AURORA
Luglio-Agosto 2013

Contenuto Di Questo Numero

  1. Gesù, Il Salvatore Del Mondo
  2. Perchè L’uomo Fù Riscattato?  (continuazione dell’articolo Maggio-Giugno)
  3. Nel Principio

Gesù, Il Salvatore Del Mondo

MAI, PRIMA, NEGLI annali della storia, v’è stato un tempo in cui sarebbe stata necessaria la guida d‘un competente Governatore, come lo è oggi: un Governatore atto a guidare le Nazioni della terra, senza essere impregnato d’odio, ingordigia e sfrenata ambizione. Dovrebbe operare in un atmosfera di fiducia e benedizioni che costituiscono le basi fondamentali di sicurezza ed una pace durativa: sia individuale, che nazionale, per i popoli del mondo intero.

Le pagine della storia registrano i nomi di vari importanti eroi, glorificando le loro opere ed azioni, ma nessuno d’essi ha operato in tante innumerevoli e farraginose maniere, quali che rileviamo nel mondo attuale. Difatti, oggi, quasi tutte le nazioni della terra sono avvilite, ed afflitte, per delle situazioni problematiche con altre nazioni, le quali — a loro volta — non sono in grado d’offrire adeguate soluzioni intervenendo in loro favore.

Il mondo, oggi, avrebbe bisogno d’un superuomo’, come tutti l’aspirano, per trarre il mondo fuori del ‘caos’ in cui vive ed è andato sviluppandosi in seguito alle due guerre mondiali, deflagrate nella vita d’una generazione. Ma dove può essere trovata una tale guida?—nessuno è in condizioni d’indicarcela!

Nella Bibbia, il Creatore ha provveduto al Suo Popolo di un grandioso ed architettonico Disegno, per cui il mondo potrà acquisire l’agognata pace. La Sua Parola [la Bibbia] rivela, senza alcuna incertezza, che Gesù è, e sarà, il Capo del divino Ordinamento erogatore delle benedizioni che EGLI ha promesse al Suo Popolo. E l’Inno di gloria che fu innalzato all’Eterno Iddio, dai Suoi Angeli, nella notte in cui nacque Gesù, è sufficiente a confermarlo in quanto Essi Lo identificarono quale Salvatore del mondo ed il SOLO ed UNICO per cui la volontà misericordiosa di Dio, verso la sofferente e morente umanità, sarà manifestata. Gli Angeli, in tale occasione, profetizzarono, pure, che, a mezzo di Gesù, verrà la pace su la terra.

Ma chi è Gesù? Quali sono le sue caratteristiche? E quali ragioni c’inducono a credere che Egli è dotato di tutte le qualificazioni che noi sappiamo essere necessarie per riuscire ad instaurare la pace in questo caotico mondo? Noi non conosciamo migliore modo, per rispondere a tali domande, che cercare le risposte nella Bibbia — Parola di Dio — che ci parla di Lui, Gesù, delle Sue qualificazioni adatte a potere e volere adempiere il ruolo assegnatogli nel Piano, dal Suo Padre celeste e Creatore di tutte le cose; e mentre andremo delineando il Piano di Dio, relativo a Gesù, esso rifulgerà nelle nostre menti, in tutta la sua magnificenza ed armonia.

IL LOGOS, FATTO CARNE

Gesù ebbe una esistenza preumana. E ciò fu ed è messo in luce da Giovanni (1:1-3). Un’errata traduzione del 2° versetto indusse molti lettori a confondersi nei riguardi della personalità di Gesù. Nella versione Diodati, dal modo in cui è scritto, si ha l’impressione che Gesù ed il Padre celeste siano uno e, cioè, la stessa persona. L’impropria traduzione “e la Parola era Dio…” dal greco, doveva com’è stato tradotto, da altre edizioni, “…la Parola (Logos) era con Dio.”

Nel Nuovo Testamento il termine greco THEOS è l’unico che è tradotto DIO, principalmente è applicato al Padre celeste, alcune volte a Gesù Cristo e, in alcuni casi a falsi dei. Infatti, in 2 Corinzi 4:4 è applicato al Diavolo, nominato “l’iddio di questo secolo malvagio, che ha accecato le menti.” In Giovanni 1:1 il termine DIO é citato due volte: una, primieramente, indica il Creatore, la successiva si riferisce al Suo Figliuolo Gesù Cristo, che nella sua esistenza preumana ebbe (in greco) in nome di “Logos,” che, in italiano, corrisponde a: PAROLA. Ripetiamo che la corretta e completa traduzione di Giovanni 1: 1, è la seguente: ‘Nel principio, era la Parola, e la Parola era con Dio (Gesù, il LOGOS), e la Parola era Dio, Essa era, nel principio, con Dio.’

Ancora, in Giovanni 1:14, leggiamo che “la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplata la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito, venuto da presso al Padre. Che la Parola sia stata fatta carne, trasformata dallo stato preumano (spirituale), a quello umano, c’è rivelato dalla Bibbia, quale fondamento del Piano di Dio. Dall’Apostolo (Ebrei 2:9-14) apprendiamo che ciò costituì un proposito divino, affinché Gesù morisse, come un essere umano, per riscattare il mondo dal peccato.

Difatti, in Giov. 6:51 troviamo la spiegazione di quanto abbiamo asserito. Gesù dice: “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo: se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno; ed il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo.” Il sacrificio dell’essere umano di Gesù costituì un sostituto, per la vita che il padre Adamo perdette, peccando. Il ragionamento di Paolo su tal soggetto, è questo: ‘Siccome tutti muoiono in Adamo, così anche, in Cristo saranno tutti vivificati… 1 Cor. 15:22 In 1Timoteo, poi, (2:6) lo stesso Apostolo afferma che Gesù diede sé stesso in riscatto per tutti. ‘Ed il termine greco qui tradotto ‘riscatto,’ vuol dire, in italiano: ‘prezzo corrispondente.’

Eccovi, quindi, la consistenza del grandioso Piano di Redenzione di Dio, per mezzo di Cristo. Esso richiese che il Suo Unigenito Figliuolo divenisse uomo — un essere perfetto — per poter essere un sostituto nella morte, e ridare la vita perduta ad Adamo, per aprire una via di scampo a lui ed a tutta la sua progenie. E, così, Gesù morì per salvare l’umanità intera, chi apprezza e loda lo spirito di sacrificio a favore di altri e riconosce il suo valore quando tali atti sublimi sono esplicati da coloro che governano il popolo. E, anche, ben riconosciuto il male che procura un Governatore dèdito a tutelare solo i propri interessi e l’incremento del suo potere, senza riguardi del danno che arreca alla comunità. Mentre un lodevole amministratore deve, principalmente, procurare il massimo benessere a coloro che hanno riposto in lui la loro fiducia.

Intanto, in tutti i secoli trascorsi, la storia registra che non vi e stato mai un Governatore, o Presidente, Re, Imperatore, o Dittatore da potersi paragonare, minimamente, a Gesù Cristo, sia per il Suo Spirito di devozione, prima verso Iddio e, poi, verso l’umanità. Le Scritture ci dicono che “Egli andò attorno prodigando il bene e guarendo,” (Atti 10:38); Egli adoperò la sua energia per insegnare e guarire tutti coloro con i quali veniva in contatto giornalmente, mentre effettuava il Suo ministero, con sacrificio ed amore. E, finalmente, lo completò offrendo sé stesso—e volontariamente—alla crudele morte sulla croce.

Questo fece l’uomo Cristo Gesù per coloro che il Padre gli aveva assegnati, perchè divenisse il loro Re. Il mondo potrà, di certo, confidare in Lui e nel suo carattere allorquando apprenderà e riconoscerà l’instaurazione del Suo Regno, da lungo tempo atteso, e finalmente instaurato, quale Governo mondiale, per la benedizione dei popoli.

UN SACERDOTE E RE

Il nome Gesù significa “colui che salva”: un Salvatore! Ed il Piano di Dio, per la salvezza del mondo, dal peccato e dalla morte, è così perfettamente, comprensibile, da poter aiutare a comprendere tutte le registrazioni Scritturali contenute nella Bibbia, i vari titoli assegnati a Gesù, ognuno dei quali indica un particolare contenuto Spirituale, connesso alla maniera in cui la Salvezza sarà coordinata e concessa da Lui a questa morente razza umana. Uno dei titoli di cui Gesù è insignito è: “Sacerdote.”

Nel considerare il titolo di “sacerdote” non dobbiamo far sfiorare nella nostra mente gli abusi ed i torti che sono stati perpetrati da molti detentori di questo sacro titolo, dalle varie denominazioni, sedicenti cristiane, ma dobbiamo riportarci al Vecchio Testamento e rilevare il significato di tale onorifica attribuzione, nonché il sacro mandato che essi espletavano. Iddio assegnò i Sacerdoti al servizio (o culto), altre ai vari rapporti che intercorrevano fra Dio ed il Suo Popolo. La loro opera consisteva nell’assolvere i servizi spirituali, assistenziali ed educativi. Essi offrivano i sacrifici e, dopo, elargivano le benedizioni, secondo le invocazione loro espresse dal popolo ed il sacrificio, offerto in olocausto.

Così fu anche per Gesù Cristo. Egli servì da Sacerdote, offrendo sé stesso in sacrificio, per la salvezza di tutto il genere umano e, in secondo luogo, il Piano di Dio, elargirà le benedizioni, promesse da Dio ad Abrahamo e all’intera progenie sua. Esse consistono nella “restaurazione di tutte le cose, tempi dei quali Iddio, parlò per bocca dei Suoi Santi Profeti, che sono stati sin dal principio.”— Atti 3:21

Gesù è stato prestabilito da Dio ad essere Re e Sacerdote su la terra e, in Ebrei 6:20; 7:1-2, l’Apostolo indica queste due alte missioni che Egli esplicherà: quella di governatore e benefattore.

Circa il Suo Sacerdozio regale il profeta scrisse: “Tutti i Re gli si prosterneranno davanti, tutte le Nazioni lo serviranno, poiché. Egli libererà il bisognoso che grida ed il misero che non ha chi lo aiuta. Egli avrà compassione dell’infelice e del bisognoso e salverà l’anima dei poveri. Egli libererà l’anima loro dall’oppressione e dalla violenza ed il loro sangue sarà prezioso agli occhi suoi.”— Salmo 72:11-14

Una profezia di tal tipo può aver avuto luce per le promesse di Dio, che hanno attestato ed attestano — inderogabilmente — che Gesù regnerà su la terra per mille anni. Non è il caso d’attendersi che i popoli accettino il Suo stato regale prima che Egli inizierà a governare. No, perché v’è un tempo stabilito nel Piano di Dio, nel cui corso, il Regno di Gesù sarà instaurato su la terra. Infatti, al presente, viviamo al principio di quel tempo. Per tale ragione, gli attuali governi, su la terra, stanno divenendo sempre meno abili nei loro sforzi di mantenere i popoli sotto il loro controllo. In un’altra profezia, concernente Gesù, quale nuovo Re su la terra, ci è detto: “Egli fiaccherà con uno scettro di ferro, le nazioni e le spezzerà come un vaso di vasaio…”— Salmo 2:9

UN GIUDICE

Un altro titolo onorifico che le Scritture assegnano a Gesù e quello di Giudice, in quanto Egli giudicherà i popoli con giustizia e, così, sarà il loro benefattore. Nel già citato Salmo 72:4, abbiamo letto che “Egli farà ragione ai miseri del popolo, salverà i figliuoli del bisognoso e fiaccherà l’oppressore.” Tale oppressore del popolo, per tutte le ère trascorse è stato Satana il Diavolo. Egli, ottenebrando le menti degli uomini con menzogne ed inganni, li ha distolti dal conoscere e servire il vero Dio, impedendo, così, di poter usufruire delle Sue benedizioni.

Le miscredenze e l’errata concezione sul giorno del Giudizio hanno trattenuto molti dal riconoscere Gesù quale sommo giudice di tutta l’umanità, considerando il giorno del Giudizio quale un tempo di grande e severe punizioni, e perciò sono stati terrorizzati al solo pensiero del suo approssimarsi, considerando che sarebbe stato un giorno fatale. Ma, in verità, il ‘giorno del Giudizio’, ossia “il periodo di mille anni, nel cui corso “Gesù giudicherà il mondo con giustizia (Atti 17:31), costituirà un tempo di benedizioni e restaurazione.

Quando i nostri progenitori trasgredirono la Legge di Dio, portarono e sé stessi ed alla loro progenie la condanna a morte, ma — come abbiamo già detto—la morte di Gesù, quale Redentore dell’intera umanità, costituì il riscatto che Egli ottenne per tutti. Tale sommo beneficio, derivante dalla morte sulla Croce del nostro Salvatore, può e deve esser reso valido, nel credere tenacemente all’efficacia del SUO SANGUE sparso in ubbidienza al divino VOLERE del Padre celeste. Perciò Paolo pone questa domanda: “Come, dunque, invocheranno Colui, nel quale non hanno creduto?”… (Romani 10:14) Infatti, son ben pochi coloro che han considerato Gesù, nell’esatta estrinsecazione della Sua Opera Redentrice, e non sono stati fedeli e strettamente credenti in Lui. Perciò le Scritture rivelano che il tempo, in cui tutti avranno tale opportunità, è prossimo e le Scritture lo hanno definito: ‘il Giorno del Giudizio, in cui i popoli otterranno il massimo discernimento è saranno illuminati ampiamente. Paolo esprime questo concetto, nel suo discorso all’areopago di Atene, scrivendo (Atti 17:3): “Iddio ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’Uomo che Egli ha stabilito: del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato.” ‘E ciò sarà nel giorno in cui il grande evento che Gesù morì, per il peccato dell’intero mondo, sarà attestato—cioè— che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità… 1 Timoteo 2:4-6

Che nell’ opera del “Giudizio universale” i libri furono aperti. .ed i morti furono giudicati, dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.” Alcuni hanno considerato che i libri conterrebbero gli eventi di tutta l’umanità, nel corso della loro esistenza, e che l’apertura dei precitati servirebbe ad esaminare, durante il Giorno del Giudizio, onde essere giudicati degni o no della vita eterna. Ma un tale concetto è errato, né le Scritture portano a tale conclusione. Gesù, invece, disse; “Chi mi respinge e non accetta le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.” (Giovanni 12:48) Di conseguenza, l’aprire di questi libri simbolici deve essere inteso quale una rivelazione della VERITÀ, quale livello del Giudizio.

Isaia (29:11-12) esprime un’opinione quasi uguale, parlando d’un libro ch’è suggellato e, quindi non può essere letto per un certo tempo da chi sa leggere e da chi non sa. La profezia, invece indica “il tempo della fine” in cui sarà aperto, abilitando i sordi a sentire ed i ciechi a vedere ciò che in esso è scritto. La profezia ci assicura che l’oscurità spirituale in cui giacquero i popoli, durante il regno del peccato e della morte, svanirà del tutto, allorquando i popoli saranno abilitati a discernere il VOLERE di Dio ed eseguirlo.

E questo giorno di futuro discernimento che la Bibbia indica quale ‘il Giorno del Giudizio — periodo di tempo, in cui, Gesù Cristo giudicherà il mondo con giustizia. Tale Giorno rappresenterà la prima opportunità che il mondo avrà di credere in Cristo ed ottenere la vita eterna. Tutti i componenti il popolo, nel mondo intero, permangono sotto la condanna Adamica. Gran parte d’essi son discesi nella tomba senza saper persino che Cristo mori per loro, Perciò tutti potranno avere l’opportunità d’aver condonata la pena di morte che, per ereditarietà fu loro inflitta. Ciò nonostante, nel corso del Giorno del Giudizio, vi sarà il risveglio dalla morte, l’apprendimento concernente l’Opera di Gesù, e, quindi, l’opportunità di accettare l’offerta di Dio e d’osservare le leggi del Regno di Cristo e vivere in eterno.

L’AMMIRABILE CONSIGLIERE

In Isaia 9:5-6, leggiamo una meravigliosa profezia concernente la nascita di Gesù e lo scopo mondiale del “Governo” che Egli presiederà. Per convalidare, in pieno, ciò che detto governo costituirà, per i popoli, la profezia assegna molti titoli qualificanti il Potere di Gesù. Isaia 9:5-6 scrive: “Egli sarà chiamato Consigliere Ammirabile; Dio Potente; Padre dell’Eternità; il Principe della Pace, per dare incremento all’Impero ed una pace senza fine al trono di Davide.”

Sotto qualsiasi aspetto è considerato il nostro Maestro, incontestabilmente è “Ammirabile”; ma sembra più ragionevole che la Parola di Dio voglia indicarci, primariamente, Che Gesù è stato ed è un ammirabile Consigliere.

Il termine “Consigliere,” in questa profezia, è adoperato per esprimere una persona che dà più d’un consiglio, quale, ad esempio, un avvocato, che rappresenta i suoi clienti dinanzi ad una Corte di giustizia. E sarà una simile capacità, dinanzi alla Corte di Giustizia divina, che Gesù esplicherà, nelle Sue funzioni di Mediatore fra Dio e l’uomo. (I Timoteo 2:4-6) La Sua Opera di Consigliere sarà molto vicina a quella di Giudice. E, in ambedue gli uffici, Egli tratterà con i popoli per effettuare la loro riconciliazione con Dio, e, su tale base, concedere loro la vita eterna. Così Gesù sarà, indubbiamente, un Ammirabile Consigliere ed un giusto Giudice, come leggiamo in un altra profezia in Isaia 11:2-4, che dice: “Lo Spirito dell’Eterno riposerà su Lui, Spirito di sapienza ed intelligenza; spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timor dell’Eterno. Respirerà come profumo il timor dell’Eterno, non giudicherà dall’apparenza, né darà sentenze stando al sentito dire, ma giudicherà i poveri con giustizia, farà ragione con equità agli umili del paese. Colpirà il paese con la verga della Sua bocca e, col soffio delle sue labbra, farà morire l’empio.”

Ora, una persona, dotata da tali qualificazioni, tratterà giustamente con i popoli e possiamo essere certi che, durante la Sua amministrazione, coloro che desiderano rivolgersi a Dio per ottenere le benedizioni della vita eterna, su questa restaurata terra, avranno tutte le opportunità di ottenerla.

L’esserci assicurati che Egli non giudicherà, secondo la veduta dei suoi occhi, né secondo l’udito dei suoi orecchi, è di grande importanza. I più competenti, fra i giudici del mondo, non sono stati mai impacciati nel stabilire le loro decisioni legali su quanto hanno potuto udire e vedere. Essi sono stati inabili nel scrutare nel fondo dei cuori dei popoli per scoprire i motivi nascosti, per i quali hanno parlato e si sono comportati da credenti, solo nei riguardi della loro vita. Ma il Giudice Gesù non si comporterà in tale modo essendo dotato del divino Potere di percezione e conoscerà la Verità su tutto e tutti: qualsiasi possa essere la loro professione. Perciò l’apostolo Paolo assicura che “Iddio ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’UOMO che Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti.”— Atti 17:31

L’IDDIO FORTE

Un altro titolo onorifico dal quale Gesù è stato designato, è l’IDDIO FORTE. Ora, ciò non significa che Egli sia stato, così altamente innalzato, nell’ordinamento divino, e sia l’Onnipotente, ma vuol dire che il Creatore è soddisfatto nel costatare che Gesù sia riconosciuto quale un Dio forte e di costatare che è adorato. In Giovanni 5:22-23, viene detto che “il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio, come il Padre…”

In Isaia 53:12, di nuovo è sottoposto alla nostra attenzione che il Padre celeste darà al Figlio “la sua parte fra i grandi…” In questo capitolo, infatti, sono profetizzate le sofferenze e la morte del Redentore del Mondo, che Gli è valsa ad ottenere che il Padre celeste” lo risuscitasse dalla morte e lo ponesse a sedere sul Trono, alla Sua destra.”

E lì Egli diviene “Iddio forte,” quell’ UNO a cui il mondo intero giustamente si rivolge per chiedere aiuto e, da cui, come rappresentante del Creatore, essi potranno giustamente attendersi d’essere benedetti e salvati dal peccato e dalla morte.

Un’altra profezia, concernente Gesù, il cui nome doveva essere “Emmanuele [che vuol dire “Dio con noi”—come rileviamo in Isaia 7:14. Ciò sta a significare l’ottenimento della stessa Onnipotenza di Dio, il Creatore dell’Universo, nelle funzioni di Suo Rappresentante.

La Venuta di Gesù sulla terra, per morire a favore del Suo popolo, costituì una meravigliosa manifestazione dell’amore di Dio verso le Sue creature. (Giovanni 3:16) I Suoi miracoli furono— e sono—un’eloquente illustrazione del Sommo Potere divino, lo stesso Potere che sarà esplicato dal glorificato Cristo, per sanare tutti gli ammalati e per risuscitare i morti.

Le Scritture dichiarano che, su quanto concerne la persona dell’Eterno Iddio, il Creatore dell’Universo, l’uomo non può “vederlo e vivere.” (Esodo 33:20) Però l’uomo constatò—manifestate—le gloriose caratteristiche di Dio e, tramite l’amministrazione anche, di più le ragioni per cui l’Onnipotente Iddio renderà operativa, a favore dell’umanità, la Sua Giustizia, l’Onniscienza, il sommo Potere e l’infinito Amore. Allora, i popoli, in letizia, riconosceranno Gesù quale rappresentante di Dio, nella vera manifestazione della Sua Presenza in mezzo a loro.

“IN QUEL TEMPO SORGERA’ MICAEL”

…scrive Daniele. Letteralmente, Micael vuol dire “Colui ch’è come Dio”: uno che agisce quale rappresentante di Dio. In questa particolare profezia, leggiamo che “Micael si leverà e che, allora, vi sarà un tempo d’angoscia qual non se ne ebbe mai da quando esistono le nazioni.” In altri termini, questo riferimento pone in risalto Gesù, in connessione con la Sua Opera preparatoria per la completa instaurazione del suo perfetto ordinamento d’ogni cosa, su la terra.

Mentre siamo abituati a riscontrane in Gesù un comportamento di inquietudine, gentilezza e pace, rileviamo che la manifestazione della Sua autorità ed il Potere che esplicherà contro il male e contro le inique istituzioni della terra causeranno un tempo di una tale distretta quale non ve ne fu giammai prima. Infatti, al presente stiamo riscontrando il principio di questa distretta, preannunciata per la fine di questa èra, perciò, in Isaia 11:2-9, ci è detto: che Gesù “Giudicherà i poveri con giustizia…e colpirà il paese con la verga della sua bocca e, col soffio delle sue labbra, farà morire l’empio.”

Egli sradicherà completamente la malvagità e l’empietà dalla terra, per instaurarvi a favore di tutti i popoli, tranquillità e pace. Tale stato di gioia e buona volontà, nella profusione del bene, farà seguito dalla distruzione di tutti i nemici di Dio e della Sua Giustizia, durante il Regno di Cristo e, come ci dice l’apostolo Paolo, “l’ultimo nemico, che sarà distrutto, sarà la morte… (I Corinzi 15:26) In quel tempo, ci dice Isaia 11:6: ‘il lupo abiterà con l’agnello ed il leopardo giacerà col capretto; il vitello, il giovane leone ed il bestiame ingrassato staranno assieme, ed un bambino li guiderà.’

QUESTO E IL NOSTRO DIO

Un’ altra profezia in cui Gesù vien riverito come “DIO” è riportata in Isaia 25:9: in riconoscenza delle benedizioni che saranno elargite dall’amministra-

zione del Regno di Cristo ai popoli, questi, in massa, ‘in quel giorno, diranno: ‘Ecco, questo è il nostro Dio, in Lui abbiamo sperato (Gesù Cristo), ed Egli ci ha salvati. Questo è l’Eterno in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza.’ Nel 6° versetto dello stesso capitolo ci è detto che l’Eterno farà preparare ‘un convito, per tutti i popoli, di cibi succulenti.’ Ragionevolmente, dobbiamo pensare che ‘tale convito’ è simbolico, ma costituisce l’adempi-mento di altre promesse divine, quali, ad esempio, le benedizioni di pace, benessere e giustizia, che saranno offerte e garantite a tutti i popoli. Una ‘festa, o convito’ rallegrerà le genti e corrisponde a quanto l’Eterno esprime in Aggeo 2:7, dicendo: ‘Io farò tremare tutte le nazioni e le cose più preziose di tutte le Nazioni, affluiranno ed io empirò di gloria questa casa…[cioè il Suo Popolo].

Dopo il corso dello “scrollamento” delle Nazioni, le benedizioni del Regno di Cristo saranno manifestate ai popoli ed il convito (o festa) sarà esteso a tutte le nazioni. Infatti leggiamo, in Isaia 25:7: ‘Il Signore distruggerà su quel monte il velo che copre la faccia di tutti i popoli e la coltre stesa su tutte le Nazioni.’ EGLI, simbolicamente, vuole indicarci che sarà donata la luce spirituale alle popolazioni oppresse. Quindi, in Sofonia, 3:9, il Signore aggiunge: ‘Allora io muterò in labbra pure la labbra dei popoli, affinché tutti invochino il Nome dell’Eterno, per servirLo di comune accordo. Così, secondo quest’ultima profezia, prima, il Signore muterà le labbra dei popoli in labbra pure e, poi, come risultato di tale cambiamento, i popoli stessi invocheranno il Nome del Signore e lo serviranno di comune accordo. Satana, allora, sarà legato, per mille anni, nel corso del Regno Millenario di Cristo e non potrà più sedurre i popoli ed influenzarli ad opporsi a Dio. Così la conoscenza del Signore coprirà la terra come le acque coprono il fondo dei mari e tutti conosceranno come servire il Signore, lungo le Sue giuste vie. — Apocalisse 20:1; Habacuc 2:14; Geremia 31:34

In Isaia 25:8, leggiamo: “EGLI annienterà la morte in eterno, il Signore, l’Eterno asciugherà le lacrime d’ogni viso…” Quale meraviglioso, prospettiva per l’avvenire, rispetto al presente. Evidentemente, questa è una delle promesse che l’apostolo Paolo aveva in mente quando scrisse che Cristo regnerà fino quando avrà messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi e l’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte.

La distruzione della morte costituirà un grande avanzamento verso l’asciugare la lacrime dal volto ed annullare i dolori di tutte le genti. Considerate un mondo nel quale non esisterà più la morte, chi non rileverà l’immensa diversità dal mondo d’oggi? Non vi saranno più, né menomazioni fisiche e morali, né vi sarà più il bisogno di fare piani per l’inevitabile attesa della morte ed il conseguente distacco dai propri cari. Perciò, quando queste meravigliose benedizioni perverranno a tutti per mezzo di Gesù, che morì per dar la vita al mondo, tutti esclameranno: Questo è il nostro Dio e “si piegherà ogni ginocchio, nei cieli, sulla terra e sotto alla terra ed ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria del Padre Suo.”— Filippesi 2:10-11

IL PADRE DELL’ETERNITA’

Il profeta Isaia dichiara che Gesù sarà, anche, il Padre dell’Eternità, in quanto donatore della vita. Ma ciò non vorrà dire che Egli sia quell’UNO che i Cristiani invocano quale Padre Eterno, e Creatore dell’universo. La vita che i popoli hanno ricevuta dal loro padre naturale è stata, ed è incerta e breve, ma quella che otterranno tutti color che saranno fedeli a Gesù riceveranno la vita eterna.

Vi sono altri passaggi biblici che pongono in luce tale aspetto Scritturale; uno d’essi lo troviamo 1 Corinzi 15:47, e dice: “il primo uomo Adamo, fu fatto anima vivente; l’uimo Adamo è spirito vivificante”…’il primo uomo tratto dalla terra, è terreno il secondo uomo è dal cielo.’ Qui l’Apostolo si riferisce a Gesù, ‘quale l’ultimo Adamo’ e dichiara che, nella Sua risurrezione, dai morti, Egli fu risuscitato ‘spirito vivificante’ e, cioè, quale un essere spirituale dotato del Potere di dare la vita ad altri. L’Apostolo pone in risalto che l’ultimo Adamo (Gesù) governerà e benedirà i popoli quale un essere spirituale perchè aggiunge che l’ultimo Adamo è, e sarà, il Signore del cielo.’

E’ un importante significato il concetto che, il glorificato Gesù è l’ultimo Adamo. Paolo dichiara che il “primo Adamo,” essendo provenuto dalla terra fu terreno e così, anche la sua consorte, Eva, ed ebbero l’ordine da Dio di moltiplicarsi e riempire la terra della loro prole. Così Adamo divenne il padre della razza umana. Quindi, avendo trasgredito la Legge divina, subì la condanna di morte che voleva significare che avrebbe potuto dare ai suoi figli solo una parte di vita, perché, ereditando dal padre, automaticamente furono, anch’essi condannati alla morte. Così il ‘primo Adamo generò la sua discendenza in uno stato morente. Per l’ultimo Adamo, però, sarà completamente diverso. Esaminando la Sua Opera dal punto di vista Scritturale, possiamo precisare che, mentre il primo Adamo generò la sua progenie nella condizione di’morenti,’ l’ultimo Adamo rigenererà i figli del primo Adamo e li abiliterà a gioire della vita eterna divenendo, così, come abbiamo già detto avanti, Padre dell’Eternità. ‘Gesù, ci ha salvati non per opere giuste, che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione ed il rinnovamento dello Spirito Santo, che Iddio sparse su noi, per mezzo di Gesù Cristo nostro Salvatore, affinché, giustificati, per la Sua grazia, noi fossimo fatti eredi, secondo la speranza della vita eterna.’— Tito 3:5-7

Con questo in mente, possiamo più agevolmente rilevare il significato della frase pronunciata da Isaia 53:10, dove dice che Gesù “vedrà una progenie e l’Eterno prolungherà i giorni e farà prosperare la Sua Opera, nelle Sue mani.” Ancora in Isaia, al versetto 8, leggiamo che ‘Gesù fu reciso dalla terra dei viventi e fu colpito per il peccato del Popolo di Dio.’ Isaia, nell’affermare che Gesù ‘vedrà una progenie’ si riferisce ai figliuoli che saranno generati — non nel modo consueto — ma in virtù del particolare che Egli fu, ed è, il Redentore del mondo: posizione per cui, oltre a giustificare tutti, sarà in grado di dare loro la vita, divenendo loro Padre nella sua qualità di ‘donatore di vita.’ Il Profeta scrive, anche, che ‘Gesù, dopo le sofferenze dell’anima Sua, vedrà la luce e tale visione lo colmerà di gioia.” (Isaia 53:11) Il termine ‘frutto’ è adoperato per indicare la nascita dei figli: ed il Profeta adopera tale termine in associazione con il metodo, mediante il quale Gesù darà vita ai popoli: ‘cioè tramite ‘il frutto del tormento dell’anima sua.’ Tale frutto è chiaramente [in parte] descritto nel 53° capitolo d’Isaia e, fra l’altro, dice:’…disprezzato ed abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con il patire, pari a colui, dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato e non ne facemmo stima alcuna… E, come l’agnello, portato allo scannatoio e, come la pecora muta, davanti a chi la tosa, Egli non aprì la bocca.’

Si! queste furono, di certo, le sofferenze che lo accompagnarono sino alla crocifissione, fino a quando, col cuore infranto, esclamò: tutto è compiuto.’ ‘Così, dalle sofferenze, scaturirà una vita rigenerata, per tutti i figli del ‘primo Adamo,’ cioè coloro che l’accetteranno nei dovuti termini di credere ed ubbidire. E ‘Gesù vedrà il frutto del tormento dell’anima. Sua e ne sarà saziato’: perché innumerevoli milioni di uomini lo acclameranno quale loro Padre e donatore di vita. E tutti, in un accordo totale, innalzeranno le loro lodi a Lui ed all’Altissimo Creatore dell’Universo.

IL PRINCIPE DELLA PACE

Gesù, il Salvatore del mondo, sarà anche, il “Principe della Pace.” (Isaia 9:5) L’Angelo che annunciò la nascita di Gesù, prospettò, anche, la letizia che avrebbe portato la ‘Pace in terra’ che, infine, diverrà una realtà, anziché—come nel passato—è stata solo agognata dagli angeli cantori, alla festività di Natale. Gesù deve essere rappresentato dal ‘Monte della Casa dell’Eterno che s’ergerà sopra la sommità dei monti…ed i popoli affluiranno ad esso…’ (Michea 4:1) Quando le Nazioni della terra realizzeranno il completo fallimento di tutti gli sforzi umani per stabilire la pace, al posto del presente caos che è dilagato nel mondo, gli uni diranno agli altri, ‘venite, saliamo al Monte dell’Eterno e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; Egli c’insegnerà le Sue Vie e noi cammineremo nei suoi sentieri.’ (Michea 4:2) In definitiva, il ‘Principe della pace’ la stabilirà su la terra. E di più, anche fra le Nazioni, nel senso universale—fra e dentro le Nazioni; nelle Comunità e nelle famiglie e, infine, nei cuori di coloro che, per Gesù, accettano le benedizioni di grazia divina e sono ubbidienti alle Leggi vigenti nel Regno governato da Lui.

La pace del cuore sarà conquistata in risultanza dell’avvenuta acquisizione della Pace con Dio. Le Scritture presentano quella parte dell’umanità che “avendo perduto ogni sentimento, si è abbandonata nella dissolutezza, sino a commettere ogni sorta d’impurità [opere cattive ]” (Efesini 4;19) Ma il grande principe della pace, quale Consigliere, Mediatore, e Giudice, effettuerà una sicura riconciliazione fra Dio e l’uomo e la famiglia umana non sarà più ribelle verso il Creatore. Così, pervenendo ‘in armonia con Dio, godranno della Sua benevolenza, lungo tutto il corso della loro vita eterna.’— Salmo 30:5

ALL’AGNELLO, OGNI GLORIA

Gesù, il Salvatore del mondo, in Apocalisse (5:6, 11-13) è descritto quale “un agnello che pareva d’essere stato immolato.” Tale descrizione la troviamo in molti altri passaggi Scritturali. In Isaia 53:5, troviamo descritte le sofferenze e la morte del Salvatore del mondo. Poi, l’Apostolo in (I Pietro 1:11) spiegò che le profezie predicevano anche la gloria che Gli sarebbe derivata. Un’altra splendida descrizione della gloria che Gesù avrebbe ottenuto è descritta in Apocalisse (5:13) E ve la riportiamo: “Tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte le cose che sono in esso, dicevano: ‘A Colui che siede sul trono ed all’Agnello, siano la benedizione, l’onore, la gloria e l’Impero, nei secoli dei secoli.”

Eccovi l’espressione d’una completa riconciliazione, esternata all’Eterno Iddio ed al Suo diletto Figlio nostro Salvatore, che tutte le creature devote innalzeranno a Dio ed all’Agnello. Ciò non sta a significare che sarà erogata la salvezza universale a tutti, indistintamente, sia credenti che miscredenti, poiché “é scritto” in Atti (3:19-23) che ‘ogni anima la quale non avrà ascoltato questo profeta (GESÙ) sarà distrutta, del tutto, di mezzo al popolo.’

INSIEME CON L’AGNELLO

L’Agnello che fu ucciso per i peccati del mondo e che, ora, è onorato, sedendo sul Trono del Padre, alla Sua destra, è in attesa d’essere—al proprio tempo—il Re della terra ed il profetizzato “Leone della tribù Giuda” (Apocalisse 5:5; Genesi 49:9), in Apocalisse 14:1, come è indicato ‘stare con i suoi redenti sul Monte Sion e con Lui erano centoquarantaquattro mila persone che avevano il Suo Nome ed il nome del Padre Suo, scritto su le loro fronti.” Questo è un simbolo della Sua autorità regale ucui è stato innalzato; inoltre, ancora in Apocalise 14:2, 3, 4, leggiamo: E udii una voce dal cielo, come un rumore di molte acque … e cantavano un nuovo cantico, davanti al trono … e nessuno poteva imparare il cantico se non quei centoquarantaquattromila, i quali sono stati riscattati dalla terra: essi sono quelli che non si sono contaminati … e che seguono l’Agnello dovunque vada. … Essi son stati scelti di fra gli uomini per essere primizie a Dio ed all’Agnello.” E sono menzionati anche da Paolo ai Romani (8:16-17), che li qualifica ‘figli di Dio ed afferma’—‘se sono figli, sono anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo.’

In definitiva, costoro costituiscono la vera Chiesa di Cristo, chiamati fuori dal mondo, durante la trascorsa èra e la presente, in base alla loro fedeltà nell’offrire la loro vita al servizio divino, onde condividere la gloria e l’onore del Regno assieme con il loro Signore. Che regneranno con Lui, quali Sacerdoti e Re (Apocalisse 20:6), e, insieme a Lui, giudicheranno il mondo e serviranno, anche da “ministri della riconciliazione.” (2 Cor. 5:18) Di certo, essi godranno e condivideranno, con Gesù, gli alti onori nel servire il Padre celeste nella vasta Opera di riconciliazione con il mondo, secondo il Suo Piano. E, come assicurò loro Gesù (Giovanni 14:2-3) condivideranno perfino la celeste dimora con Lui.

La Sposa di Cristo (la Chiesa) condividerà con Lui anche l’Opera futura di restaurazione, ridonando la vita alla morente razza umana, restaurando color che si dimostreranno ubbidienti e volenterosi di perfezionare la loro mente ed il loro cuore allo stesso stato che l’Eterno Iddio creò Adamo ed Eva, prima della loro trasgressione. Perciò il Rivelatore scrive (Apocalisse 22:17): “Lo Spirito e la sposa dicono: vieni! E chi ode dica: vieni! E chi ha sete, venga; chi vuole prenda in dono dell’acqua della vita.” Non è questa una radiosa prospettiva?

In Isaia 11:1, Gesù è descritto come un “rampollo—o ramo del tronco di Davide.” Iesse fu il padre del re Davide di cui le Scritture dicono che Gesù sarebbe suo figlio. Infatti, in Apocalisse 22:16, il Rivelatore scrive: ‘Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose, nelle Chiese. Io sono la radice e la progenie di Davide, la lucente stella mattutina.’

Per quanto concerne la relazione di Gesù con il genere umano, Egli fu il discendente di Davide, cioè “la pianticella al di sopra della terra,” ma, nel Suo ruolo di Salvatore e Donatore di vita, diviene la ‘radice’ di Davide, cioè l’origine da dove Davide riceverà vita. E, non solo Davide, ma—come abbiamo chiarito—tutta l’umanità avrà l’opportunità di ottenere il dono della vita eterna, tramite la Sua Alta Opera di redenzione. Ora rileviamo che Gesù parla di sé stesso raffigurandosi quale ‘Stella Mattutina’ e in Malachia (4:2) è descritto quale ‘il Sole della Giustizia e la guarigione sarà nelle sue ali.’ Certo, per i vitali raggi del favore divino, che irradieranno da Lui, durante il corso del Suo Regno Millenario, tutta l’umanità potrà ottenere il privilegio d’essere restaurata alla perfezione originale. Or, come Egli splende, per tutti i suoi fedeli seguaci, come la ‘Stella Mattutina,’ così splenderà, per tutta l’umanità, quale ‘ Sole della Giustizia.’

La Stella Mattutina è quella che appare prima dell’alzarsi del sole. Ora, riferendoci al’illustrazione della profezia rileviamo ch’essa vuol ricordare, prima che il mondo riconosca il rincuorante calore dei raggi del sole di Giustizia, apportatore di sanità corporale e Spirituale, di riconoscere la Presenza di Gesù, quale nuovo Re, anche tramite le Profezie Scritturali e dai “segni del tempo.” A tale scopo, l’apostolo Pietro (2, 1:19) esorta il popolo del Signore” di prestare attenzione alla Parola profetica…come ad una lampada splendente in luogo oscuro, finchè spunti il giorno e la stella mattutina splenda nei vostri cuori.”

Noi crediamo che la “Stella Mattutina” è di già visibile agli occhi dei fedeli seguaci di Cristo e che fra breve tenebre ed il caos saranno annullati dalla salda autorità di Gesù, quale nuovo RE della terra. In attesa di tale gloriosa instaurazione, esortiamo tutti coloro che camminano nelle Vie del Signore, ad esaminare le testimonianze profetiche della Parola di Dio, più profondamente, onde acquisire la certezza che Gesù. Colui che nacque a Bethleem, circa duemila anni or sono e, poi, morì crocifisso quale Redentore del mondo, fu, poi, risuscitato dai morti come un ESSERE DIVINO. Egli, ora è Presente e quasi pronto a manifestarsi al mondo, per effettuare l’adempimento di tutte le gloriose promesse divine, le quali preannunciano le ricchezze e l’universalità delle benedizioni di perfetta sanità e vita che—fra breve—saranno concesse a tutta l’umanità, per VOLERE DIVINO, nel Regno Millenario di Cristo, nostro Signore e Salvatore del Mondo.



CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Maggio-Giugno 2013

Perchè L’uomo Fù Riscattato?

SPINGENDOCI PIÙ A FONDO a sondare le ragioni per cui la razza fu riscattata, abbiamo la testimonianza dell’Apostolo il quale ci dice che nostro Signore, per questa opera, divenne (acquistò il diritto di divenire) il Mediatore del Nuovo Patto (Ebrei 8:6; 9:14-16). Il Nuovo Patto è una disposizione emanata da Dio, per la quale Egli può esercitare la misericordia verso tutta la razza decaduta. Il Nuovo Patto non potrebbe entrare in vigore senza un mediatore, il quale si garantisca davanti a Dio per certe contingenze in favore dell’umanità. In primo luogo, occorre che Egli riscatti l’uomo, pagandone il prezzo totale del riscatto, questo sacrificio che fece nostro Signore Gesù, in conseguenza è indicato come “il sangue del Patto,” per cui, questo patto diviene effettivo ed efficace. Avendo riscattati gli uomini dal peccato e dalla conseguente condanna che incombeva su loro, il Mediatore può sigillare il Nuovo Patto e porlo in vigore. Da tal momento Egli è pienamente qualificato ed autorizzato a far tutto ciò che è in suo potere per gli uomini riscattati, onde ricondurli alla piena perfezione umana ed alla armonia assoluta con Dio, per poi presentarli al Padre, senza macchie, perfetti nell’amore e non più bisognosi—in quel momento—di un patto speciale di riconciliazione, né di una mediazione. Ma questa opera, ben lontana dall’essere compiuta, è solamente iniziata. Il mondo non è stato ancora accettato dal Padre ed è proprio tale compito che costituirà tutta l’opera della restaurazione dell’Età Millenaria nell’adattare e preparare gli uomini ben disposti ed obbedienti alla perfetta armonia d’una completa riconciliazione, con il Padre.

In attesa, durante questa Età dell’Evangelo, Iddio chiama un piccolo numero dei membri della razza riscattata: coloro che intendono la chiamata divina e si avvicinano al Padre per la fede nel Salvatore e nella Sua opera, sono considerati come perfetti, da Dio ed accettati come tali da Lui, onde possano presentarsi, con il loro Redentore, in sacrificio vivente al servizio del Padre e del Suo Piano e sviluppare così in essi la somiglianza del Diletto Figlio di Dio. Coloro che soffriranno volontariamente e gioiosamente con Cristo, potranno essere glorificati con Lui ben presto e divenire eredi ed associati con Lui nell’opera millenaria che dovrà benedire il mondo alle condizioni del Nuovo Patto. Occorre ricordare che essi costituiscono delle eccezioni rispetto al resto dell’umanità. Essi sono gli “eletti” dell’Età dell’Evangelo, considerati i “fratelli” di Cristo, la ‘Sposa’ di Cristo, la ‘Chiesa che è il Suo Corpo,” ma non sono, invece, mai, denominati i ‘figli’ di Cristo. Essi sono accettati dal Padre celeste quali figli, e generati alla natura celeste mediante la Parola di Verità e dallo Spirito di questa Parola. Come abbiamo già rilevato, essi possono riconoscere a buon diritto Jéhovah come loro Padre, poiché sono direttamente generati da Lui, e sono dei ‘fratelli’ di Cristo Gesù. — I Pietro 1:3

Per gli esseri umani, in generale, intanto, il Piano divino è differente. In luogo di essere giustificati dalla fede e generati alla natura divina con quanto consegue, essi attendono sino all’Età Millenaria. Allora, in luogo di essere generati da Jéhovah, ad una nuova natura, essi otterranno di nuovo la loro primitiva natura, quella umana, redente dalle imperfezioni e dalla corruzione del peccato. La speranza del mondo risiede nella restituzione di ciò che fu perduto nell’Eden. (Matt. 18:11; Atti 3:19, 21) Le disposizioni divine emanate per il mondo sono esattamente quelle che noi abbiamo indicate nel riscatto. L’uomo Cristo Gesù depose la sua perfezione umana e tutti i diritti ed i privilegi annessi e connessi, al fine di riscattare per l’umanità ‘ciò che era stato perduto,’ la perfezione umana nell’Eden, la sovrana autorità loro conferita da Dio, con tutti i diritti ed i privilegi inerenti, onde riscattare per l’umanità ‘quanto era stato perduto:’ la perfezione umana dell’Eden; l’autorità sovrana e tutti i diritti e privilegi dell’uomo, compresi quelli della comunione con Dio e della vita eterna. In ciò consiste quanto fu comprato per l’umanità e che, al proprio tempo, dovrà essere offerto a tutti gli esseri umani sotto il Nuovo Patto.

Fatto che questa età del Vangelo è stato consacrata dal Signore alla selezione del “Corpo di Cristo, per il mondo, non detiene per se solo le funzioni di Padre, o dispensatore di vita al mondo. Egli si è procurato “un Piccolo Gregge” i cui membri sono alla Sua somiglianza. Essi hanno partecipato alle sofferenze del tempo presente e parteciperanno della gloria avvenire, con Lui costituendo tutti insieme il gran Profeta, il Sommo Sacerdote, il gran Re, il gran Dispensatore di Vita o Padre dell’umanità: per dare la vita a chiunque vorrà riceverla, sotto le condizioni del Nuovo Patto. In accordo con questo pensiero, le Scritture dichiarano che uno dei titoli di nostro Signore è: ‘Padre Eterno.’ Nostro Signore non ha ancora coperta questa carica in alcun senso, ma Egli che comprò il mondo a prezzo della sua vita, ha ricevuto, in virtù delle disposizioni divine, la potenza, il pieno diritto e l’autorità di accordare a tutti coloro che vorranno riceverlo—secondo le sue condizioni—tutto ciò che fu perduto e tutto ciò che fu riscattato: la vita, i diritti e le perfezioni dell’uomo, insieme con una conoscenza più estesa.

Nostro Signore è divenuto, dunque, il Padre legittimo della razza, dandole una vita che è costata la sua. Le Scritture ci fanno comprendere che gli esseri umani sono interamente nelle Sue mani. Egli agirà con essi in maniera assoluta, per giudicare se saranno degni o indegni della vita eterna. Questo farà nostro Signore Gesù, per il mondo, a titolo di Padre, nell’Età prossima. Egli lo farà per la Sua Chiesa, Sua sposa, la Sposa durante l’Età attuale. Noi vediamo, in tal fatto, una illustrazione delle parole dell’Apostolo, indicanti che, come il Padre celeste è il Capo (Testa) di Cristo, così, Cristo è il Capo (Testa) della Chiesa, al pari dello sposo, il capo (testa) della moglie e della famiglia. In relazione, leggiamo: “Il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio.”—Giov. 5:22

In una maniera simile gli esseri umani, i figli di Cristo, dovranno rivolgere interamente a Lui ogni richiesta, loro Capo (Testa), loro Padre, e non avranno alcun rapporto col Padre celeste né saranno riconosciuti da Lui, prima della instaurazione dell’Era Millenaria e di aver ricondotti alla perfezione coloro i quali vorranno beneficare di questi privilegi. Ma, al termine dell’Età Millenaria, allorché il nostro Signore Gesù rimetterà il Regno a Dio, al Padre stesso, allora ugualmente essi saranno presentati, al grande e supremo Padre di tutti, a Jéhovah, l’Onnipotente, e saranno sotto il Suo governo diretto.—I Cor. 15:24

Da questo punto di vista si può vedere perché il nostro Signore Gesù è denominato il Padre della razza riscattata e ristabilita, ma non fu riconosciuto anteriormente, come il padre di Adamo e dei suoi figli, benché Egli fu il creatore diretto di Adamo, così, come è scritto: “Senza di lui neppure una delle cose fatte è stata fatta.” La differenza sta nel fatto che, alla creazione originale, il Logos, fu l’agente di Jéhovah e compì un’opera senza alcun costo da parte sua, mentre, divenuto il secondo Adamo, darà agli uomini dei diritti alla vita, i quali gli sono costati la sua propria vita e che ha comprato con il suo sangue prezioso.




Nel Principio

QUANDO LEGGIAMO NELLA Genesi “Nel principio Dio creò i cieli, e la terra,” dobbiamo ricordare che questo principio non si riferisce all’universo ma semplicemente al nostro pianeta. Dopo è avvenuto che ‘le stelle del mattino cantavano tutte insieme’ e che tutti i [18] figli angelici di Dio ‘davano in gridi di giubilo,’ quando il Signore pose le fondamenta della terra e gli dette ‘le nubi per vestimento e per fasce l’oscurità’ (Giob. 38:4-11) Nella Bibbia, però, si parla ancora di un altro principio precedente, un principio che viene prima della creazione di quei figli angelici di Dio, come si legge ‘Nel principio era la Parola [Logos], e il Logos era con il Dio, e il Logos era un Dio. Esso era nel principio con il Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lui, e senza di lui neppure una delle cose fatte è stata fatta.’ (Giov. 1:1-3) (Vedere V Serie, Capitolo 3). Dato che Geova stesso va da eternità a eternità, non ha avuto principio: ‘L’Unigenito’ ha la somma distinzione, al di sopra di tutti gli altri, di essere ‘Il principio della creazione di Dio,’ ‘primogenito d’ogni creatura.’ (Apoc. 3:14; Col. 1:15) Man mano che i vari ordini angelici venivano creati, uno per uno, altri principi a loro volta vennero in essere, e questi principi avvennero nel passato, di modo che i loro eserciti celesti hanno potuto gridare di gioia allorquando le creazioni della nostra terra, di cu si parla nella Genesi, ebbero il loro principio.

Esaminando da un punto di vista critico le espressioni della Genesi, comprendiamo che è fatta una distinzione tra la creazione dei cieli e della terra (versetto 1) e gli ordinamenti seguenti, ovvero l’ordine di questi, e le successive creazioni della vita vegetale e animale. Sono queste operazioni successive che sono descritte come l’opera divina di sei giorni epocali. Il versetto 2 ci racconta che proprio all’inizio del primo giorno di quella settimana della creazione la terra, sebbene senza forma (ordine) e deserta (vuota), era informe, vuota e buia. Si dovrebbe decisamente prestare attenzione a quest’argomento importante. Se riconosciuto, sostiene immediatamente la testimonianza offerta fin qui dalla geologia, e, visto che saremo costretti a disputare le deduzioni dei geologi su alcuni punti, è bene che riconosciamo e respingiamo immediatamente qualsiasi cosa che non abbia bisogno di essere sostenuta con fermezza a difesa della Bibbia. La Bibbia non dice quanto tempo sia passato tra il principio quando Dio ha creato i cieli e la terra, e il principio della settimana della creazione usata per perfezionare il creato per l’uomo: e neppure i geologi sono d’accordo fra loro sul periodo [19] di questo intervallo: alcuni estremisti si abbandonano a congetture pazzesche di milioni d’anni.

Arrivando, poi, al periodo della creazione, all’-ordinamento delle cose nei nostri cieli e nella nostra terra in preparazione del Paradiso di Dio per l’abitazione eterna dell’uomo, notiamo che in nessuna parte questi “giorni” sono definiti come giorni composti di ventiquattro ore, e perciò, non siamo obbligati a limitarli in tal modo. Nella Bibbia troviamo che con la parola giorno sono indicati un’epoca o un periodo. Non vuol dir nulla il fatto che sia usata più frequentemente con riferimento ad un periodo di ventiquattro ore, fintanto che abbiamo la testimonianza scritta del “giorno della tentazione nel deserto … quaranta anni” (Sal. 95:8-10), e volte un ‘giorno’ oppure un ‘tempo’ rappresentano un periodo di un anno (Num. 14:33, 34; Ezech 4:1-8), come pure l’affermazione dell’-Apostolo: ‘Un giorno per il Signore è come mille anni.’ (2 Piet. 3:8) È sicurissimo che questi giorni epocali non furono giorni solari, poiché la testimonianza scritta è che il sole non fu visibile sino al quarto giorno: la quarta epoca.

Crediamo che i nostri lettori siano d’accordo sul fatto che, sebbene la lunghezza di questi giorni epocali non sia indicata, ci sia permesso di presumere che questi fossero dei periodi uniformi, vista la loro simile identità quali membri di una settimana di creazione. Quindi, se si riesce ad ottenere la prova ragionevole della lunghezza di uno di questi giorni, saremo completamente autorizzati a presupporre che gli altri abbiano avuto la stessa durata. Allora, troviamo evidenza sufficiente che uno di questi “giorni” di creazione fu un periodo di settemila anni e, perciò, che l’intera settimana della creazione risulterebbe essere 7.000 x 7 uguale a 49.000 anni. Sebbene questo periodo sia infinitesimale se paragonato ad alcune ipotesi geologiche, crediamo che esso sia irragionevolmente molto vasto perché vi si sia compiuta l’opera che vi è stata compiuta secondo quanto ci è stato rappresentato: l’ordinamento e il riempimento della terra, che già ‘era’ in esistenza, ma ‘senza forma [ordine] e deserta [vuota].’

(Continua Nel Prossimo Numero)



Associazione Studenti Biblici Aurora