AURORA
Luglio-Agosto 2012

Contenuto Di Questo Numero

  1. La Gran Via Della Santità
  2. “Sii Forte E Coraggioso: Non Aver Paura E Non Sgomentarti Perchè L’Eterno Il Tuo Dio E Con Te Dovunque Tu Vada.”
  3. Gesù: Il Primo Ad Essere Unto Con Lo Spirito Santo
  4. STUDIO BIBLICO: Il Piano Di Dio Per La Vita Futura

La Gran Via Della Santità

MENTRE LA SPERANZA particolare dell’età del Vangelo è incomparailmente gloriosa, e che, consequentemente, la sua via è difficile, stretta ed angusta a cagione delle pene e dei pericoli di ogni giorno, di ogni passo, di guisa che pochi la trovano ed ottengono il gran permio al suo termine; il nuovo ordine di cose nell’età che si approssima sarà intieramente diverso.

Nel modo stesso che una speranza diversa vi è presentata, così ancora una via nuova vi conduce. Quella dell’immortalità è stata una via che ha richiesto il sacrificio di speranze ad ambizioni e desideri altrimenti giusti e legali; essa rchiese, in breve, il sacrificio della natura umana e per sempre. Invece la via verso la perfezione umana, verso la restituzione, non richiederà se non che la purificazione dal peccato; non il sacrificio dei diritti e privilegi umani ma del farne uso proprio. Essa condurrà alla purificazione e allo ristabilimento dell’immagine di Dio di cui godeva Adamo prima della caduta.

La via del ritorno alla vera perfezione umana sarà resa molto facile e ben riconoscible, benchè “gli stolti non vi passeranno.” (Isaia 35:8) Talmente distinta sarà detta via che nessuno sentirà il bisogno d’insegnare il suo vicino dicendogli: ‘Conosci il Signore’; perciocchè tutti lo conosceranno dal maggiore al minore.’ (Ger. 31:34) Invece di una via stretta, trovata solo do pochi, sarà una ‘gran via,’ uno stradone publico; non un sentiero stretto, ripido, erto ed angusto, ma una via specialmente preparata per viaggiare agevolmente, e, particolarmente disposta per le agevolezze e convenienze dei viaggiatori. I veersi 8 e 9 mostrano ch’essa è una via publica, aperta a tutti i riscattati, ad ogni uomo. Ogni uomo per quale Cristo morì, che vuole riconoscere le benedizioni acquistate dal prezioso sangue e profittarne può valersi da quella gran via della sontità, santificazione verso lo scopo grandioso di perfetta restituzione alla perfezione umana e alla vita eterna.

Non solo che gli uomini saranno considerati come giustificati e riguardati da Dio come essendo in una poizione di santificazione e di perfezione fin dal primo passo che faranno su quella gran via di santità, ma cammineranno strada facendo verso la reale perfezione, coe frutto dei loro sforzi e della loro ubbidienza, a cui ogni cosa sarà resa favorevole dal Redentore che allora regnerà con potenza. Ogni uno sarà aiutato indidualmente secondo i suoi bisogni dal perfetto e savio ordinamento del nuovo regno. Questo sarà il risultato legittimo del riscatto. Poichè il nostro Signore, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso per prezzo di riscatto per tutti, vuol che tutti pervengano alla conoscenza della verità, e per quel mezzo alla perfezione reale, perchè egli non stabilisce, ipso facto, una buona e larga via per tutti? Perchè non rimuove le ostruzioni, le pietre d’intoppo, gli agguati ed i lacci? Perchè non aiuta egli il peccatore a tornare in piena armonia con Dio, invece di fare la via stretta, spinosa, difficile a trovare e ancora più difficile a seguire? La mancanza di dividere giustamente la parola della verità, l’ignoranaza che la presente via stretta conduca ad un premio speciale e che essa è per la prova e l’elezione di un “piccolo gregge” di coeredi di Cristo, del Corpo di Cristo, il quale, una volta completato è esaltato col suo Capo, deve benedire tutte le nazioni, ha condotto molti cristiani ad una idea molto confusa su questo soggetto. Non scorgendo il piano di Dio, molti si provano a predicare una gran via di santità facile a seguire nell’età presente, allorchè nessuna via consimile esiste, e volendo adottare le loro teorie erronee ai fatti a alle Scritture, non fanno che rendere la cosa più confusa e imbrogliata. Su quella gran via che fra breve sarà aperta, non vi saranno le cose conducente al peccato perchè saranno vietate mentre che, coloro che camminano sulla via stretta devono rinunciare a se stessi e sacrificare molte cose non peccaminose e combattere continuamente contro al peccato che li avvolge. Questa è una via di sacrifizio, mentre la futura sarà una gran via di giustificazione.

Ci è detto, in linguaggio simbolico, altamente significativo, che su quella gran via non vi sarà leone ne alcuna delle fiere rapaci vi salirà o vi si troveerà. Quanti leoni spaventevoli si trovano attualmente sulla via di quelli che di tutto cuore vorrebbero evitare la via del peccato e seguire la giustizia? Ecco il leone d’una opinione pubblica corrotta e traviata che ritiene molti dall’aventurarsi a seguire le prescrizioni della coscienza nelle cose della vita giornliera, nel contegno, circa il vestire, le occupazioni, l’arreda-mento ecc. V’ha il leone della tentazione alcolica che è d’impedimento per migliaia e migliaia di seguire la buona via; costoro sarebbero felicissimi di potersene liberare.

I proibizionisti e fautori della temperanza hanno una impresa erculea, una opera che l’autorità e la potenza dell’età ventura soltanto potranno condurre a buona fine. Altrettanto si può dire di tutti gli sforzi nobili e generosi di riforme morali. “Nessuna fiera rapace vi si troveerà. “Nessuna di quelle corporazioni gigantesche, organizzate per l’incremento di interessi egoistici e personali a detrimento del benessere generale, vi sarà tollerata. ‘Non si farà nè guasto in tutto il monte (regno) della mia santita,’ dice il Signore.’ (Isaia 11:9) Certo sarannovi pure della difficoltà da superare, l’inclinazione al male, ecc., ma sarà una via ben facile in confronto della via stretta di questa età. Le pietre (d’intoppo) saranno tutte allontante e lo standardo della Verità sarà disteso per tutti i popoli. (Isaia 62:10) Superstizione ed ignoranza saranno cose del passato: la giustizia riceverà il suo meritato premio, mentre una giusta retribuzione sarà ministrata anche al male, (ved. Mal. 3:15, 18). Mediante castighi salutari, incoraggiamenti acconci e instruzioni chiare, gli uomini ritorneranno come tanti figliuoli prodighi, e saranno disciplinati ed educati alla perfezione sublime dalla quale il nostro padre Adamo decadde. ‘Qualli che dal Signore saranno stati riscattati ritorneranno dallo stato di morte, alla gran via di santità e verranno in Sion con canto; a allegrezza eterna sarà sopra il capo loro; otterranno gioia e letizia, e il dolore e i gemiti fuggiranno.’ (Isaia 35:10) Il Signor Gesù si rifeerì a due di queste vie perchè il momento opportuno per l’apertura della terza non era giunta anocra, così nell-annunziare la buona novella Gesù dice: ‘Oggi quella parola della Scrittura, che voi avete intesa, e compiuta,’ ma egli omise di menzionare il giorno della vendetta, perchè non era il momento propizio (conf. Luca 4:19-21 ed Isaia 61:2). Ma ora che la via stretta volge al suo termine, la gran via della giustizia comincia a discernersi sempre più distintamente alla luce dell’aurora del giorno che all’orizzonte rosseggia. Così abbiamo trovato che la gran via della santità ‘sarà aperta dal nostro Signore che diede se stesso in riscatto per utti riscattandoli tutti dalla distruzione, rendendo per loro la via molto agevole ed accessibile mediante il proprio prezioso sangue. Abbiamo trovato che la ‘via stretta,’ aperta pel merito dello stesso prezioso sangue, è una via speciale che conduce ad un premio speciale a che essa è fatta particolarmente stretta e difficile nell’intento di provare e di disciplinare coloro che sono ora scelti per divenire partecipanti della natura divina a coeredi col Signore Gesù nel regno della gloria che sarà rivelato fra breve per le benedizioni di tutti. Chiunque he questa speranza e vede il premio, può riguarare tutte le altre speranze terrene come un niente, o come “scoria” in confronto di questa.—Filipp. 3:8-15




“Sii Forte E Coraggioso: Non Aver Paura E Non Sgomentarti Perchè L’Eterno Il Tuo Dio E Con Te Dovunque Tu Vada.”—Giosue 1:9

LE PROFEZIE DELLA Bibbia ci presentano un quadro generale degli avvenimenti mondiali, in modo bene preciso, permettendoci, anno per anno, la realizzazioni di fatti preannunziati fino ai giorni in cui vivanmo. Gesù promise ai suo discepoli che lo Spirito Santo, loro inviato, li avrebbe dotati del potere d’annunziare gli “eventi da venire. Per gli Apostoli lo Spirito Santo fu una potenza rivelatrice che permise loro di scrivere delle profezie delineanti in grandi tracciati le esperienze della. Chiesa, durante il corso dell’epoca Evangelica, e di descrivere la forma degli avvenimenti che concernano piu la Chiesa di Cristo Gesù che il mondo.

I compilatori della Bibbia ci danno un resoconto esatto degli eventi politici interanzionali, che esercitano una grande influenza sugli affari del mondo. Noi pensiamo che tutti i varii informazioni portano al giorno del giudizio delle nazioni e siamo impressionati dai numerosi segni indicativi dell’approssimarsi di ostacoli critici sia per le nostre frontiere che attraverso tutto il mondo.

Coloro che hanno fede nelle promesse divine, ci assicurano che attualmente, siamo al tempo del giorno del Signore, e che la sua sovrana proffidenza, controlla gli affari degli uomini. La forma degli avvenimenti da svolgersi e determinata dal dregreto divino; secondo le indicazioni delle Sacre Scritture e noi abbiamo pieno fiducia in esse. Noi viviamo al tempo della fine di un “Epoca” (dal greco (Aion) Età. Ai discepoloi che domandavano a Gesù come avrebbero riconosciuto questi tempi egli disse: ‘Perchè allora vi sarà una grande afflizione tale, che non v’e stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora.’—Matteo Cap. 24

Il Profeta Daniele nel Capitolo 12 versetto 1 descrive la situazione mondiale del tempo presente come “un tempo d’angoscia quale non se ne ebbe mai da quando esistono nazioni.” Quasi tutte le profezie rivelano che non vi sara alcuna pace permanente nonostante tutti i sforzi se pure sinceri potra essere stabilita, poiche solo Cristo Gesù. Il nuovo RE della terra, sara all’altezza di risolvere la crisi di tale situazione mondiale.

Secondo le Profezie il fine di questa grande afflizione verte a distruggere la presente epoca, permeata di malvagità. L’Apostolo Paolo nella sua lettera indirizzata alla Classe dei Galati descrive la presente eta come la “malvaggia eta.” E poi l’Apostolo nella sua lettera scritta alla classe di Tassalonica 5:2-3. Il giorno del Signore verra come un ladro di notte. Quando in fatti diranno pace e sicurezza allora una subitania rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla dona incinta e non scamperanno affato. La profezia di Paolo insiste sulla natura inattesa di tale angoscia ed afferma che essa sopravverra quando gli uomini invocheranno pace e sicurezza. L’affermazione che l’angoscia sara paragonabile ad un “travaglio” ci permette d’individuare la forma generale degli avvenimenti in questo ‘giorno del Signore.’ Le doglie del parto si effettuano con spasimi e dolori intermittenti, interrotti da periodi di calma. Questi dolori s’intensificano a misura che si approssima il parto.

S’in dalla prima guerra mondiale del 1914 possiamo costatere che intorno al mondo le guerre hanno avuto luogo in diversi località e la più terribile guerra fù la seconda guerra mondiale alla quale per terminarla due Bombe atomici furono buttate in due citta Giapponesi uccidendo migliaia di personi innocenti.

Il Signore mediante il profeta Isaia aveva già espresso alcuni eventi mondiali che si avrebbero materializzato verso la fine del presente mondo. “L’eterno avanzerà come un eroe, acciterà il suo ardore come un guerriero; manderà un grido, si, un grido lacerante; trionferà sui suoi nemici. Per lungo tempo sono stato in silenzio, ho taciuto, mi sono contenuto, ma ora griderò come una donna che ha le doglie di parto respirerò.” (Isaia 42:13-14) Nel Salmo 46:6 leggiamo: ‘Le nazioni tumulteranno. I regni vacillarono. Egli mando fuori la sua voce, la terra si sciolse.’

Come la donna in doglia non grida se non durante i dolori, cosi la voce del Signore ha esercitato la su influenza negli spasimi dell’angoscia che, dopo la guerra del 1914 ha portato allo sfacelo la maggior parte dei Re (case reali) Di conseguenza l’ordine sociale o terra di cui queste case reali erano i regnanti, caddero nelle mani di governi dittatoriali ed e ben notare che questi governi dittatoriali dopo la seconda guerra mondiale furono aboliti.

E interessante notare che dopo il primo conflitto mondiale si formò la Società della Nazioni, dove quasi tutte le nazioni si riunirono a Londra per una conferenza economica. In seguito vi fù il raduno per il secondo conflitto mondiale che fu seguito anche da una Lega delle Nazioni Unite, il cui compito e di evitare una terza guerra mondiale e risolvere i problemi di tutte le nazioni del mondo, il cui quartiere generale e nella città di New York.

DALLE ESTREMITÀ DEL SETTENTRIONE

Geremia 1:13-14 ci presenta sotto un’altro aspetto la “forma generale della grande angoscia:” ‘calamità’ perverrà dal settentrione su tutti gli abitanti del paese. Questa calamita è paragonata ad una caldaia che bolle.’ Apparisce che le profezie indicano che l’assalto finale scagliato contro Israele raccolti nella terra promessa si scatenerà dal settentrione. (Ezech 38:15-23) A cagione del mondo Arabo oppositori e nemici del popolo d’Israele, sin dal 1948, gli esiliati ritornati in Israele hanno le loro difficoltà. In realtà essi non occupano ancora tutta la terra promessa e attraversano una grande difficoltà vivono nell’incertezza Nonostante i grandi muri che hanno costruito per la loro protezione, non si sentono sicuri. Preghiamo per lo stabilimento del Regno di Cristo Gesù alla quale porterà la pace e le banedizioni non solo per il popolo d’Israele ma ancora per tutto il mondo Arabo.

Le profezie ci mostrano ancora che una “calamità” venuta dal nord avrà un ruolo importante nelle ancoscie e che tale calamità minaccia il mondo civile e religioso. Per quanto le profezie indicano chiaramente che la distruzione del ‘presente ordine sociale malvagio’ deve compiersi in una serie di violenti dolori paragonabili a quelli di un parto, esse non ci indicano l’anno in cui avverrano. Esistono numerosi poli d’angoscia ed irritazione nel mondo che potrebbe dare adito ad un conflitto mondiale da un momento all’altro. Ciò che noi sappiamo e che questi spasimi continueranno a prodursi ad intermittenza fino a che non sia terminata la distruzione dell’ordine sociale attuale che fa capo a Satana.

Poichè la profezie ci indicano così chiaramente che la nazioni s’uniranno nella speranza di mantener la pace, noi del continuo con piena fede nelle promesse del Signore preghiamo per lo stabilimento del Suo Regno.

In base alle Sacre Scritture, Dio guarda con occhio amorevole il popoli d’Israele e le profezie nel darcene assicurazione sul fatto che non esiste nessuna potenza umana per scacciarli fuori della loro terra che Iddio diede ai loro progenitori. Inoltre alla potenza che viene dall’alto; oggi Israele è attrezzato di un esercito potente e forte, non si esclude che sono in possesso di armamenti atomici, perchè sanno che o presto o tardi il mondo Arabo li attaccherà per distrugerli. Ma questo giammai avverrà.

LO SVILUPPO DELLA CONOSCENZA

La ragione principale della “grande tribolazione” dalla quale il mondo è pervaso risiede nel fatto che siamo pervenuti al tempo in cui avverrà l’instaurazione del Regno di Cristo, previsto dal Divin Piano. Il vecchio ordine sociale deve essere distrutto onde s’instauri il nuovo. A tal fine i popoli della terra saranno illuminati e quest’aspetto del (giorno di Dio) è citato in parechie profezie: “La conoscenza aumenterà.” (Daniele 12:4) Il profeta Davide dichiara che: ‘I suoi lampi illuminano il mondo, la terra li vede e trema.’—Salmi 97:4

Noi siamo testimoni del compimento di queste profezie giacchè rileviamo sempre più l’impulso della conoscenza che va scotendo ed abbattendo le basi del mondo di Satana. Grazie all’aumento della conoscenza numerosi eventi diventano per noi comprensibbili e man mano che si svolgano ci dimostrano la realizzazione dei disegni del Divin Piano. Tale constatazione c’incita a volgere il nostro pensiero riconoscente a Dio e gioire nella sicurezza della nostra prossima liberazione così come Luca si esprime 21:28. “Ma quando questecose cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste, perchè la vostra redenzione e vicina.”

Il compimento finale delle profezie poteva essere conosciuto in precedenza. I santi dell’inizio dell’epoca sapevano che ‘questo presente mondo malvagio’ si dissolverebbe al ritorno di nostro Signore come sapevano che il popolo d’Israele sarebbe ritornato verso la Terra promessa. Essi gioivano alla speranza che la prima risurrezione sarebbe stata per la Chiesa e la loro fede aumentava nell’attesa del giorno del Signore.’

La Chiesa primitiva gioiva alla speranza della liberazione dalla morte, liberazione che noi vediamo approssimarsi ora e, per quanto concerne il tempo di instaurazione, come per tutte le “cose a venire”, noi possiamo conoscere in precedenza i dettagli dalle profezie che contengono queste promesse. Una della consolante e meravigliose promesse la leggiamo nel libro di Apolasse 21:4. ‘E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.’ Gli occhi dei ciechi s’apriranno, e così le orecchie dei sordi. Il profeta Isaia 35:10 scrisse: ‘I riscattati dall’Eterno torneranno, e verrano a Sion con grida di gioia e un’allegrezza eterna coronerà loro capo, otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggeranno.’ I tuoi figlioli ritorneranno dal paese del nemico. (Geremia 3l:15) ‘Essi costruiranno delle case e le abiteranno, essi pianteranno delle vigne e mangeranno il frutto.’ (Isaia 65:21-22) Tutte queste profezie e le altre numerose promesse di restituzione ci danno la sicurazza che queste ‘cose’ da venire saranno meravigliosi sorpassanti in ampiezza quanto può essere immaginato nella nostra mente decaduta e, per quanto sembrarci allettante il quadro generale che esse ci delineano, non può essere ancora intravisto in tutta la sua bellezza dalle nostre menti non ancora liberi dal tenebrore di questo mondo.

Rallegriamoci per queste plendide prospettive se pure non siamo abili a percepire la loro grandiosità e il senso recondito dei simboli nelle profezie. Nel volgere uno sguardo retrospettivo al passato, rileviamo tante profezie concernente la fine dell’epoca che si sono realizzate e sentiamo ravvivarci nel cuore la spernza di essere pervenuti alla vigilia della piena realizzazione delle promesse divine. Questa speranza accresce la nostra fede e sicurezza.




Gesù: Il Primo Ad Essere Unto Con Lo Spirito Santo

NELL’ANTICO ISRAELE RE e sommi sacerdoti venivano unti quanto assumevano il loro incarico versando sul loro capo dell’olio. Anche il nostro Messia doveva essere così? No! Il vero Messia sarebbe stato unto con “Spirito Santo e potenza.” (Atti 10:38) Egli fu autorizzato dal Padre a citare ed applicare a se stesso le parole del profeta Isaia 61:1-3: ‘Lo Spirito del Signore, l’Eterno, è sopra di me, poiché l’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli del cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l’apertura del carceri ai prigionieri, a proclamare l’anno di grazia dell’Eterno e il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti quelli che fanno vordoglio, per accordare gioia a quelli che fanno cordoglio in Sion, per dare loro un diadema invece delle cenere, l’oro della gioia invece del lutto, il manto della lode invece di uno spirito abbattuto, affinchè siano chiamate querce di giustizia, la piantagione dell’Eterno per manifestare la sua gloria.”

Nel passato alcuni servitori di Dio furono pervasi dallo Spirito Santo ma non furono mai unti. Nessuno tra di loro du l’atteso Messia. Neppure Giovanni Battista chiamato il “battezzatore” di cui l’angelo Gabriele disse a suo padre: ‘Sarà ripieno di Spirito Santo, fin dalseno di sua madre.’—Luca 1:15

Da Gerusalemme sacerdoti e Leviti furono mandati a Giovanni stesso per farsi dire ufficialmente chi era, data l’opera; chi fosse, dal momento che compiva un opera in cui agiva lo Spirito Santo. Come reagi Giovanni? Egli dichiarò: “Io non sono il Cristo.” Gli fu quindi chiesto: ‘Che cosa dunque, sei tu l’Elia?’ Ed egli rispose: No! Perciò gli dissero: ‘Sei tu il Profeta? Ed egli rispose no! Perciò gli chiesero di nuovo: ‘Chi sei tu, affinchè diamo una risposta a quelli che ci hanno mandato? Che dici di te stesso?’ Egli rispose loro: Sono la voce di qualcuno che grida nel deserto: ‘Rendete dritta la via di Geova! Come disse il profeta Isaia.’—Giovanni 1:19-23, Isaia 40:3, Malachia 4:5-6, Deuteronomio 18:15-19

Con questa risposta Giovanni, benché ripieno di Spirito Santo attestò di non essere il promesso UNTO dallo Spirito Santo. Non prese il posto di un anticristo, semplicemente riconobbe di essere il precursore, o colui che veniva davanti al vero Cristo o Messia d’Israele. Il racconto del Vangelo esposto da Luca al capitolo 3 versetti da 15 a 17 attestano ulteriormente l’onestà di Giovanni Battista: “Or mentre il popolo era in aspettazione e tutti ragionavano in cuor loro di Giovanni: “Che sia Egli il Cristo? Giovanni stesso rispose a tutti loro: Io, da parte mia, vi battezzo con acqua; ma viene Colui che è più forte di me, del quale non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali. Egli vi battezzerà con Spirito Santo e con il fuoco. La sua pala per ventilare è nella sua mano, per pulire completamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo deposito, ma egli arderà la pula con il fuoco che non si può spengere.”

Tale racconto attesta, che il Messia non solo che sarebbe stato battezzato o unto con lo Spirito Santo di Dio; ma aveva la facoltà a Sua volta di battezzare gli altri con lo Spirito Santo. Sarebbe stato meglio per loro ricevere il battesimo dello Spirito, che ricevere il battesimo con il fuoco ed essere distrutti come la pula.—Matteo 3:7-12

“Se il popolo era in attesa,” sicuramente avevano calcolato il tempo secondo le Scritture in cui si sarebbe manifestato il Messia. Il profeta Daniele aveva scritto di questo nella profezia delle 70 settimane di anni che permetteva l’identificazione del periodo esatto in cui sarebbe apparso sulla terra Gesù il Messia d’Israele. (Daniele 9:24-27) Egli non sarebbe apparso in una qualsiasi epoca della storia umana ma solo e soltanto quando era il suo tempo appropriato e stabilito da Dio. Per questo leggiamo in Galati 4:4-5: “Quando arrivò il pieno limite del tempo, Dio mandò il suo figlio, che nacque da una donna e che nacque sotto la legge, affinchè liberasse mediante acquisto quelli che erano sotto la legge, affinchè noi, a nostra volta, ricevessimo l’adozioni di figli.”

Occorse un miracolo, che solo il nostro Padre celeste potè compiere, quando trasferi il Suo Primogenito figlio spirtuale, nel ventre di una donna mortale di nome Maria nata sotto la legge di Mosè. Poiché questo figlio spirituale era la seconda creatura dell’universo, per importanza e potenza, avvenne il miracolo di “vuotare se stesso” (tutto ciò che Egli era nella Sua esistenza preumana) per trasferire quella vita nel seno di una donna carnale e rendersi così ‘simile agli uomini.’ Tutto questo richiese una grande umiltà da parte del nostro Signore.—Filippesi 2:5-8

La scelta cadde su Maria, per far nascere l’unto di Dio, non solo perché ella apparteneva di nascita al popolo ebreo, ma anche perché era una diretta discendente del re Davide figlio di Iesse. Questa discendenza naturale permise a questa donna di conferire al proprio figlio primogenito il diritto naturale al regno di Davide, ed essa stessa era nata nella città di Davide. (Luca 2:1) A questa giovane fanciulla vergine, apparve un angelo sotto sembianze umane che gli annunciò: “Non temere Maria…Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’altissimo ti coprirà con la sua ombra: E per questa ragione quello che nascerà sarà chiamato santo ilfiglio di Dio.”—Luca 1:26-33, 34, 35

Così nel tempo in cui sua madre Maria era promessa sposa a Giuseppe, fu trovata incinta per opera dello Spirito Santo, prima che si unissero: Comunque Giuseppe suo marito, essendo giusto e non volendo farne un pubblico spettacolo, intendeva divorziare segretamente da lei. Ma dopo aver pensato a queste cose, ecco, l’angelo di Dio gli apparve in sogno dicendo:” Giuseppe figlio di Davide, non temere di condurre a casa tua moglie Maria, poichè ciò che è stato generato in lei è dallo Spirito Santo: Ella partorirà un figlio, e tu dovrai mettergli nome Gesù, poiché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati.”—Matteo 1:18-21

Quando Gesù venne sulla terra, c’erano molte controversie tra le persone su che egli realmente fosse; molti dei suo oppositori non comprendevano dalle Scritture ciò che in realtà era predetto riguardo al Messia d’Israele; che Egli avrebbe dovuto soffrire molto ed addirittura morire. Era stato predetto che quale principale “Componente” della famiglia spirituale del seme delle ‘donna’ di Dio Egli doveva ‘essere ferito al calcagno.’ Così come era stato profetizzato in Genesi 3:15. Dopo la Sua morte e risurrezione l’apostolo Pietro dopo aver ricevuto lo Spirito santo il giorno della Pentecoste, ebbe ha dire riguardo a Lui: ‘Ma Dio ha così adempiuto le cose che egli aveva predetto per bocca di tutti i suoi profeti, e cioè, che il Suo Cristo avrebbe sofferto.’—Atti 3:18

Ad uno dei suoi apostoli che voleva si sottraesse alla sorte destinatagli Egli rispose con forza Lui sarebbe andato a Gerusalemme; anche se questo comportava sofferenza e poi la morte da parte degli scribi e sacerdoti; giudicandolo come un “Satana” un ‘oppositore al giusto volere di Dio. ‘Dal quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario per Lui andare a Gerusalemme, e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e resuscitare il terzo giorno. Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: ‘Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai.’ Ma egli voltandosi disse a Pietro: ‘Vattene via da me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.’—Matteo 16:21-23

Infine poiché il nostro Signore, non solo fu messo a morte, ma giudicato e condannato come bestemmiatore contro Dio, e condannato di sedizione sotto l’Impero Romano; sia per il suo popolo che per i Romani Egli divenne quella “pietra d’inciampo” predetta dalle Scritture.—Salmo 118:22, Matteo 21:42-44

Ad entrambi (Giudei e Gentili) questo “inciampo” impedi loro di accettare il Figlio di Dio come loro Redentore e Salvatore così che le Scritture riferiscono ‘Veramente in quanto a questa setta ci è noto che dappertutto se ne parla contro.’ (Atti 28:22) A motivo di ciò, comprendiamo come gli apostoli dovettero dimostrare che era proprio questo rifiuto, da parte del popolo, ad essere la prova; additata dal Vecchio Testamento che Egli era il Messia predetto. ‘Secondo la sua abitudine, Paolo entrò da loro per tre sabati ragionando con loro dalle Scritture, spiegando e provando con riferimenti come era necessario che Cristo soffrisse e sorgesse dai morti, e dicendo: ‘Questo è il Cristo, questo Gesù che io vi proclamo.’ (Atti 17:1-3) Dopo molti anni, lo stesso apostolo Paolo, dovendosi difendere, a motivo della sua fede nel Cristo, davanti al Governatore Festo ed al re Agrippa ebbe da dire: ‘Siccome ho ottenuto l’aiuto che è da Dio continuo fino a questo giorno a rendere testimonianza a piccoli e grandi, ma non dicendo nulla eccetto le cose che i profeti e Mosè han dichiarato doveva avvenire, che il Cristo doveva soffrire e, come primo ad essere risuscitato dai morti, doveva proclamare la luce a questo popolo e alle nazioni.’ (Atti 26:22-23) Gli apostoli, furono testimoni della avvenuta resurrezione del Cristo, in modo particolare Paolo testimoniò sempre di fronte al re Agrippa di come il Signore si manifestò in grande gloria per poterlo convertire dalla sua persecuzione verso i primi cristiani. ‘Mentre ero impegnato in questo e stavo andando a Damasco, con l’autorizzazione e pieni poteri dei capi dei sacerdoti, a mezzogiorno, o re, sulla strada io vidi una luce dal cielo più splendente del sole, sfolgorare intorno a me e intorno a quelli che viaggiavano con me. Essendo noi tutti caduti a terra, udii una voce che mi parlava e mi disse in lingua ebraica: ‘Saulo, Saulo perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare contro i pungoli.’ Io dissi: ‘Chi sei tu Signore?’ Egli disse: ‘Io sono Gesù che tu perseguiti! Ma alzati e sta in piedi, perché per questo lo sono apparso, per costituirti ministro e testimone delle cose che tu hai visto e di quelle per le quali Io ti appariro.’—Atti 26:12-16

La resurrezione del Cristo avvenne in forma altamente spirituale, e niente a che vedere con il suo corpo fisico, che era stato deposto come sacrificio o olocausto per i peccati di tutto il mondo. Di conseguenza quel corpo oramai deposto su questa terra come riscatto non ha più niente a che vedere con la forma gloriosa di vita che il Signore ricevette allor’quando fu destato dopo tre giorni dal sonno della morte. Pietro l’apostolo bene testimonia questo: …’essendo messo morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito.’ (I Pietro 3:19) Anche l’apostolo Paolo testimonia la stessa cosa inerente a Gesù: ‘Così è anche scritto: ‘il primo uomo Adamo divenne anima vivente, ‘ma l’ultimo Adamo è spirito che dà vita.’ (I Corinti 15:45) E ancora ‘La buona notizia di Dio, che egli aveva anteriormente promessa nelle Sacre Scritture per mezzo dei suoi profeti, riguardo al suo Figlio, che secondo la carne sorse dal seme di Davide, ma secondo lo spirito di santità fu dichiarato con potenza Figlio di Dio mediante la resurrezione dai morti, si Gesù Cristo, nostro Signore.’—Romani 1:1-4

Destandolo dai morti, Geova il Padre lo onorò di una posizione maggiore di tutti gli altri suoi figli angelici, lo pose alla Sua destra, anteponendolo molto al di sopra di ogni autorità e potenza e signoria. (I Pietro 3:22) ‘Che egli ha messo in atto in Cristo, risuscitandolo dai morti e facendolo sedere alla sua destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quello futura.’—Efesini 1:20-21

Margherita Leporatti


STUDIO BIBLICO - IL LIBRO DEI LIBRI

Il Piano Di Dio Per La Vita Futura

OGGLI GLI ANIMI di milioni e milioni di persone sono pervasi da una specie d’incubo, traente origine dalla prospettiva delle apocalitiche conseguenze cui si andrebbe incontro se dovessero essere impiegate le bombe atomiche o all’idrogeno in una nuova conflagrazione fra popoli. Ciò perchè gli scienziati affermano che tutte le nazioni sono attrezzate, chi più e chi meno, con questi micidiali e distruttivi ordigni, ed i capi militari non mettono in dubbio che, in caso di bisogno, impiegherebbero questi mezzi di così diabolica distruzione.

Ma Dio ha un piano e, nello studio in corso del “Libro dei Libri,” rileveremo numerose promesse e profezie divine le quali ci danno la sicurezza che l’umanità non sarà distrutta come, ai nestri giorni, molti temono.

IL LIBRO DI GIOBBE

Il male perchè è permesso?…Spiegazione della ristorazione del genere umano….

Il libro di Giobbe riassume sotto forma allegorica, il piano divino sul riscatto e la ristorazione.

Giobbe era un patriarca che, per la sua gran fedeltà a Dio, godeva della stima e dell’affetto di tutti e d’innumerevoli benedizioni dell’Eterno.

L’esposizione che lo concerne mette in rilievo i mezzi escogitati da Satana onde diminuirlo innanzi agli occhi dell’Eterno che lo prediligeva. Egli lo accusava a Dio di doppiezza e secondi fini, ispirati non dall’amore pel prossimo e lealtà a Lui, ma dall’interesse. E presumeva che, se fosse stato privato di quei beneficii di cui godeva per le benedizioni divine, non avrebbe esitato a maledire Dio.

Avendo l’Eterno autorizzato Satana a provare tale accusa, questi iniziò la sua opera malefica distruggendogli le greggi, ammazzandogli i figli, infestando il suo corpo con un ulcera maligna.

La moglie, sconfortata da tutte queste disgrazie e malanni, fu indotta a pensare che Iddio avesse privato dei suo favori il marito e incominiciò a vessarlo in ogni modo.

Di fronte a tali tristi alternative Giobbe non sminuì la sua fede e dimostrò che è possibile servir. Dio senza riceverne ricompensa: anche se si è afflitti da gravi perdite e crudeli sofferenze.

Allorchè le accuse di Satana risultarono false, tre “amici” di Giobbe vennero a rendergli visita: Elifaz, Beldad e Isofar e più tardi Elihu. I primi tre sono spesso denominati ‘Consolatori di Giobbe’ per quanto siano state ben poche le parole di conforto che essi pronunziarono mentre tentavano dimostrargli che le sue sofferenze dovevano essere considerate quale frutto di una punizione infertagli per qualche suo peccato.

Giobbe escluse in modo assoluto di essersi reso immeritevole della bontà di Dio per qualche peccato. Sia la sua eloquenza che quella dei suoi interlocutori è di tal potenza e bellezza, per le proprietà dello stile e delle parole, che è difficile trovarne uguale nella letteratura.

Il tema delle discussioni è di importanza generale benchè si svolge quasi unicamente sulle vicissitudini personali di Giobbe. Esso verte a dimostrarci perchè soffrono le creature intelligenti di Dio e perchè Egli ha permesso l’estrinsecarsi del male.

Rifiutandosi Giobbe di ammettere d’essere colpevole di qualche particolar peccato, nè lui, nè i suoi amici riuscivano a spiegarsi perchè era stato colpito da tanti malori: allochè Iddio, dal mezzo della tempesta, parlò a Giobe e gli espose i fatti.

Lo stile di questa parte del libro—dal capitolo 38 al 41—è magnifico.

In un linguaggio d’incomparabile belleza Dio impone silenzio a Giobbe facendogli comprendere che, pur avendo rigettati gli argomenti dei suoi “consolatori,” ugualmente era peccatore ed aveva bisogno della grazia di Dio.

Dopo questa lezione Giobbe ricuperò la salute e ridivenne ricco. Dio gli ridonò un’altra famiglia e, durante i suoi ultitimi anni, ebbe più numerose benedizioni di quelle che aveva ricevuto prima che Satana avesse avuto il potere di provarlo.

Come noi abbiamo suggerito molti veggono in questo interessantissimo racconto una meravigliosa illustrazione sul permesso dato al male in relazione all’intero genere umano. Tutta la umanità ha sofferto a causa del peccato, ma, grazie alla provvidenza divina ed all’amore che Egli manifestò dandoci un Redentore—Gesù Cristo—essa riacquisterà la salute e la vita.

Ciò vuol dire che, finalmente, l’umanità, avendo provata l’esperienza del peccato, sarà in una posizione molto più favorevole di quella in cui furono i nostri progenitori prima che avessero trasgredito la legge di Dio.

Giobbe, allorchè ebbe compreso meglio il senso delle prove alle quali era stato sottosposto, disse a Dio: “Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio t’ha venduto.” (42:5) Così avverrà per tutta l’umanità. A milioni si contano le persone che hanno sentito parlare di Dio, ma quando esse avranno compreso le lezioni dell’esperienza del male. ‘lo vedranno:’ e cioè quando conosceranno ed apprezzeranno veramente il loro amato Creatore. La Bibbia ci rivela che ciò avverrà alla fine del Regno millenario di Cristo.

Ad un certo punto della sua esperienza, e benchè egli credesse sempre in Dio, Giobbe chiese a sè stesso se valeva la pena di vivere in mezzo a prove di quel genere per cui indirizzò questa preghiera a Dio: “Oh volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti, tenermi occulto finchè l’ira tua sia passata.”

La parola ebrea tradotta qui per “soggiorno dei morti” è Shèol. Come noi abbiamo già visto, Giacobbe fu il primo uomo della Bibbia a servirsi di questa parole (Gen. 37:35), per descrivere la condizione della morte. E’ la sola parola ebrea, nel Antico Testamento, che è stata tradotta per “inferno”. Ciò prova che l’inferno della Bibbia è semplicemente lo stato della morte e non un luogo di tormenti: poichè Giobbe chiedeva la liberazione dalle sofferenze e non l’accrescimento di esse.

Dio ha preparato una risurrezione dalli’inferno della Bibbia. Giobbe dimostrò la sua fede nella risurrezione allorchè dise: “Aspetterei, tutti i giorni della mia fazione finchè giungesse l’ora del mio cambio; tu mi chiameresti e io risponderei, tu brameresti rivedere l’opera delle tue mani.”—Giobbe 14:14-15

La lettura del Libro di Giobbe, spingendoci ad accordare una più grande fiducia a Dio e servirlo più fedelmente, contribuisce a rivelarci il divin piano d’amore sulla salvezza e ristorazione dell’umanità e mette in luce, come fa lo stesso Giobbe, la grande speranza della resurrezione.

La restituzione della salute e delle ricchezze a Giobbe è una bella immagine del piano divino per tutta l’umnità.

IL LIBRO DEI SALMI

Azioni di grazia “La terra” scossa…La risurrezione…Il riscatto

Il Libro dei Salmi è talvolta denominato il Libro dei Cantici della Bibbia. Molti Salmi contengono delle espressioni d’adorazione, d’azioni di grazia e di lodi.

Noi leggiamo al l. Salmo versette 1, 2: “Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori nè si siede sul banco degli schernitori, ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno e su quella legge medita giorno e notte!”

Per correndo tutto il Libro dei Salmi, si ritrovano presso a poco, le stesse espressioni, in un con le lodi rivolte a Dio, illustranti il mirabil modo in cui Egli benedice coloro che prediliggono le sue leggi. L’intero Libro risuona d’azioni di grazie e si chiude con il grandioso alleluia contenuto nel salmo 150: “Lodate Iddio nel suo Santuario, lodatelo nella distesa ove risplende la sua potenza. Lodatelo per le sue gesta. Lodatelo per la sua somma grandezza. Lodatelo col suon della tromba, lodatelo col saltero e l cetra. Lodatelo col timpano e le danze, lodatelo con gli strumenti a corda e col flauto. Lodatelo con cembali risonanti, lodatelo con cembali squillanti—ogni cosa che respira lodi l’Eterno—Alleluia.”

Intanto, in questo libro di lodi a Dio son racchiuse alcune fra le più rilevanti profezie dell’Antico Testamento.

Nel corso del nostro studio biblico, rileveremo che il grande piano della ristorazione e connesso all’idea principale di un regno di cui Cristo, il Messia, sarà il Re e numerose profezie nel Libro dei Salmi ce lo ricordano.

Il secondo salmo contiene una profezia sul momento in cui Gesù inizierà ad esercitare la sua potenza e le sua autorità nel proprio Regno. Noi lo vedremo “frantumare le nazioni come un vaso d’argilla.” Parte della profezia di questo salmo siealizza negli agitati avvenimenti contemporanei.

Il Salmo 46 contiene un altra profezia sui tempi attuali. Vi rileviamo che essa è collegata alla promessa divina con la quale. Egli ci annunzia che avrà cura del suo popolo durante il pendodo del caos mondiale e delle conseguenti calamità. Il profeta scrive: “Dio è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle distrette, perciò non temeremo; anche quando fosse sconvolta la terra, quando monti fossero smossi in seno ai mari.”—versetti 1 e 2

La parola “terra” usata qui simbolicamente, sta a significare ordine sociale o, come ordinariamente noi la chiamiamo, civiltà. Allorchè Egli avrà sconvolta questa ‘terra’ simbolica l’Eterno dira ai popoli viventi sulla terra (letterale) ciò che riportiamo dal versetto 10 del Salmo 46: ‘Fermatevi, e riconoscete che io sono Dio. Io sarò esaltato fra le nazioni sarò esaltato sulla terra.’ La ‘terra’ simbolica sarà distrutta ordile sociale per essere rimpiazzata dal regno di Cristo, ma l’uomo resterà.

Il Salmo 72 ci presenta un altra profezia del Regno di Cristo e delle ricche benedizioni di pace e sicurezza che Egli riverserà su tutte le nazioni e parlandoci di Gesù, così ci dice nei versetti 11 e 12: “e tutti gli si prosteranno dinanzi, tutte le nazioni lo serviranno. Poichè Egi libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l’aiuta.”

Il Salmo 8 ci parla della creazione dell’uomo fatto ad immagine di Dio e della dominazione concessagli sulla terra. Questo Salmo annunzia la “venuta” sulla terra d’un messaggero del cielo. Il Nuovo Testamento identifica Gesù in questo messaggero e spiega che lo scopo della sua venuta risiede nel restituire all’uomo la dominazione concessagli, più dalla sua origine sulla terra.

Prima di ricuperare la vita nel reno di Cristo il genere umano aveva bisogno d’essere riscattato. Il Salmo 16 contiene una profezia delle sofferenze, della morte e della resurrezione di Gesù Redentore. Il Profeta personifica Gesù, ed esprime la sua speranza in una resurrezione nel versetto 10 così: “poichè tu non abbandonera l’anima mia in poter della morte, nè permetterai che il tuo santo vegga la fossa.” Quì è di nuovo impiegata la parola ebrea Shèol che costituisce il solo inferno dell’Antico Testamento: cioè la morte. Ed era necessario che ‘l’anima di Gesù conoscesse la morte’ affinchè potesse riscattare il genere umano decanduto. In ciò troviamo una magnifica immagine di questo fondamentale insegnamento della Bibbia!

Il Salmo 96 rende grazia all’Eterno per aver prestabilito la ristorazione della giustizia col giudizio sulla terra per mezzo del Regno di Cristo. Questo Salmo ci dà anch’egli la sicurezza che il futuro giudizio del mondo non costituirà un giorno di condanna, ma di liberazione ed allegrezza.

Numerosi salmi sono ispirati e ringraziano l’Eterno d’aver dato assicurazione ch’Egli prenderà cura del suo popolo e, fra i più salienti su tal soggetto; è il Salmo 23 che paragona il Creatore ad un pastore che guida le sue pecore: “L’Eterno è il mio Pastore, nulla mi mancherà.” Anche il Salmo 91 esprime la sicurezza che Dio prenderà cura del suo popolo a dispetto della furberia e della forza dei nemici che potrebbero progettare di ostacolarlo: ‘Chidimore nel ritiro dell’Altisimo alberga all’ombra dell’Onnipotente.’

IL LIBRO DEI PROVERBI

La maggior parte di questo libro fu scritto dal Re Salomone, figlio di Daide. Esso non sviluppa temi speciali, ma espone la saggezza atta a rendersi ubbidienti alla legge divina.

Salomone ebbe in dono dall’Eterno una grande saggezza che riscontriamo in questo libro del quale, per comprenderne bene il contenuto e lo stile, facciamo risaltare certe sue massime ed ammonimenti: (Cap. 3:3) “Bontà e verità non t’abbandonino, legatele al collo, scrivitele sulla tavola del tuo cuore;” versetti 5 e 6: ‘Confidati nell’Eterno con tutto il tuo cuore non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri;’ Cap. 15:16: ’Meglio poco col timor dell’Eterno che gran tesoro con turbolenza;’ Cap. 22:1: ‘La buona reputazione è da preferirsi alle molte ricchezze; e la stima all’argento e all’oro;’ Cap. 25:21: ‘Se il tuo nemico ha fame dagli del pane da mangiare; se he sete dagli dell’acque da bere.’

IL LIBRO DELL’ECCLESTASTE

La morte: punizione…La risurrezione: speranza. Definizione dell’inferno…L’uomo

E’ incontestabile che anche questo libro fu scritto dal re Salomone. Egli, durante il suo regno su Israele, divenne ricchissimo e si contornò di fasto e pompa. Dio gli aveva concessa grande saggezza ed intanto egli non l’adoperò nelle sue azioni peronsal e ne conviene egli stesso in numerosi passaggi ove dichiara che si rese conto della sua follia negli ultimi anni della sua vita ed esorta perciò gli altri non seguire il suo cattivo esempio. Il libro ci fa rilevare che, malgrado la ricchezza, il piacere, l’amore, la gloria, a nulla vale la vita quando essa è senza Dio.

Intanto, altre a tal saggio consiglio, il Libro dell’Ecclesiaste ci dà importanti insegnamenti sulla natura dell’uomo e sulle condizioni della morte.

Come già rilevato altrove, Iddio avverti Adamo che sarebbe stato punito con la morte se avesse mangiato il frutto probito, ma Satana dicendo: “No, non morrai affatto” (Gen. 3:4), lanciò l’idea che non vi sia la morte e, di fronte all’evidenza di essa, iniziatasi fin dal principio per la condanna dell’Eterno, egli ingannando l’uomo—gli fece credere che possedeva un’ ‘anima’ o ‘spirito’ immortale che, alla sua morte, esce dal corpo.

Questa falsa teoria si diffuse, più largamente, mentre regnava Salomone poichè fu egli a porre il questo: “Chi sa se il soffio dell’uomo sale in alto e se il soffio della bestia scende in basso della terra?”—Ecclesiaste 3:21

Salomone aveva già risposto a tal quesito nei due versetti precedenti ove leggiamo: “Poichè la sorte dei figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e agli altri tocca la stessa sorte; come muore l’uno così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio è l’uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia: poichè tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere e tutti ritornano all polvere.”

Il capitolo 12, versetto 9, ci da una descrizione della morte e di ciò che essa significa: “ricordati del tuo Creatore prima che la polvere torni alla terra com’era prima e lo spirito torni a Dio che l’ha dato.” In questo passo, la parola ‘spirito’ traduce una parola ebrea che significa semplcement il soffio della vita.

L’uomo, nella sua integrità, corpo e soffio di vita, ritorna alla sa condizione originale con la morte: tal quale era prima della sua nascita, ma con la differenza che Dio si ricorda di lui e riceverà la vita con la resurrezione.

Il capitolo 9 al versetto 10 ci da un’altra descrizione della morte e, nello stesso tempo, una concisa definizione della parola ebrea “Shèol,” che come abbiamo già rilevato, è il solo inferno dell’Antico Testamento. Pertanto, questa parola in tal passo è tradotta qual ‘soggiorno dei morti.’ In effeti leggiamo: ‘Tutto quello che la tua mano trova da fare fallo con tutte le tue forze; poichè nel soggiorno dei morti dove vai non v’è più nè lavoro, nè pensiero, nè scienza. nè sapienza.’

Il versetto 4 del capitolo 1 ci rivela un’altra verità: “che la terra sussiste in perpetuo: e ciò in completo accordo col piano di Dio tal quale ci è rivelato in tutta la sua parola: che Egli restituirà al genere umano la vita eterna sulla terra. Questa verità confuta la tradizionale teoria dell’epoca delle ‘tenebre’ affermante che la terra sarà listrutta dal fuoco al ritorno di Gesù Cristo.

Ecco, dunque, un’altra certezza della risurrezione.

Il Libro si termina col consiglio di Salomone: “Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: ‘Temi Iddio e osserva i suoi Comandamenti, perchè questo è il tutto dell’uomo. Poichè Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò ch’è occulto, sia bene, sia male.”—Ecclesiaste 12:15-16

IL CANTICO DEI CANTICI

Questo libro costituisce tutto intero un dramma.

E’ probabile che l’Eterno voleva farne un’imma-gine dell’amore di Cristo per la sua Chiesa che, a quanto ci rivelano le Scritture, finirà per riunirsi a Lui nella sua Celeste dimora e dividere la sua gloria nella sua qualità di “sposa.” In corrispettivo quale adorazione si estrinseca da queste parole che la Chiesa indirizza al Cristo: “L’amico mio si distingue fra diecimila…il suo palato è tutto dolcezza, tutta la sua persona è un incanto. Tal’è l’amor mio, tal è l’amico mio.”—Cap. 5:11, e 16



Associazione Studenti Biblici Aurora