AURORA
Luglio-Agosto 2008

Contenuto Di Questo Numero

  1. Tempi Di Conoscenze E Caotici
  2. Le Due Case D’Israele
  3. Le Beatitudine
  4. Giustizia E Misericordia
  5. Persecuzioni Degli Ebrei Nell’Iraq
  6. L’Ispirazione Degli Apostoli

CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
—Maggio-Giugno 2008

Tempi Di Conoscenze E Caotici

NON PIÙ PIANTI

Se avete attraversata, qualche volta, una strada in cui sorge uno dei tanti cimiteri di guerra, di certo avrete rilevato il gran numero di tombe che vi son disseminate, l’una accosto all’altra. Immaginatevi di vedere presso ciascuna tomba una madre, piangente. Tale visione strazia il cuore d’ogni essere umano. Figuratevi quanto più si resterebbe addolorati se si pensasse che di questi cimiteri ve ne sono a centinaia di migliaia in tante strade di questo mondo in cui le guerre si sono sussegiute, di generazione in generazione, senza tregua, straziando i cuori delle povere madri, vittime di tale orrore. Da ciò potrete rilevare come Iddio ha amato ed ama le Sue creature e vuole preservarle dalla morte che in tante maniere atroci va falciando le loro vite. Egli provvederà ad asciugare le lacrime, da ogni volto, restituendo i loro cari alle madri, ai padri, alle spose, ricostituendo per tutti il proprio focolare, nell’amore, nella pace, nella giustizia, cancellando il passato di dolore e tenebrore.

Ormai, nell’assoluta certezza che il Regno di Dio, invocato, lungo il corso di tanti secoli, da tutte le creature devote al Padre Celeste, stà per essere instaurato, abbiamo il privilegio di riassicurare che per esso e da esso saranno diramate tutte le controversie, risolti tutte gli assillanti problemi che invano tutti i governi del mondo hanno cercato di risolvere. Noi ci rallegriamo di non aver mai dubitato che la bontà Divina e infinita del volere e Potere del Padre celeste, ci apporterà atutti le rassicurante parole del Profeta Davide scritti nel Salmo 30:5 circa l’Eterno, la cui “Ira e solo per un momento, ma la Sua benegnità dura tutta una vita.” Ricordiamo, anche, alcune altre confortanti assicurazioni dei Profeti e degli Apostoli circa l’amore e la cura che l’Eterno Dio ha avuto ed ha per tutti noi.

Il Profeta Isaia nel capitolo 33:24, parlando di Gerusalemme, che sarà salvata, preannunzia che: “Nessuno abitante dirà: Io sono ammalato, il popolo che abita otterrà il perdono della sua iniquità.” Ancora dal Profeta Isaia 2:4 troviamo grande conforto, considerando che i tristi giorni in cui l’umanità si dibatte nelle più dure difficoltà, creati dagli elementi malvaggi, inoltre vivere sotto l’ombra di una eventuale guerra, alla quale nel passato in diversi località ha devastato la vita di milioni di essere umani. Verrà quel giorno che: “Gli uomini forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falgi, una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più la guerra.”

Riggettiamo le malvagge teorie di coloro che negano l’esistenza del Creatore, poichè. Egli, tramite il Profeta Geremia 31:34 preannunziò che: “tutti LO conosceranno dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno, poichè io perdonerò la loro iniquità e non mi ricordero più del loro peccato. “Nel libro di Gioele 2:28 leggiamo:” Dopo questo avverrà che lo spanderò il mio spirito sopra ogni carne. Per cui: “Tutta la terra sarà ripiena della Sua gloria.”—Num 14:21

Restaurato, anche il giardino dell’Eden, che si estenderà su tutta la terra ove non graverà più maledizione, esso produrrà cibi perfetti e sufficienti per tutti gli essere ubbidienti che vivranno per sempre su la terra, rifugendo dal peccato, memoria, per la passata esperienza, della sua nefastità. Allora, Satana, il Diavolo, e tutti i suoi proseliti, saranno distrutti e l’universo diverrà puro e, nella sua purezza, tutta l’umanità gioiarà, nell’ubbidire Iddio, lungo le eternità che si susseguiranno.




Le Due Case D’Israele

IN ISRAELE POSSIAMO annoverare due grandi condottieri, ognuno della propria Casa. Per gl’ignari delle Scritture che non approfondiscono il modo in cui Iddio usò il popolo Ebreo, degli antichi giorni, per dare ai Cristiani la sua parola ispirata, indichiamo lo studio dei sessantasei libri della Bibbia, dalla Genesi, all’Apocalisse. Essi costituiscono un armonico lavoro degli scrittori Ebrei, eseguito per ispirazione divina.

Quando parliamo degli eventi predetti dai profeti d’Israele dobbiamo includervi pure quelli predetti da Gesù, il più grande di tutti essi, e dei suoi discepoli, i quali, anche loro, con gl’ispirati sermoni e le epistole, hanno contribuito, dai prebarlumi, ed aiutato molto a tracciare, con precisione, la formazione delle cose a venire.

Per e con l’aiuto dei profeti di Israele siamo stati abilitati a comprendere che ci troviamo al principio di una nuova éra e possiamo vedere nel futuro, non un caos ed un annichilimento del genere umano, maun a stabilità e un tempo di pace e di restituzione di tutte le cose.

La casa sulla quale Cristo Gesù è il Capo e una casa di Re e di Sacerdoti e figliuoli di Dio come apprendiamo dal testo, partecipi della “Celeste vocazione.” Ma per qualificarsi all’altezza di detta “casa” e regnare e vivere con Cristo, essi devono “rendere ferma la loro vocazione ed elezione” per la fedeltà ai termini della “chiamata Celeste.”—II Pietro 1:10-11

La condizione, per la quale i seguaci di Gesù possono regnare con lui e fare parte alla “progenie di Abrahamo, per benedire tutte le famiglie della terra,” risiede nell’obbligo di dovere soffrire e morire con lui. Iddio ha designato questa condotta, in quanto per essa possono provare la loro fedeltà a lui ed essere degni dell’alta posizione loro concessa dai disegni divini. Paolo stabilisce tale posizione in questi termini: “Lo spirito stesso attesta insieme col nostro spirito che noi siamo figliuoili di Dio, e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio, e coeredi di Cristo se pur soffriamo con lui, affinchè siamo anche glorificati con lui.”—Romani 8:16-17

Lo stesso fu per la “casa” di Mosè della quale egli ne fu il Capo. Paolo ci dichiara che Mosè fu fedele “in tutta la sua casa” e ciò implica che, in detta “casa,” vi furono membri fedeli al Signore, e le Scritture chiaramente ci dimostrano che ciò fu vero. Nello scorrere le pagine della storia dei discendenti di Abrahamo, possiamo a volte, essere spinti a considerarli spesso degli straniati a Dio, perchè trasportati verso l’idolatria ed altre forme di peccato. Ma tale comportamento non fu commune a tutti.

Nell’undicesimo capitolo degli Ebrei, troviamo un lungo elenco di questi fedeli del passato, uomini e donne che, per la loro fede in Dio e nelle sue promesse, diedero prova della loro fedeltà.

Paolo ci assicura, che tutti costoro diedero “buona testimonianza per fede” (Ebrei 11:39) e sulla base della loro fede, essi piacquero a Dio. Volenterosi a soffrire perchè appieno convinti che, anche se non avessero costatato il compimento delle promesse divine, sarebbero stati certi dal compimento di esse, al tempo debito, e sicuri, quindi, che sarebbero risuscitati dai morti. Perciò persistettero nelle dure prove e si mantennero fedeli alle promesse e alla speranza di una migliore risurrezione.—Ebrei 11:35-40

Coloro, che mantennero salda la fede al patto Abrahamico, accolsero la promessa che Iddio convalidò a Mosè con queste parole: “se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poichè tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti e una nazione Santa.”—Esodo 19:5-6

Uno degli eminenti profet d’Israele fu Daniele. Come tutti gli altri antichi dignitari e profeti del Signore, non comprese chiaramente quanto era connesso agli eventi che predisse. Ma Iddio, per confortarlo, gli disse: “ma tu avviati verso la fine, tu ti riposerai e poi sorgerai per ricevere la tua parte d’eredità alla fine dei giorni.”—Daniele 12:13

Questa promessa si riferiva alla risurrezione ed assicurava a Daniele che, quando si sarebbe risvegliato dal sonno della morte, avrebbe usufruito in modo speciale della risurrezione.

Dal versetto 16 del Salmo 45 apprendiamo che i padri d’Israele diverranno i figluioli del Cristo, e saranno costituiti “Principi sopra tutta la terra.” Iddio non rivelò a questi antichi fedeli servitori che il Messia promesso sarebbe stato esaltatto alla natura divina, e i suoi coeredi sarebbero statti, in seguito, come lui, invisibili governatori del mondo, per tutto il periodo del regno messianico. Però, fu loro accertato che, se fossero stati fedeli, avrebbero condiviso l’onore di benedire “tutte le famiglie della terra.” La promessa già citata, espressa in Esodo 19:5-6, chiaramente indica quest’alto privilegio concesso alla nazione d’Israele, che conservando la fedeltà e realtà di cuore sarebbe stata “una nazione Santa,” e “un regno sacerdotale.”

La defezione di parte della nazione, non esclude coloro che furono fedeli, ad ereditare i benefici della promessa. No, perchè vi fu un rimanente di tale popolo, per ogni generazione, ed essi, quando si risveglieranno dai morti, saranno fatti principi su tutta la terra, nel regno, quali esseri umani visibili e rappresentanti del Cristo.

Questa è la “casa” della quale Mosè fu il fedele Capo. Essa, mentre era in corso il suo sviluppo, ebbe molti membri nominali, nella stessa maniera che, durante la presente età, ve ne sono, nella casa dei figliuoli, dei quali Gesù è il Capo.

Come nella casa spirituale, vi sono molti chiamati e poco gli eletti, così, nella casa dei terrestri servienti—come fu denominata la nazione Israelita—solo “un rimanente” provò d’essere degno della chiamata.

Gesù spiegò a tal riguardo, quale glorioso avvenire avrà Abrahamo, Isacco, Giacobbe, e tutti i Santi profeti. Egli disse che, in quel regno, i popoli verrebbero dall’est, dall’ovest, dal nord e dal sud, e che si siederebbero con essi, volendo indicare che i popoli avrebbero individuato in essi i loro istruttori e guide nelle cose che appartengono a Dio ed alla sua giustizia.—Matteo 8:11, Luca 13:28-29

Quali esseri perfetti, ed avendo già nel passato dimostrato la loro lealtà a Dio, anche nelle avverse circostanze, questi saranno qualificati ad avere affidate la responsabilità del regno.

La vasta maggioranza di essi saranno i discendenti naturali di Abrahamo, e tutti coloro che hanno dimostrato d’avere la fede in lui. Così, risuscitati dai morti, quali perfetti, di quanta gloria saranno circonfusi nel nome del Signore! La passata gloria d’Israele sarà nulla al confronto della nuova di cui godrà la ristorata e fedele Israele.

“FINO A QUANDO, FINO A QUANDO O SIGNORE”!

Ai fedeli d’Israele, sembrò ritardare assai l’adempimento delle promesse di Dio.

Iddio usò i suoi profeti per predire gli eventi che avrebbero aiutato il suo popolo ad identificare il tempo in cui il regno del Messia sarebbe stato vicino, però i profeti stessi compresero ben poco il significato delle profezie da loro scritte.

Come abbiamo anzidetto, Daniele fu uno dei fedeli profeti di Israele. Egli fu uno dei prigionieri della nazione, portati in cattività a Babbilonia dal Re Nebucadenossor, quando il regno tipico d’Israele fu rovesciato.

Daniele amava il suo popolo ed era costernato dall’ansia di attendere la liberazione del suo popolo dalla cattività, però Iddio gli concesse una più grande liberazione rispetto a quella che egli s’immaginava per il “tempo della fine.” Ecco i termini nei quali si espresse: E in quel tempo sorgerà Micael, il gran capo, il difensore de’figliuoli del tuo popolo; e sarà un tempo d’angoscia, quale non se n’ebbe mai, da quando esiston nazioni fino a quell’epoca; e in quel tempo, il tuo popol sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saran trovati iscritti nel libro. E molti di color che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l’obbrobrio, per eterna infamia. E i savi risplenderanno come lo splendore della distesa, e quelli che ne avranno condotti molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle, in sempiterno. E tu Daniele, tieni, nascoste queste parole, e sigilla il libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà.—Daniele 12:1-4

Qui ci è ancora rammentata la grande e finale liberazione del popolo di Dio, e le benedizioni propagate a tutte le famiglie della terra.

Circa “la grande afflizione” che non v’e stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora nè mai più vi sarà.” Gesù, il più grande profeta d’Israele, indicò che si sarebbe avverata al tempo del suo ritorno (Matteo 24:21-22; E Luca 21:25-26), spiegò la natura di quella distretta, dicendo che vi sarebbe ‘angoscia fra le nazioni sbigottite dal rimbombo del mare e delle onde, gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quello che sarà per accadere al mondo.’

Gesù definì tale perido angoscioso di “grande afflizione” e così terribile che se “quei giorni non fossero abbreviati niuna carne scamperebbe.” Ora tale predizione è andata avverandosi in questi tempi in cui i cuori dei popoli e tutti gli uomini di governo e di scienze sono pieni di paura e preannunziano la distruzione del genere umano, se non si provvederà ad evitare un conflitto fra le nazioni.

Nella conoscenza accresciuta e nei rapidi mezzi di trasporto di oggi, d’identifica il tempo riferito da Daniele. Infatti, centocinquanta anni or sono, non esistevano i numerosi mezzi di trasportoterrestri, navali, aerei, i quali sono stati perfezionati, con tanta rapidità ed a tal punto, da indicare chiaramente che siamo giunti al “tempo della fine,” specialmente quando consideriamo le varie applicazioni dell’elettricità, della radioattività e quelle inerenti alla scissione dell’atomo.

Tutte queste strabilianti scoperte costituiscono l’adempimento della profezie e si riferiscono al principio di quel tempo in cui “coloro che dormono nella bolvere della terra, si risveglieranno.”

Cento anni fa la televisione sarebbe stata considerata un miracolo ed oggi non meraviglia più alcuno. Ciò ci fa intravedere prossimo l’adempimento da altre profezie tra le quali quella per cui i morti risusciteranno.

In questa predizione, Daniele rivela che vi sono due classi principali del popolo di Dio, da essere riportate in vita con la risurrezione: la classe che risplenderà come lo “splendore della distessa” e l’altra che splenderà come le “stells in sempiterno.”

Queste classi costitueranno le due fasi “terrestre e spirituale” del regno. La classe spirituale viene fuori alla “prima risurrezione” e la classe terrestre nella “migliore risurrezione.”—Apocalisse 20:6, Ebrei 11:35

Queste due classi sono formate da coloro il cui nome è sono formate da coloro il cui nome è trovato scritto nel “libro della vita,” perchè gli antichi dignitari furono trovati degni della risurrezione a vita perfetta umana ed i seguaci di Gesù a vita immortale. I primi già paasarono la prova, o giudizio, con buona riuscita e, quando saranno tratti fuori dalla morte, immediatamente potranno porsi all’opera, prendendo le responsabilità del regno, che allora sarà pronto a funzionare, benedicendo tutte le famiglie della terra. In tale opera di benedizione saranno compresi numerosi altri da essere risvegliati dal sono della morte.

LA PREDIZIONE DI GEREMIA

Geremia fu un altro dei profeti d’Israele, e predisse il ritorno degli Ebrei nella terra promessa, in questo “tempo della.” Egli scrisse: “Perciò ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che non si dirà più: L’Eterno è vivente egli che trasse i figliuoli d’Israele fuori dal paese d’Egitto, ma: L’Eterno è vivente egli che has tratto i figliuoli d’Israele fuori dal paese del settentrione e di tutti gli altri paesi, nel quali egli li aveva cacciati; e io li condurrò nel loro paese, che avevo dato ai loro padri. Ecco, io mando gran numero di pescatori a pescarli, dice l’Eterno: e poi manderò gran numero di cacciatori a dar loro la caccia sopra ogni monte, sopra ogni collina e nella fessure delle rocce. Poichè i miei occhi, sono sulle loro vie: essi non sono nascosti dinnanzi alla mia faccia, e la loro iniquità non rimane occulta agli occhi miei.”

Anche qui è rammentata la potenza miracolosa, estrinsecata da Dio nell’esodo d’Israele dall’Egitto, tale evento sarà considerato insignificante, in paragone di quello che il Signore espleterà a favore d’Israele in questo “tempo della fine.” Già siamo in grado di testimoniare una buona parte dell’adempimento di questa profezia, in quanto abbiamo rilevato che, a mezzo del movimento sionista, il Signore ha “pescato il suo popolo, indurendolo a ritornare e ristabilirsi nella terra loro promessa. Però più severi metodi dovettero essere usati simbolizzanti la caccia.

La dura persecuzione inflitta agli Ebrei da Hitler,, per la quale a milioni furono trucidati, costituì la “caccia” cui l’Eterno li sottopose, per indurli a ritornare in Palestina.

Tale dura esperienza potrà sembrare eccessiva solo a coloro i quali non considerano che tutti questi trucidati sono solo dei dormienti e saranno risvegliati per gioire della beneziaioni del Regno, previste dal Piano di Dio.

GOG E LA SUA ARMATA

I capitoli 38 e 39 d’Ezechiele espongono una più dettagliata visione profetica delle esperienza d’Israele nella terra promessa.

Siccome questa profezia non ancora ha avuto il suo adempimento, non sarebbe savio interpretarla nei suoi dettali. Communque, alla luce di quanto può intravedersi al presente, possiamo con profitto considerarne l’aspetto generale.

Nei versetti, dall’8 all’11, del capitolo 38, ci è indicato chiaramente che verrà il tempo in cui il popolo Ebreo essendo indotto dalle varie nazioni della terra ad andarsene in Israele “vi abiterà al sicuro.”

Ciò non si riferisce per intero all’Israele d’oggi. Però la profezia rivela che, quando lo stato di sicurezza sarà ottenuto, “Gog,” proveniente dalla terra di “Magog,” monterà un attacco contro gli Israeliti. E dice che “Gog’ avrà degli alleati, identificati dalla profezia: nella Persia, Etiopia, e Libia. Molti altri studiosi di queste potenze alleate, gli Arabi. Non è essenziale rendersi consapevoli del come e del quando questi nemici d’Israele agiranno. Il punto cruciale della profezia risiede nella sicurezza che allora sarà il tempo in cui il Signore libererà il suo popolo.

Infatti il Signore dice: “E verrò in giudizio contro lui, con la peste e col sangue e farò piovere torrenti di pioggia e grandine, e fuoco e zolfo su lui, sulle sue schiere e sui popoli numerosi che saranno con lui. Così mi magnificerò, e mi santificherò e mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni, ed esse sapranno che io sono l’Eterno.”—Ezechiele 38:22-23

L’intervento divino a favore di Israele, marcherà il punto vitale del mutamento degli eventi del mondo, perchè le nazioni allora conosceranno che vi è un Dio nei cieli che intende compiere i suo propositi sulla terra.

Dandoci altri dettagli del Suo intervento, il Signore dice: E manderò il fuoco su Magog e su quelli che abitano sicuri nelle isole; e conosceranno che io sono l’Eterno. E farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo di Israele e non lascerò più profanare il mio nome santo e le nazioni conosceranno che io sono l’Eterno il Santo in Israele.—Ezechiele 39:6-7

Noi non sappiamo precisamente ciò che il Signore intende per “pestilenza, sangue, pioggia trabocchevole, pietre e gragnuola, fuoco e zolfo, quali armi che adopererà contro Gog e le sue armate, ne è importante saperlo. E sufficiente riconoscere che le forze usate, contro i nemici d’Israele, furono inviate da Dio per le liberazione e, sia i nemici d’Israele, che gl’Israeliti stessi, riconosceranno che la mano del Signore negli affari degli uomini, è evidente ed è arrivato il tempo in cui il regno di Cristo dovrà cominciare ad avere il suo controllo sopra i popoli, Ma, perchè la funzionalità degli organi governativi del Regno divenga effetiva, occorre il personale adatto. Siccome Gesù, il grande Re di quel regno, fu gia risuscitato dai morti due mila anni orsono e tutti i suoi coeredi di quel tempo, saranno risuscitati nella “Prima risurrezione,” per vivere e regnare con lui, si provvederà affinchè anche i “principi,” i quali devono essere i rappresentanti umani del Cristo, siano risuscitati a una “migliore risurrezione” prima che il regno comincia a funzionare: ciò avverrà, presso a poco, allo stesso tempo in cui il Signore libererà Israele dai suoi nemici.

Quale dimostrazione di potenza e gloria divina rappresenterà questo evento!

Circa la risurrezione, Gesù disse a Maria che Lazzaro dormiva il sonno della morte e che, se essa avesse creduto, avrebbe vista la Gloria di Dio. (Giovanni 11:40) E se la risurrezione di una persona avrebbe rappresentato la dimostrazione della gloria di Dio, figuriamoci l’entità di detta gloria, in rapporto non solo alla risurrezione degli antichi dignitari, ma della “migliore risurrezione” e cioè alla vita perfetta.

Assistendo a tal miracolo chi potrebbe dubitare che la potenza divina non ha intrapreso la sua opera sulla terra?

DETTAGLI NON RIVELATI

La Bibbia non precisa i dettagli circa la funzionalità di quel Regno, ne è saggio per noi congetturarlo.

Quando Gesù, venne sulla terra, a morire quale Redentore dell’umanità, nacque nella Palestina, perchè era la culla del popolo, cui Iddio avava promesso la venuta del Messia. Noi crediamo che, per la stessa ragione, il regno del Messia comincerà a funzionare prima in Israele e ciò perchè il Signore con la sua potenza, sta già ristorando molti del popolo Ebreo, in quella antica terra Santa.

Di conseguenza, al popolo Ebreo, verrà data la prima opportunità di divenire cittadini del nuovo regno e, indubbiamente quasi tutti saranno lieti di accettare l’opportunità

La fase terrestre del Regno, sin dal principio sarà Israelitica, perchè ad essi furono fatte le promesse quali progenie di Abrahamo.

Il nome Israel fu dato, nel principio, a Giacobbe come attestazione del favore divino, perchè egli camminò con Dio. Così tutti coloro che apparterranno al popolo di Dio saranno considerati dal Signore Israeliti.

Come abbiamo di già notato, la prima crescenza nella fase terrestre del regno avverrà mediante un allineanmento, con gli antichi Dignitari, di coloro che sono Israeliti d’origine. Però anche essi dovranno divenire “Israeliti di fatto,” mediante la fede in Cristo quale loro Redentore e Re, e l’osservanza alle leggi del regno ed all’amministrazione d’esso affidata ai principi “in tutta la terra.” Così il regno continuerà a crescere con tutti coloro che entrano nel regno e divengono “Israeliti di fatto” il popolo di Dio.

L’evento che si produrrà e per cui risulterà che il poplo Giudeo essendosi associato agli antichi Dignitari, riceverà immense benedizioni di pace, salute e vita, sarà osservato dal resto del mondo. E, secondo la descrizione simbolica d’un altro profeta, questi altri appartenenti al “resto del mondo piglieranno un Guideo per il lembo della veste e diranno: “noi andremo con voi perchè abbiamo udito che Iddio è con voi.” (Zaccaria 8:23) E tutto il mondo dei gentili, crederà e ubbidirà, e potrà usufruire delle benedizioni del regno, predestinate per tutte le famiglie della terra dall’Eterno.

I sudditi del regno, sin dal giusto principio, avranno il privilegio di condividere l’opera di dispensare le benedizioni. Infatti, coloro che non si conformano nello spirito del regno e nel proposito di cooperazione ferma ed assoluta, non continueranno a lungo a fare parte d’esso. La méta che il regno si propone di raggiungere mira a riportare l’uomo all’originale somiglianza di Dio, di cui fu dotato dal suo Creatore: ciò che significa avere un cuore in un modo di vivere, permeato dall’amore per altri, e dal desiderio di propagare il bene.

Quest’opera direstituzione è delineata, nella promessa di Dio al ‘nuovo patto, con la casa d’Israele e con la casa di Giuda. (Geremia 31:31-34) Iddio promise, in questo nuovo patto, alla casa di Israele e di Giuda, di dar loro “un cuore nuovo” e disse: “E vi darò un cuor nuovo, e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; torrò dalla vostra carne il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne.” (Ezechiele 36:26) Quando questo nuovo patto sarà fatto con tutti, allora non sarà più necessario che uno domandi al suo vicino, conosci tu il Signore, perchè tutti lo conosceranno dal più piccolo al più grande d’essi e la gloria del Signore riempirà la terra. Il profeta Isaia così descrisse tale giorno: “In tutto il monte della mia santità non faranno danno nè guastoè poichè la terra sarà ripiena della conoscenza del Signore come il fondo del mare dalle acque che lo coprono. In quel giorno, verso la radice d’Isaia, issata come vessillo de’ popoli, si volgeranno premurose le nazioni, e il luogo del suo riposo sarà glorioso. In quel giorno, il Signore stenderà una seconda volta la mano per riscattare il residuo del suo popolo rimasto in Assiria e in Egitto, a Pathros e in Etiopia, ad Elam, a Scinear ed a Hamath, e nelle isole del mare. Egli alzerà un vessillo verso le nazioni, raccoglierà gli esuli d’Israele, e radunerà i disperi di Giuda dai quattro canti della terra.—Isaia 11:9-12

Da questa predizione è facile rilevare che vi sarà molto lavoro da compiere dal regno di Cristo. Per quanto la profezia non lo menziona dovranno essere risuscitati gl’innumerevoli morti Ebrei e Gentili per educarli e stabilirli nel nuovo regno.

Oh quanto è mirabile e comprensivo il Piano di Dio! Certo possiamo essergli grati che, nella dispensazione della pienezza dei tempi, “il Signore” raccoglierà sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose, tanto quelle che son nei cieli, come quelle che son sopra la terra.—Efesi 1:10

E, così, Cristo conquisterà e sottometterà tutti i sui nemici l’ultimo dei quali ad essere distrutto sarà la morte. E, quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora anche il Figliuolo stesso, sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa affinchè Iddio sia tutto in tutti.”—I Corinzi 15:28




Le Beatitudine

“Poichè chi unque si innalza sarà abbassato, è chi si abbassa sarà innalzato.”
—Luca 14:11

GESÙ INDIRIZZÒ LE beatitudine – o – benedizioni ai suoi discepoli, e a tutti coloro che Egli invita a prendere la propia croce e seguirlo fino alla morte. La prima di esse si riferisce ai poveri in “ispirito”, ovvero a coloro che riconoscono il grande bisogno che hanno del Signore e delle ricchezze della Sua grazia. Tale predisposizione di spirito, e indispensabile per divenire un buon discepolo di Cristo Gesù.

La povertà in ispirito è in contrasto dell’amore delle propie opinioni, con la vanità del mondo, con le pretese dei cosidette maestri del sapere, i queli si sforzano di inculcare nlle menti e nei cuori di coloro che confidano nei loro ammaestramenti, ed avere fiducia in se stessi e nelle propie possibilita, inoltre a sentirsi superiori ai loro simil e orgogliso per il loro successo nelle cose del mondo.

Gesù invece disse che sono “beati” solo i poveri in ispirito, Egli con ciò non volle riferirsi agli incapaci ad affrontare le difficoltà della vita, ma a coloro che si sottomettono alla grazia divina, che vivono nell’unità della famiglia della fede e come l’Apostolo sono in grado di dire; “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:13) Costoro entraranno nel Regno di Cristo non come sudditi, ma come coeredi di Cristo Gesù e vivranno e regnaranno con Lui nel Millennio.—Apoc. 20:6

La seconda “beatitudine” e per color che “fanno condoglio” e non vuole riferirsi a chi soffre per la perdita dei propri cari o per altre ragioni simil, ma a tutti quelli che vivono le sofferenze del popolo di Dio. Costoro saranno consolati. Questa beatitudine Gesù la sperimentò su di sè in modo completo. Di Lui infatti fù profeticamente scritto: che Egli “fù uomo di dolore familiare con i sofferenze e che portò sù se l’iniquità di noi tutti.”—Isaia 53:3-6

Gesù sopportò il dolore e le sofferenze del mondo, spontaniamente e il suo grande conforto consisteva nel grande zelo per la proclamazione del messaggio del Regno e nel portare il pesante fardello delle umane debolezze con il Suo ministerio di salvezza. Anche noi, (come seguaci di Crosto) dobbiamo avere lo stesso spirito e disposizine del nostro caro maestro.

La terza “Beatitudine” si riferisce ai “mansueti”. Gesù rivolse loro queste consolanti parole: “Beati i mansueti, perchè esse erediteranno la terra. Essere mansueti vuoldire essere docile, e chi possiede tale qualità si diletta di essere sempre vicino ai piedi di Gesù per ascoltare e imparare di Lui, che e, mansueto e umile di cuore.” (Matteo 11:29) I mansueti e gli umile di cuore erediteranno con Lui il regno che stato preparato per loro avanti la fondazione del mondo, saranno inoltre, re e sacerdoti e regneranno per mille anni.—Apoc. 5:10

Nella parabola dell’uomo che invitò delle persone, quali ospiti in un convito. Gesù rivolge i suoi insegnamenti e le sue esertazioni agli invitati: Egli dice che quando giungeranno nella sala dovrebbero sedersi negli ultimi posti, cioè porsi in una posizione di umiltà ed aspettare che il padrone quando giunge li fa sedere in posti più in vista. Nelle nostre relazioni col Signore tale attitudine e di basiliare importanza. La parte della lezione di Gesù riferita al “padrone di casa” e importante sotto questo espetto: che egli non deve invitare amici e congiunti, i quali potrebero contracambiare l’invito, ma gli stranieri, perciò Gesù gli rivolge questa esortazione: “quando fai l’imvito, chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi, e sarai benedetto, perchè questi non hanno modo di rendertene il contracambio, ma il contracambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti.”—Luca 14:7-14

Gli insegnamenti di Gesù erano completamente rivoluzionari rispetto alle consuetudini della società del suo tempo. Solo lo spirito del Padre celeste poteva indurre una persona di media posizione a metterli in atto. Chi pensa che Gesù non voleva indicare alla lettera tale comportamento, e in errore, perchè non si può essere suoi seguaci e mantenersi estranci alle sofferenze e alle miserie del mondo. Ma come e quanto meravigliosa sarà la ricomnpensa per la partecipazione attiva a tale sacrifici; ricompensa che si manifesterà con la partecipazione alla “risurrezione dei giusti.”




Giustizia E Misericordia

“Beati quelli che sono affamati ed assetati di giustizia, perchè essi saranno saziati.”
—Matteo 5:6

LA FAME E la sete, connaturali all’organismo, non constituiscono desideri superflui, ma l’impulso richiesto per soddisfare i bisogni vitali, perciò possono essere usate quali immagini atte ad illustrare appropriatamente il desiderio di giustizia gradito al Signore, che lo esaudisce, con l’effusione dello spirito santo.

Affinchè il Suo popolo possa cibarsi, il Signore lo ha provveduto della sua Parola, ma l’uso dessa deve essere esplicato con sincerità, nel desiderio di conoscere e fare la volontà di Dio, per potere essere “ripieni di giustizia.”

Leggere la Bibbia, per compiere un dovere o per curiosità, non ci condurrà ad essere “ripieni di giustizia.” La parabola del tesoro nascosto nel campo, e del mercante che cerca perle di pregevole qualità sono immagini che illustrano chiaramente ciò che è richiesto per essere ripieni di giustizia, perchè pongono in risalto la ferma rinunzia d’ogni altra cosa per ottenere unicamente l’oggetto desiderato.

Mirando ad un fine unico s’otterrà sazietà di giustizia, raggiungendo la conoscenza della volontà di Dio, e l’acquisto della forza necessaria per avere sempre presente in ogni nostro pensiero e azione. Benedetti sono coloro che raggiungono questa meta. “Beati i misericordiosi, perchè a loro misericordia sarà fatta” disse Gesù. (vs. 7) La misericordia è uno dei principali attributi di Dio. Sebene, Egli abbia giustamente condannato a morte l’uomo, a causa della disubidienza alla sua legge, tuttavia provvide la sua redenzione per mezzo-di Cristo Gesù, ed egli perdona liberamente coloro che, per mezzo della fede e dell’obbedienza vanno a lui nel nome di Cristo Gesù. Iddio non serba rancore verso i peccatori. L’intero suo piano di salvezza, per mezzo di Cristo, verte a liberarli dalla schiavitù del peccato affinchè possono ritornare a Lui e così vivere.

Anche noi dobbiamo essere misericordiosi come lo è Iddio. Per questo Gesù ci insegnò a pregare: “Perdonaci i nostri debiti, come ancora noi perdoniamo ai nostri debitori.” (Matteo 6:12) Egli insegnò pure che, se non perdoniamo coloro che ci arrecono offese, neppure il nostro Padre Celeste ci perdonerà le offese che arrechiamo a Lui. Ma i seguaci di Gesù, che usano misericordia verso gli altri, hanno l’assicurazione che loro otterranno misericordia.—Matteo 5:9-22

Il profeta Michea capitolo 6:8 scrisse quanto segue: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene, e che altro richiede da te l’Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo Dio.” Come cristiani, noi dobbiamo nutrire certezza che, in nessun caso, il nostro comportamento sia ingiusto verso gli altri, nettanpoco reclamre sempre giustizia nei loro confronti. Dobbiamo invece amorevolmente estendere la nostra misericordia a coloro che non si comportano giustamente con noi.

La parobola di Gesù riferita a quel re che chiese i conti ai suoi servitori e trovò che uno di essi gli doveva diecimila talenti, presenta un caratteristico contrasto. (Matt. 18:23-33) Questa somma, al prezzo attuale dell’ergento sarebbe l’equivalenti a circa nove milioni di dollari e quei tempi era una grande somma ma quando il servitore dimostrò l’imposibilità di pagarlo subito e chiese una dilazione secondo le sue possibilità, ottenne dal re misericordia e remissione.

Nella parabola questo stesso servitore, trovò che uno dei suoi subalterni gli doveva “cento denari” somma non equivalente, rispetto al debito che il re gli aveva rimesso. Tuttavia, questo, dimenticando la misericordia ottenuta, rifiutò di praticarla nei riguardi dal suo servo, che fece imprigionare. Il re, venuto a conoscemza della cosa, con buon ragione, si adirò, riprese il servo che aveva precedentamente perdonato e lo fece imprigionare e, secondo l’uso di quei tempi fu bastonato dagli aguzzini.

Questa parabola insegna che non può ottenere misericordia colui che non è misericordioso verso gli altri. Non v’è debito alcuno presso gli uomini che possa superare in entità quello che noi abbiamo verso il Signore e dovrebe essere motivo di gioia per noi usare misericordia verso gli altri, nella maniera che il nostro Padre celeste l’usa verso di noi, tenendo presente che, in caso contrario essa ci verrà giustamente ritirata.




Persecuzioni Degli Ebrei Nell’Iraq

QUEL PICCOLO NUMERO di Ebrei che son rimasti nell’Iraq vivono nel terrore, non sapendo da un giorno all’altro quando qualche fanatico Iracheno li identifica e se gli e possibile li attacca con qualsiese cosa che tiene nelle sue mani. Recentamente, senza nessuna provacazione un Ebreo innocentamente fu ucciso da un fanatico Iracheno e le autorità della città hanno completamente ognorato la orribile tragedia, nettanpoco hanno arrestato l’Iracheno che ha ucciso un essere umano.

Si può dire che in quel paese prevale l’anarchia e per gli Ebrei che ancora vivono nelle varie città dell’Iraq, la loro vita a poco valore, ancora peggio di quando il Re Nebukadnestar condusse schiavi gli Ebrei nella Babilonia antica circa 2500 anni fa. Per loro l’osservanza religiosa deve essere condotta in segreto, tutte le Sinagoghe del paese che una volta erano sempre affollati sia per funzioni religiose o per altri avvenimenti relativi alla loro credenza e osservanza, sono chiusi; e per non essere identificati e perseguitati, nessuno di loro si avvicina più alle porte delle Sinagoghe.

Nel centro della cittadina di Kifi al sud della città di Baghdad, vi è un grande monumento dedicato al profeta Ezachiele, spesso, nel passato gli Ebrei residenti nell’Iraq, per rendere omagio al profeta, visitavano il monumento e la tomba del profeta. Adesso impauriti e per non essere identificati, nessun di loro si avvicina più all tomba.

Apparisce che in meno poporzione quello che avvennue nella Germania durante la seconda guerra mondiale, I Nazisti al comando del dittatore Hitler avevano proggettato un piano distruttivo per uccidire tutti gli Ebrei residenti nell’Europa. Ma, benchè milioni di loro furono crudelmente uccisi nei campi di sterminazione, la potenza invisibile di Dio non ha permesso la completa distruzione, e migliaia di loro dopo la guerra hanno emigrato nella terra dei loro antenanti per ricostruire la terra Santa.

In base ad una documentazione religiosa con la data del 1936, a quel tempo la comunità Ebraica era intorno a 120,000 abitanti. Finanziaramente erano i più ricchi del paese, oltre al loro prestigio e influenza negli affari del governo. Quando il paese fù invaso dalle forze dittatoriali, per gli Ebrei tutto e cambiato, e per quei pochi di loro che son rimasti, la loro vita, materialmente e religiosamente e molto difficoltosa. Al presente non hanno un solo Rabino che può leggere versetti della Tora (i primi libri del vecchio Testamento, nettanpoco per leggere il Kaddish, un libro che viene usato per un servizio funebro, Qualsiese funzione religiosa per quei pochi di loro deve essere condotta in segreto.

I pochi Cristiani che sono rimasti nell’Iraq, come anche i Sunni, i Kurdi k Shiiti e Musulmani, quando.

L’Iraq e il paese nativo di Abramo (il cui nome fù cambiato dal Signore ad Abrahamo) Dal libro della Genesi Cap. 12:1 leggiamo che il Signore disse a questo grande uomo: “Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che Io ti mostrerò.” Nell’anno 597, prima dell’era cristiana, due grandi conduttori: Esdra e Nehemia (mediante la potenza del Signore) condussero fuori della schiavitù Babilone gl’Israeliti e ritornarono nella città santa a Gerusalemme. È interessante notare che quello che avvenne nel passato, come abbiamo sopracitato, avvenne di nuovo negli anni 1949 e 1950 quando intorno a 100,000 Israeliti abbandonando le loro case e possedimenti nell’Iraq e nonostante le grande difficoltà che hanno affrontato durante il viaggio, hanno emigrato nella terra dei loro antenati (Israele) L’Esodo fù chiamato (Esdra e Nehemia).




L’ispirazione Degli Apostoli

NOI ABBIAMO FUDUCIA negli apostoli come testimoni fedele, o storiografì, e notiamo che la loro testimonianza porti il timbro dell’onestà, nel senso che essi, non hanno cercato ricchezza ne gloria fra gli uomini. Ma hanno sacrificato tutti gli interessi terreni nel loro zelo per il Maestro risorto e glorificato. La loro testimonianza fù inspirata. Le Scritture ci insegnano che essi furono usati dal Signore come suoi strumenti ispirati e che essi furono guidati in modo speciale da lui riguardo alla testimonianza, alle dottrine, ai costumi ecc … che avrebero stabilito fra il popolo del Signore sparso in tutti i cantoni del mondo. Portarono la loro testimonianza non solo per le cose che avevono udito e visto, ma anche per le istruzioni che avevano ricevuto attraverso lo Spirito santo, alla quale essi furono fedeli amministratori. L’apostolo Paolo scrisse che: “Così l’uomo ci consideri come ministri di Cristo, e amministratori dei misteri di Ciò.”—I Cor. 4:1

Lo stesso pensiero fù espresso da nostro Signore qundo disse riguardo ai dodici: “Vi farò pescatori di uomini” e di nuovo: “Pasci le mie pecore” “Pasci i miei agnelli” L’Apostolo diceando che.” “Il mistero (le verità profonde del Vangelo che concernano la somma vocazione della nuova Creazione il Cristo (celato in altre età, è rivelato ora ai suoi santi apostoli e profeti mediante lo spirito. L’oggetto di questa rivelazione si spiega così: Manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero (in che termini si possa ottenere la partecipazione in questa Nuova Creazione) che è stato fin dalle età più remote nascosto in Dio.—Efes. 3:3-11

Di nuovo, nel descrivere come la chiesa deve essere edificata sul fondamento degli apostoli e profeti, con Gesù Cristo stesso che è la pietra angolare principale, l’apostolo dichiara: “Per questa ragione (per l’edificazione della Chiesa, tempio di Dio) io, Paolo, (sono) il carcerato di Cristo Gesù per voi, o Gentili. (Efes. 2:20-22, 3:1, IL) Consolatore fu promesso per “insegnarvi ogni cose e per rammentarvi tutto quello che vi ho detto e vi annunzierà, le cose avvenire.” (Giov. 4:26, 16-13) In certa misura, senza dubbio, cio è applcabile alla Chiesa intera ma fù applicabile. Principalmente agli apostoli: ed in verità opera ancora nei confronti del popolo del. Signore attraverso gli apostoli, le loro parole sono ancora canali attraverso cui lo Spirito santo ci insegna cose sia nuove che antiche. In armonia con questa promessa si può capire che l’inspirazione apostolica sia stata di carattere triplice. (1) Rinfrescare la memoria permettando loro di ricordare e ripetere gli insegnamenti personale del Signore. (2) Guida nel riconoscimento della verità che concerne il Piano Divino Dell’Età. (3) Rivelazioni speciali di cose future; le cose di cui nostro Signore dichiarò. Gesù disse loro: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata.”—Giovanni 16:12

Noi dobbiamo supporre che il rinfrescare la memoria degli apostoli implicava un dettato dell’esatta fraseologia o all’ordine esatto della parole di nostro Signore. La promessa del Signore, tuttavia, è, in se stessa una garanzia della correttezza delle loro affermazioni. In ciascuno dei quattro Vangeli abbiamo una storia dell’inizio della vita e il ministerio del Signore, eppure in ciascuno si manifesti l’individualità dello scrittore. Ciascuno nel suo stile particolare registra quei soggetti che sembrano a lui più importanti; e sotto la supervisione del Signore questi vari racconti forniscono all’insieme una storia completa come e necessario per il consolidamente della fede del popolo del Signore, dell’identità di Gesù come il Messia dei profeti, del compimento delle profezie su di lui, dei fatti della sua vita e dei suoi insegnamenti. Se l’ispirazione fosse stata verbale (un dettato parola per parola) non ci sarabbe stato bisogno di parecchi uomini per dare una nuova formulazione alla narrativa, ma e degno di nota che mentre ciascuno scrittore ha esercitato la sua libertà d’espressione individuale ed ha fatto la sua scelta personale degli eventi più importanti e più degni di essere annotati, il Signore mediante il suo Spirito santo ha supervisionato la faccenda in modo tale che nulla di importante venisse omesso, tutto il necessario è stato registrato, “perchè l’uomo di Dio possa essere perfetto, provvisto in tutto.” E intessante notare che il resoconto dell’Apostolo Giovanni fà da supplemento agli altri tre: Matteo-Marco e Luca, e che egli discorre principalmente sulle circostanze e sugli avvenimenti di importanza omessi dagli altri. Il progetto del Signore secondo cui avrebbe guidato gli apostoli mediante lo Spirito. Santo e, per mezzo di loro la Nuova Creazione (il popolodel Signore) sarebbe stato una guida nel senso generale piuttosto che una guida personale e individuale relativa al messaggio della verità. Ciò avvenne e fù attestato dai documenti. Sebbene semplici e non istruiti, le loro esposizioni scritturistiche sono nonodimeno straordinarie. Essi furono capaci di confondere la sapienza dei sapienti, teologi dei loro giorni e continuarono e farlo da allora. Per quanto eloquenti sia l’errore, non può resistere davanti alla logica delle loro deduzioni tratte dall Legge, dai Profeti e dagli insegnamenti del Signore.

I Dottori della Legge Ebrei lo osservarono e, come si legge: “riconoscevano che erano stati con Gesù. “Cioè che avevano imparato la sua dottrina e avevano ricevuto la potenza dello spirito santo.” (Atti 4:5,6-13) Le epistole apostoliche consistevano di tali argomenti logici basati su gli scritti ispirati del Vecchio Testamento e sulle parole del Signore, e tutti coloro che, durante tutta questa età del. Vangelo, sono stati partecipe dello stesso spirito seguendo le linee di ragionamento che il Signore attraverso i suo portavoce ha posto di fronte a noi, sono guidati verso le stesse conclusioni veriteri, così affinchè la nostra fede sia fondata non sulla sapienza degli uomini ma sulla potenza di Dio.—I Cor. 2:4-5

Nondimeno in questi insegnamenti, come pure nelle loro presentazioni storiche, non abbiamo nessuna evidenza di un dettato parola per parola, nessuna evidenza che essi fossero semplicemente degli amanuensi del Signore che parlavano e scrivevano in modo meccanico. (I Pietro 1:21) Piuttosto la visione acuta degli Apostoli fù un’illunimazione della mente che permise loro di vedere e capire gli scopi divini e in tal modo di affermarli chiaramente, propio come tutto il popolo del Signore da allora, seguendo la loro guida, e stato reso capace di crescere nella grazia e nella conoscenza e nell’amore, ed e stato reso capace di: abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondita e l’altezza, e di conocere l’amore di Cristo, che sorpassa, (tuta la conoscenza umana.—Efes. 3:18-19

Nondimeno, siamo completamente giustificati nel credere che gli altri loro insegnamenti come pure i loro racconti, furono così supervisionati dal Sognore che, furono evitate parole impropie e che la verità fu espressa in tale forma da costituire cibo spiriuale nella dovuta stagione per i fedeli cristaini dai loro giorni fino al tempo presente. Questa superivisione divina degli apostoli fù indicata in anticipo dalle parole del Signore alla quale disse loro: “Tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo, e tutte le cose che avrete sciolto sulla terra saranno sciolte nel cielo.”—Mat. 18:18

Capiano ciò non nel senso che il Signore avrebbe abbandonato la sua prorogativa e sarebbe diventato abbediente ai dettami degli apostoli, ma nel senso che essi sarebbero stasti custoditi così guidati dallo Spirito santo, che le loro decisioni nella. Chiesa riguardo a quali cose dovevano essere considerate opzionali sarebbero state decisione giuste, e che la Chiesa in generale pertanto, avrebbe saputo che tutte le questioni erano state risolte, che le conclusioni alla quali si era arrivati erano la decisione del Signore come pure quella degli apostoli.

C.T.R
Trad. Dall’Inglese


Associazione Studenti Biblici Aurora