AURORA
Maggio-Giugno 2010

Contenuto Di Questo Numero

  1. Rebbellioni Dalle Forze Della Natura
  2. Gerusalemme (La Citta Santa)
  3. La Risurrezione Di Gesù (continuazione dell’articolo Marzo-Aprile)
  4. La Nostra “Gerusalemme”
  5. La Gran Via Della Santita
  6. Riflettendo
  7. La Via Della Sapienza
  8. La Vera Luce

Rebbellioni Dalle Forze Della Natura

TERREMOTI IN UN LUOGO DOPO L’ALTRO

In brevissimo tempo il mondo e stato sconvolto da una serie di terremoti devastanti che hanno letteralmente spazzato via interi paesi causando centinaia di morti mettendo letteralmente in ginocchio intere popolazioni, causando fame, siccità, malattie, morte.

DESCRIVIAMO ALCUNI DI ESSI:

Aquila Aprile 2009. Un violente terremoto. L’intera città dell’Aquila è stata completamente resa al suolo. Ci sono stati 295 morti e 650,000 sfollati.

HAITI GENNAIO 2010

Il Sisma, di magnitudo 7 ha colpito martedì 13 Gennaio alle 16.53 (le 22.53 in Italia) con epiccentro a una quidicina di chilometri dalla capitale Port Au Prince contemporaneamente è stato diramato un allarme Tsunami per tutto il quadrante Caraibico, poi rientrato. Non c’e’ stato un bilancio delle vittime e degli sfollati, ma secondo l’Onu e la Croce Rossa il Sisma ha colpito in vario modo dai 3 ai 3,5 milioni di persone, oltre a un terzo della popolazione totale del Paese.

Di certo migliaia di persone sono sepolte sotto le macerie e i soccorritori lottavano contro il tempo per estrarne vive quanto era possibile. Per miracolo solo un ospedale era rimasto in piede, ma aveva esaurito la capacità di accoglienza; la Croce Rossa Internazionale lottando contro il tempo aveva provveduto alcuni punti di pronto soccorso da campo

Il sottosegretario UNO agli affari umanitari John Holmes aveva spiegato che Port-Au-Prince e i suoi dintorni rappresentavano l’aerea più colpita di Paese, danneggiata, in misura minore, anche la cittadina di Carrefour, a sud della capitale. C’e un bisogno disperato di materiale e di tutto ha spiegato il Signor Holmes. Un appello fu lanciato alla comunità Iternazionale ed elencando con maggiore precisione i bisogni della popolazione e quali sono le sue risorse necessarie; (Chiese, scuole, e centinaia di case crollati, migliaia di famiglie non hanno più una casa; ha aggiunto il portavoce del Palazzo (di Vetro) Martin Nesirsky.

CHILE FEBBRAIO 2010

Altro violentissimo terremoto questa volta molto più forte degli altri due, ha sconvolto il Cile (America del Sud) un terremoto di magnitudo 8-8 (Richeter Scale) Questo ha generato (lo Tzunami) (Onda Anomala) che si é abbattuto sulle coste delle Nazioni vicine fino alle Isole Hawaii ed era previsto che si abbatteva anche nella remota Isola di Pasqua, per una linea di oltre 500 KM.

In Polinesia si rilevano danni lievi ma onde di circa due metri d’altezza hanno colpito l’arcipelago della Marchesi nella Polinesia francese nel certro sud del Pacifico, mentre onde minori di qualche decina di centimetri sono arrivate su Tahiti e Moorea. Qui l’onda ha raggiunto il mezzo metro; l’ultima isola interessata dallo Tzunami e stata Bora Bora. Anche il Giappone e stato interessato dall’onda anomala per un altezza di un metro e cinquanta.

Il Presidente del Chile, Michelle Baschelet ha comunicato che i morti accertati erano 723, questo numero purtroppo era solo provvisorio, stimando in due milioni le persone danneggiate dal Sisma. Comunque venne precisato che ci volevano più giorni per stimare appieno il numero effettivo dei morti e l’entità dei danni e persone e case. (Venne precisato dalle stesse autorità che si tratta di una catastrofe di proporzioni immani). Il Chile ha il primato del terremoto più forte mai registrato, quello di magnitudo 9,5 del Maggio 1960 che fece l.655 morti. La città di Concepcion, una delle più antiche del Paese (fù fondata nel 1550, nel 1751 fù letteralmente cancellata dalle carte geografiche a seguito di un violente terremoto.

Questi notizie sono a conoscenza di noi tutti, e come cristiani soffriamo nell’apprendere che i nostri simili abbiano da patire così gandi lutti e privazioni come una casa, l’acqua, il cibo le medicine e quant’altro venga spazzato via in un attimo dalle forze della natura che sembra voglia ribellarsi contro l’umanità.

La parola di Dio ci parla per confortarci anche in queste circostanze cosi avversi, ci ha da sempre avvisato che ci sarebbe stato un periodo, una generazione speciale che avrebbe visto determinati evvenimenti succedersi uno dopo l’altro, come chiari segni di identificazioni di qualcosa che andava maturando, e che a breve avrebbe conseguito il suo epilogo naturale. Di cosa stiamo parlando? Della profezia dataci da nostro Signore Gesù quando venne la prima volta in carne come uomo per sacrificarsi per tutta l’umanità. Leggiamo ciò che Egli disse al Cap. 24 di Matteo al versetto 7, in questi passi Gesù elencò alcuni segni che avrebbero caratterizzato le sua seconda venuta, e fra questi cità anche “terremoti in un luogo dopo l’altro” e quindi essi fanno parte dell’evidenza del fatto che il nostro Signore sarebbe tornato per instaurare il suo Regno anche sulla terra. Ricordiamo la preghiera modello insegnataci da Lui stesso, la preghiera del Padre Nostro. In essa ci insegnò a pregare che il Suo Regno e la Sua volontà un giorno doveva essere fatta come in cielo così anche sulla terra.

Ebbene dall’adempimento delle parole di questa profezia contenuta in Matteo Cap. 24. in Luca Cap. 21 e in Mrco Cap. 13 comprendiamo che stiamo pienamente vivendo “QUELLA” generazione che vedrà anche la fine di questi dolori di afflizione, il Signore promise ai suoi discepoli che non li avrebbe mai abandonati, e loro hanno sempre atteso in ogni tempo, confidando nella promessa a loro fatta in Giovanni 14”l8 che Lui sarebbe tornato! Ma…per quale motivo? Per riportare gli abitanti della terra nuovamente in riconciliazione con il suo Creatore. Stiamo assistendo inermi a quanta corruzione a quanto sfacelo l’uomo ha seminato lontano da Dio, e tutti si rendono conto che non abbiamo la via d’uscita.

Mai, prima, negli annali della storia v’è stato un tempo in cui sarebbe stata necessaria la guida d’un competente Governatore, come lo e oggi; un Governatore atto a guidare le Nazioni della terra, senza essere impegnato d’odio e sfrenata ambizione. Dovrebbe operare in un atmosfera di fiducia e benedizioni che costituiscono le basi fondamentali di sicurtà ed una pace durativa: sia individuale, che nazionale, per i popoli del mondo intero.

Le pagine della storia registrano i nomi di vari rinomati eroi, glorificando le loro opere ed azioni, ma niuno d’essi ha operato in tante innumerevoli e farraginose maniere, quli, che rileviamo nel mondo attuale. Difatti, oggi quasi tutte le nazioni della terra sono avviliti, ed afflitte, per delle situazioni problematiche con altre nazioni, le quali—a loro volta—non sono in grado d’offrire adeguate soluzioni intervenendo in loro favore. Veramente l’uomo ha bisogno dell’intervento del suo Padre Celeste, e noi come cristiani suoi figlioli preghiamo incessantemente che presto intervenga nelle attività umane per risollevare questa umanità gemente ad una vita decorosa e serena dove tutti avranno l’opportunità di imparare cosa sia il diritto, l’onestà l’amore l’uno per l’altro al fine di poter vivere in una società che rispetti quelli che sono i valori insegnati nella parola di Dio. Chiunque voi siate e qualunque cosa crediate in relazione a Dio ed alsuo proposito per l’umanità, vi incoraggiamo ad confidare nelle promesse di nostro Signore che il tempo e ormai giunto perchè tutte le sue promesse si stanno avverando come e scritto nel libro di Matteo 24:33-35. Possa il Signore rafforzare la nostra fede e aver fiducia in tutte le le Sue promesse, perchè Egli e fedele in tutto quello che ha promesso. Nel mentre che stavo scrivendo questo articolo, giunge notizia che in Turchia una forte scossa di terremoto di magnitudo (7) he colpito alle ore 7:59 nella zona (centro orientale) la zona di Glagiz con decine di morti e molti feriti. I bilanci sono purtroppo da aggiornare.

Alda Bruno



Gerusalemme (La Città Santa)

IL 26 MARZO del 2010 il primo ministro Israeliano Benjamin Netanyahu urgentamente e andato a Washington per una conferenza con il presidente degli Stati Uniti ed alcuni membri del Congresso. Il motivo della conferenza fu per discutere il piano Israeliano di costruire 1,600 nuovi appartamenti nella zona del East di Gerusalemme. Questa e la zona per la quale i Palestinesi la vogliono riservare per costruire nel futuro la sede centrale del governo Palestinese e così Gerusalemme verrà identificata come la capitale Palestinese.

La conferenza dei due presidenti (Israeliano e Stati Uniti, in merito a Gerusalemme non ebbe un amichevole successo, in fattti il presidenti Israeliano fece noto al presidente Obama che “Gerusalemme e l’eterna Capitale d’Israele, la Santa città e solo il popolo Israeliano ha il diritto della città per costruire ovunque nella città e ovunque e desiderabile.” Questa pesante affermazione senza dubbio non fù gradita dal presidente Obama, infatti e per la prima volta che un presidente di unaltro paese non fu invitato a incontrare i membri del senato per cenare con loro e per essere intervisto dai rappresentanti della Sampa. Infatti il presidente Israeliano in fretta prese un aereo Israeliano e ritornò nel suo paese.

Il presidente Israeliano durante la sua breve visita negli Stati Uniti ha dovuto affrontare una forte ripensione da parte del governo Britannico, il motivo della riprensione fù stato perchè un gruppo di assassini Israeliani con passaporti falsi. Inglesi ed altri paesi Europei sono andati nella città di Dubai dell’Arabia e hanno ucciso un importante funzionario Palestinese (Hames) che era andato a Dubai per una conferenza con alcuni dirigenti Arabi. Per quasta cattiva azione da perte d’Israele il governo Inglese ha spulso alcuni membri del conosolato Israeliano dell’ufficio di Londra.

Se pure il presidente Israeliano, i membri del suo partito, e la maggioranza dei governi di tutto il mondo non sono a conoscenza del Piano di Dio; il destino di Gerusalemme non e legato alle autorità dei governi di questo mondo; ma Gerusalemme e legata ad Israele in perpetuo (Gerusalemme e inscindibile).

Il profeta Isaia scrive: “Per amor di Sion io non mi tacerò e per amor di Gerusalemme io non mi darò riposo finchè la sua giustizia non spunti come l’aurora e la sua salvezza come una fiaccola ardente. Allora le nazioni vedranno la tua giustizia e tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca dell’Eterno indicherà. Sarai una splendida corona nelle mani dell’Eterno, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Non sarai più chiamata “Abbandonata ne la tua terra sarà più detta desolazione ma sarai chiamata ‘la mia delizia e in lei e la tua terra Maritata, perchè l’Eterno trova piacere in te, e la tua terra avrà riposo.’—Isaia 62:1-4

Gerusalemme non e più calpestata dai Gentili, nel senso che questi non possono più esercitare sulla città il lor potere sovrano, perchè governata dallo stato d’Israele e posta sotto la sua sovranità. Questo è un fatto nuovo nella storia che ha una importanza eccezionale, non solo per Israele storico, ma anche per quello spirituale. Vibrano i nostri cuori per lo straodinario evento e ci tornano alla mente i vaticini dei profeti d’Israele, in ispecial modo del grande Isaia.

“Rallegratevi si, festeggiate in perpetuo, per quanto sto per creare; poichè, ecco, io creero Gerusalemme per il gaudio e il suo popolo per la gioia.” (Isaia 65:18) Rallegratevi con Gerusalemme e festeggiate a motivo di lei, o voi tutti che l’amate!

Poiche io dirigerò la pace verso di lei come un fiume e la richezza della nazione come un torrente straripa…come un uomo cui sua madre consola, così io consolerò a voi, e sarete consolati in Gerusalemme.”—Isaia 66:10-13

Si potrà obiettare che l’annessione di Gerusalemme non può considerarsi definitiva; che la pressione dell’O.N.U. e del Cattolichesino romano potrenno indurre Israele a concedere alla Santa Città uno statuto speciale, internazionalizzandola, cio noi crediamo che non sarà possibile.

In Parte Contribuito M. Celenza


CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Marzo-Aprile

VITA E DOTTRINA IN CRISTO

La Risurrezione Di Gesù

POI GESÙ “ordinò loro che si dipartissero di Gerusalemme, e aspettassero la promessa del Padre, la quale voi avete udita da me, poichè Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra qui e non molti giorni..” (Fatti 1:4-5) Così, essi andarono a Gerusalemme, come fu loro detto, ed ivi incontrarono Gesù, 40 giorni dopo la sua risurrezione, conversando con lui per l’ultima volta. In questa circostanza gli posero la domanda riguardante il tempo dello stabilimento del Regno promesso, e gli chiesero: ‘Signore, sarà in questo tempo che tu restituirai il regno d’Israele?’

TESTIMONI DI GESÙ

Nostro Signore non diede alcuna risposta alla domanda posta dagli apostoli, ma rispose semplicemente: “Non sta a voi conoscere (attualmente) i tempi e le stagioni che il Padre ha riservato alla propria autorità; ma voi riceverete la potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi e mi sarete testimoni e in Gerusalemme ed in tutta la Giudea e Samaria e fino alle estremità della terra.” (Fatti l:7-8) Poi, insieme con i suoi discepoli, giunse al monte degli. Ulivi, alzò le mani, li benedisse. Indi fu elevato ed una nuvola lo tolse dai loro sguardi.—Luca 24:48-52; Atti 1:6-15

Così, in tal maniera la fede degli apostoli e della Chiesa primitiva fu stabilita sulla realtà della risurrezione del Signore. Eliminato ogni dubbio, con la gioia nel cuore, essi tornarono in Gerusalemme, perseverando di pari consentimento nella preghiera e nello studio delle Scritture, in attesa di ricevere la promessa adozione del Padre, la luce spirituale, i doni speciali e la potenza per operare miracoli, per convincere i veri Israeliti a stabilire la Chiesa dell’Eta del Vangelo, al giorno della Pentecoste.—Atti 1:15; 2:1

Vero è che nostro Signore al suo secondo avvenimento non manifestò la sua presenza così, come fece durante i 40 giorni successivi alla sua risurrezione ma noi abbiamo la promessa “che i fratelli non sono nelle tenebre.” (I Tessalonicesi 5:4) Inoltre, noi abbiamo un ausilio che gli apostoli non ebbero durante i 40 giorni, ossia: ‘la potenza dall’alto’ che ci guida nella comprension di ogni singola verità, matura ad essere compresa, e che, secondo la promessa, ci mostra ‘le cose avvenire.’ E’ perciò che noi percepiamo ‘al proprio tempo’ la verità completa intorno alla maniera, il tempo e le differenti circostanze che accompagnano la sua apparizione; cose queste che se noi attendiamo, e le scrutiniamo con cura particolare non sono meno convincenti delle prove della risurrezione di Gesù, fornite alla Chiesa primitiva.




La Nostra “Gerusalemme”

LA NOSTRA “GERUSALEMME” si presenta a noi in tante varie maniere di offrire la nostrta vita. Ogni mattina, il nostro pensiero deve rivolgersi, dapprima, a riaffermare il voto di consacrazione della nostra vita per la estrinescazione del servizio nel Campo del Signore. Ogni sera, poi, riandando alle esperienze del giorno, dobbiamo sentirci in grado di poter dire al Signore che abbiamo assolto il compito affidatoci, in ragione di quanto EGLI ci ha concesso di operare. E dobbiamo chieder Gli: ‘abbiamo sorvolata qualche buona opportunità d’esplicare il nostro servizio, perché c’è apparsa difficile effetturala, a prò del nostro dovere?’

E, giorno, dopo giorno, mentre affrontiamo le angustie della nostra “piccola Gerusalemme,” adoperiamoci a bandire dal nostro animo la paura, considerando che essa non appartiene al Signore. Così c’impossesseremo del coraggio, che ci concederà lo Spirito del Potere, occorrente a profittare di ogni apportunità concessaci di operare rettamente e proficuamente. Adoperiamoci, anche, nel corso della giornata, ad annullare ogni più piccolo impulso egoistico, attenenoci a soppiantarlo con espedienti che riconosciamo corrispondere alla Volontà di Dio. E solo così potremo proseguire lungo la via dell’Amore in cui EGLI ci ha concesso di procedere e ci ha guidato e guiderà.

Se il mondo—o gli amici del mondo—ci mettessero in ridicolo, per la nostra stretta osservanza, nel servire il Signore, rammentiamoci che siamo tenuti a “presentare i nostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, essendo il nostro culto razionale”; poiché, in tale maniera, possiamo—e dobbiamo—sperare di ottenere la vita celeste e partecipar a regnare con Cristo, nel Suo Regno. Adoperiamoci, quindi, come Paolo, di non ‘far conto della vita, quasi ci fosse cara, pur di compiere il nostro corso ed il ministerio, che abbiamo ricevuto da Gesù, consistente nel testimoniare dell’ EVANGELO della grazia di DIO.’—Atti 20:24




La Gran Via Della Santita

MENTRE LA speranza particolare dell’età del Vangelo è incomparabilmente gloriosa, e che, consequentemente, la sua via è difficile, stretta ed angusta a cagione delle pene e dei pericoli di ogni giorno, di ogni passo, di guisa, che pochi la trovano ed ottengono il gran premio al suo termine; il nuovo ordine di cose nell’età che si approssima sarà intieramente diverso.

Nel modo stesso che una speranza diversa vi è presentata, così ancora una via nuova vi conduce. Quella dell’immortalità è stata una via che ha richiesto il sacrificio di speranze ad ambizioni e desideri altrimenti giusti e legali; essa richiese, in breve, il sacrificio della natura umana per sempre. Invece la via verso la perezione umana, verso la restituzione, non richiederà se non che la purificazione dal peccato; non il sacrificio dei diritti e privilegi umani ma del farne uso proprio. Essa condurrà alla purificazione e allo ristabilmento dell’immagine di Dio di cui godeva Adamo prima della caduta.

La via del ritorno alla vera perfezione umana sarà resa molto facile ben riconoscible, benchè “gli stolti non vi passeeranno.” (Isaia 35:8) Talmente distinta sarà detta via che nessuno sentirà il bisogno d’insegnare il suo vicino dicendogli: ‘Conosci il Signore’; periocchè tutti lo conosceranno dal maggiore al minore.’ (Ger. 31:34) Invece di una via stretta, trovata solo da pochi, sarà una ‘gran via,’ uno stradone publico, non un sentiero stretto, ripido, erto ed angusto, ma una via specialmente preparata per viaggiare agevolmente, e particolarmente disposta per le agevolezze e convenienze dei viaggiatori. I versi 8 e 9 mostrano ch’essa è una via publica, aperta, a tutti i riscattati, ad ogni uomo. Ogni uomo per quale Cristo morì, che vuole riconoscere le benedizioni acquistate dal prezioso sangue e profittarne può valersi da quella gran via della santità, santificazione verso lo scopo grandioso di perfetta restituzione alla perfezzione umana e alla vita eterna.

Non solo che gli uomini saranno considerati come giustificati e riguardati da Dio come essendo in una posizione di sanificazione e di perfezzione fin dal primo passo che faranno su quella gran via di santità, ma cammineranno strada facendo verso la reale perfezzione, come frutto dei loro sforzi e della loro ubbidenza, a cui ogni cosa sarà resa favorevole dal Redentore che allora regnerà con potenza. Ogni uno sarà aiutato individualmente secondo i suoi bisogni dal perfetto e savio ordinamento del nuovo regno. Questo sarà il risultato legittimo del riscatto. Poichè il nostro Signore, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso per prezzo di riscatto per tutti, vuol che tutti pervengano alla conoscenza della verità, e per quel mezzo alla perfezzione reale, perchè egli non stabilise, ipso facto, una buona e larga via per tutti? Perchè non rimuove le ostruzioni, le pietre d’intoppo, gli agguati ed i lacci? Perchè non aiuta egli il peccatore a tornare in piena armonia con Dio, invece di fare la via stretta, spinosa, difficile a trovare e ancora più difficile a seguire? La mancanza di dividere giustamente la parola della verità, l’ignoranaza che la presente via stretta conduca ad un premio speciale e che essa è per la prova e l’elezione di un “piccolo gregge” di coeredi di Cristo, del Corpo di Cristo, il quale, una volta completato è esaltato col suo Capo, deve benedire tutte le nazioni, ha condotto molti cristiani ad una idea molto confusa su questo soggetto. Non conoscendo il piano di Dio, molti si provano a predicare una gran via di santità facile a seguire nell’età presente, allorchè nessuna via consimile esiste, e volendo adottare le loro teorie erronee ai fatti e alla Scritture, non fanno che rendere la cosa più confusa e imbrogliata. Su quella gran via che fra breve sarà aperta, non vi saranno le cose conducente al peccato perchè saranno vietate mentre che, coloro che camminano sulla via stretta devono rinunciare a se stessi e sacrificare molte cose non peccaminose e combattere continuamente contro al peccato che li avvolge. Questa è una via di sacrifizio, mentre la futura sarà una gran via di giustificazione.

Ci è detto, in linguaggio simbolico, altamente significativo, che su quella gran via non vi sarà leone ne alcuna della fiere rapaci vi salirà o vi si troverà. Quanti leoni spaventevoli si trovano attualmente sulla via di quelli che di tutto cuore vorrebbero evitare la via del peccato e seguire la giustizia? Ecco il leone d’una opinione pubblica corrotta e traviata che ritiene molti dall’aventurarsi a seguire le prescrizioni della coscienza nelle cose della vita giornaliera, nel contegno, circa il vestire, le occupazioni, l’arredamento ecc. V’ha il leone della tentazione alcolica che è d’impedimento per migliaia e migliaia di seguire la buona via; costoro sarebbero felicissimi di potersene liberare.

I proibizionisti e fautori della temperanza hanno una impresa erculea, una opera che l’autorità e la potenza dell’età ventura soltanto potranno condurre a buona fine. Altrettanto si può dire di tutti gli sforzi nobili e generosi di riforme morali. “Nessuna fiera rapace vi si troverà .” Nessuna di quelle corporazioni gigantesche, organizzate per l’incremento di interessi egoistici e personali a detrimento del benessere generale, vi sarà tollerata. ‘Non si farà nè danno nè guasto in tutto il monte (regno) della mia santità,’ dice il Signore. (Isaia 11:9) Certo saranno pure delle difficoltà da superare, l’inclinazione al male, ecc., ma sarà una via ben facile in confronto della via stretta di questa età. Le pietre (d’intoppo) saranno tutte allontante e lo standardo della Verità sarà disteso per tutti i popoli. (Isaia 62:10) Superstizione ed ignoranza saranno cose del passato: la giustizia riceverà il suo meritato premio, mentre una giusta retribuzione sarà ministrata anche al male. ved (Mal. 3:15,18) Mediante castighi salutari, incoraggiamenti acconci e istruzioni chiare, gli uomini ritorneranno come tanti figliuoli prodighi, e saranno disciplinati ed educati alla perfezione sublime dalla quale il nostro padre Adamo decadde. ‘Quelli che dal Signore saranno stati riscattati ritorneranno dallo stato di morte, alla gran via di santità e verranno in Sion con canto; a allegrezza eterna sarà sopra il capo loro; otterrano gioia e letizia, e il dolore e i gemiti fuggiranno.’ (Isaia 35:10) Il Signor Gesù si riferì a due di queste vie perchè il momento opportuno per l’apertura della terza non era giunta ancora, così nell-annunziare la buona novella Gesù dice: ‘Oggi quella parola della Scrittura, che voi avete intesa, e compiuta,’ ma egli omise di menzionare il giorno della vendetta, perchè non era il momento propizio . (conf. Luca 4:19-2 ed Isaia 61:2) Ma ora che la via stretta volge al suo termine, la gran via della giustizia comincia a discernersi sempre più distintamente alla luce dell’auora del giorno che all’orizzonte rosseggia. Così abbiamo trovato che la gran via della santità ‘sarà aperta dal nostro Signore che diede se stesso in riscatto per tutti riscattandoli tutti dalla distruzione, rendendo per loro la via molto agevole ed accessibile mediante il proprio prezioso sangue. Abbiamo trovato che la ‘via stretta,’ aperta per merito dello stesso prezioso sangue, è una via speciale che conduce ad un premio speciale a che essa è fatta particolarmente stretta e difficile nell’intento di provare e di disciplinare coloro che sono ora scelti per divenire partecipanti della natura divina a coeredi col Signore Gesù nel regno della gloria che sarà rivelato fra breve per le benedizioni di tutti. Chiunque ha questa speranza e vede il premio, può riguardare tutte le altre speranze terrene come un niente, o come ‘scoria’ in confronto di questa.—Filipp. 3:8-15




Riflettendo

L’APOSTOLO HA denominato il popolo di Dio “Una generazione eletta.” (I Pietro 2:9) A coloro che sono chiamati a farvi parte è raccomandato di adoperarsi perchè la loro elezione sia sicura.

Questa nuova genereazione ebbe inizio con Gesù e gli Apostoli. Infatti, Gesù disse a Nicodomeo “se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio.” (Giov. 3:3) Se ‘non è nato d’acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio.” (versetto 5) L’apostolo Paolo, poi, scrisse: ‘Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura.” (2 Cor. 5:17) e, ugualmente della ‘Nuova Creazione;’ d’una generazione eletta; ‘d’un popolo, che Iddio si è acquistato per un proposito speciale.




La Via Della Sapienza

“… MA DOVE trovarla? E dov’è il luogo dell’intelligenza? L’uomo non ne sa la via, non la terrà dei viventi …Donde vien, dunque, il luogo dell’intelligenza? Essa è nascosta agli occhi d’ogni vivente. È celata agli uccelli del cielo. L’abisso dice non è in me. Il mare dice non sta in me. Non la si ottiene in cambio d’oro di Ofir, con l’onice preziosa, o con lo zaffiro. L’oro ed il vetro non reggono al suo confronto, non la sidà in cambino d’oro fino. Non si parli, di corallo, di cristallo; la Sapienza val più delle perle.—Giobbe 28:13-19

“Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente, è celata agli occhi del cielo. L’abisso e la morte dicono: ‘ne abbiamo avuto qualche sentore.’ Dio solo conosce la via che vi mena. Egli solo sa il luogo ove dimora, perché il Suo sguardo giunge sino alle estremità della terra. Perché Egli vede tutto quello che e sottto i cieli. Quando regolò il peso del vento e fissò le misure delle acque, quando dette una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni, allora la vide e la rivelò, la stabili ed anche la investigò. E disse all’uomo: ‘Ecco, temere (riverire) il Signore, questa è la Sapienza, e fuggire il male è l’intelligenza.’—Giobbe 28:21-28

Dal Libro di Giobbe apprendiamo che egli fu un uomo giusto, pien di riverenza e rispetto, verso il Signore, ed amorevole con i suoi dieci figliuoli. Fu, anche ricco ed instruito, ma inspiegabilmente, e, quasi reprentinamente, ogni ricchezza e tutto quello che possedeva, compreso i suoi figli [che perirono, assaliti dai Sabei: Abissini idolatri: Isaia 45:14. Egli fu afflitto da calimità d’ogni genere e senza tregua. E, persino, la lebbra invase le sue povere membra! Purtuttavia, non perdette la sua fede nel Signore, ma Lo invocò per chider Gli ove e come avrebbe potuto trovare la Sapienza, onde potersi spiegare la ragione per la quale era stato ridotto in tanta miserevole e triste condizione, senza aver infranto le Leggi divine, né aver commesso cattive azioni.

Anche altri uomini, fedeli al Signore ed alle Sue Leggi, ebbero l’impellente desiderio di spiegarsi la ragione per cui dovettero sottostare a traversìe e persecuzioni, mentre procedevano nelle vie, tracciate loro dal Signore. Al par di costoro, anche Mosè invocò l’Eterno (Esodo 33:13-18), in questi termini: ‘Deh, fammi conoscere le tue vie, onde io Ti conosca e possa trovar grazia agli occhi tuoi; considera, anche, che questa nazione è popolo tuo.’ E l’Eterno rispose: ‘La mia presenza andrà teco ed io ti darò riposo.’ E Mosè gli disse: ‘se la Tua presenza, non viene meco, non ci far partir di quì. Poiché, come si farà, ora, a conoscere che io ed il Tuo popolo abbiamo trovato grazia agli occhi Tuoi? Questo distinguerà me ed il Tuo popolo, da tutti i popoli che sono su la faccia della terra.’ Ed il profeta Davide (Salmo 25:4-5), innalzò anche lui questa preghiera: ‘Fammi conoscere le Tue vie insegnami i tuoi sentieri, guidami nella tua verità ed ammaestrami, poiché tu sei l’Iddio della mia salvezza.’

E, come l’antico Giobbe, anche in questi tempi alcuni dei fedeli Cristiani chiedono spiegazioni, nelle prove—spesso assai dure—in cui vengono a dibattersi. Perché tante grandi masse umane sono sottoposte ad una distretta che le distrugge e quei che sono risparmiati restano perplessi non sapendosi spiegar le ragioni! Perché l’inespicabile acceleramento di problemi, che potrebbero risolversi a favore dell’umanità—con equità e giustizia—sfociano in antroci guerriglie, apportatrici di stragi, morte, e distruzioni che, in luogo di far allibire coloro che le generano sono incoraggiati a proseguire [come spesso avviene nelle interminabili e lunghe guerre e guerriglie che affliggono Stati e staterelli? Dov’è dunque la Sapienza e dove l’intelligenza, o raziocinio?

ADOTTARE LA SAPIENZA

La sapienza consiste nella capacità del discernere, comprendere, apprendere, distinguere e comportarsi, secondo le più strette norme di equità giustizia ed amore. Inoltre, rappresenta la conoscenza, o distinzione, del bene da adottare e del male da rifuggere. Benché generalmente molte persone presumono d’incamminarsi nella via che conduce alla Sapienza, ben poche la conoscono; molte credono di seguirla ed il numero di coloro che vi s’incamminano risulta ben esigno: poiché questo mondo malvagio è pervaso ed invaso dell’egoismo, il quale distoglie, prepotentemente la maggior parte degli uomini dalla via retta della Sapienza. Di conseguenza, per noi Cristiani, è di somma importanza i precetti divini per poterci incamminare nella via che conduce al discernimento della sapienza, cui si pervienve, con l’aiuto di Dio, e con la conoscenza della Sua Parola.

Gran parte dell’umanità è talmente soggiocata dal più gretto egoismo [base fontamentale delle svariate azioni malvegie] da non riuscire ad immaginare quanta gioia potrebbe ottenere dall’acquisizione della Sapienza, concessa da Dio, allorché riconosce d’essersene resi degni. Ciò stante, solo gli umili, i poveri di spirito, apprezzeno “la via stretta che mena alla vita eterna” ed alla partecipazione del Regno di Cristo, poiché acquisiscono ‘la Sapienza che viene dall’Alto, in quanto la cercano e sanno—tramite lo Spirito Santo—che essa è loro concessa per i meriti del glorificato Gesù: l’impareggiabile Maestro e nostro Consigliere.

Nel descrivere lo sviluppo delle Nuove Creature, divenute, poi, Figliuoli di Dio, l’apostolo Paolo (Col. 1:9-19), scrive: “Dal giorno che abbiamo udito parlare della vostra fede in Cristo …non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ripieni della profonda conoscenza della Volontà di Dio, in ogni sapienza ed intelligenza Spirituale, affinche camminiate in modo degno del Signore.”

Come già abbiamo indicato, color che sono umili e poveri di Spirito, riceveranno insegnamenti dal Signore e—mediante la Parola Sua—otterranno una perfetta istruzione, come c’è detto da Mosè (Deuteronomio 4:5), in questi termini: “Ecco, io vi ho insegnato Leggi e prescrizioni, come l’Eterno, l’Iddio mio, mi ha ordinato, affinché le mettiate in pratica, nel Paese, nel quale state per entrare e prenderne possesso.”

LA SAPIENZA TERRENA CONTRAPPOSTA A QUELLA CELESTE

Giacomo, scrivendo alle 12 tribù nella dispersione (3:17), spiega loro: “la Sapienza che viene dall’Alto, prima è pura, poi, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, né ipocrisia.”

Alla precitata Sapienza celeste, l’apostolo Paolo contrappone: “…la sapienza di questo mondo—che—è pazzia presso Dio”. (I Cor. 3:19) Infatti, Giacomo, nel paragrafo precedente, ci ha indicate le supreme qualità della Sapienza celeste e, nei versetti 14-16 dello stesso capitolo, ci dice: ‘…se avete nel cuor vostro dell’invidia amara ed uno spirito di contezione, non vi gloriate e non mentite contro la Verità, questa non è la Sapienza che scende dall’Alto, anzi, essa è terrena, carnale, diabolica.’ Difatti, è pervasa dall’egoismo, dall’orgoglio e dalla falsità, mentre—ripetiamo—la Celeste si fonda nella riverenza al Signore e nell’adempienza della Sua Volontà.

Non v’è traccia alcuna, nella sapienza mondana che sappia—o possa—contribuire a svelarci “le cose profonde di Dio…” I Cor. 2:1-5—e l’apostolo Paolo, scrisse in proposito: ‘…io, fratelli, non venni ad annunziarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola, o di sapienza; perché mi proposi non sapere, altro, fra voi fuorché Gesù Cristo e Lui crocifisso. Ed io sono stato presso di voi, con debolezza, e con timore e tremore; e la mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e Potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non su la sapienza degli uomini, ma su la Potenza di Dio. Nondimeno, fra quelli che sono maturi, noi esponiamo una sapienza, che non è di questo secolo, né del principio d’esso, in cui stiamo per essere annientati, ma esponiamo la Sapienza di Dio, misteriosa ed occulta, che EGLI possedeva [prima che vi fossero i secoli] ed aveva predestinata a nostra gloria, e che niuno dei principi di questo mondo ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come è scritto: ‘Le cose che occhio non ha vedute e che orecchio non ha udite, e che non son salite in cuor d’uomo, sono quelle che Iddio ha preparate, per color che lo amano.’—I Cor. 2:1-9

CRISTO E LA NOSTRA SAPIENZA…

E, per possederla, voi [i veri seguaci delle orme di Gesù] dovete pervenire alla vera conoscenza del mistero di Dio: cioè quello di Cristo, nel quale tutti i tesori della Sapienza e della conoscenza, sono nascosti.—Colossesi 2:2-3

In qual maniera, Gesù divenne, per noi, il mirabile strumento di conoscenza ed il datore d’intendimento? Egli, a 30 anni [età, in cui, per norme della Legge Giudaica, erano concessi ai cittadini i diritti ed i doveri, che gli competevano] e, “cominciò ad insegnare…(Luca 3:23) ed a consacrare sé stesso a compiere la volontà del Padre Suo, iniziando una vita permeata d’ogni sacrificio nella estrinsecazione del suo ministerio, terminato sul Calvario. Egli fu sempre ossequiente alla Volontà del Padre suo, sottoponendosi ad ogni sofferena e visse, nel “podere detto Getsemani” ore d’angoscia, in attesa della morte alla quale si sottoponeva per riscattare l’umanità, quale era—ed è—il mandato conferitogli da Dio, per il quale Egli venne su la terra. E Dio, al proprio tempo, lo risuscitò dalla morte ‘e lo fece sedere, alla propria destra, nei luoghi celesti, al di sopra di ogni Principato ed autorità e potestrà e signoria, e d’ogni altro nome, che si nomina, non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire.—Efesini 1:20-21

Nulla e niuna sapienza mondana può avere un’ idea delle cose profonde di Dio, ma l’apostolo Paolo le esprime (I Cor 2:6-9) magistralmente, scrivento: “Fra quelli che sono maturi nella loro consacrazione] noi esponiamo una sapienza, però non di questo secolo, nè dei principii di questo secolo, che stanno per essere annientati, ma esponiamo la sapienza di Dio, misteriosa ed occulta, che Iddio aveva, innanzi i secoli, predestinata a nostra gloria, e che nessuno dei principi di questo mondo ha conosciuta; perché se l’avessero conosciuta, non avrebbro crocifisso il Signore della gloria. Ma, com’è scritto: le cose che occhio non ha vedute e che orecchio non ha udite, e che non son salite in cuor d’uomo, sono quelle che Iddio ha preparate, per coloro che lo amano.”

L’INFINITA MOLTEPLICITÀ ESTRINSECATIVA DELLA SAPIENZA DI DIO

L’apostolo Paolo, nel scrivere agli Efesini 3:9-10, in riferimento al Piano di Dio, spiega loro “quale esso sia, riguardo al mistero che è stato, sin dalle più remote età, in LUI: il Creatore di tutte le cose, affinchè, nel tempo presente, ai principati ed alle potestà, nei luoghi celesti, sia dato a conoscere, per mezzo della Chiesa la infinitamente varia sapienza di Dio, conforme al proponimento eterno, che Egli ha mandato ad effetto.”

L’espressione “infinitamente varia sapienza di Dio:” sta ad indicare, in conciso, le varie e molteplici estrinsecazioni della Sapienza divina, nel suo mirabile ordine, equilibrio, magnificenza e varietà [eseguite in coordinate varietà di dispensazioni passate, presenti, e future]. Infatti, le Scritture ci rivelano—a miliardi—i varii aspetti del PIANO di DIO. Fra essi accertano: la scelta del Redentore [provato e trovato degno collaboratore del Padre celeste] e la grandiosa Opera di Riconciliazione [definita “AD UNA MENTE” e, cioè: il RISCATTO per TUTTI].

La stessa Sapienza fu—ed è—manifestata, nell’Alta Chiamata celeste nel corso dell’èra Evangelica [ancora in fase di compimento], per completare la Chiesa, la Sposa di Cristo, formata dai membri del Suo Corpo e coeredi della incorruttibile eredità: provati e riscontrati degni di tal alto premio. E, infine, durante l’era Millenaria, si perverrà “al tempo della restaurazione di tutte le cose, di cui Iddio parlò per bocca dei Suoi Santi Profeti, che sono stati sin dal principio.”—Atti 3:21-22

A coloro che si adoperano, con tutto il cuore, a rendersi degni di regnare con Cristo, nel Suo Regno, Giovanni, in (Apoc 20:6), rivolge queste dolci parole: “Beati e Santi son coloro che partecipano alla Prima Risurrezione. Su loro non ha podestà la morte seconda, ma saranno Sacerdoti di Dio e di Cristo e regnernno con LUI quei mille anni.”




La Vera Luce

(Giovanni 1:1-14)
“In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.”
—Giovanni 1:4

RIPORTANDOCI AL lontanissimo passato, al tempo della creazione della terrra, quale è descritto nel libro della Genesi, siamo edotti che anche nel tempo addietro il Logos, ossia la Parola, esistette con Dio. “La Parola” è un vocabolo molto appropriato per nostro Signore Gesù allo stato preumano. Ė la traduzione del termine greco Logos, che, nel preciso senso letterale, significherebbe ‘Espressione.’

Riferendosi al grande ed onorevole campagno del Padre celeste, nei tempi “prima che il mondo fosse,” è dichiarato ‘il principio della creazione di Dio,’ il quale, nel pieno senso della parola, fu la piena e completa espressione del divino volere, dei propositi, della mente e del carattere.

L’Apostolo scrisse dell’Unigenito che Egli, pur “essendo in froma di Dio”—a somiglianza cioè, d’Iddio Jehovah (Filippsi 2:6), non pretendè affermare quanto le comuni versioni presentano di lui e, cioè che il Logos non reputò rapina il dichiarari uguale al Padre, ma, al contrario, egli dimostra come e quanto il Logos fu subordinato a Jehovah, poichè, appunto, la subordinazione, l’obbedienza e l’umiltà lo indussero a farsi carne e divenire “l’Uomo, Cristo Gesù.” Oltre a ciò—ed in armonia all’obbedienza ed umiltà verso il Padre, egli le osservò fino alla morte e, per dippiù, la morte sulla croce. Per tali meriti il Padre—Jehova Iddio—per la risurrezione lo ha sovranamente innalzato alla natura divina, al disopra degli angeli, principati e podestrà, e al disopra di agni altro nome che si nomina: ad una posizione più alta di qualsiasi altra; più alta della sua condizione preumana e, cioè, prossimo al Padre stesso ed associato con Lui nel Suo trono, e nella sua gloria, potenza e natura.

Per quanto le Scritture non delineano, in niun passaggio, l’Unigenito e gradito figliuolo di Dio alla pari di Dio—Jehovah—nè durante il tempo in cui fu il Logos, prima di farsi carne, e nemmeno in quello che fu “Cristo Gesù—ci assicurano però, che ora, è, nella sua supremamente innalzata posizione, ancora il Logos e partecipe della natura divina e della gloria e di tutte le podestà in cielo e in terra. Siamo anche istruiti onde “tutti onorino il Figliuolo come onorano il Padre.—Giov. 5:23

Comunque, la nostra lezione presenta il nostro Redentore nella sua preumana condizione—spirituale—superiore a quella degli angeli, e ci assicura che tutte le cose furono fatte da Lui e, senza di lui “neppure una delle cose fatte è stata fatta.”

Da ciò possiamo rilevare che, in tutta l’opera creativa di Jehovah, il Logos ebbe la preferenza—“onde in ogni cosa abbia il primato.”—Colessi 1:18

“Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola (Logos) era un Dio. Essa era nel principio con Dio.”

Niuno degli scolari greci contesterebbe questa traduzione, perché essa pone in rilievo tutte le ragioni, per le quali non possono esservi contraddizione, circa la primiera condizione, che esistette fra il Padre ed il Figliuolo.

Infatti, l’espressione “Padre” e ‘Figliuolo’ stanno ad indicare che il Figliuolo è ‘proceduto e venne da Dio.’—Giov. 8:47 Differentemente i termini Padre e figluolo perderebbero il loro significato. Un figliuolo non può essere padre di se stesso, né può pretendersi che un figliuolo manchi di un origine, poiché nel termine ‘figlio’ s’identifica una vita, un’esistenza, un essere che ha un principio e—logicamente—derivante da un padre.

Quando le Scritture danno la loro ispirata interpetrazione, la fondano su la massima consistenza ed armoniosa ragionevolezza. Ma, quando delle false idee e dottrine deformano i concetti, la luce della verità si transforma in tenebre e tutte le altre vedute, che le sono connesse divengono confusioni—non il mistero di Dio, ma quello dell’iniquità, delle tenebre e degli errori.

“In lei era la vita.” Così è messo in rilievo il distacco esistente fra nostro Signore Gesù Cristo e l’umana famiglia. Nessuno altro uomo, oltre l’uomo Cristo Gesù, ebbe vita. Tutta la razza adamica, l’intera famiglia umana, eccetto Gesù, ha vissuto sotto la condannna di morte, dal giorno in cui il padre Adamo disubbidi e perdette il privilegio della vita, che originalmente gli era stata concessa. Egli fu in grado di dare solo una condizione morente alla sua posterità. Fu la vita in Cristo—l’essere separato dai peccatori, santo ed immacolato, costituito Salvatore dal Padre e da Lui inviato, che rappresentò un faro di luce e speranza per la nostra razza. Se, prima o dopo di Gesù, farsi uomo, avesse costituito un demerito ai suoi diritti alla vita, il nostro faro di luce si sarebbe spento; ma, possedendo i diritti alla vita, a noi—prezzo corrispondente alla vita di Adamo, che demeritò il privilegio ottenuto dal Padre, a causa del suo peccato—e a tutti coloro che hanno condivisa la pena della morte adamica.

Gesù, avendoci comprati col suo prezioso sangue divenne, non solo la luce e la speranza di tutta l’umanità, ma anche il donatore di vita. Sia, perciò, lodato Iddio; per la provvidenza di luce e vita concessa al mondo morente. E, benché è vero che la luce splendette, nelle tenebre dell’umanità depravata e corrotta, senza essere generalmente compresa ed apprezzata; purtuttavia è altrettanto vero che fu ed è ”la vera (l’antitipica e non falsa) luce che illumina tutti gli uomini del mondo.” Perciò, non importa se questa vera luce non fu né compresa né apprezzata dai Giudei, in quei giorni in cui erano considerati la ‘casa sua’; non è compresa nemmeno oggi dall’umanità, in generale.

L’importante è che egli è la vera luce e che, al tempo designato, a norma del Piano di Dio,-di cui egli (Gesù) ne è il centro, l’espressione, il Logos—illuminerà ogni uomo che è nato nel mondo. Né permetterà che alcuno languisca nelle tenebre, o fallisca di ottenere la vita eterna, per mancanza di conoscenza: poiché, a tempo debito, gli occhi dei ciechi saranno aperti, gli orecchi dei sordi sturati, ed i ciechi vedranno fuori dell’oscurità la grande luce che Iddio irradierà, per essere il Principe e Salvatore di tutti coloro che vanno al Padre per mezzo di Lui.—Isaia 35:5; Giov. 8:12 e 14:6

(Continua Nel Prossimo Numero)



Associazione Studenti Biblici Aurora