AURORA
Maggio-Giugno 2009

Contenuto Di Questo Numero

  1. L’Eterno Iddiò Vivente
  2. “Con Mano Forte”
  3. Adorazione In Ispirito E Verita’

CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Marzo-Aprile 2009

L’Eterno Iddiò Vivente

QUESTO FUTURO TEMPO di benedizioni sarà realizzato mediante l’Opera di espletazione dei Disegni tracciati nel Piano di Dio, e per mezzo dell’ineffabile dono del Suo F’gliuolo, nostro Redentore e Salvatore. (Giovanni 3:16) Gesù, nel suo sublime Amore, diede la Sua vita in sacrificio per tutti, prendendo il posto dei peccatori onde riscattarli, redimerli e restaurarli a nuova e perfetta vita. Egli cooperò nell’Opera del Padre celeste, prò della razza umana, perché fosse liberata dal peccato e dalla morte. Paolo scrisse che Gesù diede sé stesso quale “prezzo di riscatto (o prezzo corrispondente) per tutti, fatto che doveva essere attestato a suo tempo, per il quale attestamento, Egli fu costituito banditore ed Apostolo.—I Timoteo 2:3-7

L’Opera redentiva di Cristo, mediante la Sua morte, provvedette la veniente risurrezione dei morti. Tolta tale risurrezione, non troveremo risposta alcuna sul ‘perché’ Iddio ha permesso il male. Se lungo il corso di questa vita di miserie e dolori, non avessimo il conforto nella speranza della risurrezione, la nostra fede sarebbe vana e sarebbero vane anche tutte le sofferenze dell’umanità, durante la presente vita. Ed in che maniera ci sarebbe dimostrato l’amore e la cura divina verso le Sue creature umane?

Ma la risurrezione dei morti vi sarà. Essa ci è stata preannunziata dalle profezie del Vecchio Testamento e costituisce la base fondamentale del Piano di Dio, chiaramente confermata nel Nuovo Testamento, da Gesù e dagli Apostoli. Difatti, ai I Corinzi 15:20-21, Paolo scrisse: “Ma ora Cristo e risusciato ed è stato fatto primizia di quelli che dormono. Infatti, poiché per mezzo d’un uomo e venuta la morte, cosi, anche, per mezzo d’un uomo è venuta la risurrezione dei morti.” Il riferimento a Gesù, quale ‘primizia della risurrezione’ sta ad indicare ed assicurare che vi saranno ancora altre risurrezioni. E ciò e largamente e chiaramente insegnato dalla Bibbia.—I Corinzi 15:23

Alla “Prima Risurrezione” saranno risuscitati coloro che, durante la presente èra han sofferto e sono morti per Gesù. Costoro saranno restaurati alla vita eterna ed innalzati alla natura divina, per vivere e regnare con Cristo, nel Regno millenario, ed erogare le benedizioni promesse da Dio, a tutta l’umanità. (Apocalisse 20:4-6) Coloro che risusciteranno più tardi (alla risurrezione generale) saranno restaurati alla vita, perfetta, quali esseri umani, su la terra. Come già abbiamo esposto, tale fu, ed è, il Disegno del Creatore, sin dalla Creazione dell’uomo. E tale Disegno avrà il suo compimento, poiché niun’Opera dell’Onnipotente. Iddio è restata, né resterà incompiuta.

La speranza della risurrezione ha suscitato, nella mente di molti, una grande confusione a causa della falsa concezione tradizionale, attestante l’inesistenza della morte. Se non fosse vero che ogni essere umano muore, come potrebbe esservi una risurrezione dai morti? La falsa asserzione dell’inesistenza della morte trasse origine dalla menzogna di Satana a madre Eva, “No, non morrete affatto.” (Gen. 3:3) Però, se accettiamo la morte quale realtà per com’è, suscita nel cuore una rallegrante speranza per la risurrezione dei morti, e ciò perché significa che a tutti sarà data l’opportunità di riprendere dal punto lasciato e progredire al beneficio proprio per le esperienze passate.

Consideriamo, per un momento i giovani afflitti da deficienze mentali, o strutturali. E supponiamo che, nel corso di qualche tempo (dei mesi o degli anni) la scienza medica trovasse un mezzo di restaurarli allo stato normale. Immaginate come dimenticherebbero presto il loro triste passato e come gioirebbero loro ed i familiari per aver ottenuto una restaurazione vivificatrice? A mezzo del Sommo Potere divino, tale sarà press’a poco, l’esperienza di tutti coloro che han sofferto e, poi, son morti. In definitiva, la morte è soltanto un interludio di sonno, fra la presente oscura notte di pianto, ed il mattino del nuovo giorno di gioia, su la terra, ove gli ubbidienti avranno vita e felicità, senza fine. Allora, tutti conosceranno che Iddio permise il male per dar loro un’opportunità, fondata su l’esperienza e su la scelta, fra l’osservanza alle Leggi divine e la morte.

A MEZZO DEL REGNO

Iddio, benché dimenticato dall’umanità, sin dalla caduta nel peccato e nella morte, ebbe cura di effettuare la liberazione dell’uomo dal peccato e dalla morte, inviando il Suo diletto Figliuolo, per la loro redenzione. Ora, son trascorsi oltre diciannove secoli, nel cui corso sono stati scelti, dal mondo, color che dovran esser consociati a Gesù nell’Opera erogatrice di benedizioni a tutte le famiglie della terra. Tale Opera sarà compiuta a mezzo dell’invisi-bile governo spirituale del Regno Messianico, nel quale, Gesù ed i suoi fedeli seguaci dell’attuale èra, saranno i supremi giudici.

Prima della presente èra, fu effettuata la scelta a preparazione d’un altro gruppo di esseri umani, i quali saranno i visibili rappresentanti di Cristo, su tutta la terra. Costoro sono gli antichi Dignitarii, fedeli servitori di Dio, a cominciare del giusto Abele. D’essi è fatto riferimento nella Bibbia, indicandoli quali “Principi costituiti su tutta la terra.” (Salmo 45:16) Nell’undicesimo capitolo dell’Epistola agli Ebrei, sono elencati quali esempi di fede eccelsa, per cui offrirono sé stessi, e quanto possedevano, in sacrificio a Dio e nell’assoluta ubbidienza alla Sua Volontà.

I fedeli seguaci di Gesù, durante l’èra Evangelica sono vissuti e morti per la fede, per cui anch’essi hanno avuto la certezza del favore e delle benedizioni divine nella loro vita. Essi hanno sofferto, sono invecchiati e sono morti, al pari del resto dell’umanità, però hanno conosciuto che Iddio ha un Piano per restaurarli alla vita ed innalzarli alla gloria, all’onore ed all’immortalità, onde vivere e regnare con Cristo, per mille anni e benedire, con Lui, tutte le famiglie della terra. In quella speranza essi fondarono fiduciosi che “la momentanea, leggera afflizione avrebbe prodotto un sempre più grande, smisurato peso di gloria.”—II Cor. 4:17

TESTIMONI DI GESÙ

I fedeli eguaci di Gesù han gioito per il privilegio ottenuto, nel rendere, al mondo intero, (secondo le opportunità concesse loro) testimonianza al Suo Nome, e propagare, con appassionato zelo, il Supremo Disegno del Creatore tendente a spandere su tutta l’umanità le Sue benedizioni di pace, benes-sere a giustizia. Questi fedeli servitori dell’Eterno Iddio non sono stati popolari, né ben visti da coloro che hanno adorato l’iddio degli oscuri èvi. Non sempre è stato facile far presente che “il salario del peccato è la morte,” nell’ambito di quelle schiere che propugnavano l’inesistenza della morte, considerandola quale un passaggio ad un’altra condizione di vita. Ma il Signore infuse ed infondè forza e coraggio, nei cuori dei componenti il popolo Suo!

Noi gioiamo nel conoscere ed usufruire quell’in-finito. Amore che da eternità. Egli, il vero Onnipotente Dio Vivente, ha profuso e profonde, con sapienza e giustizia. Quanta letizia ci procura il costatare che l’Amore Suo ha provveduta la via di scampo alla morte, e per il Suo sommo Potere otterremo la restaurazione di morti a vita!

Nella nostra testimonianza, possiamo anche affermare le diverse opere, esplicate, nelle nostre vite dal Potere del Suo Spirito Santo. Noi, gioiendo, nella speranza della nuova vita generata in noi, aspiriamo al giorno in cui, mediante la risurrezione si otterrà una nuova vita. Ed il colmo della gioia c’è concesso nella visione del veniente Regno, nel cui corso lo Spirito Santo di Dio sarà infuso e diffuso su ogni carne, e costituirà il fattore essenziale, atto ad illuminare il mondo nei riguardi dell’Amore, dell’Onnipotenza e della Giustizia del nostro Dio, amorevole, verace e vivente, per l’eternità. Qual privilegio sarà il nostro, nell’assicurare il mondo che, al tempo stabilito da Dio, “non si farà né male né guasto su tutto il Suo Monte Santo, poiché la terra sarà ripiena, della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare dalle acque che lo coprono.”—Isaia 11:9

No, il nostro Dio non è morto! E stato soltanto misconosciuto, o ignorato dall’umanità, in generale, mentre. Egli operava, come opera, alla elaborazione delle parti del Suo Piano per le quali largire, al proprio tempo le benedizioni all’intera umanità. “Grandi e meravigliose sono le Opere Tue, o Signore Iddio, onnipotente!” esclamava l’apostolo nel Cantico all’Angello. (Apoc. 15:3) Noi anche, siamo stati e siamo in grado di ammirare le meravigliose. Opere divine passate, e presenti ed intravedere le future, che, a miriadi, verranno compiute, a beneficio della Sua Creazione. Nella loro miscredenza, i critici han provato di spiegare, razionalmente, i miracoli descritti nella Bibbia. Hanno messo in dubbio gli eventi concernenti il diluvio e l’opera esplicata da Noè, prima, dopo e nel corso di tal frangente; ed anche le miracolose traversate: nel Mar Rosso (Esodo 14:28-31), nonché nelle acque del fiume Giordano che si apriron per dar passaggio ai trasportatori dell’ARCA. (Esodo 3:16-17) Inoltre, han schernito il racconto, concernente Daniele nella fossa dei leoni, e quello riguardante i tre Ebrei, gettati nella fornace, per ordine del re Nebucadnetsar.—Daniele 6:7 e 3:20 a 26

Oggi, molti, che professano d’essere Cristiani, negano, persino, che Gesù fu concepito per opera e virtù dello Spirito Santo, e negano i Suoi miracoli e la Sua risurrezione dai morti. Ma come e quanto sarà differente, il loro atteggiamento, allorquando meravigliose Opera nel prossimo domani inizieranno ad essere compiute!

Noè sarà risvegliato dal profondo sonno della morte e confermerà quanto avvenne, prima e dopo il diluvio, e ciò che fu in connessione alla sua opera ed esperienza; Mosè riaffermerà, nei dettali, il modo in cui il Potere di Dio lo rese, persino, atto a guidare gl’Israeliti, nel passare fra l’avarco apertosi fra le acque del Mar Rosso; Giosuè racconterà come avvenne la traversata del fiume Giordano. E chi potrà più dubitare della storia di Daniele, nella fossa dei leoni e quella dei tre Ebrei, gettati nella fornace ardente, quando ascolteranno gli Antichi Dignitarii, servitori di Dio, confermare queste mirifiche realtà?

In aggiunta, a tutte queste meravigliose rievocazioni, tutti saranno presenti alla risurrezione dei morti (s’intende non tutta in una volta) che, secondo le disposizioni divine, avverrà per gradi, lungo il corso del Regno Millenario. Il profeta Isaia descrive quale un “Monte” questo Regno di Cristo, nel cui governo la morte verrà subissàta, in eterno. E l’Eterno Iddio aschiugherà le lacrime d’ogni viso, togliendo l’onta del Suo popolo da tutta la terra … ‘Ed in quel giorno si dirà: ‘Ecco il nostro Dio, nel quale speravamo per essere salvi, il Signore, in cui abbiamo sperato: esultiamo e rallegriamoci, per il Suo aiuto (la salvezza che ci ha data).’—Isaia 25:6-9

Allora si che i popoli riconosceranno e gioiranno, come mai gioirono per il passato, per l’Opera compiuta dal Verace ed Amorevole Dio della Bibbia. E costateranno che tutti i loro proprii propositi e piani ebbero fallimento. Certo non potrà esservi alcuno che s’asterrà ad attenersi, con letizia, d’osservare l’ordinamento del Regno di Cristo, onde avere la sicurtà, la giustizia, la pace, la salute e la vita. Ma, qualora dovessero esservi degli individui che, ad onta della conoscenza e dell’esperienza “del bene e del male, “persisterebbero nel male nella disubbidinza, essi (come assicura la Parola di Dio) saranno distrutti, onde non sia lor permesso di stornare dalle giuste vie coloro che gioiscono delle benedizioni del Signore.”—Atti 3:23

DIO NON E MORTO!

No, l’Iddio di tutta la Creazione non è morto. Egli vive e dirige lo svolgimento dei Suoi Disegni e dà gli ultimi ritocchi, per la concretazione prossima. Sino al presente, l’umanità, in generale, ha ignorato che la salvezza discenderà dall’Onnipotente Iddio, ed i cuori delle genti sono invasi dalla paura ed in trepida apettazione dei turbinosi eventi che stanno per invadere il mondo. Ad esempio: ricordate l’esortazione di Dio rivolta ai nostri progenitori, nel dir loro “crescete, moltiplicatevi e riempite la terra?” Ebbene, l’adempimento di questo ‘comandamento, al presente, è divenuto, per molti popoli, un pauroso assillo. Varii governi, di fronte al continuo ed irruente accrescimento della popolazione, non sanno quale drastico rimedio potranno escogitare per evitare che la terra, fra breve, venga a mancare di spazio e materie per le dimore delle genti, nonché di viveri e quanto occorre per una sana sussistenza!

Il mondo non perviene a discernere comprendere che: Come l’Onnipotente ed amorevole e Creatore dell’Universo ordinò all’uomo di riempire la terra, senza dar restrizione di sorta, può anche neutralizzare, o limitare la procreazione, oppure disporre un rimedio cui la nostra mente non è in grado di pensare, né supporre.

In definitiva, dato che siamo pervenuti al tempo in cui la terra, fra breve, sarà superpopolata, dobbiamo essere sicuri che Iddio interverrà. E tale intervento (basando le nostre speranze, nell’onniscienza. Onnipotenza ed infinito. Amore di Dio per la Sue creature) noi crediamo che è molto vicino!

Questo intervento divino, negli eventi umani, avverrà mediante gli Agenti addetti al governo del Regno di Cristo, i quali, controllando tutte le attività degli uomini, assicurerà la pace, la sanità fisica e mentale, per vivere quali esseri perfetti, in eterno. In altri termini, ciò vuol dire che tutte le gloriose promesse di Dio, fra cui è preminente il risveglio dai morti, fra breve avranno la loro effettuazione: poiché non possono riferirsi più ad un tempo remoto, lontano, o futuro.

Mentre il mondo, oggi, è pervaso dalle tenebre, dal caos e dalla paura, la Parola di Dio a mezzo delle Profezie, intravediamo il levarsi del Sole della Giustizia, preannunziante l’Aurora dell’atteso giorno, vicino, molto vicino!

Sarà il benedetto giorno del Giudizio che durerà mille anni, di cui il Salmista, in un inno di lode e gloria a Dio, Re universale, scrive “Dite fra le Nazioni L’Eterno regna; il mondo, quindi, è stabile e non sarà smosso; l’Eterno giudicherà i popoli con rettitudine. Si rallegrino i cieli e gioisca la terra; risuoni il mare e quello che esso contiene; festeggi la campagna e tutto quello che è in essa; tutti gli alberi della foresta dian voci di gioia, nel cospetto dell’Eterno; poiché Egli viene, viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia ed i popoli secondo la sua Verità.—Salmo 96:10-13

Consideriamo la gioia generale delle genti, al risveglio di coloro che giacciono nel sonno della morte! Di ciò, il Profeta Isaia scrisse: “I riscattati dall’Eterno torneranno, verranno a Sion con canti di gioia, un allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, ed il dolore ed il gemito fuggiranno.

Ed il Rivelatore dice “Grandi e meravigliose sono le Tue Opere, O Signore Iddio, Onnipotente, giuste e veraci sono le Tue vie, o Re delle Nazioni. Chi non ti temerà, o Signore, e chi non glorificherà il Tuo Nome? Poiché Tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno ed adoreranno nel Tuo cospetto, poiché i tuoi giudicii sono stati manifestati.—Apocalisse 15:3-4




“Con Mano Forte”

“Come è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, con mano forte, braccio disteso, con scattenamento di furore, io regnerò su voi! E vi trarrò fuori di tra i popoli, e vi raccoglierò di fra i paesi dove sarete stati dispersi, con mano forte, braccio disteso, e con scatenamento di furore … con i vos-tri padri, nel deserto del paese d’Egitto, così verrò in giudizio con i vostri padri, nel deserto del paese d’Egitto, così verrò in giudizio con voi, dice il Signore, l’Eterno; e vi farò passare sotto la verga, e vi porrò nei vincoli del Patto.”
—Ezechiele 20:33-37

QUANDO CI AVVIENE di meditare circa il metodo in cui il Signore governa il Suo popolo, nel nostro cuore e nella nostra mente, appaiono visioni di pace e tranquillità ristoratrici. Intanto, nella precitata profezia, leggiamo: “… con scatenamento di furore, io regnerò su voi!” Ma tranquillezzatevi, la profezia si riferisce al tempo in cui i discendenti naturali di Abrahamo furono raccolti fra le Nazioni, nelle quali erano stati dispersi, per essere condotti ‘nel deserto dei popoli’ (e, cioè fra i pagani, come in un deserto, per vivervi isolati, senza essere da essi assorbiti).

La profezia assimila questa fuoruscita dalle Nazioni al’Esodo dall Egitto di tanti anni avanti. Ed anche allora, fu l’Eterno che operò a mezzo di Mosè che, sin d’allora, fu considerato quale liberatore degl’Israeliti, dalla schiavitù in Egitto. Cosi ancora una volta, alla fine di questa era, Gesù sarà “il più grande Mosè” che l’Eterno adopererà, per porre in liberta il Suo Popolo, dall’asservimento ad altre Nazioni. Se questa profezia è in corso d’adempimento—com’è attendible—reperiamo la prova irrefutabile che l’autorità regale del Signore ha iniziato ad operare, a favore dell’umanità e, particolarmente, per erogare le provvidenze promesse l’antico popolo Suo. Da ciò, ovviamente, deduciamo quanto già ci attendevamo: cioè che Gesù, ritornava!

Ciò stante, “l’atteso tempo” della restaurazione (ed instaurazione) d’Israele, nella terra loro promessa, è in corso: poiché i proponimenti divini, al riguardo, sono pervenuti alla fase dell’effettuazione. Una misurazione del tempo profetizzato, in cui sarebbe andato effettuandosi questo aspetto del Piano divino, la repereiamo nel riferimento di cui al Suo discorso profetico (Luca 21:24), ove leggiamo: “ … cadranno—gli Ebrei—sotto il taglio della spada, e saranno menati in cattività, fra tutte le genti; e Gerusalemme sarà calpestata, dai Gentili sin quando i tempi dei Gentili saranno compiuti.

Gerusalemme, quì, è citata da Gesù, nello stesso senson in cui noi, attualmente parliamo di Mosca, Londra, o qualsiasi altra capitale, rappresentanti le rispettive Nazioni. Gl’Israeliti furono i principali abitanti di Gerusalemme—e, anzi, di tutta la Palestina. Perciò, la profezia, nell’indicar che “Gerusalemme sarebbe stata calpestata,” si riferiva allo stato d’assoggettamento del popolo. Ebreo ai Gentili, in quanto, a quel tempo, essi ebbero accordato d’abitare in Palestina, però senza potere fruire dei diritti di cittadinanza, e, quindi, soggetti a soprusi ed angarie d’ogni specie, nella terra in cui dimoravano.

L’intero insegnamento del Maestro, essendo fondato sul Vecchio Testamento, c’indica che il rifierimento “al tempo dei Gentili” deve essere inteso qual’esso è descritto nei passaggi (o capitoli) d’esso. Infatti, riportandoci al 26º capitolo del Levitico, vs. 1 a 13, rinveniamo le osservazioni e le disposizioni impartite dell’Eterno alle quali avrebbero dovuto conformarsi (ed attenersi), per ottenere ‘le Sue benedizioni ed ogni provvidenza.’ Invece, se non gli avessero dato ascolto, e non avessero messo in pratica i Suoi Comandamenti, disdegnando così le Sue prescrizioni e rotto il SUO Patto … Egli avrebbe voltato la faccia contro di loro ‘… (quì vengono enumerate le varie punizioni e precisato che, se avessero persistito nel non dargli ascolto, li avrebbe castigati sette volte dippiù, per i loro peccati …)’ Or, quest’ultima recrudescenza di punizioni è menzionata ben quattro volte, nel 26º cap; ai versetti 18, 21, 24 e 28.

Le 7 volte, in cui sarebbero state inflitte le punzioni, si riferiscono ai diversi periodi di cattività, sotto gli Assiri, i Moabiti, i Medianiti, i Filistei ed altri. Mentre queste punizioni non ebbero particolare durata, pure, a quanto risulta scritturalmente, si estesero a più cui c’è da concludere che la durata delle punizioni, inflitte sette volte sette, in aggiunta a quella già stabila, formano un totale di 2520 giorni—simbolicamente—corrisponderebbero ad un tempo di 2520 anni.

Israele, quale Nazione, perdette la sua indipendenza e la sovranità su la propria terra, nel 606 avanti Cristo, cioè, quando Sedekia, ultimo Re loro, fu detronizzato, ed il popolo fu trasferito in cattività a Babilonia. Or, per stabilire quando terminarono i tempi dei Gentili, occore sottrarre 606 anni dai 2520 a perverremo al 1914, dopo Cristo, data dell’inizio del disfacimeno degl’Impeeri e Romani.

Or, gli eventi storici attestano che il 1914 costituì una importante data nello svolgimento del PIANO di DIO. Ed è ovvio che, alla chiusura del tempo dei Gentili avremmo dovuto costatare un movimento, fra il popolo giudaico, indicante la instaurazione del loro regno, come infatti avvenne. Anche prima del 1914 si attuò un risveglio del Sionismo, per il quale molti Ebrei cullarono la speranza di poter ritornare nella terra promnessa. Ma quante disillusioni e persecuzioni li affransero, dopo il 1914!

La prima guerra mondiale, iniziò nel 1914, diede loro una vera opportunità, in quanto la Terra Santa fu liberata dai Turchi e, poi, la Lega delle Nazioni approvò la richiesta degli Ebrei di ritornare nella loro terra. La dichiarazione di Balfour del 2 Novembre 1917, favorevole al ritorno degli Ebrei nella loro terra natia, fu confermata dal mandato della Società delle Nazioni, per cui fu accordato loro un formale riconoscimento internazionale dei diritti competenti sul Paese d’Israele, onde vi ristabilissero la propria dimora e rinstaurassero la propria Nazione, indipendente.

In verità, nulla fu intrapreso a favore di quel mandato, per renderlo operante, nel corso di quasi trent’anni, L’ecatombre nazista che annientò milioni di Ebrei in tutta l’Europa, dimostrò nuovamente la necessità urgente di porre rimedio alla mancanza di una Patria ebrea, con la instaurazione d’uno Stato Ebraico, nel Paese d’Israele, onde aprire le porte a tutti gli Ebrei, sparsi nel mondo e conferire loro l’uguaglianza dei diritti civili nel seno della Famiglia delle Nazioni. Infine, dalla notte del 14 al 15 maggio 1948, fu stabilita un’Assemblea Nazionale provvisoria e l’amminis-trazione che avrebbe costituito il Governo provvisorio dello Stato d’Israele.

Ci si potrebbe contestare che i tempi dei Gentili non ebbero fine nel 1914, ché gli Ebrei furono ancora tristemente perseguitati e ben più atrocemente di quanto lo furono, nel passato; ma dobbiamo far considerare che varie profezie hanno indicato ed indicano che la fine dei legami nelle Nazioni Gentili ed il relativo ritorno in Palestina sarebbe stato preceduto da una grande distretta per indurre i rétrivi a decidersi di ritornare nella loro terra. Infatti, (Geremia 30:3, II), scrisse “Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quando io ritrarrò dalla cattività il mio popolo d’Israele e di Giuda e li ricondurrò nel Paese che diedi ai loro padri ed essi lo possederanno.”

Lo stesso profeta ci dice che l’Eterno Iddio “è vivente e trarrà i figliuoli d’Israele, fuori dal Paese del settentrione e di tutti gli altri Paesi, nei quali li aveva cacciati e li ricondurrò, nel loro Paese … Ecco, io manderò un gran numero di pescatori a pescarli … e, poi, manderò gran numero di cacciatori a dar loro la caccia … onde ritornino al loro Paese …—Geremia 16:14-16

Qualcuno potrebbe spingersi a chiedere, se il tempo di ritornare nella terra promessa fosse stato stabilito da Dio, secondo quanto citato. E, cioè che EGLI avrebbe loro permesso di entrare nella loro terra, senza alcuna restrizione. Ma Gioele, 3:1-2, ci fa rilevare che l’Eterno, in quei giorni che ricondurrà dalla cattività quei di Giuda e di Gerusalemme, radunerà tutte le nazioni e le farà scendere nella valle di Giosafat (il nome di Giosafat, re di Giuda significa l’Eterno giudica) per venire in giudizio con esse, a proposito del Suo popolo, e d’Israele Sua erdità, che esse hanno disperso fra le Nazione e del Suo Paese che esse hanno sparito fra loro. Or, gli eventi della presente generazione costituiscono un chiaro adempimento di questa profezia, ed evidenziano che stiamo vivendo nel periodo in cui Iddio estrae il Suo Popolo antico da ogni residuale assoggettamento ai Gentili, o ad altri.

Un’ altlra significante profezia, in proposito, la reperiamo in Ezechiele 20:32-38. Essa costituisce parte integrante di questo studio, come si rileva nel testo, dicendoci che “l’Eterno, con mano forte, braccio disteso, e scatenamento di furore, regnerà sul Suo Popolo, per tirarlo fuori dai popoli, ove è stato disperso,” e, nel 32º versetto, precisa: ‘e non verrà affatto quello che vi passa per la mente, quando dite: ‘noi saremo come le Nazioni, come le famiglie degli altri Paesi e rederemo un culto al legno ed alla pietra.’ Quì è messo in risalto il desiderio di molti Ebrei di vivere nella stessa maniera dei popoli, fra i quali son vissuti. Infatti, questa aspirazione era quasi comune a tutti loro e, particolarmente, a coloro che risiedevano in Europa, sinquando la ferocia nazista si scatenò bestialmente con l’infierire contro essi in ogni più efférata maniera, trucidandone a milioni.

La profezia dice, ancora: “… vi condurrò nel deserto dei popoli e, quivi verrò in guidizio con voi, faccia a faccia, come venni in guidizio con i vostri padri, e vi rimetterò nei vincoli del Patto e separerò da voi i ribelli quelli che mi sono infedeli.”—vs. 38

Quale splendida-immagine grafica è resa della situazione in cui si son trovati e si trovano, ancora, oggi, gl’Israeliani! Un gran numero d’essi—pur avendo ottenuto di liberarsi da un lungo domicilio coatto, per raggiungere la terra dei loro avi—ora vi dimorano in ben tristi condizioni di vita, per gli attacchi delle genti che vorrebbero scacciarli. Non ancora la loro dimora ha data loro la pace e le tranquillità agognata. Ancora, se no peggio, si trovano ‘nel deserto’ che i loro padri attraversarono, alla loro uscita dall’Eggitto, per raggiungere la terra promessa loro tanti secoli prima.

Or, essi si trovano attorniati da Nazioni ostili, che minacciano distruggere la loro Nazione, in cui speravano godere un pò di tranquillità. Inoltre, debbono, anche, far fronte alla distretta che attanaglia l’intera umanità d’oggi. Evidentemente, tutti i problemi che assillano le Nazioni del mondo attuale, afflliggono anche Israel, incapace, al pari d’esse a risolverli. Come far fronte al problema razziale; quello degli stupefacenti; della crescente e disgustosa immoralità; dell’ubriachezza; e di tante aberrazioni bestiali? Sinora, non v’è stata alcuna Nazione in grado di diminuire—almeno—questo deviamento dell’umanità verso la loro aberrante autodistruzione, derivante dalla mancanza dei principii d’amore e giustizia che Iddio inculcò, nei cuori delle sue creature, sin dalla loro creazione.

Simbolicamente parlando, gli Ebrei sono ancora vaganti nel deserto … e l’antica promessa del Signore (Esodo 6:6) “di sottrarli ai duri lavori da cui erano gravati dagli Egiziani, emancipandoli e ‘redimendoli’ con braccio teso … deve ancora essere resa operante. Certo, il proposito divino risiede nel voler preparare il Suo Popolo, per renderlo degno di ricevere le benedizioni che saranno erogate nel corso del prossimo Regno Messianico. Infatti, la penultima parte della profezia, citata nel testo (Ezechiele 20:37), l’Eterno dice: “verrò in giudizio con voi; e vi farò passare sotto a la verga e vi porrò nei vincoli del Patto … (indi, al v. 38): ‘separerò da voi i ribelli e quelli che mi sono infedeli; li trarrò fuori dal paese ove sono stranieri, ma non entreranno nel paese d’Israele, e voi conoscerete che io sono l’Eterno.’

L’espressione “nei vincoli del Patto, evidentemente, si riferisce alla promessa del Nuovo Patto, per il quale ‘Egli porrà nell’intimo loro la Sua Legge, la scriverà nel loro cuore e sarà il loro Dio ed essi saranno il Suo Popolo. E non insegneranno più ciascuno il suo compagno e ciascuno il suo fratello, dicendo ‘conoscete l’Eterno,’ poiché tutti mi conosceranno, del più piccolo al più grande … poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.’—Geremia 31:31-34

Allorquando il Piano di Dio perverrà a tale stadio, i fedeli seguaci del Maestro, dell’èra attuale, già resi esenti dalla seconda morte, poiché risusciteranno alla PRIMA RISURREZIONE, vivranno e regneranno, quali Re e Sacerdoti, con Lui, nel Suo Regno Millenario. Il governare dell’Eterno, “con mano forte, e la sua ira” ha già servito al suo proposito. Ora, tutti attendono che EGLI instauri una meravigliosa èra di pace e giustizia e conceda a tutti di meritarsi la vita eterna su la terra per i meriti acquisiti da Gesù Cristo, con la Sua morte.

La scena finale della grande liberazione degl’Israeliani e l’opportunità lor concessa d’essere benedetti, sotto il Nuovo Patto, promesso, avrà luogo, al termine della distretta d’Armaghedon, come‘è in Ezechiele, capitolo 38 e 39 ed in Zazzaria 14:2,16-21. Ezechiele profeitizza che una potente armata avanzerà contro Gerusalemme (proveniente dall’estremità del settentrione, come una nuvola, che sia per coprire il Paese … ma il Signore, l’Eterno, la distruggerà.) Gl’Israeliti riconosceranno che non essi sconfiggeranno i nemici, ma la mano del Signore. In accordo con la rivelazione, ci è assicurato, Apoc. 1:7, che Egli (Gesù Cristo) ‘verrà con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà, Lo vedranno anche quelli che lo trafissero e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per Lui.’

Jehovah, l’Eterno Iddio, governò l’antico Israele, tramite Davide, Salomone ed altri suoi fedeli Dignitarii; l’ultimo re fu Sedechia e quando fu spodestato, Ezechiele 21:31, gli parlò in questi termini (per ispirazione del Signore): “la tiara ti sarà tolta, il diadèma ti sarà levato; tutto sarà mutato, ciò ch’è in alto sarà abbassato, ciò che sarà in basso sarà innalzato.” Certo! La tenda reale sarebbe appartenuta, come apparterrà, al Re, a Gesù, di cui Daniele disse che’ ‘al tempo della fine sarebbe sorto Micael, il Gran Capo, difensore dei figliuoli del tuo popolo (di Dio) e sarà, un tempo d’angoscia (Armaghedon), quale non se ne ebbe mai, da quando esistono nazioni.’—Dan. 12:1

Questa profezia di Daniele è in perfetta armonia con l’asserzione dell’Eterno, preannunziante che EGLI “regnerà con scatenamento di furore su Israel,” non solo per far ritornare gl’Israeliani nella loro terra, ond’essere benedetti nel Nuovo Regno, ma, anche, per distriuggere quelle Nazioni Gentili, che strinsecarono la brutale supremazia su essi, durante il lungo periodo del ‘loro tempo.’

Come ebbe fine il tempo dei Gentili, nel 1914, con ‘linizio del ritorno degli Israeliti nella loro terra, così le Nazioni Gentili (principalmente il vecchio Impero romano) incominciarono a crollare. Ma, come abbiamo accennato avanti, il tempo dei Gentili avrebbe dovuto continuare sinquando sarebbe venuto “Colui al quale appartiene il diadèma reale, Gesù Cristo, il Messia.” In attesa di tale VENUTA, Iddio non ha avuto un regno su la terra, per cui dal rovescio di Sedechia (ultimo Re d’Israele) EGLI autorizzò le Nazioni gentili a governare nel frattempo.

Tale ordinamento venne delineato a Nabucadnetsar da Daniele, alloroqunado gli spiegò il significato del sùo sogno, Dan. 2:38, dicendogli: “Dovunque dimorano i figliuoli degli uomini, le bestie della campagna, gli uccelli del cielo, Egli (Dio), te li ha dati nelle mani e ti ha fatto dominare su essi, tutti, la testa d’oro sei tu.” Daniele non gli disse che Dio avrebbe governato su gli uomini a mezzo suo, perché i re pagani non sedettero sui troni, come i re Israeliani, per suprema concessione dell’Eterno Iddio. Il dominio dei Gentili, per tal ragione, non fu diretto da LUI, ma semplicemente permesso. E, quindi, costituiva un governo fondato, emplicemente su la sapienza della decaduta, egoistica umanità.

Il simbolo di questa forma di governo apparve in sogno a Nebucadnestar, sotto l’astetto d’una grande statua d’una immagine umana, dalla testa d’oro che, secondo Daniele, rappresentava il Re di Babilonia. L’immagine, poi, presentava il petto e le braccia d’argento; il ventre e le coscie di rame; le gambe di ferro; i piedi in una parte di ferro ed una d’argilla, vs. 33 et 34, e stavano a rappresentare i varii governi del tempo: 1º) il Babilonese, nella testa d’oro; 2º) il Medo-persiano dalla parte d’argento; 3º) il Greco dal bronzo, stava ad indicare Alessandro ed i suoi successori; indicava il regno dei Deodochi. Nel suo significato sostanziale, questa profezia vuol porre in risalto come, ai varii regni pagani anteriori al Messia (che impersonavano il regno di Satana) verrà contrapposto il Regno di Dio, instaurato e rètto da Gesù Cristo. Or, quanto fu detto di Babilonia e dei regni che si susseguirono divenne realtà. E, nei giorni dell’Impero Romano, l’apostolo Paolo (Romani 13:1) scrisse circa questo interessante argomento scritturale: “Ogni persona sia sottoposta alle autorità superior, perchè non v’è autorità, se non da Dio e le autorità che esistono, sono ordinate da Dio.” Or, niuna indipendenza avrebbe potuto acquisire Israele, prima che fosse venuto ‘Colui al quale apparteneva il diritto.’ Perciò Israele perdette la sua libertà e divenne, come già detto, assoggettata ai diversi dominii che si susseguirono.

Daniele limitò l’interpretazione dell’immagine prefigurante i Gentili nei quattro imperi, già descritii, e la fase, riferentesi all’impero Romano ch’era rappresentata dalle ‘gambe di ferro e dai piedi, in parte di ferro ed in parte d’argilla.’ (v. 33) Così, in questo simbolismo, individuiamo la sequenza storica degl’Imperi, cui sussegui il crollo definitivo ed il sorgere d’alti Stati e staterelli, rètti da guerrieri o personaggi d’alto sènso o ricchezze, che si autoproclamavano designati a governare (essi ed i loro discendenti), per designazione ed autorizzazione divina. Ma buona parte d’essi furono spodestati alla fine della prima guerra mondiale ed altri li hanno sostituiti con governi retti da dittature, a republiche.

Ritornando alla profezia di Daniele 2:34-35 in cui egli spiega il significato del sogno di Nebucadnetsar, leggiamo che egli vide staccarsi una pietra—da un monte—senza opera di mani, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della statua, frantumandoli assieme facendoli divenire come la pula sulle aie d’estate ed il vento portò via tutto, nè se ne trovò più traccia. Ma la pietra, che aveva colpito la statua, divenne un gran monte, che riempì tutta la terra.

É importante rilevare, nella profezia, che quel che, nella statua, stava a rappresentare l’oro, l’argento, il rame ed il ferro fu frantumato assieme. Or, vi fu qualcosa di comune, nei diversi metalli e l’argilla da dover frantumarsi in tal celerità? Ed in che consistette?

Babilonia, quale Nazione, esistette, prima del tempo in cui l’immagine, rappressentata dalla statua, avesse potuto essere applicata, o spiegata, quindi, non divenne “la testa d’oro,” prima che Iddio l’autorizzasse nel dominio. E, così, anche per tutte le altre nazioni, rappresentate, dalle parti fomanti la statua (l’argento il rame ed il ferro). Ciò che, allora, reppresentava la statua era il permesso divino di regnare. E fu questo, che venne a mancare! Al termine del tempo dei Gentili.

Or, i governi del vecchio mondo romano (rappresentati dai piedi e la dita, in parte d’argilla di vasaio ed in parte di ferro) saranno divisi e si riveleranno, da un canto fragili e da un altro forti, e saranno rovesciati nella fase rivoluzionaria, che, sin dal 1914, in poi, va distruggendo il vecchio mondo. La frantumazione della statua non sta a rappresentare la distruzione delle Nazioni, ma pone in rilievo che, dal 1914 in poi, le Nazioni (non governando più, come nel tempo dei Gentili, in cui erano state autorizzate da Dio) si dibattono nella fase di rovesciamento e disintegrazione, sinquando le ultime vestigie dell’autorità ricevuta sarà distrutta su la terra.

In un’altra profezia di Daniel 7:3 a 12, gli stessi 4 Imperi dei Gentili sono raffigurati da quattro grandi bestie che salirono dal mare, una diversa dalle altre, e, concernente le prime tre, leggiamo: “La prima era come un leone, ed aveva le ali d’acquila. Io guardai, sinché non le furono strappate le ali; e fu sollevata da terra e fatta stare in piedi, come un uomo … Ed ecco una seconda; simile ad un orso: essa rizzavasi sopra un lato … e le fu detto: ‘levati, mangia molta carne! Ed eccone un’altra, simile ad un leopardo che aveva quattro ali d’uccello, questa bestia aveva quattro teste, e le fu dato il dominio.

Or, quanto abbiamo riportato non indica che la perdita dei diritti di governare comporti, necessariamente, che la nazione piombi in una subitanea distruzione. Il diritto che Dio concesse agli Imperi Babilonese, Medio-persiano e Greco, fu tolto ad essi e trasferito ad altri. Fu Roma ad ottenere il possesso di tali dominii, che—anche se trasferiti, ancora, ad latri—andranno definitivamente, a “Colui il quale ha il diritto ad essere l’Unico Re su tutta la terra!”

Come abbiamo rilevato, i governi Gentili del diviso Impero Romano, che ritennero—ideologicamente—di governare per l’autorità concessa loro da Dio, non solo hanno perduto tal diritto, ma l’ideologia stessa è stata abolita.

I Governi Chiesa-Stato appartengono al passato e le Autorità si scontreranno in un altro conflitto, che coinvolgerà tutta la terra, nell’anarchia ed in un macello.

Or, considerando le esperienze degli Ebrei, sin dal 1914, “il furore di Dio,” mediante il quale li ha spinti a tornare in Palestina, c’induce a riconoscere che il tempo dei Gentili è finito, sin dal 1914: e ne abbiamo due inconstrastabili evidenze.

In verità il Regno di pace e benedizioni non è stato, ancora, instituito per tutti il popoli, poiché non siamo perevenuti nel tempo in cui “con furore e mano stesa,” tramite il nuovo Re della terra (Gesù), l’Eterno lo instaurerà. Ritornando alla profezia d’Israele, si rileva che “la pietra, staccatasi dal monte, senza opera di mano,” prima colpisce la statua, distruggendola, indi diventa un “gran monte,” rappresentante il Regno di Dio, che riempirà tutta la terra! Alla completa distruzione della Statua simbolica fa seguito la risurrezione dei fedeli seguaci di Gesù (la Chiesa), che saranno associati al Maestro, quali Sacerdoti e Re. E sarà a mezzo del loro Regno (composto dalla fedele progenie d’Abrahamo) che le benedizioni promesse, di salute e vita, saranno profuse ai popoli, durante il corso millenario del Regno di Cristo.—Apoc. 20:4-6

Uno delle espressioni Scritturali di viva riconoscenza all’Eterno Iddio, per la concessione del Regno Messianico, la reperiamo in Apocalisse 11:17, e ve la leggiamo: “Noi ti ringraziamo, o Signore Iddio onnipotente che sei e che eri, perché hai preso in mano il Tuo Potere ed hai assunto il Regno.” Nella strategia divina il rovesciamento dei regni di questo mondo, per Suo Volere, si distruggono gli uni con gli altri e vengono definiti ‘adirati.’ Noi abbiamo costatato che tali assurde carneficine, iniziate dal 1914 (e non parliamo di quelle dei secoli antecedenti) dopo un breve intervallo, sono andate dilagandosi un pò dapertutto, in questo mondo malvagio. Ora, i popoli riconoscono il fallimento di tutti i passati tentativi umani, per apportare un pò d’ordine nel farraginoso caos attuale. Ma non si son resi conto, ancora, che solo il Regno di Cristo risolverà tutti i problemi sorti dal peccato e dal torbido egoismo umano; nè sanno che il Governo divino (composto da Gesù e la Sua Chiesa) è vicino, anzi alla porta! Tutto quel che il popolo vede, al presente, “è il furore sparso,” per rovesciare definitivamente il ‘presente ordine sociale,’ divenuto babèlico ed inumano, ma non sono in grado di riconoscere che tutto ciò proviene dall’intervento divino, negli evènti umani.

Niuno può, certo, gioire dei turbinosi incidenti in cui s’incorre per trasformare l’attuale disordine, nell’ordine divino, ma tutti gioiranno nella incontrastabile sicurezza che le benedizioni del Regno Messianico son prossime ad essere largite! Ed è, con cristiana rassegnazione e compressione che rileviamo a quali dure eperienze è stato sottoposto il popolo Israelita, nell’instaurarsi nella terra Santa. Ma sia loro di conforto, come noi ne siamo lieti, che il proposito divino di porgere loro l’aiuto promesso, sarà valido: in quanto EGLI ha prestabilito che essi saranno i primi a ricevere le benedizioni del REGNO MESSIANICO. Gioiamo, quindi, per tali benedizioni, che saranno erogate al principio della Restaurazione d’Israele, poi, saranno estese a tutte le nazioni: “per dare incremento all’impero ed una pace senza fine al trono di Davide ed al suo regno, per sostenerlo, mediante il diritto e la giustizia, ora ed in perpetuo, questo farà lo zelo dell’Eterno.”—Isaia 9:7




Adorazione In Ispirito E Verita’

LA DIFFERENZA TRA il culto visibile e quello invisibile, venne posto in evidenza da Gesù con particolare efficacia nella sua conversazione con la donna samaritana. Egli disse: “L’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità.”—Giovanni 4:23

Questa donna, come tutti i samaritani, discendeva da popoli allogeni, trapiantati in Samaria e nel territorio del Regno d’Israele, dopo la distruzione di questo e la dispersione delle dieci tribù ad opera del Re di Assiria.—2 Re. 17:24

Questi popoli adoravano in quel tempo gli idoli, ma più tardi il re assiro, Shalmaneser, ordinò d’inviare in quelle regioni uno dei sacerdoti … “di là trasportati, affinché egli insegnasse loro IL MODO DI SERVIRE L’IDDIO DEL PAESE.” (2 Re 17:25-29) ‘Così quelle genti temevao l’Eterno e al tempo stesso servivano ai loro idoli; e i loro figiuoli e i figliuoli dei loro figliuoli (continuarono) a fare quello che avevano fatto i loro padri.’—2 Re. 17:41

Tale fu il popolo che si oppose con tanta forza alla ricostruziore del tempio e delle mura di Gerusalemme, al tempo di Esdra e Nehemia. In seguito sotto la direzione di un uomo del lignaggio sacerdatale, espulso da Gerusalemme per comando di Nehemia, venne costruito un tempio sul monte Gherizin, in Samaria. Questo tempio venne, successivamente, distrutto, ma i samaritani continuarono a considerare il Gherzin un monte santo ed a ritenersi più vicini a Dio che non i giudei di Gerusalemme.

Gesù incontrò la donna samaritana nel cosidetto “pozzo di Giacobbe.” Le cognizioni religose di questa’ultima erano limitate al ‘visibile’ e quale non fu la sua sorpresa quando Gesù le disse: ‘chiunque beve di quest’asqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io darò, non avrà mai più sete; anzi l’acqua che io gli darò, diverrà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna.’ L’affermazione di Gesù sembrò tanto straordinaria che costei, nella sua fede limitata, replicò: ‘Signore, dammi di quest’acqua, affinchè io non abbia più sete, e non vegna più sin quà ad attingerne.’ (Giovanni 4:14-15) Gesù voleva riferirsi all’acqua ‘invisibile’ mentre la donna pensò che si trattasse di una specie di acqua magica, che avesse la virtù di spegnere definitivamente la sete piuttosto che della vita eterna che i consacrati credenti avrebbero, al propio tempo, ricevuto da Lui, mediante la risurrezione.

Quante poche persone, nel corso dei secoli, compresero il significato della parole di Gesù!

Dallo sviluppo della converszione con Gesù, la Samaritana giunse alla conclusione che il Maestro fosse il Messia; tuttavia, considerazioni di natura campanilistica non cancellerono completamente tutti i suoi dubbi, per cui abbiettò Gesù; “I nostri padri hanno adorato su questo Monte, e voi (i giudei) dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare.” Queste parole fornirono da rendere all’Eterno, fondata non su cose ‘tangibili’ e ‘visibili’ ma su quelle ‘invisibili,’ per cui rispose: ‘donna, credimi, l’ora viene che né su questo monte nè a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete.’

Nel 2 libro dei Re 17:41, leggiamo: “Quelle genti (i samaritani) temevano l’Eterno e al tempo stesso servivano i loro idoli.” Non sembri dunque strano se la donna samaritana non sapeva cose bisognasse credere realmente, mentre Gesù incalzava: ‘noi adoriamo quel che conosciamo.’ Quanta sicurezza in questa affermazione!

“Dio è spirito—disse Gesù—e quelli che l’adorano bisogna che l’adorino in spirito e verità.”—Giovanni 4:24 Si, Dio è Spirito, ossia ESSERE INVISIBILE.—Colossesi 1:15; I Timoteo 1:17; Ebrei 11:27

La nostra fede deve discernere questa grande verità; deve riguardare all’invisibile Reggitore dell’universo e adorarlo in qualsiasi circostanza, sotto qualsiasi condizione. Questa fede soltanto potrà permettee di guardare e considerare le cose invisibili allo sguardo umano.

UN TEMPO D’ANGOSCIA

D’onde pervengono e come sono andati formandosi questi tempi caotici che incutono paura alle genti? Ecco in quali termini Gesù li predisse, nel Suo discorso profetico (Luca 21:25-26): “… vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra angoscia delle nazioni, sbigottite (spaventate), dal rimbombo del mare e delle onde (flutti), gli uomini venendo mento (saranno tramortiti) dalla paurosa aspettazione (attesa) di quel che sarà per accadere nel mondo.” In Matteo 24:21-22, la profezia di Gesù è descritta in questi termini, più catastrofici: ‘… allora vi sarà una grande afflizione; tale che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo, sino ad ora, né mai più vi sarà.’

Infatti, sin dal tempo del diluvo, non è esistito un tempo in cui s’è incorso—come incorriamo—nel pericolo della distruzione d’ogni vita su la faccia della terra. Calamità e piaghe d’ogni genere afflissero gli esseri umani, distruggendone in grandi quantità, ma essi sopravvcissero e si moltiplicarono; guerre su guerre sono andate succedendosi, in tutte le parti del mondo, ma l’umanità è sopravvissuta, anche dopo le immani distruzioni, perpretate dai bombardamenti, e la erdita di milioni d’esseri umani. Ma se dovesse avvenire, come si teme, una confflagrazione mondiale, ora, e dovessero essere adoperati gli aggeggi bellici ad energia nucleare ed i micidiali ritrovati chimici, la distruttività del genere umano sarebbe totale: in quanto, a completamento di tutti gli orrori mortali, cui andrebbero incontro i belligeranti ed i civili, s’aggiungerebbe l’avvelenamento totale dell’aria, dal quale niuno potrebbe sfuggire.

A noi resta il conforto che possiamo trarre dalla chiusura della profezia di Gesù, con la quale Egli, da oltre 2.000 anni, pensò d’alleviarci dalle pene da cui saremmo stati affranti. E ci rassicurò, dicendoci che “se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno (nessuna carne) scamperebbe; ma a cagione degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.”

LA BIBBIA C’ ILLUMINA

Qual significato dobbiamo trarre dal celere e spettacolare aumento di conoscenza, erogata agli uomini, nello scorci di questo secolo? Nella Bibbia questo accrescimento ci fu profetizzato, al fine che identificassimo “il tempo della fine,” in cui viviamo. Daniele 12:8-9, ebbe delle visioni divine dalle quali trasse delle pofezie sul lontanto futuro: di cui non conobbe il senso, perché esse dovevano essere comprese al tempo stabilito da Dio. Difatti, allorquando egli chiese all’Eterno: ‘Signore mio, quale sarà la fine di queste cose? ‘EGLI rispose: ‘va, Daniele, perché queste parole son nascoste e sigillate, sino al tempo della fine.’

Nel 4º versetto dello stesso capitolo, il Profeta ci fa apprendere il modo per identificare l’epoca in cui perverremo al “tempo della fine,” nell’aggiungere quest’altra frase dell’Eterno: ‘Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole, e sigilla il libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà.’

Chi non riconosce i segni indicatori del tempo della fine reperibili negli eventi straordinarii che vanno presentandosi all’attenzione delle genti in tutto il mondo? Nel preannunziato aumento di conoscenza, era inclusa la particolarità d’un tempo in cui avremmo sorvolato i mari, a collegarci con Paesi d’oltremare, per terra, per aria e per mare, con mezzi d’una celerità inimmaginabile, siamo riusciti anche ad attraversare l’atmosfera terrestre a velocità supersoniche e gli spazii siderali a velocità mai immaginate dall’uomo, nel passato.

Nel 1º e 2º v. Del 12º cap. l’Eterno dice a Daniele che “in quel tempo sorgerà Micael, il Gran Capo, il difensore del tuo popolo (ebraico). E sarà un tempo d’angoscia qual non se ne ebbe mai, da quando esistono nazioni, sino a quell’epoca; ed in quel tempo il tuo popolo sarà salvato: tutti quelli, cioè, che saranno trovati iscritti nel LIBRO. E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l’obbrobrio, per un’eterna infamia.’ Questa profezia si riferisce all’inizio del Regno messianico di Cristo (il Regno di DIO su la terra.) E ciò lo rileviamo dai segni preannunziatici, per i quali, comprendiamo, anche, che siamo in un tempo transitoriale. Il gran Principe, Gesù Cristo, spiritualmente, è già presente, in attesa che l’Opera transitoria sia completata: onde, terminati i subbugli, sia instaurato il Regno di Dio, su la terra, sotto le direttive Sue, demandate a Cristo ed alla Sua Chiesa. Indi, avrà inizio risurrezione dei morti.

La Parola dell’Eterno—tramandataci da Aggeo 2:7—preannunziò: “… farò tremare tutte le Nazioni, le cose più preziosa di tutte le nazioni affluiranno, ed io empirò di gloria questa casa (il Tempio, che era stato distrutto quasi 70 anni avanti.” (Esdra 3:10) Or qual’è la cosa più preziosa della terra, se non la vita? Ed è la vita che l’Eterno, ridonerà, come l’aveva donata ad Adamo, che Egli creò perfetto, designandolo a vivere per sempre su la terra.



Associazione Studenti Biblici Aurora