Padre, Figliuolo, Spirito Santo

“Poichè v’è un solo Dio e, un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, il quale diede sè stesso quai prezzo di riscatto per tutti; fatto che doveva essere attestato a suo tempo.” — I Timoteo 2:5-6

OGNUNO di noi nasce con una naturale tendenza ad adorare una potenza superiore, un Essere supremo. Questo bisogno di adorazione ha spirito l’umanità verso concezioni strane e primitive della divinità. Alcune nazioni hanno anche cercato di scartare Dio e di vivere senza alcuna forma di religione, me, presto o tardi, sono ritornate a questa idea-forza che domina l’uomo. Altri popoli sono caduti in una condizione estremamente opposta, ricorrendo ad un numero impressionante di Dei. A tal riguardo citiamo gli abitanti dell’antica Atene i quali erano arrivati al punto di innalzare un tempio perfino allo “Iddio sconosciuto.”—Atti 17:23

In effetti il vero lddio della Bibbia è stato un “Iddio sconosciuto” alla maggior parte dei popoli in tutte le età e lo stesso è ora. Potenti forze tenebrose cercano di impedire, oggi più che mai, che i popoli pervengono alla conoscenza del vero Iddio della Bibbia, servendosi in ciò delle forme ‘ufficiali’ della religione. Noi—in nome della Verità—desideriamo dare il nostro contributo affinchè si conosca quel vero, Eterno Iddio che richiede una adorazione in ‘spirito e verità.’—Giovanni 4:23-24; Geremia 9:24; Giovanni 17:3; Neemia 8:8-12

L’esistenza di numerose sette religiose dimostra un contrasto di idee sulla concezione dell’Iddio della Bibbia. Non è necessario esaminare gli aspetti particolari di queste contrastanti teorie per conoscere ciò che veramente insegna la Bibbia al riguardo, Il meglio che possiamo fare è quello di rivolgerci alla Bibbia stessa la quale ci insegna che esiste un solo Dio, il cui nome è Geova e che i Cristiani di questa età possono a giusto titolo considerarlo come il loro Padre Celeste.

La Bibbia ci fa apprendere ancora che esiste il “Figliuol di Dio” che è il nostro Signore Gesù Cristo, Redentore e Salvatore del mondo. Nel primo capitolo dell’Evangelo di Giovanni è stabilito che Gesù era, nella sua condizione preumana, il “Logos” cioè la ‘Parola’ o il ‘Verbo’ di Geova, Creatore dell’Universo e le profezie, nel riferirsi ai suoi rapporti con il genere umano, lo definiscono ‘Principe della Pace,’ ‘Dio Potente,’ Emanuele,’ ‘Micael,’ ‘Re dei Re,’ ‘Mediatore’ ecc. Questi diversi titoli non si riferiscono a diversi Dei, ma al solo Figlio di Dio che il Padre ha comandato di onorare, come lui stesso.—Isaia 9:6; Matteo 1:23; Daniele 12:1; Apocalisse 19:16; Timoteo 2:5

La Bibbia parla anche dello “Spirito Santo.” Una cattiva interpretazione ha fatto vedere nello Spirito Santo una persona, un terzo essere potente, uguale in potenza ed in gloria al Padre ed al Figlio e misteriosamente partecipe della loro ro stessa sostanza. Ma, come vedremo, questa veduta non è scrittuale. Lo Spirito Santo, che molto spesso viene menzionato nelle Scritture è invece il santo potere o influenza di Dio esercitata ed operante, sempre e dappertutto, per l’adempimento dei divini propositi. Questa verità diviene subito evidente con lo esame delle testimonianze scritturali.

Geova, Dio di amore

A causa di una concezione più o meno diffusa. Geova è presentato come un Dio severo ed un giustiziere crudele per tutti coloro che si allontanano dall’osservanza la Sua Volontà. In contrapposizione Gesù appare come l’Iddio amorevole, colui che s’è interposto tra l’irascibile Creatore e l’uomo in qualità di Redentore e Salvatore dell’umanità. Questa idea è tradotta dalla storiella della bimba alla quale fu chiesto che cosa avrebbe fatto se fosse salita in cielo: “Andrò subito a nascondermi dietro a Gesù—rispose—per non farmi vedere da Dio.”

Ma ricerchiamo insieme ciò che le Scritture dicono intorno al “Dio di amore e di misericordia.” Per prima cosa rileviamo che Dio stesso, al pari di Gesù, possiede l’attributo dell’amore. In Tito 3:4 Egli è descritto come il ‘Salvatore.’ Altrove, in generale, la Bibbia presenta Dio quale autore del Piano di salvezza del genere umano e Gesù come il Suo agente che coopera per la realizzazione di questo piano. ‘Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinchè chinunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.’—Giovanni 3:16; I Giovanni 4:9-10; Ebrei 10:5-7

Il nome Geova esprime li concetto di Colui che esiste in sè stesso, dell’Eterno. La Bibbia applica esclusivamente questo nome al Creatore di Tutte le cose.—Salmo 90:2 Il nome Geova non è mai dato a Gesù e fa parte dei termini usati nel Vecchio Testamento. Gli Scrittori del Nuovo Testamento non si sono mai serviti della parola Geova perchè lo consideravano troppo sacro per tradurlo in un’altra lingua ed anche perchè in Greco non vi era un termine equivalente e che potesse pienamente esprimerne il concetto. Non è a dire, però, che il nome di Geova si riferisca specialmente ad una divinità ebraica, come spesso si vorrebbe far credere. Geova è il solo vero Dio, il Creatore dell’Universo, colui dal quale ogni creatura animata trae vita e movimento.—Atti 17:24-28

Le versioni della Bibbia traducono generalmente il nome di Geova in quello di Eterno o Signore. Alcune di esse, apparse più di recente, mantengono—senza tradurre—i nomi ebraici di Geova, Elohim e Adonai il cui significato esamineremo tra breve. Comunque in nessun caso la parola Geova si riferisce ad un altro Dio che non sia il Creatore dei cieli e della terra.

Altri “dil” nel Vecchio Testamento

Eistono, nell’Antico Testamento, altre parole che sono state tradotte per Signore e per Dio. Queste parole—benchè spesso si applichino allo stesso Jehovah—si riferiscono in senso profetico anche a Gesù, agli e ad altri personaggi o figure: re, deità pagane ecc.

Queste parole ebraiche sono tre: adon, Adonai e elohim: adon si riferisce frequentemente ai grandi ed ai potenti della terra; Adonai concerne sempre la divinità, ma non necessariamente Geova; elohim è un termine al plurale tradotto il più delle volte per “Dio” o ‘dil’ e viene usato per ogni essere rivestito di potere e autorità.

Questa distinzione serve a meglio sottolineare che Geova è e rimane l’Unico, Onnipotente Dio, che susiste di “eternità in eternità.” Esistono, bensì, altri Signori e Dei ai quali le Scritture fanno allusione, ma Geova resta lo Adonai o lo Elohim per eccellenza.

Attributi del carattere di Geova

Il medio-evo, con le sue leggende, i suoi affreschi e le sue pitture ha inciso nella mente dell’uomo l’immagine di Dio rappresentato da un vecchio austero, dalla barba bianca e fluente. La Bibbia non tenta nemmeno lontanemente di descrivere lo aspetto apparente di Geova non essendo la nostra capacità ricettiva, mentale o spirituale, in grado di concepire perfettamente il Creatore ed un grado di esistenza divina tanto gloriosa ed eccelsa. Però la Bibbia si sofferma nel tracciare un quadro analitico dei maggiori attributi inerenti il carattere Geova; la Sapienza, la Giustizia, l’Amore e la Potenza. Questi attributi si equilibrano pertettamente e sono interdipendenti tra loro.

La loro manifestazione—nel rapporti della Divinità con la razza umana—rivela la Sua gloria ed è, nella misura in cui noi siamo capaci di comprendere il Piano divino che, più o meno, possiamo apprezzarne la bellezza. La Bibbia afferma che Dio è Amore, che è giusto, saggio e potente; ma è l’esecuzione dei Suoi disegni in favore dei figlli degli uomini che dà un senso a queste affermazioni.

E, mentre la potenza di Dio s’è manifestata nella creazione di tutto ciò che ci, circonda, la futura risurrezione dei morti, di cui quella di Gesù costituisce la garenzia, sarà una dimostrazione di potenza più grande ancora.—Efesi 1:19-20

Senza una conoscenza, sia pure rudimentale del Piano divino, ci si potrebbe domandare perchè Dio non interviene per mettere fine alla sofferenza umana quando Egli è Amore e Potenza. Ciò è vero, ma se Egli è Amore e Potenza, è altresì Giustizia e Sapienza. Se Geova non era che amore e misericordia, avrebbe potuto non condannare i nostri progenitori a dispetto stesso dell’avvertimento loro dato. Ora, una delle regole fondamentali del governo di Geova si formula così com’è scritto; il salario del peccato è la morte.—Romani 6:23

La Sua giustizia esigeva dunque che i nostri progenitori pagassero il salario del peccato. Ma ci si potrebbe obbiettare, poichè Dio si propone di risuscitare i morti, ciò non corrisponde, infatti, a mettere da parte questa giustizia in virtù della quale è stata pronunziata la sentenza di morte?

D’accordo, ma non bisogna perdere di vista l’intervento della sapienza e dell’amor divino in questa realizzazione. Considerato sotto l’aspetto della sola giustizia non era possibile fare alcunchè per evitare la sentenza della morte originale. Ma la sapienza e l’amore divino hanno trovato un mezzo mediante il quale Geova può esser fermo nella Sua giustizia sia pur restando libero d’impiegare la sua potenza per restituire la vita ai morti. Questo è Cristo, il Redentore. E la Bibbia considera l’opera di Cristo sotto l’aspetto di un “riscatto” o prezzo corrispondente.

E’ per amore che Geova ha preso le disposizioni per rendere possibile questo riscatto. E’ scritto che: “Dio ha tanto amato il mondo che Egli ha dato il Suo Unigenito Figlio affinchè chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.”—Giovanni 3:16; Ebrei 2:9

Il fato d’aver riscattiata l’umanità ad un prezzo corrispondente non significa che il Signore abbia modificato il Suo punto di vista e che il salario del peccato non sia piu la morte. Il male sulla terra si è rivelato come una terribile esperienza per gli uomini e, nello stesso tempo, una lezione per gli angeli, che ne sono stati testimoni. La saggezza divina, in definitiva, fa concorrere tutto per il bene delle sue creature.

Jehovah avrebbe potuto creare direttamente, ed individualmnte, altri esseri umani sufficienti a popolare la terra. Se Egli l’avesse fatto non sarebbe stato necessario assicurare il popolamento della terra per mezzo della procreazione, ma, in questo caso, ciascun individuo avrebbe conosciuto la prova per suo proprio conto e sarebbero occorsi tanti Redentori per quanti erano gli esseri umani in peccato. Così, avendo Adamo trascinato con sè tutto il genere umano sotto la condanna, il riscatto di tutti diveniva possibile per mezzo della morte di un solo Redentore.—Romani 5:12 In più ogni generazione ha preso contatto col peccato e ne ha acquistato una conoscenza sperimentale. Più tardi ciascuno potrà apprezzare che è meglio l’obbedienza alla legge divina.

L’infinitamente varia Sapienza di Dio

Nella sua lettera agli Efesi, Capitolo 3 versetto 10, l’Apostolo Paolo parla della sapienza infinitamente varia di Dio. In questo testo, l’Apostolo vuol far risaltare che questa saggezza di Dio, manifestata durante il corso della presente età nella sua relazione con la Chiesa, serve, nello stesso tempo, quale dimostrazione anche per gli esseri angelici dell’intero universo.

Tutte le creature di Dio, in ogni piano di esistenza, si rendono conto, per osservazione, di ciò che Dio ha fatto per togliere l’umanità dal peccato e dalle sue conseguenze.

Egli ha voluto scegliere e preparare una Chiesa che, nell’avvenire, collaborerà con Gesù all’immensa opera di rieducazione dell’umanità decaduta. Questa disposizione è una manifestazione supplementare della saggezza dell’Altissimo. Di quella saggezza ne bisogna che ne facciamo esperienza, per scegliere, educare, l’umanitä decaduta, coloro i quali, più tardi, aiuteranno gli altri uomini ad uscire dalle loro miserie.

Si. Tutti quelli che seguono Gesù, e camminano sulle Sue orme, regneranno con Lui durante mille anni. Questi mille anni di Regno hanno per scopo di restituire a tutta la razza umana il Paradiso terrestre perduto. Durante questo tempo, Cristo e la Sua Chiesa, agendo come mediatori, istruiranno, educheranno, e benediranno il mondo, e finalmente, opereranno la riconciliazione fra l’umanità e il Creatore.—Apocalisse 20:4; Atti 3:20-21; 15:16-17

Così dunque il Piano di Dio esprime l’amore, la giustizia, la potenza e la sapienza del Creatore. Più si scruta questo piano, più si avverte il segno del carattere di gloria del suo Divino Autore. Alla sua luce le stesse dure esperienze alle quali si è assoggettata l’umanità, acquistano senso: specie se si considerano dal punto di vista della loro ripercussione nell’avvenire.

Gesù

Il Geova dell’Antico Testamento è il Padre Celeste del Nuovo Testamento. Gesù insegnò ai Suoi Discepoli di pregarlo così: “Padre nostro che sei nei cieli.” Gesù è il Figlio di Dio e tale è la sua relazione precisa con Geova, Iddio, il Creatore.

Le Scritture affermano che Gesù fu attivamente asssociato col Padre, sin dalle prime ore della creazione. Infatti esse dicono che Egli è stato “il principio della creazione di Dio” (Apocalisse 3:14) ed anche ‘il Primogentio di ogni creatura.’—Colossesi 1:15

Questi testi fanno risaltare che Gesù fu una diretta creazione del Padre per cui, a giusto titolo, è chiamato l’unigenito “Figlo di Dio.” L’Apostolo lo presenta come l’attivo agente di Geova Iddio in tutta l’opera della creazione. Egli dice: ‘Poichè in Lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e suila terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano podestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui ed in vista di lui.—Colossesi 1:16; Ebrei 1:2; Giovanni 1:3; Efesi 3:9 Un altro passaggio interessante, riferendosi allo stesso soggetto, si può leggere nel primo capitolo dell’Evangelo di Giovanni, nel quale, Gesù, nella Sua condizione preumana, è chiamato ‘Parola’ o ‘Verbo di Dio.’ Il versetto 14 afferma che la ‘Parola’ è stata fatta carne ed è venuta ad abitare fra noi. Questa locuzione ‘Parola’ o ‘Verbo’ è la abitare fra noi. Questa locuzione ‘Parola’ o “Verbo’ è la traduzione della parola greco ‘Logos.’

I Re dell’antichità, quando volevano parlare al popolo, si dissimulavano dietro una specie di schermo, davanti al quale, un funzionario ripeteva, ad alta voce, il messaggio del Re al popolo riunito. Questo funzionario era egualmente chimato il Logos o portavoce, del Re.

Considerato da questo punto di vista il titolo Logos, applicato al Figlio Unico di Dio, è particolarmente ben scelto.

Il Figlio di Dio, il Logos, è stato sempre l’Agente attivo di Dio e la Bibblia afferma che lo resterà sempre. Così, non solo nell’opera della creazione, ma ancora nella chiamata e nella preparazione della Chiesa nel corso di questa epoca, e nell’opera gigantesca di restarazione dell’umanità durante il millennio, questo beneamato Figlio di Dio agisce in luogo e nella vece del Padre, esprimendone e realizzandone la volontà. Quanto prima Egli parlerà di pace alle Nazioni ed inviterà gli uomini a trasformare le loro armi in vomeri ed aratri ed a fare dalle loro spade delle falci.—Michea 4:4; Salmo 46:9-10

L’Apostolo Paolo, nel parlare di questo trionfo futuro della causa divina sopra la terra sotto la guida del Figlio di Dio, scrive: “Poichè bisogna che Egli regna finchè abbia posto tutti i suoi nemici sotto i Suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti Iddio ha posto ogni cosa sotto i piedi di esso (Gesù). Ma, quando dice che ogni cosa gli è sottoposta (a Gesù) è chiaro che Colui (Geova) che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. E, quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui (Geova) che Gli ha sottoposto ogni cosa, affinchè Dio (Geova) sia tutto in tutti.—I Corinti 15:25-28

Considerevole confusione è stata provocata dalla inesatta traduzione dell’Evangelo di Giovanni Cap. I:1-2 secondo la quale sembra che la “Parola” o ‘Logos’ sia la stessa persona di Geova Iddio. La frase ‘e la Parola era Dio’ costituisce il punto centrale di questa errata traduzione.

Il Testo Greco stabilisce in effetti una distinzione fra il Logos che era “un” Dio e il Padre che è ‘IL’ Dio. La traduzione corretta di questo passo dovrebbe leggersi nel seguente modo: ‘Al principio era il Logos e il Logos era con ‘il’ Dio, e il Logos era ‘un’ Dio.’

Nello stesso Testo la parola greca tradotta per Dio è Théos. Thèos vuol dire semplicemente: un potente, e dipende dal testo considerare se deve riferirsi a Geova Onnipotente Iddio o a Suo Figlio, Gesù Cristo, il Logos, che è solo un potente. E’ da rilevare che nel testo della 2 Epistola ai Corinti, Cap. 4 vers. 4 questa stessa parola Thèos si riferisce a Satana, il “Dio” (Thèos) di questo mondo. In ogni modo, e in tutti i casi, l’articolo definitivo “ IL” precisa, in greco, di chi si parla.

La Scrittura stabilisce, quindi, una distinzione molto netta tra il Logos che era Dio e Geova Iddio “IL” Dio Onnipotente. La narrazione della Genesi relativa alla creazione racchiude la stessa idea. ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine’ qui l’Eterno parla al Logos e gli dà le Sue direttive in riguardo al lavoro da compiere.—Genesi 1:26 In questo spirito, di unità e di stretta collaborazione, si comprende meglio che, quando giunse il momento in cui il riscatto dell’uomo poteva operarsi, il Logos acconsenti ad annichilirsi per divenire un servitore del più umile ordine fino a soffrire la morte su di una croce d’infamia.—Filippesi 2:7-8

Durante tutto il suo ministero su questa terra, Gesù accettò questa condizione inferiore ricordando sempre, a coloro, che l’ascoltavano, che le parole da Lui pronunciate e le opere da Lui compiute non provenivano da Lui, ma dal Padre Celeste Tutta la Sua vita fu in rispondenza con la Sua propria dichirazione: “Il Padre è maggiore di me.”—Giovanni 14:28

L’unità di Gesù con il Padre

Ai Suoi discepoli Gesù disse un giorno “Io e mio Padre siamo Uno.”—Giovanni 10:30 Il senso di questa dichiarazione è stato singolarmente storpiato. Alcuni pretendono che questa unità sia intesa nel senso che Gesù e Suo Padre costituiscono una sola e identica Persona. Si riconoscerà facilmente intanto che esistono altre forme d’unità oltre l’unità individuale dell’essere. Al capitolo 17 dell’Evangelo di Giovanni, Gesù prega per l’unità della Sua Chiesa. Nella Sua preghiera Egli domanda al Padre di far realizzare ai membri della Sua Chiesa e Lui la stessa Unità che esisteva già fra Suo Pdre e Lui.

E’ esattamente nello stesso senso che Gesù e Suo Padre erano Uno come Egli disse. Numerose dichiarazioni del Maestro confermano questa verità. Spesso Egli insiste nelle circostanze che non era venuto per fare le Sua volontà, ma quella del Padre Celeste, che lo aveva mandato allorchè, al termine della Sua missione, dovette fronteggiare lo scherno, l’ignominia e la morte. Domandò al Padre se era possibile dispensarlo dal bere quell’amaro calice. “Nondimeno” Eli aggiunse ‘non la mia volontà, ma la Tua sia fatta.’—Matteo 26:39; Giovanni 5:30; 6:38

In Lui la volontà del Padre sorpassava ogni considerazione. Cosi Egli ha potuto vermente dire “Io e mio Padre siamo Uno.” E così nello stesso ordine di idee che Gesù ha potuto dire: ‘Chi ha veduto me ha veduto il Padre.”—Giov.14:9 Questa dichiarazione del Maestro non può aver voluto dire che colui che l’aveva visto aveva ugualmente visto—effettivamente e corporalmente—Geova Iddio: poichè il Nuovo e l’Antico Testamento affermano che nessuno può vedere Dio e vivere.—Esondo 33:20; I Timoteo 6:16; 1:77; Giov. 1:18 Se coloro i quali hanno visto Gesù, al tempo in cui Egli viveva sulla terra avevano in realtà visto anche Geova Iddio stesso, ciò equivarrebbe a pretendere che il Creatore dell’universo sia un essere umano. Gesù volle esprimere ch la Sua vita ed il Suo ministerio erano, per coloro, che hanno ‘degli occhi per vedere,’ una dimostrazione vivente di ciò che era il Padre.

D’altra parte è bene ricordare qui che Gesù era l’esatto equivalente di Adamo del quale è scritto che egli fu creato ad ‘Immagine di Dio.’ E’ evidente che questa parola immagine non può essere presa nel senso reale. Trattasi (di una immagine nel senso morale e non d’una rassomiglianza fisica.) Adamo era atto a discernere il bene e il male, e, per questa ragione, fu considerato responsabile del suo peccato.

Gesù, come Adamo prima della caduta, era ad immagine di Dio: cioè un essere perfetto senza la minima macchia o contaminazione. Era indisspensabile che Gesù fosse in questa condizione di perfezione senza di che non gli sarebbe stato possibile di riscattare Adamo e la sua razza dalla sua morte. Egli venne sulla terra come rappresentante del Padre Celeste. Egli parlò ed agi nella stessa maniera in cui avrebbe parlato ed agito il Padre se avesse visitato la terra in persona. Così era perfettamente vero che, colui il quale aveva visto Gesù, aveva visto il Padre.

Era il solo modo in cui un essere umano decaduto potesse vedere Dio e vivere. D’altronde, comprendere esattamente la persona di Gesù, figlio beneamato ed unico del Padre, nel quadro della Scrittura, significa di dargli, nel nostro cuore, il posto che merita immediatamente dopo Geova Iddio. Conviene onorare il Figlio come si onora il Padre.—Giov. 5:33 Geova Iddio stesso ha talmente onorato il Figlio da ordinare agli angeli di adorarlo.—Ebrei 1:6-7 Se, al contrario, si ammette che Gesù era Dio si generano delle grossolane incongruenze, come quella, per esempio, che il Maestro si sarebbe rivolto delle preghiere a sè stesso.

Gesù è sovranamente innalzato

La Bibbia mostra, nella sua presentazione del divino Piano per la redenzione dell’umana famiglia, che l’Unigenito Figlio di Geova Dio ha subito due cambi di natura. Prima di essere uomo egli era un essere spirituale, glorioso, che seguiva immediatamente in ordine di autorità, il Padre celeste. Parlando della gloria che Gli apparteneva prima di divenire un uomo Gesù disse un giorno, in una preghiera che rivolgeva a Geova: “Ed ora, Padre, glorificami tu presso Te stesso della gloria che avevo presso di Te avanti che il mondo fosse.”—Giov. 17:5 Questa gloria fu deposta allorchè il Logos fu fatto ‘Carne.’ Gesù fu fatto carne, spiega l’Apostolo, ‘per soffrire la morte per tuttu.’—Ebrei 2:9-14 Se Egli fosse rimasto come Essere spirituale non avrebbe potuto essere considerato come un prezzo corrispondente dell’uomo Adamo e della sua razza. Ma Egli consenti ad umiliarsi, a divenire un nomo ed a morire—in riscatto—per salvare la razza umana della eterna distruzione.—Filippesi 2:7-8; Timoteo 2:5-6 Risuscitando Cristo e ricevendolo di nuovo in alto, il Padre diede al Suo Figliuolo una posizione di gloria ancora maagiore e lo investi della natura divina in modo che Egli ora e il Cristo divino ‘l’immagine della Persona del Padre.’—Salmo 110:1; Atti 2:34-36; Filippesi 2:9 a 11; Ebrei 1:3-13 Alleluja! Quale grande Salvatore!

Lo Spirito Santo

A causa di cattive traduzioni o interpretazioni molte persone hanno immaginato che lo Spirito Santo, sia una persona: la terza persona di una Trinità di Dio. Le Scritture, intanto, non sostengono in alcun modo questa concezione e la parola greca pneuma, tradotta nelle nostre Bibbie per spirito non ha voluto mai riferirsi allo spirito nel senso di un fantasma o di un’apparizione. Nell’Antico Testamento la parola spirito è data dal termine ebraico ruach che, in origine, voleva dire “vento.” Noi non vogliamo dire con ciò che lo Spirito Santo sia un vento santo, ma sottolineare ciò che è racchiuso nel senso iniziale della parola. Il vento è contemporaneamente invisibile e potente. E perciò che gli antichi applicarono questa parola a tutte le influenze invisibi e potenti di qualsiasi natura fossero e, poichè la potenza divina si esercita mediante mezzi che sfuggono al controllo umano, sia alla vista che alla intelligenza, divenne consuetudine, naturalmente, applicare la parola ruach ad ogni modo di fare di Dio. Oltre ad essere tradotta per ‘spirito’ questa parola ruach significava anche ‘raffica’ ‘respiro’ ‘tempesta’ ‘intelletto’ ‘odore’ ‘vento.’

In ciascuna di queste parole si ritorovà l’idea di una forza o influenza invisibile. Così per esempio, il “pensiero” rappresenta una forza, ma una forza invisibile della cui origine noi, praticamente, non sappiamo nulla.

Come è stato detto più avanti, la parola greca tradotta per “spirito”—e che nel Nuovo Testamento è collegata all’espressione Spirito Santo è pneuma. Questa parola significa ugualmente vento o aria. Essa è d’altronde, servita a formare la nostra parola pneumatico. In più la parola ‘spirito’ è stata egualmente tradotta per’vito’, ‘spirituale’ e qualche volta per ‘vento.’ Così, dunque, lo Spirito Santo è la forza invisibile esercitata da Dio e la Sua potenza, manifestatasi in una infinità di di mezzi. A proposito della potenta di Dio, messa in opera durante la creazione, è detto che lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.—Genesi 1:2

E’ una potenza fecondante e l’influenza trasformatrice, esercitata nelle nostre vite di neo cristiani dallo Spirito Santo ha per origine la volontà di Dio nei nostri riguardi. Per aiutarci a comprendere coì che è lo Spirito Santo, può essere utile di mettere in parallelo quello che le Scritture ne dicono con ciò che essa fanno conoscere dello spirito del male che anima Satana. Alcune manifestazioni dello Spirito Santo sono denominate: “Lo spirito di Cristo,” ‘lo Spirito di santità,’ ‘lo spirito di verità,’ ‘lo Spirito Santo della promessa,’ ‘lo spirito di dolcezza,’ ‘lo spirito di grazia’ e lo ‘spirito di profezia.’

Di riscontro lo spirito di Satana è qualificato ‘spirito di timore,’ ‘spirito di servitu,’ ‘spirito del mondo,’ ‘spirito di errore,’ ‘spirito di divinazione,’ ‘spirito dell’Anticristo,’ spirito di sonno e assopimento,’ e ‘spirito di seduzione.’ Nessuno penserebbe che, in ragione delle differenti manifestazioni della influenza esercitata da Satana nel mondo, vi sia uno spirito del male che sarebbe una persona, collegata, in sostanza, col diavolo.

Nato di Spirito

Le Scritture si servono di un certo numero di espressioni per descrivere l’opera dello Spirito Santo nei cuori e nella vita dei Cristiani. Una fra queste è “nato di spirito.”

E’ un’espressione che si trasforma in immagine che suggerisce la nascita di una vita nuova. Questa vita nuova è una delle cose che compie la potenza dello Spirito Santo e, allorchè perviene allo stadio della nascita, finalmente si manifesta in maniera così diversa dalla vita umana da poter far dire a Gesù: “Il vento soffia ove vuole e tu ne odi il rumore, ma non sai nè donde viene nè dove va; così è di chiunque è nato dallo spirito.”—Giov. 3:8 La parola greca tradotta per ‘nato’ può anche essere tradotta correttamente per ‘generato’ ed è necessario di determinare, per la contestazione, quale è stato il pensiero dominante dello scrittore. Stabilita questa distinzione, non e, per conseguenza, logico di parlare della conversione a Cristo come rinascita dello Spirito. Quando qualcuno s’avvicina a Dio si pente e, per la fede in Cristo, nel quale egli vede il suo Redentore, decide di fare la volontà divina abbandonando la sua. L’espressione esatta di quanto avviene allora è: essere ‘generato’ dallo spirito di Dio. In altri termini una nuova vita comincia da quel momento.

Ora, questa nuova vita, per continuare l’immagine, è in fase embrionale. Essa ha bisogno di essere nutrita e sostentata dalla parola di Dio per svilupparsi e fortificarsi nel Signore. Sarà alla resurrezione che “nascerà” ossia avrà corpo e sostanza. E’ in quel momento infatti, che si potrà veramente dire è ‘nato’ dallo spirito. Solamente allora le parole di Gesù si realizzeranno nel senso appropriato. Perchè colui che sarà ‘nato’ dallo Spirito sarà paragonato al vento invisibile che va e viene senza che nessuno se ne accorga. Questa differenza nell’uso delle parole ‘nato’e ‘generato’ aiuta a meglio comprendere l’azione di Dio per la Sua Parola.

Il Battesimo dello Spirito

Le Scritture parlano ancora del ”Battesimo dello Spirito.” Battezzare significa immergere, seppellire. Essere battezzato dallo spirito di Dio significa essersi talmente concessi al Signore per fare la Sua volontà che l’individuo è tutto intero sotto il Suo controllo e non ha più alcuna volontà personale. Dal punto di vista divino la chiesa di Cristo, tutta intera, è stata battezzata dallo spirito, in blocco, alla Pentecoste. E perciò non è necessaria che alcuna altra effusione di spirito sia rinnovata su ciascun individuo a misura che l’uno e l’altro si consacrano per fare la volontà di Dio. L’Apostolo Paolo scrive: ‘Noi tutti abbiamo ricevuto il Battesimo di un unico spirito’ e spiega che, per quanto concerne l’individuo, questo Battesimo ha luogo nel momento in cui entra a far parte del Corpo di Cristo.—I Corniti 12:13 Il Battesimo non è altro che la sepoltura della nostra volontà personale nella volontà divina espressa da Cristo che è il Capo del ‘Corpo’ o ‘Chiesa.’ Quando si è ben compreso questo senso del Battesimo e dello Spirito ci si rende conto che non è più necessario attendere la ripetizione di manifestazioni spettacolari del genere di quella che si è svolta alla Pentecoste presso a poco duemila anni fa. Quando si è ben compreso ciò che avviene allorchè si accetta la sottomissione all’influenza dello Spirito Santo non ci si meraviglia più che non si sentono parlare altri linguaggi come avvenne ai Discepoli al momento della Pentecoste e durante un lasso di tempo relativamente breve dopo questa dimostrazione necessaria. Il ‘parlare in lingue’ esperienza vissuta della chiesa primitiva, era una necessità di quell’epoca. Alla Pentecoste, per esempio, gli Ebrei si riunivano a Gerusalemme, giungendo da diverse parti del mondo allora conosciute, e si parlavano lingue differenti. Ora, il Signore voleva che essi ascoltassero la testimonianza portata dagli Apostoli su quanto accadeva e, perchè ciò fosse possibile, i Discepoli ricevettero, miracolosamente, il dono di parlare le lingue straniere. A misura che la Chiesa si estendeva e si operavano delle conversioni, si svilupparono nel paese dei gruppi linguistici differenti per cui apparve la necessità di parlare le lingue straniere in quanto, dappertutto, si trovavano dei discepoli capaci di annunciare l’Evangelo nelle loro lingue di origine.

Ripieni dello Spirito

Le Scritture dicono: “Siate ripieni dello Spirito.”—Efesi 5:18 Se lo Spirito Santo è una persona, questa espressione non sarebbe vuota di senso? Ma, quando ci si rende conto che lo Spirito Santo è semplicemente il potere, l’influenza esercitata di Dio sulla vita del cristiano e, in gran parte, in forza della Sua Parola scritta, si comprende allora che ci si possa trovare in condizioni tali in cui lo spirito agisce più o meno sulle nostre vite. Per essere ripieni dello spirito bisogna essere svuotati di se stessi, della propria volontà, applicarsi a studiare la parola di Dio, impregnarsene e mettere in pratica i suoi giusti precetti. Le Scritture dicono ancora che i Cristiani sono ‘suggellati’ dallo ‘Spirito Santo della promessa.’—Efesi 1:13 Nel passato, lo spirito di Dio ha guidato il pensiero dei Profeti che hanno scritto l’Antico Testamento. I loro libri esprimono le numerose promesse fatte da Dio assicurando al Suo popolo fedele la benedizione dell’Eterno. Il Nuovo Testmento fu anche esso scritto sotto l’ispirazione diretta dello stesso Spirito o influenza di Dio e racchiude delle promesse supplementari con le quali Geova Iddio assicura la vittoria in Cristo a tutti i discepoli fedeli del Maestro. E’ così che ‘Egli suggella le Sue promesse.’ Altrimenti detto egli certifica che se noi Gli siamo fedeli, ci darà la Sua grazia per aiutarci nei nostri bisogni e la corona di vita alla resurrezione. Le Scritture impiegano anche la parola ‘Testimonianza’ a proposito dell’opera dello Spirito Santo nei cuori e nelle vite dei Cristiani. Il Suo spirito rende testimonianza ai nostri spiriti dice l’Apostolo—‘che noi siamo figli di Dio.’—Romani 8:16 Questa tesi è anche molto comprensibile. Tutta la Scrittura, ispirata dallo Spirito di Dio, informa il cristiano sui differenti stadi del suo sviluppo, sulle esperienze che egli acquista nella fedeltà al servizio di Dio. Se, dunque, il cristiano trova un legame di correlazione fra la sua vita e questa indicazione dalla parola divina, egli risente, per tutto ciò, una approvazione interiore che, per lui, è una ‘testimonianza’ dello cpirito, un’assicurazione che egli è entrato nella famiglia di Dio per mezzo della generamento dello Spirito Santo ed è diventato Figlio di Dio.

Sopra ogni carne

L’opera dello Spirito Santo o Santa Influenza di Dio, non si limita all’età nella quale noi viviamo. Le pagine profetiche delle Scritture rivelano, al contrario, che, durante il regno di mille anni di Cristo, Egli “diffonderà” ‘il Suo spirito su ‘ogni carne.’—Gioele 2:28 Sarebbe assai difficile immaginarsi come uno Spirito Santo se fosse una persona, un individualità, potesse essere ‘diffusa.’ Se, al contrario, lo Spirito di Dio è il potere l’influenza che il Signore esercita per realizzare il suo disegno, questa espressione diviene, immediatamente, assai chiara. Lo Spirito di Dio sarà diffuso in parecchie maniere, durante il Regno millenniale di Cristo, in vista della benedizione generale della razza umana. Egli farà in modo che la conoscenza di ciò che è l’Eterno sia diffusa al punto di riempire tutta la terra così integralmente come le acque coprono il fondo dei mari.—Isaia 11:9

La sua potenza richiamerà i morti alla vita, poichè la promessa che vi sarà una “risurrezione dei giusti e degli ingiusti.”—Atti degli Apostoli 24:15 Si parla anche di una alleanza nuova che il Signore stabilirà, prima con la casa di Israele, poi, con il mondo intero, e che Egli scriverà la Sua legge nei cuori.—Geremia 31:31-34 Ciò sarà anche la risultante dell’azione dello Spirito Santo nella vita di coloro i quali obbediranno alle leggi di Cristo.—Ebrei 8:7-12

Durante questi mille anni del regno di Cristo, Satana sarà legato e cioè il suo spirito non potrà più influenzare le genti nel senso del male. Le condizioni del nuovo ordine sociale saranno, al contrario, favorevoli alla realizzazione della giusta volontà di Dio. L’amore rimpiazzerà l’interesse e l’egoismo come moventi d’azione in tutte le relazioni dell’attività umana. I popoli apprenderanno che la più grande gioia, la vera, la durevole è quella che si prova dedicandosi alla felicità degli altri piuttosto che pensare ad assicurarsi esclusivamente il proprio benessere.

Così tutta l’umanità sarà cambiata esteriormente ed in profondità, dall’azione dello Spirito Santo diffuso su ogni carne. E quale non deve essere la nostra felicità nel renderci conto della maniera con la quale Dio apporta la soluzione ai problemi che assillano un mondo morente ed in angoscia! Allorchè, a loro volta, gli uomini comprenderanno che tutti questi benefici, ottenuti dall’azione dello Spirito Santo, vengono dal gran Dio dell’Universo, dal Creatore dei Cieli e della Terra, essi gioiranno, gli renderanno gloria e sapranno che Egli è veramente un Dio d’Amore.