Iddio ha un Piano
Con l’accrescimento sbalorditivo della conoscenza, in domini ritenuti inaccessibili ed imperscrutabili, sino a tempi quasi recenti, si potrebbe considerare e ritenere l’uomo in grado di aspirare a realizzare le opere più ardue, in quei campi che gli sono ancora preclusi. Ma questa euforica speranza, originata dagli strabilianti recenti successi scientifici, svanisce ed è soppiantata da una profonda delusione, nel costatare che gli uomini della presente generazione, fra gli innumerevoli progressi nei vari settori dello scibile umano, si sono piuttosto approfonditi a sviluppare e perfezionare quello che potrebbe risultare rovinoso alla loro propria razza.
Tale problematica situazione, in cui, attualmente giacciono i popoli, trae origine e s’inasprisce a causa dell’egoismo umano, individuabile nelle ambizioni smodate dai governanti, e restiamo annichiliti allorché ci appare in tutto il suo orrore, il quadro distruttivo d’intere nazioni e, forse, di gran parte del genere umano, prima ancora che esso pervenga a godersi un migliore domani.
Non è nostro intento scoraggiare i popoli profetizzando un giorno tenebroso; anzi, è vero l’opposto. Il nostro pensiero si preoccupa ad evidenziare che l’Eterno Iddio ha un piano al di sopra di ogni speranza e desiderio concepibile all’uomo, e che non fallirà (come falliscono i piani dell’uomo …) Ma avrà sicuro successo, per com’è presentato in lungo e in largo nella Sua Parola.
Certo che l’uomo, a causa della sua ingordigia, passerà per severe esperienze e molte sofferenze nelle prossime decadi, ma, Colui, che lo ha creato per un proposito, divulgherà il Suo piano, secondo il Suo proprio disegno, dando all’umanità l’opportunità ed agio di estrinsecare tutte le loro migliori doti e capacità altruistiche. Quindi, il futuro ci si prospetta brillante, assai più brillante di quanto la conoscenza scientifica possa riuscire a concepire: e nella infinita misura e splendore di ogni promessa di Dio.
Nell’esporre succintamente il Piano di Dio, abbiamo scelte cinque illustrazioni, di cui tre si riferiscono a veri e propri eventi, riportati dalla Bibbia, mentre le altre due rappresentano le profezie o promesse, espresse nella Bibbia. Della prima, può individuarsene facilmente il significato: rappresenta la scena della tentazione, nel Giardino dell’Eden. Il ‘serpente’ che la Bibbia adopera, per simboleggiare Satana, mira di tentare madre Eva a disubbidire al Creatore, nel mangiare il frutto proibito. Tutti sappiamo la conseguenza letale che sarebbe derivata da tale disubbidienza. Eva mangiò il frutto e ne diede una porzione ad Adamo, col risultato — già preannunziato da Dio — d’essere sottoposti alla sentenza di morte e scacciati dal Giardino dell’Eden, onde, essere privati del frutto della vita, morissero.
L’ Egoismo Appare
Tuttavia, è importante rilevare i precedenti che costituirono la disubbidienza. Quando Iddio creò i nostri progenitori a Sua immagine, comandò loro di crescere, moltiplicare, riempire la terra e rendersela soggetta, Ma, disse loro, rivolgendosi ad Adamo, “del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai.”— Genesi 2:17—
Nel dire ai nostri progenitori “crescete, moltiplicate, riempite la terra e rendetevela soggetta’, Iddio espresse il Suo proposito di creare ed incrementare la razza umana. L’uomo, infatti, non fu creato e sistemato su la terra temporaneamente per poi andare l’uno in cielo, l’altro nel purgatorio, oppure all’inferno. Né, quando peccò, poi perdette una casa nel cielo, ma il privilegio di vivere sulla terra.
Satana, per mezzo del serpente, disse a madre Eva che, nè lei, né Adamo, sarebbero morti, se avessero mangiato il frutto proibito. (Genesi 3:4). Da questa falsità iniziale, hanno tratto origine e si sono sviluppate, dappertutto, attraverso gli oscuri Evi, le teorie antiscritturali affermanti che non c’è la morte. Cioè, affermano che essa non è quella che appare, ma l’ingresso in un’altra vita. Ma resta il fatto, in sé stesso, che la morte è una realtà, poiché, indiscussamente, “il salario del peccato è la morte.” (Rom. 6:23). Il regno del peccato e della morte è stato e continua ad esistere. Solo il Piano di Dio provvede una via di scampo ad essa.
La Promessa di Dio ad Abrahamo
Nell’illustrazione quassù, ravvisiamo la promessa meravigliosa che Iddio espresse ad Abrahamo, in un tempo successivo al diluvio. Egli disse a questo fedelissimo Patriarca: “in te [e nella tua progenie] saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen. 12:1). Lungo il corso di duemila anni, la razza umana è stata soggetta alla morte, ma, ora, come abbiamo rilevato, ci conforta la promessa di Dio, per la quale sappiamo che Egli avrebbe benedette tutte le famiglie della terra. E, da quel tempo, questa speranza costituì realmente il più vivido raggio di speranza per gran parte dell’umanità.
Trascorso del tempo, allorché Abrahamo dimorava nel Paese dei Filistei, ed il suo figliuolo era cresciuto, Iddio gli chiese che glielo offrisse in olocausto. L’ubbidienza di Abrahamo a questa richiesta dell’Eterno è rappresentata nel nostro secondo quadretto. Ma Dio non permise che Isacco gli fosse offerto in sacrificio e, in quello stesso instante che Abrahamo s’accingeva a porlo sul rogo, provvide a far apparire un montone, onde lo sostituisse al figliuolo, nel sacrificio. In questo evento biblico, dobbiamo raffigurare l’illustrazione del riscatto. Cioè che, in precedenza alle erogazioni delle benedizioni a tutte le famiglie della terra, per mezzo della “progenie” di Abrahamo, un amorevole Padre avrebbe dato il Suo diletto Figliuolo in sacrificio.
Ora, mentre il Piano di Dio s’è svolto e si svolge, possiamo rilevare che, in realtà, fu l’amorevole Padre celeste che “diede il Suo Unigenito Figliuolo” onde divenisse il Redentore e Salvator del mondo — Giov. 3:16 .— Intanto, le Scritture pongono in risalto che il Creatore, nella Sua soddisfazione per la volenterosa offerta di Abrahamo del suo unico figliuolo Isacco, in olocausto a Lui, rinnovò e rinsaldò la promessa originale, con un giuramento a sé stesso. — Genesi 22:1-18; Ebrei 6:13-20—
Gesù, la Promessa “Progenie”
Nel Nuovo Testamento, apprendiamo che la “progenie” la quale, secondo le promesse di Dio ad Abrahamo, avrebbe benedette tutte le famiglie della terra, era in realtà, Cristo. Infatti, l’apostolo Paolo scrisse: “Le promesse furono fatte ad Abrahamo ed alla sua progenie. Non dice: ‘e alle progenie’, come se si trattasse di molte; ma come parlando di una sola, dice ‘e alla tua progenie’ che è Cristo.”— Galati 3:16 —
Or, ciò significa che, nell’espletamento del Piano di Dio, Gesù Cristo è prestabilito quale ‘canale’ per il cui tramite defluiranno le promesse benedizioni. Si rilevi, intanto, che, nel dire “tutte le famiglie della terra” deve intendersi essere compresi, in esse, anche tutti coloro che giacciono nel soggiorno dei morti. E ciò perché la morte fu comminata all’umanità quale punizione prestabilita per una probabile infrazione, la quale, commessa dal capo stipite, si estese, per ereditarietà, a tutto il genere umano. Fu, quindi, necessario che Cristo desse la Sua vita per il peccato del mondo, onde estendesse le Sue benedizioni a tutta la razza.
Giovanni Battista, mentre stava battezzando, scorse Gesù che andava verso di lui e lo indicò agli astanti dicendo loro: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo” (Giovanni 1:29). Nel Vecchio Testamento, poi, Gesù ci è indicato” come l’agnello menato allo scannatoio”. L’apostolo Paolo (I Timoteo 2:3-6) ci ricorda che “Cristo Gesù, uomo, diede sé stesso qual prezzo di riscatto per tutti.”
In ciò consiste la grande Opera di redenzione a favore dell’intera umanità, compiuta sul Calvario. Ed è ancora l’apostolo Paolo (I Cor. 15-21-22) che spiega il proposito di Dio su tale riguardo, dicendoci: “Poiché, per mezzo di un uomo, è venuta la morte, così anche, per mezzo di un uomo, è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così, anche, in Cristo saranno tutti vivificati.”
Eccovi, dunque, come viene messa nella debita luce l’importanza della morte di Gesù, nel Piano di Dio, che illustra il Suo benevolo proposito di benedire tutte le famiglie della terra. Ci è detto che le promesse benedizioni saranno erogate a tutti, dopo la risurrezione dai morti, ottenuta col sacrificio della vita di Gesù e garantita dal Sommo Potere divino: per il quale fu risuscitato Gesù (Atti 17:30-31). E sarà una risurrezione a vita eterna, qui, su la terra [anche essa restaurata] di cui tutti usufruiranno, dopo essere stati restaurati ad esseri umani perfetti.
Un Altro Aspetto
Senza ulteriori dati, nei riguardi del Piano di Dio, per benedire tutte le famiglie della terra, dovremo concludere, naturalmente, che l’espletamento di tale Opera avrebbe dovuto avere inizio, subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù. Purtroppo, però, ciò non avvenne. I popoli continuarono a soffrire e morire, nella stessa maniera di prima. Ciò perché Iddio, nel Suo Piano, aveva prestabilito di raccogliere un “piccolo Gregge” di fedeli seguaci di Gesù, da essere scelti tra l’umanità: onde, al proprio tempo, fossero stati associati al Maestro, per dispensare le benedizioni di pace, salute e vita all’intera umanità.
Ai Galati, 3: 27-29, apprendiamo che i veri Cristiani, rappresentati da coloro che sono battezzati in Cristo, sono uno con Lui, poiché costituiscono parte della “progenie di Abrahamo e sono eredi, secondo la promessa. L’opera di raccolta e selezione di questi fedeli seguaci di Gesù [i quali si preparano per espletare la loro opera futura] dura da oltre 19 secoli.
Fu a costoro che Gesù promise d’andare a preparare loro un luogo e, poi, ritornare per accoglierli presso di Lui, nel Suo Regno — Giov. 14:2-3-. E ancora a costoro, disse: “Non temere, o piccolo Gregge, poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il Regno.” (Luca 12:32).
La Speranza Nel Regno
Una lunga sequela di promesse, nel Vecchio Testamento, che continua nel Nuovo, rivela che Gesù instaurerà un governo di estensione mondiale, su la terra, e che, per tramite dei Suoi Agenti, verranno erogate le ricche benedizioni di vita a tutte le genti. Una delle più sintomatiche promesse, concernente il tempo in cui nacque Gesù, dichiara che vi sarà “… un incremento all’impero ed una pace senza fine al trono di Davide ed al Suo Regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo, mediante il diritto e la giustizia …”— Isaia 9:6-7—.
Le Scritture rivelano che Gesù, al Suo primo Avvento, venne per soffrire e morire a favore dell’umanità e, alla Sua seconda Venuta, instaurerà su la terra, il Regno di cui Egli stesso sarà Sommo Sovrano “Re dei re”; il mondo verrà illuminato, circa il vero Dio, ed avrà l’opportunità di sottoporsi alla osservanza delle Leggi divine e vivere in eterno. — Apoc. 19:16 —
La meravigliosa maniera, in cui, ai nostri giorni, vanno adempiendosi le profezie della Bibbia, ci dà ragionevolmente adito a credere che siamo all’inizio di quel Regno Messianico da lungo tempo promessoci. Il profeta Daniele pre -identificò questi giorni, quali il “tempo della fine,” in cui molti studieranno con cura, la conoscenza aumenterà e molti andranno in giro continuamente, attraverso tutta la terra. — Daniele 12:4 —
L’espressione “tempo della fine” non vuole riferirsi alla fine dei tempi, né alla tradizionale errata credenza, concernente la distruzione della terra. Si riferisce, invece, alla fine del regno del peccato e della morte. Indica, anche, il tempo in cui, per l’intervento divino negli eventi umani avverrà l’instaurazione del Regno Messianico e i mali, guerre, sfruttamenti, fame, ansia, sofferenze, compresa la morte, avranno certamente fine.
La Terra Esisterà Per Sempre
Per quanto concerne la terra, la Bibbia ci dice chiaramente che essa “sussisterà in perpetuo” (Ecclesiaste 1:4): poiché “l’Iddio che ha formata la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, né l’ha creata perché restasse deserta, ma l’ha formata perchè fosse abitata” (Isaia 45:18). Come abbiamo di già appreso, il Piano di Dio prestabilì che l’uomo fosse vissuto per sempre, sulla terra che, in realtà, è la sua dimora. Per cui, di certo, Iddio non permetterà che l’umanità sia distrutta delle bombe nucleari, o d’altro genere. Iddio diede la terra ad Adamo ed alla sua progenie, ed è d’aspettarci, per come le Scritture insegnano, che tutta questa progenie, viventi e morti, per mezzo della risurrezione, saranno restaurati a vita eterna sopra la terra.
Allor’quando i discepoli chiesero a Gesù quale sarebbe stato “il segno della Sua Venuta e quello della fine dell’Età presente” Egli disse che “vi sarà una grande afflizione; tale che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo sino ad ora … e, se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno sarebbe scampato” (Matt. 24:21-22). Difatti, tale è la situazione che va prospettandosi per un prossimo avvenire; ma siamo confortati dall’assicurazione di Gesù che questo tempo di tribolazione sarà accorciato e non ogni carne sarà distrutta!
I Giorni Nostri, Nelle Profezie
Essenzialmente, fra tutti i rilevanti progressi scientifici, attuatisi nel mondo e predetti dalla Bibbia, attira una speciale attenzione l’enorme accrescimento della conoscenza e l’incomparabile rapidità ed efficienza dei mezzi di trasporto, specialmente aerei, ché hanno raggiunto velocità astronomiche e perfezioni cronometriche. La nostra illustrazione [numero 4, Daniele predice e prevede i nostri giorni] sintetizza mirificamente i miracolosi mezzi che, nello scorcio di pochi anni, sono pervenuti a strabilianti ed inimmaginabili risultati.
Ai giovani della presente generazione può certo sfuggire il costatare che gli aerei supersonici, le pedane missilistiche, gli sputnik, di cui all’illustrazione precitata, [senza contare gl’innumerevoli aggeggi e congegni elettronici per calcoli richiedenti degli anni alle menti umane, nonché le investigazioni eterèe ed astrali che si effettuavano solo con i telescopi …] sono tutte invenzioni recentissime di cui nemmeno se ne faceva cenno 50 anni fa. L’uomo non è arrivato all’enorme progresso scientifico gradualmente, attraverso ai secoli, ma in uno scorcio di tempo assai breve, rispetto alla mole del progresso scientifico, in tutti i campi dello scibile umano. Ora, tal repentino progresso non meraviglia i Cristiani veraci, né gli studiosi delle Scritture, perché gli uni e gli altri riscontrano l’adempimento delle profezie, che vanno compiendosi, mentre spunta l’aurora del Regno Millenniale.
Anche Daniele predisse che, “al tempo della fine vi sarebbe stata una distretta quale non se ne ebbe mai da quando esistono nazioni, sino a quell’epoca.”— Daniele 12:1—. Questa sarebbe “la tribolazione” di cui parlò Gesù, come già abbiamo citato, (Matt. 24:21-22), e che pose in risalto, anche, nel Suo discorso profetico (Luca 21:25-26), dicendo: “Vi saranno dei segni, nel sole e nelle stelle e, sulla terra, angoscia delle Nazioni …”
Anche qui intravediamo chiaramente la situazione caotica che opprime tutte le nazioni della terra in distretta “per la paurosa aspettazione di quel che sta per accadere nel mondo” ed impaurisce le genti un pò dappertutto. Le Scritture non indicano dettagliatamente le fasi evolutive degli eventi catastrofici che precederanno l’instaurazione del Regno di Cristo, e come sarà salvato il genere umano dalla propria follia.
Però, ci assicurano che le istituzioni egoistiche e sfruttatrici saranno annientate ed il resto delle genti, com’è simboleggiato nell’illustrazione finale, interessate e desiose di conoscere ed avvicinare l’Eterno Iddio, volgeranno le spalle al presente stato di cose; riandranno, col pensiero alle promesse benedizioni, espresse dalla Parola di Dio sin dal principio, e, per meritarle, s’avvieranno nelle vie d’amore e di giustizia.
La Città di Dio
In lontananza, s’intravede la sagoma d’un agglomerato d’edifici. E una città. É la città santa di Dio! Naturalmente è un simbolo, poiché, per simboleggiare un governo, la Bibbia lo raffigura in una città. Del resto, è d’uso generale, anche ai nostri tempi, raffigurarsi, nelle capitali delle Nazioni, il governo. Così riferendosi, gli Americani dicono ‘Washington’; gli Italiani ‘Roma’; gli Inglesi ‘Londra’; i Russi ‘Mosca’ e via dicendo. Di conseguenza, tal modo di pensare è antico quanto il mondo, poiché era in vigore nella Bibbia e, particolarmente nell’-Apocalisse, (21:1-5), dove, leggiamo: “vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, d’appresso a Dio …” comprendiamo subito che l’apostolo Giovanni, nella sua visione, si riferisce al nuovo Governo Messianico, formato dalla “Sposa” [la Chiesa] ed il Suo Sposo e Capo, Cristo Gesù.
Gesù, nel dire a Pilato “il mio Regno non è di questo mondo … (Giov. 18:36) volle dirgli [ed insegnare a lui ed a tutti] che il Suo governo, la Sua città era — ed è - di origine divina, non umana. Infatti, nel suo decadi- mento, l’uomo non ha più la sapienza, il potere e lo spirito datogli dall’Eterno, allorché lo creò alla Sua immagine. Ciò stante, il governo, retto da Gesù, sarà divino e le leggi saranno le Leggi di Dio. E coloro che le osserveranno usufruiranno delle benedizioni, in adempimento della infallibile promessa pronunziata dall’Eterno, ad Abrahamo, che, per mezzo della “sua progenie, tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette”.
L’ ACQUA DELLA VITA
Le Scritture ci assicurano che le benedizioni, erogate nei giorni di restaurazione di tutte le cose, varranno anche a distruggere tutte le malattie ed annullare il potere della morte. Descrivendo le nuove condizioni della terra, allor’quando la Santa Città di Dio [Governo] si sarà stabilita, il Rivelatore [l’apostolo Giovanni] dice: “… e [Dio] asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci sarà più cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate.” (Apoc. 21:4).
Un’altra magnifica promessa, fra quelle che saranno erogate, nel corso del Regno Messianico [raffigurato da un trono] ci è descritta, in questi termini: “Il fiume dell’acqua della vita, che procederà dal Trono di Dio e dell’Agnello” donerà la vita a coloro che la chiederanno, attenendosi alle Leggi divine. Lungo le rive di questo fiume vi sono filari d’alberi che, oltre ai frutti della vita, hanno le foglie che servono “per la guarigione delle Nazioni.”— Apoc. 22:2 —. E come — ci rendiamo conto ora — che esse ne hanno tanto bisogno!
Or, queste mirifiche benedizioni, fra breve, saranno erogate a tutta l’umanità. Come i nostri progenitori fruirono della dimora dell’Eden e del frutto della vita, [che perdettero a causa della loro disubbidienza]; così, durante il corso del Regno Messianico, essi stessi e la loro progenie riotterranno la dimora Edenica, potranno nuovamente nutrirsi del frutto dell’albero della vita e ancora bere dell’acqua della vita, liberamente, per merito di Gesù, che prese il posto dei peccatori per riscattare e restaurare a nuova vita tutta l’umanità —Apoc. 22:17—.
I MORTI RISUSCITERANNO E SARANNO RESTAURATI
Come abbiamo brevemente rilevato, non è soltanto la generazione vivente che usufruirà delle benedizioni vitali del Regno Messianico. Iddio promise che, durante il Regno di Cristo, tutti coloro che giacciono nelle tombe risorgeranno e saranno restaurati a nuova vita, ottenendo l’opportunità di gioire delle stesse benedizioni erogate ai vivi. Ciò perché tutte le Opere di Dio sono perfette, per cui il Suo Piano per la salvezza del genere umano, nella sua giustezza e perfezione, ha tenuto conto di tutte le Sue creature.
La speranza della risurrezione dalla morte è centrata in Gesù, qual Redentore dell’umanità (I Cor. 15:21-22). Egli, durante il corso del Suo ministero terreno dimostrò varie volte il Potere divino concessogli dal Padre Suo, nel restaurare i morti a nuova vita. Ed una delle più meravigliose, fu il risveglio dalla morte, che ebbe ad effettuare nei riguardi di Lazzaro, quale c’è descritto dall’Apostolo. (Giovanni 11:1-44).
Lazzaro era il fratello di Marta e Maria, devoti discepoli di Gesù che il Maestro prediligeva. Essi dimoravano a Betania, mentre Gesù li aveva lasciati, per recarsi, ben lontano, in Galilea, ove si trovava, allor’quando le sorelle gli mandarono a dire che Lazzaro era ammalato. Forse, nella speranza che Egli fosse ritornato, per assisterlo. Ma Gesù non si distolse dal suo ministero e restò altri due giorni, indi, annunciò ai discepoli che se ne sarebbero tornati a Betania a trovare Lazzaro, il quale s’era addormentato e l’avrebbe svegliato. Costoro credettero che il Maestro parlasse del dormire regolare, per cui gli dissero: “Signore, se egli forme è salvo. E volevano significare ‘convalescente,’ per la recente malattia che lo aveva afflitto, come avevano appreso dal messaggio delle sorelle.
IL SONNO DELLA MORTE
Allora, Gesù rivelò ai discepoli quello che Lui voleva significare, dicendo loro, “apertamente, Lazzaro è morto.” In questo breve dialogo, è racchiusa una delle più grandi Verità bibliche, che occorre considerare con attenzione, onde tener presente che i morti non dimorano viventi nel cielo, né vanno al purgatorio, né all’inferno; ma, decedendo, passano ad uno stato, o condizione, d’incoscienza ed immobilità, che Gesù definì sonno nella morte, forse per preannunziare ai discepoli il risveglio che Egli avrebbe operato in avvenire [come, in effetti, l’operò su Lazzaro], per il Potere che il Padre Suo gli avrebbe consentito d’esercitare l’instaurazione del Suo Regno e far risorgere tutti i morti restaurandoli a nuova vita.
La morte, che entrò nel mondo, in seguito alla trasgressione Adamica, sarebbe stata permanente, se l’infinito amore di Dio non ci avesse donato “il Suo Unigenito Figliuolo affinché chiunque crede in Lui, non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giov. 3:16). Grazie a Gesù Cristo, nostro Signore, che prese il posto dei peccatori, nella morte, e l’oblio eterno, in cui era caduta l’umanità, cesserà e, come c’è insegnato dalla Bibbia, tutti saremo risvegliati. Ripetiamo, quindi, che, da quanto la Parola di Dio ci tramanda, abbiamo avuto l’assicurazione ampia e formale che, come Gesù diede prova del Potere accordatogli da Dio, di risvegliare Lazzaro dalla morte, così avrà anche quello per risvegliare tutti i morti a nuova vita.
TUTTI SARANNO SVEGLIATI
In un’altra occasione Gesù disse: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce; e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna, (Giudizio).” (Giovanni 5:28,29 LND). Gesù spiegò che coloro che in questa vita, che hanno “fatto bene”, secondo le norme di Dio, quando risvegliati dalla morte, riceveranno immediatamente la loro ricompensa della vita eterna; mentre tutti gli altri saranno portati avanti per una “risurrezione di giudizio.”
La parola Greca Krisis è tradotta ”giudizio” nella Revised Standard Version. Ha lo stesso significato. Lanostra crisi come parola Inglese, vale a dire, un periodo di prova. Per superare una crisi significa passare attraverso una severa esperienza con successo. Così, i miscredenti, quando risvegliati dal sonno della morte, saranno sottoposti ad esperienze disciplinari progettati per insegnare loro le vie del Signore. Se passano questa crisi e impareranno a ubbidire alle leggi del regno, anche questi avranno la possibilità di essere partecipi all’ “acqua della vita.” (Apocalisse 22:17)