pertanto siamo pienamente convinti e sicuri che le benedizione di Dio a tutte le famiglie della terra, saranno puntualmente erogate al tempo ch’Egli ha prestabilito. A mezzo dell’Unto Gesù e la Sua Chiesa (la progenie di Abrahamo). Nulla, ne alcuno potrà sminuire la nostra salda convinzione e sicurezza nella Parola di Dio, ricordando che Egli ci affermò, che “Essa non tornerà a Lui a vuoto, senza aver compiuto quello che Egli vuole. (Isaia 55:11) Perciò non dimenticheremo mai di rivolgere al Padre Celeste la preghiera che il Divin Maestro c’insegnò, nella quale, anzitutto, non dobbiamo tralasciare di chieder Gli che “VENGA IL SUO REGNO E SIA FATTA LA SUA VOLONTÀ IN TERRA COM’E FATTA NE CIELO.” E ciò non perche Egli possa dimenticarci, ma per esprimer. Gli con i nostri congiunti e quanti possiamo condurre al Trono della Sua Grazia – la nostra devota fede, nel Suo infinito amore, che ci ha concesso, prestabilendo le benedizioni da erogarsi a tutte le famiglie della terra, lungo il corso del Regno Millenario.




Il Grande Viaggio A Canaan

E ABRAMO PRESE Sarai sua moglie e Lot, figlio di suo fratello e tutti i beni che avevano accumulato, e le persone che avevano acquistate in Haran e partirono per andarsene nel paese di Canaan.—Genesi 12:5

Il cammino da Haran, la patria di Abramo verso la terra di Canaan si estende per più di 1000 chilomatri in direzione Sud. Scendendo lungo il fiume Belikh, giunge all’Eufrate, di dove, per una strada aravoniera millenaria attraverso l’oasi Palmira, la biblica Tadmor, arriva a Damasco e da qui, volgendo a sud-ovest, al lago di Genezareth. E una delle grandi vie commerciali che dai tempi immemorabili conducano dall’Eufrate al Giordano, dai regni della Mesapotania alle città fenicie sul Mediterranio e verso il lontano paese del Nilo, l’Egitto.

Oggi chi vuol percorrere l’itinerario di Abramo ha bisogno di quattro visti (permesso) uno per la Turchia, uno per la Siria, uno per Giordania e un’altro per Israele che occupa l’antico Canaan. Al tempo di Abramo e dei patriarchi le cose erano più semplici. Infatti egli nel suo lungo viaggio attraversò un solo grande stato, conosciuto come il (il regno dei Mari) dal quale si allontanava, i territori degli stati minori tra il fiume Eufrate e il fiume Nilo si potevano aggirare facilmente. La via verso Cannan era libera. La prima grande città che Abramo deve aver incontrato nella sua lunga peregrinazione esiste anche oggi: e Damasco nella Siria.

L’antichissima città, con le sue strette viuzze e scuri corridori, con le sue moschee e i resti delle costruzioni romane, e situata in mezzo ad una vasta e fertile pianura. Nessun luogo del Mediterranio può confrontarsi con questo paese che ogni primavera colma di un’incomparabile richezza di carolle dei più svariati colori. Negli innumerevoli giardini, e lungo i cigli dei campi dinanze alle sue mura e tutto un fiorire di albicocchi e di mandorli color rosa. Alberi di fiori fiancheggiano anche la strada che sale in dolce pendio verso sud-est. E da ricordare che fù sulla strada che conduceva a Damasco all’improvviso una luce dal cielo gli folgurò d’intorno e udì una voce che gli diceva: Saulo Saulo perchè mi perseguiti.”—Fatti 9:3

Lasciando il confine della Siria dopo un viaggio di 10 kilometri tra scure roccie di basalto, sciltilla colsuo fondo azzurro intenso il lago di Genezareth. Su questo tranquillo lago, dove il tempo pare essersi fermato, predicò Gesù da una barca davanti al piccolo villaggio di Cafarnao. Qui Gesù ordinò a Pietro di gettare le reti per la grande pesca. Due millenni prima pascolarono le greggi di Abramo, poichè il cammimo dalla Mesapotania a Canaan passava dinanzi al lago di Genezareth.

Canaan significa (Paese della porpora) dove il suo nome ha un prodotto molto apprezzato nell’antichità, il più famoso colorante del mondo la porpora veniva da quelle zone. Il paese di Canaan e inoltre la culla di due cose i cui effetti scolvolsero veramente il mondo. La parola Bibbia e il nostro alfabeto. Una città fenicia dette il suo nome alla parola greca che significa “libro” da Biblo, la città marittima di Canaan, derivò BIBLION e poi la Bibbia. Nel IX secolo A.C. i greci appresero da Canaan le lettere del nostro alfabeto.

La parte del paese che doveva diventare la patria del popolo d’Israele, fu battezzata dai Romani col nome dei più acerbi nemici d’Israele “Palestina” e che è il nome col quale erano chiamati i filistei dell’Antico Testamento. Questi vivevano nella parte più meridionale della costa di Canaan. Tutto Israele da Dan a Bersabe, Così la Bibbia descriva l’estensione della Terra Promessa, vale a dire dalle sorgenti del Giordano, ai piedi dell’Hermon, fino alle colline ad ovest del Mar Morto e a mezzogiorno fino a Negev.

Secondo la storia, 500 anni prima di Abrahmo fioriva sulle coste di Canaan il commercio d’importazione d ‘esportazione. Il paese del Nilo barattava oro e spezie della Nubia, rame e turchesi delle minieri del Sinai, lino e avorio, contro argento del Tauro, pelletterie di Biblo, vasi smaltati in creta. Nelle grandi tintorie dei fenici i ricchi facevano tingere di porpora le loro stoffe. Per le dame della corte acquistavano uno splendido azzurro-lapislazzuli-erano allora di gran moda le palpebre dipinti d’azzurro – il cosmetico tanto apprezzato dalle signore di quell’epica per il ritocco delle ciglia.

Gli egìziano designavano la terra della Palestina e della Siria con nome di–Retenu-Sekmem e la città biblica di Sichem, la prima città di Canaan incontrata da Abrahmo durante la sua peregrinazione. (Genesi 12:6) Leggiamo: Giunti in quella terra, Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem, fino alla quercia di Moreh. A quel tempo si trovavano nel paese i Cananei Allora l’Eterno apparve ad Abramo e disse: Io darò questo paese alla tua discendenza. Allora Abramo vi costrui un altare all’Eterno che gli era apparso. Di là si spostò verso la montagna a est di Bethel, e piantò le sue tende, avendo Bethel a ovest e a est, e la costruì un altare all’Eterno e invocò il nome dell’Eterno.”

Abramo scelse, per il suo primo viaggio esplorativo in Palestina, il cammino solitario e faticoso che attraverso le alture si dirige a Sud. Qui i boscosi pendii montani porgevano allo straniero albergo e rifugio e ricchi pascolì offrivano alle sue gregi le radure. Più tardi gli stessi sentieri alpini furono percorsi ancora parecchie volte nei due sensi da lui e la sua famiglia, nonchè degli altri patriarchi. Benchè le feconde valli della pianure lo attraessero fortemente, Abramo preferì tenere il piede sulla montagna. Nel caso di uno scontro, i suoi archi e le sue fionde non avrebbero potuto completere con le spade e le lance dei Cananesi. Per questo motivo Abramo preferì a non abbandonare i piede delle montagne.

A.G. – W.K.




La Liberazione Promessa

“L’ETERNO IDDIO DISSE: Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei, esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno. (Genesi 3:15) L’uomo, l’essere più dotato nella scala della creazione di Dio, per le facoltà ed i privilegi concessigli nel formarlo alla Sua immagine e somiglianza, fallì, nella semplice prova di ubidienza, alla quale fu sottoposto. Egli si rese trasgressore alla legge dia Dio e, quindi, doveva morire, come l’Eterno gli comfermò nel constatare la sua disubidienza, dicendogli…”sei polvere, ed in polvere ritornerai.”—Gen. 3:19

Iddio, nella Sua giustizia ed onniscienza, reputò giusto che i discendenti di Adamo fossero convolti, per ereditarietà, nella pena di morte, in cui incorsero i loro progenitori, peccando. Infatti, tutti gli essere umani sono nati in peccato e, quindi con le tale eredietà dai progenitori, sono incorsi nelle sofferenze, nelle malattie e nella morte, anch’essi, inesorabilmente condannati, in quanto la giustizia divina impose anche ad esse, come la Bibbia dice: “Il salario del peccato e la morte, ma il dono di Dio e la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.”—Rom. 6:23

Ma Dio, nel suo infinito amore, non abbandonò questi figlioli terrestri, caduti nell’errore. Infatti, nel dichiarare la sentenza di morte contro Adamo ed Eva, indicò loro che avrebbero potuto beneficare d’una opportunità per essere liberati da tale pena. Questa promessa liberazione non fu espressa chiaramente, ma è racchiusa esplicitamente nella dichiarazione che Dio fece al serpente, alla quale disse: “che la progenie della donna gli avrebbe schiacciato la testa.” Per quanto il senson di tale dichiarazione può sembrare oscuro, non si può misconoscere che, da essa, i nostri progenitori ebbero aperto il primo spiraglio alla speranza che il Creatore avrebbe loro concesso di ridar il Suo favore. Infatti, Eva quando patorì Seth, disse: “Iddio m’ha dato un altro figliuolo al posto d’Abele, che Caino he ucciso.” (Gen. 4:25) Ragionevolmente, Eva non poteva ravvisare che la “progenie” menzionata da Dio, nel rampognare il serpente, avrebbe dovuta essere quella costituita dal Liberatore, il Messia della promessa e delle profezie; né poteva indovinare che sarebbero trascorsi oltre seimila anni, prima che sarebbe stato “sciacciato il capo alla progenie del serpente.” Nell’evolversi e svolgersi, il Piano del Creatore, in tutta la Sua Parola [la Bibbia] si reperisce che l’Opera di liberazione divina, contro il “serpente” sarà esplicata alla instaurazione del Regno Messianico, nel cui governo funzionerà la progenie promessa da Dio, per l’erogazione delle promesse benedizioni di Dio.

Nel ventesimo capitolo dell’Apocalisse, c’è data sufficiente contezza circa il Regno, e la liberazione che apporterà all’umanità. Secondo quanto c’è assicurato, persino i morti saranno restaurati alla vita. Ma, prima, il “serpente antico,” cioè Satana, sarà legato. Ai primi due versetti, leggiamo: “poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e aveva la chiave dell’abisso ed una grande catena in mano. Ed egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana e lo legò per mille anni.” Questo modo d’esprimersi ci rammemora l’attività del serpente nell’Eden ed i versetti che seguono, nello stesso capitolo, stanno ad assicurare che lo chiacciamento del capo del serpente si riferisce agli eventi profetizzati in questo capitolo, i quali si riferiscono alla completa liberazione di tutta l’umanità dalla caduta in cui incorse, nei giorni felici dell’Eden, per colpa di Satana, che indusse i nostri progenitori ad infrangere la Legge di Dio. Questa è la liberazione, o salvezza, tanto proclamtaa dalle Scritture, ma poco compresa da molti, che non arrivano a comprendere la maniera in cui Iddio ha provveduto, per mezzo del Suo diletto Figliuolo, Gesù Cristo, nostro Salvatore, ad abrogare le conseguenze della sentenza di morte, erogata ad Adamo, onde concederci la Salvezza, o liberazione dal peccato, dalle malattie e dalla morte.

LA PROMESSA DI DIO AD ABRAHAMO

Iddio fu ben chiaro nell’esprimere specificamente ad Abrahamo questa promessa: “Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie.” (Gen. 22:18 In riferimento a tale promessa, apprendiamo, nel Nuovo Testamento (Galati 3:8-16), che tale progenie è il Cristo. Or quali sono le promesse benedizioni di Dio che saranno erogate a tutte le famiglie della terra a mezzo della “progenie di Abrahamo, che è Cristo?

A questa domanda, l’apostolo Pietro, agli Atti 3:21-25, risponde esaurientemente. Questi versetti fanno parte del discorso suo nel Tempio, dal quale si trae una lezione, circa il miracolo effettuato da lui e da Giovanni, sanandò un tizio zoppo dalla nascita. Continuando il suo dire, egli parla della seconda venuta di Cristo, nel qual tempo vi Sarà una restaurazione generale di tutte le cose, paragonabile, in un certo qual modo, a quella che sarà concessa all’uomo, e di cui potranno godere tutti, al “proprio tempo,” secondo il Divin Piano; indi, conclude, dicendo: “Voi siete i figliuoli dei Profeti, e del Patto, che Dio fece con i vostri padri, dicendo ad Abrahamo: “E, nella tua progenie, tutte le nazioni della terra saranno benedette.”—vs. 25

ALTRE BENEDIZIONI DEL REGNO

In Isaia 25:6-9, troviamo altre descrizioni delle numerose benedizioni che ci elargirà il Signore nel corso del Regno Messianico, che il Profeta designa quale un “Monte.” Fra tutte le benedizioni enumerate, apprendiamo che EGLI “annienterà per sempre la morte” e “asciugherà le lacrime d’ogni viso.” Infine, i popoli di tutta la terra saranno liberati, a mezzo del governo del Regno Messianico “dall’onda da cui sono coperti.” Quest’onda, da cui la terra è ricoperta, potremo definirla una caligine, che offusca le menti, dando luogo alle incomprensioni ed alle superstizioni, le quali impediscono alle genti di poter discernere il procedimento dei propositi divini ed i connessi disegni, atti a restaurarle alla vita eterna su la terra. Questo offuscamento delle menti è anche prodotto dalla deleteria opera di Satana che diffonde la credenza della inesistenza della morte, dell’immortalità dell’anima che, sopravvivendo, vaga per l’etere, e tante altre frottole diggià descritte. Ma ringraziamo l’Eterno. Egli provvederà a far risplendere la luce in ogni mente, e dapertutto, in modo che tutti “esultino e si rallegrino per la salvezza che ci darà.”

L’AGRESTO DEL PECCATO

Un’altlra interessante ed incoraggiante promessa di liberazione, dalle nefaste risultanze del peccato originale, la rinveniamo in Geremia 31:29-30. Il Profeta ci dice: “In quel giorni non si dirà più [nei giorni del Regno Messianico] i padri hanno mangiato l’agresto, ed i denti dei figliuoli si sono allegati, ma ognuno morrà per la sua iniquità; chiunque mangerà l’agresto ne avrà i denti allegati.” Il riferimento quì è lampante. Fu padre Adamo che mangiò l’agresto originale del peccato, per cui si allegarono i denti dell’intera razza umana e, quindi hanno sofferto tutti per un atto unico e personale di disubbidienza, andando soggetti per ereditarietà alle sofferenze alle malattie ed alla morte che ne derivò. Ma, ripetiamo, tale condizione sarà annullata dal Signore nei giorni in cui la promessa “progenie” d’Abrahamo governerà, retta dal “principe della pace” e insieme erogheranno le benedizioni di vita perfetta quale fu data, in origine, dal Creatore all’uomo. Ciò sarà reso posibile per merito di Gesù che, con la Sua morte, prese il posto dei peccatori, per cui ha ottenuto dal Padre Suo di offrire a tutti, durante il Suo Regno, l’opportunità di ubbidire alle Leggi divine e vivere. La gente non morrà più perché Adamo peccò. Morranno solo coloro che persisteranno a peccare. Ciò si effettuerà durante “i tempi della restaurazione di tutte le cose” come ci assicura l’apostolo Pietro che dice anche: “avverrà che ogni anima che non avrà ascoltato codesto profeta [Gesù Cristo] sarà del tutto distrutta di fra il popolo.”—Atti 3:23

LA NASCITA DI GESÙ

La nascita di Gesù confermò la profetica venuta del Liberatore della morente razza umana. L’Angelo, nell’annunziare la sua nascita, disse: “Non temete, perchè, ecco, vi reco un buon annunzio di una grande allegrezza, che tutto il popolo avrà: Oggi nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore…” L’angelo pone in risalto nel suo annunzio, anche le promesse profetiche che l’Eterno Iddio aveva anticipatamente fatte scrivere dai Suoi Profeti. Ora, tali profezie comincianco ad essere adempiute. Una di esse è identificata nella promessa [che ha avuto compimento] che sarebbe nato il Liberatore e si è avverato, anche, che il luogo in cui sarebbe nato corrispondeva a quello preannunziato, Bethlehem, l’antica città di Davide. (Michea 5:1-2) Così quando l’Angelo dovette annunziare la nascita del veniente Governatore e Salvatore degli uomini suscitò una speciale ed universale attenzione su quel fausto evento. Nelle promesse divine, a cominciare quella già messa in rilievo che la testa del serpente sarebbe stata schiaciata dalla “progenie” era compreso l’evento di una liberazione dalla morte. E l’Angelo lo confermò. Colui, che era nato a Bethlehem, doveva divenire il Salvatore, il Cristo, il Messia promesso!

Fu un avvenimento prodigioso per quei pastori che, sulle colline Giudaiche, ricevettero il fausto annunzio dall’Angelo, apprendendo che nasceva, proprio lì, il Salvatore del mondo, l’atteso Messia. Leggiamo che, in quell’istante, con l’Angelo, una moltitudine dell’esercito celeste, innalzò lodi a Dio, esclamando: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, pace in terra, benevolenza inverso gli uomini.” Questo stuolo dell’esercito celeste aveva servito Iddio per molti secoli, per cui erano al corrente della promessa che EGLI avea fatta ad Abrahamo che la sua progenie avrebbe benedette tutte le famiglie della terra. Benché molti non evevano compreso il significato preciso di tale promessa, si erano resi conto, però, che essa era una espressione della benevolenza divina verso tutte le creature della terra. Perciò proclamarono, con letizia ed entusiasmo, la nascita di Gesù apportatrice e manifestatrice della benevolenza divina, che costituiva il principio dell’adempimento delle Sue promesse.

IL MINISTERIO DI GESÙ

All’età di trent’anni, Gesù iniziò il Suo ministerio, armonizzandolo alle prefetiche testimonianze bibliche, che lo concernevano.

Infatti, in Luca 8:1, leggiamo: “Egli andava attorno, predicando ed annunziando la buona novella del Regno di Dio.” Questa evangelizzazione fu proclamata dall’Angelo, quale annunzio di grande allegrezza, “una buona novella” per i popoli. Il Creatore eveva mandato il Salvatore, onde annunziasse l’instaurazione del Regno, mediante il quale sarebbero state erogate le benedizioni a tutti i popoli, onde fossero salvati dal peccato, dalle malattie e dalla morte.

Nel principio, i seguaci di Gesù credettero che Egli avrebbe instaurato subito il Suo Regno. Solo più tardi si resero conto che il Salvatore avrebbe dovuto morire e, cioè, dare la Sua vita umana per riscattare il mondo. In verità Egli preannunziò che sarebbe stato “il pane vivente, disceso dal cielo” a disse: “il pane che io darò è la mia carne che darò per la vita del mondo.” (Giov. 6:51) Ma essi non compresero che Egli avrebbe data la Sua vita umana, per riscattare l’intera razza, condannata a morire per il peccato d’Adamo.

Mentre Gesù andava predicando la “Buona novella,” l’Evangelo del Regno, i suoi discepoli erano con Lui. E furono testimoni dei numerosi miracoli ch’egli andò eseguendo, nel curare malati cronici, sanare lebbrosi, scacciando i demoni e persino risuscitando i morti. Niuno può considerare i fedeli seguaci di Gesù dei creduloni allorché assistettero, molti di loro, ed anche delle turbe, a tanti miracoli e dovettero credere, logicamente, che costituissero il principio dell’Opera della liberazione che il Suo Regno avrebbe continuata ad esplicare in favore di tutte le creature umane, erogando le benedizioni divine di salute e vita eterna, promesse da grando le benedizioni divine di salute e vita eterna, promesse da Dio, per mezzo del Messia, progenie d’Abrahamo.

I discepoli, a quel tempo, non riuscirono a discernere subito che i meravigliosi miracoli effettuai da Gesù, costituivano una illustrazione della infinita bontà, misericordia, onnipotenza ed onniscienza che Gesù avrebbe messo in atto, nel Suo Regno, al tempo della Sua seconda venuta. Essi credevano che aveva già iniziato il Regno Messianico, dato che non s’erano resi conto ancora che si sarebbe dovuto attendere lo svolgimento ormonico d’ogni parte del Piano di Dio. Ormai abbiamo avuto il privilegio di conoscere tutti la gloriosa. Verità, insita nella Parola di Dio, mediante il graduale accrescimento della conoscenza e sappiamo che, al tempo stabilito da Dio, “i sordi udranno le Parole del Libro…gli occhi dei ciechi vedranno…lo zoppo salterà come un cervo…il muto canterà per la gioia…” Anche tutti coloro che dormono nella polvere della terra sarranno risvegliati. La sentenza emanata da Dio, nel ricordare ad Adamo “polvere sei e polvere ritornerai,” essendo stata abrogata dal sacrificio delle vita del Salvatore, non vigerà più a detrimento di milioni d’esseri umani, che, da lungo tempo sono stati rinchiusi nella immensa prigione della morte, della qual saranno chiamati per venirne fuori ed usciranno “udendo la voce di Gesù.”—Daniele 12:2; Isaia 35:6 a 10; Giov. 5:28-29; Atti 24:15

FINE DELLA MALEDIZIONE

Nell’ultimo capitolo della Bibbia, Apocalisse 22, la speranza della liberazione, a mezzzo di Gesù, e del governo del Suo Regno, è descritta in un linguaggio simbolico, grandemente significativo. Dapprima, c’è presentato un “trono” [il trono di Dio e dell’Agnello, al verso 1], che simbolegia il Regno di Gesù, che i suoi discepoli seguaci propagarono e propugnarono fedelmente. L’Agnello costituisce il simbolo di Gesù ed il Suo sacrificio a prò dell’umanità. Indi ci è indicato che le promesse benedizioni di vita perverranno all’umanità a mezzo dei rappresentanti del governo divino, autorizzati dal sacrificio e dalla morte dell’Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo.—Giov. 1:29

Queste promesse benedizioni sono raffigurate, scaturienti da un “fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo” il quale procederà “dal trono di Dio e dell’Agnello.” Vs. 2 “In mezzo alla piazza della città e d’ambo i lati del fiume sta l’albero della vita, che dà dodici raccolti e porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione della nazioni.” Vs. 2 e 3) Nel corso del Regno Messianico, la vita sarà di nuovo concessa, e restaurata, non solo ad Adamo ed Eva, ma anche a tutta l’umanità.

Il 3° versetto, continuando, dichiara: “non vi sarà più alcuna cosa maledetta.” Una terribile meledizione infierì contro l’umanità lungo il corso di numerosi secoli. La maledizione originata dal peccato, la quale produsse ed instaurò la morte, che tolse la pace e la letizia a tutta l’umanità, senza escludere alcuno. Infatti, tutti muoiono, a causa della trasgressione Adamica. Ma “Iddio he tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figluolo, affinché chiunque crede in Lui, non perisca, ma abbia vita eterna. (Giov. 3:16) In effetti, sappiamo bene che il nostro Salvatore rappresentò colui che l’Eterno aveva designato nella promessa ad Abrahamo, allorché gli disse: “Nella tua progenie, tutte le nazioni saranno benedette” (Atti 3:25) e diede la Sua vita in sacrificio, qual prezzo per la nostra redenzione. Ed ora, ancora nell’Apocalisse, al capitolo 22, vs. 17, la suprema speranza diviene certezza, poiché, è prossimo il tempo in cui dal “trono di Dio e dell’Agnello” l’acqua della vita scaturirà, per tutti coloro che ne vorranno, al sentir questo invito: “…viene, E chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.”

UNA NUMEROSA PROGENIE

Abbiamo attratta la vosta attenzione su Gesù, costituente la promessa progenie designata per la erogazione della benedizioni a tutte le famiglie della terra ed a schiacciare la testa al serpente antico, Satana. Certo, tutto l’onore appartiene al nostro Salvatore, a cui l’Eterno ha dato il compito della liberazione del genere umano dalle sofferenze, dalle malattie e dalla morte, ma le Scritture precisano che Gesù avrà dei collaboratori nel Suo Regno, insieme a cui erogherà le promesse benedizioni a tutta l’umanità. Ciò è attestato dall’Apostolo Paolo, ai Galati 3:16, nel dirci: “Le promesse furono fatte ad Abrahamo ed alla sua progenie. Non dice: “E alle progenie,” come se si trattasse di molte; ma come parlando di una sola, dice: “E alla tua progenie,” che è Cristo.” Indi, soggiunge, più altre, “voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, avete vestito Cristo…poiché voi siete uno in Cristo Gesù. E, se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abrahamo ed eredi secondo la promessa.”—Gal. 3:27-30

Abbiamo molti altri versetti Scritturali che sostengono e proclamano tal punto di vists. Infatti, Paolo dice, ancora (II Tim.2:10-12): “Se muoiamo con Lui, anche vivremo; se abbiamo costanza nella prova, con Lui altresì regneremo.” Questo gruppo di seguaci fedeli al Maestro, in Apocalisse 20:4-6, è identificato, dicendo d’essi che “torneranno in vita e regneranno con Cristo mille anni.” Or, sappiamo che, per vivere e regnare con Cristo, essi saranno risuscitati dalla morte, come le Scritture insegnano, alla Prima Risurrezione.

UN MISTERO

Nel corso della Età passate, prima della venuta del Signore, è stato tenuto secreto che il Messia avrebbe avuto degli associati, i quali avrebbero compartecipato alla Sua gloria ed al Governo del Suo Regno Messianico. Ai Colossessi 1:26,27, l’apostolo Paolo scrisse, in proposito: “Il mistero, che è stato occulto da tutti i secoli ed a tutte le generazioni, ma che, ora, è stato manifestato ai Santi di Lui; ai quali Iddio ha voluto far conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra i Gentili, che è Cristo, in voi.”

L’Apostolo in (I Cor. 12:12), poi, illustra la relazione fra Gesù ed i Suoi associati, nell’ordinamento Messianico, paragonandola all’armonico funzionamento delle membra del corpo umano messo in atto dal capo [o testa, da cui si dipartono le emozioni e le funzioni dei cinque sensi].

Perciò, puntualizza: “Poiché, siccome il corpo è uno ed ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un unico corpo, così, ancora, è di Cristo.” Or, come abbiamo rilevato, il Messia è la progenie, menzionata da Dio, sin dall’Eden, allorquando Iddio disse che la progenie della donna avrebbe schiacciato il capo al serpente, come Paolo lo ricorda a Timoteo (Romani 16:20), dicendogli: “L’Iddio della pace triterà tosto Satana sotto ai vostri piedi.”

Alla prima venuta di Cristo, i Suoi discepoli credettero che Egli il Messia promesso, avrebbe instaurato subito il Suo Regno. Poi, furono illuminati dallo Spirito Santo alla Pentecoste e compresero che l’instaurazione del Regno poteva essere effettuata sola dopo aver scelti e chiamati—fuori dal mondo—coloro che avrebbero dovuto divenire i governatori da associarsi a Gesù nel Governo del Suo Regno. E, a tal scopo, dovevano essere preparati, provati, ed approvati, per le alte mansioni che avrebbero dovuto esplicare.

Questa preparazione dei membri del Corpo di Cristo è stata una delle principali Opere del Signore, su la terra, nel corso dei secoli passati [sin dalla prima venuta], adempita con la predicazione dell’Evangelo Suo, contenente l’invito a tutti coloro che sono propensi ad ascoltare la Sua Voce, di prendere—come Lui—la loro croce e seguir le Sue orme, nel sacrificio personale sino alla morte: per colmare “quel che manca alle affizioni di Cristo” (Col. 1:24), come dice Paolo. Gesù esorta i Suoi seguaci d’andar dapertutto nel mondo, a predicar il Suo Evangelo. E tale esortazione è stata ed è ascoltata da tutti i Suoi fedeli seguaci, che l’hanno messa e la mettono in atto, di generazione, in generazione.

UNA SPERANZA CELESTE

La liberazione dell’uomo dal peccato e dalla morte avverrà a mezzo di Cristo e dei Suoi collaboratori, nel Suo Regno Millenario e tutta l’umanità sarà restaurata alla vita perfetta su la terra. Ma coloro che, durante la presente èra Evangelica si qualificheranno per vivere e regnare con Cristo, nel Suo Regno, otteranno il premio celeste, ossia la vita spirituale, come è stato loro preannunziato da Gesù stesso in questi termini, ai suoi discepoli; “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore…Io vo a prepararvi un luogo e quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi.” (Giovanni 14:2) Gesù non promise ai Suoi seguaci queste particolari dimore, ma disse che sarebbe andato a preparare un luogo per loro. Per quanto riguarda le “dimore” Gesù afferma che già vi sono nella “casa” del Padre Suo. Ragionevolmente, si può argomentare che Gesù parlando della casa del Padre vorrà riferirsi all’Universo. E, in questo immenso dominio, esisteranno diverse dimore; o mansioni; piani di esistenza; sfere di vita. Infatti, la terra è una di queste sfere di vita, predisposta da Dio per le creature umane, onde vi dimorassero per l’eternità, dal momento che EGLI le creò. Il profeta Isaia, parlando della terra, dice che “Dio non l’ha creata perché restasse deserta, ma l’ha formata, perché fosse abitata.”—45:18 Or, Gesù, nel promettere di andare a preparare un luogo non si riferiva ad esso, nel senso terrestre, ma celeste. Difatti, nel Nuovo Testamento troviamo molti riferimenti circa questa promessa di Gesù. Dall’apostolo Pietro (1:1-4) detto luogo, o dimora, è definito quale un’ “eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile, conservata nei cieli per noi.” Poi, di coloro che usufruiranno di tale eredità, è detto che “sono partecipi d’una celeste vocazione.”—Ebrei 3:1

Nel studiare la Bibbia, occorre tener bene a mente che le sue promesse celesti si riferiscono solo a coloro che seguono fedelmente, ed ininterrottamente, le orme di Gesù e, quindi, predestinati ad essere associati a Lui, nella Grande Opera di restaurazione dell’intera umanità, alla vita su la terra. Stabilita questa distinzione, potremo discernere tutta l’armonia che collega le meravigliose promesse della Bibbia. Parola di Dio! E gioiremo nella visione della prossima liberazione dell’umanità dal peccato e dalla morte, a mezzo della promessa “progenie,” la quale legherà Satana, e lo annienterà, onde non seduca più le genti e tutte le famiglie della terra godranno vita e felicità.



Associazione Studenti Biblici Aurora