Il Ritorno di Cristo
Sl sente parlare sovente del ritorno di Cristo sulla terra e della fine del mondo. Le opinioni relative a questo avvenimento capitale, variano enormemente. Alcuni pretendono che si produce alla Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sui discepoli e che, da allora, ogni peccatore che si converte, fa avanzare il ritorno di Cristo, in modo che, quando tutti saranno convertiti, si potrà considerare il ritorno di Cristo un fatto compiuto. Si pretende che in tale maniera si compì la promessa: “Ecco io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine dell’età.”—Matteo 28:20 Altri affermano che Gesù ritornerà sulla terra in forma umana e sarà riconosciuto dalle traccie lasciate dai chiodi sulle mani e sui piedi, nonchè dalla ferita al costato.
Questa seconda interpretazione deriva sopratutto dall’analisi letterale di alcuni testi ed in particolare di quello riportato nel libro dell’Apocalisse (1:7): “Ecco, Egli viene con le nuvole ed ogni occhio lo vedrà.”
Noi crediamo che la verità, confermata dalla testimonianza della Scrittura, trovasi nel mezzo di queste due concezioni che, alla luce di una sana e costruttiva critica, presentano le seguenti deficienze: la prima non riconosce la necessità di una venuta personale di Cristo, pur tenendo conto della nuova natura di Gesù e stimando possibile una sua presenza invisibile. La seconda tiene, si, grandemente conto della promessa di un ritorno personale del Maestro, ma riduce l’importanza di tale avvenimento trascendente e presenta Gesù stesso come un uomo aureolato, senza considerare il fatto che il Padre gli ha concesso dopo la risurrezione un nome che è al di sopra di ogni altro nome e ha fatto di Lui un Essere possente, divino, in una parola ‘l’immagine dell’Iddio invisibile.”—Colossesi 1:15; 2 Corinti 5:16; 1 Pietro 3:18 Così dunque, per la natura stessa del suo essere, Gesù è attualmente invisibile all’occhio umano, come Dio. E’ il Cristo divino che ritorna sulla terra e, per poter discernere questo avvenimento, è necessario fare appello ad un altro senso che non sia l’organo naturale della vista.
Certo, non dimentichiamo che, dopo la sua risurrezione ed in numerose circostanze, Gesù apparve in forma umana ai suoi discepoli, ma ciò non prova in alcun modo ch’Egli dimorò in quella condizione umana. Le circostanze particolari che circondavano queste apparizioni sembrerebbero piuttosto provare il contrario. Ogni volta che Gesù apparve, fu in una forma corporea differente, fatto questo irrealizzabile se fosse rimasto essere umano. Gesù apparve una sola volta in forma corporea simile a quella posseduta prima della crocifissione ed allo scopo di annullare lo scetticismo di Tommaso, che non credeva alla risurrezione del Maestro.
In altre circostanze Gesù si manifestò ancora ai discepoli, ma costoro non lo riconobbero dall’apparenza esteriore, bensì dal modo di parlare e di comportarsi.
Le apparizioni di Gesù ai suoi discepoli, dopo la risurrezione, ebbero lo stesso punto in comune con le materializzazioni degli angeli nei tempi antichi. Tre angeli apparvero un giorno ad Abrahamo, e mangiarono in sua presenza, tanto che il patriarca credette fossero degli esseri umani.—Genesi 8:1; Ebrei 13:2
Durante i quaranta giorni susseguenti la risurrezione, Gesù dimorò dappresso i suoi discepoli invisibilmente e si manifestò o costoro poche volte, usando di volta in volta la forma corporea più opportuna. Questa stesso Gesù, capace di essere presente fra gli uomini invisibilmente, secondo le Scritture, deve ritornare per stabilire un regno di giustizia, per mezzo del quale l’umanità riscattata ritroverà sulla terra la vita e la felicità perpetua.
Gesù crocifisso riscatto per tutti
Gesù venne in carne per dare la sua vita quale prezzo corrispondente per Adamo e la sua discendenza. Egli disse: “la mia carne, che io darò per la vita del mondo.”—Giovanni 6:51
Se alla risurrezione Gesù avesse ripreso l’organismo umano sacrificato al Calvario, ossia ciò che era stato precedentemente offerto, il mondo non sarebbe stato riscattato.
La Scrittura mostra, al contrario, che Gesù fu messo a morte in quanto essere umano, “nella carne”, volendo adoperare una espressione del testo; tuttavia Egli è stato reso vivente secondo lo spirito, ossia ricevette la natura di un essere spirituale.—I Corinti 15:44-47 I Pietro 3:18, Gesù spiegò a Nicodemo che chi è nato di Spirito può andare e venire ove egli vuole perchè invisibile e dotato di una potenza considerevole. Più tardi, dopo la sua risurrezione, infatti, i discepoli non poterono discernere donde Egli veniva, nè dove andava, quando appariva loro repentinamente.—Giovanni 3:8
Noi non contestiamo che Gesù possa manifestare la Sua presenza e renderla visibile a degli esseri umani, così come si manifestò ai suoi discepoli dopo la risurrezione, ma le Scritture non dicono che la sua seconda venuta sarà rivelata al mondo con manifestazioni di tal genere. E’ chiaro che queste apparizioni del Maestro, dopo la risurrezione ebbero lo scopo di far ancorare nel cuore e nel pensiero dei discepoli la grande verità della Sua risurrezione dai morti, secondo quanto era stato profetizzato. Attualmente, questo fatto è riconosciuto e stabilito senza alcun dubbio nè sembra che vi sia qualche utilità pratica onde simili manifestazioni si riproducano ancora.
Nell’epistola ai Romani 1:20 noi leggiamo a proposito della personalità di Dio: “Poichè le perfezioni invisibili di Dio, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; ond’è che essi (gli uomini che soffocano la verità), sono inescusabili.” Questo testo ci rivela il senso col quale bisogna interpretare le profezie relative alla seconda venuta di Cristo. Come il Padre celeste, Cristo è attualmente invisibile agli uomini. Non ci potrà dunque rendere conto del suo ritorno se non attraverso gli effetti od avvenimenti che si produrranno, chiamati dalla profezia ‘segni.’
In sostanza, noi crediamo all’esistenza ai Dio non perchè lo abbiamo veduto, ma per la contemplazione delle Sue opere meravigliose. I nostri, sensi, pur limitati che siano, ci permettono di scrutare l’infinito della creazione, per ciò concludiamo che un Creatore Possente e Saggio debba esserne l’origine.
La Parola di Dio elenca un certo numero di avvenimenti che si producono al ritorno di Cristo. Se dunque si vedono realizzare gli avvenimenti annunziati, la conclusione logica della realtà di questa seconda venuta s’impone automaticamente.
L’lddio invisibile di questo mondo
Le Scritture affermano che esiste un essere malvagio chiamato Satana. Nessuno l’ha mai visto, ma si possono valutare i risultati della sua nefasta influenza sul mondo. L’apostolo Paolo spiegò che Satana è “il Dio di questo mondo,” colui che opera nel cuore dei figliuoli della disubbidenza (2 Corinti 4:4), il ‘principe della podestà dell’aria.’—Efesi 2:2 Gesù stesso definisce Satana ‘il principe di questo mondo.’—Giovanni 12:31; 14:30; 16:11 Se noi crediamo a tali dichiarazioni bibliche, bisogna concludere che questo essere potente ha esercitato, nel corso dei secoli, un controllo effettivo sugli affari degli uomini. L’apostolo Pietro dichiara che questo governatore invisibile del ‘presente mondo malvagio,’ ‘a guisa di leon ruggente va attorno cercando chi possa divorare.’—I Pietro 5:8 La terra, dunque, è stata sempre il campo di operazione di Satana, senza che per questo lo si è visto e sentito ruggire in senso letterale.
Il ritorno di Cristo deve introdurre un cambiamento di dispensazione e stabilire un nuovo mondo, un nuovo ordine sociale, di cui Egli stesso sarà il Re che soppianterà Satana. Nel suo rapimento spirituale, l’apostolo Giovanni vide un angelo discendere dal cielo, afferrare Satana e legarlo con una grande catena. La visione concessa allo apostolo continua presentando il regno di mille anni di Cristo e della Chiesa. Poichè Satana è invisibile, ne consegue che coloro i quali lo legano devono essere altresì invisibili.—Apocalisse 20:1-6; 5:10 L’invisibilità constituisce per Satana un vantaggio piuttosto che una limitazione all’esercizio malefico della sua influenza e del suo potere. Questa sua caratteristica, infatti, gli ha permesso nel corso dei secoli ed in particolre ai giorni nostri, di influenzare i consiglieri dei re, dei principi, dei governi, di avvicinarsi a tavoli delle diplomazie internazionali e seminare discordia, ad indirizzare la coscienza dell’uomo verso una costante e progressive ribellione verso il Creatore, a dirigere e dominare (sia pure limitatamente) la politica mondiale.
La Signoria di Cristo sarà altresì invisibile e verrà esercitata per mezzo di agenti umani. Egli reggerà popoli “con la verga di ferro,” ma secondo giustizia e non nell’iniquità, come ha fatto Satana. E come oggi ci si può rendere conto degli effetti del Regno di Satana, nelle stessa maniera l’umanità sarà in grado di valutare la trasformazione graduale e completa che il regno di Cristo apporterà. Gesù così sintetizza questo concetto: “Come può alcuno entrare nella casa di un uomo possente e rapirgli le sue masserizie se prima non lo ha legato? Allora veramente gli prenderà la casa.”—Matteo 12:29 Quell’uomo forte è Satana e la sua casa o dominio è il ‘presente malvagio secolo chiamato anche ‘età’ o ‘kosmos’; le sue masserizie sono il peccato, le malattie, e la morte, in una parola i fruitti nefasti del suo regno tenebroso.—Giovanni 18:36; Ebrei 2:14 Il Maestro penetra in questa casa al suo ritorno e provoca la distruzione graduale dell’impero di Satana ed il suo stesso incatenamento. Da questo commovimento, da questo urto di due potenze che si affrontano, scaturisce, secondo la profezia, ‘un tempo di angoscia, quale non si ebbe mai da quando esistono nazioni.’—Daniele 12:1 Si può affermare con tutta evidenza, che questa terribile distretta si sta già abbattendo sul mondo.
Quando l’incatenamento di Satana sarà un fatto compiuto, avrà inizio, durante il periodo di mille anni della presenza di Cristo sulla terra, la graduale distruzione di tutte le opere del regno di Satana, compresa la morte, ‘poichè bisogna che (Cristo) regni finchè abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte.’—2 Corinti 15:25-26
Verità velata da una traduzione inesatta
Delle profonde verità, riguardanti il modo e l’epoca del ritorno di Cristo, sono state perdute di vista per lungo tempo, in seguito alle inesatte traduzioni di vari testi scritturali, Come ognuno sa, la Bibbia non è stata scritta direttamente nella nostra lingua, ma le varie versioni, come tutte le altre correnti, derivano dall’ebraico, per l’Antico Testamento e dal greco per il Nuovo. I vari traduttori hanno fatto tutto il possibile per riprodurre integralmente tutta la ricchezza del senso e la fioritura di linguaggio di queste due lingue e di quelle orientali in genere. Il fatto è che non sempre le lingue moderne possono disporre di parole appropriate e corrispondenti esattamente alle originali. A ciò aggiungasi le difficoltà di natura filologica e, sopratutto, le credenze personali dei vari traduttori sulle varie dottrine della Bibbia, più o meno compatibili con la luce dei tempi in cui vissero.
Una di queste parole è quella greca “parusia” che il Nuovo Testamento riporta per illustrare il ritorno di Gesù sulla terra. Molto spesso questa parola è stata tradotta per ‘venuta’ ‘avvenimento’ ed alla luce di tale significato sono stati interpretati i segni profetici della fine di questa età e le indicazioni della imminente manifestazione di Gesù. Ora questa parola greca significa in realtà ‘presenza’, di modo che i segni della ‘parusia’ o presenza del Maestro, indicano non un’azione ancora ‘a venire’, ma come già adempiuta: ‘Egli è là.’
Quando i discepoli chiesero a Gesù qual fosse il segno della sua venuta (parusia-presenza) intesero, ne più nè meno, pregarlo di indicar loro anticipatemente non la data del suo ritorno ma i segni dai quali avrebbero potuto riconoscere la sua presenza, quand’Egli fosse ritornato. In altre parole, in armonia con quanto espresso al capitolo 1: 20 dell’epistola ai Romani, circa la natura invisibile dell’essere spirituale, i discepoli avrebbero voluto conoscere il segno visibile od i segni che avessero potuto costituire per loro una prova attendibile della sua venuta e della instaurazione del regno.
Le recenti scoperte di iscrizioni archeologiche hanno confermato che la parola greca ‘parusia’ si applicava in quei tempi alle visite che i re e gli imperatori effettuavano alle città ed alle provincie comprese nei loro possedimenti. Si riscuoteva, in tali occasioni, una imposta eccezionale, destinata a coprire le spese e coniavano una specie di moneta speciale chiamata ‘moneta della parusia.’
Ė dunque perfettamente appropriato l’uso della parola ‘parusia’ in relazione al secondo avvenimento sulla terra del Re dei re, del Signore dei Signori. Come per i re e gl’imperatori, la ‘parusia’ di Gesù non si riferisce soltanto all’attimo della venuta, ma a tutta la durata della presenza.
Mille anni di presenza
Il secondo avvenimento di Gesù è dunque una visita vera e propria e non una breve e rapida venuta. La Scrittura dichiara positivamente che la seconda presenza o parusia deve durare mille anni, durante i quali Cristo e la Chiesa devono regnare sulla terra.—Apocalissse 5:10 Questo regno si prefigge di distruggere la morte ed edificare la pace e la giustizia eterna.—I Corinti 1:22-28; Apocalisse 20:4; 2l:1-5; Salmo 72:2-8
La prima presenza di Gesù sulla terra, come uomo, durò trentatrè anni e mezzo. Come essere spirituale Egli fu altresì presente, invisibilmente, per 40 giorni: dalla risurrezione alla ascensione in cielo. L’Antico Testamento contiene numerose dicharazioni profetiche, relative alla prima presenza di Gesù, alcune riferentisi alla nascita, altre a circostanze particolari della sua vita, del suo ministerio, altre alla sua morte, quale Redentore dell’uomo. Tutte queste profezie non sono state certo realizzate in un sol giorno della carriera del Maestro. Le promesse e le profezie che trattano la seconda presenza di Gesù, coprono, come abbiamo visto, un periodo di mille anni e sono ancora più numerose di quelle che si riferiscono alla prima presenza. Pertanto, è bene mostrarsi più cauti, più rigorosi nel nostro studio, se vogliamo “tagliare direttamente la parola della verità
Il qual maniera Cristo è presente
“Se dunque vi dicono: ecco egli è nel deserto, non vi andate; ecco egli è nelle camerette segrete, non crediate. Periocchè, siccome il lampo (in greco astrape, luce brillante) esce di levante ed apparisce fino a ponente, tale, ancora sarà la venuta (parusia, presenza) del Figliuol dell’Uomo.”—Matteo 24:26-27
Nell’usare questo linguaggio, Gesù cercava rendere accessibili ai nostri spiriti limitati il fatto che la sua venuta e la conseguente presenza non avrebbero avuto nessuna verosimiglianza con quelle di un essere umano. Egli sarrebbe ritornato quale essere divino, questa volta, essendo l’immagine stessa della “persona” invisibile del Padre. Questa e la sola conclusione logica alla quale il soggetto ci conduce.
Voi non mi troverete, volle significare Gesù, in qualche nascondiglio segreto, come se si trattasse di un qualsiasi uomo, ma potrete piuttosto discernere la mia presenza nello stesso modo in cui riconoscete l’esistenza di Dio, atraverso le grandi cose ch’Egli ha fatto. Il sole che brilla e riscalda la terra, la pioggia che cade annacquando il suolo e fecondandolo per la sussistenza degli uomini e mille altri fenomeni della natura, per molti costituiscono una evidenza che Dio esiste, che un grande Creatore presiede alla dispensazione di tutti i suoi benefici. Gesù spiegò che noi riconosceremo la sua seconda presenza nella stessa maniera. Ciò sarà come la luce (astrape, luce brillante) del sole che sorge ad oriente e, man mano, illumina tutta la terra fino ad occidente.
Infatti, l’idea di un luminare che parte da oriente, fa pensare all’alba di un nuovo giorno. Ora le Scritture paragonano i mille anni della seconda presenza di Cristo ad un ‘giorno’, il ‘giorno del Signore.’—I Tessal. 5:2; 2 Salmo 30:5 D’altronde, i beneficii che saranno riversati su tutta l’umanità durante questo ‘giorno’ su un mondo morente, sono paragonati ai benefici effetti del ‘Sole di Giustizia’ che porta la guarigione nei suoi raggi.—Malachia 4:2; Apocal. 22:1-3
“Ma voi fratelli non siete nelle tenebre”
Sempre nello stesso ordine di idee, altri passi biblici illuminano il nostro intelletto. Per esempio, i discepoli di Cristo, i cristiani veri, sono considerati come “sentinelle” o come ‘veglianti’ che per tutta la durata della lunga notte del peccato e di morte, hanno spiato la venuta dell’alba del nuovo giorno di Cristo. Questi cristiani non conoscono anticipatamente l’epoca precisa del ritorno del Signore, poichè Egli deve venire come ‘un ladro nella notte.’ Essi sono stati invitati a vegliare con la speranza che, alla prima apparizione dell’alba del nuovo giorno, essi sarebbero stati i primi a scoprirla.—Matteo 24:36-42 Lo stesso avvenimento si ritrova nelle parole indirizzate dagli angeli ai discepoli, dopo che Gesù fu accolto in cielo. I predetti angeli dissero loro: ‘Questo Gesù, che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo.’—Atti 1:11 Tale frase, oltre a svegliare il pensiero di un ritorno personale del Maestro spiega che ciò ha luogo nella stessa maniera, ossia nella calma, nel silenzio, senza che il mondo noti il suo ritorno, così come non ha notato la sua ascesa al Padre. Evidentemente i discepoli hanno visto Gesù perchè Egli si è rivelato miracolosamente a loro. Così, attualmente, coloro che vegliano, individuano il suo ritorno non guardando e scrutando i cieli, perchè sanno che il loro Maestro è invisibile, ma investigando le Profezie ed il loro compimento, ossia quei segni dei tempi, grazie ai quali essi discernono la sua presenza.
Ancora un punto da chiarire, il ritorno di Cristo si identifica con la venuta del “giorno del Signore,” perchè, in effetti, il suo ritorno costituisce l’atto che segna la venuta del suo giorno. Così l’apostolo Paolo scrive: ‘il giorno del Signore verrà come un ladro nella notte. . ., ma voi fratelli non siete in tenebre, si che quel giorno vi colga a guisa di ladro.”—I Tessal. 5:1-5 Il versetto due dello stesso capitolo mostra che coloro che non vegliano non distinguono precisamente il carattere misterioso, silenzioso, di soppiatto (proprio come un ladro) della presenza del Signore e l’inizio del giorno della sua ira.
Gesù ha così messo in evidenza il fatto che “coloro che vegliano” ricevono il privilegio di discernere l’aurora del suo giorno, mentre’ gl altri la discerneranno dopo il suo passaggio. Gesù ha altresì fatto un parallelo fra le condizioni prevalenti al tempo del diluvio e del messaggio di Noè da un lato, con le condizioni del mondo nel ‘giorno del Figliuol dell’uomo’ dall’altro. Noè e la sua famiglia sapevano che il diluvio sarebbe sopraggiunto e diffondevano attorno ovunque tale conoscenza anche se gli ascoltatori rifutavano di ascoltarli continuando nella strada della completa inconscienza e dell’ignoranza.—Luca 17:26-28; Matteo 24:37-39
Rileviamo infine, che questa illustrazione (la venuta subitanea del diluvio) non simboleggia il ritorno di Cristo, ma piuttosto il periodo di angoscia provocato dal riorno del Maestro, la “improvvisa ruina” del nostro vecchio mondo al quale allude l’Apostolo Paolo, nella.—I Epistola ai Tessalonicesi 5:3-5
Come un ladro
Sembra che nella terra di nostro Signore la parola “ladro” avesse un significato più esteso che non nella nostra, oggi. Non soltanto il ladro derubava i beni altrui, ma altresì distruggeva.—Giovanni 10:10; Giobbe 24:14; Germia 49:9; Luca 10:30 E, senza dubbio, l’apostolo Paolo, adoperandola, volle mettere in evidenza la duplice nozione di una venuta segreta, nascosta e di una ‘improvvisa ruina’ del mondo di Satana. ‘Il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando diranno pace e sicurezza, di subito sopraggiungerà loro improvvisa ruina, come i dolori del parto della donna gravida e non iscamperanno punto.’—I Tess. 5:2-3
L’apostolo Pietro, nella sua seconda epistola, al capitolo 3:10, affianca l’idea del ritorno di Cristo come un ladro, a quella della caduta del vecchio mondo. Il libro dell’Apocalisse 16:12-20, descrive sotto l’aspetto di una battaglia, chiamata Armaghedon, il rovesciamento finale dei regni di questo mondo e l’instaurazione dello impero universale di Cristo.
Luce luminosa della presenza
Come abbiamo già fatto notare, Gesù paragona la manifestazione della sua seconda presenza a quella del sorgere dell’astro diurno (astrape, ossia luce brillante, vivida luminosa.) Senza dubbio il Maestro ha voluto evocare l’idea di una luce graduale ed ognor crescente, simbolo dello sviluppo della conoscenza. Il profeta Daniele dichiara che al “tempo della fine. . .la conoscenza sarà accresciuta.”—Daniele 12:4
Nello stesso capitolo (v. 1), il profeta presenta Cristo, come l’arcangelo “Micael” e spiega che quand’Egli ‘si leverà,’ ossia comincerà a prendere nelle sue mani gli affari della terra, vi sarà un tempo di torbidi talchè non ve ne fu mai l’eguale da quando esistono le nazioni. L’osservazione degli avvenimenti mostra che l’aumento della conoscenza, altrimenti detta dell’istruzione delle masse, ‘la luce luminosa’ della presenza del Maestro, non è estranea al tempo dei grandi torbidi che sconvolgono e rovesciano l’economia mondiale.
Questo aumento della conoscenza, carattere distintivo della nostra generazione, ha contribuito in larga misura alla caduta dei regni e degli stai d’anteguerra, oltre chè delle istituzioni radicalmente stabilite. Tale è il segno predetto della presenza di Cristo, il primo “raggio” di quella luce luminosa della sua presenza, che permette di realizzare il carattere particolare del ritorno del Maestro che viene come un ladro. Costituisce ancora il mezzo di distruzione dell’antico mondo e dell’instaurazione graduale di un altro, basato sulla pace e sullla giustizia.
Un pensiero nuovo ci ispira in proposito l’apostolo Paolo quando spiega ai Tessalonicesi che “il Signore stesso, con potente grido, con voce di arcangelo, con tromba di Dio, discenderà dal cielo.”—I Tessal. 4:13-17 La triplice simbologia del ‘potente grido,’ della ‘voce di arcangelo’ e ‘della tromba di Dio’ si ritrova strettamente collegata, nella catena profetica, con lo sviluppo della conoscenza, in quanto questa spinge alla azione con lui che la riceve. Una interpretazione letterale del citato testo contribuirebbe a diminuire la portata e la grandezza degli avvenimenti profetici, relativi alla presenza di nostro Signore.
La parola greca Keteuma, tradotta per “possente grido” od ‘acclamazioni di conforto,’ secondo i migliori esegèti, comporta l’idea di un ‘grido di incoraggiamento, di stimolo, di eccitazione.’ Ai tempi antichi d’Israele, il suono della tromba annunziava il principio dell’anno giubilare, di un anno eccezionale durante il quale, sotto la legge giudaica, coloro che avevano perduto i loro beni o la libertà personale, recuperavano nuovamente ogni cosa. L’arcangelo “Micael” della profezia, è colui che si leva per prendere nelle sue mani la causa di Dio e la difesa del suo popolo.
Riunendo questi tre simboli, Paolo getta uno sprazzo di luce che ci consente di vedere presso a poco quale aspetto devono, rivestire le prime indicazioni del ritorno di Cristo, il grido di esortazione, di stimolo, di incoraggiamento, inteso delle masse, grazie all’accrescimento della conoscenza, ha già indotto queste alla rivendicazione dei loro diritti, primi fra i quali la libertà umana, la redenzione del lavoro e la partecipazione ad una equa ripartizione dei beni della natura, tanto fra gli individui che fra i popoli.
Si, il grido è stato inteso e, benchè il mondo trovasi ancora nella ignoranza più completa rispetto al profondo significato di questi avvenimenti, la presenza di Cristo ha sorpreso tutti gli increduli, proprio come un “ladro di notte,” questo ‘grido’ ha operato nel modo più inatteso e miracoloso. Come spiegare altrimenti il subitaneo risveglio delle masse dopo seimila anni di ignorzna, di superstizione, di povertà, di schiavitù? Come spiegare il loro dersiderio di luce, la coscienza della propria libertà e dei propri diritti, lo stimolo tendente al raggiungimento di una economia mondiale in cui ognuno riceva la sua parte di beni, fornita liberamente dalla terra?
L’accrescimento della conoscenza, che è alla base di questa trasformazione del mondo, è il primo raggio che scaturisce dalla presenza del Maestro, il cui disegno è quello di preparare i popoli alle benedizioni future. In effetti, Egli non darà loro ben tosto la sicurezza materiale ed una pace durevole? Non abbasserà Egli tutti quelli che, a motivo dei loro privilegi, dominano i loro simili meno fortunati, ma a volte più forti e più geniali e più intelligenti? Certo, questo è il suo scopo, come vedremo tra breve.
Satana il principe delle tenebre
E’ quindi logico credere che un accrescimento di conoscenza fra gli uomini, sia una delle prime caratteristiche della presenza di Cristo, il Re del mondo futuro.
La Bibbia paragona il lungo regno del peccato e della morte di Satana ad una notte tenebrosa. “Le tenebre copriranno la terra e la caligine i popoli,” afferma il profeta, ma col Regno di Cristo, ‘le genti cammineranno alla (sua) luce; ed i re allo splendore del (suo) levare.’—Isaia 60:2-3
L’evangelista Giovanni presenta Gesù come “la vera luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo.”—Giovanni 1:9 Le profezie indicano che questa promessa troverà il suo pieno compimento nel corso della seconda presenza di Cristo poichè allora ‘l conoscenza coprirà la terra, come le acque coprono il profondo del mare.’—Isaia 11:9 Sarà necessario tutto il regno millenario di Cristo per dissipare i vapori dell’ignoranza e della superstizione, per fare in modo che i popoli conoscano ed adorino il vero Dio e si rallegrino nei suoi favori.—Isaia 25:6-9
La mattina è venuta e poi anche la notte
Il profeta Isaia 21:11-12 parla di una “notte ancora” che segue l’alba del nuovo giorno. Egli colloca il centro geografico della sua profezie sull’antico Monte di Seir. Coloro che hanno visitato questa contrada, dicono che il levare del sole provoca in questo luogo un fenomeno particolare. L’intensa evaporazione della rugiada della notte, provocata dal sorgere rapido del sole sulla montagna, produce una caligine tanto fitta da velare l’astro diurno, dendo l’impressione che l’oscurità sussista ancora, pur essendo sopraggiunto il mattino. Questo fenomeno naturale illustra molto bene gli attuali avvenimenti. La luce che s’irradia dalla presenza del Maestro, aurora del nuovo giorno della terra, penetrando attraverso il velo delle superstizioni, che per così lungo tempo ha tenuto avvolta l’umanità nelle sue tenebre, provoca una rapida esplosione di passioni multiple, creando così una breve notte di torbidi tumultuosi—un vero tempo di angoscia di cui non ve ne fu mai simile da che esitono le nazioni, al dire del profeta Daniele. E, mentre gli uomini sostengono che l’accrescimento trascendente delle conoscenze generali è una cosa del tutto naturale, nella nostra “età del cervello,” non si rendono conto, d’altra parte, che tale conoscenza umana è tragicamente incapace di salvare le attuali istituzioni che minacciano di essere travolte da una marea di diseredati che reclamano i propri diritti e rivendicano ciò che è stato loro sempre rifutato.
La distruzione dell’Anticristo
Nella sua seconda epistola ai Tessalonicesi 2:8, l’apostolo Paolo spiega che l’Anticristo deve essere annientato dall luce della presenza di Cristo. La parola tradotta qui per avvenimento è “parusia” e significa, come abbiamo visto, ‘presenza.’ Aggiungiamo che, se tale annientamento ha luogo, noi avremo una nuova prova di questa presenza del Signore.
Nel capitolo indicato, Paolo spiegò ai cristiani di Tessalonica che avevano fede in un immediato ritorno del Signore, che si sarebbe manifestato innanzitutto una apostasia—ossia un abbandono in massa della fede—ed avrebbe fatto apparizione l’uomo del peccato, l’Anticristo. L’apostolo precisa ancora che quest’uomo del peccato sarebbe stato distrutto, al ritorno di Gesù, “dallo spendore della sua presenza.”
Vi sono molti che attendono ancora la manifestazione di questo “uomo del peccato” e non notano che l’apostolo mette in evidenza il fatto che già ai suoi tempi questo personaggio cominciava a manifestarsi. E’ ben evidente che Paolo non aveva individuato l’Anticristo in una persona determinata, ma in un sistema, una organizzazione, la quale avrebbe avuto poi la pretesa di rappresentare il Regno di Cristo e che, nel corso dei secoli, invece, altro non fu se non una miserabile parodia.
Noi ci proponiamo qui di dimostrare che questo Anticristo è stato il sistema CHIESA-STATO, ossia il potere politico-religioso che ha guidato il mondo occidentale, durante tutto il medio Evo e dopo.
Un mezzo che ha contribuito efficacemente a quello accrescimento di conoscenza che attualmente sta divenendo luce luminosa, a motivo della presenza del Maestro, è stato l’invezione della stampa. E’ significativo costatare che la Bibbia è stata la prima opera letteraria venuta fuori dalla tipografia di Giovanni Gutenberg. Al principio del 19. secolo, molte società bibliche furono fondate e la diffusione della Bibbia su larga scala ebbe inizio. Per il passato si tentò con ogni mezzo di impedire la circolazione del libro e si giunse perfino a condannare al supplizio del rogo coloro che ne esercitavano la diffusione.
Analizzando le parole dell’apostolo Paolo, riportate nella seconda epistola ai Tessalonicesi 2:8, si noterà che il sistema chiamato “Anticristo” deve essere ‘consumato,’ distrutto per mezzo del ‘soffio della sua bocca’ ed ‘annientato dalla luce della sua presenza.’ La nemesi storica deve compiere il proprio corso. Lo spirito o ‘soffio’ della bocca del Signore è la sua Parola, la Bibbia. Grazie alla straordinaria diffusione di questo libro in questi ultimi tempi, il potere dell’Anticristo è andato affievolendosi sempre più.
Questo sistema Anti-Cristo, è bene ricordarlo, non è una Chiesa completamente falsa, designata specificatamente ma piuttosto una unione di Chiesa-Stato, un potere politico-religioso, che fonda la sua autorità sulla pretesa che tale unione costituisca il regno di Dio sulla terra. Pur esistendo ancora la Chiesa infedele, che ha fatto parte di questa unione, tuttavia, con la nuova forma di governo inaugurata, può considerarsi ormai virtualmente liquidato l’empio sistema, che ha governato l’Europa per un così lungo tempo. E’ questa una altra prova della presenza del Maestro. In effetti, come annunciò l’apostolo Paolo, questo sistema di Chiesa-Stato doveva essere annientato dallo splendore della parusia del Signore. E, giacchè esso, effettivamente, ha perduto quasi completamente la sua forza, è d’uopo concludere che il Signore è presente.
Egli viene con le nuvole
Dalla lettura del libro dell’Apocalisse 1:7, apprendiamo che Gesù ritornerà “con le nuvole ed ogni occhio lo vedrà.” Poichè Cristo è un essere divino, l’immagine della persona del Padre, gli uomini non possono più vederlo che attraverso i segni e gli avvenimenti che accompagnano il suo ritorno. Il tempo viene—e noi non lo crediamo più lontano—che questi avvenimenti parleranno un linguaggio così forte e convincente che tutti gli uomini potranno comprendere ed assimilare.
Il profeta Gioele 2:1-2, fa qualche allusione alle “nuvole” che divengono così terribilmente minacciose, durante l’alba del nuovo giorno di Cristo. ‘Il giorno dell’Eterno viene, perchè vicino, giorno di tenebre e di dense oscurità, giorno di nubi di fitta nebbia Come l’alba si spande sui monti, viene un popolo numeroso e potente, quale si vide giammai, nè mai più si vedrà poi.’
Si può dedurre da questo testo che le “nuvole o nubi,” che appariscono all’ alba del giorno della presenza del Signore, non sono in realtà senza legame con il ‘popolo numeroso e potente, quale non si vide mai prima.’ Questa visione ci suggerisce la illustrazione di una raccolta di masse di eserciti così numericamente impressionanti, che la civiltà ne sarà scossa e poscia crollerà sotto la spinta di lotte rivoluzionarie.
Queste nubi annunziatrici di torbidi, sono attualmente visibili, anzi, già da molti decenni vagano incessantemente all’orizzonte. Di già le nazioni della terra si lamentano a causa di esse, benchè non “vedono” ancora che queste sono generate dalla presenza del Maestro. Gesù stesso disse che la sua presenza causerebbe ansietà ed inquititudini fra le nazioni della terra e spasimo di paura fra le genti.—Luca 21:25-26; Matteo 24:30 A misura che le forze dell’ateismo e del paganesimo divengono minaccianti, il mondo intravede con spavento l’esito della lotta.
Ma, potete domandarvi, in qual modo le genti percepiranno che questi grandi torbidi attuali costituiscono l’agonia del vecchio mondo che passa e la conseguenza della presenza del Re del mondo a venire? Le Scritture indicano che questa evoluzione sarà parallela all’intervento divino in favore dalla nazione giudaica che ritorna in Palestina.
La mano di Dio su Israele
La storia dei Giudei, nel corso di questi anni di angoscia, costituisce una prova supplementare della presenza di Cristo. Secondo le Scritture, il ristabilimento di questo popolo nellla terra dei loro padri, doveva corrispondere a questa epoca. A dire il vero gli avvenimenti, susseguitesi dopo il 1914, hanno dal miracoloso: se si mettono in riferimento, con l’instaurazione del mondo a venire. Profeticamente parlando, la riunione di Israele ha luogo nello stesso tempo in cui i popoli si riuniscono per l’ultima battaglia d’Armaghedon.—Gioele 3:1-2
Le profezie relative ai Giudei precisano che la Palestina deve essere restituita e poscia da questi sviluppata e potenziate nel campo agricolo. Tutto ciò si è realizzato ed è in corso di realizzazione. Le stesse profezie indicano, inoltre, che una distretta ed una persecuzione di minore intensità di quella trascorsa, attende ancora questo popolo.
Non è saggio parlare di avvenimenti prima che abbiano logo. Tuttavia le Scritture sono categoriche nello affermare che verso la fine di questa immane battaglia che dovrà lacerare i popoli, i Giudei di Palestina verranno a trovarsi in una situazione estremamente pericolosa: tanto da essere minacciati di sterminio. Sarà in tale contingenza che il Signore verrà in loro favore, liberandoli dai loro nemici e, sotto la condotta dei loro profeti risuscitati, stabilirà il suo regno in modo definitivo.
Il profeta Ezechiele 38:14-23 scende in paritolari nella descrizione di questo torbido finale. In questo testo l’etimologia dei nomi dati ai nemici d’Israele rileva che la provenienza degli eserciti, che eventualmente attaccheranno Israele in Palestina, sarà dall’Europa e dall’Asia. In armonia con la profezia di Gioele, già citata, Ezechiele spiega che le “nubi” sono queste forze ostili a Dio, che alla fine, minacceranno di distruggere gli Israeliti raccolti nel loro paese (v. 16). Questo segnerà un grande ‘scrollamento’ delle nazioni, come dichiara il profeta (v. 20).
Pertanto l’Eterno libererà il suo popolo antico e questa liberazione aprirà gli occhi delle nazioni, che realizzeranno la presenza ed il potere del nuovo Re della terra.—Ezech. 28 – 25 - 26 Il libro dell’Apocalisse (1:7) riesuma queste idee scrivendo che si discernerà la presenza di Cristo attraverso le “nuvole” simboliche che gli faranno scorta.
L’instaurazione del Regno
La liberazione d’Israele, per mezzo della potenza divina, costituirà la prima manifestazione dell’intervento pratico delle forze del mondo a venire. A partire da questo tempo, gli Agenzie del Regno che viene dall’alto, calmeranno rapidamente la marea delle passioni umane che, in questi giorni, avranno ridotte le masse agli estremi ed alla disperazione.
Per il rimanente, non è questo il nuovo ordine che attendiamo e che eserciterà una benefica influenza su tutta la terra? Evidentemente sarà così, anzi, qualcosa di più ancora! Sarà l’inizio dell’effettivo esercizio del potere da parte di Cristo, il Re ed il Capo invisibile in persona. La Chiesa, composta da tutti coloro che hanno seguito Gesù con fedeltà nel corso di quest’epoca, pervenuta quasi alla fine, sarà con Lui associata in questo Regno perchè sta scritto che coloro i quali avranno sofferto con Cristo, con Lui altresi regneranno.—2 Timoteo 2:12
Le promesse fatte da Dio alla Chiesa rivestono tutto un carattere spiruale. Una interpretazione troppo generica di queste ha indotto a pensare che Iddio accolga in cielo tutti coloro che hanno creduto e credono in Cristo, mentre il rimanente dell’umanità sarabbe perduta! E’ facile comprendere ora che, mentre il Signore ha preparata la Chiesa per il regno millenario, ha provveduto amorevolmente nei riguardi di tutto il rimanente del genere umano, che egli vuole ugualmente salvare e restituire alla vita eterna sulla terra.—Apocalisse 5:10; 20:4
Questo regno avrà così i suoi rappresentanti umani, Siccome Satana, il principe invisibile di questo mondo, ha lavorato utilizzando gli uomini a lui devoti, così Cristo e la sua Chiesa, i governatori invisibili del mondo a venire, avranno quaggiù i loro rappresentanti. La Bibbia precisa quali saranno questi rappresentanti. Gesù spiega, per esempio, che sotto questo regno verranno uomini dall’oriente, dall’occidente, dal settentrione e dal mezzodì con Abrahamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti.—Luca 13:28-29
Il Salmo 45:17, lascia supporre che tutti questi dignitari antichi diverranno “principi di tutta la terra.” Il Salmo 47:8-9 pare dica la stessa cosa. Qui il Signore, l’Elohim, è presentato come il re di tutta la terra, ma i principi sono i suoi rappresentanti e questi metteranno ad esecuzione le leggi del nuovo regno. Non sembra impossibile che questa classe di ‘principi’ sarà composta di tutti coloro che sono stati fedeli a Dio, da Abele fino a Giovanni Battista. Questo concetto spiegherebbe un testo alquanto misterioso per molti studiosi della Bibbia, riportato in Matteo 11:11, in cui Gesù dichiarava che nessun profeta fu più grande di Giovanni Battista e tuttavia ‘il minimo nel regno dei cieli è maggiore di lui.’ ‘Il regno dei cieli’ di cui si parla qui si riferisce senza dubbio alla parte spirituale o fase celeste del regno stesso. Coloro che saranno con Cristo in questa sfera del regno, saranno come lui degli esseri spirituali, possenti, per cui il minore di questi sarà, in effetti, maggiore di Giovanni Battista, rappresentante terreno, umano, di questo regno.
Troppo straordinario per essere creduto
Non diciamo che tali eventi sono irrealizzabili. Perchè questi profeti delle età antiche siano i governatori visibili della terra, evidentemente è necessario che risuscitino dai morti. Sarà ciò impossibile? Non è al contrario una dichiarazione di fede fondamentale del Cristianesimo la risurrezione dei morti? Se investighiamo la Bibbia per trovare la soluzione ai problemi che travagliano il mondo, è altresi logico credere che Iddio è capace di realizzare tutte queste cose.
Non troviamo difficoltà alcuna nel credre alla elevazione della Chiesa ad una vita superiore, in una sfera spirituale, associata con Cristo nel regno milleniale. La maggior parte dei cristiani non è stata abituata a credere ad una nuova vita dopo la morte? L’errore consiste nel credere, anzi nel supporre, che la trasformazione ed il passaggio ad un piano superiore di vita avvenga immediatamente, al momento della morte. Ma è stato sempre creduto alla esistenza di una vita spirituale ed alla possibilità che i cari estinti siano presenti, benchè invisibili.
Il grande errore consiste nel credere che questa nuova esistenza spirituale di cui si parla nella Bibbia sia la conclusione naturale del “ciclo normale di vita.” Non è vero ciò. Che uno voglia o no, ‘il salario del peccato è la morte’ ed i morti ‘non sanno nulla.’—Romani 6:23; Ecclesiaste 9:6 Le Scritture insegnano, invece, che, alla risurrezione, sarà concesso un ‘corpo spirituale’ ad alcuni membri della razza umana. Così Cristo è stato risuscitato e lo sarà anche la Chiesa al proprio tempo, su di un piano spirituale e divino, mentre i profeti, i patriarchi, gli antichi dignitari che furono fedeli al Signore, risusciteranno quali esseri umani e dirigeranno l’umanità durante i mille anni del regno messianico.—I Corinti 15:44-45; 6:2-3
Il profeta Michea (4:2) scrive che “la Legge uscirà da Sion e la parola del Signore da Gerusalemme” come per illustrare gli aspetti celeste e terreni del regno, presentati, simbolicamente sotti i nomi di ‘Sion’—Cristo e la sua Chiesa.—Apocalisse 14:1 e Salmo 2:6-9 E di ‘Gerusalemme’—il piano umano del regno probabilmente centralizzato nella stessa Gerusalemme, con i profeti risuscitati come amministratori.—Luca 13:28
Le profezie presentano ancora queste due fasi del regno di Dio, come una “nuova terra” ed un ‘nuovo cielo’.—Isaia 65:17; 2 Pietro 3:13; Apocalisse 12:1 Questi testi profetici quindi, non autorizzano a credere affatto alla distruzione completa del nostro pianeta e del nostro cielo visibile ed alla creazione di un nuovo cielo ed una nuova terra in senso letterale della parola. Lo stesso apostolo Pietro fa notare che i ‘cieli’ e la ‘terra’ sono già passati una volta per mezzo del diluvio.—2 Pietro 3:5-6 I ‘cieli’ e la ‘terra’, riuniti, formano il ‘mondo’ (dal greco kosmos che significa ‘ordine di cose),’ già preesistente al diluvio.
I simboli, usati nella Bibbia, sono sempre particolarmente bene adatti. I cieli esercitano sulla terra una azione che illustra l’influenza dello spirituale sul terreno. Così, per esmpio, le condizioni atmosferiche, le stagioni, le maree ecc., sono tutti i fenomeni collegati con il moto celeste degli astri. Tutti gli avvenimenti che avranno luogo sulla terra saranno sotto l’influenza ed il controllo diretto della fase celeste e quindi spirituale, del regno.
Il mondo presente, in via di dissoluzione, è presentato per la stessa ragione sottoil doppio simbolo di “cieli” e ‘terra.’ I vari governi delle nazioni hanno sempre subito, più o meno, l’ascendente delle potenze spirituali di cui Satana è il capo.—Efesi 2:2 Questi hanno agito, spesso, con la inconsapevole mediazione dei falsi sistemi religiosi. Satana, anzi, he tenuto tutti gli esseri umani sotto la sua influenza, facendo vibrare appunto la corda dell’emozione religiosa.
Sin dai tempi più remoti, la falsa religione è stata l’anello di congiunzione fra il “dio di questo mondo” ed i rappresentanti politici e sociali dei popoli. L’unione fra il trono e l’altare, rese possibile nei secoli scorsi le ‘sante crociate’, ‘le guerre sante’, la santa inquisizione’ eccetera.
“I nuovi cieli” ‘la nuova terra’ cammineranno dipari passo, ma con risultati diametralmente opposti. Il profeta afferma che, quando la nostra vecchia terra simbolica sarà stata consumata ‘dal fuoco della gelosia di Dio’, il Signore ‘darà ai popoli delle labbra pure affinchè tutti invochino il nome suo e lo servano di pari consentimento.’—Sofonia 3:8-9 Allora la conoscenza del vero Dio coprirà la terra a guisa che le acque coprono il profondo del mare e non vi sarà più che l’unica, vera religione.
I profeti risuscitati istruiranno gli uomini su tutto ciò che concerne la verità di Dio e rappresenteranno il Cristo glorificato e celeste. Così le due fasi del regno—i nuovi cieli e la nuova terra—funzioneranno in perfetta armonia, per la benedizione di tutti.
Il monte
Il regno di Cristo è presentato allegoricamente sotto l’aspetto di una montagna. Il profeta Zaccaria (14:4-5) ne parla come del monte degli Ulivi, diviso simbolicamente in due parti. Ancora una volta ritroviamo la nozione delle due fasi, la celeste e la terrena, del regno di Dio. Questa profezia annunzia gli avvenimenti che devono aver luogo durante il giorno del Signore, quando i piedi dell’Eterno si poseranno sul monte stesso. Questo non vuol dire, come pensano, molti, che Gesù si manifesterà in forma umana e porrà effettivamente i suoi piedi su di esso. Così compresa la profezia diventa assurda, e, sotto un certo aspetto anche grottesca.
Il profeta Isaia afferma che la terra è lo scannello dei piedi di Dio (65:1), il quale glorificherà il luogo ove si posano i suoi piedi (60:13). Così i “piedi” che si posano sul monte degli Ulivi possono evocare in noi il pensiero di un ritorno dei favori divini ai figliuoli degli uomini. La stessa idea pare venga contenuta in Apocalisse 21:3 dove si parla del tabernacolo per mezzo del quale lddio dimorerà con gli uomini. E’ ben chiaro che Iddio non vi dimorerà materialmente, ma piuttosto stabilirà la sua presenza tra gli uomini restituendo loro i suoi favori e le sue benedizioni.
L’immagine dei piedi dell’Eterno che si posano sul monte degli Ulivi ci recorda, con qualche lieve differneza, lo stesso felice risultato dell’opera divina della redenzione e della ristorazione di tutte le cose. Il monte che si fende in due, una parte a nord e l’altra a mezzogiorno, provocando così una valle, simboleggia meravigliosamente le due fasi del regno fra le quali corre la grande vallata delle benedizioni.
Per la sua posizione topografica, questa valle si stende dall’est verso l’ovest ed è di continuo inondata di luce, senza ombra alcuna. Così il Sole di Giustizia apporta la luce della verità divina, disperde le ombre del peccato, dell’ignoranza, della superstizione, della morte; guarisce e ristabilisce alla perfezione originale coloro che cercano asilo in questa valle della misericordia.
Il monte degli Ulivi ci suggerisce, infine, un’altra considerazione. Nel passato, l’olio d’oliva, oltre all’uso alimentare, si adoperava a scopo di illuminazione.—Esodo 27:20 Sin dai tempi più antichi il ramoscelllo d’olivo fu il simbolo della pace. Questo monte, dunque, parla nel suo linguaggio simbolico, del regno della luce, della pace e delle benedizioni divine. I piedi dell’ Eterno che si posano sul monte degli Ulivi segnano il ritorno del favori divini sulla terra.
Fiume di vita
Che la profezia del Monte degli Ulivi non deve essere intesa in senso letterale, lo dimostra la visione delle “acque vive” che usciranno da Gerusalemme.—Zaccaria 14:8-9 Occorre piuttosto, rilevare anche in questa espressione una conferma delle promesse divine di ‘un fiume di vita’ che dovrà correre figurativamente durante tutto il regno milleniale di Cristo, per la benedizione dell’umanità. Non si tratta quindi di un vero fiume, ma di una immagine di forze vivificanti che saranno messe in atto durante tutto il regno di Cristo. Il libro dell’Apocalisse 22:1-3, allude allo stesso ‘fiume puro d’acqua di vita’ che procede ‘dal trono di Dio,’ il che vuol significare che i benefici procederanno da Dio stesso e dalla sua autorità regale. Quando questo regno sarà stabilito e la Chiesa sarà completamente unita al suo Signore, tutta l’umanità potrà ricevere l’invito per bocca della sposa: ‘O voi tutti che siete assetati, venite alle acque.’—Isaia 55:1
Il profeta Zaccaria (14:9) precisa che tutta la profezia si riferisce ai tempo durante il quale il Signore ‘sarà Re di tutta la terra.’ Mentre tutto l’Antico Testamento precisa che queste promesse dovranno essere realizzate per mezzo di Cristo, allorchè, ritorna sulla terra per la seconda volta.
La soluzione dei problemi che travagliano il mondo
Con l’instaurazione in potenza del Regno di Cristo, tutti i problemi della terra saranno risolti. Quando comincerà a farsi sentire sulla terra, il Regno troverà l’umanità sconvolta e devastata dalla guerra, dalla rivoluzione, dall’anarchia. Dissanguati dall’orribile carneficina di Armaghedon, dopo aver percepito l’intervento divino in favore d’Israele e la rovina dei loro rispettivi governi, i popoli, in preda alla disperazione, volgeranno lo sguardo verso la Potenza dalla quale sono stati abbattuti e diranno: “Venite e saliamo al monte del Signore, alla casa dello Iddio di Giacobbe. Ed Egli ci ammaestrerà nelle sue vie e noi cammineremo né suoi sentieri; poichè la Legge uscirà da Sion e la parola del Signore da Gerusalemme. Ed egli farà giudizio fra molti popoli e castigherà nazioni possenti, fin ben lontano, e quelle, dalle lor spade fabbricheranno zappe e delle lor lance falci; l’una nazione non leverà più la spada contro all’altra, e non impareranno più la guerra.”—Michea 4:2-3
Con semplicità Iddio risolverà il problema della guerra nel mondo! I suoi decreti saranno formulati in senso diametralmente opposti a quelli degli uomini ed il vecchio proverbio secondo, cui per stabilire la pace bisogna prepararsi alla guerra, non avrà più senso. Innanzitutto Iddio disarmerà moralmente i popoli, seguendo un programma di rieducazione nell’arte della pace, un programma di autentico disarmo. Allora soltanto potranno realizzarsi le promesse formulate sin dai tempi antichi, Cristo agirà quale “Principe di Pace” ed il messaggio di ‘pace in terra, benevolenza fra gli uomini di buona volonta,’ dispensato dal coro angelico, nella notte della natività, diverrà una luminosa realtà.
E la questione economica, dunque? Nessuno contesta la gravità di questa. Come tutti i problemi, anche questo troverà la sua soluzione nel Regno. In quel tempo ormai vicino, “ognuno sederà sotto alla sua vite e sotto al suo fico e non vi sarà alcuno che lo spaventi, perchè la bocca del Signore ha parlato.”—Michea 4:4
Il problema del pauperismo, questa piaga permanente che affligge ed abbrutisce attualmente milioni e milioni di esseri umani, è sempre stato grave nel corso dei secoli e lo è attualmente. I poveri, i miseri, i diseredati non saranno dimenticati. I bisognosi di tutti saranno presi in considerazione e risolti, come esclama il profeta: “Egli farà ragione ai poveri afflitti d’infra il popolo; Egli salverà i figliuoli del misero e fiaccherà l’oppressore. . .Libererà il bisognoso che grida ed il povero afflitto e colui che non ha alcuno che lo aiuti.”—Salmo 72:4-12
Un altro problema, che oggidì riveste caratteri angosciosi in alcuni paesi, è quello dell’abitazione. Il Signore ha ugualmente previsto una soluzione anche per questo. Per bocca del suo profeta Egli ha dichiarato che tutte le contrade della terra diverranno fertili ed abitabili: “il deserto ed il luogo arido si rallegreranno di queste cose e la solitudine festeggerà e fiorirà come una rosa.”—Isaia 35:1-2 Pensate un istante alle immense terre desertiche delle due Americhe, dell’Australia, dell’Africa ecc. e lo spazio considervole che potrà essere utilizzato con la realizzazione delle promesse di Dio. Non vi sarà allora più bisogno di spargere sangue per conquistare territori.
Il problema demografico sarà risolto con la diminuizione progressiva delle nascite. Quando Adamo ed Eva furono creati, ricevettero il comando di crescere, moltiplicare e riempire la terra. Si noti che una volta popolata la terra di un numero sufficiente di esseri umani, lo scopo di Dio, sarebbe stato raggiunto. E’ logico dunque, presupporre che verrà un tempo in cui la facoltà della procrezione umana non esisterà.
Gesù stesso lascia intravedere questa eventualità, rispondendo ad una domanda che gli fu posta sul soggetto della risurrezione. I Sadducei credettero per un momento di aver posto Gesù in imbarazzo, prospettandogli il caso di una donna maritata sette volte con sette fratelli, morti uno dopo l’altro. Alla risurrezione, chiesero costoro a Gesù, a chi apparterrà la donna? Gesù, rispose: “Alla risurrezione non si prendono nè si danno mogli, ma gli uomini saranno come gli angeli in cielo.”—Matteo 22:30
In altri termini, la popolazione della terra è stata stabilita per decreto divino ed il processo di procreazione cesserà quando la saggezza divina avrà deciso che la terra sarà sufficientemente popolata.
Vi è ancora un problema: l’egoismo del cuore umano. Fino a quando l’egoismo giuocherà un ruolo di primo piano nelle relazioni fra gli uomini, non vi potrà mai essere pace vera sulla terra, negli uomini animati di benevolenza reciproca. Grazie a Dio, questo problema, il più arduo di tutti, sarà da Lui risolto per mezzo del Regno Messianico. Quando gli uomini saranno istruiti nelle vie del Signore, impareranno a distinguere l’amore dall’egoismo.
Il profeta Geremia 31:31-34, annunzia che la legge dell’amore di Dio sarà scritta in tutti i cuori e nessuno dirà più al suo prossimo: “Conosci l’Eterno, poichè tutti lo conosceranno, dal più piccolo al più grande.”
Ed eccoci di fronte al problema religioso. Ai nostri giorni milioni di esseri umani adorano una moltitudine di dei, mentre color che pretendono di adorare il vero Dio, sono disperatamente divisi in gruppi, ognuno dei quali avanza le più strane pretese e formula dogmi e dottrine contradditorie. Tutto ciò cambierà perchè il Signore “muterà le labbra dei popoli in labbra pure, affinchè tutti invochino il suo nome e lo servano di pari consentimento.—Sofonia 3:9
La morte non esisterà più
Finalmente, eccoci di fronte al problema dei problemi: la malattia e quindi la morte. Se questo non potesse trovare soluzione, l’umanità sarebbe costretta a camminare ancora attraverso “la valle dell’ombra di morte” ed in tale eventualità non potrebbe avere parte alcuna alla pace, alla felicità vera. Fino a quando l’implacabile nemico dell’uomo visiterà sistematicamente ogni focolare, mietendo di anno in anno vittime a milioni, non si potrà gustare di questi beni supremi.
Cristo Gesù, che è Colui il quale apporta una soluzione a tutti i problemi umani, risolverà anche quello della morte. Durante il suo regno, le malattie e la morte cesseranno di esistere. Paolo l’apostolo ispirato, afferma: “Bisogna che Egli regni finchè Egli abbia messi tutti i nemici sotto i suoi piedi. Il nemico che sarà distrutto l’ultimo è la morte.”—I Corinti 15:25-26 Il profeta Isaia (25:8) dichiara che Cristo inabisserà la morte in vittoria ed asciugherà ogni lagrima da tutti gli occhi.
Nella soluzione del problema della morte, nessuno sarà dimenticatò, nemmeno coloro che nel corso delle età sono entrati nel regno del riposo. Costoro “ascolteranno la voce del Figliuolo dell’uomo ed usciranno fuori (dalle tombe).”—Giovanni 5:28-29 Le terre desertiche, rese successivamente abitabili, forniranno spazio sufficiente per i viventi e per coloro che torneranno dall’al di là, il potere di Colui che, diciannove secoli or sono, spezzò le catene della morte dal fondo di una tomba nella Giudea, sarà esercitato in beneficio non d’un solo, ma di tutte le famiglie della terra. Alleluja! Quale Grande Salvatore!
Gli uomini non saranno, però, salvati per tutta l’eternità, senza condizioni. Assolutamente, no!. Al contrario, da ognuno di essi sarà richiesto una perfetta, integrale obbedienza alla legge del nuovo regno, siccome è scritto: “Ed avverrà che ogni anima che non avrà ascoltato quel profeta, sarà distrutta d’infra il popolo.”—Atti 3:23 Ogni essere umano sarà risvegliato dal sonno della morte per essere avviato alla conoscenza del vero Dio e delle meravigliose ed amorevoli provvidenze da Lui prese in favore della razza umana. Ma una volta acquisita questa conoscenza, bisognerà piegarsi ad una reale obbedienza verso la Legge di Dio, se si vorrà continuare a vivere e gustare la pace e la felicità eterna.
Così tutti i problemi umani, a poco a poco, scompariranno, a misura che la luce crescente della seconda presenza del Maestro penetrerà sin nei luoghi più reconditi della terra. E, mentre i primi effetti di questa luce luminosa, stanno seminando confusione e caos che sfocieranno nella liquidazione dell’attuale sistema mondiale, quella stessa luce, continuando a proiettare sulla terra i suoi raggi luminosi, farà germogliare ivi un ordine nuovo, che guarirà tutti i malati del peccato.
Il sole brillerà dappertutto
Da un polo all’altro, brillerà il Sole Giustizia. I continenti e le isole saranno ripieni dell’energia penetrante della luce divina. Nessun luogo sarà dimenticato, nessuna situazione particolare misconosciuta. Al contrario, tutto, sarà permeato della luce della presenza.
I raggi luminosi della presenza di Cristo riempiranno la terra della conoscenza della gloria di Dio, la quale spazzerà tutte le dottrine demoniache, tutte le superstizioni e le allucinazioni, tutti i credi e dogmi degli uomini, tutti gli innumerevoli precetti che altro scopo non hanno se non di spirare un sentimento di timore verso Dio, anzichè di amore (Isaia 29:13), tutti gli intrighi politici, i mille e mille mali, e innumerevoli calamità dalle quali è afflitta questa umanità morente. Saranno allora abbattute le piccole cittadelle del peccato, del vizio e del crimine. La luce del Sole di Giustizia inonderà le oscure caverne dell’iniquità e metterà in evidenza le abominazioni di Satana. Il calore dei suoi raggi penetrerà altresi ovunque e dove ora le tenebre regnano sovrane: negli innumerevoli tuguri delle grandi città e nei templi della sofferenza che noi chiamiamo ospedali. Gli uni e gli altri saranno un pallido ricordo, perchè il Signore Gesù, con la sua presenza, distruggerà la miseria e le malattie e spingerà l’umanità verso la giovinezza eterna, la vita. Non vi saranno nè ricchi nè poveri, ma tutti saranno ripieni della vera ricchezza che procede dall’Eterno il quale ha promesso “a tutti i popoli un convito di vivande grasse, piene di midolla e di ottimi e finissimi vini.”—Isaia 25:6