AURORA
Gennaio-Febbraio 2009

Contenuto Di Questo Numero

  1. Il Nuovo Anno
  2. La Nostra Fede
  3. Il Timore Dell’Eterno
  4. La Gloria Di Dio
  5. “Cosi dice l’Eterno: Il cielo e il mio trono e la terra e lo sgabello dei miei piedi.”—Isaia 66:1
  6. I Niemici E Le Tentazioni Della Nuova Creazione

Il Unovo Anno

“Celebrate l’Eterno perchè egli è buono, perchè la sua benignità dura in eterno.”
—Salmo 118:8

IL MONDO HA CELEBRATO il nuovo anno, ma esso si presenta sotto incerte prospettivi, a causa delle caotiche condizioni in cui viviamo. Quasi tutte le nazioni del mondo i loro rispettivi governi non sono in grado di migliorare la situazione. Nel corso del 2008 sono state tenute numerose conferenze, per discutere e risolvere i problemi di vitale importanza, per i quali l’opinione publica mondiale, vive ore di perplessità, ma poco o niente di positivo e stato realizzato, perchè l’egoismo controlla saldamente le menti ed I cuori di coloro che detengono le redini della politica mondiale. In base agli insegnamenti delle profezie Bibliche, siamo convinti che l’unica soluzione ai numerosi dilemmi, che attanagliano lo spirito del mondo in questo inizio del nuovo anno, può scaturire solo dalla instaurazione dell’atteso Regno del Messia il cui regno sarà amministrato da Cristo Gesù e benedetto dal nostro Padre Celeste.

Sotto questo punto di vista, siamo immensamente grati all’Eterno Dio che ci concede anche questa’anno il privilegio di far conoscere a quanti possiamo avvincinare, la buona notizia del Regno. Veramente non troviamo parole adatte per esprimere tutta la nostra gratitudine al Padre Celeste, per averci chiamati a tale ministerio e per avere inculcato nei cuori nostri l’amore per la verità. Siamo confidenti che Egli guiderà ancora i nostri passilungo i “sentieri di giustizia” nella predicazione dell’Evangelo del Regno di Cristo.

Come figlioli di Dio e seguaci delle orme del Maestro, possiamo prefigurarci il nuovo anno, ricco di nuovi ed abbondanti benedizioni, confidenti che Egli fortificherà vieppiù la nostra fede, concedendoci forza spirituale e pazienza. Possiamo, quindi con un senso di rinnovata fiducia, guandare il futuro e a prestarci a superare tutte le prove che incontreremo lungo il cammino della nostra vita. La nostra fede in Cristo ci guiderà in ogni evenienza fino al tempo in cui si realizzeranno le Sue promesse.

La verità continua ad essere promulgata anche nelle più lontane parti della terra e ne siamo lieti. Quale ricca benedizione il Signore concede al suo popolo, scegliendo da esso i suoi ambasciatori, in questi giorni di grandi adempomenti profetici e della fine dell’età. Egli infonde nei cuori e nelle menti di costoro, il suo Spitito, e li rende indonei per il monisterio ed a prodigarsi onde le benedizioni della verità siano estese a tutti.

E solo da pochi giorni che la Cristianità nominale di tutto il mondo ha commemorato la nascita del Messia, nostro Salvatore; ma solo un esigno numero di persone ha ricordato che la Sua nascita rapprensenta la prova più grande dell’amore di Dio verso le sue umane creature, per la cui redenzione Egli ha dato in sacrificio il Suo unigenito Figliolo. L’Apostolo Paolo parlando di Gesù, lo definisce: “l’ineffabile dono.” (2 Cor. 9:15) E Giovanni 3:16 afferma che “Iddio ha dato il suo Figliolo unico, affinchè chi unque creda in Lui, non perisca, ma abbia vita eterna.” Voglia dunque, l’amore divino sostenerci, lungo il corso di questo nuovo anno, affinchè possiamo dedicare la nostra vita al servizio dell’umanità. Ed al servizio migliore, che possiamo offrire, consiste, principalmente, nella presentazione del glorioso Piano di salvezza, che sarà realizzato durante il Regno di Cristo, prossimo ad essere stabilito sulla terra (la dimora dell’umanità.

Possa il nuovo anno essere un anno di rinnovato zelo, di fervore, di opere, di attività per la propagazione dell’Evangelo ai popoli di tutto il mondo, i quali sono pervasi di paura e di angoscia. In questo clima di generale smarrimento, il solo messaggio della verità avrà la forza di infondere una speranza nuova nei cuori degli uomini che, finalmente, in un domani ormai vicinissimo, si schiederanno al raggio dell’amore del Padre Celeste. Allora comprenderanno che Iddio non permettera che l’umanità distrugga se stessa, perchè il Regno di Cristo, da lungo tempo promesso, prenderà fra breve il controllo degli affari del mondo, apportando pace, salute e vita.

Testimoniamo, nel corso di questo anno nuovo, con rinnovato vigore, che la sola ed unica Speranza di vita futura per l’umanità, si identifica nella risurrezione dei morti, “giusti ed ingiusti affinchè possiamo gioire delle ricche benedizioni del regno messianico. La buona novella, l’Evangelo del Regno” e sublime! L’Apostolo Paolo scrisse: “Io non mi vergogno dell’Evangelo di Cristo … salvezza d’ogni credente.” (Romani 1:16) Anche noi come Paolo, oltre a non vergognarci dell’Evangelo, siamo lieti di annunciarlo, ovunque, con spirito di amore e di dedicazione. E, quando l’amore guida la testimonianza della verità, questa conquista più facilmente i cuori delle persone, rendendoli partecipi alle benedizioni del Regno di Cristo. Possa il Signore benedire il vostro cammino, dandovi pace e serenità nel vostro cuore.

—AURORA Dawn Associazione Studenti della Bibbia



La Nostra Fede

PIÙ APPROFONDIAMO IL soggetto della fede, più siamo convinti che essa non solo e indispensabile, addirittura preziosissima. Senza la fede non potremmo essere accettevoli a Dio, ne avvicinarsi a. Lui, dimorare nel Suo amore, essere, direttamente oggetto delle Sue benedizioni e della Sua misericordia. La fede testifica, se siamo o meno figlioli di Dio, generati di spirito, Suoi eredi e coeredi di Cristo, nostro Signore.

Se camminassimo per visione, anzichè per fede non potremmo seguire le orme del nostro Maestro, ne essere Suoi discepoli, non potremmo considerare e valutare giustamente l’opposizione del mondo, della carne e del Diavolo, le quali ci sembrerebbero perniciose, anche se, in realtà, si risolvano indirettamente in una benedizione, in quanto per esse la nostra fede si fortifica.

La fede, infine, conduce alla gloria del Regno di Cristo, alle Sue benedizioni ed ai suoi privilegi, ed il Suo esercizio contribuisce alla nostra formazione spirituale, sotto la guida e la scuola di Cristo Gesù, nostra guida e Maestro.




Il Timore Dell’eterno

“Il timore dell’Eterno è il principio della conoscenza; ma gli stolti disprezzano la sapienza e l’ammaestramento.”
—Proverbi 1:7

L’EPOCA PRESENTE, caratterizzata da un fantastico progresso scientifico e da un generale sviluppo di tutte le umane discipline, e definita l’età del cervello. L’inalfabe-tismo va quasi scomparendo in tutte il mondo dovunque, larghi strati popolari, in passato avulsi da qualsiasi attività culturale, oggi poseggono molti mezzi, necessari per potersi erudire e conquistare un posto, tolvolta di rilievo, nella società.

Prima che l’individuo possa intelligentamente. “temere” e riverire il suo Creatore, è necessario che la sua mente sia, innanzitutto, ben preparata. Questa preparazione, cui si riferisce il nostro testo, viene conpiuta per mezzo dell Sacre Scritture, che contengono i comandamenti e gli statuti, dati da Dio al suo popolo e che questi non avrebero mai dovuto dimenticare, in quanto rappresentava il suggello dell’avenuta leberazione dalla schiavitù dell’Egitto Deuteronomio 6:5-7, ne farli dimenticare ai loro figlioli ed alle generazioni future, affinchè le menti ditutti fossero preparati a conoscere, per il propio bene, la potenza, la giustizia e l’amore dell’Eterno Dio loro, ed essere, così, in grado di temerlo a servirlo. Questi sentimenti, rappresentavano appunto il principio della vera sapienza. Il timore non e solo il riconoscimento della superiorità di Colui che e considerato l’Essere supremo, l’Altissimo sopra tutte le cose ma anche della propia umiltà e della sincera fiducia in Lui.

La preparazione della mente verso l’accettazione delle cose spirituali, diviene pregressiva quando il cuore e predisposto a tali sentimenti. L’uomo diviene così il prediletto dell’Onnipotente, il quale ha stabilito il suo trono sulla ferma base della giustizia, la cui caratteristica è l’amore (Salmo 88:14) tale favorevole posizione sarà per lui un guadagno. Ed e esattamente tale guadagno che il nostro testo mette in evidenza, quando afferma che: ‘il timore dell’Eterno è il pincipio della scienza.’

Nel creare l’uomo, Iddio le munì della facoltà del ragionamento e di uno sviluppo mentale progressivo, nella certezza che queste caratteristiche avrebbero cooperato al proprio bene e alla Sua gloria. E’ lecito, pertanto, affermare che, avendo Iddio creato l’uomo, ed avendogli fatto dono dell’intelligenza progressiva, in tutti i tempi, gli ha fornito i mezzi ed i modi per conseguire tale progresso intellettuale. Così, quando giunse il tempo di restituirgli i suoi favori, il Creatore gli mandò Mosè e gli diede la legge. Intervenendo in suo favore numerosissime volte, con manifestazione di prodigi e di potenza, ragionevolmente lo condusse a concludere che non v’era altro Dio se non l’Iddio d’Israele. E, affinchè il tempo e le imperfezioni umane non affievolissero o cancellassero in Israele l’amore e la fede verso il suo Dio, nè il ricordo di un passato, ricco non solo di oppressione e di sacrificio, ma di lotte e di conquiste, di libertà e di gloria, di giustizia e di diritto, l’Eterno gl’impose di vegliare diligentemente, affinchè non dimenticasse le cose che i suoi occhi avevano veduto e non gli uscissero dal suo cuore: “… Le legherai alla mano come un segnale, ti saranno come frontali tra gli occhi, e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.”—Deuteronomio 4:9, 6:8-9

Questo inestimabile patrimonio formò la base per la speranza futura d’Israele e, al tempo stabilito, per quella di tutta l’umanità. E vero che Israele non si mantenne sempre fedele ai termini del Patto, ma le parole scritte da Mosè e, successivamente, dai Profetti, rimasero immutabili e la loro veridicità fu riconfermata dal nostro Signore Gesù, nel momento più sublime della sua vita terrena, poiche ore prima della sua morte, mentre pregava il Padre, dicendo: “santificali nella tua verità; la tua parola è verità: (Giovanni17:17) L’espressione: “la tua parola è verità” si riferisce ai libri del Vecchio Testamento, in quanto il Nuovo, a quel tempo, non era stato ancora scritto e questa autorevole testimonianza conferma che quei Libri formano ancora la base su cui i fedeli seguaci di Gesù possono essere oggi santificati. A costoro, come all’antico popolo, è dato l’ordine di raccontare ed insegnare la Parola della Verità” ai loro figliuoli ed ai figliuoli dei loro figliuoli” e di essere suoi testimoni per tutta la terra.—Efesi 6:4; Fatti 1:8

Oggi, il popolo di Dio vive in tempi difficili, già profetizzati da santi nonimi dell’Antico Patto, da Gesù e dagli Apostoli. (Daniele 12:1; Matteo 24:21-22; 2 Timoteo 3:1) Beati, tuttavia, quelle case in cui regna “il timore dell’Eterna.” Esse sono fermamente stabilite sulla roccia e sfidano tutte le tempeste.

Purtroppo, molti genitori, a motivo di complicate vicende della vita, oggi, sono così terribilmente occupati, che non trovano il tempo necessario per potere guidare i loro figliuoli, affinchè crescano nella conoscenza e nel timore dell’Eterno. Ed anche se, più tardi, dolorose circostanze della vita spingono alcuni a ricercare il Signore, la mancanza di una conoscenza scritturale dei propositi divini, rende più difficile la loro vita. Ben a ragione Gesù disse ai suoi discepoli: “se perseverate nella mia parola … conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.” (Giovanni 8:32) Alcune volte si fa ricorso al senso della ragione troppo tardi, ma è meglio che mai: comunque, per le famiglie cristiane, componenti il popoli di Dio, è necessario uno studio progressivo delle Sacre Scritture, perchè possa essere compreso il glorioso piano di salvezza di Dio e si possa temere il suo santo Nome e vivere nella Sua luce e nella Sua grazia. (Giacomo 1:17) Questa è l’unica via per la quale si perviene alla condizione di discepoli prediletti del Re dei Re e Signore dei signori. E da questa condizione di privilegio e di favori, scaturiscono le seguenti benedizioni: l’adozione in qualità di figliuoli di Dio; la coeredità di Cristo, in qualità di re e sacerdoti.—Luca 12:32; Romani 8:17; I Giovanni 3:2

In questi ultimi anni, il Signore è stato largo in benedizioni nei riguardi del suo popolo. Provvedendolo del cibo necessario al proprio tempo, mediante la Sacra Bibbia, che è la Parola di Dio e di oltre numerose ed appropriate pubblicazioni, quali “Il Tempo è vicino” ed una ricca quantità di opuscoli, che possono ottenersi con modica spesa. Anche il contributo, che questo periodico dà per la diffusione della verità, è notevole e la sua pubblicazione in Italia, in questi ultimi anni, è stata di benedizione per molti. Ma ancora molte benedizioni il Signore ci concederà, se noi, con fedeltà e zelo, “con timore e tremore,” adempiremo i termini del Patto, sottoscritto, col sangue prezioso di Gesù, camminando lungo la via stretta del sacrificio e della santificazione, che conduce alla vita eterna.




La Gloria Di Dio

“Perche l’lddio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendè nei nostri cuori affinchè noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinchè l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi.”
—2 Corinzi 4:6,7

ABBIAMO SCELTO PER lo nostra meditazione uno dei soggetti principali della rivelazione divina: la gloria di Dio, Tratteremo brevemente due aspetti di questo soggetto: quello delle opere e quello dei procedimenti di Dio, come sono manifestati in Gesù Cristo. Nessuno salvo il Figlio di Dio, Cristo Gesù, può rivelare la gloria del Padre, la “luce della conoscenza della gloria di Dio.”

L’uso comune della parola gloria le ha tolto molto del suo valore reale, per quel che concerne la gloria attribuita al nostro potente Creatore ed al nostro amato Redentore, il “Re dei re e Signor dei signori.” (Apocalisse 19:16) Essa è qualche cosa di più che uno spendido attributo, una specie di simbolica insegna d’autorità. Certamente la gloria include anche simili cose, come ad esempio le splendide vesti del sommo sacerdote d’Israele. In un senso ristretto, tale gloria rappresentava per il popolo d’Israele l’apparenza di Dio.

Possiamo definire la gloria di Dio, quella parte più augusta della natura di Dio, insieme alle caratteristiche di tutti i Suoi attributi, secondo la loro indivisa e rivelata pienezza. Essa non è semplicemente un attributo di Dio o un aspetto della sua rivelazione, ma la parte migliore di ogni caratteristica della sua pienezza e perfezione. E’ la pienezza di Dio, promessa e riservata a coloro che si rivolgono a Lui, come dice l’evangelo secondo Giovanni: “Noi abbiam contemplata la sua gloria,” (di Gesù) che riflette la gloria del Padre “piena di grazia e di verità … Infatti, è dalla sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia.” In che modo? Per mezzo di Gesù Cristo.—Giovanni 1:14,16

A volte ci riferiamo alla gloria di Dio, al Suo magnifico carattere ed alla Sua splendida personalità, espressi dalla Sua misericordia, bontà ed amore, pietà e fedeltà. “L ‘Eterno! L’Iddio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione ed il peccato.” (Esodo 34:6,7) “La via di Dio è perfetta.”—Salmo 18:30

Questi sono i due grandi aspetti della gloria di Dio, rivelati dalle Scritture. La Sua opera creativa dimostra all’uomo ed agli angeli la Sua sapienza e la Sua potenza. Ma le vie di Dio sono tenute segrete, eccetto quando Egli stesso decide di rivelarle. Gesù disse: “Niuno conosce appieno il Figliuolo, se non il Padre; e niuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo, e colui al quale il Figliuolo avrà voluto rivelarlo.”—Matteo 11:27

Le parole dell’apostolo: “Perchè l’Iddio che disse: splenda la luce,” ci richiamano alla mente il capitolo primo della Genesi: “Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.” Lo spirito di Dio “aleggiava sulla superficie delle acque,” ossia l’attenzione e l’interesse di Dio operavano per creare il pianeta che doveva servire da dimora all’uomo ancora da creare.

“Dio separò la luce dlle tenebre,” ed in seguito tutto il rimanente della creazione venne formato. Tutti conosciamo l’ordine della creazione, l’opera di Dio nei diversi giorni (epoche): la luce, il firmamento, la creazione della vegetazione di erbe, alberi; quella del sole, della luna e le stelle; indi creature che hanno vita, i pesci, gli uccelli e gli altri animali. Finalmente Iddio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza.”

In tutta la creazione di Dio, sia nei cieli che sulla terra, le Sue opere sono manifeste. Tutti gli uomini, ovunque si trovino, possono contemplare il creato ed essere attratti da tale osservazione per venerare ed adorare il loro Creatore, cui culto e lode sono dovuti, Davide espresse ciò chiaramente: “Avanti che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra ed il mondo, anzi, ab eterno in eterno, tu sei Dio.” (Salmo 90:2) Ed ancora: “Anima mia, benedici l’Eterno! O Eterno, mio Dio, tu sei sommamente grande; sei vestito di splendore e di maestà.”—Salmo 104:1

Ciò che può essere apertamente conosciuto dell’opera di Dio è esposto dovunque agli occhi di tutti: “I cieli raccontano la gloria di Dio ed il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. Un giorno sgorga parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. Non hanno favella, nè parole; la loro voce non s’ode. Ma il loro suono esce fuori per tutta la terra, e i loro accenti vanno fino all’estremità del mondo. Quivi Iddio ha posto una tenda per il sole.”—Salmo 19:1-4

Il carattere e le vie di Dio sono nascoste all’uomo sino a quando Egli non desidera rivelarle. Paolo scrisse: “Quando inscrutabili sono i suoi giudizi, e incomprensibili le sue vie!” (Romani 11:33) Parlando per bocca d’Isaia, Dio disse: “Poichè i miei pensieri non sono i vostri pensieri, nè le vostre vie sono le mie vie, dice l’Eterno. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri, più alti dei vostri pensieri.”—Isaia 55:8,9

Fu alla Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo sui discepoli radunati nella sala di sopra, che la luce della conoscenza della gloria di Dio rifulse nel volto, ossia sulla persona, di Gesù. In tal modo le vie di Dio divennero per essi più facili a capire. “L’Iddio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui, ed illumini gli occhi del vostro cuore, affinchè sappiate a quale speranza Egli v’abbia chiamati, qual sia la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi.”—Efesini 1:17,18

Vi sono tre grandi ed importanti aspetti della gloria di Dio nel volto di Gesù Cristo. Queste virtù si trovano nel Figlio prediletto di Dio, e devono essere riflesse da coloro che lo seguono e considerano Dio come loro Padre Celeste. Esse sono: la luce, la vita e l’amore. Dio è la sorgente di ogni luce. Egli formò la luce materiale nel mondo ed Egli dona la luce spirituale e la verità a coloro che cercano di capire la Sua Parola ed i Suoi propositi. Colui che vuole fare la Sua volontà ne riconoscerà la dottrina.—Giovanni 7:17

In tutte le Scritture la luce è un simbolo di conoscenza, di purezza, di verità è parimenti le tenebre sono un simbolo dell’ignoranza, del peccato e della morte. Habacuc, parlando sotto inspirazione di Dio, disse: “Tu, che hai gli occhi troppo puri per sopportar la vista del male.” (Habacuc 1:13) Gli uomini amano le tenebre piuttosto che la luce, poichè le loro opere sono malvage. (Giovanni 3:19) Giovanni ci dice altresì che Gesù è “la vera Luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo.” (Giovanni 1:9) Gesù disse: “Io sono la luce del mondo è chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.”—Giovanni 8:12

Nondimeno i Farisei, nei loro pregiudizi, dicevano: “Non è costui il falegname, il figliuol di Maria, e il fratello di Giacomo e di Giosè, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi? … Donde ha costui queste cose? E che sapienza è questa che gli è data?”—Marco 6:2,3

Gesù lesse al sabato, nella sinagoga, la Scrittura: “Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandir la liberazione a’ prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l’anno accettevole del Signore … E gli occhi di tutti erano fissi in lui. … Ed essi stupivano della sua dottrina perchè parlava con autorità.” (Luca 4:18-22,32) Anche in quest’occasione si manifestò nella persona di Cristo la gloria di Dio.

Benchè il viso di Gesù, l’uomo perfetto, dovesse essere raggiante di magnificenza. Paolo pensava probabilmente a più di quello quando parlò della gloria di Dio “che rifulge nel volto di Gesù Cristo.” Dopotutto, solamente i primi discepoli ebbero il privilegio di vedere il volto di Gesù, ed anche per loro Paolo scrive: “Se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo conosciamo più così.” (2 Corinzi 5:16) Gesù venne per rivelare la grazia e la gloria di Dio, come se Dio si fosse volto verso di noi. Infatti, tramite i suoi insegnamenti ed il suo sacrifizio per i peccati del mondo, la gloria di Dio ha brillato nei nostri cuori.

Mosè desiderava ardentemente vedere la gloria di Dio in tutta la sua perfezione. Egli disse: “Or dunque, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, deh, fammi conoscere le tue vie, ond’io ti conosca e possa trovar grazia agli occhi tuoi. E considera che questa nazione è popolo tuo.” (Esodo 33:13) L’Eterno gli rispose: “La mia presenza andrà teco, ed io ti darò riposo.” E Mosè dise: “Se la tua presenza non vien meco, non ci far partire di qui. … Deh, fammi vedere la tua gloria!” (vss. 15 e 18) E l’Eterno rispose: “Farò anche questo che tu chiedi, poichè tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente.” (vs. 17) “Tu non puoi veder la mia faccia, perchè l’uomo non mi può vedere e vivere.” (vs. 20) “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà. E proclamerò il nome dell’Eterno davanti a te: e farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò pietà di chi vorrò aver pietà.” (vs. 19) “Ecco un luogo presso a me; tu starai su quel masso; e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano, finchè io sia passato; poi ritrerro la mano e mi vedrai per di dietro; ma la mia faccia non si può vedere.”—Esodo 33:12-23

Fermiamoci a meditare e lodare Dio per la Sua bontà e la Sua perfezione espressa a Mosè nelle parole precedenti. Chiunque contempla la gloria di Dio è indotto a riconoscere la magnificenza e le virtù del Creatore. Ma, ora vogliamo chiederci: che cosa costituisce la gloria di Dio? Tutto quanto possiamo conoscere di lui. Nessum altro che il suo Figliuolo, nostro Signor Gesù Cristo, può? Rivelare la gloria del Padre, la luce della conoscenza della gloria di Dio.

E’ un grande dono avere nei nostri cuori la luce dello Spirito Santo. Per quanto ci riguarda, la grazia ha preceduto la gloria e Dio ci ba elargiti i Suoi sacri segreti prima di rivelarli all’umanità. Tuttavia com’è meraviglioso considerare la seguente promessa: “La terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell’Eterno, come le acque coprono il fondo del mare.”—Habacuc 2:14

Quale privilegio è il realizzare la Sua grazia! Quanti figli di Dio hanno, mediante la fede, indagato nelle promesse di Dio e constato l’adempimento di alcune di esse nella vita d’ogni giorno! Noi ci siamo nutriti delle sue parole ed esse ci sono state di speranza, fede e fiducia negli anni della nostra vita.

Un’altra grande virtù e potenza di Dio è costituita dalla vita. Ed è anche tramite e mediante Cristo che la vita può essere ottenuta. Dare la vita costituisce una perogativa di Dio, ed Egli ha dato a Gesù la potestà di elargire la vita e risuscitare i morti: “Difatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il figliuolo vivifica chi vuole.” (Giovanni 5:21) Gesù disse: “Io sono venuto affinchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.” Poichè il pane di Dio e quello che scende dal cielo, e da la vita al mondo.—Giovanni 6:33

Gesù è diventato per l’uomo una fonte di vita, vita umana, vita spirituale, vita eterna. Egli procurò la vita col suo sacrificio redentore, e la predispose entrando trionfalmente al cospetto di Dio per noi. (Ebrei 9:24) Egli ha promesso la vita ai suoi seguaci durante letà dell’Evangelo. (Giovanni 17:3) E prossimamante, in qualità di padre eterno dell’umanità futura, la elargerà a tutti coloro che dimostraranno buona volontà ed ubideranno. (Giov. 5:28-29) Anche a Marta e Maria egli spiegò: “Io sono la risurrezione e la vita, chi unque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà.”—Giovanni 11:25




“Cosi Dice L’eterno:” Il Cielo È Il Mio Trono E La Terra E Lo Sgabello Dei Miei Piedi.”—Isaia 66:1

LO SGABELLO DEI piedi dell’Eterno – la terra – non è stata affatto gloriosa, nei trascorsi 6000 anni. I peccati, le sofferenze, i dolori il pianto e, infine, la morte hanno fatto in essa un deposito d’ossami che, da calcoli approssimativi-contiene 60 bilioni d’individui, che attendono il prossimo veniente giorno d’instaurazione della giustizia divina, che splenderà nella luce del favore divino, irradiato nel volto di Gesù Cristo nostro Signore – Salvatore.

Si rallegrano i cieli e gioisca la terra rumoreggi il mare e tutto ciò che è in esso. Esulti la campagna e tutto quello che è in essa. Tutti gli alberi della foresta manderanno grida di gioia davanti all’Eterno Egli viene a giudicare la terra, Egli giudicherà il mondo con giustixia e i popoli nella sua fedelta.—Salmi 96:11




I Nemici E Le Tentazioni Della Nuova Creazione

IL PRINCIPALE NEMICO della Nuova Creazione è il “vecchio uomo,” la vecchia volontà. Evitiamo l’errore generalmente commesso in proposito. Non immaginiamo che la Nuova Creature possegga due spiriti e due volontà. “L’uomo d’animo doppio è instabile in tutte le sue vie.” (Giac. 1:8) Egli non può soddisfare se stesso ed il Signore e perciò il Signore non l’accetta. La Nuova Creatura non ha due spiriti; possiede un’intelligenza, uno spirito, un raziocinio, una volontà, che è nuova volontà lo Spirito di Cristo, lo Spirito Santo. Egli non ha accettato solo in parte lo Spirito di Cristo, conservando parzialmente la propria volontà, ma ha fatto intera consacrazione della sua propria volontà al Signore e tale propria volontà è considerata come morta, messa da parte ed ha cessato di dirigere, i suoi affari. In tale condizioni, egli è stato accettato come membro del Corpo di Cristo e in tale qualità, non può avere alcuna volontà personale e deve lasciarsi guidare dalla volontà del suo Capo (Cristo). Casì l’uomo nuovo, la Nuova Creatura in Gesù Cristo, deve considerare che “le cose vecchie sono passate, e tutte le cose sono divinute nuove.” Coloro che non compiono questo sacrificio non sono membri della ‘Ecclesia, del Corpo di Cristo, per quanto possano appartenere alla “famiglia della fede,” dal cui provengono tutti i membri del “corpo,” gli “eletti.”

Si può aver abbandonato completamente e per sempre la propria volontà che è (dal Signore e da tutti coloro i quali hanno adottato la sua maniera di vedere) considerata morta: la carne può anche essere considerata come morta e vivente in Dio, vivificata dalle promesse e diretta della nuova volontà. (Rom. 6:11; 8:11) Tutta questa morte della carne e della volontà, la mortificazione della carne asservita alla nuova volontà per servire il Signore e la. Verità, sotto l’ispirazione della Regola d’Oro, pur non essendo realtà, sono considerate tali. Le condizioni di morte e di vita devono sussistere costantemente mediante l’azione della nuova volontà che si oppone ad ogni specie di attività, della propria volontà e di tutti le influenze che esercitava sulla carne. Se la nuova volontà diviene indifferente e non può più asservire costantemente all’adempimento di azioni ed atti spirituali, la carne riprenderà presto i suoi diritti, manifestandosi con le azioni ed i desiderii che le sono proprii e completamente opposti al nuovo spirito ed allo sviluppo della Nuova Creatura. L’uomo nuovo, pertanto, deve far costantemente attenzione agli impulsi della came e, secondo l’espressione dell’Apostolo, dominare la Vecchia volontà e le sue passioni e desideri, tenendola come morta. Egli deve mortificarsi continuamente ed annientare le ambizioni ed i desideri della carne. L’Apostolo spiega ciò dicendo di se stesso: “Io tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù [cioè, morto all’influenza ed agli ordini della vecchia volontà egoistica], che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato,” e non possa affermare la mia vocazione ed elezione.—I Cor. 9:27

La Parola ispirata dichiara che “il cuore e ingannevole più d’ogni altra cosa è instabilmente maligno” (Ger. 17:9), però, non si tratta del cuore, come organo interno, ma del significato che le Scritture danno al precitato termine, che è sinonimo delle affezioni naturali. La Nuova Creatura possiede un nuovo cuore, una nuova volontà, dei nuovi modelli e soggetti di affezioni, fra le quali primeggiano Iddio, la sua giustizia la sua verità ed i Suoi Piani. In questo nuovo cuore, tutte le altre affezioni occupano un posto in rapporto al grado di armonia in cui sono col Signore e la Sua giustizia. I membri della Nuova Creazione divengono, necessariamente, i primi più intimi soggetti di affezione di coloro che hanno il nuovo cuore, perciò l’Apostolo dice che l’amore dei fratelli è una delle migliori prove della nostra parentela col Signore, come Nuove Creature. Ma come già abbiamo visto, ciò non deve impedirci di riconoscere gli obbligli che abbiamo verso gli altri.

La Nuova Creatura, il nuovo cuore e le nuove affezioni sono esposte agli attacchi continui dei suoi nemici e, cioè, del vecchio cuore (delle sue vecchie affezioni, delle sue antiche tendenze egoiste), in modo che la Nuova Creatura, indotta dai comandamenti di Dio all’indulgenze ed alla generosità, verso tutti, spesso è vittimizata dalle vecchie tendenze che le dicono: Ora che tu mi consideri come morto, che mi hai bantito, io sono morto alla mia antica esistenza, non sono più il vecchio cuore d’una volta e tu devi averne una certa considerazione, per cui non devi infliggermi un trattamento severo e renderti conto dei progressi considerevoli che ho compiuti: perciò non rendermi pesante il fardello di cui mi hai caricato perchè sarebbe ingiusto. Tu devi essere egoista in una data misura, pensando a te ed alla tua famiglia e non solo per i bisogni, ma tu le devi anche la fortuna ed i privilegi della società e di sacrificarti per lei.

Quanto grandi sono le frodi di questo vecchio cuore! Quanto sono sottili e perfidi i suoi ragionamenti! Queante persone sono cadute in inganno, sedotte dal vecchio spirito, a danno del nuovo! Quante persone sono state soggiocate dai sottili consigli di questo vecchio cuore, che si avvale d’un argonmento favorito, dato alla Nuova Creazione ai Rom. 12:18, “Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.” Il vecchio cuore cerca di attribuire a questo comandamento una portata ben superiore a quella reale, cercando di renderlo superiore dei comandamenti divini: (1) Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, la tua anima ed il tuo pensiero e, con tutte le tue forze, lo servirai, l’onorerai e gli obbedirai; (2) tu amerai il tuo prossimo come te stesso. Una tale concezione non può dare la pace dello spirito in alcuna maniera. Se il vecchio cuore, il vecchio spirito, la vecchia volontà riesce a persuadere il nuovo cuore d’accettare un compromesso con la verità ed il dovere, allo scopo d’aver pace, tal stato di cose andrà peggiorando sin quando ne risulterà che la Nuova Creatura finirà con l’infrangere la parte essenziale del suo patto col Signore, allo scopo di assicurarsi un pò di tranquilità, malgrado il suo desidero di non arrivare sino a quel punto. Egli combatte, invero, la sua intica vovontà, ma è circuito da essa, dalle sue sottilità e dalle interpetrazioni cavillose a false che ne fa della Parola divina.

Allorchè la nuova volontà subisce tali assalti, essa deve dirsi che se la pace è desiderevole in casa come dovunque, essa tuttavia non costituisce la condizione essenziale e conforme alle indicazioni del Signore. In effetti, Egli ha prevenuto i membri della Nuova Creazione che essi soffriranno d’una maniera sicura la persecuzione, se calcheranno le sue orme. Ora, la persecuzione non significa per nulla le pace con ciascuno, ma il contrario. Il Signore ha dato loro la certezze che, se faranno risplendere la luce, Egli è assolutamente sicuro che le tenebre odieranno la luce, la combatteranno e si sforzeranno d’indurre colui, che spande tale luce, a porla sotto il moggio, nascondendola. Per riuscire a ciò, le tenebre ingaggeranno una lotta che non ha nulla di comune con la pace. Il Signore ci ha dato la sicurezza che queste cose servono a provare la Nuova Creatura perchè prenda la determinazione a decidere che la pace più importante per lei non è quella secondo la carne ma quella del cuore: “La pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza.

La Nuova Creatura deve apprendere a possedere nel suo cuore questa pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza, anche se le condizioni di vita gionaliera non sono precisamente pacifiche, considerando che lo stato di perfetta comunione col Signore è una ricompensa accordata alla fedeltà che Gli è testimoniata a qualsiasi prezzo o sacrificio. Se dunque, la Nuova Creatura è attirata dal desiderio della carne, e delle insinuazioni dei suoi parenti e di coloro che gli sono cari per legami terreni, essa dovrà ricordarsi degli obblighi fontamentali: amare il Signore, con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima, con tutto il tuo essere e tutta la tua forza. Dovrà anche ricordarsi che tutte le sue relazioni con la famiglia carnale, nonchè i suoi vicini, devono essere subordinate a detta legge fondamentale.

D’altronde, la Nuova Creatura deve evitare il fanatismo; deve evitare d’eseguire delle cose sol perchè spiacciono a lui o ad altri, ed evitare di considerare lo Spirito del Signore come opposto a tutte le sue inclinazioni. La Nuova Creatura deve dedicarsi ad uno studio paziente e serio della Parola di Dio, dello spirito e dei principii che sono la base dei Suoi comandamenti, onde essere in condizioni di porre in prattica le instruzioni della Parola, in tutti gli affari quotidiani della vita. Comparativamente sono pochi coloro che sono tentati in tal campo. In maggioranza sono sottomessi alla tentazione della carne e devono prendere precauzioni speciali per non farsi dominare dai suoi impulsi, accordandole soddisfazioni, sottomettendosi alla sua volontà e procedere in una direzione contraria a quella che debbono seguire i consacrati. Per essi non procedere secondo la carne, nel senso d’obbedirla e porsi al suo servizio, debbono essere vigilanti onde evitare che essa possa riuscire ad impedirli di camminare secondo lo Spirito e progredire nel dominio spirituale. Debbono anche provvedere che la carne non riesca ad affievolire lo sviluppo spirituale impedendo, così, di produrre di frutti, crescere ed aumentare la loro utilità onde vincere e guadagnare il premio nel divenire coeredi di Cristo, nel Regno, membri del piccolo gregge.

Le Nuove Creature debbono aver sempre presente, nel loro intimo, la loro consacrazione, nella quale hanno sacrificato tutti i loro interessi terreni e carnali. Nulla potrebbe rimpiazzare il sacrificio di ciò per loro ottenere lo sviluppo completo ed “essere resi idonei a far parte dell’eredità dei santi nella luce” e degni d’aver parte alla prima risurrezione, alla gloria, all’onore ed all’immortalità, come membri del Corpo di Cristo. Noi riconosciamo che c’è una restrizione da porre a proposito del sacrificio completo, ma una sola: quella che sopravviene allorchè gl’interessi d’altre persone il di cui interesse famigliare è legato ai nostri. In tal caso, la Regola d’Oro imporrà dei limiti al sacrifizio ed indicherà quali gratificazioni convenevoli devono essere accordate a coloro che ci sono cari per legami di sangue e non sono consacrati al servizio con noi.

IL MONDO NEMICO DELLA NUOVA CREAZIONE

Tutto ciò che concerne il presente mondo malvagio è, più o meno, contrario alla giustizia e, cioè, alla Nuova Creazione ed al modello di giustizia che s’è imposto e propugna. La legge generale del mondo può essere racchiusa in una parola o scopo unico, l’interesse personale. Il mondo pretende, tuttavia, e con giusta ragione, la sicurezza dell’esercizio normale della giustizia. Noi non siamo fra coloro i quali reputano che tutte le leggi ed i regolamenti del nostro mondo civile siano malvage. Al contrario, noi siamo stati spesso sorpresi di costatare come le leggi della cristianità sono di carattere elevato, in sapienza, giustizia e nobiltà. Molte fra esse sono state evidentemente elaborate allo scopo di proteggere il debole dai soprusi del forte e dei potenti, onde rendere giustizia a tutti. D’altra parte, essendo l’egoismo strettamente connesso ad ogni pensiero, ad ogni parola, e ad ogni atto del mondo intero, non c’è da meravigliarsi se le più alte concezioni della giustizia sono spesso deformate e male applicate.

Noi siamo sorpresi, al contrario, che la povera umanità decaduta abbia potuto promulgare dei sistemi di legge tanto buoni quali quelli che figurano nelle raccolte delle leggi della Gran-Bretagna, degli Stati Uniti, della Svizzera, dell’Italia e di altri Paesi. Noi siamo persuasi che la legge data per mezzo di Mosè, sviluppata, amplificata e resa onorevole e commentata da nostro Signore Gesù ed i suoi Apostoli, ha avuto una grande importanza ed è servita da base a tutte queste leggi umane. Tuttavia, ciascuno converrà che l’egoismo umano è costantemente in lotta con i presupposti della giustizia, quali essi sono formulati dall’uomo che cerca porli a parte più o meno totalmente. Questo modo d’agire non cessa di progredire nelle più vaste proporzioni nel mondo intero ed è uno dei principali ostacoli contro cui la Nuova Creazione deve combattere.

Il mondo, il suo spirito d’orgoglio, d’egoismo, ecc., è il principale dei nemici della Nuova Creazione. Il mondo nel suo complesso, agendo sotto la direzione dello spirito dell’umanità, in generale, si muove come un flusso d’un gran fiume il quale in alcune parti del suo corso è alimentato da una grande velocità ed in alcun’altre procede con lentezza: tuttavia, segue sempre la stessa direzione, quella dell’egoismo. La Nuova Creatura, per la sua consacrazione, per il suo nuovo spiritò, deve seguire una direzione opposta, ed ecco perchè tutti i sentimenti popolari, le teorie, le tradizioni ecc., le sono ostili ed è considerata peculiare. Essa deve far fronte ad una opposizione. Essa è in antagonismo con coloro che procedono nel senso opposto ed entrano in contatto con lei. La collisione non può essere evitata. E ciò significa non la pace esteriore, ma un conflitto esteriore: il qual può, invece, significare la pace interiore e la gioia d’aver ottenuto l’approvazione divina.

Le aspirazioni, lo scopo perseguito ed i mezzi d’azione del mondo non sono sempre avvilenti ed ingiusti, pertanto i suoi scopi e tendenze, anche i piu nobili, generalmente sono contrari a quelli della Nuova Creazione, poichè il mondo è diretto dalla saggezza umana e la Nuova Creazione dalla saggezza che viene dall’alto. La saggezza del mondo ha le proprie concezioni sulla religione; essa la considera come un mezzo per tenere a freno le genti viziose. Il mondo ha le sue idee sulla morale, la bontà, la fede, la speranza, e l’amore. Esso non può comprendere la maniera di vedere della Nuova Creazione e considerare le sue credenze esagerate ed irragionevoli, poichè non comprende i piani di Dio, essendo privo della comprensione delle cose divine, per le quali potrebbe giudicare la poco importanza della vita attuale, in paragone a quella da venire. La saggezza del mondo non può rendersi conto dell’impotenza di tutti gli sforzi umani per rigenerare l’umanità, impotenza che si manifesta ancor più palesemente, se si pone al confronto dei grandiosi piani che Iddio ha preordinati, e mostrerà chiaramente ponendoli in attuazione, nel Regno, non appena la Sua opera del periodo attuale sarà compiuta e, cioè, non appena la Chiesa sarà completamente eletta, preparata, provata e glorificata.

La Nuova Creazione non deve, quindi, provare alcuna sorpresa se il mondo la odia, se anche da quei del mondo che hanno delle buone disposizioni religiose e morali. I membri della Nuova Creazione dovranno sopportare quest’odio e questa opposizione del mondo, spesso penose ed opprimenti con pertinacia, pazienza e dolcezza. Essi devono ricordarsi che il mondo è sempre accecato dall’ “iddio di questo secolo” e che non è in condizioni di vedere “le più grandi e più preziose promesse,” nè “le cose profonde di Dio” alla luce delle quali, per la grazia di Dio, possiamo stimare ogni cosa: le nostre perdite, le nostre prove ecc., come scorie e rifiuti, al fine che possiamo acquisire le cose meravigliose che ci sono promesse dalla Parola. Se noi cediamo allo spirito del mondo, e permettiamo ai nostri sentimenti di guadagnarci l’apparente pace, noi daremmo evidenza di un giudizio poco rispettoso nei riguardi di nostro Signore, della Verità e del privilegio al servirLo. Il risultato final sarà che, se non perdiamo tutto col ritornare al mondo, perderemo al mento il primo premio, e la nostra parte sarà con “la grande moltitudine” e passare per la grande tribolazione, ed ottenere un rango inferiore nella gloria a venire.

Il comandamento imperativo dell’Apostolo è questo: “Non amate il mondo nè le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui.” (I Giov 2:15) Noi dobbiamo far grande attenzione di not farci attrarre da inclinazione o simpatia verso lo spirito del mondo. Non certo abbandonando ogni simpatia nei riguardi degli amici appartenenti al mondo, prendendoci meno cura di loro, ecc.; noi intendiamo che, da una parte, dobbiamo compiere tutte le obbigazioni che abbiamo verso il mondo, rendendo onore a chi è dovuto, assistenza, a chi è necessaria, bontà a chi è utile e simpatia a chi le è grata; d’altra parte, dobbiamo fare distinzione fra i nostri amici ed i nostri vicini e considerare che sono sempre sotto l’influenza dell’avversario e dello spirito, o disposizione, che il dirige ed inganna.

Noi non dobbiamo accordare la nostra simpatia alle istituzioni attuali, fondate sull’egoismo ed in opposizione piuttosto rimarchevole con la legge divina, la Regola d’Oro. Noi possiamo essere nell’obbligo di condurre i nostri affari in una certa misura, secondo le linee egoiste prevalenti nel mondo, ma senza approfondire la questione continuamente, mantenendo i nostri, sentimenti al di fuori d’ogni principio d’egoismo e vòlti all’unica aspirazione dell’instaurazione del REGNO e della Regola d’Oro, in tutti i domini dell’esistenza umana e possibilmente nelle nostre relazioni col mondo.

Non è nostro scopo riformare il mondo, nè trasformare la società ed i suoi metodi. Il Signore si è riservato questo lavoro erculeo e lo compirà interamente, nel gran giorno che s’avvina. In attesa i figliuoli di Dio, guidati dalla Sua Parola, residenti nel mondo ed in contatto continuo con i suoi affari ed i suoi costumi, non saranno ne in amore, ne in simpatia per esso: poiché, per restare in comunione col Signore, ed in armonia con i principii della Sua giustizia, essi devono opporsi—nello stesso Spirito di Dio—a tutte le manifestazioni d’ingiustizia, di mancanza d’equità e d’illegalità nei domini della Chiesa dello Stato, della finanza, della politica e degli usi e costumi sociali.

Noi crediamo che qualche membro della Nuova Creazione, in possesso più o meno di evidenze sul soggetto, ha dato prova di esagerazione manifesta nel condannare le istituzioni attuali in una maniera che nè il Signore, nè gli Apostoli hanno comandata, approvata o illustrata con le loro parole ed i loro atti. Noi dobbiamo ricordarci che il mondo, nel suo insieme, conforma la sua vita ideale al livello più elevato che è in grado di concepire e che il fatto di criticare le istituzione, o uno stato di cose che ne il mondo nè la Nuova Creazione sono in grado di migliorare, non solo è inutile, ma controproducente, poichè genera scontento ed irritazione, senza produrre il risultato desiderato. Giovanni Battista diede un buon consiglio a questo soggetto, allorchè qualche soldato romano gli chiese come si dovevano comportare nella vita. Egli disse: “Non commettete nè estorsioni nè frode verso alcuno [rispettate le leggi ed i regolamenti emanati dal vostro governo] e contentatevi della vostra paga.” Riteniamo essere contrario alla minima espressione di saggezza il far germogliare lo scontento nello spirito del popolo, senza considerare lo stato attuale delle cose e le sue derivazioni. L’influenza, lo spirito e le aspirazioni della Nuova Creazione, al contrario, dovranno essere animate da sentimenti pacifici e, se noi non possiamo lodare altamente le istituzioni attuali, non dobbiamo assolutamente condannarle senza appello.

(Continua Nel Prossimo Numero)



LA NOSTRA PASQUA
QUAST’ANNO SARA CELEBRATA IL
APRILE 7 2009


Associazione Studenti Biblici Aurora