AURORA
Marzo-Aprile 2004

Contenuto Di Questo Numero

  1. Gioia Nella Mattina
  2. Non Stancarsi Mai A Pregare
  3. Nuovi Cieli E Nuova Terra
  4. Pilato Gli Chiese: “Sei Tu Re?”
  5. “Che cosa e’uomo che tu n’abbia memoria? E il figiliuol dell’uomo che tu ne prenda cura?” —Salmo 8:5

Gioia Nella Mattina

Le potenze dei cieli scrollate

I versetti 25 e 26 descrivono due segni che sono strettamente connessi. Gesù disse che vi sarebbero stati «dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle e, sulla terra, angoscia delle nazioni, sbigottite dal rimbombo del mare e delle onde.» A causa di queste cose, gli uomini avrebbero grandemente temuto di quel che sarà per accadere perché, disse Gesù: «le potenze dei cieli saranno scrollate.»

Da questi due versetti appare evidente che i segni nel sole, nella luna e nelle stelle, sono quelli ai quali alludeva Gesù allorché si riferiva alle «potenze del cielo» che saranno scrollate. E’ facile individuare in ciò una delle maggiori cause che producono timore e panico nel cuore degli uomini. Non si tratta di «cieli» in senso letterale, nè onde e il mare vanno prese in ugual senso. Essi sono i simbolici «cieli e terra» menzionati anche dall’apostolo Pietro, allorché scrisse: «il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno e la terra e le opere che sono in essa saranno arse.» (2 Pietro 3:10)

Questi «cieli» e «terra» figurativi che passeranno con grande «stridore» nel giorno del Signore, sono gli aspetti spirituale e materiale dell’ordine sociale che dovrà lasciare il posto al regno di Cristo, ossia ai «nuovi cieli e nuova terra, né quali abiti la giustizia.» (2 Pietro 3:13) Infatti, come i cieli letterali esercitano una potente influenza sulla vita della terra, così quelli simbolici hanno esercitato, in larga misura, un controllo sulla vita dei popoli e delle nazioni, durante tutti i secoli del presente ordine malvagio. Ciò è stato reso possibile dai diversi sistemi religiosi, riconosciuti come poteri spirituali e, con ciò, investiti di una autorità più alta delle stesse leggi umane. I governi di Europa, basati sulla formula chiesa-stato, sono un lampante esempio di questo ordinamento. Ma anche dove questa formula non ha trovato applicazione, l’influenza religiosa si è ugualmente imposta ai popoli.

Fra le cose predette da Gesù che si sarebbero cominciate ad avverare alla fine dell’età, predomina lo scrollamento delle potenze dei cieli, ossia delle istituzioni religiose le quali avrebbero perduto il loro controllo sui popoli. Abbiamo sinora visto queste cose avverarsi? In molti paesi del mondo la religione esercita ancora un controllo sugli affari delle nazioni, ma, d’altro canto, saremmo dei ciechi se non vedessimo che le «potenze dei cieli» cominciano ad essere scrollate e che quest’azione di disturbo rappresenta una delle cause che producono timore e disorientamento.

Organizzazioni Musulmani I Jihadis aggressivamente perseguitano Cristiani e anche Buddista, identificandoli con le targhette come non Musulmani, nella stessa maniera che Hitler fece con gli Ebrei durante la seconda guerra mondiale. In base alle loro attività terroristice, non esitano a intraprendere azioni distruttivi. E se essi indugiano a scatenare una guerra mondiale di aggressione specialmente contro Israele, non e per motivi religiosi o di coscienza, ma ritengono che il tempo non sia ancora maturo. La loro filosofia, o con la propaganda a con la spada, credono che il giorno, deve venire alla quale tutto il mondo diverrà Islamico.

Se la menzogna, più che la verità, si adatta meglio al loro scopo, essi non riconoscono nessuna autorità superiore che possa impedirgli di adottare un tal metodo. Ciò significa, in altre parole, che in vaste aree del mondo, il controllo e le restrizioni religioniste, una volta imperversanti, sono stati ora completamente spazzati via. Ed i nuovi dirigenti sono animati dalla determinazione di estendere il loro dominio sul resto del mondo. I vari negoziati di compromesso politico non hanno alcun valore perché le promesse e gli accordi del mondo significano poco o nulla. I capi non hanno il senso morale del giusto o del torto così come sono concepiti dal mondo Islamico.

Benché ad un grado inferiore, le «potenze dei cieli» sono scrollate" anche in altre parti del mondo. Mezzo secolo fa vi era appena qualcuno, in Italia, che osasse affrontare con noncuranza, gli anatemi papali. Oggi milioni di persone, in questa nazione, che sono state colpite da scomunica, per motivi politici, se la son presa con una semplice scrollata di spalle, mentre la nuova costituzione, liberale e republicana, che garantisce libertà di coscienza, ha spezzato definitivamente la fisionomia cattolica dello Stato. E ciò malgrado le manifestazioni di piazza e gli interventi silenziosi delle organizzazioni dirette o indirette di quella chiesa, tendenti a riconquistar le posizioni perdute.

Vi è in ogni parte del mondo una decadenza generale dei sentimenti religiosi e dei principii morali. La prova, purtroppo, è data dal progressivo aumento dei crimini, dalla dilagante delinquenza giovanile, dalla disonestà e della corruzione nella cosa pubblica.

Sì, noi vediamo che questi “segni” cominciano ad avverarsi. Ma solo coloro che vigilano sulla parola ben certa della profezia possono vedere questo principio e comprenderne il significato. E quanto è rincuorante tutto ciò! Significa che la nostra liberazione è vicina, quella liberazione dalla schiavitù del peccato e della morte per la quale il popolo di Dio ha atteso e pregato in tutte le età. Significa che la liberazione è vicina anche per tutto il mondo dal dominio e dall’influenza di Satana. Per questo noi dobbiamo ringraziare Iddio.

Anche il mondo vede qualcosa. Però, a differenza dei vigilanti credenti che riguardano in alto, gli uomini del mondo sono pervasi dal terrore di ciò che potrà scaturire dall’attuale situazione. Ora noi vediamo il principio dei segni preannunciati da Gesù, e ci rallegriamo per l’evidenza della liberazione vicina. Ma, man mano che “queste cose” progrediranno nella loro realizzazione e giungeranno al termine, accadrà che il mondo stesso riconoscerà il significato di quel che sarà avvenuto. Gesù disse: “Allora vedranno il Figliuol dell’uomo venire sopra le nuvole, con potenza e gran gloria”.—(Versetto 27).

Con l’oscuramento del sole, della luna e delle stelle — intesi nel loro significato simbolico — e che si identifica nella distruzione di ogni controllo religionista sui popoli, il mondo vedrà solo “nuvole”. Sopra di esse — ugualmente simboliche — sarà resa manifesta a tutti lal presenza del nuovo Re della terra. Allora i “nuovi cieli” assumeranno il controllo della “nuova terra” e mediante gli agenti terreni — tra i quali tutti gli antichi dignitari pervenuti alla vita per mezzo della risurrezione — si estenderanno dovunque le benedizioni di Dio, che arrecheranno la gioia e la vita scaturienti del “fiume dell’acqua della vita”.—Apocalisse 22:1-3.




Non Stancarsi Mai A Pregare

“Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano del continuo pregare e non stancarsi”. “Non cessate mai di pregare”
—Luca 18:1;
I Tessalonic. 5:17

DAL primo dei testi sopra citati rileviamo che nostro Signore si serviva di parabole per esporre i suoi insegnamenti. La parabola può essere definita un bozzetto verbale, atto ad illustrare qualche verità, ma non è necessariamente un’esposizione di fatti reali. Ben raramente è un’esposizione di fatti, poiché si limita a supposizioni. Inoltre, l’esposizione della parabola non riveste mai un significato letterale. La buona semenza e la zizzania, citate in una delle parabole di Gesù, non erano buona semenza e zizzania letterali, ma i figliuoli del regno ed i figliuoli dell’avversario. Così, anche quì vien portato a paragone un giudice iniquo, senza amore della giustizia. Nondimeno, una povera vedova venne a lui ripetutamente ad importunarlo affinché l’aiutasse. Ed egli, onde liberarsi di lei, le concesse quanto desiderava.

Il Signore fece uso di questa parabola per illustrare le nostre richieste al Padre Celeste. Ciò non significa che il Padre Celeste sia un giudice iniquo, nè che la chiesa sia simile ad una vedova, ma questa parabola è semplicemente un’illustrazione della ricompensa che si ottiene con l’insistenza del pregare. Ciò che Gesù volle porre in risalto è l’insistenza con la quale la donna si rivolse al giudice. Concludendo la parabola, egli disse che, se un giudice iniquo, accoglieva la supplica della vedova, a causa della sua insistenza nel chiedere, che cosa potremmo attenderci dal nostro Padre Celeste? Quando i suoi figliuoli lo invocano giorno e notte, certamente egli ascolta le loro preghiere. Ma necessita che le preghiere siano tali da meritare la risposta dell’Eterno: non dobbiamo pensare che Dio accorderà qualche cosa che non sia giusta, onesta ed opportuna. In armonia con tale considerazione, ogni membro del popolo del Signore dovrebbe sapere che, allorché ci avviciniamo all’Eterno con la preghiera, dovremmo chiedere solamente le cose che gli sono gradite. Perciò, i Cristiani, che vivono in relazione con Dio, sono meglio qualificati per offrire preghiere accettevoli, le quali avranno risposta.

Il Signor nostro, Gesù, conosceva pienamente come si doveva pregare. Abbiamo la sua testimonianza: “Io so che tu mi ascolti sempre”. Egli non si vide mai rifiutare nulla perché chiese sempre le cose in armonia con la volontà del Padre suo. Affinché le nostre preghiere siano esaudite, dobbiamo sottostare a due condizioni: in primo luogo, aver accettato Gesù come nostro Salvatore, e, in secondo, esserci consacrati a Dio nel modo richiesto. Sono due passi da compiere, prima di essere completamente di Cristo. Quando siamo accettati in Gesù Cristo dal Padre Celeste, diventiamo nuove creature in Lui. E’ alle nuove creature che sono dirette le promesse di Dio. Chiunque non è divenuto una nuova creatura, generate dallo Spirito Santo, si trova fuori da tali promesse, benché non fuori della speranza, Infatti, noi vediamo che, nel piano di Dio, v’è una grande speranza per il mondo intero. Ma, in questo “anno di grazia”, nessuno può offrire preghiere accettevoli, se non nel modo indicato.

Nel tempo presente, c’è un solo gregge. Solo quanti si trovano in tal gregge godono del favore di Dio. Essi hanno il diritto di pregare. Ma, dopo che la consacrazione è fatta, necessita fare un’altra considerazione: - Dimoriamo noi in Cristo, oppure non siamo in armonia con lui? La Parola di Dio deve dimorare in noi, non semplicemente perché abbiamo letto tutta la Bibbia una volta, oppure perché ne leggiamo qualche versetto o qualche capitolo ogni giorno; ma la Parola di Dio deve rimanere in noi, nel senso che i suoi insegnamenti ed i suoi principi devono essere assimilati ed introdotti nel nostro modo di vivere. Solo così arriveremo a discerne qual’è la volontà di Dio, ciò che Gli è gradito, e ciò che non dovremmo chiedergli secondo i suoi statuti. Tutti coloro che dimorano in Cristo, e nei quali dimora la sua Parola, possono chiedere quanto vogliono. Possono chiedere qualsiasi cosa garantita nella Parola di Dio, e questo significa ch’essi possono chiedere tutto quello che vogliono: poiché, se la Sua Parola dimora in essi pienamente, non penseranno a chiedere alcunchè di non autorizzato.

I favori facilmente guadagnati non sono apprezzati

I testi citati insegnano che si deve pregare continuamente, non limitarsi a pregare una volta e dire: “Ho pregato per questa cosa e può bastare”. Ma potremmo dirci: “Perché dovremmo continuare a chiedere? Dio conosce ogni necessità. Perché non lasciare che provveda lui?”—Le Scritture sembrano rispondere a questa domanda che noi abbiamo bisogno di chiedere per il nostro bene, affinché possiamo meglio apprezzare la risposta che otterremo. Se ottenessimo ogni cosa prima di sentirne il bisogno, se tutto ci venisse accordato con facilità, nella nostra condizione decaduta mancheremo di apprezzarle.

Infatti, la maggioranza della gente riceve ogni giorno molte, moltissime benedizioni, senza esserne riconoscente; perché manca di apprezzarle. Iddio manda il sole e la pioggia, come disse Gesù, sia sul giusto che sull’ingiusto e queste sono grandi benedizioni di Dio. Nondimeno, sono ben pochi coloro che considerano la pioggia qual dono di Dio. Quanti, ammirando il sorger del sole, apprezzano la benedizione che Dio ci manda in tal modo? Proprio perché tali benedizioni sono tanto comuni e vengono concesse senza essere richieste sono poco apprezzate dalla maggioranza.

Ma il Cristiano, avendo gli occhi dell’intelligenza aperti, apprezza sempre più queste benedizioni dello Eterno. Di conseguenza, realizzando i suoi bisogni e quanto e promesso, nella Parola di Dio, egli sa di poter rivolgersi con successo all’Eterno, mediante la preghiera affinché tali bisogni siano soddisfatti. Il suo cuore prende un’attitudine d’attesa ed egli è pronto a ricevere le benedizioni di Dio con gratitudine ed approfittarne.

Quali figliuoli di Dio, cosa dovremmo chiedere? Che cosa le Scritture ci insegnano a chiedere? In primo luogo, ci vien detto di non usare “soverchie dicerie”.—Come dovremmo interpretare quest’esortazione? Il Signore spiegò che non dovremmo usare “soverchie dicerie” come fanno i pagani, i quail pensano di essere esauditi secondo il numero di volte in cui ripetono la preghiera. I cinesi, ad esempio, usano mulini a preghiere, mediante i quali possono dire un centinaio di preghiere al minuto. In tal modo risparmiano tempo e voce, ma tali preghiere sono solamente soverchie dicerie. A parer nostro, anche molti di coloro che si dicono Cristiani, incorrono in soverchie dicerie. Essi recitano molte preghiere, che spesso non sgorgano dal cuore, ma vengono recitate ripetutamente per un sentimento immaginario di prescrizione ed obbligatorietà.

Non per la vecchia ma per la nuova creatura

La condizione di cuore ideale è quella in cui sentiamo il bisogno della benedizione di Dio e del suo aiuto, e pertanto andiamo a lui fiduciosi per presentare la nostra richiesta, aspettando la risposta nel tempo e nel modo dovuto. Quanto alle cose che dovremmo chiedere, il Maestro disse, in uno dei suoi discorsi, che i pagani, gli increduli e l’umanità in generale, chiedono benedizioni materiali: “Che mangeremo? Che berremo? O di che ci vestiremo?”. Un bambino può pregare per queste cose innocentemente, ma i figliuoli di Dio dovrebbero pregare per il benessere materiale solamente per quanto concerne la crescita e l’efficienza della nuova creature.

Mentre la grazia e la conoscenza del Cristiano aumenta, questi deve realizzare sempre meglio la sua condizione di nuova creatura e capire che la nuova creatura deve pregare per se stessa e non per la vecchia creatura. La nuova creatura deve prendere in considerazione il corpo mortale solo in quanto sua dimora e suo servitore, ma deve chiedere per esso solamente quanto è necessario perché la nuova creatura possa svilupparsi pienamente e compiere l’opera affidatagli dall’Eterno. Non può chiedere nulla che vada al benessere esclusivo della vecchia creatura, poichè questa è reputata come morta, ma può chiedere allo Eterno di supplire ai suoi veri bisogni secondo la sua inerrabile sapienza.

Noi dovremmo pregare per ottenere la forza di vincere la carne, comportarci con saggezza, per ottenere la forza di carattere ed affinché si sviluppino in noi i frutti ed i doni dello Spirito Santo. Dovremmo pregare per il cibo spirituale, perché ci sia data la sapienza necessaria a conservarci puri dal mondo, per rivestirci dell’armatura completa di Dio. Dovremmo chiedere saggezza per capire la parola di Dio ed apprezzare lo Spirito di verità. Tutti questi benefici possono essere richiesti nella preghiera, poiché fanno parte di ciò che contribuisce allo sviluppo della nuova creazione.

Pur pregando per tali cose elevate, non ignoreremo il corpo ed i suoi bisogni, benché non ricerchiamo le cose che ricercano i Gentili (il nome Gentili include tutti coloro i quali non sono in relazione con Dio mediante un patto). Coloro che hanno relazione con Dio, mediante un patto, non dovrebbero chiedere le stesse cose di coloro i quali non sono in tale relazione. Iddio non ode le preghiere di coloro i quali non fanno parte della sua famiglia, perché questi non sono stati istruiti sul come pregare. Noi pregheremo, dunque, per delle cose differenti dalle loro. Gesù non suggerì mai ai suoi discepoli di pregare per avere abiti e calzature migliori o una casa più bella, o per poter pagare le cambiali. Gesù e gli apostoli non pregarono mai per simili cose. E le cose per le quali essi pregarono saranno anche quelle che dovremmo chiedere noi.

Si deve fare una distinzione tra preghiera, domanda a Dio ed adorazione. Chiunque può onorare Dio, inchinarsi dinanzi a lui ed adorarlo. Ma, quando si tratta di preghiera c’è una limitazione. Solo certe persone possono pregare l’Eterno con la sicurezza d’essere ascoltate. Sono coloro i quali diventano parte del suo popolo mediante un patto per il quale hanno stabilito relazioni con Dio ed ottenuto il privilegio di pregare. Questo era vero per gli Ebrei, sotto le disposizioni del patto della Legge. E questo è anche vero per coloro i quali hanno fatto con lo Eterno un patto per il sacrificio, mediante Gesù Cristo. Ma, anche quando abbiamo il privilegio di pregare, dobbiamo tener conto della condizione grazie alla quale una preghiera viene accettata. Noi dobbiamo pregare in armonia con la volontà in quella di Dio. Questo ci conduce a studiare la Parola di Dio, per trovare le cose che l’Eterno ci ha promesse, e noi non chiederemo nulla, al di fuori della promesse divine.

Il corpo è considerato proprietà della nuova creatura

Noi dovremmo apprezzare il fatto che, durante tutta l’età dell’Evangelo, Iddio ha relazione con i suoi figliuoli, quali nuove creature in Cristo, e che tutte le sue promesse sono per la nuova creatura. La nuova creatura è interessata al vecchio corpo, giacché rappresenta una sua proprietà. Gli interessi del corpo sono anche quelli della nuova creatura, ma solo nella misura in cui tali interessi sono utili per rendere sicura la nostra elezione all’eredità celeste, nella misura in cui la loro considerazione non interferisce con i nostri interessi spirituali, e non oltre. Non dobbiamo, dunque, chiedere all’Eterno ciò che preferiamo, ma accettare quello che egli crede opportuna concederci. Ciò non significa che non dovremmo menzionare a Dio i nostri bisogni materiali, ma dobbiamo Farlo nella forma indicata dal Signore nella sua semplice preghiera: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, quello che ci occorre per ogni giorno, riconoscendo che il nutrimento giornaliero viene da lui, sia esso fine o comune, abbondante o meno. Tutto concorre al miglior interesse della nuova creatura.

La preghiera di colui che chiede cose in armonia con la Parola di Dio è certamente esaudita. I genitori terreni hanno piacere di offrire dei doni ai loro figliuoli, dei doni che essi reputano nell’interesse effettivo della loro vita. Ma, se essi s’avvedono che il figliuolo non apprezza i doni ricevuti, possono astenersi dal farlo sino a che abbiano la certezza che saranno apprezzati. Così ne è del nostro Padre Celeste: prima di accordare i suoi doni egli attende, che ne sentiamo il bisogno. Egli agisce in tal modo affinché le sue benedizioni siano maggiormente sentite quando vengono accordate.

Evidenze del possesso dello Spirito Santo

Mentre il figliuolo di Dio si sviluppa, il possesso dello Spirito Santo risalta sempre più evidente: per l’umiltà, la pazienza, la sopportazione, l’amor fraterno e la carità. Questi sono elementi di carattere, o disposizioni, che Dio desidera riscontrare in noi. Essi devono regnare nei nostri cuori, nelle nostre menti e, sempre più, nella nostra vita esteriore. La collera, la malizia, l’odio, le contese, la maldicenza, l’invidia e la gelosia sono tutte evidenze d’uno spirito impuro, lo spirito del mondo e dell’Avversario, lo spirito che noi, quali figliuoli di Dio, dobbiamo fuggire, opere, cioè, della carne e del diavolo.

Dato che noi abbiamo, chi più chi meno, questo spirito impuro nella nostra carne, è giusto pregare giornalmente per ottenne una più larga misura dello Spirito dell’Eterno, una più larga misura dello spirito in armonia con la sua perfetta volontà. L’Eterno non riempie mai arbitrariamente il cuore d’alcuno col suo Spirito, anche dopo averlo generato. Rivolgendoci a Lui, con una preghiera sincera e continua, chiedendo queste benedizioni, noi ci prepariamo a costatare le evidenze dello Spirito Santo nella nostra vita e saremo capaci di renderci conto se siamo divenuti più umili d’un tempo, oppure manchiamo ancora d’umiltà. Noi costateremo se avremo più controllo su noi stessi, e in quale indirizzarci per sviluppare i frutti dello spirito. Senza dubbio, tutte le qualità succitate ci mancheranno in misura più o meno larga; ma se noi vegliamo e preghiamo, impareremo a trovare le riposte alle nostre preghiere. Mentre cresceremo in conoscenza in amore, a somiglianza di Cristo, cresceremo anche nella somiglianza del Padre nostro ch’è nei cieli.

Maniere errate di considerare la preghiera

Come abbiamo dimostrato, la preghiera è essenziale, assolutamente indispensabile, alla crescita del Cristiano ed alla sua esistenza spirituale. Nondimeno, non abbiamo mai pensato di spingere le cose agli estremi come alcuni fanno. Non abbiamo mai pensato di suggerire a Dio il suo piano e di esporgli i nostri desideri sul modo in cui dovrebbe governare l’universo, invitandolo a seguire la nostra volontà. Pensiamo che ci sia già di troppo della gente che prega in tal modo e che, meno la imitiamo, meglio sarà. Rispondendo ad una domanda dei suoi discepoli, il Maestro diede loro una semplice preghiera, certamente differente da quelle offerte dalla grande maggioranza della gente, la quale apparentemente non segue affatto, i suo consigli.

E’meglio ascoltare la Parola di Dio e limitarci nel parlare a Lui. Dovremmo ascoltare molto, quando egli ci parla. Il poeta ha espresso mirabilmente quest’importante pensiero:

“Parla, o Maestro! It tuo servo ascolta,
      attende la tua Parola di grazia,
Desiderando la voce che l’allieta,
      Maestro, fatti, dunque, udire!
Lo t’ascolto, o Signore!
      Che cosa devi dirmi?

Noi comprendiamo che la Bibbia costituisce la rivelazione della volontà, dei propositi e del piano di Dio che riguardano i suoi figliuoli. Essa costituisce la verità che lo Eterno destinò a santificarci: “Santificali nella verità: la tua parola è verità”. Queste sono parole del Maestro. Egli non disse: “Santificali nella preghiera!”. L’Esortazione del Maestro e’impone di studiare la Parola ed essere santificati mediante essa.—E chi è più saggio di lui? Se non abbiamo scritto un volume sulla preghiera è perché non troviamo nelle Scritture né autorità né precedenti per farlo.

Come abbiamo detto, la preghiera è assolutamente indispensabile al Cristiano; tuttavia è la Parola di Dio che c’insegna la sua volontà, il suo piano e la via che dobbiamo seguire. Noi crediamo che la causa della mancanza di fede, comune a molti sedicenti figliuoli di Dio, sia appunto da ricercarsi nell’ignoranza di tale punto. Nessuna quantità di preghiere può prendere il posto dello studio della Parola di Dio: è unica luce data per guidarci in questa notte lunga e tenebrosa, nella quale il peccato ha regnato sul mondo. “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”.—Salmo 119:105.




Nuovi Cieli E Nuova Terra

Gesù testimoniò di Giovanni Battista come del più grande di tutti i santi uomini di Dio eppure. Egli aggiunse che il minimo del regno dei cieli poteva essere considerato maggiore di lui (Giovanni). Gesù voleva riferirsi evidentemente al più piccolo del regno spirituale. Giovanni sarà uno dei principi terreni del regno e, come tale, non riceverà nessuna ricompensa spirituale.

Nei nuovi cieli e nella nuova terra, le promesse di Dio fatte ad Abrahamo avranno il loro compimento, in particolare le benedizione di tutte le famiglie della terra per mezzo della sua posterità. Gesù e la sua Chiesa costituiranno la vera “progenie” d’Abrahamo, coloro che sono divenuti per fede i suoi figlioli e che nel regno formeranno i canali attraverso i quail le benedizioni saranno sparsi sull’umanità. Tutto ciò è meravigliosamente illustrato nel libro dell’Apocalisse 22:1-2, con l’immagine di un fiume d’acqua viva che scaturisce dal trono di Dio e dell’agnello, sulle cui rive cresce l’albero della vita, le cui fronde sono per la guarigione delle genti.

Come dovremmo dunque rallegranci al pensiero che tutte le nazioni della terra oppresse, affamate, dolorenti, sussiste la speranza di essere radicalmente guarite! In verità ciò costituisce una benedizione per tutte le famiglie della terra. Iddio promise, inoltre, per bocca di Giacobbe (Genesi 49:10) che dalla tribù di Giuda sarebbe uscito colui “SCHILO”, ossia procacciatore di pace il quale condurrà all’ubbidienza i popoli della terra. Questa promessa troverà compimento durante il regno di Cristo, poiché sarà Gesù questo “SCHILO” che raccoglierà tutti i popoli sottoto stendardo del suo amore.

Lo sviluppo crescente della sua potenza e della pace non avranno giamma i fine, ma “scenderà come la pioggia sull’erba falciata, come pioggia minuta une adacqua la terra. Li giusto fiorirà ai dì d’esso, e vi sarà abbondanza di pace.” “Quelli che abitano nei deserti s’inchineranno davanti a LUI, I suoi nemici leccheranno la polvere, e tutti i re l’adoreranno, tutte le nazioni gli serviranno”—Salmo 72:6-11. Tutte queste promesse avranno compimento nei nuovi cieli e nuova terra.

Allora ognuno dimorerà sotto la sua vite e sotto il suo fico “dalle loro spade fabbricheranno zappe e dalle loro lance, falci; una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra”. Gli occhi dei ciechi saranno aperti, le orecchie dei sordi saranno disserrate. In quel tempo i morti risorgeranno in virtù dello stesso potere illimitato che il creatore pose in atto al principio. Nessuno sia vivente che morto sarà dimenticato od escluso. Tutte la nazioni avranno una occasione di essere benedetti per la vita eterna, conformemente alle promesse fatte da Dio ai profeti, rivelate da Gesù e rese efficaci per virtù del suo prezioso sangue.

Ma, per ottenere la vita eterna, sarà indispensabile obbedire alla legge divina. L’Apostolo Paolo insiste particolarmente su questo punto. Dopo avere affermato che il ritorno di Cristo e lo stabilimento del suo regno apriranno “i tempi del ristoramento di tutte le cose, dei quali Iddio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti, fin dal principio del mondo” egli aggiunge: ed avverrà, che chiunque non avrà ascol- tato quel profeta, sarà sterminato d’infra il popolo. —Atti 3:19-23.

È più che probabile che la gran massa dell’umanità sarà ben felice di accettare il dono dell’amore divino che le sarà offerto e si sottomettera volentiere alle leggi del nuovo RE della terra; Gesù fa allusione al tempo in cui la nazione d’Israele che lo rigettò al suo primo avvenimento, l’acclamerà dicendo: benedetto colui che viene nel nome del Signore. Il profeta scrive: “molte genti andranno e diranno: venite, saliamo al monte del signore ed alla casa dell’Iddio di Giacobbe: ed Egli ammaestrerà melle sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri”.—Michea 4:2.

Cosa possiamo fare di meglio attualmente se non acclamare il nostro RE, il RE della nuova era? Se siamo nella schiera composta da coloro che si sforzano di seguere le sue orme, nella speranza di partecipare al suo regno, adoperiamoci in tutto ciò che è in nostro potere onde riaffermare la nostra elezione ed il nostro celeste appello. Se siamo attratti dall’amore divino e ci sentiamo spinti a consacranti pienamente al Signore, non esitiamo non freniamo il nostro slancio, perche è tempo ancora di correre per il premio della suprema vocazione, in Cristo Gesù. In tutti i casi, se la bellezza del piano divino e l’assicurazione della manifestazione prossima del Regno di Cristo ci spingono ad amare il Signore in misura maggiore del passato, dimostriamo questo amore nel compiere seriamente la sua volontà, camminando umilmente in lui cantando le sue lodi.




Pilato Gli Chiese: “Sei Tu Re?”

“L’anima dell’uomo moderno è pervasa da angoscia e malessere spirituale, derivanti da odii politici, intolleranza religiosa, discriminazioni razziali e pregiudizi nazionali” (Christian Centuri).

Queste parole racchiudono un atto di sincero riconoscimento di un’afflizione generale alla quale il mondo d’oggi non può restare indifferente, e risiede principalmente nelle imperfezioni, ormai più che provate, dei vari sistemi di governo.

Nel mondo attuale non esistono quesiti che superino, in ordine d’importanza, quello fondamentale, riguardante la forma di un governo. Ci troviamo, oggi, di fronte a due controverse concezioni, due mondi diversi, rappresentati: uno dai fautori della più accesa libertà, l’altro, dagli assertori d’una Lotta terroristica militare. Da tali fazioni, scaturiscono le diverse teorie di governo, individuabili nei fronti popolari, nelle opposizioni reazionarie, nelle cricche politiche ed in quelle pseudo-religiose, dalle quali non può risultare altro che disordine, che, a sua volta, genera il caos più allucinante e, con esso, la paura!

La rivista Aurora si prefigge di porre in evidenza, per mezzo delle profezie bibliche, il senso reale di tali avvenimenti che, esaminati alla luce della Parola di Dio, dimostrano linearmente come l’uomo moderno, con i mezzi e le attitudini di cui dispone, può solo procurarsi angustie e l’assillante incertezza del domani.

Gli autori della rivista Aurora non si presume di suggerire una soluzione nuova dei problemi che assillano l’umanità, ma senza timore e con obietti- vità, desidera attirare l’attenzione su ciò che dice la Bibbia a riguardo e la soluzione promessa dal Creatore di tutte le cose. Il genere umano non verrà distrutto da guerre atomiche; il vero cristianesimo non sarà annientato; le forze dell’ateismo non otterranno trionfi di sorta. Tutti i responsabili delle attuali condizioni ed alcuni, che l’opinione pubblica ritiene buoni, saranno giudicati.

La rivista Aurora si prefigge d’illuminare le persone sagge ed intelligenti, onde discernino la verità, scevra da compromessi teologici e da teorie tradizionali; suo scopo non è di distruggere, ma di costruire sulle saldi basi della fede nella Parola di Dio. Vuole, altresì, indicare la precisione con la quale questi tempi attuali sono descritti nelle profezie e, sulle basi della fede in esse, dare agio al lettore di essere saldo e paziente, attendendo il compimento delle promesse future.

Se, come è opinione generale, il tempo dei re è ormai tramontato, possiamo affermare e dimostrare che spunta il giorno del nuovo. Re, in questo mondo in subbuglio, per l’angosciosa situazione, nella quale si dibatte, a causa di problemi complessi ed assillanti, ritenuti insolubili dagli uomini più eminenti, nel campo della politica e della scienza.

Numerose nazioni, dopo secoli d’asservimento a re e a imperatori, compresero che costoro costituivano un ostacolo alle loro aspirazioni e li soppressero. Tuttavia, i popoli, che si sono liberati dei predetti, non sono per nulla soddisfatti dei governi che li hanno sostituiti: giacché, mentre il mondo risente ancora delle sofferenze, derivanti dalla seconda guerra mondiale, innumerevoli ideologie, in contrasto l’una con l’altra, impediscono l’avvento di una era di pace e giustizia ed il riconoscimento al rispetto dei diritti dell’uomo. Ora è logico che i popoli, delusi, prima dai re e dagli imperatori detronizzati, poi dai governi che man mano li hanno sostituiti, desiderino un nuovo re che instauri un governo di giustizia. Molti pensano che il mondo potrebbe salvarsi dalla rovina solo mediante l’opera di un superuomo. Tale essere eccezionale, oltre ad essere dotato della sapienza necessaria ad eseguire un nuovo piano di vita per tutti, avrebbe il potere di mettere in esecuzione i suoi disegni ed imporre le sue leggi. Perciò gli uomini attendono ansiosamente la manifestazione di un tale Re che, bandendo tradizioni e superstizioni, istituisca il suo potere e senza sacrificio di milioni di giovani sui campi di battaglia, nè lanci di bombe ed altri ordigni micidiali; un re che consideri con eguale interesse l’uomo povero ed il ricco, di razza bianca o nera, ai quali riconosca gli stessi diritti ed imponga a tutti l’adempimento dei medesimi doveri.

Un tale Re, capace di riorganizzare il mondo caotico d’oggi, non potrà riconoscere pretese di superiorità razziali, poiché salvaguarderà gl’interessi di tutto il genere umano senza particolarità. Egli sarà dotato di così grande saggezza che niuno potrà ingannarlo per ottenere benefici ai danni di altri; riceverà da Iehovah Dio la podestà di regnare su tutte le nazioni: “Lo spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timor dell’Eterno. Respirerà come profumo il timor dell’Eterno, non giudicherà dall’apparenza, non darà sen- tenze stando al sentito dire, ma giudicherà i poveri con giustizia, farà ragione con equità agli umili del paese. Colpirà il paese con la verga della sua bocca e col soffio delle sue labbra, farà morire l’empio. La giustizia sarà la cintura delle sue reni e la fedeltà la cintura dei suoi fianchi”—(Isaia 11:2-5).

Nessun re ha mai posseduto queste qualità, che saranno proprie del nuovo legislatore, destinato a guidare il mondo attuale e portare la pace a tutti i popoli. Per reggere il mondo questo nuovo re dovrà rispondere ai requisiti che si richiedono in questa profezia del Re Davide:

“O Dio, da’ i tuoi giudizi, e la tua giustizia al figliuolo del re ed egli giudicherà il tuo popolo con giustizia, e i suoi miseri con equità! I monti produrranno pace al popolo e i colli pure, mediante la giustizia. Egli farà ragione ai miseri del popolo, salverà i figliuoli del bisognoso e fiaccherà l’oppressore! Ti temeranno fin che dura il sole, finché dura la luna, per ogni età! Ei scenderà come pioggia sul prato segato, come acquazzone che adacqua la terra. Al di d’esso il giusto fiorirà e vi sarà abbondanza di pace finché non vi sia più luna. Egli signoreggerà da un mare all’altro e dal fiume fino all’estremità della terra.”—(Salmo 72:1-8).

Circa duemila anni or sono, un uomo percorreva la terra della Giudea e i suoi discepoli credevano che fosse destinato ad essere il dominatore del mondo, preannunciato dai profeti. Non aveva un esercito e non cercava d’innalzarsi danneggiando gli altri. Era molto conosciuto per la sua bontà. Una fra le più belle testimonianze su lui dice che “… andava di luogo in luogo facendo del bene.” Ma i suoi contemporanei, per la decadenza morale nella quale vivevano, non furono in condizioni di apprezzarlo adeguatamente. La classe dirigente del tempo mirava a colpirlo a morte imputandogli ogni specie di colpe e, fra queste, quella di, essersi proclamato re, gli valse l’atto d’accusa formulato presso il Governatore romano. Questi, convocatolo in giudizio, gli chiese: “Sei tu Re? Gesù rispose: tu lo dici; io sono re; io sono nato per questo, a per questo sono venuto al mondo”—(Giov. 18:37). Tali parole delinearono gli estremi di reato per il quale fu condannato a morte poiché l’affermazione espressa costituiva, per quei tempi, un elemento di ribellione e tradimento a Cesare.

Questo servitore del popolo, tanto buono, amorevole, comprensivo, altruista e pronto al sacrificio, era Ebreo.

Allorché il Governatore romano si accorse dell’impossibilità di salvargli la vita, non vietò ai suoi soldati che gli ponessero una corona di spine in testa e, così adornato lo presentò al popolo dicendo: “Ecco il nostro Re” e quella, in un coro unanime, gridò; “Crocifiggilo, Crocifiggilo!”

Benché questo futuro Re della terra si diede volontariamente in balia dei suoi nemici, la sua vita e la sua morte cambiarono il corso della storia e fecero rifulgere la religione che portò il suo nome, che venne adottata in tutto il mondo, ma con uno spirito opposto ai suoi insegnamenti: in quanto, nel suo nome, ebbero luogo le guerre più sanguinose, mentre, egli, pacifista, aveva insegnato ai suoi discepoli d’amare i propri nemici e far loro del bene avvertendo che “… tutti quelli che prendono la spada periscono per la spada.”—(Matteo 26:52). Nel corso della storia, attraverso tutte le epoche, questa predizione si è sempre avverata, poiché i re, i quali fondarono e ressero i regni con la spada, finirono tutti miseramente. L’impiego della violenza non è stato né sarà giammai idoneo a risolvere alcun problema ed intanto, malgrado ciò, la principale cura e premura dei governi di tutte le nazioni risede nel lavorare per la pace preparando le guerre.

Ecco, quindi, perché il mondo ha bisogno d’un Re che bandisca i principii ed i metodi finora adottati, i quali hanno condotto il genere umano sull’orlo della completa distruzione; un Re la cui dottrina sia l’essenza della buona volontà fra tutti gli uomini; un Re che instauri e consolidi il suo potere non con la spada, ma col volere divino, ispirato all’amore ed alla generosità verso i suoi sudditi per i quail già soffrì, volontariamente, la morte sulla croce! Questi sarà il nuovo Re della terra: Gesù di Nazareth.

Dopo la sua crocifissione, Egli promise ai discepoli di ritornare ed insegnò loro la preghiera con la quale dovevano invocare il Regno che avrebbe instaurato al suo ritorno.

Ora, l’unica speranza d’un mondo che sta per soccombere, a causa degli errori ed orrori, commessi per brutale egoismo, risiede nelle promesse divine che verranno realizzate al proprio tempo dal suo Re: Gesù.

L’aurora è oscura e burrascosa, ma presto la luce s’irradierà ed il potere del Regno si manifesterà nello splendore del nuovo giorno di pace e di giustizia per tutti gli uomini.




“Che cosa è l’uomo che tu n’abbia memoria? E il figliuol dell’uomo che tu ne prenda cura?”
Salmo 8:5

Che avverrà del mondo?

Se le angoscie e caotiche condizioni, nelle quali viviamo, si fossero presentate alle generazioni precedenti la nostra, queste ne avrebbero potuto trarre la deduzione che il ritorno di Cristo fosse imminente ed il mondo di stess avviano verso la fine. Ma, oggi, per l’influenza del modernismo, dell’ateismo e della frivolità, che dilaga sempre più tra i vari strati sociali, i sentimenti religiosi sono quasi scomparsi: al punto che, malgrado il terrore suscitato dalle prospettive distruttrici della bomba atomica e della guerra batteriologica, nessuno si è curato di porre in correlazione le attuali condizioni del genere umano con ciò che i profeti hanno preannunziato nella Bibbia.

Certamente molti sanno che la Bibbia annunzia il ritorno di Gusù, ma l’errata interpretazione di quest’ insegnamento, quale ci è pervenuta dagli evi tenebrosi, ha deformato l’evento al punto di considerarlo una fandonia basata su delle superstizioni inattendibili, per spiriti illuminati e ragionevoli, i quali non possono che commiserare, se non irridere, le concezioni che alcuni si sono formate su tale evento. Ed in parte non potevasi dare loro torto giacché, in tempi lontani, delle persone tratte in errore per la loro buona fede, montavano sui tetti delle loro case, vestiti di bianco, per attendere la venuta visibile e corporea di Gesù che, d’un tratto sarebbe sceso dal cielo per condurli seco nelle nuvole, lasciando, dietro di loro, una terra consumata dal fuocco. Tali concezioni hanno indotto molta gente a respingere l’atteso ritorno di Cristo, che costituisce l’unica favorevole soluzione ai problemi dell’ora attuale.

Certo non possiamo biasimare coloro che sono stati indotti alla incredulità da tali grottesche teorie.

Ora, poiché il sapere unano non offre alcuna speranza per la soluzione dei problemi tragici nei quali si dibatte l’umanità, ci si chiederà in chi possiamo e dobbiamo riporre le nostre speranze per ottenere i rimedii atti a tranquillizzarci sulla nostra sorte, al che rispondiamo: Solo nella Bibbia, ove troveremo le indicazioni sicure sul nostro avvenire. Il Creatore dell’universo afferma che la sua Parola interviene direttamente negli eventi unami in quest’ora di torbidi ed oscurantismo, per mezzo del suo rappresentante divino, che egli invierà sulla terra ad apportare l’agognata liberazione. Questo rappresentante è Cristo.

Alla luce di tante scoperte scientifiche, che, ai nostri giorni, vanno divenendo frequenti e mirabolanti, lo spostamento di un individuo da un luogo all’altro della terra, prima inaccessibile per l’enorme lontananza, ragioni climatiche o d’altro genere.

Considerando, quindi, che l’uomo, per mezzo della scienza e del suo potere fu capace di giungere sulla luna allora domandiamo! Quali ragioni dovrebbero impedirci di credere che Dio, il Creatore dell’ universo, possa inviarci sulla terra un suo rappresentante. E non essendovene, siamo indotti solo a chiederci se il Creatore abbia delle ragioni per dare importanza alla terra che rappresenta un’infirma parte dell’universo. Tale quesito fu avanzato e discusso molti secoli or sono dai più noti sapienti della terra. Davide, il dolce cantore d’Israele, meditando su questo soggetto, concluse: “Quando io considero i cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposto io dico: che cos’è l’uomo che tu ne abbia memoria? E il filiuol dell’uomo che tu ne prenda cura?”—(Salmo 8:4-5).

Il re d’Israele, senza telescopio, individuò quanto era insignificante l’importanza della terra rispetto alla creazione di Dio, all’intero universo che egli aveva agio di ammirare, ogni notte, in tutto il suo splendore. Il profeta Isaia paragonava le nazioni della terra ad “una gocciola della secchia, alla polvere minuta delle bilancie; e le isole ad un pulviscolo che vola”—(40:15). Non sorprenda, quindi, la domanda, che si pose Davide circa le ragioni per le quali Iddio, a mezzo dei profeti, ha rivolto il suo interesse agli uomini promettendo d’inviare loro colui che li avrebbe liberati dalla morte e dal peccato, il cui governo avrebbe propagato le sue benedizioni a tutte le nazioni.

Rispondendo alla domanda, Davide stesso affermò che Iehovah Dio creò l’uomo di poco inferiore agli angeli, lo coronò di gloria e d’onore e gli diede il dominio sulla terra, sugli animali e le cose in essa contenute. Ma, quando questo re della terra entrò in conflitto col suo Creatore, infrangendo le sue leggi, Iddio lo detronizzò. In appresso, per l’amor che ancora nutriva per lui, manifesta la sua volontà di redimerlo e reintegrarlo al dominio perduto della terra e di tutti i privilegi annessi e connessi.

E’detto che l’uomo fu fatto “poco minor degli angeli..” Noi non sappiamo gran che su questi esseri spirituali, ma la Bibbia ne attesta l’esistenza e ce li descrive dotati d’intelligenza e potenza di molto superiori a quelle umane.

Molte persone sono restie ad ammettere l’esistenza degli angeli perché dicono di credere solo ciò che vedono.

Cosa siano gli Angeli, quale sia il loro modo di vivere, quale parte rappresentano nei disegni di Iehovah Dio, sono cose che non rivestono soverchia importanza per l’attuale studio. E’ necessario solo ammettere la esistenza di tali esseri, poiché la loro attività in stretta relazione con i proponimenti di Dio a favore del genere umano e col disegno d’inviare suall terra il suo Figliuolo, per il governo del mondo, al quale lo ha predestinato.

Ragionevolmente, non si può affermare che l’uomo sia la creatura più gloriosa dell’universo. Sarebbe puerile pretenderlo o ammetterlo, né possiamo immaginare alcun uomo, per quanto istruito e sapiente egli sia, che, nell’esplorare l’immensità dei cieli, gli venga in mente di considerarsi la creatura più intelligente, più potente ed importante dell’universo. Ciò costituirebbe un’improntitudine: poiché, se fosse dotato di un perfetto equilibrio mentale dovrebbe riconoscere solo la sua quasi intera ignoranza sulle leggi che regolano l’armonia degl’in numerevoli corpi celesti che popolano l’universo.

L’uomo è riuscito solo a fabbricarsi dei telescopi che gli consentono di osservare una piccola parte dell’universo e studiare il moto di alcuni corpi senza individuare la ragione della velocità d’essi.

Gli scienziati hanno scoperto che tutta la materia è composta di atomi; sono riusciti a scomporli, disintegrarli, ma non a crearne.

Ora la constatazione dell’esistenza d’innumerevoli corpi celesti, dei quali non abbiamo alcune cognizione, sia sulla ragione per le quali furono create, che sulle leggi alle quali ubbidiscono, dovrebbe costituire una prova più che sufficiente, atta a dimostrare l’esistenza di una Intelligenza e d’un Potere, infinitamente superiori a quelli umani. Ciò, quindi, c’induce a ritenere che il Creatore di questo grande universo, giudicandolo opportuna, potrà mandare sulla terra un’essere, d’ordine ed intelligenza superiori, appartenente ad una sfera più elevata, il quale eserciterebbe una potente influenza sullo svolgimento degli eventi umani cambiandone l’indirizzo, finora contrario ai voleri divini. La Bibbia ci assicura che tale è la giusta intenzione di Dio. E Davide ne fa allusione allorché dice che, nonostante tutto, l’uomo, agli occhi di Dio, riveste una importanza sufficiente a richiedere la visita d’un essere superiore, celeste.

Ora Perché Iehovah invierebbe quest’essere sulla terra?

Tutte le profezie dell’Antico e del Nuovo Testamento affermano che l’umanità, ribellandosi al Creatore ed alle sue leggi, incorse nel peccato il quale comportò la morte. E questa sarebbe stata definitiva, se il Creatore stesso, nella sua infinita bontà, non avesse provveduto a riscattarlo dalla potestà di essa.

Nell’Evangelo di Giovanni, leggiamo: “Iddio ha tanto mato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui, non perisca, ma abbia vita terna”.—(3:16).

Gesù fu “l’angelo del patto” sceso dal cielo per salvare l’umanità ribelle. Egli diede una parabola meravigliosa per illustrare la nostra, condizione: quella della pecora smarrita. Nella immagine, il gregge di cento pecore rappresenta intero l’universo. Una delle pecore s’è smarrita ed il buon pastore si muove per andarla a ricercare e la trova. Questa pecora smarrita rappresenta il genere umano e Gesù, il Buon Pastore che venne sulla terra per strappare l’umanità dallo smarrimento e dalla morte in cui era caduta.

Indubbiamente il genere umano è perduto. Davide afferma che l’uomo fu creato di poco minor degli angeli, coronato di gloria che ricevette il potere su tutte le creature di ordine inferiore della terra. Questa affermazione è riportata nel Nuovo Testamento con le seguenti parole di commento: “Al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli sieno sottoposte; ben vediamo però colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e d’onore a motivo della morte che ha patito, onde, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti”—(Ebrei 2:8-9).

E’ vero, dunque, che tutte le cose non sono ancora sottoposte al potere dell’uomo, avendo questi dimostrato, da lungo tempo, la sua inettitudine a governare se stesso ed il mondo.

Il Creatore diede all’uomo l’ordine di crescere, moltiplicare, riempire la terra e rendersela soggetta, ma egli perse il suo diritto al potere ed alla vita eterna, allorché trasgredì la legge divina. “Tu sei polvere e in polvere ritornerai, (Genesi 3:19), fu la sentenza pronunziata da Dio, quando lo scacciò dal giardino dell’Eden. Questa sentenza condannò l’uomo alla morte e non ai tormenti eterni, come insegna la teologia ufficiale, la quale afferma che l’uomo, morto sulla terra, continua a vivere, come essere spirituale, in una sfera piu elevata. L’uomo fu creato, di poco minor degli angeli, per vivere sulla terra e la Bibbia non riporta alcun cenno sull’intenzione di Dio di trasformare l’uomo, dopo la sua morte, in creatura angelica.

Seimila anni or sono, l’uomo fu creato perfetto, ad immagine e somiglianza di Dio, cioè dotato della capacità d’intendere il bene e discernerlo dal male. Durante questo periodo di sessanta secoli l’uomo andò sempre più degenerando, al punto che non sappiamo più raffigurarlo perfetto, in quanto deformato nello spirito e nel corpo. Le nostre facoltà si corrompono, i nostri corpi periscono e la perfezione originale del corpo e dello spirito scompaiono per dar posto all’egoismo, che conduce il genere umano verso la distruzione.

Il Creatore, però, non privò la sua creatura recalcitrante del suo benevolo interesse e gli promise d’inviare dal cielo Colui che avrebbe portato aiuto all’intera umanità, liberandola dalla schiavitù del peccato e della morte. Questo inviato fu Gesù, ed alla sua nascita un angelo annunziò: “Non temete … Oggi nella Città di Davide v’è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore”—(Luca 2:9-10). Quale profondo significato racchiudono queste parole.

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