AURORA
Luglio-Agosto 2005

Contenuto Di Questo Numero

  1. La Scienza e il Creatore
  2. Studio Biblico - Píetro E Gíovanní, Intrepídí Testímoní

La Scienza e il Creatore

LA SCIENZA MODERNA é concorde nel credere all’esi stenza di un Creatore di tutte le cose. E l’uomo saggio fonda su la ragione le proprie idee, azioni, invenzioni e credenze.

Or, possiamo noi dubitare che il Creatore dell’- Universo non avesse un fine ragionevole per effettuare la Sua creazione, oppure, che tal ragionevole fine non fosse estrinsecato in una maniera rispondente alla Sua Onniscienza?

Assolutamente—rispondiamo—no! E siamo sicuri che niun essere ragionevole potrebbe porlo in dubbio: considerando che ogni intelligente e sagace son daggio analitico delle Scritture conclude indiscussamente che la Bibbia trae origine dal Volere e dal Potere divino. Difatti, Essa fu ed è stata ispirata e scritta per rendere consapevoli le creature umane—da Dio dotate intelligenza e discernimento— non solo del modo in cui EGLI effettuò la Creazione, ma, anche, il fine a cui mirava e, che, per ottenerlo, fece propagare, dai Suoi fedeli Patriarchi e Proteti, tante meravigliose promesse che sarebbero state effettuate nel futuro, secondo i Suoi proponimenti.

Una, fra queste rimarchevoli promesse, preannunziate a tutte le genti, sin dal principio, la reperiamo nel 95° capitolo d’Isaia, ove, fra altro, EGLI ci fa dire: “… tutti vedranno la gloria dell’Eterno, la magnificenza del Nostro Dio …” E, nella Genesi 22:18, assicura che ‘TUTTE LE NAZIONI DELLA TERRA SARANNO BENEDETTE …”

Noi, nel vivo desiderio di consolare molti cuori, afflitti e costernati, a causa degli attuali subbugli e delle disagevoli condizioni sociali, sottoponiamo al vostro attento esame questi nostri studii Biblici.

LE FAMIGLIE DELLA TERRA SARANNO BENEDETTE

Le innumerevoli promesse di Dio costituiscono la più vivida sorgente di benedizioni, per ogni fedele Cristiano. Niuno fra coloro i cui piedi “hanno calcato fedelmente le orme del Maestro” perderà l’occa sione per ringraziare Iddio per tutte le promesse Sue—in cui tutti fondano la loro speranza— e per l’aiuto da Lui ricevuto, in ogni tempo d’afflizione. “La mia grazia ti basti …” è la promessa su la quale ogni buon Cristiano fonda il proprio comportamento e tutte le sue speranze. E, nella assoluta cer tezza “che tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Iddio,” ognuno resta saldo nella completa fede delle benedizioni che EGLI ci erogherà in avvenire.

L’apostolo Pietro, nella sua seconda Epistola 1:4, ci dice che “mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati, mercé la propria gloria e virtù, per le quali ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse, oltre a renderci partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione, che é nel mondo, per via della concupiscenza.” Nella nostra essenza di veraci Cristiani, siamo statti in grado di reperire, nelle promesse di Dio, una parte ben sostanziosa del nostro patrimonio spirituale, mediante il quale abbiamo acquisto un’oasi di pace, in mezzo agli uragani, che vanno sconvolgendo il mondo. Per tal privilegio, mentre gran parte delle genti permangono in un pauroso allarme, nell’ osservare i turbinosi eventi mondiali, noi li consideriamo secondo “le beate promesse divine, contenenti delle speranze, non solo per noi, ma, anche, per tutta la povera umanità pervasa dal terrore.

Le promesse divine indicano, anche, un’eredità, per i Cristiani. Infatti, in Apocalisse 2:10, leggiamo “… non temere per quello che avrai da soffrire … si fedele sino alla morte ed io ti darò la corona della vita.” Ancora, in Apocalisse 20:6, leggiamo: “Beato e santo è colui che partecipa alla Prima Risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui quei mille anni.”

Per quanto queste promesse sono meravigliose, noi non ci fermeremo a discutere ed illustrare la Prima Risurrezions: attenendoci a parlare di quelle che suseguiranno. Né intendiamo parlare circa il privilegio che sarà concesso al “piccolo gregge, nel concedergli di regnare con Cristo per mille anni”: poiché, ora desideriamo illustrare in quale maniera quei mille anni del Regno di Cristo transormeranno la vostra e la nostra famiglia, cioè tutte le famiglie della terra.

Una delle promesse, che Iddio espresso agli uomini, la reperiamo nella Genesi 12:3. In essa, dice che “in Abrahamo, saranno benedette tutte le fam iglie della terra.” Sarebbe strano pensare perché, a quel tempo. Abrahamo non pose in risalto, nella sua mente, che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette nella sua progenie; ma non è strano, invece, per noi, di porre in risalto tale promessa.

Quali studiosi della Bibbia, noi gioiamo con Abrahamo, e con tutte le famiglie della terra, nella sicurezza che questa promessa, pronunziata da Dio, al suo fedele Patriarca, agli albori della storia del mondo, avrà il suo adempimento. Alcuni pensano che Dio ritarda l’adempimento delle Sue promesse, perché sono trascorsi secoli su secoli, senza che le famiglie della terra siano state benedette, anzi, a quanto hanno appreso dalla storia, sono state edotte che i loro avi vissero tempi di grandi distretta, turbolenze guerre, e macelli, che si andarono ripetendo in tante epoche succesive. Dipoi hanno appreso, e costatato anche, ai loro tempi, lo sperpero di danaro, in bilioni, su bilioni, che i governi del mondo spendono per armamenti micidiali, per inondare i campi di battaglie di sangue e cadaveri, al sol fine di soddisfare i bestiali istinti dell’egois mo e dell’oppressione; i quali hanno costituito e costituiscono la folle mania omicida degli uomini che deterngono il potere su le Nazioni. Hanno visto scorrere fiume arrossati dal sangue dei propri simili, trucidati, mentre il letto del fiume che dovrebbe canalizzare le benedizioni per tutte le familigie della terra, resta arido.

Anche noi siamo a conoscenza di questi orrori che hanno torturata e torturano l’umanità, ma non perdiamo la nostra fede in Dio, perché sappiamo che le sue promesse non tarderanno ad essere mantenute da Lui, al tempo in cui ha prestabilito che siano erogate le Sue benedizioni. Noi abbiamo tale sicurezza perché, spesso, nel corso della nostra vita Cristiana, abbiamo implorato, in momenti di estremo bisogno, la Sua Grazia ed Egli ce l’ha concessa. Perciò, desideriamo confortare coloro che sono sfiduciati, nell’assicurarli che la promessa dell’ Eterno. Iddio ad Abrahamo sarà adempiuta con la stessa definitività di altre promesse espresseci, che ha di già adempite. Infatti, l’apostolo Paolo scrisse agli (Ebrei 6:13-14): “Quando Iddio fece la promessa ad Abrahamo siccome non poteva giurare per alcuno, maggiore di Lui, guirò per sé stesso, dicendo: ‘ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente’.” In altri termini, volendo l’Eterno Iddio imprimere nella nostra mente la certezza che Egli avrebbe adempiuta la promessa, giurò su la propria integrità che, a suo tempo, avrebbe benedette tutte le famiglie della terra. La stessa promessa Egli la ripeté ad Isacco, figliuolo di Abrahamo, e, più tardi, a Giacobbe, figliuolo d’Isacco. Vi riportiamo i testi delle due Scritture, certi che rileverete la differenza fra esse, e la solennità delle promesse fatta a loro.

Nella (Genesi 26:1-4), leggiamo: “l’Eterno apparve ad Isacco e gli disse: ‘non scendere in Egitto; dimora nell paese che io ti dirò. Soggioca questo paese ed io sarò teco e ti benedirò, poiché ti darò a te ed alla tua progenie tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abrahamo, tuo padre, e moltiplicherò la tua progenie, come le stelle del cielo; e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie.”

Ancora nella (Genesi 28:13-14), Iddio disse a Gia cobbe: “Io sono l’Eterno, l’Iddio d’Abrahamo, tuo padre, e l’Iddio d’Isacco; la terra su la quale tu stai coricato, io la darò a te ed alla tua progenie; e la tua progenie sarà come la polvere della terra e tu ti stenderai ad oriente ed a occidente, a settentrione ed a mzzodi; e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua progenie.”

Come certamente avrete rilevato, ad Isacco fù pro messo che la sua progenie sarebbe stata moltiplicata come le stelle del cielo; mentre a Giacobbe fu promesso che la sua progenie sarebbe stata aumentata come la polvere della terra. Avrete notato, anche che, in ambedue le promesse, sia Isacco, che Giacobbe, furono assicurati che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette nella loro prognie. Or, vi raccomandiamo di tener bene a mente questi due aspetti della Parola di Dio, nel proseguimento di questo studio.

Intanto, vi trascriviamo quest’altro passaggio della (Genesis 22:15-18): “L’Angelo dell’Eterno chiamò, dal cielo, Abrahamo, una seconda volta e disse: “io ti guiro per me stesso—dice l’Eterno— che, siccome tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare; e la tua progenie posse derà la porta dei suoi nemici.” Quale intrinseco signi ficato risiede nella differenza in cui fu espressa la pro messa ad Abrahamo, ad Isacco, e, poi, a Giacobbe?

Noi crediamo che la differenza stia ad indicare, e provare, che il Regno di Dio consisterà in due parti: la celeste e la terrestre. Difatti, tale designazione si rileva da molti passaggi Scritturali e ve ne citeremo alcuni:

Agli (Atti 15:14-18), leggiamo che “Iddio ha, primi eramente, visitato i Gentili, per trarre [scegliere] da questi, un popolo per il Suo Nome [tal popolo è formato dalla Chiese di Dio] …; indi: “… dopo queste cose, io tornerò ed edificherò la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue rovine e la rimetterò in piè, affinché il rimanente degli uomini e tutti i gentili, sui quali è invocato il mio Nome, cerchino il Signore.”

A mezzo dell’apostoloo Paolo, il Signore ci deli nea quanto fu promesso ad Abrahamo [e con lui ad Isacco ed a Giacobbe “eredi della promessa stessa” (Ebrei 8:10)]. Or, Isacco prefigura la fase spirituale del Regno di Dio, composta da Gesù, quale Capo, e la Chiesa suo Corpo, per cui la promessa ad Isacco fu d’ordine celeste. Mentre Giacobbe, invece, rappresenta la progenie terrestre: cioè color che saranno benedetti, su questa terra, con la vita e la felicità, invocate a Dio, nel corso di duemila anni, con la preghiera “venga il Tuo Regno, e sia fatta la Tua Volontà anche in terra, com’ è fatta in cielo …”

Investighiamo più a fondo la Parola di Dio, onde la Verità possa risplendere in tutto il suo fulgore.

Ai Galati 3:16, l’Apostolo c’indica che le benedizioni potranno essere erogate ai Gentili, solo tramite Cristo, poichè la promessa fu espresso ad una prognie [alla tua progenie, cioè d’Abrahamo: che è Cristo]. Indi, per puntualizzare con precisione, l’apostolo, agli Abrei 11:17-19, dice: “Per fede, Abra hamo, quando fu provato, offerse Isacco; ed egli, che aveva ricevuto le promesse, offerse il suo unigenito; egli, a cui era stato detto; È in Isacco che ti sarà chiamata una progenie, ritenendo che Dio è potente, anche da far risuscitare dai morti; ond’è che lo riebbe per una specie di risurrezione.”

Da quanto esposto, si rileva che Cristo fu l’antitipo d’Isacco e, perciò, gli fu promesso che la sua progenie sarebbe stata come le stelle del cielo. Or, perché la nostra gioia possa essere completa, occorre puntualizzare che la progenie non era composta solo da Gesù. Infatti, l’Apostolo, continuando la sua chiarificazione, ai Galati 3:26-29, dice: “… tutti voi, che siete battezzati in Cristo, avete vestiti Cristo. Non c’è, quindi, né Giudeo, né Greco; non c’è ne schiavo né libero: non c’è né maschio, né femmina; poiché voi tutti siete uno, in Cristo Gesù. E, se siete di Cristo, siete, dunque, progenie d’Abra hamo; eredi, secondo la promessa.” Ancora l’apo stolo Paolo, scrivendo ai Romani 9:7, ribadisce questo concetto basilare, facendo rilevare: “… non perché son progenie d’Abrahamo, son tutti figliuoli d’Abrahamo; anzi: in Isacco ti sarà nominata una progenie. Cioè, non i figliuoli della carne, ma i figliu oli della promessa sono considerati, come progenie.”

Dal giorno della Pentecoste, sino ai nostri tempi, molti hanno intesa la chiamata che Dio ha rivolto a coloro che accettassero di staccarsi dal ‘mondo.’ E, secondo tale chiamata, hanno consacrata la propria vita al Signore, tenendo, anche, conto dell’invito rivolto loro dal divin Maestro, espresso, in questi ter mini: “Se uno vuol venire dietro a me rinunci a sé stesso e prenda la sua croce e mi segua.” (Matteo 16:24) Quindi, essendosi consacrati a Dio, si sono adoperati, con tutte le loro energie a vivere una vita di completa devozione a LUI. Costoro sono i componenti la Chiesa di Dio; la classe indicata ‘numerosa quanto le stelle in cielo’—la progenie Spirituale—di cui l’Apostolo dice: “… se voi siete di Cristo, siete, dunque, progenie d’Abrahamo ed eredi, secondo la promessa.”—Galati 3:29; I Corinzi 15:43-43

A tutti coloro che ci chiedessero ‘perché queste promesse, espresseci da tanto lungo tempo, onde tutte le famiglie della terra avessero potuto beneficiarne, non ancora sono state rese operanti.’ Noi rispondiamo: la ragione di questo ritardo risiede nell’intendimento divino di erogare le benedizioni allorquando la progenie d’Abrahamo sarà completa; ed essa lo sarà solo allorquando la Chiesa di Dio avrà raggiunta la completezza prestabilita. E ciò avverrà quando la progenie Spirituale sarà risuscitata alla PRIMA RISURREZIONE, per vivere e regnare con Cristo, lungo tutto il corso del Regno Milllenario.

Ai Romani 12:26, l’apostolo Paolo, nel proclamarci che “il Liberatore verrà da Sion ed allontanerà da Giacobbe l’empietà,” vuol riferirsi all’Israele naturale, che comporrà la progenie di Giacobbe [che sarà numerosa come la polvere della terra]. I suoi componenti canteranno l’inno di vittoria, riportato nell’Apocalisse 15:3-4, “il Cantico di Mosè, servitore di Dio ed il cantico dell’Agnello, dicendo; grandi e meravigliose sono le Tue Opere, o Signore Iddio Onnipotente; giuste e veraci sono le Tue Vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il Tuo Nome? Poiché Tu sei santo; e tutte le nazioni verranno e ti adoreranno, poiché i Tuoi Giudicii sono stati manifestati.”

Allora, non solo l’Israele naturale sarà benedetto, ma, anche, tutte le nazioni.

Forse, alcuni cercheranno di conoscere perché dei passaggi Scritturali parlano di premii celesti ed altri di premii terrestri. Questi potranno essere assegnati all’instaurazione del Regno di Dio su la terra, che si suddividerà in due fasi; la Spirituale e la naturale: per cui i premii saranno aggiudicati ad ogni classe, secondo i meriti del proprio stato. Perciò, Gesù, accomiatandosi ai suoi discepoli, prima di ascendere al cielo, si rivolse a loro [quali componenti la classe Spirituale] e disse: “nella casa del Padre mio vi sono molte dimore; io vado a preparavi un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché, dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). In Apocalisse 2:16, reperiamo quest’altra promessa Spirituale, nello incitamento ad essere “fedeli sino alla morte, per ottenere la corona della vita.”

Mentre in Isaia 65:21-22 individuiamo le pro messe terrestri leggendo: Alcune fra le promesse terrestri le individuiamo in questo passaggio del libro di Isaia 65:21-22, che dice; “Essi costruiranno delle case e le abiteranno; pianteranno delle vigne e ne mangeranno il frutto; non costruiranno più perché un altro abiti, non pianteranno più, perché un altro mangi.” Ancora questa un’altra promessa terrena [che sarà resa operante nella fase terrestre del Regno Messianico] c’ è espressa in Michea 4:3-4, in questi termini: “… delle loro spade fabbricheranno vòmeri, del le loro lance, ròncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra. Sederanno ciascuno sotto il fico, o la sua vigna, senza che alcuno li spaventi.”

Ai Galatia 3:8, troviamo questa importante descrizione. Ve la trascriviamo: “La Scrittura, prevedendo che Iddio avrebbe giustificato i Gentili, per la fede, preannunziò ad Abrahamo questa buona novella: ‘in te saranno benedette tutte le genti.”

Questo testo biblico è veramente rimarchevole, perché c’indica precisamente in che consiste l’Evan gelo, cioè; che tutte le nazioni della terra saranno benedette. A questo punto, ognuno potrebbe chiedere a sé stesso; ‘credo io nello Evangelo e credo io che tutte le nazioni della terra saranno benedette?

Molte persone a quanto ci risulta credono che la maggioranza dei popoli andranno in un luogo in cui saranno sottoposti a dei tormenti eterni e di ogni specie, fra cui anche il fuoco e lo zolfo, mentre Iddio “preannunziò ad Abrahamo: “in te saranno benedette tutte le genti.”

Di certo, ci si dirà che, ormai niuno crede più ai tormenti del fuoco eterno. E siamo lieti che la luce della Verità ha reso splendente la PAROLA di DIO, liberando molta gente dall’errata credenza che la Bibbia potesse contenere delle assurdità sconcordanti con l’infinita bontà ed il perfetto equilibrio del Suo infinito Amore verso tutta la Sua Creazione.

Tuttavia, con sommo stupore ed afflizione, a volte, rileviamo l’esistenza d’alcuni che credono ancora ad una dottrina promossa negli oscuri èvi del più nefasto oscurantismo.

In questi gioni, in cui la luce della Verità ha pro pagato molte chiare conoscenze, in tutti i campi dello scibile umano, dovrebbe essere ragionevole, per una grande maggioranza delle genti, di credere nel Vangelo che Iddio predicò, dapprima, ad Abrahamo: l’Evangelo dei nostri proavi cui l’Eterno annunziava che avrebbe benedette tutte le famiglie della terra e dimostrava, poi, di “amare tanto il mondo, da dare [ad esso] il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.”— Giov. 3:16

In armonia con quanto abbiamo concisamente es posto del Piano divino, vi trascriviamo questo brano di un discorso che Pietro tenne al popolo Israelita in un loro tempio. (Atti 3:19-21) Egli disse loro: “Ravvedetevi e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati, affinchè vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e che EGLI vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto sino ai tempi delle restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei Suoi santi Profeti che sono stati sin dal Principio.”

Oltre questo incitante e convincente invito di Pietro, anche l’apostolo Paolo, nel ribadire gli stessi concetti, scrivendo ai Romani, dice: “Io non mi vergogno dell’Evangelo, perché esso è potenza di Dio, per la salvezza di ogni credente.” (1:16) Da qui, risal ta, con chiara evidenza, l’armonia esistente nell’ espressione di Dio ad Abrahamo; dei Suoi Profeti, nel Vecchio Testamento; e degli Apostoli, nel Nuovo Testamento, circa l’Evangelo che doveva essere propagato in tutto il mondo, sino ai tempi in cui sarebbe tornato Cristo, per instaurare il Suo Regno e “restaurare tutte le cost.”

Ritornando al discorso di Pietro, rileviamo che i sacerdoti, il capitano del Tempio ed i Sadducei non avrebbero voluto che si ammaestrasse ed annunziasse al popolo la risurrezione dei morti in Gesù, perciò, oltre a porre loro le mani addosso, lo getta rono in prigione. Or, Pietro—come ben si può rilevare—non aveva fatto alcun cenno circa la risurrezione dai morti e, di conseguenza, la loro accusa non aveva un fondamento diretto, ma traeva origine dalla loro assoluta, avversione alla dottrina concernente la risurrezione del morti, per cui, avendo Pietro annunziato che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette in Abrahamo, ravvisarono, in questa proclamazione, l’implicita asserzione della risurrezione di “tutte le famiglie della terra.

Anche oggi molte persone non credono né vogliono sentir parlare delle venienti benedizioni, perché propugnano la dottrine di punizioni e tormenti per i peccatori, Ma noi non ci arresteremo di predicare e propugnare la dottrina fondamentale ed essenziale della nostra santa fede: l’Evangelo—ripetiamo—predicato da DIO ad Abrahamo; da PIETRO agli Ebrei ed ai Sadducei; da PAOLO [con molta chiarezza e riferimenti Scritturali], perché, altrimenti, in che si costituirebbe la nostra fede? Infatti, l’apostolo Paolo, nella sua prima Epistola ai, Corinzi 15:12-19, con una stringente logica, mette, nella giusta luce e posizione fondamentale, la dottrina della risurrezione, esclamando: “Come mai, alcuni fra voi dicono che non v’è risurrezione dei morti? Ma, se non v’è risurrezione dei morti, neppur Cristo è risuscitato. E, se Cristo non è risuscitato, vana, dunque, è la nostra predicazione, vana, pure, è la vostra fede. E noi siamo trovati, anche, falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato, ch’Egli ha risuscitato il Cristo: il quale non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato; e, se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che dormono in Cristo sono, dunque, periti. Se abbiamo sperato in Cristo, per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.”

Dopo questa stringente disquisizione, solo degli squilibrati avrebberobero potuto—e potrebbero— proclamarsi ancora Cristiani, senza riconoscere l’assoluta essenzioalità della risurrezione, base fondamentale della effettuazione dei proponimenti di Dio, a favore delle Sue creature e dell’intera Creazione Sua.

Noi, pertanto, siamo pienamente convinti e sicuri che le benedizioni di Dio a tutte le famiglie della terra, saranno puntualmente erogate al tempo ch’EGLI ha prestabilito, a mezzo dell’Unto Gesù e la Sua Chiesa [la progenie di Abrahamo]. Nulla, né alcuno potrà mai sminuire la nostra salda convin zione e sicurezza nella PAROLA di DIO, ricordando che EGLI ci affermò che “Essa non torna a Lui a vuoto, senza aver compiuto quello che Egli vuole che sia menato a buon fine ciò per cui l’ha mandata.” (Isaia 55:11) Perciò non dimenticheremo mai di rivolgere al Padre celeste la preghiera che il divin Maestro c’insegnò, nella quale, anzitutto, non dobbiamo tralasciare di chiederGli che “VENGA IL SUO REGNO E SIA FATTA LA SUA VOLONTA IN TERRA, COM’È FATTO NEL CIELO …”E ciò non perché Egli possa dimenticarci, ma per esprimerGli—con i nostri congiunti e quanti possiamo condurre al Trono della Sua Grazia— la nostra devota fede, nel Suo infinito amore, che ci ha concesso, prestabilendo le benedizioni da erogarsi a tutte le famiglie della terra, lungo il corso del Regno Millenario.

“Tutte le nazioni delle genti adoreranno al suo cospetto; perocché al Signore appartiene il regno.”— Salmo 22:27-28

Attualmente, non possiamo misconoscere che vivi amo in tempi meravigliosi, grazie all’accrescimento della conoscenza ed al celerissimo progresso scientifico che ne deriva. Purtroppo, però, dobbiamo costatare che tal celere progresso va producendo numerose calamità ed incomprensibili contraddizioni [inesistenti nella storia del passato], le quali affliggono, stupiscono ed impauriscono i popoli.

L’umanità incominciò ad usufruire d’un po’di progresso verso il 1440, in seguito alla scoperta della stampa. Poi, dal principio dell’1800, al 1900, nè susseguirono altre che pur apportando dei beneficii alle genti del tempo, non rivoluzionarono il mondo come le strabilianti scoperte che dal 1900 ad oggi, ad un ritmo sempre più celere, vanno risultando di gran lunga più importanti e meravigliose, in ogni campo dello scibile umano.

Sino al 1929, non si concepiva, ancora, la potenzialità dell’energia nucleare; la miracolosità televisiva; la celerità degli aviogetti; la creazione di satellite, costruiti dall’uomo e vaganti nell’universo; l’invio di missili interplanetarri, teleguidati, in grado di fotografare Marte, analizzandone la composizione chimica, sondandone la crosta in vista di potervi stabilire una base d’appoggio, onde raggiungere altri pianeti, situati a distanze enormi. Di pari passo, nel campo industriale, s’è andato e si va progredendo nel miglioramento ed accrescimento della produzione, scoprendo inconcepibili materie composite per usi domestici di grand’utilità e poco costo, e costruendo meccanismi e macchinarii i quali espletano lavori assai gravosi, in poche ore, mentre, per il passato, occorrevano squadre d’uomini e molte giornate lavorative. Nel campo della medicina, farmacologia e chirurgia, occorrerebbero pagine su pagine per elencare i ritrovati chimici per medicinali d’altro livello curativo, onde prolungare al massimo la durata della vita, sostituendo idoneamente organi del corpo umano.

Intanto, il tenore di vita, sotto il profilo etico-morale- cristiano, va sempre più abbassandosi e non si perviene mai a spegnere i focolai di rapine, omicidii, insurrezioni e guerre che avviliscono ed addolorano le genti e la Cristianità, viventi secondo i dettami ed i precetti della Parola di Dio.

Uno-scienziato, parlando dei tempi caotici in cui viviamo, ha ditto: “Il nostro mondo può dirsi composto, in parte, da giganti, nel campo nucleare, ed in altra parte, da bambini tisici, che sinteressano assai più delle guerre e poco per procurarsi la pace. Conoscono a fondo il modo d’uccidere, e poco circa il migliore modo di vivere—sono riusciti a sviluppare l’atomo, ma hanno rigettato l’armore, la sapienza, la giustizia e tutti i precetti del vivere da Cristiani racchiusi nel sermone sul monte.

Già abbiamo fatto cenno al rapido ed efficiente progresso della scienza medica-chirurgica, che ha compiuto e va compiendo grandi passi a favore dell’ umanità [travagliata da mali d’ogni specie ed entità], mediante nuovi medicinali ed oculati interventi chirurgici, nonché, ad innesti e trapianti d’organi. Ma troviamo deprecabile le Autorità preposte alla tutela dei diritti e doveri dei cittadini [in tutti i Paesi del mondo sedicente civile] non si occupa né si preoccupa di arginare la delinquenzialità con provvedimenti legali, atti ad assicurare alle genti la massima incolumità, troncando la valanga caotica del disordine e delle iniquità che ne derivano.

Un’altra incongruità d’oggi risiede nella spesa di miliardi che i governi stanziano per inviar missili e razzi a ritmo continuo, in esplorazione di Marte e di altri pianeti, mentre la miseria e la fame progredisce negli infimi strati sociali [anche nelle Nazioni, pervenute ai più alti livelli economici] ed incrementa la mortalità e tutte le aberrazioni che conducono al crimine. Infine a chi può sfuggire che il possesso delle energie nucleari, va adoperato, in massima parte, in metodi possibile a distruggere l’umanità, in luogo di procurarle un più alto livello di vita, creando, come ormai è notorio, una più vasta fruttosità della terra e delle zone di benessere per incanalarvi i diserededati dall’egoismo, che guida tutte le azioni delle classi privilegiate.

UN TEMPO D’ANGOSCIA

D’onde pervengono e come sono andati formandosi questi tempi caotici che incutono paura alle genti? Ecco in quali termini Gesù li predisse, nel Suo discorso profetico (Luca 21:25-26): “… vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra angoscia delle nazioni, sbigottite [spaventate], dal rimbombo del mare e delle onde [flutti], gli uomini venendo meno [saranno tramortiti] dalla paurosa aspettazione [attesa] di quel che sarà per accadere nel mondo.” In Matteo 24:21-22, la profezia di Gesù è descritta in questi termini, più cata strofici: “… allora vi sarà una grande afflizione; tale che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo, sino ad ora, né mai più vi sarà.”

Infatti, sin dal tempo del diluvo, non è esistito un tempo in cui c’è incorso—come incorriamo— nel pericolo della distruzione d’ogni vita su la faccia della terra. Calamità e piaghe d’ogni genere afflissero gli esseri umani, distruggendone in grandi quantità, ma essi sopravvissero e si moltiplicarono; guerre su guerre sono andate succedendosi, in tutte le parti del mondo, ma l’umanità è sopravvissuta, anche dopo le immani distruzioni, perpretate dai bombardamenti, e la erdita di milioni d’esseri umani. Ma se dovesse avvenire, come si teme, una confflagrazione mondiale, ora, e dovessero essere adoperati gli aggeggi bellici ad energia nucleare ed i micidiali ritrovati chimici, la distruttività del genere umano sarebbe totale: in quanto, a completamento di tutti gli orrori mortali, cui andrebbero incontro i belligeranti ed i civili, s’aggiungerebbe l’avve lenamento totale dell’aria, dal quale niuno potrebbe sfuggire.

A noi resta il conforto che possiamo trarre dalla chiusura della profezia di Gusù, con la quale. Egli, da oltre 2.000 anni, pensò d’alleviarci dalle pene da cui saremmo stati affranti. E ci rassicurò, dicendoci che “se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno [nessuna carne] scamperebbe; ma a cagione degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.”

LA BIBBIA CI ULLUMINA

Qual significato dobbiamo trarre dal celere e spet tacolare aumento di conoscenza, erogata agli uomini, nello scorcio di questo secolo? Nella Bibbia questo accrescimento ci fù profetizzato, al fine che identificassimo “il tempo della fine,” in cui viviamo. Daniele 12:8-9, ebbe delle visioni divine dalle quali trasse delle profezie sul lontano futuro: di cui non conobbe il senso, perché esse dovevano essere comprese al tempo stabilito da Dio. Difatti, allorquando egli chiese all’Eterno: “Signore mio, quale sarà la fine di queste cose? ‘EGLI rispose: ‘va, Daniele, perché queste parole son nascoste e sigillate, sino al tempo della fine.

Nel 4° versetto dello stesso capitolo, il Profeta ci fa apprendere il modo per identificare l’epoca in cui perverremo al “tempo della fine.” Nell’aggiungere quest’altra frase dell’Eterno: “Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole, e sigilla il libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà.”

Chi non riconosce i segni indicatori del tempo della fine reperibili negli eventi straordinarii che vanno presentandosi all’attenzione delle genti in tutto il mondo? Nel preannunziato aumento di conoscenza, era inclusa la particolarità d’un tempo in cui avremmo sorvolato i mari, a collegarci con Paesi d’oltremare, per terra, per aria e per mare, mezzi d’una celerità inimmaginabile, siamo riusciti anche ad attraversare l’atmosfera terrestre a velocità supersoniche e gli spazii siderali a velocità mai immaginate dall’uomo, nel passato.

Nel 1° e 2° v. del 12° cap. l’Eterno dice a Daniele che “in quel tempo sorgerà Micael, il Gran Capo, il difensore del tuo popolo [ebraico]. E sarà un tempo d’angoscia qual non se ne ebbe mai, da quando esistono nazioni, sino a quell’epoca; ed in quel tempo il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saran no trovati iscritti nel LIBRO. E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per un giusto giudizio.” Questa profezia si riferisce all’inizio del Regno messianico di Cristo [il Regno di DIO su la terra]. E ciò lo rileviamo dai segni preannunziatici, per i quali, comprendiamo, anche, che siamo in un tempo transitoriale. Il gran Principe, Gesù Cristo, spirtualmente, è già, in attesa che l’Opera transitoria sia completata: onde, terminate i subbugli, sia instaurato il Regno di Dio, su la terra, sotto le direttive Sue, demandate a Cristo ed alla Sua Chiesa. Indi, avrà inizio la risurrezione dei morti.

La Parola dell’Eterno—tramandataci da Aggeo 2:7—preannunziò “… farò tremare tutte le Nazioni, le cose più preziose di tutte le nazioni affluiranno, ed io empirò di gloria questa casa [il Tempio, che era stato distrutto quasi 70 anni avanti (Esdra 3:10).” Or qual’è la cosa più preziosa della terra, se non la vita? Ed è la vita che l’Eterno ridonerà, come l’aveva donata ad Adamo, che Egli creò perfetto, designandolo a vivere per sempre su la terra, e dominarla. Infatti, nella Genesi 1:28, leggiamo che “Iddio disse loro: ‘crescete e moltiplicate e riempite la terra ren detela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove su la terra.”

LA CONCESSIONE DEL RISCATTO

Adamo, infrangendo gli ordini di Dio, perdette la vita ed il suo regno. Il suo fallo comportò, inoltre, che i figliuoli [cioè tutta la sua progenie] nacquero imperfetti e destinati ad una breve vita che il conduceva alla morte. Poi, al tempo stabilito da Dio, venne Gesù su la terra e diede se stesso qual riscatto: per Adamo e tutta la sua discendenza, LUGLIO-AGOSTO 2005 23 morendo, per far riottenere la vita ell’intera umanità.

Il “riscatto,” dato dall’uomo Cristo Gesù, costituisce la più importante dottrina della Bibbia. Riscatto vuol dire prezzo corrispondente, o equivalente, per ottenere la liberazione.

Or v’illustriamo, con una storiella allegorica, il riscatto, pagato da Cristo per liberare Adamo e tutto la sua progenie dalla sentenza di morte, pronunciata da Dio contro essi: ‘un gentiluomo, per un’offesa arrecata al Re della sua nazione, è sottoposto ad un processo e condannato alla confisca dei beni ed alla deportazione ad un confino di polizia, ove deve restare per un tempo indeterminato, con tutti i suoi familiari. Dopo molti anni di residenza al detto confino, un altro gentiluomo, dello stesso rango, chiede al Re di riscattare il deportato e la sua famiglia offrendo sè stesso ed i suoi beni per ridonare la libertà ai poveri prigionieri che lo avevano impietosito. Il Re accetta tale offerta e libera il prigioniero e la sua famiglia, cui restituisce i loro beni per aver avuto l’equivalente dal pietoso riscattatore. Così, i figliuoli, che non avevano conosciuto la vita libera, perchè erano nati duranti la captività dei genitori, potettero goderne i beneficii, grazie al gesto misericordioso del loro benefattore.

IL SECONDO GENTILUOMO

Nella illustrazione allegorica del riscatto, Gesù rappresenta il 2° gentiluomo, nel liberare Adamo e la sua prole, dalla prigionia della morte. Infatti, Egli venne su la terra, come uomo e rappresentò l’esatta equivalenza d’Adamo, prima che, infrangendo la Legge di Dio, meritò la morte. Così, Egli divenne il Redentore e Salvatore di tutta la razza Adamica, cioè l’intera umanità, che sarà liberate dalla prigione della morte.

Perciò, quando Gesù nacque a Bethleem, l’Angelo del Signore, apparso ai pastori che pernottavano nei campi, a guardia del loro gregge, disse: “io vi reco il buon annunzio di una grande allegrezza, che il popolo avrà: oggi, nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore.”

Gesù venne su la terra per compiere il proposito racchiuso nel Piano di Dio. L’apostolo Giovanni 3:16, infatti, nel riportare gl’insegnamenti che Gesù impartì a Nicodemo [allorquando questi gli chiese molte delucidazioni Scritturali], ricorda, anche, che Egli disse: “Iddio ha tanto amato il mondo [le creature umane], che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui, non perisca, ma abbia vita eterna …”

In che modo, ci si domanderà. E noi risponderemo con le parole dell’apostolo Paolo, che, concisamente, nella sua prima Epistola ai Corinzi 15:21-23, spiega come e perché Dio concesse tal sommo privilegio. Egli scrisse: “Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così, anche, in Cristo, saranno tutti vivificati …” Or, Gesù fu il primo ad essere risuscitato e ad ascendere al cielo. Ed i fedeli seguaci, che calcheranno le Sue orme [i membri del Suo Corpo, la Chiesa], otterranno anch’essi il premio celeste.

Allora, Cristo instaurerà il Suo Regno su la terra e Paolo ce ne traccia l’Opera, dicendoci: “quand’Egli avrà rimesso il Regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni potestà ed ogni poten za, poiché bisogna che Egli regni, sinché avrà messo tutti i suoi nemici sotto ad i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto, è la morte.”—I Cor. 15:24-26

LA MORTE DEBELLATA

Immaginiamoci un mondo in cui non esisterà più la morte! In ciò consisterà il Regno, per la cui instaurazione, Gesù insegnò — 2.000 anni, or sono—la preghiera che i discepoli avrebbero dovuto innalzare al Padre celeste. Si d’allora, milioni e milioni di persone hanno invocato l’Eterno, onde venisse “quel Regno e la volontà di Dio fosse fatta su la terra, come è fatta nei cieli.” Or, gli uomini, oltre a spasimare per le numerose calamità, sofferenze e dolori, provenienti dal loro decadimento, ereditato da Adamo, debbono essere affranti, anche, dall’ incubo al quale soggiaccioni permanentemente a cau sa delle crisi nazionali ed internazionali, creatrici di panico e disperazione. E fanno affidamento nella manifestazione dei figliuoli di Dio e nella instaurazione del Regno Messianico: pur non avendo un‘e satta cognizione dei beneficii ch’esso apporterà, né del tempo e del modo in cui verrà instaurato.

Noi, al presente, stiamo vivendo nel tempo della fine e potremmo dire d’essere pervenuti sulla soglia del Regno di Dio, sulla terra, allorquando Micael stabilirà il Regno e tutti i morti che giacciono nella polvere della terra, saranno risvegliati, nel corso dei mille anni del Regno. Risusciteranno e torneranno a vivere su questa terra, ove la morte, la grande nemica dell’umanità, sarà per sempre distrutta.

Consideriamo il tripudio delle genti! Tutte le madri, che perdettero i loro figliuoli, gradatamente e ordina tamente, potranno riabbracciarli, anche quelle che, per ordine d’Erode, al tempo di Gesù, ebbero trucidati i loro fanciulli a Bethleem e nelle zone limitrofe. D’ogni bimbo ucciso, restò una madre affranta dal dolore e straziata per l’inumana ferocia degli sgherri, sguinzagliati come belve sanguinarie in cerca della preda da sbranare. Esse riavranno i loro bimbi e pos tranno gioire del loro affetto, dopo tanto tempo.

“Così parla l’Eterno [tramite Geremia 31:15- 17 a queste madri]: S’é udita una voce in Rama [significa ‘altura’ ed era una collina, ove dal culmine, si esprimeva il proprio dolore, Matteo 2:18], un lamento, un pianto amaro; Rachele piange i suoi figliuoli; perché non sono più.”

Si tenga presente, ora, che, in questa parte della profezia, riferentesi al giorno tanto vicino, in cui le madri saranno consolate, Geremia, per avvalorare la sicurezza del mantenimento della promessa, sotto linea che essa è stata espressa da Dio, ripetendo per 3 volte “Così parla l’Eterno!” E ciò perché “le pro messe di Dio hanno in LUI il loro sì.”—II Corinzi 1:20

NON PIU PIANTI

Se avete attraversata, qualche volta, una strada in cui sorge uno dei tanti cimiteri di guerra, di certo avrete rilevato il gran numero di tombe che vi son disseminate, l’una accosto all’altra. Immaginatevi di vedere presso ciascuna tomba una madre, pian gente. Tale visione strazia il cuore d’ogni essere umano. Figuratevi quanto più si resterebbe addolarati se si pensasse che di questi cimiteri ve ne sono a centinaia di migliaia in tante strade di questo mondo in cui le guerre si sono sussegiute, di generazione in generazione, senza tregua, straziando i cuori delle povere madri, vittime di tale orrore. Da ciò potrete rilevare come Iddio ha amato ed ama le Sue creature e vuole preservarle dalla morte che in tante maniere atroci va falciando le loro vite. Egli provvederà ad asciugare le lacrime, da ogni volto, restituendo i loro cari alle madri, ai padri, alle spose, ricostituendo per tutti il proprio focolare, nell’ amore, nella pace, nella giustizia, cancellando il passato di dolore e tenebrore.

VENGA IL TUO REGNO

Ormai, nell’assoluta certezza che il Regno di Dio, invocato, lungo il corso di tanti secoli, da tutte le creature devote al Padre celeste, sta per essere instaurato, abbiamo il privilegio di rassicurare che per esso e da esso saranno dirimate tutte le controversie, risolti tutti gli assillanti problemi che invano i governi del mondo hanno cercato di risolvere. Noi gioi amo di non aver mai dubitato che la bontà divina è infinita, al pari del Volere e Potere del Padre celeste, perciò ricordiamo a tutti le rassicuranti parole di Davide (Salmo 30:5), circa l’Eterno Iddio, la cui “ira è solo per un momento, mentre la Sua benevolenza è per tutta la vita.” Ricordiamo, anche, alcune altre confortanti assicurazioni dei Profeti e degli Apostoli circa l’amore e la cura che l’Eterno ha avuto ed ha per tutti noi.

Isaia 33:24, parlando di Gerusalemme, che sarà salvata, preannunzia che “nessun abitante dirà più: “io sono malato’—poichè—il popolo che abiterà Sion avrà ottenuto il perdono, per la sua iniquità.” Ancora da, Isaia 2:4, traiamo gran conforto, considerando che i tristi giorni in cui l’umanità si dibatte, nelle più dure pene, create dalla penuria di abitazioni, di viveri ed a cagion delle guerre, un po’ dapertutto, divampanti nel mondo, giacché ci dice che “gli uomini, dalle loro spade fabbricheranno zappe e, dalle loro lance, delle falci.”

Sconfessiamo, dunque, quelle Nazioni che negano l’esistenza del Creatore, poiché EGLI, tramite il profeta (Geremia 31:34), preannunziò che” tutti LO conosceranno, dal più piccolo al più grande” e “spanderà il Suo Spirito su ogni carne” (Gioele 2:28), per cui “tutta la terra sarà ripiena della Sua gloria …”—Numeri 14:21

Restaurato, anche, il giardino dell’Eden, che si esten derà su tutta la terra [ove non graverà più maledizione], esso produrrà cibi perfetti e sufficienti per tutti gli esseri ubbidienti che vivranno per sempre su la terra, rifuggendo dal peccato, memori, per la passata esperienza, della sua nefastità. Allora, Satana, il Diavolo, e tutti i suoi proseliti, saranno distrutti e l’universo diverrà puro e, nella sua purezza, tutta l’umanità gioirà, nell’ubbidire Iddio, lungo le eternità che si susseguiranno.



STUDIO BIBLICO

Píetro E Gíovanní, Intrepídí Testímoní

Versetto Chiave: “Ma Pietro e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio di ubbidire a voi anzichè a Dio. Poichè, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo vedute e udite.”
—Atti 4:19,20

Atti 4:1-14

IL SERMONE DI PIETRO SUI “Tempi della ristorazione di tutte le cose, di cui Iddio ha parlato per mezzo dei suoi Santi profeti, fin dal principio del mondo”, rattristò i “Sacerdoti, ed il capitano del tempio, ed i Sadducei” (3:19- 21; 4:1), perchè, come il versetto due spiega, Pietro aveva “Insegnato nel tempio, e annunciato la risurrezione dei morti per mezzo di Gesù Pietro non aveva usato la parola risurrezione nel suo sermone, ma aveva affermato che Gesù era stato risuscitato dalla morte e che, durante il tempo della sua seconda venuta, ci sarebbe stato il “tempo del ristoro”. I conduttori religiosi avevano capito bene che la “Ristorazione” comortava, oltre alla guarigione degli ammalati, la risurrezione della morte.

Probabimente, essi erano divisi nelle loro convinzioni religiose. I Sadducei non credevano affatto alla risurre zione, gli altri potevano anche credervi, ma si addo lorarono nell’apprendere da Pietro che la risurrezione sarebbe venuta per mezzo di Gesù. Poichè in questo modo sorgeva un’opposizione fra gli Apostoli ed il loro lavoro, d’in dole e contenuto dottrinale ben differenti. Condussero, perciò, una azione immediata contro Pietro e Giovanni, mettendoli in prigione durante la notte.—vers. 3

Però “molti di coloro che avevano udito la Parola credettero ed il numero degli uomini salì a circa cinque mila.”—vers. 4 In tal numero certamentte, erano inclusi i convertiti, dal giorno della Pentecoste a quello in cui Pietro pronunziò il sermone della “Ristorazione.”—Cap. 2:47

Con 5mila credenti in Gerusalemme e dintorni, che andavano aumentando ogni giorno, i capi religiosi si trovarono in imbarazzo nel tenere Pietro e Giovanni in prigione, e li condussero davanti ai giudici. La domanda principale che loro rivolsero fu: “Per mezzo di quale forza, o di quale nome, avete voi fatto questo?”. Essi si riferivano al miracolo che era stato fatto il giorno prima. Una regolare “Ordinazione” è ancora considerata di grande importanza in alcuni paesi, sebbene la distinzione fra il Clero ed i Laici non sia così strettamente decisa come si usava prima.

La risposta di Pietro fu chiara e precisa: “Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo di Israele che ciò è stato fatto, nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; in virtù d’esso quest’uomo comparisce guarito, in presenza vostra. Egli è la pietra che è stata da voi edificatori spezzata, ed è divenuta la pietra angolare. E in nessun altro è la salvezza; poichè non vi è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati.—Atti 4:10-12

Mentre il nome di Gesù, fulgente di prestigio ed autorità, per il lavoro che stava portando avanti, significava tutto per Pietro, egli capì che non sarebbe stato bene accetto ai suoi persecutori, e riferendosi al Salmo 118:22, disse loro: “egli è la pietra che è stata da voi edificatori spezzata, ed è divenuta la pietra angolare.” Anche Gesù si riferì a questa profezia concernente la pietra, e spiegò che coloro i quali avessero rigettato “la pietra” sarebbero stati loro stessi rigettati dal Signore, e che il regno sarebbe stato dato ad altri.—Matt. 21:42-44 Pietro sapeva che egli stava dando la giusta interpretazione alla profezia del Salmista.

I conduttori religiosi, notando la franchezza di Pietro e Giovanni, e sapendo che essi “Erano popolani senza istruzione”, “si meravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù.” Come Gesù, nel presentare la Divina verità, era franco e non comprometente, così erano questi coraggiosi Apostoli, A differenza degli Scribi e dei Farisei, fu rilevato che Gesù parlava con autorità e così Pietro e Giovanni e tutti i veri rappresentanti del Signore. Essi conoscevano la verità ed erano capaci di provarla dicendo “Così disse il Signore.”

Pietro disse che non c’è altro nome all’infuori di Gesù Cristo per mezzo del quale è possibile la salvezza. Fu Gesù che diede se stesso per il mondo (riscatto per tutti), e la conoscenza di questa provvisione dell’amore Divino, doveva a tempo opportuno essere testimoniata a tutto il genere umano. Anche i “Morti” saranno “salvati”, o risvegliati dalla morte, affinchè possano avere l’opportunità di conoscere Gesù, credere in lui, e ricevere la vita eterna.—Tim. 2:36

La verità della testimonianza di Pietro ai suoi persecutori fu confermata dalla presenza dell’uomo che era stato guarito, e la guarigione di quest’uomo non era altro che l’evidenza di ciò che sarà compiuto nel nome di Cristo, a favore di tutto il genere umano, durante i “tempi della ristorazione di tutte le cose.”



Associazione Studenti Biblici Aurora