AURORA
Gennaio-Febbraio 2007

Contenuto Di Questo Numero

  1. Il Monte Dell’Eterno
  2. “Finche Non Venga Colui …” (Continuazione Dell’Articolo- Novembre-Dicembre)
  3. La Visione Del Re Nebucadnesar
  4. Certezza Dell’Esistenza Di Dio

Il Monte Dell’eterno

“Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell’Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: Venite saliamo al monte dell’Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri. Poichè da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell’Eterno.”
—Isaia 2:2,3

LE PAROLE PROFETICHE che il profeta Isaia ispirato, descrive simbolicamentre il Regno I Dio, come una “montagna”. Ivi, apprendiamo che, in questo monte, il Signore farà a tutti i popoli i sudditi del Suo glorioso Regno, annienterà la morte, e asciugherà le lagrime d’ogni viso. Purtroppo il nuovo anno 2007, trova ancora il mondo impegolato nel grande (Caos) ed i popoli assillati dalla paura di un peggioramento delle condizioni di un avvenire sempre più pericoloso. Nel corso del 2006 accordi e promesse diplomatici furono fatti per solvere i problemi, ma niuna soluzione genuina e durevole degli assillanti problemi del mondo e stata compiuta.

A volte, ai diplomatici può sembrar d’aver compiuto qualche progresso positivo di sistemazione, mentre e solo un’illusione, poichè risorgono le dispute dell’egoismo umano che essi credevano d’aver risolto. Noi possiamo, tuttavia considerare che tutto e buono, ma non possiamo ammettere che una pace genuina e sicurezza e possibile sotto l’amministrazione dei governi del mondo. Dalle profezie, apprendiamo che questa agognata speranza ha costituito e costituirà il pnsiero assillante che fa continuamente invocare “pace-pace” quando una pace durevole non avverrà. Infatti, l’Apostolo Paolo affermò che quando diranno “pace e sicurezza, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto.”—I Tess. 5:3

Noi stiamo vivendo nel tempo che le profezie della Bibbia predicono. Quello di “scrollamento,” che il profeta Aggeo 2:7 scrisse in questi termini: “Io farò tremare tutte le nazioni, il desiderio di tutte le nazioni verrà.” L’Apostolo Paolo spiegò con più chiarezza di come l’ordine sociale del presente saranno rimossi, infatti ogni cosa associata col peccato e l’egoismo dell’uomo. In Ebrei 12:26 leggiamo: “La cui voce scosse allora la terra, ma che ora ha fatto questa promessa, dicendo: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo.”

Mentre siamo in un tempo di scrollamento, in cu i fondamenti del mondo contiuano a sbrindellarsi, noi attendiamo un Regno il quale non potrà essere rimosso. E sarà il Regno del Messia da lungo tempo promessoci. Gesù disse ai suoi discepoli: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia.” (Matt. 6:33) L’Apostolo Pietro ci ha esortato dicendo: “fratelli sforzatevi sempre meggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione, facendo queste cose, non inciamperete mai.” (II Pietro 1:10) La migliore cosa che il Padre Celeste ha provveduto per i seguaci di Gesù durante l’età Evangelica, e la loro ricompensa spirituale, cioè il privilegio di vivere e ragnare con Cristo Gesù per mille anni. (Rom. 2:7; Apoc. 20:6) Or noi riceviamo questa regale posizione di governo nel Regno, per merito della fedeltà mantenuta nell’assolvere i compiti assunti con la celeste chiamata.” (Ebrei 3:1) Nel frattempo noi gioiamo, per le previsione delle benedizioni che il Signore ha promesso di erogare nel mondo, tramite i governanti del Regno del Messia.

Le due fasi del governo del Regno del Messia le troviamo scritti dai due profeti Isaia and Michea 4:1-4. La parte spirituale del governo e simboleggiata da “Sion, e la fase terrena e di Gerusalemme, e il profeta Michea aggiunse che tutti: “si siederanno ciascuno sotto la propia vite e sotto il propio fico, e più nessuno li spaventa, perchè la bocca dell’Eterno degli serciti ha parlato.” Questi sono le benedizioni di cui godranno tutti i popoli della terra sotto l’amministrazione del Regno del Messia. Di certo però, non possiamo attenderci che esse siano erogate nel prossimo 2007, si dovra attendere sinquanto il complesso governativo del Regno sia completo, se pure non possiamo stabilire il momento in qui il glorioso Regno del Messia diverrà una realtà, il piano di Dio non può giammai fallire: mentre tutti i piani e le opere umane vanno man mano fallendo, perchè crollano sotto le spinte dei venti, originati dalle contese egoistiche.

Il mondo seguirà a perseguire le sue mire lungo il corso dell’anno 2007 molti sacriferanno sinceramente le loro vite al servizio d’una causa da essi reputata giusta. Ma noi siamo arruolati per una più grande Causa, la Causa di Dio, con la quale Egli ha promesso d’instaurare, un potente governo su la terra, atto ad erogare speciali benedizioni ai popoli, i quali non sono in grado di tutelare i propi iteressi da se stessi. E c’è una posizione, nel governo di questo Regno che noi in uno spirito di umiltà preghiamo di ottenerlo, e se saremo fedeli nel compiere il sacrificio di tutto quel che disponiamo, nelle vie dirette dal Signore.

Perciò continueremo ad offrire le nostre vite per i fratelli e così, ottempereremo ad uno dei punti più significativi, indicanti che la grazia di Dio stà operando in nostro favore ed a favore dei fratelli in Cristo Gesù. Conseguentamente, giacchè dei fratelli offrono le loro vite per noi cooperiamo nell’opera in cui tutti i veri seguaci del Regno Messianico stanno preparando fedelmente il loro posto al governo d’esso.

In definitiva, anche noi ponendo le nostre vite in sacrificio per i popoli. L’Apostolo Paolo scrisse a tal proposito con l’espressione che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perchè dunque sono battezzati per i morti? (I Cor. 15:29) Infatti noi siamo unti quali co-sacrificatori con Cristo, che ha dato la Sua vita per riscattare l’umanità dal peccato e dalla morte. La redenzione del mondo non e implicata nel sacrificio nostro, ma, tuttavia, è per il benessere del mondo che noi dimostriamo la nostra buona volontà, sacrificando la nostra vita, onde poter partecipare ad erogare la benedizioni di pace, salute e vita all’umanità. Propio questa è la via che dobbiamo seguire, affinchè il merito del sacrificio di Cristo Gesù possa arricchire il mondo a mezzo di quei che, ora, stanno aspettando un Regno, che non sarà giammai smosso.

Ciò stà a significare che noi ci siamo consagrati offrendo la nostra vita per una Causa, la Causa Messianica, la Causa del grande Creatore, la Causa che non potrà giammai fallire. Milioni di individui, in tutto il mondo, sperimenteranno delle delusioni, nel corso del 2007 costatando che i loro piani, i loro proggetti e tutti i loro sforzi non si materializzeranno davanti a loro. In base alle Sacre Scritture noi crediamo che ogni sintimo d’insufficienza, nell’uomo, costituirà una convalida sicurezza che il Regno del Signore è vicino, per cui noi, alzando il capo, volgeremoo in alto i nostri sguardi e ci rallegriamo.—Luca 21:28

Di certo, non gioiremo perchè il mondo sta soffrendo, ma perchè consolideremo la nostra sicurezza che tutte le sofferenze, ben presto, finiranno, grazie all’opera che i componenti di quel glorioso Regno andranno esplicando, per ordine divino, a favore dell’intera umanità, qualsiese sia stata la loro affiliazione religiosa. L’amore del nostro Padre Celeste abbraccerà tutti i popoli della terra.—Giov. 3:16

PROCLAMIAMO QUESTA SPERANZA

Tuttavia, sembra che molti sviluppi, da venire, dovranno estrinsecarsi nel mondo, prima che il Regno di Cristo sarà pienamemte manifestato per le benedizione dei popoli, Perciò nel mentre difficilmente possiamo dire che nell’anno 2007 possa instaurarsi il Regno del Messia, purtroppo, in base alle profezie delle Sacre Scriture e gli eventi profetici in relazione al popolo d’Israele nella Terra Santa, il tempo è molto vicino alla instaurazione del Regno del Signore. Si, esso e ben prossimo!

Una delle vie per cui abbiamo ancora l’opportunità di provare la nostra fedeltà, è di proclamare e dare la testimonianza dell’Evangelo del Regno del Messianico. Il Profeta Davide ne parlò in uno dei suoi Salmi in cui riportiamo il passaggio: “Tutte le tue opere ti celebreranno, o Eterno, e i tuoi santi ti benederanno. Essi parleranno della gloria del tuo regno e racconteranno della tua potenza, per far conoscere ai figli degli uomini i tuoi portenti e il glorioso spendore del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno e il tuo dominio dura per una età.”—Salmo 145:10-13

Quale glorioso messaggio il Signore ci ha concesso di proccamare! Pensate a tutte quelle promesse di Dio, concernente il Regno, e le benedizioni che esso erogherà ai popoli! “Allora si apriranno gli occhi dei ciechi, e saranno saturate le orecchie dei sordi, allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia. Vi sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la via santa, i riscattati dell’Eterno torneranno, verranno a Sion con gride di gioia e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggeranno.”—Isaia 35:5-10

Invero, con l’apertura del nuovo anno, si prospetta un luminoso avvenire per il consacrato popolo di Dio. Con l’esterdersi delle nostre esperienze, noi discernaimo i disturbi che affliggono il mondo, ma per l’occhio della fede, reperiamo, attraverso ed al di là delle caotiche condizioni, la piena instaurazione del Regno. Quel Regno di cui—come ci è stato promesso—saremo coeredi con Cristo. La speranza di partecipare con Gesù al governo del Regno è come una gioia posta davanti a noi, affinchè ci trasforma il coraggio per sopportare le “leggiere afflizzioni” del tempo presente le quali ci producano un sempre più grande smisurato peso eterno di gloria.—II Cor. 4:17-18; I Pietro 1:3-5

Ma ricordiamo che, per continuare a permanere nella nostra posizione nel Regno, è necessario osservare una fedeltà giornaliera in relazione a tutti i termini del nostro Patto di sacrificio con il Signore. E, nel gioire per la grazia che Egli ha promesso ai fedeli seguaci di Cristo Gesù. Per essa continueremo a servirlo fedelmente, con riverenza ed amore, sinquando udiremo quella desiderata esclamazione: “Bene e buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa; io ti costituiro sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore.”—Matteo 25:23



CONTINUAZIONE DELL’ARTICOLO
NOVEMBRE-DECEMBRE

“Finchè Non Venga Colui…”

NON È PER PURA coincidenza che gli avvenimenti passati o recentirovesciarono le monarchie, annullarono la pretesa del diritto divino dei re e riconcessero infine, l’indipendenza ad Israele. Possiamo noi trovare un migliore adempimento dei (segni) profetici dati da Gesù, sul calpestamento d’Israele da parte delle nazioni fino al compimento del (tempo dei gentili)? In verità tutte le promesse relative alla liberazione d’Israele non sono ancora adempiute e le nazioni cercano ancora di impedire il fallimento definitivo dei propri sistemi sociali. Le profezie dei tempi della fine menzionano il principio degli avvenimenti e il loro compimento; e quali avvenimenti meravigliosi abbiamo conosciuto dopo la fine del 2520 anni del (tempo delle nazioni)! Questi avvenimenti testimoniano che il disegno messianico sarà ben tosto completamente adempiuto e che il Re (a cui appartiene il diritto) di regnare su Israele e su tutte le nazioni, è Gesù.

Da uun lato si stanno adempiendo le profezie descritte nel Salmo 2:9, relative al regno delle nazioni: “tu le fiaccherai con uno scettro di ferro; tu le spezzerai come un vaso di vassellaio. Dall’altro, colui al quale appartiene il diritto di regnare nel nome di Jehovah sta realizzando le profezie di Ezechiele, relative al popolo d’Israele disperso: lo regnerò sopra voi con mano forte, con braccio disteso, con scatenamento di furore! E vi trarrò di fra i popoli e vi raccoglierò dai paesi dove sarete stati dispersi, con man forte, con braccio disteso e con scatenamento di furore e vi ricondurrò nel deserto dei popoli.”—20:33-34

Il (furore), manifestato attraverso la persecuzione, si è reso necessario per sradicare questo popolo dai paesi dove era stato disperso e si era stabilito, amalgamandosi con i costumi e gli usi locali, onde far nascere in esso l’ardente desiderio del ritorno verso il paese della promessa.

Nelle Scritture, Sion simboleggia la fase spirituale del regno messianico, in cui Gesù sarà il capo e maestro: “Io (Jahveh, l’Eterno) ho stabilito il mio re (colui a cui appartiene il giudizio) su Sion, monte della mia santita.”—Salmo 2:6

L’apostolo Giovanni, nella Rivelazione, descrisse la visione di centoquarantaquattromila persone, riunite sul monte di Sion. (Apocalisse 14:1) Essi sono i fedeli discepoli di Cristo dell’età evangelica. Il Re dei re è già sul monte simbolico di Sion ed i suoi santi saranno riuniti con Lui, per l’esercizio del potere. Per mezzo di Cristo e della sua Sposa il popolo d’Israele, riunito sulla terra promessa, riceverà le prime benedizioni e la vita.

Da Sion, dunque verrà la liberazione di tutto il popolo d’Israele e la sua empietà sarà tolta quando l’Eterno stipulerà con esso il (nuovo patto), apportatore di benedizioni e di vita primieremente a questo popolo e, successivamente, a tutta l’umanità.

Sarà questa la prossima realizzazione del glorioso piano Messianico! In base agli eventi mondiali che si verificano ogni giorno, le cose vecchie dell’uomo egoista vengono distrutti a poco a poco. Israele non soltanto si e stabilito nelle loro terra ma pian piano si prepara ad assolvere la missione assegnatala nel piano di Dio per il nuovo mondo. Con fede e certezza attendiamo dunque la venuta di Colui a cui appartiene il diritto di regnare. Egli dara: “Incremento all’impero ed una pace senza fine.” Volendo adoperare una espressione dell’apostolo Paolo che disse; “Perche non voglio, che ignorate questo mistero, affinche non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele e avvenuto un indurimento parziale finche sarà entrata la pianezza dei gentili, e cosi tutto Isaraele sarà salvato come sta scritto. Un liberatore verrà da Sion e rimuovera l’empietà da Giacobbe, e questo sarà il mio patto con loro quando io torrò via i loro peccati.”—Romani 11:25-27




LA CENA MEMORIALE SI CELEBRERÀ IL GIORNO: DOMENICA, APRILE 1 2007 DOPO IL TRAMONTO DEL SOLE




La Visione Del Re Nebucadnesar

FRÀ LE COSE scritte nelle Sacre Scritture per la nostra edificazione, il sogno del Re Nebucadnesar e la divina interpretazione del profera Daniele portano alla luce eventi storoci e prova che l’uomo non può esercitare la sua potenza senza il permesso di Dio. Ciò si ha verificato di tutto quello che avvenne nel passato, e lo stesso sarà nel futuro. Questo vien dimostrato dal sogno dato da Dio al Re Nebucadnesar, messaggio in cui Iddio da il permesso ai quattro grandi imperi: Babilonia, Medio-Persiani, Grecia e Roma, di regnare fino all’epoca dello stabilimento del Regno di Cristo. (Daniele 2:37-44) La Sacra Scrittura ci indica il termine della loro potenza e del loro Regno Se diamo uno sguardo su quelle visioni profetiche, ricordiamo che esse ebbero principio con l’impero Babilonese e all’epoca della recisione del Regno d’Israele, il Regno tipico del Signore.

Il sogno del Re Nebucadnesar e la sua divina interpretazione fu data dal Profeta Daniele. Egli spiega il sogno del Re Nebucadnesar e disse: “Tu, o Re, riguadavi, ed ecco una grande statua, il cui splendore era eccellente, era in pie di rincontro a te: il suo aspetto era spaventevole. Il capo di questa statua era di oro fino, il suo petto e le sue braccia, d’argento: il suo ventre e le sue cosce, di rame; e le sue gambe di ferro; e i suoi piedi, in parte di ferro, in parte d’argilla. Tu stavi riguardando, finchè fù tagliata una pietra, senza opera di mani, la quale percosse la statua in su i piedi, ch’erano di ferro e di argilla, e li tritò. Allora furono insieme tritati il ferro, l’argilla, il rame, l’argento e l’oro, e divennero come la pula delle aie di estate, e il vento li portò via, e non si trovò luogo alcuno per loro; e la pietra che aveva percosso la statua divenne un grand monte ed empie tutta la terra. Questo e il sogno; ora ne daremo l’interpretazione davanti al Re.

“Tu, o re, sei il re dei re, perchè il Dio del cielo ti ha dato il regno la potenza, la forza e le gloria (ecco dove i regni delle nazioni ovvero le autorità esistenti furono ordinate da Dio: “Dovunque dimorano i figli degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, egli li ha dati nelle tue mani e ti ha fatto dominare sopra tutti loro. Tu sei quella testa d’oro. Dopo di te sorgerà unaltro regno inferiore al tuo; poi un terzo regno di bronzo, che dominerà su tutta la terra. Il quarto regno sarà forte come il ferro che frantuma, quel regno farà a pezzi e frantumerà tutti questi regni. “Come tu hai visto che i piedi e le dita erano in parte d’argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno sarà diviso, tuttavia in esso ci sarà la durezza del ferro, perchè tu hai visto il ferro mescolato con argilla molle. E come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile.”

Chiunque studia la storia può facilmente discernere i quattro grandi imperi descritti nella profezia di Daniele, fra I numerosi imperi e regni inferiori che si sono innalzati sulla terra. Ma quelli menzionati nella profezia di Daniele, sono chiamati Imperi universali. Il primo e Babilonia, il capo d’oro, il secondo e il Medio Persiano, vincitore di Babilonia (il petto e le braccia d’argento; il terzo e la Grecia, vincitrice dei Medo-Persiani (ventre e coscie di rame) il quarto e l’impero di Roma, il regno forte, dalle gambe di ferro e di piedi frammisti di ferro e di argilla. Tre di quegl’imperi furono diroccati, ed il quarto, l’impero romano, aveva il potere proponderante all’epoca della nascita di Gesù. Come leggiamo nell’Evangelo di Luca capitolo 2 versetto 1: “Ora in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto che si compisse il censimento di tutto l’impero.”

L’impero di ferro (Roma), fu assai più forte e durò più a lungo dei suoi predecessori. In fondo l’impero romano ancora sussisste nei popoli d’Europa. E precisamente le sue divisione attuale che viene illustrata dalle dieci dita de’piedi della figura. L’elemento dell’argilla frammista al ferro nei pidi rappresenta la mescolanza di cose civili e religiosi—Chiese e Stato—Quel miscuglio vien chiamata dalle Scritture “Babilonia” ossia confusione. In armonia con la Sacra Scrittura, la “pietra” è il vero simbolo del Regno di Dio, e la grande Babilonia vi sostitui una imitazione di “pietra”—l’argilla—ch’essa mescolta coi frantumi dell’impero (ferro) romano.

Al tempo di quei re (i regni rappresentati dalle dita dei piedi, i falsi regni del cristianesimo), l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, il quale giammai in eterno sarà distruto; quel regno non trapasserà ad unaltro popolo; esso triterà e consumerà tutti quei regni; ma esso durerà in eterno.—Dan. 2:43-44

Durante la preparazione della pietra, mentre essa si stacca, la quale si può chiamare un monte in embrione, or il futuro Regno di Dio, purtroppo essa non può divenire un monte se non prima sarà percossa la grande statua. La vera chiesa non può divenire il Regno di Dio che riempirrà la terra prima del “giorno del Signore—il giorno dell’ira sulle nazioni o il tempo di distretta. La promessa fatta da Gesù ai vincitori fedeli dell’età evangelica e chiara, la leggiamo nel libro dell’. (Apocalisse 3:21) “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col padre mio sul suo trono.”

LA VISIONE DI DANIELE SUI GOVERNI TERRENI

Nella visione di Nebucadnesar noi vediamo gl’imperi della terra quali essi si presentano al punto di vista del mondo, come una esposizione della gloria, della grandezza e della potenza umana, quantumque vi si scorga pure un indizio della loro decadenza e della loro distruzione finale, come ciò vien indicato nella decrescenza dell’oro e dell’argilla. La pietra-la vera Chiesa, e stata stimata dal mondo non avendo alcun valore durante le sua formazione. Essa è stata disprezzata e respinta dagli uomini. Il mondo guarda e ammira i grandi uomini, gli eroi coronati di grandi successi carnefici dei loro simili. E nelle loro smodate brame di regnare fecero a milioni le vedove e gli orfani. Ed e quello spirito, tal quale esiste nelle dita dei piedi della grande statua. Oggi giorno vediamo quello spirito di distruzione manifestarsi in molti paesi del mondo, bene armati e pronti di massacrare persone innocenti. Nel nome della libertà e demograzia questo si stà verificando ogni giorno nell’Iraq.

Al diletto profeta Daniele quei quattro imperi universali apparirono come quattro bestie selvagge e voraci. E alla sua vista il regno di Dio da venire (la pietra) fù proporzionatamente più grande di quello di Nebucadneser. Daniele dice infatti: “Io riguardavo nella mia visione, di notte, ed ecco, i quattro venti del cielo salivano impetuosamente sul mare grande. E quattro grande bestie salivano del mare, differenti l’una dall’altra. La prima era simile ad un leone ed aveva delle ali d’aquila; io guardavo, finchè le furono strappate le ali, poi fù sollavata da terra, fu fatta stare ritta sui due piedi come un uomo e le fù dato un cuore d’uomo. Ed ecco un’altra bestia, la seconda simile ad un orso; si alzava su un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti e le fù detto: “Levati mangia molta carne.” Dopo questo, io riguadavo ed eccone un’altra simile a un leopardo, che aveva quattro ali di uccello sul suo dorso: la bestia aveva quattro teste e le fù dato il dominio.

Dopo questo, io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia. Spaventevole, terribile e straordinariamente forte: esa aveva grandi denti di ferro, divorava, tritolava e calpestava con i piedi; ara diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. Stavo osservando le corna, quand’ecco in mezzo ad esse spunto unaltro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte, ed ecco in quel corno c’erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose.”—Daniele 7:7-8

La nostra comprensione sui dettagli riferendosi alla tre bestie—Babilonia (il leone), Medio Persiano (l’orso), Grecia (il pardo). Dalla quarta bestia (Roma). Daniele dice: che la quarta bestia era spaventevole ed aveva dieci corna, e un piccolo corno.

L’impero romano e le divisioni della sua potenza son vedute nelle dieci corna, le nazioni d’Europa, e il piccolo corno che sorge d’in mezzo ad esse e che si appropria la potenza di tre di esse e regna fra le altre, crediamo che rappresenta il principio umile e l’elevazione graduale al potere della chiesa di Roma. Quella bestia, l’impero romano, chiamato piu tardi il “Santo Impero romano ancora esiste nelle sue corna e divisioni. Se noi contempliamo dando uno sguardo a i governi del passato ed i governi attuali dal punto di vista del nostro Signore e del profeta Daniele, e ricordiamo il loro carattere feroce, distruttivo, bestiale ed egoista, non possiamo se non desiderare vivamente la fine dei governi che controllano i popoli del mondo e lo stabilimento del Regno del Signore. Il diritto e autorità suprema di governare il mondo appartiene ed apparterrà sempre a Geova il Creatore dell’universo. Nel frattempo noi ci rallegriamo nel guardare avanti a quel tempo benedetto alla quale tutti i popoli della terra saranno governati con la pace e la giustizia. Noi del continuo preghiamo per la realizzazione della profezia del profeta Isaia del capitolo 2 alla quale ispirato dalla potenza divina scrisse quanto segue:” Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell’Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli e ad esso affluiranno tutte la nazioni. Molti popoli verranno dicendo: Venite saliamo al monte dell’Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe Egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri. Poichè da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell’Eterno. Egli farà giustizia fra le nazioni e sgriderà molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; una nazione non alzerà la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più la guerra.”




Certezza Dell’esistenza Di Dio

MOLTI, FRA I più eminenti scienziàti moderni hanno riconosciuto e riconoscono, e, apertamente, di credere nella esistenza di un intelligente e supremo Creatore dell’Universo. Fra essi vi fu il celebre dottore Alberto Einstein ed il passato Presidente dell’Accademia scientifica di New York che disse: … per delle leggi incontestabili, d’ordine scientifico-matematico, possiamo provare che il nostro universo fu progettato ed eseguito dalla suprema intelligenza di un grande architetto.

Noi non siamo in grado di stabilire l’esistenza di Dio, mediante la modesta efficienza dei nostri cinque sensi: vista, udito, adorato, gusto e toccare. EGLI, mentre è invisibile all’ochio naturale dell’uomo, è discernibile in tutto quello che ha creato, per cui esistiamo, susistiamo, viviamo godiamo e soffriamo: mediante le facoltà e la ragionevolezza di cui ci ha dotati. Intanto, allorquando cerchiamo spiegarci l’estrinsecazione della nascita, dell’esistenza, e della sussistenza del genere umano, nonché del suo organismo nelle sue meravigliose strutture, restiamo perplessi [anche quando consideriamo le diverse specie del mondo animale, vegetale e minerale: su la terra, nei mari, nel cielo] e siamo indotti a convenire che l’immenso e vario Creato non può essere, né è, dovuto al caso, ma risulta qual’Opera grandiosamente armonica di un meraviglioso architetto, l’Eterno Iddio!

Sovente, parlando di qualche aggeggio molto utile ed ingegnoso, costriuito da un nostro simile, erroneamente adoperiamo il verbo ‘creare,’ dimenticando che l’uomo può inventare, costruire, formare macchine, case e qualsiasi strumento, servendosi sempre di materiale esistente di cui, spesso, non sa nemmeno spiegarsi la essenza o la provenienza. Per costruire una casa, ad esempio, occorre farne la base, alzarne la mura, a norma d’un progètto, su misure prestabilite per i diversi vani, le finestre, il tetto. Un fabbricato, per abitazione o per altro impiego, non si costruisce a caso, perché occorre l’opera d’un architetto, o ingegnere, d’ un disegnatore ed infine del muratore coadiuvato da manovali.

Negli ultimi 25 anni nel centro piancetario (Nasa) d’America, col sistema scientifico e la computer, gli scienziati dell’estronomia sono stati in grado di calcolare (non perfettamente) le distanze di alcuni Pianeti celestiale, dalla loro posizione al Sole. (Il Sole che fa centro con tutti gli altri pianeti). Gli astronomi della “Nasa” studiano gli Astri e le leggi che regolano l’intensità di luce, le distanze e movimenti, secondo I loro calcolo astronomici; le distanze dai diversi Astri al Sole sono quento segue: Mercurio: lontanto dal sole: 35.9 milioni di milia, il suo diametro è 3,032 Milia-Il Venere: lontanto dal sole: 67.2 milioni di milia-diametro 7, 521 milia—la terra—la nostra abitazione: 93 milioni di milia dal sole, diametro 7,929 milia. Marte: Lontano dal sole; 141.6 milioni di milia—Diametro 4.222 milia—Jupiter, 843.7 milioni di milia lontano dal sole, diametro 88,846 milia—Saturno—885.9 milioni di milia lontano dal sole, diametro 74,898 milioni di milia, intorno a Saturno vi sono 56 lune. Uranus distanza dal sole: 1.8 bilioni di milia—diametro 31,784 milia, intorno a Uranus vi sono 27 lune. Neptune—lontano dal sole e intorno a 2,8 bilioni di milia—diametro 30,776 milia. Pluto—lontano dal sole 3,7 bilione di milia—diametro 1,430 milia—intorno a Pluto vi sono 3 lune.

La mente umana e inadeguata a poter individuare e definire la precisa essenza e le leggi che governano l’ordine e l’armonia delle costellazioni degli astri, del sole, della luna. E per quanto gli astronomi abbiano progredito enormemente in tale conoscenza, tutti riconoscono che la creazione dell’universo e le leggi e l’armonia che la governano, hanno dovuto assolutamente essere l’opera di un Supremo ed intelligente Creatore, l’Eterno Iddio. In conseguenza, ogni uomo savio e intelligente si attiene a tale riconoscimento, che va sempre più rinsaldandosi nelle menti degli scienziati, per cui noi, che vivamo nella profonda fede che ci sorregge e guida nelle Sue Vie, cercheremo sempre più consolidare la nostra conoscenza, onde divulgarla a coloro i quali vivono ancora nelle tenebre.

Ma quale grande sapienza, quale mente umana avrebbe potuto creare la terra, la dimora dell’umanità! Pensiamo all’ingegnoso sistema circolatorio per cui le acque irrorano la terra, onde renderla fertile per la produzione degli alimenti delle genti, quali tutti i cereali, i legume, le verdure, le frutta e tutti le altre specie di vegetali per nutrire gli animali. L’uomo può imitare un filo d’erba, un fiore, ma non crearlo con il seme chef a parte della creazione. Tutta la terra della campagna si può dire che ha lo stesso colore, quando una semenze di centina di fiori vengono piantate, al tempo stabilito crescono in diversi colori e forme degni di ammirazione. Si potrà dire che ciò avviene per legge di natura? Ma tali legge, secondo alcuni informazioni di scienziati, hanno dovuto essere e sono state stabilite da Dio, come infatti e scritto nella Bibbia.—Genesi 1:29-30

IDDIO RIVELATO NELLA VITA ANIMALE

Un antico detto afferma che solo Dio puo fare un albero. Tal detto diviene confermativo e definitivo quando si considera la innumerevole varieta d’ogni specie d’alberi, esistenti in tutte le parti del mondo, perfino in zone in cui non v’ha abitato l’uomo. Tale “detto” oltre ad essere applicabile al regno animale, lo e, esaurientemente, per tutta la Creazione di Dio. Infatti, solo il Creatore dell’Iniverso poteva—come ha potuto e voluto—prolificare su la terra, nei mari, nell’aria le miriadi di specie animali, provvedendo loro l’appropriato nutrimento, il sito adatto per vivervi e prolificare, la struttura coporale, adatta ai fini che si proponeva, nel dar loro l’esistenza e la sussistenza.

Il pavone, ad esempio, si distingue fra i volatili per il suo sfarzoso piumaggio, mentre lo struzzo, pur dotato d’un bel piumaggio, è celerissimo nel correre, perché dotato da sottili ed alte zampe, al contrario del pavone che è molto lento nel camminare. Ci si potrebbe chiedere da che e perché fu determinate tale differenza: ma non potremmo spiegarci tutti gli scopi che perseguiva l’intelligente Creatore, nei Suoi Piani e nelle Sue Opere.

In molti casi, dei volatili ed altri animali di varie specie esplicano una grande cura per la loro prole. Infatti, generalmente, sinquando si schiuderanno le uova, che la femmina depone nel nido che, com’é noto preparano avanti l’inizio della primavera, persino il maschio coadiuva la femmina, sostituendola per qualche ora nel covar le uova. La femmina dello struzzo, invece, sotterra nella sabbia del deserto, le proprie uova, attendendo che il calore del sole le faccia schiudere, dimostrando, così, un latente disinteresse per la sua prole.

Or, tale strana differenza materna può essere casuale? Certuni potrebbero parlarci d’istinto diverso. Ma perché dovrebbe esservi una diversità d’istinto, in alcune specie d’animali? Ma in che consiste l’istinto? Il dizionario lo definisce: quale “comportamento, o fattore, istintivo, insito nell’organismo per ereditarietà” Ma d’onde trae origine l’ereditarietà, che abilita i volatili, i pesci, e tante altre specie d’animali a sussistere e sopravvivere?

La ragione c’indica che l’istinto è una creazione di Dio. E tale particolarità appare in chiara evidenza quando si considerano i notorii, svariati e meravigliosi istinti dai quali è dotata una grande pluralità d’animali. Qual misterioso impulso spinge i piccoli salmoni a ritornare nei fiumi, ove nacquero, per andarvi a deporre le uova e, morirvi, dopo aver vissuto per quattro anni nel’oceano? D’onde trae origine l’istinto per cui gli uccelli migrano dal sud al nord e viceverso col cambiare delle stagioni? Come sanno essi ove troveranno il caldo, onde preservarsi dal freddo che li distruggerebbe?

Innumerevoli pagine occorrerebbero per sciorinare la parte sinora conosciuta delle affascinanti varietà concernenti l’istinto. Parlare di casualità su tal soggetto equivarrebbe infrangere ogni sano giudicio, la ragionevolezza ed il discernimento ricevuti dalla grazia divina.

Anche in questi brevi cenni, concernenti alcune particolarità istintive di alcune specie di animali, dobbiamo indicare un’altra chiara prova dell’esistenza e dell’Opera del Creatore. EGLI creò l’uomo a Sua imagine e somiglianza, perciò abbiamo la capacità di raziocinio e discernimento, atti a discernere e scegliere le Sue giuste Vie: andando al sud ed al nord a nostro agio e piacimento, essendo in grado di preservarci dal caldo e dal freddo, eccedenti. Perciò l’uomo costituisce l’essere privilegiato, e prescelto, da Dio, a restare in eterno su la terra e dominarla. Or, ciò rappresenta un’altra chiara evidenza del Sommo Potere di Dio, nostro amorevole e sapiente Creatore.

IDDIO, RIVELATO NELL’UOMO

Ogni cosa, animata, o no, conosciuta dall’uomo, gli proclama sempre, secondo la ragione, l’esistenza di Dio. Gl’intricati principii concernenti l’esistenza e la vitalità d’ogni essere vivente, per quanto spiegati scientificamente, non pervengono ad essere compresi del tutto nella loro estrinsecazione, dalla mente dell’uomo. In tutto l’orbe terrestre, l’infima forma di vita, qual quella d’un mollusco, e la più alta ch’è quella dell’uomo, sta sempre ad indicare un affascinante mistero, per chi non è in grado di conoscere a fondo d’onde vien tratta l’efficacia donatrice d’ogni vitalità. Sin dai tempi più remoti, la Babbia [Parola di Dio] ci ha fatto apprendere che l’Eterno soffiò nelle narici dell’uomo l’alito vitale ed egli divenne un’anima vivente.” (Genesi 2:7) E ciò costituì—come costituisce—una fra le prime meravigliose creazioni dell’Universo.

A completamento e perfezionamento della creazione dell’uomo l’Eterno aggiunse una mente atta a potere e saper ragionare, onde discernere e giungere a delle logiche conclusioni. Oggi, siamo pervenuti ad ottenere, dalla inteligente operosità umana delle machine elettroniche, calcolatrici, le quali alimentate dall’uomo con dati e date riescono a fornire col semplice tocco di alcuni tasti, in pochi secondi dei calcoli matematici che, ordinariamente richiederebbero ore e, a volte giornate. Ora, si apprende, da una autorevole fonte scientifica, che, per avere una calcolatrice munita d’un discernimento uguale a quello della mente umana, per effettuare calcoli algebrici e matematici, occorrerebbe un macchinario d’una mole superiore a quella dell’Empire State building di New York. Tale macchinario elettronico incamererebbe [fornito dall’uomo] date, dati, istruzioni, delucidazioni, accertamenti storici concernenti personaggi, eventi, località d’ogni epoca ed entità, costituendo una colossale enciclopedia in grado di esser compulsata col tocco d’alcuni tasti ottenendo in poichi istanti delle notizie, su l’intero scibile umano laddove la consueta ricerca d’uno studioso richiederebbe delle giornate di ricerche nelle biblioteche.

Certamente si riuscirà a costruire tal potente e straordinario macchinario, come si è riuscito a costruir degli altri di spettacolosa utilità, specialmente per gli attuali allunaggi e ricerche scientifiche sul nostro satellite, a completamento di quelle già effettuate alla prima discesa degli atronauti americani su la luna.

Si consideri, però, che la potenzialità iniziale di queste meravigliose invenzioni appartengono al piccolo cervello da cui è stato dotato l’uomo, da Dio!

Le calcolatrici elettroniche sapranno e potranno dir più celermente quello che l’uomo ha incamerato in esse diligentemente, pazientemente e scientificamente, ma nulla di loro potranno e sapranno aggiungere, perché non sono state dotate dall’intelligenza e dal raziocinio da cui fu dotato l’uomo dal Supremo Creatore dell’Universo.

Il piccolo cervello dell’uomo—prima che si pervenisse a costruire gli attuali congegni elettronici—s’addentrò in molteplici secreti della natura, mediante lo studio accurato estrinsecato con calcoli, ragionamenti, paragoni, controlli e duduzioni, per cui è da ritenersi che non si potrà mai pervenire a costruire una macchina tanto perfetta da poterla paragonare al cervello di cui l’Intelligente Creatore ha dotato l’uomo.

Inoltre, se ci approfondiamo a considerare le caratteristiche peculiari dei ragionamenti umani, per i quali molti pervengono a condursi e comportarsi in conformità dei precetti e delle leggi divine, esposti nella Bibbia, dobbiamo riconoscere che l’uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio. Tutta la Creazione indica e rivela la somma capacità dell’Intelligenza e della razionalità di Dio, cui l’uomo non arriva ancora ad impossessarsi, onde essere in grado di concepire l’espletamento dei Suoi Disegni: purtuttavia, nella limitata conoscenza, cui è riuscito a pervenire, per la Sua Grazia, ormai, è convinto della Sua esistenza.

Oggi, gli uomini sono ancora succubi della imperfezione e della decadenza in cui sono incorsi per l’ereditarietà adamica e, se molti sono in stato di deboscia e degradazione, gran parte d’essi, il cui carattere è dotato d’affabilità, senso di giustizia, amore per il prossimo, stanno a dimostrare luminosamente d’essere stati creati ad immagine e somiglianza del comprensivo, giusto ed amorevole Creatore.

Il costatare che l’uomo è stato creato in condizioni di concepire l’esistenza del Creatore ed il Suo sommo Potere, stabilisce come e quanto sia separato e differenziato, da ogni forma di vita degli animali inferiori. Or, ciò sta ad indicare e provare, anche, che fu creato, sin dal principio, nelle condizioni fisiche, intellettuali e morali, che lo rendevano idoneo a farlo dominare, come era ed è—disegno di DIO, su tutta la terra e quanto in essa aveva creato. (Genesi 1:26) Quindi, è da escludersi che, nel corso dei secoli, abia potuto subire influenze evolutive: in quanto, dai più remoti tempi [come ci è stato attestato dal Prof. Pasteur, eminente batteriologo francese], il quale, mentre lavorava innalzava preghiere al Signore.

LA SAPIENZA DEL CREATORE

L’immensa sapienza dell’Eterno Iddio, nella estrinsecazione della Sua Opera Creativa, è stata manifestata in innumerevoli e mirabili maniere, sia nel mondo animato, che in quello inanimato. Ad esempio, alcune sostanze si espandono col calore, mentre altre si contraggono—o restringono—col freddo. A tale legge fa eccezione l’acqua che, con l’eesivo fredo, si congela, ma non si restringe. Se si restringesse, nel congelarsi, diverrebbe più pesante e gl’innumerevoli fiumi, che attraversano i continenti, nonché i laghi, si ridurrebbero a dei solidi pezzi di ghiaccio che distruggerebbero ogni forma di vita ittica, nelle acque. Ad ovviare tale disastrosa evenienza, l’Eterno dispose-eccezionalmente—che il gelo non si contraesse.

Quanti saggi accorgimenti, inaccessibili al nostro intendimento, sono profusi in tutte le creazioni divine! In particolar modo, desideriamo porre in risalto la saggezza estrinsecata dall’Eterno, a favore dell’uomo, creandolo alla Sua immagine e somiglianza, onde fosse in grado d’esplicare il dominio su la terra. A tal uopo, occorre rilevare l’intima relazione che Egli istituì fra i genitori ed i propri figli. Iddio dotò gli animali inferiori di varii accorgimenti, istintivi, per porre alla luce la loro prole, nutrirla, curarla, salvaguardarla dalle intemperie e dall’assalto delle belve o dai carnivori, ma questa fase d’amorevole interesse dura solo un breve corso di tempo: quello in cui i neonati mammiferi debono essere nutriti con l’allattamento ed i volatili con l’imboccarli.

Quanto diverse, invece, sono le fasi affettive che intercorrono fra gli esseri umani e la loro prole! Un neonato, del tutto inabile a provvedere a sè stesso. ha bisogno d’una continua cura materna. che, usualmente non gli viene a mancare, salvo in disperate contingenze. L’amore dei genitori per i propri bambini [e, spesso anche per quelli d’altri] generalmente va sempre accrescendo ed i bambini apprendono a riconoscerlo e contraccambiarlo, non per istinto, ma per le intrinseche doti affettive, ricevute da Dio, che creò gli esseri umani alla Sua immagine e somiglianza. Il Creatore ama i Suoi figliuoli e si compiace quando essi pervengono a rendersi consapevoli di dover esser Gli grati, per tutto ed in tutto ed esprimere, con le loro azioni, l’amore, la devozione e la fedeltà, sia a LUI che al Suo diletto Figliuolo, Salvatore e Redentore dell’intera umanità.

L’Amore di Dio c’è dimostrato mediante il Suo permesso di restar soggetti ad ogni tentazione [come avvenne nell’Eden], non avendoci Egli tolto il libero arbitrio, concessoci nel crearci. L’Universo è pieno di creazioni divine obbligate ad osservare, inappuntabilmente, le leggi armoniche del Creatore. Le stelle sono statesenza scelta—stabilite in orbite, nelle quali, non potendo imporre lal loro volontà, debbono ruotare, senza uscirne. Iddio non impone all’uomo tale inderogabile ubbidienza e, creandolo alla Sua imagine e somiglianza, gli concesse—come già abbiamo detto il liberto arbitrio.

Per la Sua Onniscienza, Onnipotenza ed Onniveggenza, Iddio preconosceva che l’uomo per la propria inesperienza, sarebbe incorso nella disubbidienza e, quindi, nella penalità delle morte, che gli sarebbe stata comminata, infrangendo il comandamento, espostogli con tanta chiarezza dall’Eterno Iddio.—Genesis 2:17

L’inappellabile giudizio dell’Eterno decretò che a tutti i discendenti di Adamo sarebbe stata estesa la condanna che era stata comminata ad Adamo, loro capostipite, resosi contravventore alla Legge divina. Per rendere attuabile la reintegrazione del genere umano, allo stato originale, fu reso possibilie ad un solo uomo [Gesù Cristo, la Parola o Verbo, fatta carne, a tal uopo] di riscattare Adamo con la propria vita, onde redimerlo, assieme con la sua progenie, che aveva perduto i privilegi di vita eterna, su la terra, concessi in lui e per mezzo di lui.

Mediante tal benevolo e sapiente provvedimento, tutte le generazioni d’Adamo hanno avuto—ed avranno—l’opportunità di sperimentare a quali disastrosi risultati condusse la disubbidienza alle Leggi divine. Sino ai tempi attuali solo pochi esseri umani si sono resi conto della loro piaga mortale e del tempo e della maniera in cui la somma benevolenza del Creatore ha concesso, mediante il Suo Piano di Salvezza, che tutti saranno risvegliati dalla morte e, gradatamente, restaurati su la terra, nel corso del tempo in cui andrà svolgendosi il programma educativo, per l’integrale riconciliazione col Creatore. In tale miracolosa e totale maniera, l’intera umanità verrà a conoscenza, per esperienza, del bene e del male e si troverà in condizioni di scegliere, con gioia, il bene e fuggir dal male che per tanti secoli ha soggiocato gran parte delle genti, accecate dalle mensogne di Satana.

L’ETERNA GIUSTIZIA DEL CREATORE

Nel corso dei diversi secoli delle esperienze umane, quante svariate sofferenze hanno sofferte le famiglie umane! Fu ed è giusto che il nostro misericordioso Iddio abbia fatto e faccia soffrire tanti innocenti, sin dall’infanzia, disagi, pene, malattie e chiuda, poi, la loro vita con la morte? Questi ossessionanti interrogativi hanno fatto sorgere lungo il corso di varie ère, molti dubii, nel cuore delle genti. Né si contano le migliaia di questi che son stati impostati per chiedere se la giustizia di Dio ha un giustificato fondamento. Difati—dicono alcuni—presupponendo l’Onnipotenza di Dio, e, quindi, l’indubitabile agio ch’Egli detiene di conoscere e controllare ogni esperienza ed azione umana, perché permette che un innocente soffra? Or, in mancanza d’una risposta delucidativa, coloro che non conoscono a fondo la Parola di Dio, e quindi manca la loro fede in LUI, avanzano una seconda domanda per sapere se è sicura la Sua esistenza.

L’estrinsecazione della giustizia divina, nel trattamento alle Sue creature umane, può essere compresa solo alla luce dell’intero Piano Suo. A qualcuno che chiedesse ad un chirurgo, perché affonda il suo bisturi nelle carni d’un suo paziente per estirparvi un tumore maligno o arrestare qualche altra difettuosità gli si potrà rispondere che non v’è altro mezzo per far riacquistare la sanità corporale al proprio paziente. Ma, in generale sarà solo colui che si sottopone all’intervento chirurgico, ad ammettere tale drastica operazione, perché spera di guarire.

Il principio di giustizia divina è bene illustrato, nell’immagine del perfetto equilibrio, che deve risultare nei piatti d’una bilancia, adoperata da qualche specialista in chimica farmacèutica nel pesare una dose d’un veleno da usare qual’ingrediente medicinale. Nella relazione divina, con l’uomo, deve esistere lo stesso equilibrio nel dare, per ottenere. Il Creatore costituisce la sorgente della vita e delle benedizioni, ma, giustamente gli compete il diritto di stabilire in quali termini possono essere concesse sia le benedizioni, che la vita. Adamo era una creazione di Dio e, quindi, Gli doveva la vita.

E gli doveva anche conservare la sua ubbidienza, perché era stato avvertito, sin dal principio, che se Gli avesse disubbidito, sarebbe incorso, nella pena della morte: certo non per una ritorsione, ma affinché tale sentenza avesse costituito una lezione benefica per sé e per tutta la sua progenie. A tal proposito, si consideri quale cataclisma costituirebbe una disubbidienza o infrazione nel caso che la terra non si attenesse alle leggi di gravità, mantenendosi nella sua orbita. Infatti, dalla disubbidienza d’Adamo, derivarono il peccato, le sofferenze e, alla fine d’una breve vita, la morte. L’uomo, quindi, fu condannato giustamente. La pena fu la morte, onde—come la giustizia condannò per la disubbidienza a morte—i condannati avrebbero potuto essere giustificati, se avessero riconosciuto l’infrazione dei progenitori e si fossero attenuti ad una stretta osservanza delle Leggi divine. A tal fine, la saggezza e l’Onnipotenza dell’Eterno Iddio provedè pure, che Cristo [l’umile e devoto Suo Unigenito] divenisse il Redentore dell’umanità. Così, Gesù sostituì Adamo, per riscattare dal peccato e dalla morte lui e tutta la sua progenie: tutta l’umanità che aveva—ed ha—per ereditartietà, subia la pena inferta ad Adamo, loro progenitore. Ciò stante, tutti coloro che si presentano a Dio, nei meriti di Gesù [riconosciuto lor Redentore e Salvatore], hanno diritto alla giustificazione e, quindi, alla vita eterna su la terra.



Associazione Studenti Biblici Aurora